Rifugio Longo

Il Rifugio Longo è situato nell'alta Valle del Sasso, circa un centinaio di metri al di sotto del Lago del Diavolo, nel quale si specchia il Monte Aga.
E' dedicato ai fratelli Giuseppe e Innocente Longo, periti tragicamente nell'agosto del 1934 sul Cervino.

Primo Itinerario - Strada dell'Enel n. 210 + 224
Con la statale 470 percorriamo il fondovalle della Val Brembana fino al bivio di Lenna dove lasciamo a sinistra la strada che sale al Passo San Marco e continuiamo sulla destra con la provinciale 2 in direzione di Foppolo.
Dopo Branzi prendiamo la provinciale 5 che si stacca sulla destra e conduce a Carona.
Attraversando il paese troviamo diversi cartelli che indicano i rifugi della zona.
Prendiamo Via Locatelli con la quale, in salita tra gli alberi, arriviamo al tornante sinistrorso dove sulla destra inizia la strada dell'Enel chiusa al traffico (n. 210). Lasciamo la macchina ai bordi della strada e ci incamminiamo (m. 1220). Ricordo che il parcheggio è soggetto al pagamento di 2 euro al giorno tramite un "gratta e sosta" acquistabile presso gli esercizi commerciali di Carona.
I segnavia indicano: Frazione Pagliari, Rifugio Calvi, Rifugio Longo, Val Carisole, Rifugio Terre Rosse. C'è anche una bacheca con una cartina della zona.
Superiamo una stanga. Un segnale stradale vieta il transito agli automezzi.

Il primo tratto è asfaltato, quasi in piano, nel bosco. Alla sinistra c'è un muro di pietre. Alla destra ci sono delle protezioni con pali di ferro che reggono tre cavi.
Una mulattiera, che sale da destra passando dalla Baita del Sala, si unisce al nostro percorso. Alcuni cartelli indicano se i Rifugi Longo e Calvi sono chiusi o aperti. Iniziamo a salire.
Passiamo sotto tre cavi che attraversano la strada obliquamente, da destra verso sinistra. Dalla destra in basso sentiamo provenire il rumore del Brembo.
Incontriamo l'indicazione, in lettere romane, dei primi 800 metri di cammino. Alla destra c'è una panchina di legno (m. 1240).
Allo scoperto, ripassiamo sotto ai tre cavi, questa volta da sinistra verso destra. Ignoriamo un sentiero, con dei gradini di legno, che scende a destra accompagnato da una staccionata corrimano (m. 1255).
Torniamo nel bosco.
Alla destra ci sono delle protezioni con paletti di ferro dipinti di verde che reggono tre cavi (m. 1270).

Vediamo una piccola croce su una roccia alla sinistra e subito incontriamo l'indicazione del km. 1. Lasciamo a sinistra la cabina idroelettrica della presa di Pagliari (m. 1275). Le protezioni alla destra terminano. Dopo alcuni metri su cemento torniamo a camminare su asfalto.
Alla sinistra, più in alto, ci sono delle reti paramassi (m. 1285).
Percorriamo una semicurva verso destra camminando tra pochi alberi. Alla destra ci sono le protezioni con paletti che reggono tre cavi.

Usciamo dal bosco.
Presso una curva verso sinistra lasciamo a destra un traliccio (m. 1290).
Alla sinistra c'è una targa di marmo a ricordo di una persona deceduta. Due sentieri scendono a destra e i segnavia indicano con il secondo: Rifugio Calvi con il "sentiero estivo" n. 247 a ore 3.10, Lago di Val dei Frati con il sentiero n. 236 a ore 2.30, Passo di Aviasco con il sentiero n. 236 a ore 3.45; diritto con la sterrata n. 210: Rifugio Fratelli Calvi a ore 2.40, Rifugio Fratelli Longo a ore 2.40 (sentiero n. 224).
Proseguiamo in leggera salita lungo la strada e superiamo due semicurve destra-sinistra.

Lasciamo a sinistra una fontana con vasca e attraversiamo il piccolo borgo di Pagliari (m. 1313).
Un cartello preannuncia a 150 metri un sentiero alternativo.
Dopo una semicurva verso sinistra, dei segnali stradali indicano che la strada è dissestata e il ciglio è cedevole.
Poco dopo ignoriamo una strada che scende a destra. In leggera salita transitiamo sotto a tre cavi dell'alta tensione.
La strada diventa sterrata. Un segnale stradale avverte del pericolo di caduta pietre. Superiamo una curva verso destra (m. 1320).
Alla sinistra ci accompagna un vecchio muretto di pietre. In basso alla destra vediamo il torrente.

Un cartello segnala alla sinistra il sentiero alternativo per i Rifugi Calvi e Longo e la Val Sambuzza (m. 1330).
Superiamo una canalina per lo scolo dell'acqua collocata obliquamente di traverso alla strada (m. 1340).
Alla destra scende un muro a rinforzo della sede stradale. Nel muro sono stati conficcati degli spuntoni di pietra come fossero dei piccoli paracarri.
Superiamo un tratto tra gli alberi e torniamo a camminare allo scoperto (m. 1350).
Proseguiamo in salita. Alla sinistra c'è un muro e alla destra un guard-rail oltre il quale un ripido pendio erboso scende verso il torrente.
Con poca pendenza passiamo accanto a un segnale di pericolo generico (m. 1370).
Torniamo all'ombra degli alberi e troviamo una targa a ricordo di una persona deceduta (m. 1375).
In salita percorriamo una curva verso sinistra molto ampia. Alla destra ci sono le solite protezioni con pali di ferro verdi che reggono tre cavi.
Per un tratto, come protezione, ci sono solo gli spuntoni nel cemento alla destra e per un altro tratto i pali verdi che reggono tre cavi. Gli alberi sono radi (m. 1395).

Incontriamo l'indicazione del km. 2 nei pressi di una baita diroccata e torniamo a camminare tra gli alberi (m. 1410).
Poco dopo, all'esterno di un'ampia curva verso destra, troviamo la splendida cascata alimentata dal torrente che scende dalla Val Sambuzza; l'acqua, dopo averci rinfrescato con qualche spruzzo, attraversa la strada passando sotto un ponte (m. 1415).
Subito dopo alla sinistra c'è una bacheca con una cartina della zona.
La strada prosegue allo scoperto, con il fondo in cemento nel quale sono state incastrate alcune pietre lisce. Sul bordo destro ci sono alcuni spuntoni di roccia fissati nel cemento.
In basso alla destra, al limitare tra il prato e il bosco, vediamo una baita diroccata raggiungibile con un sentierino.
Un segnale stradale preannuncia una serie di tornanti. Ora il fondo stradale è solo in cemento (m. 1430).

Poco dopo trascuriamo una scorciatoia che sale a sinistra.
Torniamo tra gli alberi e percorriamo un tornante sinistrorso, all'inizio del quale alla destra ci sono le solite protezioni con pali verdi che reggono tre cavi mentre verso la fine c'è un muro di pietre a secco (m. 1435).
Per un tratto, la stradina si trasforma in una larga mulattiera con il fondo di pietre. La scorciatoia la attraversa da sinistra verso destra.
Torniamo a camminare su cemento. Alla sinistra c'è un corto guardrail. Percorriamo un tornante destrorso ignorando due sentieri che continuano diritto, il primo in discesa e il secondo in salita. Su di una parete di roccia il segnavia 210 a bandierina invita a proseguire con la strada (m. 1450).
Superiamo una canalina per lo scolo dell'acqua che attraversa obliquamente la strada. Alla destra ci sono gli spuntoni, prima di ferro e poi di roccia, infissi nel cemento.
Torniamo allo scoperto. Dalla destra si immette la scorciatoia. Subito dopo alla destra c'è un rudere.

Continuiamo con un ampio tornante destrorso all'esterno del quale alcuni segnavia indicano con il sentiero 209 che sale a sinistra: Incrocio Sentiero Orobie Occidentali 208 a ore 1, Lago Val Sambuzza a ore 2, Passo Publino a ore 3, Rifugio Terrerosse. A seguire ci sono una fontana con l'acqua che cade in un tronco scavato, l'inizio di una mulattiera e una vecchia baita con due cartelli sui quali leggiamo: "Località Dosso. Baita Birone". Alla destra ci sono le protezioni con pali verdi e tre cavi (m. 1470).
La strada prosegue con il fondo in cemento nel quale sono state incastrate alcune pietre lisce.
Poco dopo percorriamo un tornante sinistrorso all'esterno del quale ci sono le solite protezioni (m. 1475).
La pendenza è minima. Un segnale stradale indica il divieto di sosta da entrambi i lati. Lasciamo a sinistra una vecchia baita.
Superiamo un paio di canaline per lo scolo dell'acqua, di traverso alla strada.

Presso una semicurva verso sinistra molto ampia, alla destra c'è una bacheca con un cartellone intitolato "I colori delle Orobie" che mostra i fiori della zona e indica i loro nomi (m. 1485).
Un sentiero sale dalla destra. Alla sinistra c'è un muretto di pietre.
In alcuni punti camminiamo tra gli alberi, in altri allo scoperto.
Alla sinistra c'è un muretto di cemento. Alla destra, in alcuni tratti, ci sono gli spuntoni di roccia (m. 1495).
Continuiamo con poca pendenza e con un muretto di pietre alla sinistra.

In basso alla destra, oltre il torrente, vediamo una baitella di pietre (m. 1515).
Superiamo una canalina per lo scolo dell'acqua, di traverso alla strada.
Presso una curva verso destra un torrente scorre sotto alla strada. Alla sinistra c'è un muretto in cemento (m. 1525).
Subito dopo troviamo anche un rivolo e un ruscello che scendono dalla montagna e, intubati, passano sotto alla strada. Un muretto fa da protezione alla sinistra. Troviamo un'altra canalina in cemento di traverso alla strada e l'indicazione del Km. 3.
Alcuni metri più avanti rientriamo nel bosco (m. 1540).
Proseguiamo in salita.
Vediamo il segnavia 210 a bandierina e lasciamo a sinistra uno slargo tra le rocce (m. 1555).

Subito dopo ignoriamo un ripido sentiero che sale a sinistra all'inizio del quale ci sono dei gradini e una staccionata corrimano.
Per un tratto, alla destra ci accompagnano le protezioni con paletti di ferro verdi e tre cavi (m. 1560).
Su di una roccia vediamo il segnavia 210 a bandierina (m. 1575).
Un rivolo passa sotto alla strada in un tubo.

Alla sinistra, due cartelli marroni informano che siamo nel Parco Regionale Orobie Bergamasche, Alta Val Brembana Laghi Gemelli (m. 1585).
Alla destra, dopo un masso squadrato, ripartono le protezioni con paletti verdi e tre cavi.
Un torrente scende formando una piccola cascata e passa sotto alla strada (m. 1590).
Per un tratto, alla sinistra abbiamo un muro di pietre.
Poco dopo un sentiero scende a destra verso la Baita della Prida.
Alla destra, riprendono gli spuntoni di roccia al bordo della strada (m. 1600)
Un piccolo torrente scorre sotto alla strada. Alla sinistra c'è un muretto.

Poco dopo, presso un'ampia curva verso destra, la strada diventa sterrata (m. 1610). Due cartelli indicano con un sentiero che si stacca alla sinistra: Baitone Cai Sesto S. Giovanni, Rifugio Longo a ore 1.20. Possiamo scegliere se prendere questo sentiero o proseguire con la sterrata.

Sterrata.
Proseguiamo quasi in piano seguendo la strada al fresco di una pineta e troviamo l'indicazione del km. 3.6.
Percorriamo due curve verso sinistra. Presso la seconda, in basso a destra tra gli alberi, vediamo una casa. Poco dopo troviamo il sentiero che scende a raggiungerla.
Superiamo un'altra curva verso destra.
Percorriamo un tratto su cemento. Alla destra ci sono dei paletti di ferro (questa volta non colorati) che reggono tre cavi.
Il bosco termina e torniamo a camminare su sterrato.
Continuiamo con poca pendenza.

I segnavia indicano con un sentiero che si stacca alla destra: Sentiero delle Orobie a ore 0.30, Lago Val dei Frati a ore 1, Passo di Aviasco a ore 2.30 (m. 1625).
Alla destra per un tratto ci sono gli spuntoni di roccia che escono dal cemento a bordo strada.
Torniamo nel bosco.

Incontriamo l'indicazione del km. 4.
Ora alterniamo tratti al sole ad altri tra gli alberi.
Superiamo una curva a sinistra (m. 1630).
Su una parete di roccia alla sinistra una targa marmorea ricorda una persona scomparsa all'età di 35 anni.

Percorriamo un tornante sinistrorso molto ampio, incassato nel terreno circostante (m. 1645).
Quasi in piano superiamo un tornante destrorso, rinforzato da due muri che scendono ai lati, sotto al quale scorre un torrente. Un cartello segnala a sinistra un sentiero che conduce al Baitone del Cai di Sesto.
Proseguiamo con pochissima pendenza e con un muro di pietre alla sinistra.
Lasciamo a destra uno slargo con un baitello e percorriamo un'ampia curva verso sinistra (m. 1650).

Troviamo l'indicazione del km. 4.4.
Continuiamo praticamente in piano alternando tratti dentro e fuori dal bosco.
Un ruscello passa sotto alla strada.
Presso una semicurva verso sinistra vediamo il segnavia 210 a bandierina dipinto su di una roccia.
Alla sinistra ci sono due pali in cemento che sostengono un cavo.
Continuiamo con una semicurva verso destra e due curve sinistra-destra.

Usciamo dal bosco. La valle si apre. Alla destra scorre il Brembo oltre il quale, nascosto da un rialzo del terreno, c'è il Lago del Prato. In alto a sinistra vediamo due tavoli di legno con relative panche.
Superata una curva verso sinistra arriviamo ad un bivio (m. 1655). I segnavia indicano davanti con il percorso n. 210: Rifugio F.lli Calvi a ore 1.20; a sinistra con il n. 208: Baita Casera Val Sambuzza a ore 0.40, Carisole a ore 2, Foppolo a ore 3.30, Baita Armentarga a ore 0.40, Rifugio F.lli Calvi a ore 1.30; a sinistra con il n. 224: Rifugio F.lli Longo a ore 1.15, Passo di Cigola a ore 2.30, Passo di Venina a ore 2.40; dietro con il n. 210: Carona a ore 1. C'è anche una bacheca con una cartina della zona.
Prendiamo la strada che sale a sinistra. Il fondo inizialmente è in cemento.
Dopo una curva verso destra continuiamo quasi in piano su sterrato.
Alla sinistra, accanto a un grande masso, troviamo una croce e tre tavoloni con relative panche (m. 1675).
In salita arriviamo a un tornante sinistrorso all'esterno del quale si stacca un'altra stradina (m. 1680). I segnavia indicano, a sinistra seguendo il tornante: Rifugio Longo, Val Sambuzza; a destra: Baita Armentarga. Seguiamo il tornante verso sinistra, in leggera salita.
Percorriamo un tornante destrorso (m. 1690).
Con il fondo in cemento superiamo un tornante sinistrorso (m. 1695).
Continuiamo su sterrato tra prati e pochi alberi.
Percorriamo due curve destra-sinistra (m. 1715).

In salita percorriamo un tornante destrorso molto ampio al termine del quale dalla sinistra si immette il sentiero sotto descritto (m. 1735). I segnavia indicano, a sinistra con il percorso 208: Baita Casera Val Sambuzza a ore 0.25, Carisole a ore 1.45, Foppolo a ore 3.15; a destra con la sterrata 224: Rifugio F.lli Longo a ore 1, Passo di Cigola a ore 2.15, Passo di Venina a ore 2.30; dietro con la sterrata 208: Carona a ore 1.10, Rifugio F.lli Calvi a ore 1.30. Accanto ai segnavia c'è una piccola croce infissa in un masso.

Sentiero.
Lasciamo la strada e prendiamo il sentiero.
Subito percorriamo un tornante sinistrorso e continuiamo in leggera salita in un bosco di conifere.
Dopo due semicurve destra-sinistra, superiamo un ruscello camminando su di una passerella con tredici assi di legno. Passiamo sotto a un cavo (m. 1625).
Alcune radici affiorano dal terreno.
Presso un tornante destrorso aggiriamo un gruppo di tre alberi nati dallo stesso ceppo (m. 1640).
Continuiamo in salita.

Usciamo dal bosco (m. 1660).
Alla sinistra ci sono dei prati e, poco sopra, vediamo la Baita dei Dossi circondata da una staccionata.
Percorriamo un ampio tornante sinistrorso. Ora il sentiero è meno largo.
Attorniati dai prati, superiamo un tratto con maggiore pendenza.
Dopo una curva verso sinistra seguita da un tornante destrorso la pendenza diminuisce un poco (m. 1670).
In leggera salita passiamo a valle della Baita dei Dossi (m. 1675).
Poco dopo transitiamo sotto a un cavo (m. 1680).
Superiamo una semicurva verso sinistra; alla destra c'è il bosco.
Per un tratto ci sono alberi anche alla sinistra. Davanti cominciamo a vedere il Rifugio Baitone (m. 1685).
Al termine degli alberi, quasi in piano percorriamo una curva verso sinistra e transitiamo sotto a tre cavi.

Poco dopo, presso una curva verso destra, troviamo un cartello che indica, con un sentiero a sinistra: Foppolo a ore 3, dietro: Carona a ore 1; (a destra:) Rifugio Longo a ore 1.15. Lì accanto ci sono una panca intagliata nel legno e dell'acqua sorgiva che esce de un tubicino. Continuiamo verso destra e superiamo un ruscelletto che scorre sotto a quattro pietre (m. 1690).
Subito troviamo una palina con dei segnavia che indicano con il sentiero 208, dietro: Passo della Croce a ore 2.30, Foppolo a ore 3; davanti: Incrocio 224 per Rifugio Longo a ore 1, Lago del Prato a ore 1, Rifugio Calvi a ore 2.40.
Tra i massi alla sinistra, c'è una madonnina.
Passiamo sotto a un'insegna, incisa a fuoco su una tavola di legno, con la scritta: "LA ALL DEL SAS"
Continuiamo in salita con una mulattiera. Alla destra c'è una fila di pietre. Su di un masso alla sinistra vediamo il segnavia 208 a bandierina.

In leggera salita raggiungiamo il Rifugio Baitone Mario Baschieri del Cai di Sesto (m. 1704).
Ora il sentiero procede tra prati e radi alberi, marcato da bolli bianco-rossi. Presso una semicurva verso destra un rivolo lo attraversa scorrendo sotto a due pietre (m. 1710).
Quasi in piano percorriamo una curva verso sinistra.
Continuiamo con poca pendenza in un rado bosco di conifere. Un rivolo attraversa il sentiero (m. 1725).
Proseguiamo quasi in piano e lasciamo a sinistra una parete di roccia (m. 1735).

Raggiungiamo una palina con dei vecchi segnavia CAI che indicano, davanti: Rif. Longo a ore 0.50 (sent. 224), P.so Venina a ore 2.40 (sent. 254), P.so Cigola a ore 3.00 (sent. 253), Rif. Calvi (travers.) a ore 3.30 (sent. 246); dietro: Foppolo a ore 3.20 (sent. 208). Attraversiamo una stradina e continuiamo diritto con il sentiero.

Dopo alcuni passi in leggera discesa ci immettiamo sulla sterrata che sale dalla destra (m. 1735). Qui, accanto a una piccola croce infissa in un masso, i segnavia indicano, dietro con il percorso 208: Baita Casera Val Sambuzza a ore 0.25, Carisole a ore 1.45, Foppolo a ore 3.15; diritto con la sterrata 224: Rifugio F.lli Longo a ore 1, Passo di Cigola a ore 2.15, Passo di Venina a ore 2.30; a destra in discesa con la sterrata 208: Carona a ore 1.10, Rifugio F.lli Calvi a ore 1.30.

Prosecuzione comune
Continuiamo in leggera salita con la sterrata per il Rifugio Longo. Molto bello il panorama sulla vallata sottostante e sul Lago del Prato che ora distinguiamo nettamente.
Da questo punto percorreremo un lunghissimo traverso (più di due chilometri) a mezza costa lungo il fianco meridionale del Monte Masoni incontrando dieci cascate che scendono dalla montagna. La loro acqua, raccolta in grandi tubi, passa sotto alla sterrata e continuando a scendere va ad alimentare il torrente che scorre sul fondovalle.

Superiamo alcune semicurve: dx-sx-dx-sx (m. 1760). Alla sinistra di tanto in tanto troviamo un masso. Alla destra, oltre il fondo valle, vediamo la strada che prosegue verso il Rifugio Calvi.
Cominciamo anche a vedere il Lago della Cava situato in basso, più avanti.
Tra due curve vicine, sinistra-destra, troviamo la prima cascata (m. 1770).
Lasciamo a sinistra un grande masso (m. 1780).
Proseguiamo in salita. Una freccia dipinta in bianco su di una roccetta indica Carona nella direzione opposta (m. 1790).
Dopo un tratto con poca pendenza riprendiamo a salire.
In leggera salita raggiungiamo la seconda cascata (m. 1810).
Percorriamo due semicurve sinistra-destra mentre un ruscello attraversa passando sotto alla strada (m. 1820).
Poco dopo superiamo altre due semicurve sinistra-destra e passiamo accanto alla terza cascata (m. 1825).

Proseguiamo con il fondo in cemento nel quale sono state incastrate alcune pietre lisce e troviamo, di tanto in tanto, una canalina di traverso per lo scolo dell'acqua.
Su di una roccetta vediamo il segnavia 224 a bandierina (m. 1830).
Presso due semicurve sinistra-destra troviamo la quarta cascata. Alla sinistra c'è un muretto in cemento come protezione (m. 1840).
Subito dopo troviamo la quinta cascata. Anche qui c'è un muretto alla sinistra.

Continuiamo su sterrato. Riprendiamo a salire (m. 1845).
Una freccia bianca dipinta su di una roccetta indica il Rifugio Longo nella nostra direzione di marcia.
Vediamo un bollo rotondo, bianco al centro e rosso all'esterno (m. 1860).
In questo punto, in basso a destra, c'è il Lago della Cava.

Superata una piccola curva cominciamo a vedere, ancora in lontananza, il bianco edificio del Rifugio Longo sormontato dal Monte Aga (m. 1880).
Continuiamo con poca pendenza (m. 1910).

Lasciamo a sinistra il sentiero che sale al Passo di Venina indicato dal segnavia 254 a bandierina (m. 1925).
Su di una roccetta alla sinistra vediamo il segnavia 224 a bandierina (m. 1930).
Superiamo due semicurve destra-sinistra (m. 1940).
Poco dopo ne superiamo altre due mentre dalla sinistra scende la sesta cascata (m. 1945).
Subito dopo, da alcuni massi alla sinistra scola dell'acqua.
Percorriamo altre due semicurve sinistra-destra (m. 1950).
Un ruscelletto attraversa la sterrata scorrendo in un canalino di cemento. Alla sinistra c'è un muretto di pietre (m. 1960).

Alla destra troviamo un piccolo tumulo di pietre con la foto di una persona scomparsa.
Poco dopo, superato un casello dell'acquedotto, a lato della settima cascata troviamo anche una croce e un'altra foto in memoria della stessa persona (m. 1970).
Continuiamo in salita.
Vediamo il segnavia 224 a bandierina (m. 1975).
Ora la sterrata inizia una lunga curva verso destra (m. 1990) percorrendo la quale passiamo accanto alle ultime tre cascate.
Al termine della curva sulla destra troviamo il rifugio (m. 2026).

Tempo impiegato: ore 2.40 - Dislivello m. 806
Data escursione: maggio 2019 
 
Secondo Itinerario - Strada dell'Enel n. 210 + Sentieri 208 e 258 (EE)
Come descritto nel primo itinerario, con la sterrata arriviamo fino al bivio del Lago del Prato (m. 1655) ma, anziché girare a sinistra proseguiamo diritto e con un ponte attraversiamo il Brembo.
Percorriamo poi una curva a destra all'interno della quale vediamo una malga.
Alla sinistra si stacca il sentiero 208 che dobbiamo percorrere. I segnavia indicano il Rifugio Calvi a ore 1.30 sia con il sentiero che con la carrareccia.

Lasciamo dunque la sterrata e ci incamminiamo tra l'erba alla destra del Brembo.
Passiamo tra radi alberi e poi entriamo in un bosco. Alla sinistra vediamo la sterrata che si dirige verso il Rifugio Longo. Il sentiero è in ombra, fresco, consigliabile nel periodo estivo.
Più avanti, in basso alla sinistra, vediamo una pozza (m. 1705).
Superiamo alcuni brevi saliscendi, un tratto in salita e un altro con poca pendenza.
Poi giriamo a destra; qui il sentiero è incassato nel terreno circostante (m. 1730).
Alterniamo tratti quasi in piano ad altri in salita con maggiore e minore pendenza e raggiungiamo uno slargo dove vediamo dei bolli (m. 1755).
Proseguiamo a mezza costa alternando tratti quasi in piano e in leggera salita.

In basso a sinistra vediamo il Lago della Cava.
Quasi in piano attraversiamo un ruscelletto. Il sentiero ora è rinforzato alla sinistra è c'è anche una breve protezione. Da qui si gode di una bella vista dall'alto sulle acque smeraldine del piccolo lago (m. 1755).
Proseguiamo alternando ancora tratti in leggera salita e quasi piano, poi saliamo tra radi alberi (m. 1770).
Continuiamo in piano. In basso, vediamo una stradina sterrata che ci segue parallela sulla sponda opposta del Brembo.
Percorriamo pochi passi in salita e passiamo accanto ad una roccia con il segnavia 208 e due frecce con le scritte "Calvi-Carona" nelle due direzioni.
Camminiamo quasi in piano e attraversiamo un rivolo. Dopo un breve giù e su continuiamo ancora in piano. Alla sinistra vediamo un rudere (m. 1780).
Ancora due passi giù e su. Superiamo un ruscello.

Su una pietra vediamo due frecce puntate verso destra e dietro. Poco dopo troviamo dei segnavia che indicano a destra con il sentiero 208: Rifugio Calvi a ore 1.15; davanti con il sentiero 258: Rifugio Longo a ore 1; dietro: Lago del Prato a ore 0.45. Sul cemento di una passerella una scritta indica diritto il Rifugio Armentarga.
Ora camminiamo in piano. Alla sinistra c'è una presa d'acqua e delle protezioni verso il torrente.
Poco dopo cominciamo a vedere il Rifugio Baita Armentarga.
Raggiungiamo una chiusa e con un ponticello traballante gettato su una profonda forra passiamo alla sinistra del torrente.
Ancora pochi passi e arriviamo alla Baita Armentarga (m. 1780).

Lasciato il rifugio alla destra, in leggera discesa e con una curva a U ci immettiamo sulla stradina sterrata che retrocede sulla sponda opposta del Brembo.
Su una pietra leggiamo l'indicazione per il Rifugio Longo.
Ignoriamo un primo sentiero che sale ripidamente a destra e ci incamminiamo sulla sterrata.
Dopo un centinaio di metri troviamo un altro sentiero sulla destra (m. 1770). Qui i segnavia indicano il sentiero 258 per il Rifugio Longo.
Lasciamo pertanto la sterrata e prendiamo questo sentiero in salita tra alberi di conifere.
Raggiungiamo un manufatto in cemento e un grosso tubo nero; è la stessa presa d'acqua che avevamo già visto sulla sponda opposta (m. 1780).
Proseguiamo in piano, a mezza costa tra radi alberi. In basso a sinistra vediamo la sterrata.

Iniziamo ora ad aggirare il monte, percorrendo un lungo tratto esposto ma assicurato con dei cavi, sfruttando una cengia in parte scavata nella roccia.
Camminiamo su di una passerella di legno in un punto in cui manca il sentiero, accompagnati alla destra dal primo cavo passamano.
Poco più avanti troviamo un'altra passerella; qui il cavo ci accompagna per un tratto più lungo.
Subito dopo superiamo un rivolo; accanto c'è il terzo cavo lungo solo un metro (m. 1790).
Dopo pochi passi in leggera salita, proseguiamo quasi in piano. Alla destra c'è un manufatto in cemento con due aperture semicircolari.
Subito dopo assicurati dalla quarta corda percorriamo un tratto dapprima in leggera salita e poi in piano.
Aggiriamo una roccia sulla sinistra. Qui, inizialmente troviamo solo gli anelli che reggevano il cavo, il quale ora inizia poco più avanti.
Nella roccia c'è uno sportello metallico dietro il quale sentiamo scorrere dell'acqua. In basso a sinistra vediamo il Lago della Cava.

Quasi in piano passiamo sotto una roccia che si protende sul sentiero accompagnati dal sesto cavo.
Assecondiamo un ansa della montagna e ci abbassiamo di qualche metro; qui c'è il cavo numero sette (m. 1785).
Proseguiamo poi in leggera salita accompagnati da altri due cavi, uno corto e l'altro lungo. Quasi in piano superiamo un rivolo.
Giriamo a destra e in alto cominciamo a vedere la strada sterrata che dal bivio prima del Lago del Prato si dirige verso il Rifugio Longo.
Pochi passi in discesa seguiti da altrettanti in salita accompagnati dal decimo e ultimo cavo e il tratto esposto è terminato.

Risaliremo ora la valle del M. Sasso.
Dopo un breve tratto in salita ne percorriamo uno lungo quasi in piano (m. 1795).
Poi riprendiamo a salire tra arbusti e qualche albero. Su di una pietra leggiamo l'indicazione "Longo-Calvi" nelle due direzioni (m. 1810).
Più in basso alla sinistra scorre il torrente emissario del Lago del Diavolo. Davanti cominciamo a vedere in lontananza, il bianco edificio del Rifugio Longo.
Un rivolo bagna il sentiero. Attorno ci sono erba, cespugli, radi larici e pietre (m. 1840).
Proseguiamo quasi in piano. Troviamo una prima palina dipinta nella parte alta di rosso e bianco (m. 1860).
Ora camminiamo in leggera discesa tra erba e pietre e troviamo una seconda palina identica alla precedente.

Notiamo che il ponticello con il quale dovevamo attraversare il torrente è crollato. Non ci resta che cercare lungo la sponda del torrente il punto migliore per guadarlo.
Un centinaio di metri a valle del punto in cui c'era il ponte la cosa ci sembra fattibile. Ci togliamo scarponi e calze e con cautela passiamo sulla sponda sinistra.
Seguiamo la sponda e senza sentiero, che è sull'altro lato, superiamo uno dopo l'altro altri tre torrenti che scendono dalla sinistra.
Arriviamo al punto dove era collocato il ponte e ritroviamo il sentiero. Una freccia su una pietra indica a sinistra verso l'alto (m. 1880).

Iniziamo a salire a zig-zag una ripidissima rampa.
Per un attimo la pendenza diminuisce (m. 1905) ma poi riprende ancora ripida.
Raggiungiamo un'altra traccia di sentiero. Una doppia freccia indica verso destra e dietro.
Andiamo pertanto a destra dapprima in leggera salita e poi quasi in piano (m. 1935).
Proseguiamo poi in salita lasciando alla sinistra un rudere. In basso alla destra sentiamo ruggire il torrente.
Dopo pochi passi in piano superiamo delle ripide roccette (m. 1960).
Poi continuiamo in salita tra i rododendri su di un piccolo contrafforte tra un valloncello erboso alla sinistra e la gola alla destra in fondo alla quale scorre il torrente. Un segnale indica il pericolo di piene improvvise (m. 1985).
Poi pieghiamo a sinistra in direzione del rifugio (m. 2000).
Infine, agevolati da qualche piccolo gradino di legno, lo raggiungiamo.

Tempo impiegato: ore 3.15 - Dislivello m. 806 - Difficoltà: Escursionisti Esperti
Data escursione: ottobre 2011

ESCURSIONI PARTENDO DAL RIFUGIO:
  • al Lago del Diavolo (m. 2142) in ore 0.20
  • al Rifugio Calvi (m. 2015) in ore 2.30 (sentiero 246)
  • al Rifugio Baroni al Brunone (m. 2295) in ore 5 (sentieri 248 e 101)
  • al Bivacco Frattini (m. 2125) in ore 2.30
  • al Rifugio Caprari (m. 2118) in ore 2.30
  • al Passo Cigola (m. 2486) in ore 2 (sentiero 253)
  • al Passo Venina (m. 2442) in ore 2 (sentiero 254)
  • al Monte Aga (m. 2720) in ore 2.30
  • al Pizzo Cigola (m. 2632)
  • al Monte Masoni (m. 2663) in ore 2
  • al Pizzo del Diavolo di Tenda (m. 2916) in ore 2.30


Dati del Rifugio Longo

Altezza:
m. 2026
Gruppo:
Orobie
Ubicazione:
Valle del Sasso
Comune:
Carona - BG
Carta Kompass:
104 B3
Coordinate Geo:
46°02'23.50"N
9°51'42.90"E
Gestore:
Andrea Berera
Telefono gestore:
349 5692939
Telefono rifugio:
0345 77070
Posti letto:
30
Apertura:
estiva weekend
maggio-ottobre
Pagina aggiornata
il: 08/12/2021
Il Rifugio Longo La Cascata della Val Sambuzza La Baita Birone La sterrata nel bosco La Baita della Prida Con il sentiero passiamo dal Baitone del CAI Sesto Vista sul Lago del Piano Una delle cascate durante il lungo traverso finale del percorso 224 Una delle cascate durante il lungo traverso finale del percorso 224 Arrivo al rifugio con il 224 Il Monte Masoni Il Lago della Cava Inizio del tratto esposto (sentiero 258) Il torrente emissario del Lago del Diavolo Il Monte Aga Il Lago del Diavolo

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