Il Rifugio Elisa è situato in Alta Val Méria, ai piedi del Sasso Cavallo e del Sasso dei Carbonari, sul versante occidentale della Grigna
Settentrionale o Grignone.
Edificato nel 1927, fu distrutto nel 1944 in quanto base di appoggio per i partigiani e poi subito ricostruito nel 1947 al termine della guerra.
Dal rifugio la vista spazia sul versante occidentale della Grignetta con i suoi innumerevoli pinnacoli e su parte del sottostante Lago di Lecco.
A causa del notevole dislivello è uno dei rifugi meno frequentati delle Grigne.
I due itinerari descritti hanno in comune la parte iniziale e quella finale. Nella parte centrale invece aggirano lo Zucco di Pissavacca da NW (sent.
18+20) o da SE (sent. 14).
Primo itinerario: da Rongio passando per la Gardata (sentieri 14+18+20+14)
Lasciamo la statale 36 al km. 57.5 per prendere la provinciale 72 che segue il Lago di Lecco.
Alla prima rotonda di Mandello (km. 61.2) giriamo a destra (Via Parodi) passando sotto il ponte della ferrovia e continuiamo fino al termine della strada.
Poi voltiamo a destra (Via Combattenti), aggiriamo la chiesa di San Zenone e arriviamo al cimitero.
Continuiamo verso sinistra con Via per Maggiana e la seguiamo fino a trovare la deviazione a sinistra per Rongio e Luzzeno (Via Segantini).
Percorriamo tutta la Via Segantini fino al termine (circa km 1.6) e arriviamo alla piazzetta di Rongio (Piazza S. Antonio) dove lasciamo la macchina (m. 398).
Nel caso lo spazio fosse già interamente occupato possiamo parcheggiare un centinaio di metri prima sulla destra.
Ci incamminiamo e, dopo aver percorso pochi metri lungo Via Rossana, troviamo un'altra piazzetta sulla sinistra. Qui, accanto ad una fontana, c'è una
palina segnavia che indica i sentieri che possiamo percorrere; a sinistra: 14 verde (Rifugio Elisa - Buco di Grigna - Traversata alta) e 18 verde
(Gardata - Alpe Cetra - Rifugio Bietti); a destra: 12 verde (Colonghei - Piani Resinelli - Rifugio
Rosalba), 13 verde (Versarico - Rifugio Rosalba),
13 B blu (Zucco di Manavello).
Un cartello segnala il Rifugio Elisa a ore
3.00 e informa se è chiuso o aperto. Andiamo a sinistra.
Passando accanto ad un segnale stradale che indica il divieto di transito ai veicoli, ci avviamo, quasi in piano, con una curva verso destra seguendo un
muro. Di fronte vediamo la Grigna e, in alto a sinistra, il Santuario della Madonna del Monte di Olcio.
Entriamo nel bosco. In leggera salita percorriamo alcune semicurve. Un cartello indica il pericolo di incendi.
All'esterno di una curva a destra troviamo una protezione con paletti di ferro che reggono due cavi.
Subito dopo giriamo a sinistra ignorando un sentiero che sale a destra.
A sinistra troviamo una costruzione sormontata da una balconcino accanto al quale c'è un'antenna.
Ora il fondo della mulattiera è un misto di ciottoli e cemento.
Presso una curva a destra, una teleferica termina la sua corsa (m. 435).
Subito dopo percorriamo una curva a sinistra mentre un sentiero continua diritto in salita.
Proseguiamo quasi in piano. Alla destra troviamo delle immagini sacre collocate in alcuni anfratti.
Percorriamo una curva a destra ed un tratto in lievissima discesa, durante il quale vediamo un'altra madonnina alla destra della mulattiera.
Continuiamo quasi in piano. Alla sinistra, un sentiero inerbito, chiuso da una catena tra due paletti, scende verso una casa che vediamo in un prato.
Presso una curva a destra troviamo un'altra teleferica. Un sentiero scende a sinistra. Una cartina dipinta su di una lastra di metallo indica a
destra: Sentiero del Giacum, Elisa, Gardata; a sinistra: Fiume Era; dietro: Rongio, Mandello. Sul muretto ci sono anche i segnavia CAI con i numeri 14
e 18. La mulattiera diventa una stradina sterrata.
Dopo un tratto in leggera discesa proseguiamo quasi in piano e con una staccionata alla sinistra mentre un rivolo attraversa la stradina passandole
sotto.
Continuiamo in leggera salita con un muro di pietre alla destra.
Vediamo una casa alla sinistra, poco sotto al livello della stradina.
Proseguiamo dapprima quasi in piano e poi in leggera salita. Davanti vediamo il Sasso Cavallo e il Sasso dei Carbonari.
Dopo alcuni passi in leggera discesa, proseguiamo con poca pendenza su fondo acciottolato. Alla sinistra, poco più in basso, vediamo una casa
in un praticello recintato. Alla destra c'è una fontana, l'acqua della quale cade in una vaschetta semicircolare in cemento. Accanto c'è un termine.
Il bosco diventa più fitto. Proseguiamo in salita.
Quasi in piano, percorriamo una curva a sinistra. Alla sinistra c'è uno slargo. Alla destra vediamo due statuette raffiguranti la Madonna di Lourdes e
Bernadette (m. 450).
Poco dopo troviamo un altro termine sul quale è stata dipinta una bandierina segnavia.
Trascuriamo un sentiero che sale verso destra.
Poco dopo, alla sinistra, c'è una casetta bianca alla quale si scende con una gradinata.
Percorriamo due curve destra-sinistra vicine tra loro.
In alto a destra vediamo un cancelletto di ferro.
Ignoriamo un sentiero che scende a zig-zag verso sinistra.
Poco dopo alla destra troviamo un'altra teleferica.
Ora cominciamo a sentire il fragore del torrente al quale ci stiamo avvicinando.
Passiamo accanto ad un termine sul quale è stata dipinta una freccia bianca.
Percorriamo un tratto con un muretto alla sinistra e delle pareti rocciose alla destra.
Giriamo a sinistra e con un ponte, molto alto sopra al torrente, ci portiamo sull'altra sponda (m. 445).
Dopo il ponte troviamo un bivio. Ignoriamo il sentiero alla destra e andiamo a sinistra in salita tornando a camminare su di una mulattiera acciottolata.
Poco prima di una curva a destra, in un anfratto tra le rocce, vediamo due quadretti a carattere religioso.
Percorriamo pochi metri con il fondo in cemento e subito torniamo a camminare sui ciottoli della mulattiera.
Trascuriamo un sentiero che sale ripidamente a destra. Accanto, una palina segnavia indica diritto con il sentiero 14:
Rifugio Elisa, Buco di Grigna, Traversata Alta e con il sentiero 18: Gardata, Alpe Cetra, Rifugio Bietti (m. 460).
Subito dopo, sempre alla destra, c'è un edificio sul quale sono state dipinte delle frecce bianche indicanti la nostra direzione.
Continuiamo in leggera salita. Alla sinistra troviamo due paletti di ferro.
Percorriamo un lungo tratto con delle serpentine, dapprima in leggera salita e poi quasi in piano.
Alla sinistra troviamo un altro termine.
Cominciamo a sentire il fragore del Torrente Meria.
Alla destra, ai piedi di una parete di roccia, troviamo ancora un termine.
Poco dopo lasciamo a destra un masso.
Presso una curva a destra, due cartelli segnalano il pericolo di caduta sassi e di incendio.
Proseguiamo attorniati da alcuni massi. Davanti, oltre il torrente, vediamo una ripida parete verticale.
Presso un tornante destrorso troviamo l'ennesimo termine e i segnavia 14 e 18.
Raggiungiamo il secondo ponte con il quale, girando a sinistra, attraversiamo l'impetuoso Torrente Meria che scende dalla Val Scarettone. Il ponte ha
le sponde di ferro dipinte di verde. In basso vediamo alcune marmitte create dai salti del torrente.
Sulla sponda opposta giriamo a destra. Una palina reca vari segnavia che indicano: "Ponte di Ferro m. 487"; con il percorso n. 14: Rifugio
Elisa, Buco di Grigna, Traversata Alta; con il n. 18: Gardata, Alpe Cetra, Rifugio Bietti; dietro con il n. 14: Rongio e Mandello. Alla sinistra c'è
una teleferica, alla destra ci sono delle protezioni con paletti di ferro che reggono tre cavi.
Un sentiero si stacca alla destra e costeggia il Meria. Vale la pena seguirlo per alcuni metri per ammirare e fotografare alcuni salti del torrente.
Poi torniamo sulla mulattiera che ora inizia seriamente a salire.
Superiamo una piccola costruzione dell'acquedotto sulla quale è stata disegnata una rudimentale cartina della zona.
Proseguiamo con due coppie di tornanti sinistra-destra. Tutti i tornanti sono ben rinforzati alla base con muretti di pietre.
Continuiamo con un traverso; alla destra ci sono delle protezioni con paletti di ferro e tre cavi (m. 515).
Superiamo altre tre coppie di tornanti sinistra-destra.
All'esterno del successivo tornante sinistrorso ci sono delle protezioni con paletti dipinti di bianco che reggono quattro cavi (m. 555).
Subito dopo percorriamo un tornante destrorso.
Continuiamo in modo abbastanza ripido con alcune serpentine. Un rivolo attraversa la mulattiera (m. 575). Poi la pendenza diminuisce un poco.
Percorriamo una curva a destra dove ci sono delle protezioni a valle realizzate con paletti verdi e tre cavi.
Alla sinistra troviamo la grotta "La Ferrera" detta anche dell' "Acqua Bianca" (m. 590). Vale la pena dare una breve occhiata, a meno di
volersi trasformare in speleologi anziché escursionisti; la grotta infatti è lunga 175 metri e larga 30-40 metri. Alla sinistra della grotta sale
un'altra mulattiera mentre alla destra c'è una fontana con vasca di pietra. I segnavia indicano diritto con la mulattiera n. 14 (vedi il secondo
itinerario): Rifugio Elisa, Buco di Grigna, Traversata Alta; a sinistra con la mulattiera n. 18: Gardata, Alpe Cetra, Rifugio Bietti; dietro: Rongio,
Mandello. Andiamo a sinistra.
Dopo due tornanti destra-sinistra, guadiamo un ruscelletto che attraversa la mulattiera (m. 605).
Percorriamo un tratto con maggiore pendenza che termina dopo un tornante destrorso (m. 615).
Proseguiamo con un tornante sinistrorso.
Raggiungiamo il successivo, destrorso, dal quale cominciamo a vedere in basso Mandello e una piccola parte del Lago di Lecco (m. 625).
Continuiamo con una sequenza di altre quattro coppie di tornanti sinistra-destra, soventi vicini tra loro.
Al successivo tornante sinistrorso, una freccia gialla sulla roccia invita a proseguire (m. 660).
Presso il seguente tornante destrorso, sotto ad una roccetta, vediamo un quadretto raffigurante una madonna.
Proseguiamo con cinque tornanti sx-dx-sx-dx-sx, seguiti da un altro più ampio, destrorso, dal quale torniamo a vedere il Lago di Lecco (m. 680).
Dopo due tornanti sinistra-destra percorriamo anche due curve sinistra-destra (m. 725).
Continuiamo con poca pendenza. Superiamo un'ampia curva verso sinistra e riprendiamo a salire (m. 735).
Presso la successiva curva verso destra torniamo a vedere il lago (m. 755). Man mano che saliamo la vista si allarga. Alla destra notiamo anche il
Santuario di S. Maria di Olcio situato lungo il sentiero 15 che da sale da Somana.
Percorriamo un'altra curva, anch'essa verso destra e continuiamo quasi in piano.
Il percorso ora si biforca (m. 765) e i segnavia indicano a sinistra con il sentiero 18a rosso: La Sirta, Era e con il 18b blu: Somana, Mandello,
Sentèe del Tacc; a destra con il sentiero 18: Gardata, Alpe Cetra, Rifugio Bietti. Seguiamo quest'ultimo e con un tornante destrorso riprendiamo a salire.
Percorriamo un tornante sinistrorso seguito da un altro, più ampio, destrorso (m. 795).
Alla sinistra abbiamo la profonda Valle d'Era in basso alla quale, lungo il torrente, si snoda il "Sentiero del Fiume" (vedi il terzo
itinerario nella pagina del Rif. Bietti).
Dopo un tratto con poca pendenza continuiamo quasi in piano (m. 830).
Saliamo alcuni rudimentali gradini.
Il sentiero torna mulattiera ma solo per un tratto. Davanti vediamo apparire e scomparire il Sasso dei Carbonai.
Dopo un breve tratto quasi in piano proseguiamo con poca pendenza (m. 870).
Ora il sentiero è più stretto e procede con lievi serpentine. In questo punto il pendio alla sinistra precipita verso il fondo valle.
Guadiamo un torrente che scende dalla destra con una cascata (m. 890).
Subito dopo giriamo a sinistra. La pendenza aumenta. Su di una roccia vediamo il segnavia 18 a bandierina. Il sentiero ridiventa una mulattiera. In
basso alla sinistra vediamo il lago.
Percorriamo tre tornanti dx-sx-dx (m. 925).
In modo abbastanza ripido ne superiamo altri tre sx-dx-sx (m. 950).
Poi la pendenza diminuisce. Alla sinistra torniamo a vedere il lago.
Percorriamo un tornante destrorso con alcuni gradini di pietra e poi uno sinistrorso (m. 970).
Riprendiamo a salire in modo abbastanza ripido con altri due tornanti destra-sinistra (m. 980).
Ad una biforcazione, il segnavia 18 a bandierina indica di prendere il sentiero a sinistra, in leggera salita, abbandonando la mulattiera (m. 995).
Troviamo poi un bollo giallo che conferma la giusta direzione.
Dopo un tratto quasi in piano, riprendiamo a salire. Alla sinistra c'è il bosco e alla destra un erboso pendio (m. 1000).
Percorriamo una curva a destra. In alto vediamo la Gardata (m. 1015).
In leggera salita superiamo un tornante destrorso.
Presso il successivo tornante sinistrorso, dalla destra arriva un altro sentiero. Su di un pannello intitolato: "Itinerari della Memoria -
Partigiani sulle Grigne" leggiamo: "La Gardata, di proprietà della famiglia Pini, viene eletta sede del comando della brigata Cacciatori delle
Grigne (poi 89a Poletti). Con il comandante Galdino Pini ("Pietro") ci sono circa venti uomini. In posizione che domina Mandello del Lario, la Gardata
controlla la zona destra della Val Meria e consente ai partigiani un agevole e nascosto collegamento con Era, attraverso la Valle del Quader. Da qui
si scende anche a Rongio (frazione di Mandello) o si sale velocemente all'Elisa. Come gli altri rifugi dei partigiani, anche la Gardata viene data
alle fiamme nel rastrellamento dell'autunno 1944, ma gli uomini, avvertiti da alcuni compagni provenienti da Santa Maria, riescono a fuggire".
Riprendiamo a salire.
Poi, con una staccionata alla destra, raggiungiamo la Gardata (m. 1043). Dietro all'edificio ci sono un tavolo in legno con relative panche, una
fontana con vasca, un camino e il deposito della legna da ardere.
Qui partono due sentieri e i segnavia indicano a sinistra con il 18: Alpe Cetra, Era, Rifugio Bietti; alla destra il 20: Pertica, Val Cassina, Rifugio
Elisa. Delle aggiunte a pennarello segnalano il Rifugio Bietti a ore 2 e il Rifugio Elisa a ore 1.30.
Andiamo a destra in modo abbastanza ripido, camminando sopra le radici dei pini che affiorano dal terreno.
Presso una curva a sinistra troviamo anche delle betulle e un segnavia a bandierina con il n. 20.
Per un tratto il sentiero si trasforma in mulattiera acciottolata (m. 1085).
Poi ritorna sentiero. Proseguiamo in leggera salita. Sull'altro lato della valle vediamo una casa bianca (m. 1100).
Torniamo a salire e davanti vediamo il Sasso dei Carbonari.
Troviamo un bollo giallo. Percorriamo un tratto abbastanza ripido (m. 1125).
Su di un faggio vediamo una targhetta bianco rossa.
Con minore pendenza superiamo due tornanti destra-sinistra (m. 1140). Vediamo un altro bollo giallo.
Continuiamo in leggera salita (m. 1150).
Percorriamo una ampia curva verso destra seguita da alcune semicurve. Troviamo altri bolli gialli.
Dopo una curva a destra torniamo a salire (m. 1160).
Percorriamo pochi passi su fondo roccioso.
Poi giriamo a destra e iniziamo a salire ripidamente. Il sentiero è umido e un po' scivoloso.
Dopo una curva a sinistra la pendenza diminuisce (m. 1205). Con alcune serpentine attraversiamo un gruppo di betulle.
Percorriamo un ampio tornante destrorso oltre il quale torniamo a salire in modo ripido.
Poi la pendenza diminuisce mentre camminiamo tra erba e radi alberi (m. 1215).
Continuiamo con due curve sinistra-destra (m. 1225).
Percorriamo un tratto in leggera salita. Su di un albero alla sinistra vediamo il segnavia 20 a bandierina (m. 1230).
Quasi in piano raggiungiamo un rudere, giriamo a sinistra e riprendiamo a salire ripidamente (m. 1235).
Dopo una curva a destra, la pendenza aumenta ancora (m. 1245).
Il sentiero è sempre scivoloso. Vediamo il segnavia 20 su di una betulla, cresciuta in modo obliquo, che aggiriamo alla sinistra (m. 1255).
Continuiamo con delle serpentine. Le radici di una betulla fanno da gradino (m. 1265).
Dopo una curva a destra percorriamo pochi passi in leggera salita fino alla successiva curva a sinistra.
Torniamo a salire in modo abbastanza ripido camminando sulle le radici degli alberi che affiorano dal terreno (m. 1275).
Per un tratto il sentiero è molto largo e in mezzo c'è una betulla con un bollo giallo. Alla destra vediamo anche un segnavia bianco rosso (m. 1290).
Saliamo ripidamente lasciando a sinistra una radura circondata dalle betulle (m. 1305).
Al termine della salita troviamo il segnavia 20 ed una palina interamente dipinta di giallo che invita a proseguire in discesa. Alla destra ci sono un
artistico crocefisso in alluminio ed un altro sentiero che si allontana in cresta (m. 1325).
Proseguiamo in discesa tra le betulle, con un sentiero inerbito.
Percorriamo una curva a sinistra. Il sentiero si restringe (m. 1295).
Poco più in basso alla destra troviamo un baitello diroccato (m. 1290). Sul tetto vediamo le lettere "E - G" ai lati di una freccia con due
punte che indicano le due direzioni (Elisa - Gardata).
Il sentiero è sempre più stretto. Dopo un tratto quasi in piano, scavalchiamo una pietra e proseguiamo in leggera discesa.
Continuiamo in leggera salita, a mezza costa, con il pendio che alla destra scende ripidamente.
Alterniamo due tratti quasi in piano ad altrettanti in leggera salita.
Quasi in piano, presso una curva a destra, attraversiamo il letto di un torrente che troviamo in secca.
Raggiungiamo un incrocio di sentieri (m. 1305). I segnavia indicano a sinistra con il sentiero 16 rosso: Val Cassina, Rifugio Bietti, Via Ferrata;
davanti con il sentiero 20: Rifugio Elisa; a destra con il sentiero 16 rosso: Rongio, Mandello; dietro con il sentiero 20: Pertica, Gardata.
Proseguiamo diritto dapprima in salita e poi quasi in piano.
Percorriamo un tratto abbastanza ripido camminando sopra delle radici affioranti dal terreno.
Rientriamo sulla mulattiera contrassegnata con il n. 14 (m. 1310), che avevamo lasciamo alla grotta "La Ferrera". I segnavia indicano davanti
in salita: Rifugio Elisa, Buco di Grigna, Traversata Alta; a destra in discesa: Rongio, Mandello; dietro: Pertica, Gardata.
Dopo un tratto in salita la mulattiera diventa un sentiero incassato nel terreno circostante (m. 1325).
Poi con minore pendenza giriamo a sinistra.
Torniamo a salire con una mulattiera a gradini. In basso a destra, vediamo una parte del Lago di Lecco.
Dopo una curva a sinistra raggiungiamo il Baitello dell'Aser davanti al quale ci sono una meridiana e l'indicazione delle distanze: "Elisa km. 1,220 -
Rongio km. 5,780". Un cartello appeso alla facciata informa: "Baita dell'ASER m 1340 s/m. Cost. 1830? Ricost. 1981". Su di una pietra leggiamo
quanto segue: "A chi sai che ne ha bisogno non vendere ciò che puoi dargli gratis." Accanto al baitello c'è un tavolo in legno con due panche.
In alto a destra, tra i pinnacoli, lungo il versante occidentale della Grignetta, riusciamo a distinguere il Rifugio Rosalba.
Lasciato a destra un cassottello verde, proseguiamo con un sentiero alternando due tratti quasi in piano ad altrettanti in salita.
Quasi in piano attraversiamo il letto di un torrente che troviamo in secca (m. 1350).
Poco dopo ignoriamo il sentiero segnalato che, a sinistra, conduce al Casello della Spaola.
Percorriamo pochi passi in discesa. Proseguiamo quasi in piano fino ad una curva a sinistra oltre la quale continuiamo in leggera salita.
Attraversiamo un gruppo di alberi e riprendiamo a salire (m. 1365).
Ora gli alberi sono più radi. Saliamo alcuni gradini.
Dopo alcuni passi in discesa, continuiamo quasi in piano attorniati da alcuni massi (m. 1375).
Proseguiamo in leggera salita. Il sentiero si divide in due tracce parallele e poco dopo si ricompone.
Percorriamo un tratto in salita e continuiamo quasi in piano (m. 1400). Sentiamo il fruscio di un corso d'acqua ma non riusciamo a vederlo.
Dopo un tratto in salita, proseguiamo quasi in piano con il pendio che alla destra scende ripidamente. Alla sinistra ci sono due grandi massi.
In leggera salita arriviamo ad una curva a destra dove guadiamo un torrente (m. 1410).
Giriamo a sinistra e riprendiamo a salire, inizialmente con dei gradini realizzati con tronchetti di legno.
Poi saliamo ripidamente a zig-zag (m. 1420). Superiamo dei gradini di pietra (m. 1435).
Presso una curva a sinistra la salita termina. Qui una staccionata protegge il lato a valle dal sottostante precipizio (m. 1445). In alto, davanti,
torniamo a vedere il Rifugio Rosalba.
In basso alla destra, su di un piccolo altopiano erboso, ci sono alcuni baitelli.
Dopo una curva a sinistra torniamo a salire con alcuni gradini e percorriamo tre corti tornanti dx-sx-dx.
Un rivolo attraversa il sentiero in una canalina di legno (m. 1460).
Giriamo a destra e saliamo alcuni gradini di legno.
Dopo una curva a sinistra, davanti tra gli alberi cominciamo a vedere la bandiera del rifugio.
Quasi in piano, attraversiamo un gruppo di betulle.
Davanti vediamo il rifugio (m. 1480).
Dopo un tratto in salita, proseguiamo quasi in piano e scavalchiamo un rivolo che attraversa il sentiero in una canalina di legno (m. 1490).
Saliamo con delle pietre che fanno da gradino.
In leggera discesa giriamo a destra assecondando un'ansa della montagna dove facilmente troveremo neve fino a tarda primavera.
Poi saliamo con dei gradini di pietra.
Superiamo alcuni zig-zag e raggiungiamo il rifugio.
Tempo impiegato: ore 3.45 - Dislivello: m. 1180 -63
Data escursione: maggio 2015
Secondo itinerario: da Rongio (interamente con il n. 14)
Come descritto nella prima parte del precedente itinerario arriviamo alla grotta "La Ferrera" (m. 590) dove i segnavia indicano diritto con la
mulattiera 14: Rifugio Elisa, Buco di Grigna, Traversata Alta e a sinistra con la mulattiera 18: Gardata, Alpe Cetra, Rifugio Bietti. Proseguiamo diritto.
Dopo alcuni tornanti, troviamo una piccola costruzione dell'acquedotto.
Alla nostra sinistra ora c'è un grosso tubo nero nel quale scorre l'acqua. A destra invece, in fondo alla forra, a volte si intravede il Torrente Meria.
Dopo un tratto quasi in piano riprendiamo a salire. Percorriamo un breve tratto con il fondo in cemento e protezioni a valle; poi ignoriamo un ripido
sentierino che scende a destra.
A sinistra c'è una fresca sorgente. L'acqua con un tubo passa sotto alla mulattiera. Questa è l'ultima occasione per riempire le nostre borracce (m. 630).
Troviamo altre due costruzioni in cemento dell'acquedotto e continuiamo con ripidi tornanti lungo le pendici meridionali dello Zucco di Pissavacca.
Nei pressi di un tornante ignoriamo un sentiero che si stacca a sinistra (m. 700).
Dopo un tratto in rettilineo continuiamo con altri tornanti. In basso vediamo uno spicchio del Lago di Lecco (m. 755).
Percorriamo un altro tratto in rettilineo con minore pendenza e poi riprendiamo a salire ripidamente a zig-zag.
A fianco dell'ampia mulattiera ora c'è un notevole precipizio.
Passiamo sotto un cavo teso poco sopra le nostre teste (m. 825). Continuiamo in leggera salita (m. 850).
Ben presto la mulattiera torna ripida. Altri cavi scorrono sopra di noi.
Continuiamo alternando vari tornanti e qualche tratto in rettilineo.
A destra ci accompagna, con i suoi innumerevoli pinnacoli, il versante occidentale della Grignetta. Lassù, in alto a destra, è possibile distinguere
il Rifugio Rosalba. Anche il Rifugio Elisa è già visibile; basta guardare davanti l'unico punto del crinale coperto da erba e scendere giù verso due
torrioni. Al ritorno, nel pomeriggio, senza il sole negli occhi, sarà più facile scorgerlo. Più avanti riusciremo a vedere anche il Bivacco Ferrario
sulla cima della Grignetta.
Frattanto arriviamo ad un bivio (m. 1050). I segnavia indicano di proseguire verso sinistra con la solita interminabile sequenza di tornanti.
Un grosso faggio per un attimo ci ripara con la sua ombra sull'assolato cammino (m. 1110).
Dopo un tratto con poca pendenza, riprendiamo a salire.
Percorriamo poi un tratto in piano contornando un precipizio tra gli alberi.
Un cartello segnala una sorgente che è possibile raggiungere scendendo verso destra con un ripido sentierino.
Riprendiamo a salire ed entriamo in un bosco di faggi e noccioli.
Arriviamo ad un bivio (m. 1270). I segnavia indicano a sinistra con il sentiero 16: Val Cassina, Rifugio Bietti; a destra con il sentiero 14: Rifugio
Elisa, Buco di Grigna, Traversata Alta.
Al termine del bosco, tra rade betulle raggiungiamo il bivio dove ritroviamo l'altro percorso (m. 1310). I segnavia indicano a sinistra con il
sentiero 20: Pertica e Gardata; a destra con il sentiero 14: Rifugio Elisa, Buco di Grigna, Traversata Alta.
Da questo punto proseguiamo come precedentemente descritto nell'ultima parte del primo itinerario.
Tempo impiegato: ore 3.10 - Dislivello: m. 1140 -23
Data escursione: settembre 2007
|