Rifugio Marinelli Bombardieri

Il Rifugio Marinelli Bombardieri è situato su un grande spallone roccioso affacciato sull'alto Vallone di Scerscen nel gruppo del Bernina.
Venne inaugurato nel 1880 con il nome di Scescen e in seguito dedicato a Marinelli e Bombardieri.
E' il più grande e importante rifugio del versante italiano del Bernina (m. 4049), ottima base di appoggio per tutte le ascensioni alle vette della zona.

Il panorama è immenso: da ovest a est si vedono: Sassa d'Entova (m. 3329), Pizzo Malenco (m. 3438), Pizzo Tremoggia (m. 3441), Pizzo Glüschaint (m. 3594), La Sella (m. 3584), I Gemelli (m. 3500-3497), Pizzo Sella (m. 3511), Pizzo Roseg (m. 3920), Pizzo Scerscen (m. 3971), Pizzo Bernina (m. 4049), Pizzo d'Argient (m. 3945), Pizzo Zupò (m. 3995).

Primo Itinerario: da Campo Moro
A Sondrio prendiamo la provinciale 15 con la quale risaliamo la Val Malenco. Al km. 13.5 deviamo a destra. Superate Lanzada e Franscia, proseguiamo con sei chilometri di tornanti fino a Campo Moro (m. 1990).

Parcheggiamo la macchina nel piazzale sotto al Rifugio Zoia e ci incamminiamo in leggera discesa verso la diga del primo lago, quello di Campo Moro.
Lasciamo a destra una casa tra gli alberi e, superata una stanga che chiude l'accesso ai veicoli, camminiamo sul muraglione della diga fino alla casa del custode (m. 1975).
Seguendo una freccia che indica la direzione per i rifugi, prendiamo poi una sterrata che con tre tornanti scende verso sinistra.
Giunti ai piedi della diga, vi troviamo uno slargo. Una palina segnavia reca le seguenti indicazioni: m. 1934;
- a sinistra con la sterrata: Foppa a ore 0.20, Alpe Musella a ore 1, Franscia a ore 1;
- diritto con un sentiero: Rifugio Carate a ore 1.50, Rifugio Marinelli a ore 2.50, Rifugio Marco e Rosa EEA a ore 6.30.
Possiamo prendere entrambe le direzioni; con il sentiero il percorso è un po' più breve, con la sterrata passeremo anche dall'Alpe Musella dove ci sono i due Rifugi Mitta e Musella. In seguito i due percorsi si uniscono. Possiamo quindi fare un giro ad anello utilizzandone uno all'andata e l'altro al ritorno.
Proseguiamo con il sentiero (nella pagina del Rifugio Carate trovi la descrizione dell'altro itinerario).

Percorriamo un tratto con poca pendenza tra radi alberi, superiamo un rivolo, e iniziamo a salire in modo abbastanza ripido. A sinistra dei paletti verdi con due funi di acciaio fanno da protezione a valle.
Poi, in piano, passiamo accanto ad una grande roccia (m. 1975).
Torniamo a salire ripidamente e troviamo ancora le protezioni a valle. Alcuni gradini e una fune passamano fissata alla roccia agevolano la salita.
Superato questo tratto, troviamo un ruscelletto che scende dalla montagna e attraversa il cammino.
Passiamo sotto una grande roccia obliqua (m. 2010).
Alle nostre spalle possiamo vedere la diga e il lago di Campo Moro mentre a sinistra si erge la imponente piramide del Pizzo Scalino.
Procediamo con alcuni zig-zag passando tra larici e pini.
Percorriamo un altro tratto protetto con dei paletti che reggono due funi, salendo dei gradini di roccia (m. 2045).
Il sentiero diventa ripido. Saliamo a zig-zag con alcuni corti tornanti. Poi la pendenza diminuisce un poco.
Una piccola scorciatoia sulla sinistra consente di risparmiare pochi metri (m. 2080).
Saliamo a zig-zag ripidamente. Alla destra c'è una grande roccia. Il sentiero si divide e subito torna ad unirsi (m. 2130).
Poi la salita diventa più dolce. Passiamo fra vari cespugli di rododendro la cui fioritura, a inizio estate, dona un bellissimo tocco di colore.

Percorriamo ora un lungo tratto, alternando piano e leggera salita, allontanandoci dalla parete rocciosa alla nostra destra (m. 2160).
Un rivolo attraversa il sentiero (m. 2170).
Proseguiamo con lievi saliscendi. Il sentiero ancora si sdoppia ma solo per un breve tratto.
Più avanti, sotto di noi a sinistra vediamo l'Alpe Musella mentre di fronte lassù, alla Bocchetta delle Forbici, è già possibile vedere l'ancora lontanissimo Rifugio Carate (m. 2195).
Scendiamo e risaliamo per guadare un torrente. Alcune pietre che affiorano dall'acqua consentono di non bagnarci gli scarponi (m. 2190).
Dopo un tratto in piano proseguiamo in leggera salita e poi, con un breve giù e su superiamo il letto di un torrente in secca.
Il sentiero torna a dividersi e a riunirsi (m. 2215). In alto vediamo una roccia forata che forma un arco.
Passiamo accanto ad un cartello illeggibile appeso ad un larice.

Quasi in piano arriviamo ad un bivio (m. 2240) Qui si innesta il sentiero che sale dall'Alpe Musella e si unisce al nostro. I segnavia indicano diritto: Rifugio Carate a ore 1, Rifugio Marinelli a ore 2, Rifugio Marco e Rosa; a sinistra: Alpe Musella a ore 0.20, Campo Moro a ore 1.30, Campo Franscia a ore 2.
Da questo punto incontreremo i segnavia (triangoli gialli) dell' Alta Via n. 5.
Il sentiero da qui al Rifugio Carate è detto dei "sette sospiri"; supereremo infatti in successione alcuni dossi morenici formati nel corso dell'ultima glaciazione, alternati con tratti in piano durante i quali vedremo apparire e scomparire il Rifugio Carate, ogni volta più vicino.

Superata una curva ecco che, per breve tempo, vediamo il rifugio.
Risaliamo un piccolo dosso e continuiamo quasi in piano.
Il sentiero si divide, riprendiamo a salire, e poi torna ad unirsi.
Più avanti si divide un'altra volta, (m. 2270). Andiamo a sinistra, superiamo una vallecola in leggera salita e arriviamo ad un guado dove ritroviamo l'altro ramo (m. 2290).
Superato un altro ruscello (m. 2310), saliamo abbastanza ripidamente a zig-zag tra cespugli di rododendro. Una scritta gialla su una roccia indica l'Alta Via n. 5 (m. 2325).

Il sentiero ancora si divide ma solo per un breve tratto.
Dopo una curva a destra torniamo a vedere il Rifugio Carate (m. 2355).
Continuiamo in leggera salita tra delle grosse pietre. Alla destra c'è una pozza (m. 2360). Poco dopo il rifugio scompare alla vista.
Riprendiamo a salire con un lungo traverso inizialmente con poca pendenza e poi in salita e, anche questa volta, dopo una curva a destra, torniamo a vederlo (m. 2400).
Passiamo accanto ad una struttura in legno, quanto rimane di una vecchia teleferica, e continuiamo, quasi in piano, attorniati da grandi pietre.
Un rivolo attraversa il cammino. Riprendiamo a salire con alcuni tornanti mentre il rifugio scompare alla vista.

Eccolo nuovamente ma solo per un attimo (m. 2430).
Successivamente il Rifugio Carate torna a farsi vedere (m. 2445). Terminato un ripido tratto, continuiamo con poca pendenza.
Il rifugio scompare nuovamente (m. 2465).
Troviamo ancora i triangoli gialli dell'Alta Via n. 5 oltre alle bandierine di colore rosso bianco rosso.
Poi la pendenza aumenta. Il sentiero si divide in varie tracce che successivamente tornano ad unirsi.
Al termine di questa salita torniamo a vedere il Rifugio Carate (m. 2565).
Dopo un tratto in leggera salita, la pendenza aumenta. Vediamo ancora i segnavia dell'Alta Via n. 5. Poi il rifugio scompare.
Superiamo dei tornanti tagliati da una scorciatoia.
Più avanti torniamo a vederlo (m. 2620).
Presso un tornante sinistrorso su una grande pietra vediamo l'indicazione verso destra per il Rifugio Bignami.
Il Rifugio Carate è ora di fronte a noi e poco dopo lo raggiungiamo (m. 2636).

Una palina con vari segnavia indica davanti: Monumento degli Alpini a ore 0.30, Rifugio Marinelli a ore 1.15, Cimitero degli Alpini a ore 1; a destra: Bocchetta di Fellaria a ore 1, Rifugio Bignami a ore 2; a sinistra: Monte delle Forbici a ore 1.
Dopo una breve sosta riprendiamo il cammino. Utilizzando uno dei sentieri che si intersecano saliamo alla Bocchetta delle Forbici (m. 2660).
Il panorama cambia completamente: improvvisamente siamo nel mondo dell’alta montagna, ove dominano incontrastate alte vette con i loro ghiacciai e laghetti glaciali.
Già possiamo ammirare da sinistra a destra: Pizzo Glüschaint (m. 3594), La Sella (m. 3584), I Gemelli (m. 3500-3497), Pizzo Sella (m. 3511), Pizzo Roseg (m. 3920), Pizzo Scerscen (m. 3971). A destra segue il Pizzo Bernina (m. 4049), che però da questo punto non è ancora visibile.

Alla bocchetta, sulla sinistra, troviamo una cappellina. Una palina reca vari segnavia che indicano davanti con il sentiero 344: Cimitero degli Alpini a ore 1, Alpe Musella a ore 2.40, Rifugio Longoni a ore 5; davanti con il sentiero 301-305: Rifugio Marinelli Bombardieri a ore 1.10, Rifugio Marco e Rosa a ore 4 EEA; a destra: Monumento agli Alpini a ore 0.30; dietro con il sentiero 301-305: Rifugio Carate, Alpe Musella a ore 1, Campo Moro a ore 1.30.
Lasciamo a sinistra i bolli che indicano la traccia che scende al Laghetto delle Forbici nelle cui acque si specchiano le cime circostanti. In basso vediamo il vallone dello Scerscen sul cui fondo scorre l'omonimo torrente.

Alterniamo alcuni tratti in piano ad altri in leggera discesa camminando a volte su sentiero e altre su delle pietre.
Alla sinistra vediamo un palo giallo-rosso divelto.
Fiancheggiamo alcuni precipizi senza problema alcuno essendo il percorso abbastanza ampio.
Passiamo, quasi in piano, alla sinistra di una parete rocciosa (m. 2600).
Di tanto in tanto vediamo un'alta palina bianco-rossa che indica il percorso in caso di neve abbondante.
Proseguiamo tra massi, sempre alternando piano e leggera discesa, e finalmente, dopo una curva, cominciamo a vedere in alto la Marinelli, ancora lontana.
Una scritta gialla su un masso segnala l'Alta Via. Seguendo i bolli, con pochi passi ci abbassiamo in un valloncello e torniamo a salire circondati da sfasciumi (m. 2620).
Proseguiamo alternando tratti in leggera discesa ad altri in piano. Alla destra si stacca il sentiero 305 che conduce al Monumento degli Alpini in ore 0.25 e ritorna al Rifugio Carate in ore 0.45.
Continuando in leggera discesa lasciamo a sinistra i resti di un elicottero. Alla destra invece c'è un lago.
Ancora pochi passi in discesa a raggiungiamo una passerella in legno; alla sinistra c'è una pozza e alla destra il lago.
Poco dopo, con un'altra passerella in legno, attraversiamo un impetuoso torrente.
Camminiamo alla destra di un altro torrente e poi con un'altra passerella lo attraversiamo. Siamo ai piedi della Vedretta di Caspoggio; la discesa è terminata (m. 2604).

Riprendiamo a salire inizialmente con poca pendenza tra pietre e sfasciumi. Poi la salita diventa abbastanza ripida (m. 2680).
In basso a destra c'è un laghetto, più avanti ne vedremo un altro più piccolo.
Saliamo con vari tornanti. Su di un masso vediamo l'indicazione verso destra per il Rifugio Bignami.
Già in vista del Rifugio Marinelli arriviamo ad un bivio (m. 2740). Un segnavia indica davanti: Rifugio Marinelli a ore 0.20, Rifugio Marco e Rosa EEA; a destra: Bocchetta di Caspoggio a ore 0.50 EEA, Rifugio Bignami a ore 2.30, Campo Moro a ore 3.50; dietro: Rifugio Carate a ore 0.50, Alpe Musella a ore 1.30, Campo Moro a ore 2.50.
Dopo pochi passi quasi in piano riprendiamo a salire. Su di un masso vediamo un'altra indicazione per il Rifugio Bignami.
Lasciamo a destra una zona con delle prese d'acqua di servizio al Rifugio Marinelli e con un ultimo tratto in salita lo raggiungiamo.

Tempo impiegato: ore 3.40 - Dislivello: m. 935-112; in dettaglio:
- dal parcheggio (m. 1990) fin sotto la diga (m. 1934): m. 56 in discesa
- da qui alla Bocchetta delle Forbici (m. 2660): m. 726 in salita
- da qui al lago prima dell'ultima salita (m. 2604): m. 56 in discesa
- da qui alla Marinelli (m. 2813): m. 209 in salita.
Data escursione: agosto 2011

Secondo Itinerario: da Campo Franscia
In questo caso arriviamo solo fino a Campo Franscia.
Lasciata la strada che prosegue con quattro chilometri di ripidi tornanti verso Campo Moro, giriamo subito, alla sinistra del primo albergo, e continuiamo con una strada asfaltata in leggera salita.
Oltrepassato l'abitato troviamo uno spiazzo dove è opportuno parcheggiare (m. 1560).

Ci incamminiamo lungo una sterrata in salita e con alcuni tornanti arriviamo ad un trivio. Lasciati gli altri due percorsi che vanno verso una cava, andiamo a destra.
Un cartello segnala la Cima Sassa a ore 2, Ponte a ore 2.30 e l'ex Rifugio Scerscen a ore 1. In realtà per arrivare allo Scerscen (chiuso come rifugio essendo da alcuni anni diventato una casa privata), basta mezz'ora o poco più.
Poco più avanti troviamo anche una freccia gialla che indica il Palù e un cartello (nel punto in cui parte il sentiero vero e proprio) che segnala il Dosso dei Vetti.

Superiamo una fontana e le baite della località Piode.
Trascuriamo una deviazione sulla sinistra, accanto ad un crocefisso, che conduce a Ciudè e alla Cima Sassa.
Contorniamo alcuni grandi rocce e poi passiamo tra radi larici ignorando un altro sentiero sulla destra che porta ad Orsera.
Il sentiero diventa più ripido. In alcuni punti l'acqua che scende dalla parete rocciosa, durante l'inverno, forma del ghiaccio che rende difficoltoso il cammino. Di recente sono state scavate delle canaline che dovrebbero far scorrere l'acqua e risolvere parzialmente il problema.
Alla nostra destra possiamo ammirare l'imponente piramide del Pizzo Scalino mentre di fronte, in alto, vediamo le prime case dell'altipiano di Campo Moro.
Raggiunto un tornante, troviamo un segnavia che indica il sentiero che scende alle baite di Fontane. Noi invece proseguiamo e raggiungiamo la località Dosso dei Vetti e l'ex Rifugio Scerscen (m. 1813).

Un cartello indica l'Alpe Musella a ore 0.40.
Passiamo accanto ad una costruzione dell'acquedotto e attraversiamo un ruscello su di un ponte di tronchi.
Arriviamo ad un bivio; i segnavia indicano a sinistra il Rifugio Motta (m. 2236) e diritto l'Alpe Musella.
Ci incamminiamo da quest'ultima parte, quasi in piano, addentrandoci in uno splendido bosco.
Superiamo un paio di ruscelli, il secondo dei quali usufruendo di un ponticello di legno posto a monte del percorso.
Proseguiamo in discesa e poi in piano ed arriviamo ai margini dell' Alpe Campascio (m. 1844).

Lasciamo il percorso principale e prendiamo un sentierino sulla destra che conduce ad un ponte (che da questo punto non è visibile), con il quale attraversiamo il torrente verso destra.
Passiamo tra alcuni massi e poi percorriamo tutto il pianoro nel quale il torrente si allarga (in caso di piogge recenti) in mille rivoli. Alcuni ponticelli, formati da tronchi, consentono di procedere agevolmente.
Giunti al termine dell'alpe, prendiamo un sentiero che parte accanto ad una baita. Saliamo ripidamente, dapprima nel bosco e poi allo scoperto. Infine, superato un gruppo di larici, raggiungiamo una casa oltre la quale inizia l'Alpe Musella.

Passiamo tra i Rifugi Musella e Mitta e raggiungiamo una palina con vari segnavia: Alpe Musella (m. 2021);
- diritto (sent. 301-305): Rifugio Carate a ore 1.30, Rifugio Marinelli a ore 2.30;
- a sinistra (sent. 305 var): Val di Scerscen, Forcella Entova a ore 4, Rifugio Marinelli a ore 4.40;
- a destra (sent. 343/1): Foppa a ore 0.35, Campo Moro a ore 0.50, Franscia a ore 1.30;
- dietro (sent. 301-305): Alpe Campascio a ore 0.20, Franscia a ore 1.30, Lago Palù a ore 1.50.

Andiamo diritto e con due ponticelli in legno attraversiamo un rivolo ed un torrente.
Ignoriamo, sulla sinistra, un altro rudimentale ponticello fatto con sei tronchi e prendiamo un sentiero in leggera salita tra i prati.
Lasciato a destra un traliccio dell'alta tensione, continuiamo tra l'erba, in salita, su di un sentiero ora meno evidente.
Troviamo altri segnavia che indicano il Rifugio Carate a ore 1.20 e il Rifugio Marinelli a ore 2.20. Sulla destra c'è un gruppo di baite, alcune ben ristrutturate (m. 2080).

Ci accostiamo ad un torrente e poi lo guadiamo verso sinistra.
Dopo un tratto in salita la pendenza diminuisce. Il sentiero si divide in varie tracce.
Riprendiamo a salire a zig-zag tra radi larici.
Guadiamo un torrente (m. 2175) e poi un altro (m. 2190).
Dopo un tratto con poca pendenza, torniamo a salire.
Raggiungiamo il bivio dove incontriamo il sentiero descritto nel primo itinerario che proviene da destra (m. 2240) con il quale continuiamo fino alla meta. 

Tempo impiegato: ore 4.15 - Dislivello: m. 1299 -46
Data escursione: luglio 2004

ESCURSIONI PARTENDO DAL RIFUGIO:
  • al Rifugio Marco e Rosa (m. 3599) in ore 3.30
  • al Rifugio Bignami (m. 2385) in ore 3
  • all' ex Rifugio Entova-Scerscen (m. 2957) in ore 3
  • alla Chamanna Coaz (m. 2610) in ore 5
  • al Bivacco Parravicini (m. 3183) in ore 2
  • al Bivacco Pansera (m. 3546) in ore 2
  • alla Punta Marinelli (m. 3182) in ore 1
Dati del Rifugio Marinelli Bombardieri

Altezza:
m. 2813
Gruppo:
Valtellina
Ubicazione:
Val di Scerscen
Comune:
Lanzada - SO
Carta Kompass:
93 B4
Coordinate Geo:
46°20'40.50"N
9°54'19.20"E
Gestore:
Giuseppe
Della Rodolfa
Telefono gestore:
0342 452833
Telefono rifugio:
0342 511577
347 5200146
Posti letto:
210
Apertura:
30/6 - 30/9
Nei periodi di
inizio e fine
stagione verifica
l'apertura
telefonando
al rifugio.
Pagina aggiornata
il: 22/09/2017
Il Rifugio Marinelli Bombardieri Panorama lungo il sentiero Laghetto delle Forbici Nel Laghetto delle Forbici si specchiano le cime Laghetto sotto alla Marinelli Ghiacciaio Cappella nel piazzale del rifugio

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