Rifugio Vandelli al Lago Sorapiss

Il Rifugio Vandelli č situato nelle Dolomiti Bellunesi, ai piedi del Monte Sorapiss (m. 2603) e a poca distanza del Lago Sorapiss.

Dal sito del Rifugio Vandelli:
"Il Rifugio sorge al centro del circo settentrionale del Sorapiss, quasi sull'orlo dello zoccolo dove affiora e precipita la cascata.
A pochi minuti dal Rifugio, separato da una breve collina, c'č il meraviglioso Lago Sorapiss di color turchese.
Il rifugio in origine era situato vicino al lago, eretto nel 1821 dalla sezione Pfalzgau del Deuthschen und Österreichischen Alpenvereines, distrutto da una valanga nel 1895, ricostruito l'anno seguente fu nuovamente sepolto dalla neve. Dopo la prima Grande Guerra, la sezione Cai di Venezia promosse una nuova edificazione grazie ad una fondazione del socio Cesare Luigi Luzzatti. Ma un incendio lo cancellō nel 1959. La definitiva ricostruzione, intitolata al Presidente del CAI di Venezia, Alfonso Vandelli, venne inaugurata il 18 settembre 1966."


Il Lago Sorapiss č molto bello e molto pubblicizzato. Va da sé che č anche molto frequentato. Alcuni, poco informati, pensano di fare una facile passeggiata. Abbiamo incontrato alcune persone evidentemente poco allenate, qualcuno che soffriva di vertigini, qualcun altro con calzature totalmente inadeguate e molti bambini anche piccoli. Bisogna sapere che nella seconda parte di questa camminata troveremo tratti verticalmente esposti assicurati da un cavo passamano fissato alla parete (uno di questi č in curva per cui non si puō vedere se sta arrivando qualcuno dalla direzione opposta). Ci sono tratti esposti e senza cavi passamano, coperti sul lato a valle da cespugli di mughi che nascono il precipizio. Troveremo brevi tratti da risalire (anche se solo per un metro) aiutandoci con le mani. Troveremo anche passerelle e scale metalliche con gradini traforati.
A qualcuno pare eccessivo classificare questo itinerario per escursionisti esperti, sicuramente non č per tutti.

Venendo dalla A22 del Brennero percorriamo la SS 49 fino a Dobbiaco dove, alla rotonda del Km. 58.7, giriamo a destra per prendere la SS 51 Alemanna in direzione Cortina.
Alla destra tra i pini vediamo il Lago di Dobbiaco che al mattino č completamente in ombra.
Successivamente alla sinistra troviamo anche il Lago di Landro.
A Carbonin giriamo a sinistra e prendiamo la SS 48bis.
Passato il confine tra Trentino e Veneto la strada diventa la SP 49.
Lasciamo a sinistra la strada a pedaggio che sale al Rifugio Auronzo ai piedi delle Tre Cime.
Poco dopo alla sinistra vediamo il Lago di Misurina.
Ad un bivio giriamo a destra sulla SR 48 in direzione del Passo Tre Croci.
Prima di arrivare al passo, alla sinistra troviamo l'inizio del nostro percorso. Non c'č un vero e proprio parcheggio ma bisogna lasciare l'auto a lato della strada. Troviamo perō lo spazio giā interamente occupato. Proseguendo raggiungiamo il passo (m. 1809) dove alla sinistra c'č un grande parcheggio intorno ad un hotel che troviamo temporaneamente chiuso e transennato a causa di una frana avvenuta circa tre settimane prima (il 27.08.2023).
Non ci resta che continuare in discesa verso Cortina. Dopo circa 500 metri troviamo sulla sinistra un grande parcheggio sterrato nel quale lasciamo la macchina (m. 1775).

Nella parte opposta del parcheggio rispetto all'ingresso, troviamo dei segnavia che indicano: Baita San Zuogo, Rifugio al Sorapis A. Vandelli (sentiero 215). Apriamo un cancelletto di legno che poi si richiude automaticamente e ci incamminiamo con un sentiero in salita nel bosco.
Poco dopo gli alberi diventano radi (m. 1790).
Ci immettiamo su di una sterrata e la seguiamo verso destra (m. 1800).

Attraversiamo un altro cancelletto di legno come il precedente e raggiungiamo il Bar Ristoro San Zuogo (m. 1805).
Continuiamo diritto quasi in piano.
Accanto ad un altro cancelletto i segnavia indicano con il sentiero 315 il lago e il rifugio.
Proseguiamo in leggera discesa camminando su erba tagliata e raggiungiamo un altro cancelletto di legno. Alla destra, ad un centinaio di metri di distanza, ci sono una chiesetta e le tre croci che danno il nome al passo. Andiamo a sinistra in leggera salita su sterrato.

Ci immettiamo sulla strada asfaltata al Passo Tre Croci (m. 1809). I segnavia indicano
- seguendo la strada in leggera discesa verso destra: Valbona (segnavia 209) e Rifugio Vandelli (segnavia 215);
- dietro: Rio Gere, Baita Son Zuogo (segnavia 209);
- a destra: Tardeiba, Ciadin del Lōudo, Rifugio Tondi, Rifugio Faloria (segnavia 213).
Continuiamo in leggera discesa passando accanto alle varie auto parcheggiate a lato della SR 48.

Troviamo l'inizio ufficiale di questo itinerario; una sterrata che si stacca alla destra, chiusa da una sbarra abbassata per impedire il passaggio ai veicoli. Alla sua destra c'č il solito cancelletto di legno che consente il passaggio solo ai pedoni. Il segnavia 215 indica a destra il Rifugio Vandelli al Sorapis. Attraversiamo il cancelletto e proseguiamo in leggera discesa sulla sterrata inizialmente attorniata da due prati nei quali pascolano dei cavalli (m. 1795). Davanti, sopra gli alberi, vediamo le Cime di Malquoira, Loudo e Zesta.
Continuiamo tra radi alberi e con il prato solo alla destra.
Dopo una curva verso sinistra proseguiamo quasi in piano nel bosco (m. 1780).
Poco dopo percorriamo una curva verso destra.
Superiamo un'altra curva verso destra e proseguiamo in lievissima discesa (m. 1775).
Percorriamo una curva verso sinistra.
Superiamo due semicurve destra-sinistra e continuiamo in lieve discesa.

Alla destra troviamo una parete di roccia dalla quale scende una cascatella l'acqua della quale bagna la strada.
Troviamo delle canaline per lo scolo dell'acqua di traverso alla strada.
Alla sinistra vediamo i monti Cristallo e Popena.
Quasi in piano superiamo una semicurva verso destra.

Arriviamo ad un bivio. Alla destra c'č una parete di roccia. La strada che continua diritto č chiusa da una fila di piccole pietre. Pertanto seguiamo l'altra che scende alla sinistra (m. 1760).
Poco dopo alla destra troviamo delle lastre in cemento a rinforzo della parete.
Continuiamo su sentiero. Percorriamo un tratto in leggera discesa (m. 1745).
Proseguiamo in leggera salita (m. 1740).
Superiamo cinque brevi tratti: leggera discesa, leggera salita, quasi in piano, leggera salita e quasi in piano.
Dopo un tratto in leggera discesa continuiamo quasi in piano (m. 1740).
In leggera salita superiamo due semicurve destra-sinistra appena accennate, all'ombra degli alberi e con alcune roccette che affiorano nel sentiero.
Percorriamo una semicurva verso destra (m. 1745).
Passiamo su delle radici che escono dal terreno. Continuiamo su sentiero.
Superiamo una semicurva verso sinistra.

Allo scoperto, quasi in piano, attraversiamo il letto pietroso di un largo torrente che troviamo praticamente asciutto.
Giriamo a sinistra, riprendiamo il sentiero e percorriamo due tratti quasi in piano separati da uno in discesa. Torniamo tra gli alberi.
Superiamo due semicurve destra-sinistra e continuiamo con poca pendenza.
Dopo una semicurva verso destra, alla sinistra vediamo le Tre Cime di Lavaredo (m. 1750).

Quasi in piano arriviamo ai piedi di un'alta parete di roccia situata alla nostra destra. Possiamo passare rasente la parete su roccia un po' scivolosa oppure, su fondo roccioso scendere a sinistra, attraversare un ruscelletto e risalire.
Riprendiamo il sentiero.
Percorriamo due tornanti destra-sinistra vicini tra loro (m. 1755).
Superiamo due semicurve destra-sinistra.
Continuiamo con un'ampia semicurva verso sinistra (m. 1775).
Poco dopo, in leggera salita, iniziamo un'ampia curva verso destra incassata nel terreno circostante.
Proseguiamo in salita, tra cespugli di mirtillo, con delle serpentine appena accennate.

Quasi in piano arriviamo ad un bivio dove i segnavia indicano
- a sinistra: Valbona
- a destra (sentiero 215): Rifugio A. Vandelli.
Andiamo a destra (m. 1785).
Continuiamo in leggera discesa.
Percorriamo un lungo tratto quasi in piano (m. 1780).
Proseguiamo con una semicurva verso destra, un'ampia semicurva verso sinistra e un tornante destrorso vicini tra loro.
Dopo una curva verso destra continuiamo in leggera discesa.

Subito dopo, presso un tornante sinistrorso, quasi in piano attraversiamo il letto di un torrente in secca (m. 1775).
In leggera discesa percorriamo un tornante destrorso e continuiamo quasi in piano nel bosco.
Lasciamo a sinistra un grande masso tra radi pini.
Percorriamo un tratto in leggera discesa ed uno in discesa (m. 1765).
Quasi in piano, per un tratto camminiamo su delle radici e superiamo una semicurva verso destra (m. 1760).
Subito dopo superiamo una semicurva verso sinistra e proseguiamo in discesa su fondo roccioso.
Percorriamo un breve tratto quasi in piano.

Continuiamo in discesa in modo abbastanza ripido su roccia un po' scivolosa.
Torniamo a salire e superiamo due semicurve destra-sinistra (m. 1750).
Proseguiamo quasi in piano.

Con un breve gių e su raggiungiamo e attraversiamo il letto asciutto di un torrente mentre alla destra ci sono delle alte pareti di roccia.
Proseguiamo in leggera salita.
Superiamo una semicurva verso destra.
Continuiamo con una semicurva verso sinistra all'ombra di una parete verticale molto alta (m. 1755).
Percorriamo un breve tratto in discesa.
Superiamo una semicurva verso destra e riprendiamo a salire.
Dopo una semicurva verso sinistra, percorriamo un breve tratto abbastanza ripido, uno in salita ed un altro abbastanza ripido (m. 1765).
Superiamo una semicurva verso destra tra pini, larici e cembri (m. 1775).

Il sentiero si divide in tre, uno prosegue diritto e gli altri girano a destra. Continuiamo diritto (m. 1785).
Dopo due tornanti destra-sinistra ritroviamo gli altri due sentieri che arrivano dalla destra (m. 1790).
Troviamo un tronchetto, fissato di traverso al sentiero, per deviare a lato l'acqua di scolo. Alla sinistra vediamo le Tre Cime.

Ora saliamo ripidamente (m. 1805).
Percorriamo un tratto in leggera discesa e poco dopo riprendiamo a salire (m. 1825).
Quasi in piano superiamo una semicurva verso destra.

Percorriamo un tratto in discesa ed uno in discesa abbastanza ripida. Una radice che affiora dal terreno puō essere d'inciampo.
Continuiamo quasi in piano tra pini mughi (m. 1820).
Camminando su ghiaietto superiamo due semicurve sinistra-destra in leggera salita (m. 1820).

Proseguiamo in salita su fondo roccioso e con il sentiero esposto alla sinistra.
Poco dopo ritroviamo i mughi a lato del sentiero.
Superiamo un breve ripido tratto e proseguiamo in salita (m. 1825).
Percorriamo un altro breve e ripido tratto, questa volta agevolati da rudimentali gradini scavati nella roccia (m. 1835).
In salita percorriamo un tornante destrorso.

Continuiamo in modo abbastanza ripido, su gradini scavati della roccia, assicurati da un cavo metallico fissato alla parete (m. 1845).

Con poca pendenza percorriamo un tornante sinistrorso e saliamo una scala con 12 gradini di metallo traforato (m. 1855).
Subito percorriamo un tornante destrorso e continuiamo con un'altra scala con 29 gradini.
Dopo un tornante sinistrorso ne saliamo altri 10.

Terminata questa serie di scale metalliche (m. 1865), continuiamo con poca pendenza e con il sentiero esposto alla sinistra.
Superiamo una semicurva verso destra e riprendiamo a salire su fondo roccioso.
Continuiamo quasi in piano (m. 1885).
Poco dopo saliamo dei rudimentali gradini di roccia.
Proseguiamo quasi in piano su sentiero sterrato, attorniati da mughi.

In discesa percorriamo una curva verso sinistra su fondo roccioso con il sentiero piegato verso valle (m. 1885).
Dopo due ripidi passi su roccia continuiamo su sentiero sterrato.
In leggera salita percorriamo un ampio tornante destrorso.
Con una curva verso sinistra percorriamo un tratto esposto.

Proseguiamo in discesa, in modo abbastanza ripido, assicurati dalla presenza di un cavo passamano fissato alla roccia (m. 1890).
In piano attraversiamo una passerella di legno (m. 1885).
Subito dopo il cavo passamano termina.
Continuiamo quasi in piano su sentiero sterrato.
Proseguiamo con mughi ai lati e radici che affiorano nel sentiero.
Percorriamo un breve tratto in discesa.

Continuiamo quasi in piano con il sentiero esposto (m. 1885).
Prestiamo attenzione ad un spuntone di legno sul quale potremmo inciampare.
Proseguiamo in leggera discesa tra pini mughi.
Quasi in piano percorriamo una curva verso sinistra.
Continuiamo in leggera discesa dapprima su roccia e poco dopo su sterrato.

Proseguiamo quasi in piano tra un garbuglio di radici sollevate dal terreno.
Continuiamo su sterrato.
Superiamo un breve tratto in salita.

Quasi in piano percorriamo il tratto maggiormente esposto. Alla destra c'č un cavo passamano per assicurarci dal precipizio. Percorriamo una curva verso destra e arriviamo alla fine del cavo e del tratto esposto (m. 1880).
Proseguiamo con alcuni su č gių a volte su roccia lucida e potenzialmente scivolosa. Troviamo anche diversi tronchetti tagliati che intralciano il cammino (m. 1875).
Continuiamo quasi in piano su sentiero.
Aggiriamo una pietra attorniata da alberelli.
Superiamo una semicurva verso destra e, poco dopo, una verso sinistra.
Proseguiamo con un breve su e gių.
Quasi in piano superiamo una semicurva verso sinistra e continuiamo in leggera discesa su fondo roccioso.

Possiamo scegliere se camminare su di una passerella di metallo traforato o se aggirarla poco pių in basso alla sinistra.
Saliamo due gradini di metallo.
Percorriamo un tratto in leggera discesa su pietre.

In salita, alterniamo tre tratti su roccia a tre passerelle metalliche traforate. Saliamo tre gradini di metallo (m. 1870).
Saliamo l'ultima scala che ha 21 gradini in metallo traforato (m. 1875).
Continuiamo dapprima in salita su fondo roccioso e poco dopo in leggera salita su sterrato (m. 1880).
Percorriamo alcuni ripidi passi su fondo roccioso.

Proseguiamo con poca pendenza e cominciamo a vedere il Rifugio Vandelli (m. 1885).
Pieghiamo a destra e risaliamo una roccia liscia oppure la costeggiamo alla sua sinistra.

Ad un bivio i segnavia indicano
- a destra (sentiero 223): Tonde de Faloria, Ciadin del Loudo;
- a destra (sentiero 216): Forcella Marcoira;
- diritto (sentiero 215): Rif. Sorapis Vandelli;
- dietro (sentiero 215): Passo Tre Croci.
Continuiamo diritto, quasi in piano su sterrato (m. 1890).
Proseguiamo con poca pendenza.
Il sentiero si divide e poco dopo si ricompone.
Percorriamo un tratto in salita ed uno con poca pendenza.

Quasi in piano percorriamo una curva verso sinistra, un tornante destrorso e una semicurva verso sinistra vicini tra loro (m. 1895).
In leggera salita aggiriamo un masso e superiamo due semicurve destra-sinistra. Camminiamo tra alberelli e arbusti.
Proseguiamo quasi in piano.
Su di una passerella di tronchi percorriamo una curva verso sinistra aggirando un masso (m. 1900).

Ad un bivio, oltre alla scritta "Contribuisci a mantenere pulito l'ambiente", troviamo dei segnavia che indicano
- a sinistra (sentiero 217): Sopis, Valbona, Federa Vecchia;
- a destra (sentiero 215): Cengia del Banco, Ferr. Berti - Biv. Slataper;
- a destra (sentiero 215): Lago di Sorapis, S La Punta Nera - R. Tondi;
- a sinistra (sentiero 248): Bivacco Comici, Via Ferrata A. Vandelli;
- a sinistra (sentiero 215): Rifugio al Sorapis A. Vandelli.

a) a sinistra.
Dopo un tratto in salita, con poca pendenza percorriamo una semicurva verso destra e una curva verso sinistra e raggiungiamo il Rifugio Vandelli (m. 1926).

b) a destra.
Attraversiamo il letto di un torrente, che troviamo asciutto, su di una passerella di tronchi.
Saliamo dei gradini di legno.
Percorriamo due tratti in leggera salita intervallati da uno quasi in piano.
Passiamo accanto alla piazzola per l'atterraggio dell'elicottero.
In discesa raggiungiamo la sponda orientale del Lago Sorapiss.

Tempo impiegato: ore 2.30 - Dislivello: m. 290-139 - Distanza: Km. 7
Data escursione: settembre 2023

Escursioni partendo dal rifugio (dal sito del Rifugio Vandelli):


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