Il Rifugio Bietti sorge al centro dell'ampio anfiteatro del Releccio, sul versante Occidentale della Grigna Settentrionale.
Il rifugio venne costruito nel 1886 e gli fu dato il nome di Capanna Releccio. In seguito fu rimodernato e ampliato varie volte e l'ultima ristrutturazione risale al 2009.
Dall'estate 2012 a disposizione dell'escursionista c'è anche un bivacco invernale.
Primo itinerario: dal parcheggio sopra il Cainallo (sentiero 24)
Lasciamo la statale 36 al km. 57.5 per prendere la provinciale 72 che segue il Lago di Lecco.
Al km. 72.5 una deviazione a sinistra ci conduce nel centro di Varenna.
Verso il termine dell'abitato prendiamo a destra la tortuosa provinciale 65 del Passo di Agueglio. Dopo undici chilometri attraversiamo Esino.
Più avanti prendiamo sulla destra la deviazione per il Rifugio Cainallo.
Qua giunti, alla sinistra, accanto al cancello del rifugio, troviamo la macchinetta che rilascia il ticket per il parcheggio da esporre sul cruscotto. Il costo è di quattro euro giornalieri.
Dal Rifugio Cainallo proseguiamo in auto per circa due chilometri. Solo l'ultimo tratto è sterrato. Arrivati in fondo alla Val di Cino, dove la strada termina, lasciamo la macchina nel vasto parcheggio (m. 1420).
Ci avviamo verso la vicina cresta spartiacque ma, prima di raggiungerla, prendiamo il sentiero sulla
destra. I segnavia indicano: Bogani-Brioschi n. 25; Bietti-Brioschi n. 24; Monte Croce n. 23. Altri
cartelli segnalano i Rifugi Bietti e Bogani entrambi a ore 1.30 e informano se sono chiusi o aperti.
In salita nella faggeta, arriviamo ad una curva a sinistra dove il sentiero si divide in tre tracce (m. 1455): la prima ha il fondo roccioso e dei
gradini realizzati con piccoli tronchi di legno; la seconda ha il fondo di roccia e non ha gradini; il fondo della terza invece è un misto di roccia e sterrato.
Poco più avanti lasciamo a destra il sentiero n. 23 per il Monte Croce e il Bivacco Baitello dell'Amicizia.
Riunitesi le tre tracce, raggiungiamo una santella con una madonna (m. 1470).
Giriamo a destra e con due tratti quasi in piano, intervallati da una lieve discesa, iniziamo a contornare il fianco del Grumellone avendo alla nostra
sinistra la profonda voragine che scende ripida nella Valle dei Mulini. Il sentiero è ampio ma è comunque opportuno non distrarsi, specialmente in caso di neve.
Saliamo agevolati da tre gradini di legno e raggiungiamo un passaggio tra le rocce (m. 1485).
Dopo due passi in leggera discesa proseguiamo quasi in piano.
Troviamo un tronchetto sistemato a guisa di gradino e poi in salita passiamo tra altre due rocce (m. 1490).
Proseguiamo quasi in piano con lievi saliscendi. Ora alla sinistra ci sono meno alberi.
Poi torniamo nel bosco e alterniamo tratti in piano ad altri con poca pendenza, a volte camminando sopra delle radici affioranti.
Percorriamo una breve salita su fondo roccioso e, agevolati da cinque tronchetti che fanno da gradino, raggiungiamo un altro passaggio tra le rocce (m. 1520).
Dopo pochi passi in leggera discesa, proseguiamo in leggera salita su pietrisco.
Con alcuni gradini di legno e di pietra, riprendiamo a salire su fondo roccioso.
Poi, nuovamente su pietrisco, proseguiamo con poca pendenza. Alla sinistra, in questo punto ci sono pochi alberi e possiamo vedere la sottostante vallata.
Troviamo altri gradini, prima di legno e poi di pietra, con i quali saliamo su fondo roccioso.
Quasi in piano su pietrisco, giriamo a sinistra assecondando un ansa della montagna. Il sentiero è rinforzato a valle da un tronco collocato a terra in orizzontale.
Poi camminiamo su di una passerella che, nell'ultima parte, è coperta da cemento (m. 1535).
Subito giriamo a destra e proseguiamo con lievi saliscendi. Il sentiero, sul lato a valle, è rinforzato con dei tronchi.
Saliamo altri gradini di legno.
Proseguiamo con pochissima pendenza. In basso a sinistra vediamo Cortenova (m. 1550).
Alla sinistra troviamo, uno dopo l'altro, altri due tronchi a rinforzo del sentiero, mentre alterniamo tratti con poca pendenza o quasi in piano.
Superiamo un solitario gradino di legno (m. 1570).
Riprendiamo a salire con altri gradini poi giriamo a destra e proseguiamo con lievi saliscendi. Alla sinistra ci sono pochi alberi e pertanto possiamo
vedere la sequenza delle cime della Valsassina che in fondo a sinistra si chiude con il Legnone.
Con pochi passi in salita arriviamo ad un bivio (m. 1590). I segnavia indicano diritto: Rifugio Bogani; a destra: Rifugio Bietti. Altri cartelli
segnalano entrambi i rifugi a ore 0.45 e informano se sono chiusi o aperti. Il sentiero alla destra conduce anche al Bivacco 89a Brigata dove inizia
il sentiero 19 che sale verso la Grigna lungo la Cresta di Piancaformia.
Abbandoniamo pertanto il sentiero 25 che prosegue verso il Rifugio Bogani e saliamo ripidamente, agevolati da gradini di legno, verso la Bocchetta di Prada (m. 1626).
Qui giunti, incrociamo un altro sentiero. I segnavia indicano a sinistra con il sentiero 24: Rifugio Bietti, Rifugio Brioschi; a
sinistra con il sentiero 19: Cresta Piancaformia, Rifugio Bogani, Rifugio Brioschi; diritto con il
sentiero 17: Calivazzo, Somana, Mandello; a destra: Monte Pilastro, Monte Croce. Il panorama ci regala uno scorcio del Lago di Lecco.
Andiamo a sinistra e superiamo un tratto in piano e una breve salita, in cima alla quale già vediamo davanti a noi l'arco naturale della Porta di Prada.
Il sentiero piega a sinistra. Con pochi passi in piano raggiungiamo il Bivacco 89a Brigata (m. 1634), costituito da una cappelletta e
un locale con camino e due panche, ottimo ricovero in caso di un temporale improvviso. A sinistra parte il sentiero n. 19 per la Cresta di Piancaformia e i
rifugi Bogani e Brioschi.
Procediamo invece diritto e, in salita, dopo una curva, arriviamo alla Porta di Prada, splendido arco di roccia. Obbligatorio sostare per una foto (m. 1670).
Ripreso il cammino, dopo una breve discesa torniamo a salire.
Passiamo accanto a una foiba coperta da una lastra metallica e raggiungiamo un'insellatura (m. 1700).
Continuiamo in discesa lasciando a sinistra un ripido sentiero segnalato che risale verso Cresta di Piancaformia.
Ignorata un traccia sulla sinistra, scendiamo ripidamente con alcuni stretti tornanti. Il sentiero si sdoppia e torna a riunirsi.
Al termine della discesa (m. 1610) riprendiamo a salire.
Ad un bivio andiamo a destra (m. 1635). Qui una freccia indica il Cainallo nella direzione dalla quale proveniamo.
Con maggiore pendenza raggiungiamo una forcella (m. 1695) e oltrepassiamo quanto resta di un vecchio cancello in legno.
Entriamo ora nel bacino del Releccio e torniamo a scendere ma più dolcemente.
Dopo una curva cominciamo a vedere il rifugio in lontananza (m. 1670).
Continuiamo in salita e poi quasi in piano superando due canali rocciosi alla nostra sinistra.
Incontriamo il sentiero n. 15 che sale da destra (m. 1705). I segnavia indicano in quella direzione Era e Mandello.
Ancora pochi passi in salita e raggiungiamo il rifugio.
Tempo impiegato: ore 1.30 - Dislivello: m. +444 -145
Data escursione: settembre 2007
Secondo itinerario: da Somana (sentiero 15)
Itinerario lungo, classificato come T fino al Santuario di S. Maria di Olcio, poi E fino all'Alpe Cetra, in seguito presenta alcuni passaggi EE.
Tra Mandello e Olcio, al km. 63.2 della SP72 che costeggia il Lago di Lecco, imbocchiamo sulla destra (est) la Strada per Somana. Superato il semaforo
e passati sotto un ponte, risaliamo il paese.
Giriamo poi a sinistra in Via Rogola e continuiamo fino allo stop dove ci immettiamo su Via dei Partigiani continuando a sinistra in salita.
Raggiunta Piazza Clemente Gaddi e la chiesa di S. Abbondio, vediamo i primi segnavia che indicano verso destra diverse possibili mete.
Dobbiamo parcheggiare nei pressi della chiesa (m. 350) oppure proseguire diritto in Via di Era dove, dopo duecento metri, troviamo un parcheggio sulla
sinistra (8 posti) e poi un altro a destra (24 posti).
In ogni caso, lasciata la macchina, ci incamminiamo, passando accanto alla chiesa, verso Sonvico e, in leggera salita, arriviamo ad uno slargo presso
un bivio dove c'è anche una cappellina (m. 375). Qui vari segnavia indicano:
- a sinistra: il sentiero 15 per Era, Rifugio Bietti, Rifugio Brioschi; il sentiero 17 per Calivazzo, Bocchetta di Prada, Rifugio
Bogani; Itinerario
della Memoria.
- a destra: il sentiero 15 B per Era, Sentiero del Fiume; il sentiero 18 B per La Sirta, Gardata, Sentee del Tacc; il sentiero 18 C per Era, Gardata,
Sentee del Venespol; Itinerario Didattico Naturalistico contrassegnato da un bollo azzurro.
Ci sono anche dei parcheggi riservati però alle persone che dispongono della necessaria autorizzazione (al sabato e festivi).
Andiamo a sinistra in leggera salita verso le case della Contrada di Sonvico.
Lasciamo a destra una fontana e poi giriamo a destra tra le case del borgo (nessuna indicazione). Continuando diritto invece c'è un piccolo cartellino
che indica il Sentiero del Viandante.
Seguendo i segnavia a bandierina di colore verde bianco verde con i numeri 15 e 17, attraversiamo la Contrada di Mezzo e poi giriamo a destra e ci
troviamo di fronte l'inizio della bella mulattiera che inizialmente dovremo percorrere.
Sulla destra ci sono un'edicola con un affresco raffigurante la Madonna, e un cartello che parla dell'Itinerario della Memoria. A sinistra invece ci
sono i soliti segnavia con i numeri 15 e 17.
Iniziamo a salire e, superati alcuni orti, possiamo vedere sulla destra il sottostante Lago di Lecco.
Dopo un tratto senza gradini, ignoriamo un sentiero a destra e raggiungiamo la prima croce di ferro nera (m. 435) che segna la prima delle stazioni di
una Via Crucis che ci accompagnerà fino al Santuario dedicato a Santa Maria sopra Olcio.
Tornati a salire con la mulattiera troviamo subito un bivio e ignoriamo il sentiero 17B rosso per lo Zucco Tura e lo Zucco Sileggio che si stacca a
sinistra. Continuiamo verso destra invece seguendo la mulattiera che sale incassata nel terreno circostante tra prati e qualche albero.
Dopo la seconda stazione sulla destra vediamo una cascina.
Alla terza stazione ignoriamo un sentiero per Olcio che si stacca a sinistra; un altro, chiuso da una recinzione, scende a destra (m. 480).
Poco dopo due segnali stradali indicano il pericolo di caduta massi e il divieto di transito ai veicoli.
Più avanti percorriamo un tratto in piano in un rado bosco fino ad un'edicola con un immagine della Madonna di Lourdes.
Tra la quinta e la settima stazione della Via Crucis la pendenza aumenta un poco poi verso l'ottava percorriamo un tratto abbastanza ripido (m. 570).
Dopo una curva a sinistra raggiungiamo la cappella di S. Prada e la nona stazione (m. 590).
Continuiamo quasi in piano con bella vista a destra sulla vallata e sul lago. Poco dopo iniziamo a vedere la chiesa, di fronte a noi, più in alto.
Prima della undicesima stazione riprendiamo a salire.
Quasi in piano percorriamo una curva senza alberi e quindi con bella vista panoramica (m. 610).
In vista della dodicesima stazione torniamo a salire poi, superato un tratto quasi in piano, saliamo ripidamente fino all'ultima croce situata sotto
la chiesa dove la mulattiera si divide.
Il percorso principale continua verso destra con una staccionata di legno a valle. A sinistra invece saliamo verso il Santuario (posto di ristoro
aperto nei festivi). Passando poi sotto un portico, aggiriamo l'edificio e torniamo ad immetterci sulla mulattiera.
Un cartello posto all'incrocio informa: "Santa Maria sopra Olcio. A 661 metri s.l.m., su antica via di comunicazione che collegava Mandello alla
Valsassina. Sicuramente già esistente nel 1145, quando il santuario è citato in un privilegio papale. Nel 1335 fu ospizio benedettino, con annessi
locali edificati in epoca medievale. Dal 1440 dipende dalla Parrocchia di Olcio. Della primitiva costruzione romanica il campanile e la planimetria,
ad aula unica con portico esterno. L'altare maggiore conserva un quadro con Maria e Bambino tra i SS. Giuliano e Lorenzo. Seriamente danneggiata da un
disastroso incendio nel 1997, in seguito restaurata nelle forme attuali."
Continuiamo quasi in piano avendo a destra un bel precipizio con vari arbusti e alberelli lungo il ripido pendio che scende fino in fondo alla
vallata.
Poco dopo incrociamo un sentiero; i segnavia indicano a sinistra il sentiero 17 B per lo Zucco di Tura e lo Zucco Sileggio cresta sudest mentre a
destra il sentiero 15 C scende a Rongio e Mandello. Continuiamo diritto, in leggera salita, come indica il segnavia 15, verso Era, il Rifugio Bietti e
il Rifugio Brioschi.
In basso vediamo i primi tornanti della mulattiera che dal Ponte di Ferro risalgono la Val Meria verso il Rifugio Elisa.
Continuiamo salendo alcuni ripidi gradini di roccia. A destra c'è sempre un notevole precipizio ma in questo punto ci sono dei picchetti di ferro di
colore verde che reggono tre funi metalliche (m. 715).
Terminato il tratto protetto continuiamo con dei ripidi zig-zag su gradini di roccia.
Oltrepassato un poggio dove parte una teleferica (m. 740), percorriamo pochi passi in piano con la fune sopra le nostre teste e riprendiamo a salire
altri gradini di roccia.
Alternando piano e salita raggiungiamo un altro tratto con protezioni a valle sull' impressionante precipizio.
Dopo il tratto protetto, il burrone alla nostra destra è meno ripido ed è ricoperto da vegetazione. Il sentiero inoltre è più largo.
Raggiungiamo un bivio (m. 763); a sinistra si stacca il sentiero 17 per Calivazzo, la Bocchetta di Prada e il Rifugio Bogani; noi continuiamo diritto con il
sentiero 15 verso Era e i Rifugi Bietti e Brioschi.
Percorriamo un tratto in leggera discesa e uno quasi in piano.
Saliamo alcuni gradini e dopo un tratto quasi in piano (Zucco di Poncia m. 785) iniziamo a scendere in modo abbastanza ripido con altri gradini di pietra.
Proseguiamo quasi in piano (m. 755) e poi riprendiamo a salire con altri ripidi gradini.
Al termine della salita percorriamo un altro tratto pianeggiante (m. 800) per poi scendere nuovamente. Non sempre alla destra ci sono le protezioni.
Pochi passi in piano (m. 780) e torniamo a salire con delle pietre che fanno da gradini.
Percorriamo un tornante destrorso con protezione all'esterno.
Alterniamo due tratti di piano e salita e arriviamo ad un bivio (m. 840). I segnavia indicano diritto: sentiero 15 per Era, Rifugio Bietti, Rifugio
Brioschi e
sentiero 17 per Calivazzo, Bocchetta di Prada, Rifugio Bogani; a destra: sentiero 15 B per Somana (Sentiero del Fiume -
vedi il terzo itinerario); dietro: sentiero 15 per Somana e
Mandello.
Continuiamo in piano e superiamo un rivolo che attraversa passando sotto al sentiero.
Poco dopo una scritta su una pietra alla destra preannuncia l'arrivo a Era. Alla destra scorre un torrente.
Attraversato un prato raggiungiamo la chiesa (m. 840). Un cartellone parla dei "Partigiani sulle Grigne".
Con un ponticello attraversiamo il torrente.
Alla sinistra vediamo poi una passerella che supera il torrente verso una casa.
Poco dopo sulla destra troviamo una fontana con acqua sorgiva e un mestolo per poter bere.
Passiamo accanto ad una baita che porta la scritta "Pra Nuovo". Accanto ci sono un tavolo e delle panche.
Superate altre case arriviamo ad un bivio (m. 885) dove i segnavia indicano a sinistra con il sentiero 17: Calivazzo, Bocchetta di Prada, Rifugio
Bogani; a
destra con il sentiero 15: Rifugio Bietti, Rifugio Brioschi; dietro con il sentiero 15: Somana, Mandello.
In leggera salita superiamo un prato, alcuni gradini e poi un bosco.
Raggiungiamo due baite e un bivio (m. 915). I segnavia indicano a sinistra con il sentiero 15: Rifugio Bietti, Rifugio Brioschi; a destra con il sentiero
18 A: Gardata, Sirta, Mandello; a destra con il sentiero 18 C: Somana, Mandello, Sentee del Venespul; dietro con il sentiero 15: Era, Mandello.
Giriamo a sinistra e rientriamo nel bosco.
Poco dopo troviamo un altro bivio. Un cartello indica il Rifugio Bietti a destra. Ignoriamo pertanto l'altro sentiero che prosegue diritto attraversato da un cavo
di
teleferica.
In leggera salita raggiungiamo una casa di colore bianco e rosso. La lasciamo a sinistra mentre dall'altro lato vediamo una parte del Lago di Lecco (m. 940).
Un cartello su un albero indica il Rifugio Bietti nella nostra direzione di marcia.
Torniamo a salire ripidamente dapprima a zig-zag e poi con dei gradini e con pendenza ancora maggiore.
Poi la pendenza diminuisce e percorriamo un tratto quasi in piano tornando a vedere sulla destra il lago tra gli alberi.
Alterniamo due tratti quasi in piano con altri in salita con delle pietre sistemate a gradino.
Arriviamo ad un bivio dove un cartello indica diritto il sentiero 18 per la Gardata. Giriamo invece a sinistra e raggiungiamo una baita (m. 1057).
Lasciata la baita alla sinistra, pieghiamo a destra. Poco dopo troviamo un'altra casa sulla sinistra (m. 1065).
Saliamo ripidamente con dei gradini di legno tra l'erba e con gli alberi alla destra.
Terminati gli alberi vediamo un orticello recintato e una teleferica alla sinistra, e la Grignetta alla destra.
Più avanti, al termine del prato, ci sono le due baite dell'Alpe Cetra (m. 1096) circondate da varie panchine e un tavolo in cemento.
Passiamo tra le due baite e successivamente tra un cassottello in lamiera e un crocefisso.
Ignoriamo un sentiero che si stacca alla sinistra accanto ad un masso e rientriamo nel bosco.
Poco dopo arriviamo ad un bivio. I segnavia indicano diritto con il sentiero 15: Rifugio Bietti, Rifugio Brioschi; a destra con il sentiero 18: Gardata, Rifugio
Elisa, Mandello.
Percorriamo un lungo tratto quasi pianeggiante poi troviamo una grande parete alla sinistra e riprendiamo a salire. Alla destra vediamo il letto in secca di un
torrente (m. 1160).
Più avanti, sempre a sinistra, troviamo un'altra parete; questa è verticale (m. 1230).
Dopo un tratto con poca pendenza, riprendiamo a salire. Il bosco fin qui composto da alberi vari diventa una faggeta.
Sulla sinistra vediamo un palo incastrato tra alcuni alberi (m. 1255).
Continuiamo nella faggeta facendo attenzione ai bolli gialli sugli alberi in quanto il sentiero, in alcuni punti, non è molto evidente.
Al termine della faggeta vediamo sulla destra una parte del Lago di Lecco.
Percorriamo un tratto quasi in piano e poi in salita tra alberi più radi.
Ancora due passi in piano (m. 1330) e riprendiamo a salire percorrendo un largo corridoio tra gli alberi.
Poi la pendenza aumenta e, percorso un tratto abbastanza ripido, in leggera salita arriviamo ad un bivio (m. 1400). I segnavia indicano a sinistra con il
sentiero 15 A: Calivazzo, Somana, Mandello; a destra con il sentiero 15 A: Rifugio Bietti, Rifugio Brioschi; davanti con il sentiero 15: Rifugio Bietti, Rifugio
Brioschi; dietro con il sentiero 15: Era, Mandello. Andiamo diritto.
Terminati gli alberi saliamo ripidamente e passiamo sopra un lastrone obliquo.
Poi il sentiero per un attimo di divide in due (m. 1435). Continuiamo a zig-zag tra radi alberi.
Percorriamo un breve tratto in leggera salita (m. 1480) per poi riprendere a salire in modo assai ripido e a zig-zag verso l'intaglio delle Termopili.
Raggiuntolo lo superiamo aiutandoci con le mani (m. 1500).
Più avanti, con poca pendenza percorriamo un passaggio un po' esposto su delle roccette (m. 1540).
Torniamo a salire ripidamente. In alto a destra cominciamo a vedere il Rifugio Bietti.
Lasciamo a destra un piccolo dosso (m. 1550) e percorriamo un tratto in leggera salita.
Superiamo un gruppo di alberi e sempre a zig-zag torniamo a salire ripidamente (m. 1590).
Il sentiero ora sale tra l'erba su di un costone con una valletta sul lato destro.
Poi, con traccia appena visibile sulla roccia e camminando in leggera salita, lasciamo due canali rocciosi alla sinistra.
Ripreso il sentiero continuiamo in modo abbastanza ripido tra alcuni cespugli.
Troviamo poi degli alberi. Alla sinistra è ben visibile l'altro sentiero che arriva dal Cainallo e, con alcune ripide serpentine, lo raggiungiamo. Qui un
segnavia indica a sinistra con il sentiero 24: Bocchetta di Prada, Rifugio Bogani, Cainallo; dietro con il sentiero 15: Era, Mandello.
Andiamo a destra e con pochi passi in salita raggiungiamo il rifugio.
Tempo impiegato: ore 4 - Dislivello: m. 1424-55
Data escursione: giugno 2010
Terzo itinerario: Variante da Somana con il Sentiero del Fiume 15 B (EE)
Questa è una variante alla parte iniziale del precedente itinerario al quale si ricongiunge poco prima di Era.
Il percorso con ben undici guadi segue il torrente tra salti, cascate e pozze. Presenta alcuni punti esposti, a volte attrezzati con catene passamano.
Arrivati al piccolo borgo di Era, si può anche considerare conclusa la gita senza proseguire verso il Bietti e scendere a Somana con il comodo sentiero 15.
Come descritto all'inizio del precedente itinerario arriviamo fino all'ultimo parcheggio dove i sentiero 15 e 15 B prendono due strade diverse (m. 375).
Questa volta prendiamo la stradina asfaltata sulla destra che inizia in leggera discesa.
Ignoriamo un ripido sentierino che sale a sinistra e passiamo accanto ad uno slargo dove ci sono le grandi vasche di un lavatoio.
Proseguiamo quasi in piano tra le case mentre alla destra vediamo uno scorcio del Lago di Lecco.
Trascuriamo poi una stradina, che si stacca verso sinistra, e conduce ad un B&B. Un cartello di divieto indica che da questo punto il traffico è
consentito solo agli utenti del palorcio.
Camminiamo tra due mura in leggera discesa.
La strada diventa sterrata. Alla destra ci sono delle protezioni. Un cartello avverte di prestare attenzione ai palorci uno dei quali termina la sua
corsa proprio qui sulla sinistra e il suo cavo attraversa la strada passandoci sopra.
Proseguiamo quasi in piano. Alla sinistra ci sono un muretto a secco e, più in alto, una vite. Una piccola targa indica il "Sentiero del Viandante".
Subito dopo una palina reca vari segnavia: diritto con il segnavia 15 B i Sentieri del Fiume, del Tacc e del Venespul; a destra in discesa
l'Itinerario Didattico Naturalistico (bollo azzurro); dietro Somana e Mandello.
C'è anche una stradina che sale a sinistra verso una proprietà privata. Proseguiamo diritto (m. 360).
Ora alla destra ci sono dei paletti che reggono due funi.
Percorriamo un breve tratto con il fondo in cemento e torniamo su sterrato.
Dopo una curva a sinistra, con un ponticello sotto il quale passa un rivolo che scende dalla sinistra, troviamo alcune case sulla sinistra; alla
destra invece dei prati scendono verso il torrente. L'ultima casa porta incisa la data 1660.
Un cartello indica il pericolo di caduta massi. Entriamo nel bosco. Alla destra ci sono delle protezioni realizzate con dei paletti che reggono tre
cavi metallici. In basso vediamo scorrere il torrente.
In leggera salita percorriamo un breve tratto. Qui in mezzo alla stradina c'è un tubo parzialmente interrato.
Raggiunto un tombino (m. 370) continuiamo in discesa, superando due curve (m. 365), e poi in leggera salita con una parete rocciosa a sinistra e il
bosco alla destra.
Troviamo un altro punto in cui ci sono delle protezioni sulla destra mentre alla sinistra vediamo un vecchio cartello senza scritte. Ignoriamo un
sentierino che scende alla destra.
Un altro vecchio cartello dice: "passaggio comunale mt. 500 fiume".
Poco dopo, in leggera salita, troviamo sulla destra una casa e un muretto a secco (m. 375).
Continuiamo con il bosco alla sinistra mentre alla destra, oltre una rete metallica, c'è un prato.
Troviamo poi sulla sinistra un cassottello in cemento con la scritta SEM e, subito dopo, sulla destra una fontana con una tazza per bere legata con
una catenella (m. 390). Proseguiamo quasi in piano.
Alla destra ci sono delle protezioni (paletti che reggono due cavi).
Percorriamo un tratto in leggera salita al termine del quale sulla sinistra troviamo sotto un masso, un bollo rosso e un piccolo quadretto
raffigurante il volto di una madonna.
Proseguiamo quasi in piano e ignoriamo sulla sinistra un sentiero con dei gradini di legno.
Dopo un tratto il lieve salita, continuiamo in piano; in alto a sinistra c'è una recinzione.
Superato un tombino, percorriamo un tratto in leggera discesa.
Alla destra, sull'altro lato della valle, vediamo un torrente che scende ripidamente e rumorosamente.
Dopo una curva verso sinistra, davanti, ecco apparire in fondo alla valle il Sasso Cavallo e il Sasso dei Carbonari.
Con alcuni lievi saliscendi arriviamo ad un bivio (m. 395) dove una palina indica diritto: sentiero 15C verde per Rongio e Mandello; a sinistra:
sentiero 15B rosso, Sentieri del Fiume, del Tacc, del Venespul; dietro: sentiero 15 B verde per Somana e Mandello.
Prendiamo il sentiero a sinistra dapprima in leggera salita e poi quasi in piano ignorando un piccolo sentiero che scende a destra.
Proseguiamo poi con vari lievi saliscendi rimanendo praticamente alla stessa quota.
Raggiungiamo un altro bivio (m. 420) dove i segnavia indicano a sinistra: 15B rosso, Era, Sentiero del Fiume e 18C azzurro, Era, Gardata, Sentee del
Venespul; a destra: 18B azzurro, La Sirta, Gardata, Sentee del Tacc; dietro: 15B, Somana e Mandello.
Andiamo a sinistra in leggera salita. Ci troviamo poco sopra al livello del fiume (m. 435).
Proseguiamo in piano tra alberelli e poi in leggera salita tra i castagni.
Quasi in piano arriviamo al primo guado (m. 455). Approfittando di alcune pietre che sporgono dall'acqua passiamo alla destra del torrente.
Giunti sull'altra sponda, percorriamo un tratto in salita, incassato nel terreno circostante.
Dopo un passaggio su delle pietre, quasi in piano arriviamo al secondo guado e anche qui, senza problemi, attraversiamo il fiume tornando sulla sponda sinistra (m. 465).
Costeggiamo il corso d'acqua in leggera salita. La gola si stringe ed entriamo in una zona in ombra.
Dopo un tratto in salita proseguiamo quasi in piano ammirando i giochi d'acqua ed i piccoli salti del torrente (m. 485).
Seguendo bolli e frecce rosse guadiamo ancora il torrente. Questa volta il passaggio si presente più lungo e complesso rispetto ai precedenti ma
riusciamo comunque a raggiungere la sponda destra senza bagnarci.
Proseguiamo in salita e poi quasi in piano e arriviamo al quarto guado. Qui l'attraversamento non presenta problema alcuno per la presenza di alcuni sassi affioranti (m. 495).
Riprendiamo a salire su fondo roccioso e torniamo al sole.
Eccoci al quinto guado. Davanti ad una bella pozza passiamo sulla sponda destra. Questa volta siamo costretti a bagnarci un poco gli scarponi ma
fortunatamente l'acqua non è molto alta.
Riprendiamo a salire, inizialmente usufruendo di alcuni gradini scavati nella roccia. Il sentiero è un po' esposto.
Proseguiamo quasi in piano e poi in leggerissima salita tornando in ombra.
Alla sinistra vediamo il torrente compiere un bel salto.
Aiutati da una catena, superiamo un punto che non è esposto ma dove c'è il rischio di scivolare in acqua.
Proseguiamo poi con alcuni gradini scavati nella roccia e torniamo al sole (m. 520).
Il sesto guado, che ci riporta alla sinistra, lo superiamo senza problemi camminando su alcune pietre.
Poi, seguendo una freccia rossa, percorriamo un tratto in ripida salita.
Con il settimo guado ritorniamo a destra passando davanti ad un bel salto del torrente. Qui è difficile non bagnarsi gli scarponi.
Torniamo in ombra e riprendiamo a salire ripidamente.
Poi, con pochi passi in piano raggiungiamo una bella pozza (m. 535) e con un facile guado in un punto in cui il torrente è più stretto, ripassiamo a sinistra.
Riprendiamo a salire, inizialmente agevolati da alcuni gradini scavati nella pietra. Alla sinistra c'è un vecchio cavo.
Continuiamo poi quasi in piano. Il sentiero qui è un po' esposto.
Saliamo su una pietra con gradini intagliati e un po' scivolosi.
Dopo due passi in piano, dove il sentiero è rinforzato da due pali, torniamo a salire con altri gradini.
A questo punto, per un breve tratto, dobbiamo camminare nel letto del torrente cercando di saltellare su alcuni sassi affioranti per evitare di
bagnarci, il che non sempre è possibile. Su una di queste pietre è stata affissa una targhetta segnavia con il n. 15 B come per ricordare che bisogna
passare proprio di qui, inutile cercare un sentiero lungo le sponde.
Usciamo dal torrente ancora sulla riva sinistra ma, pochi metri più avanti, giù dobbiamo cercare il punto migliore per effettuare il decimo guado con
il quale riattraversare il torrente che qui vediamo compiere un bel salto.
Pochi passi in salita su pietre e gradini di legno ci portano ad un bivio (m. 560). Qui troviamo una palina i cui segnavia indicano a sinistra: 15B
rosso, Era, Sentiero del Fiume; a destra: 18C azzurro, Era, Gardata, Sentee del Venespul. Andiamo a sinistra in salita.
A terra un palo rinforza il sentiero.
Proseguiamo quasi in piano. Alla sinistra altri due pali fanno da rudimentale protezione sopra un salto del torrente.
Poco più avanti la gola si apre un poco sul lato destro e torniamo al sole (m. 580).
Camminiamo sfiorando una bella pozza e poi riprendiamo a salire con dei rudimentali gradini.
Ora saliamo ripidamente mentre in basso vediamo un'altra pozza e una bella cascata.
Dopo pochi passi in piano, aiutati da una corta catena superiamo un tratto quasi verticale (m. 615).
Continuiamo tra alberelli alternando due tratti in salita con un altro con poca pendenza.
Troviamo poi un'altra catena (m. 640). Qui dobbiamo aggirare verso destra un costone roccioso molto esposto per poi proseguire in discesa.
Giunti al termine della catena proseguiamo quasi in piano.
Poco più avanti riprendiamo a salire e troviamo un'altra catena. Anche qui il sentiero è esposto ma il precipizio è minore. Aiutati dalla catena
arriviamo in cima ad una cascata (m. 655).
Per un po' rimaniamo alla destra, in leggera salita, poi troviamo il punto più stretto dove basta un salto per passare sulla sponda opposta. E' questo
l'undicesimo e ultimo guado.
Una freccia rossa, che indica verso l'alto, ci invita a salire ripidamente ma, poco dopo, la pendenza diminuisce fino ad una curva a sinistra.
Dobbiamo ora risalire una ripidissima roccia con dei buchi dove possiamo mettere i piedi (m. 675).
Proseguiamo poi con poca pendenza mentre in alto a destra rifà la sua comparsa il Sasso Cavallo.
Presso una piccola ansa dove scorre un rivolo, passiamo con prudenza su una roccetta bagnata.
Dopo una curva a sinistra percorriamo un altro tratto in ripida salita.
Poi continuiamo quasi in piano a mezza costa. Qui il sentiero è un po' esposto verso destra dove il pendio scende ripidamente al torrente.
Troviamo uno dopo l'altro due alberi che, se da un lato sono un punto fermo e concedono un attimo di sicurezza, dall'altro sono anche di intralcio in
quanto cresciuti sul già esile sentiero (m. 710).
Percorriamo poi un tratto in discesa, inizialmente esposto e senza protezione alcuna, che ci porta ai piedi di una cascata (m. 700).
Qui giriamo a sinistra e, aiutati da una catena, ci issiamo su delle roccette a lato della cascata.
Nel punto in cui la catena termina sulla sinistra c'è un quadretto raffigurante il volto di una madonna (m. 715).
Continuiamo in leggera salita su di un sentiero rinforzato con dei piccoli tronchi.
Seguendo una freccia rossa saliamo su una roccetta e raggiungiamo uno slargo che attraversiamo quasi in piano dirigendoci verso una grande e bella cascata (m. 735).
Il sentiero prosegue verso sinistra in ripida ascesa inizialmente con delle serpentine e poi in modo diretto.
Aiutati da un'altra catena risaliamo una roccetta in un punto esposto (m. 750).
Prima termina la catena e poi il punto a rischio (m. 760). Un albero e le sue radici ci aiutano a passare.
Percorriamo poi alcuni passi con poca pendenza prima di tornare a salire.
Il sentiero diventa ripido e poi ancora un po' esposto (m. 790). Dall'alto il Sasso Cavallo Cavallo ancora ci osserva.
La pendenza poi diminuisce.
Più avanti riprendiamo a salire; il sentiero è ancora un po' esposto, fino ad un bivio (m. 820) dove prendiamo il sentiero a sinistra in leggera
salita mentre l'altro sentiero alla destra scende verso il torrente.
Poco dopo la pendenza aumenta.
Superato un tornante, in alto vediamo la palina sul sentiero 15 e in breve la raggiungiamo (m. 840). Qui i segnavia indicano a sinistra: Somana e
Mandello; a destra: Era, Rifugio Bietti, Rifugio Brioschi con il sentiero 15 e Calivazzo, Bocchetta di Prada, Rifugio
Bogani con il sentiero 17; dietro: Somana, Sentiero del Fiume con il 15 B.
Ci siamo così riportati sul sentiero 15 descritto nel precedente itinerario con il quale verso destra continuiamo fino alla meta.
Tempo impiegato: ore 4.30 - Dislivello: m. 1424-55
Data escursione: marzo 2011
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