Rifugio Calvi

Il Rifugio Calvi è situato in alta Val Brembana poco dopo il Lago di Fregabolgia e a monte del Lago Rotondo.
E' circondato dalle cime del Pizzo del Diavolo e Diavolino, Grabiasca, Madonnino, Ca' Bianca e Poris.
Nei pressi vi sono numerosi e splendidi laghetti alpini sia naturali che artificiali.
E' dedicato ai quattro fratelli Calvi: Attilio, Santino e Giannino caduti da eroi durante la prima guerra mondiale, e Natale precipitato dalla parete nord dell'Adamello nel 1920.
Il vecchio edificio del 1935 è stato completamente rifatto nel 1984.

Con la statale 470 percorriamo il fondovalle della Val Brembana fino al bivio di Lenna dove lasciamo a sinistra la strada che sale al Passo San Marco e continuiamo sulla destra con la provinciale 2 in direzione di Foppolo.
Dopo Branzi prendiamo la provinciale 5 che si stacca sulla destra e conduce a Carona.
Attraversando il paese troviamo diversi cartelli che indicano i rifugi della zona.
Prendiamo Via Locatelli con la quale, in salita tra gli alberi, arriviamo al tornante sinistrorso dove sulla destra inizia la strada dell'Enel chiusa al traffico (n. 210). Lasciamo la macchina ai bordi della strada e ci incamminiamo (m. 1220). Ricordo che il parcheggio è soggetto al pagamento di 2 euro al giorno tramite un "gratta e sosta" acquistabile presso gli esercizi commerciali di Carona.

E' possibile raggiungere il rifugio percorrendo interamente questa strada (sette chilometri fino alla diga di Fregabolgia e poi costeggiando il lago) oppure utilizzando un sentiero (n. 247+213) che staccatosi dopo km 1.1, risale l'altro lato della valle e si ricongiunge alla strada dopo circa 6 chilometri (m. 1845).

Primo itinerario - Strada dell'Enel n. 210
I segnavia indicano: Frazione Pagliari, Rifugio Calvi, Rifugio Longo, Val Carisole, Rifugio Terre Rosse. C'è anche una bacheca con una cartina della zona.
Superiamo una stanga. Un segnale stradale vieta il transito agli automezzi.

Il primo tratto è asfaltato, quasi in piano, nel bosco. Alla sinistra c'è un muro di pietre. Alla destra ci sono delle protezioni con pali di ferro che reggono tre cavi.
Una mulattiera, che sale da destra passando dalla Baita del Sala, si unisce al nostro percorso. Alcuni cartelli indicano se i Rifugi Longo e Calvi sono chiusi o aperti. Iniziamo a salire.
Passiamo sotto tre cavi che attraversano la strada obliquamente, da destra verso sinistra. Dalla destra in basso sentiamo provenire il rumore del Brembo.
Incontriamo l'indicazione, in lettere romane, dei primi 800 metri di cammino. Alla destra c'è una panchina di legno (m. 1240).
Allo scoperto, ripassiamo sotto ai tre cavi, questa volta da sinistra verso destra. Ignoriamo un sentiero, con dei gradini di legno, che scende a destra accompagnato da una staccionata corrimano (m. 1255).
Torniamo nel bosco.
Alla destra ci sono delle protezioni con paletti di ferro dipinti di verde che reggono tre cavi (m. 1270).

Vediamo una piccola croce su una roccia alla sinistra e subito incontriamo l'indicazione del km. 1. Lasciamo a sinistra la cabina idroelettrica della presa di Pagliari (m. 1275). Le protezioni alla destra terminano. Dopo alcuni metri su cemento torniamo a camminare su asfalto.
Alla sinistra, più in alto, ci sono delle reti paramassi (m. 1285).
Percorriamo una semicurva verso destra camminando tra pochi alberi. Alla destra ci sono le protezioni con paletti che reggono tre cavi.

Usciamo dal bosco.
Presso una curva verso sinistra lasciamo a destra un traliccio (m. 1290).
Alla sinistra c'è una targa di marmo a ricordo di una persona deceduta. Due sentieri scendono a destra e i segnavia indicano con il secondo: Rifugio Calvi con il "sentiero estivo" n. 247 a ore 3.10 (descritto nel secondo itinerario), Lago di Val dei Frati con il sentiero n. 236 a ore 2.30, Passo di Aviasco con il sentiero n. 236 a ore 3.45; diritto con la sterrata n. 210: Rifugio Fratelli Calvi a ore 2.40, Rifugio Fratelli Longo a ore 2.40 (sentiero n. 224).
Proseguiamo in leggera salita lungo la strada e superiamo due semicurve destra-sinistra.

Lasciamo a sinistra una fontana con vasca e attraversiamo il piccolo borgo di Pagliari (m. 1313).
Un cartello preannuncia a 150 metri un sentiero alternativo.
Dopo una semicurva verso sinistra, dei segnali stradali indicano che la strada è dissestata e il ciglio è cedevole.
Poco dopo ignoriamo una strada che scende a destra. In leggera salita transitiamo sotto a tre cavi dell'alta tensione.
La strada diventa sterrata. Un segnale stradale avverte del pericolo di caduta pietre. Superiamo una curva verso destra (m. 1320).
Alla sinistra ci accompagna un vecchio muretto di pietre. In basso alla destra vediamo il torrente.

Un cartello segnala alla sinistra il sentiero alternativo per i Rifugi Calvi e Longo e la Val Sambuzza (m. 1330).
Superiamo una canalina per lo scolo dell'acqua collocata obliquamente di traverso alla strada (m. 1340).
Alla destra scende un muro a rinforzo della sede stradale. Nel muro sono stati conficcati degli spuntoni di pietra come fossero dei piccoli paracarri.
Superiamo un tratto tra gli alberi e torniamo a camminare allo scoperto (m. 1350).
Proseguiamo in salita. Alla sinistra c'è un muro e alla destra un guard-rail oltre il quale un ripido pendio erboso scende verso il torrente.
Con poca pendenza passiamo accanto a un segnale di pericolo generico (m. 1370).
Torniamo all'ombra degli alberi e troviamo una targa a ricordo di una persona deceduta (m. 1375).
In salita percorriamo una curva verso sinistra molto ampia. Alla destra ci sono le solite protezioni con pali di ferro verdi che reggono tre cavi.
Per un tratto, come protezione, ci sono solo gli spuntoni nel cemento alla destra e per un altro tratto i pali verdi che reggono tre cavi. Gli alberi sono radi (m. 1395).

Incontriamo l'indicazione del km. 2 nei pressi di una baita diroccata e torniamo a camminare tra gli alberi (m. 1410).
Poco dopo, all'esterno di un'ampia curva verso destra, troviamo la splendida cascata alimentata dal torrente che scende dalla Val Sambuzza; l'acqua, dopo averci rinfrescato con qualche spruzzo, attraversa la strada passando sotto un ponte (m. 1415).
Subito dopo alla sinistra c'è una bacheca con una cartina della zona.
La strada prosegue allo scoperto, con il fondo in cemento nel quale sono state incastrate alcune pietre lisce. Sul bordo destro ci sono alcuni spuntoni di roccia fissati nel cemento.
In basso alla destra, al limitare tra il prato e il bosco, vediamo una baita diroccata raggiungibile con un sentierino.
Un segnale stradale preannuncia una serie di tornanti. Ora il fondo stradale è solo in cemento (m. 1430).

Poco dopo trascuriamo una scorciatoia che sale a sinistra.
Torniamo tra gli alberi e percorriamo un tornante sinistrorso, all'inizio del quale alla destra ci sono le solite protezioni con pali verdi che reggono tre cavi mentre verso la fine c'è un muro di pietre a secco (m. 1435).
Per un tratto, la stradina si trasforma in una larga mulattiera con il fondo di pietre. La scorciatoia la attraversa da sinistra verso destra.
Torniamo a camminare su cemento. Alla sinistra c'è un corto guardrail. Percorriamo un tornante destrorso ignorando due sentieri che continuano diritto, il primo in discesa e il secondo in salita. Su di una parete di roccia il segnavia 210 a bandierina invita a proseguire con la strada (m. 1450).
Superiamo una canalina per lo scolo dell'acqua che attraversa obliquamente la strada. Alla destra ci sono gli spuntoni, prima di ferro e poi di roccia, infissi nel cemento.
Torniamo allo scoperto. Dalla destra si immette la scorciatoia. Subito dopo alla destra c'è un rudere.

Continuiamo con un ampio tornante destrorso all'esterno del quale alcuni segnavia indicano con il sentiero 209 che sale a sinistra: Incrocio Sentiero Orobie Occidentali 208 a ore 1, Lago Val Sambuzza a ore 2, Passo Publino a ore 3, Rifugio Terrerosse. A seguire ci sono una fontana con l'acqua che cade in un tronco scavato, l'inizio di una mulattiera e una vecchia baita con due cartelli sui quali leggiamo: "Località Dosso. Baita Birone". Alla destra ci sono le protezioni con pali verdi e tre cavi (m. 1470).
La strada prosegue con il fondo in cemento nel quale sono state incastrate alcune pietre lisce.
Poco dopo percorriamo un tornante sinistrorso all'esterno del quale ci sono le solite protezioni (m. 1475).
La pendenza è minima. Un segnale stradale indica il divieto di sosta da entrambi i lati. Lasciamo a sinistra una vecchia baita.
Superiamo un paio di canaline per lo scolo dell'acqua, di traverso alla strada.

Presso una semicurva verso sinistra molto ampia, alla destra c'è una bacheca con un cartellone intitolato "I colori delle Orobie" che mostra i fiori della zona e indica i loro nomi (m. 1485).
Un sentiero sale dalla destra. Alla sinistra c'è un muretto di pietre.
In alcuni punti camminiamo tra gli alberi, in altri allo scoperto.
Alla sinistra c'è un muretto di cemento. Alla destra, in alcuni tratti, ci sono gli spuntoni di roccia (m. 1495).
Continuiamo con poca pendenza e con un muretto di pietre alla sinistra.

In basso alla destra, oltre il torrente, vediamo una baitella di pietre (m. 1515).
Superiamo una canalina per lo scolo dell'acqua, di traverso alla strada.
Presso una curva verso destra un torrente scorre sotto alla strada. Alla sinistra c'è un muretto in cemento (m. 1525).
Subito dopo troviamo anche un rivolo e un ruscello che scendono dalla montagna e, intubati, passano sotto alla strada. Un muretto fa da protezione alla sinistra. Troviamo un'altra canalina in cemento di traverso alla strada e l'indicazione del Km. 3.
Alcuni metri più avanti rientriamo nel bosco (m. 1540).
Proseguiamo in salita.
Vediamo il segnavia 210 a bandierina e lasciamo a sinistra uno slargo tra le rocce (m. 1555).

Subito dopo ignoriamo un ripido sentiero che sale a sinistra all'inizio del quale ci sono dei gradini e una staccionata corrimano.
Per un tratto, alla destra ci accompagnano le protezioni con paletti di ferro verdi e tre cavi (m. 1560).
Su di una roccia vediamo il segnavia 210 a bandierina (m. 1575).
Un rivolo passa sotto alla strada in un tubo.

Alla sinistra, due cartelli marroni informano che siamo nel Parco Regionale Orobie Bergamasche, Alta Val Brembana Laghi Gemelli (m. 1585).
Alla destra, dopo un masso squadrato, ripartono le protezioni con paletti verdi e tre cavi.
Un torrente scende formando una piccola cascata e passa sotto alla strada (m. 1590).
Per un tratto, alla sinistra abbiamo un muro di pietre.
Poco dopo un sentiero scende a destra verso la Baita della Prida.
Alla destra, riprendono gli spuntoni di roccia al bordo della strada (m. 1600)
Un piccolo torrente scorre sotto alla strada. Alla sinistra c'è un muretto.

Poco dopo, presso un'ampia curva verso destra, la strada diventa sterrata (m. 1610). Due cartelli indicano con un sentiero che si stacca alla sinistra: Baitone Cai Sesto S. Giovanni, Rifugio Longo a ore 1.20.
Proseguiamo quasi in piano seguendo la strada al fresco di una pineta e troviamo l'indicazione del km. 3.6.
Percorriamo due curve verso sinistra. Presso la seconda, in basso a destra tra gli alberi, vediamo una casa. Poco dopo troviamo il sentiero che scende a raggiungerla.
Superiamo un'altra curva verso destra.
Percorriamo un tratto su cemento. Alla destra ci sono dei paletti di ferro (questa volta non colorati) che reggono tre cavi.
Il bosco termina e torniamo a camminare su sterrato.
Continuiamo con poca pendenza.

I segnavia indicano con un sentiero che si stacca alla destra: Sentiero delle Orobie a ore 0.30, Lago Val dei Frati a ore 1, Passo di Aviasco a ore 2.30 (m. 1625).
Alla destra per un tratto ci sono gli spuntoni di roccia che escono dal cemento a bordo strada.
Torniamo nel bosco.

Incontriamo l'indicazione del km. 4.
Ora alterniamo tratti al sole ad altri tra gli alberi.
Superiamo una curva a sinistra (m. 1630).
Su una parete di roccia alla sinistra una targa marmorea ricorda una persona scomparsa all'età di 35 anni.

Percorriamo un tornante sinistrorso molto ampio, incassato nel terreno circostante (m. 1645).
Quasi in piano superiamo un tornante destrorso, rinforzato da due muri che scendono ai lati, sotto al quale scorre un torrente. Un cartello segnala a sinistra un sentiero che conduce al Baitone del Cai di Sesto.
Proseguiamo con pochissima pendenza e con un muro di pietre alla sinistra.
Lasciamo a destra uno slargo con un baitello e percorriamo un'ampia curva verso sinistra (m. 1650).

Troviamo l'indicazione del km. 4.4.
Continuiamo praticamente in piano alternando tratti dentro e fuori dal bosco.
Un ruscello passa sotto alla strada.
Presso una semicurva verso sinistra vediamo il segnavia 210 a bandierina dipinto su di una roccia.
Alla sinistra ci sono due pali in cemento che sostengono un cavo.
Continuiamo con una semicurva verso destra e due curve sinistra-destra.

Usciamo dal bosco. La valle si apre. Alla destra scorre il Brembo oltre il quale, nascosto da un rialzo del terreno, c'è il Lago del Prato. In alto a sinistra vediamo due tavoli di legno con relative panche.
Superata una curva verso sinistra arriviamo ad un bivio (m. 1655). I segnavia indicano davanti con il percorso n. 210: Rifugio F.lli Calvi a ore 1.20; a sinistra con il n. 208: Baita Casera Val Sambuzza a ore 0.40, Carisole a ore 2, Foppolo a ore 3.30, Baita Armentarga a ore 0.40, Rifugio F.lli Calvi a ore 1.30; a sinistra con il n. 224: Rifugio F.lli Longo a ore 1.15, Passo di Cigola a ore 2.30, Passo di Venina a ore 2.40; dietro con il n. 210: Carona a ore 1. C'è anche una bacheca con una cartina della zona. Continuiamo diritto.

Quasi in piano, dopo due semicurve sinistra-destra, attraversiamo il Brembo su di un ponte privo delle sponde ma con solo dei paletti di ferro alla destra.
Continuiamo con una curva a sinistra e un tornante destrorso molto ampio all'interno del quale si stacca una stradina che conduce ad una malga. [Il modo migliore per raggiungere il Lago del Prato è proseguire tra i prati oltre la malga.]
Seguiamo la sterrata e troviamo dei segnavia che indicano con un sentiero che si stacca alla sinistra: Rifugio F.lli Calvi a ore 1.20; dietro: Carona a ore 1, Foppolo a ore 3.30. Continuiamo con la sterrata che presso una curva a sinistra riprende a salire con il fondo in cemento.
Poco dopo la strada ritorna sterrata (m. 1670). Alla sinistra c'è un muro di pietre e in basso alla destra vediamo il Lago del Prato.
Per un breve tratto camminiamo su cemento e continuiamo su sterrato.

Incontriamo l'indicazione del km. 5 (m. 1680).
Alla sinistra ci sono delle rocce, poi ricomincia il muro. Percorriamo una curva verso destra.
Uno dopo l'altro, superiamo altri tre brevi tratti con il fondo in cemento e riprendiamo a camminare su sterrato.

La strada ora ha il fondo in cemento con delle pietre lisce incastrate (m. 1695).
Lasciamo a destra una stradina che scende verso una casa (m. 1700).
Alla sinistra, poco più in alto rispetto alla strada, vediamo delle pietre franate.
Poco dopo una semicurva verso sinistra, la strada torna ad essere sterrata. Transitiamo sotto a tre cavi dell'alta tensione (m. 1715).
Superiamo un breve tratto su cemento e pietre e riprendiamo a camminare su sterrato.
Subito dopo percorriamo un tornante sinistrorso molto ampio, incassato tra le rocce (m. 1730).
Su cemento percorriamo due semicurve destra-sinistra. Alla destra ci sono dei frammenti di roccia infissi a bordo della strada.

Per un tratto la strada diventa una mulattiera di pietre. Superiamo una semicurva verso destra (m. 1740).
Torniamo a camminare su cemento e superiamo una semicurva verso sinistra.
Due rivoli scendono dalla montagna e passano sotto alla strada che è protetta da un muretto (m. 1750).
Camminiamo allo scoperto con il bosco solo alla sinistra.
Presso una semicurva verso sinistra torniamo tra gli alberi (m. 1770).
Passiamo sotto ad un grande pino nato alla sinistra e cresciuto obliquamente sopra alla strada.
Poco dopo torniamo a camminare allo scoperto e con gli alberi solo alla sinistra.
Superiamo un tornante destrorso molto ampio (m. 1790).

Con il fondo sterrato, percorriamo un tornante sinistrorso passando tra due rocce (m. 1795).
Troviamo alcuni maggiociondoli. Lasciamo a sinistra uno slargo (m. 1800).
Dopo un tratto allo scoperto torniamo tra gli alberi. Il fondo è in cemento (m. 1810).
Usciamo dagli alberi e superiamo due semicurve destra-sinistra (m. 1820). Nel cemento, al bordo destro della strada, in alcuni punti ci sono degli spuntoni di roccia e in altri dei paletti di ferro.
Un vecchio segnavia, affisso al tronco di un pino, preannuncia il sentiero per i Laghi Gemelli (m. 1830).
Poco dopo vediamo questo sentiero che scorre parallelo in basso alla destra mentre più sopra alla sinistra ci sono delle pareti di roccia verticali.

Arriviamo al punto in cui il "sentiero estivo", che avevamo lasciato prima di Pagliari, si immette dalla destra (m. 1845). I segnavia indicano diritto con la strada: Rifugio Calvi a ore 0.50 (210/213), Rifugio Longo a ore 1.40 (208/258); dietro: Carona a ore 1.30 (210); a destra con il sentiero 213: Sentiero Estivo per Carona a ore 2, Rifugio Laghi Gemelli a ore 2.30, Passo di Aviasco a ore 4.
Su di una pietra vediamo un segnavia rosso-bianco-rosso a strisce orizzontali.
Poco dopo riprendiamo a camminare su sterrato, quasi in piano (m. 1875).
Superiamo due serpentine destra-sinistra e continuiamo con poca pendenza tra erba e radi alberi. Alla sinistra c'è un muretto di pietre a secco.
Dopo un tratto con il fondo in cemento e una semicurva verso sinistra, torniamo a camminare su sterrato e percorriamo un tornante destrorso (m. 1895).

Ad una biforcazione prendiamo la strada alla sinistra, quasi in piano. Un segnale stradale indica il divieto di transito ai veicoli. In alto verso sinistra vediamo una baita e un rudere (m. 1900).
Poco dopo un'altra sterrata si stacca a sinistra. I segnavia indicano diritto: Rifugio Calvi; a sinistra: Rifugio Longo, Alpe Mersa. Nei prati alla sinistra vediamo alcune vecchie baite e stalle dell'alpeggio.
Presso una curva verso sinistra superiamo una stanga che troviamo alzata.
In leggera discesa percorriamo una curva verso destra e transitiamo sotto a tre cavi dell'alta tensione.
Continuiamo quasi in piano.
In leggera salita passiamo sotto ad un cavo.
Superiamo una stanga che troviamo alzata (m. 1905).
Proseguiamo quasi in piano.
Dopo una semicurva verso destra riprendiamo a salire.
Sull'altro lato della valle vediamo la sterrata n. 224 per il Rifugio Longo.

Dopo un tornante destrorso (m. 1920) continuiamo con maggiore pendenza fino al successivo tornante sinistrorso (m. 1940).
Superiamo un tratto con poca pendenza e proseguiamo in salita. Alla sinistra della strada c'è un canalino in cemento.
Percorriamo due tornanti sinistra-destra a poca distanza uno dall'altro (m. 1955).

In leggera salita arriviamo ad un bivio. Troviamo chiusa la strada alla destra verso la diga del Lago Fregabolgia e proseguiamo verso sinistra quasi in piano costeggiando il lago che vediamo più in basso con ben poca acqua rispetto alla possibile capienza e all'altezza della diga (m. 1960).
In alto, alla sinistra della strada, ci sono delle pareti di roccia verticali.
Giunti quasi in fondo al lago, dopo un tratto in leggera salita torniamo a camminare quasi in piano (m. 1970).
Superiamo una serpentina destra-sinistra attorniati da erba e roccette.
Per un tratto il fondo è in cemento con qualche pietra poi torniamo a camminare su sterrato alternando tre tratti in leggera salita ad altrettanti quasi in piano (m. 1980). Davanti cominciamo a vedere il Rifugio Calvi. Alla sinistra vediamo il Diavolo e il Diavolino.

La sterrata scorre alta rispetto al valloncello alla sinistra e alla parte finale del lago alla destra.
Percorriamo pochi passi in salita su fondo roccioso.
Continuiamo dapprima quasi in piano e poi in leggera salita.
Dopo una curva verso destra superiamo un tratto in salita ed uno con minore pendenza (m. 1995).
Proseguiamo con il fondo in cemento lasciando a sinistra una valletta.
Vediamo un segnavia a strisce orizzontali su di una roccia.
Continuiamo quasi in piano su sterrato.

In basso a sinistra vediamo il Lago Rotondo. I segnavia indicano a sinistra con il sentiero 208: Lago del Prato a ore 1, Passo Croce a ore 4.30, Foppolo a ore 5.15.
Passiamo tra due pilastrelli di pietra.
Alla sinistra, accanto ad una bacheca con una cartina, alcuni segnavia indicano con un sentiero che scende verso il lago: Rifugio Brunone a ore 5, Rifugio Longo a ore 2.
Con pochi passi in leggera salita raggiungiamo il Rifugio Calvi.

Tempo impiegato ore 3 - Dislivello m. 795
Data escursione: luglio 2018
 
Secondo itinerario - Sentieri n. 247+213
In questo caso dobbiamo partire dallo stesso tornante (m. 1220), percorrere il primo chilometro della strada dell'Enel sopra descritta e poi, ormai in vista delle case di Pagliari, prendere il sentiero estivo n. 247 che si stacca sulla destra (m. 1290). I segnavia indicano che da questo punto si può raggiungere il Rifugio Calvi in ore 3.10.

Seguendo il sentiero in piano attraversiamo la parte bassa di Pagliari e deviamo a destra per scendere al torrente perdendo alcuni metri di quota.
Attraversiamo il Brembo su di un piccolo ponte e, giunti sull'altro lato, troviamo una casa bianca.
Pieghiamo a sinistra e subito troviamo un bivio. Un cartello con la scritta Calvi indica di prendere il sentiero di destra che sale tra i larici.
La salita si fa più ripida e prendiamo quota rispetto al torrente che rumoreggia sotto di noi. Dall'altro lato della valle vediamo la strada che sale parallela.
Pochi passi in piano e poi il sentiero esce dal bosco e sale lungo una pietraia originata di una vecchia frana.
Rientriamo nel bosco e, camminando accanto a delle felci, raggiungiamo un ruscelletto e lo superiamo.
Il percorso diventa ripido. Superiamo alcuni gradini poi, dopo alcuni passi in piano, riprendiamo a salire.
Il sentiero ora è molto ampio. Trascuriamo un sentierino che prosegue diritto e procediamo a zig-zag sulla destra.
Ora il sentiero torna a restringersi. Ad un bivio non segnalato andiamo a sinistra.
Sull'altro lato della valle riusciamo a vedere la bella cascata originata dal torrente che scende dalla Val Sambuzza.

Procediamo sempre ripidamente mentre le radici di alcuni alberi, a volte, formano dei gradini naturali.
Superiamo anche dei gradini di roccia, poi il percorso diventa meno ripido.
Le acque di un ruscello bagnano il sentiero; lo raggiungiamo e superiamo.
Dopo un altro tratto di salita, attraversiamo in piano una radura (m. 1580).
Raggiungiamo un bivio e continuiamo in piano sulla sinistra trascurando il percorso che sale a destra.
Scendiamo per una ventina di metri poi in piano attraversiamo un'altra radura.
Un ruscelletto bagna il percorso. Riprendiamo a salire dolcemente poi, in piano attraversiamo un prato circondato da alberi di conifere.
Una scritta su un sasso indica "Carona" sulla sinistra.
Rientriamo nel bosco e troviamo un'altra scritta che riporta le due direzioni "Calvi-Carona".

Saliamo più ripidamente e superiamo un altro segnavia con le stesse indicazioni.
Ora percorriamo un tratto in piano, poi scendiamo per una quindicina di metri e raggiungiamo un torrente dove troviamo un bivio. Una scritta su un masso indica il Rifugio Calvi a destra.
Saliamo ripidamente agevolati inizialmente da alcuni gradini di legno. Poi usciamo del bosco; la salita ora è più lieve.
Arriviamo ad un bivio nei pressi di un grosso masso; il rifugio è segnalato a sinistra.
In piano, attraversando prati colmi di fiori, procediamo verso la valletta di fronte a noi.
La raggiungiamo con una breve salita e poi la attraversiamo in piano passando accanto ai ruderi di alcune vecchie costruzioni.

Raggiungiamo il bivio (m. 1770) dove incrociamo il sentiero 213 che arriva dal Rifugio Laghi Gemelli.
I segnavia indicano a sinistra: il Rifugio Calvi a ore 1.30 (sent. 213+247), la Val dei Frati e il Passo di Aviasco a ore 2 (sent. 236); e a destra i Laghi Gemelli a ore 2.30 (sent. 213).
Ci immettiamo pertanto nel sentiero 213 in direzione del Rifugio Calvi.
In piano superiamo un piccolo ponte le cui sponde sono protette da funi di acciaio e subito arriviamo ad un altro bivio ove ci viene segnalato a sinistra il Rifugio Calvi a ore 1 (sent. 213) e a destra Aviasco a ore 2 (sent. 236).

Alla nostra sinistra ora la valle è più aperta. Procediamo a mezza costa in piano; più in basso e in lontananza vediamo due case.
Troviamo un tunnel buio, chiuso da una catenella, che, sulla destra, entra nella montagna.
Alla nostra sinistra, al di là di un valloncello, c'è una baita.
Raggiungiamo un piccolo laghetto e lo attraversiamo camminando sopra lo sbarramento artificiale che lo chiude a valle. In alto invece, per un attimo, vediamo la grande diga di Fregabolgia.

Continuiamo con il sentiero 213 per prati in leggera salita e in piano.
Superiamo un ruscelletto e riprendiamo a salire.
Ignoriamo un piccolo sentiero che sale a sinistra e procediamo diritto come indica una freccia.
Poco dopo raggiungiamo la strada descritta nel primo itinerario (m. 1845). Il Rifugio Calvi viene segnalato a 50 minuti di cammino.
Continuiamo lungo la strada, come descritto nel primo percorso, fino alla meta.

Tempo impiegato: ore 3.30 - Dislivello m. 840 -45
Data escursione: giugno 2005

ESCURSIONI/ASCENSIONI PARTENDO DAL RIFUGIO:
  • al Rifugio Longo (m. 2026) in ore 2.30 (sent. 246)
  • al Rifugio Laghi Gemelli (m. 1961) in ore 4 (sent. 213)
  • al Bivacco Frattini (m. 2250) in ore 3
  • al Rifugio Baroni al Brunone (m. 2295) in ore 5.30 (sent. 225)
  • al Lago Rotondo (m. 1972) in ore 0.10 (sent. 225)
  • al Passo di Portula (m. 2273) in ore 0.50 (sent. 226)
  • alla Baita Cardeto F. Rodigari in ore 1.50 (sent. 226)
  • alla Baita Cernello in ore 1.50 (sent. 226)
  • al Lago dei Curiosi (m. 2112) in ore 0.30 (sent. 210A)
  • al Lago Cabianca (m. 2153) in ore 0.50 (sent. 210A)
  • al Lago del Prato (m. 1650) in ore 1 (sent. 208)
  • al Passo Croce in ore 4.30 (sent. 208)
  • al Pizzo Diavolo di Tenda (m. 2916) in ore 3
Dati del Rifugio Calvi

Altezza:
m. 2015
Gruppo:
Orobie
Ubicazione:
Lago Rotondo
Comune:
Carona - BG
Carta Kompass:
104 B4
Coordinate Geo:
46°01'24.70"N
9°52'37.20"E
Gestore:
Claudio
Bagini
Telefono gestore:
0345 81184
349 6804893
Telefono rifugio:
0345 77047
Posti letto:
85
Apertura
weekend:
01/03-14/06;
tutti i giorni:
15/6-15/09;
weekend:
16/09-01/11;
tutti i giorni tempo
permettendo:
27/12-6/1
Pagina aggiornata
il: 10/06/2019
Il Rifugio Calvi Baita a Pagliari La Cascata della Val Sambuzza La Baita Birone La sterrata nel bosco La Baita della Prida Ponte in località Lago del Prato Il Lago del Prato Panorama dalla sterrata Il Lago di Fregabolgia Diavoli e Grabiasca Il Lago Rotondo Il retro del Rifugio Calvi

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