Rifugio Savogno

Passando per la statale del Maloja, pochi chilometri dopo Chiavenna, ci capiterà senz'altro di rallentare per ammirare sulla sinistra le splendide cascate gemelle dell'Acqua Fraggia.
Non tutti notano però quel campanile e quel borgo abbarbicato lassù oltre le cascate: Savogno.

Possiamo salire a Savogno con mulattiere e sentieri. Recentemente è stata realizzata anche una strada sterrata a pedaggio che però termina ad una ventina di minuti di cammino dal rifugio.
Giunti alla meta, dopo una sosta ristoratrice presso il rifugio, è opportuno vagare un po' per quelle strette viuzze tra vecchie case ormai quasi tutte disabitate. Potremo cominciare dalla chiesa, di fronte alla quale un busto bronzeo ricorda che qui fu parroco San Luigi Guanella.
Dopo aver ammirato lo splendido panorama sulla sottostante Piuro e sulla Valle Aurosina di fronte a noi, riprendiamo a camminare tra i vicoli rendendoci conto di quanto doveva essere genuina ma faticosa la vita quassù.
Il nostro viaggio indietro nel tempo può proseguire fino a Dasìle (m. 1032), venti minuti più a monte.
Qui le case sono più modeste ma tutto è così in ordine che sembra che il borgo sia stato abbandonato non dagli anni sessanta ma da pochi giorni.

Primo itinerario: da Borgonovo di Piuro (mulattiera a gradini)

Con la statale 37 arriviamo fino al km. 3.4 dove, proprio di fronte alle cascate, giriamo a sinistra.
Lasciata la macchina nell'ultimo parcheggio (m. 430), ci incamminiamo verso destra, quasi in piano, su di una stradina asfaltata. Alla sinistra c'è una recinzione con paletti di metallo che reggono due cavi e alla destra una siepe.
Superata una grata per lo scolo dell'acqua la stradina diventa sentiero. I segnavia indicano davanti: Sentiero Panoramico, Savogno, Soglio (CH); dietro: Strada Statale 37, S. Abbondio, Crotti della Canoa, Crana.
In lievissima salita raggiungiamo la località Sarlone.
Saliamo alcuni gradini. Passiamo tra un muro di recinzione ed una casa.
Dopo altri gradini, troviamo una casa recintata alla sinistra.
Ci immettiamo su di una strada asfaltata e, seguendo i bolli bianco-rossi, andiamo a sinistra.

Poco dopo la strada termina accanto a due cartelli che parlano di Sarlone e delle Cascate dell'Acqua Fraggia (m. 450). Una palina reca vari segnavia che indicano: Borgonuovo; a sinistra: Sentiero panoramico Cascate, Sentiero del Pigion; diritto: Stalle dei Ronchi-Torchio, Savogno a ore 1.30, Dasile a ore 1.50, Corbia a ore 3.20, Lago Acqua Fraggia a ore 5, Alpigia a ore 2.20, Passo di Lei-Bivacco a ore 6.30, Passo del Turbine a ore 5.30. Lasciamo a sinistra il sentiero delle cascate (descritto nel secondo itinerario) e proseguiamo diritto.

Circondati dapprima da ciliegi, che più avanti lasceranno il posto ai castagni, iniziamo a risalire la lunga mulattiera formata da ben 2886 gradini. Provate a contarli!
Subito percorriamo una curva a destra e proseguiamo tra pietre e muretti a secco.
Dopo una curva a sinistra la pendenza diventa abbastanza ripida.
Alla sinistra ci accompagna una vecchia staccionata in legno. In questa prima parte del percorso, in alcuni punti, troviamo delle vecchie protezioni in legno sul lato a valle.
Alla destra c'è una grande rete paramassi a protezione delle sottostanti abitazioni nel caso di un'eventuale frana (m. 475).
Superiamo due tornanti destra-sinistra vicini tra loro.
La pendenza diminuisce un poco. Continuiamo con una curva a destra seguita poco dopo da un tornante sinistrorso (m. 490).

Presso un tornante destrorso sentiamo scorrere dell'acqua che non riusciamo a vedere (m. 500).
Subito giriamo a sinistra e proseguiamo in modo abbastanza ripido.
Ora vediamo il ruscelletto e, con una curva a destra, gli volgiamo le spalle (m. 515).
La pendenza diminuisce un poco. Percorriamo una curva a sinistra (m. 530).

Alla sinistra troviamo della legna accatastata sotto ad un masso sporgente (m. 540).
Subito percorriamo un'ampia curva a sinistra.
Dopo un tratto tra due muretti di pietra proseguiamo con un muro alla sinistra ed il bosco alla destra.
Un cartello su di un albero indica una "zona a maggior tutela" (m. 560).
Troviamo delle vecchie protezioni in legno alla destra.

Alla sinistra, sotto ad un masso c'è una grotta chiusa con una porta di legno (m. 575).
Con una curva a sinistra aggiriamo alcuni ruderi.
La pendenza aumenta. Alla sinistra troviamo una vecchia stalla/fienile.
Poco dopo ne troviamo un'altra alla destra mentre alla sinistra ci sono dei ruderi.

Arriviamo al tornante sinistrorso in località Stalle dei Ronchi (m. 595). Qui troviamo una bella fontana con tre vasche comunicanti scavate in altrettanti monoliti. L'acqua entra nella prima vasca tramite un tubicino ricurvo situato sopra ad un paletto di legno. Alla destra del tornante si stacca un sentiero lungo il quale ci sono diverse costruzioni ormai in cattivo stato di conservazione.
Su di un cartello intitolato: "Stal di Rònch" leggiamo in italiano, tedesco e inglese quanto segue: "Nel punto in cui la mulattiera tra Sarlone e Savogno incontra il sentiero per la frazione di Santa Croce, si trova la fontana con vasche in pietra, dette büi, quella ampia centrale è datata 1869 e si raccorda alla muratura retrostante con un arco ribassato. Poco oltre si trovano locali rustici e fienili con impiego esteso di legname per la tamponatura ad assi e tronchi, detti palénsc, nei piani più alti, con murature in pietra solo al piano terreno e negli angoli superiori; il timpano compreso tra le due falde di copertura, detto balz, è realizzato con tronchi orizzontali incastrati in modo ortogonale alle travi di copertura, come nelle strutture a càrden. Entro alcuni di questi edifici rustici sono presenti tini per la pigiatura dell'uva. Un edificio in muratura racchiude il torchio comunitario settecentesco. Il vino prodotto veniva portato poco più a monte, lungo la mulattiera principale, dove la presenza di sfiati d'aria fresca provenienti dall'interno della montagna, detti sorei, permise la costruzione di crotti composti di semplici vani rustici." Vale la pena fare una sosta e dare un'occhiata in giro.

Ripreso il cammino, lasciamo a destra altri ruderi.
Troviamo un rudere alla sinistra e una vecchia baita alla destra sulla quale vediamo il numero 500 dipinto in bianco, e con un tornante destrorso la aggiriamo (m. 620).
Dopo un tornante sinistrorso continuiamo con un muro di pietre alla destra mentre alla sinistra ci sono delle protezioni di legno e dei massi.
Presso un tornante destrorso vediamo un bollo rosso e una freccia bianca che invita a proseguire.

Al successivo tornante sinistrorso troviamo una baita che appare in buone condizioni. Su di un quadretto appeso alla porta d'ingresso leggiamo: "Chi rispetta questi luoghi, rispetta la memoria di chi ci ha vissuto e la dignità di chi ancora ci vive" (m. 635).
Con un tornante destrorso aggiriamo questa baita. Alla sinistra c'è un muro.
Vediamo la scritta "C.S." dipinta in rosso.
Arriviamo ai piedi di una ripida parete verticale e giriamo a sinistra (m. 650).
Proseguiamo in modo abbastanza ripido. Sulla parete vediamo una freccia bianca e la scritta: "Forza".

Percorriamo un'ampia curva destrorsa trascurando un sentiero che prosegue diritto verso alcune baite. Sul muro alla destra c'è un segmento giallo (m. 665).
Dopo alcuni passi, ignoriamo anche un sentiero si stacca alla destra. Seguendolo, poco dopo troviamo: delle baite alla sinistra, una protezione in metallo alla destra, un tavolino e delle panche di pietra. Proseguiamo con la mulattiera.
Superiamo un tornante destrorso (m. 685).
Presso un tornante sinistrorso, lasciamo alla destra dei ruderi ed un masso sporgente sotto al quale è stato collocato un quadretto che parla della volpe, animale che possiamo trovare in questi boschi (m. 690).
Percorriamo due tornanti destra-sinistra.
Continuiamo con poca pendenza e troviamo un altro cartello che illustra le caratteristiche del castagno (m. 705).

Poco dopo, presso un tornante destrorso, vediamo un bollo rosso ed una freccia bianca. Riprendiamo a salire.
Superiamo due tornanti sinistra-destra (m. 720).
All'esterno del successivo tornante sinistrorso vediamo dei ruderi (m. 730).
Percorriamo una curva a sinistra con delle vecchie protezioni a valle mentre alla destra c'è un parete di roccia (m. 740).

Alla destra troviamo una cappellina che contiene una statua della madonna ed alcuni quadri (m. 750).
Poco dopo giriamo a destra. Qui, l'assenza di alberi alla sinistra, consente una bella veduta panoramica sui paesi del fondovalle. Tre cartelloni intitolati: "4 Settembre 1618, la rovina di Piuro" parlano di Piuro prima e dopo la frana.
Dopo un tratto con poca pendenza, riprendiamo a salire con delle vecchie protezioni alla sinistra ed un muro alla destra.
Superiamo un tornante destrorso molto ampio (m. 765).
Continuiamo tra due muretti.

In leggera salita percorriamo un tornante sinistrorso molto ampio attraversando un ruscello che passa sotto a due lastre di pietra. Un cartello avverte che l'acqua non è potabile (m. 785).
Continuiamo in salita e superiamo due tornanti destra-sinistra vicini tra loro.

Arriviamo in località "Al Cios de Cranna" (m. 800). Qui, presso un tornante destrorso, troviamo delle panche in pietra. Il sentiero panoramico (descritto nel secondo itinerario) rientra dalla sinistra. I segnavia indicano a sinistra: Cranna, Chiavenna; a destra: Savogno, Villa di Chiavenna, Soglio (CH); dietro: Borgonuovo.
Proseguiamo con tre tornanti sx-dx-sx ed una curva a destra vicini tra loro.
In modo abbastanza ripido arriviamo al successivo tornante destrorso (m. 835).
Con minore pendenza superiamo un tornante sinistrorso.

In modo abbastanza ripido percorriamo un ampio tornante destrorso all'inizio del quale, alla destra, troviamo una lastra di pietra sulla quale sono state incise una croce ed il nome di uno sfortunato escursionista. Alla sinistra vediamo un traliccio che sostiene i cavi della teleferica di servizio al rifugio (m. 850).
All'esterno del successivo tornante sinistrorso c'è una croce in legno (m. 865).
Pochi passi più avanti alla sinistra troviamo un grande cartello intitolato: "Crus di misionàri" sul quale leggiamo: "La mulattiera unisce le frazioni di Sarlone e Borgonuovo con quella di Savogno snodandosi lungo il pendio che delimita la Val Bregaglia lungo il versante retico. Il dislivello di circa 500 metri è superato grazie a 2886 gradini in pietra con ripiani selciati creati a seguito del continuo utilizzo della montagna per l'allevamento, l'agricoltura e l'abitazione che imposero migliori vie di comunicazione con i centri principali del fondovalle. Lungo il percorso si trovano punti con ripiani in pietra, dette pòos, luoghi utili per la sosta, talvolta posti in coincidenza di cappelle. Il sentiero è uno splendido esempio della tecnica costruttiva locale dei secoli passati e si adatta al territorio servendo punti strategici del sistema economico di un tempo. Da Savogno la mulattiera scende dalla frazione fino ai sottostanti crotti, locali in cui l'aria fresca garantisce la conservazione degli alimenti. Più in basso lungo il percorso si trovano le stalle ed il torchio comunitario, nell'area occupata sino a metà Novecento dai terrazzamenti a vigneto."

Poco dopo arriviamo ad un bivio (m. 870). I segnavia indicano a sinistra: Dasile, Corbia, Carmezzano; a destra: Savogno, Villa di Chiavenna, Soglio (CH): dietro: Crana, Chiavenna. Ad ogni modo possiamo utilizzare entrambe le mulattiere per arrivare al rifugio.

a) Proseguiamo diritto in salita e troviamo subito un cartello giallo con la scritta: "attenzione ai carichi sospesi". Passiamo sotto ai cavi della teleferica e troviamo un altro cartello identico rivolto a chi scende.
In alto a destra cominciamo a vedere la chiesa e le prime case di Savogno.
Continuiamo in leggera salita. Alla destra ci accompagna una serie di paletti di legno (m. 890).
Per un tratto alla destra della mulattiera scorre un sentiero parallelo.
Un altro cartello giallo avverte di prestare attenzione ai carichi sospesi (m. 900). Transitiamo sotto ad altri cavi che scorrono molto in alto e passiamo accanto all'altro cartello identico rivolto a chi scende.
Proseguiamo in salita. Il sentiero alla destra è terminato.
Con minore pendenza arriviamo ad un bivio (m. 925). Alla sinistra ci sono la vecchia segheria ad acqua, il ponte sul torrente che origina le cascate e la mulattiera che scende da Dasile (descritta nel quarto itinerario). I segnavia indicano: Savogno; a sinistra: Dasile a ore 0.20, Corbia a ore 1.30, Ponciagna a ore 3.10; a destra: Villa di Chiavenna a ore 1, Soglio (CH), Alpigia a ore 1, Lago a ore 2.30, Passo di Lei a ore 4; dietro: Borgonuovo a ore 0.40, Crana a ore 0.40, Chiavenna a ore 2. Andiamo a destra.
Lasciamo a sinistra la costruzione semi interrata di un acquedotto.
Proseguiamo quasi in piano. Alla sinistra c'è il cimitero e, poco dopo, alla destra il rifugio.

b) La mulattiera a destra sale in modo abbastanza ripido.
Troviamo due segnavia a bandierina a strisce orizzontali di colore rosso-bianco-rosso, uno per lato (m. 890).
Con minore pendenza superiamo tre tornanti sx-dx-sx vicini tra loro.
In leggera salita percorriamo un tratto sterrato e arriviamo ai piedi delle mura che fanno da contenimento alla piazzetta della chiesa di Savogno. (m. 910).
Giriamo a destra e torniamo a salire con la mulattiera a gradini (m. 920). Alla destra ci sono le alte mura mentre alla sinistra ci accompagnano dei paletti di legno e vediamo la teleferica.
In leggera salita giriamo ancora a destra e arriviamo a Savogno. Alla destra c'è la chiesa. Alla sinistra si va verso il rifugio. Davanti, passando accanto ad una fontana, la mulattiera prosegue. I segnavia indicano: Savogno m. 932; diritto: Alpigia a ore 1.20, Lago a ore 2.30, Passo di Lei a ore 4; a sinistra: Dasile a ore 0.20, Corbia a ore 1.30, Ponciagna a ore 3.10; a destra: Villa di Chiavenna a ore 1, Soglio (CH); dietro: Borgonuovo a ore 0.40, Crana a ore 0.40, Chiavenna a ore 2. Andiamo a sinistra in leggera discesa, costeggiando una casa.
Lasciamo a destra la Cooperativa di Consumo ENAL sulla quale vediamo una cartina dei sentieri e alla sinistra il punto di arrivo della teleferica.
Pochi passi più avanti alla sinistra troviamo il rifugio.

Tempo impiegato: ore 1.20 - Dislivello: m. 502
Data escursione: gennaio 2017

Secondo itinerario: da Borgonovo di Piuro (Sentiero Panoramico dell'Acqua Fraggia)

Con la statale 37 arriviamo fino al km. 3.4 dove, proprio di fronte alle cascate, giriamo a sinistra.
Lasciata la macchina nell'ultimo parcheggio (m. 430), ci incamminiamo verso destra, quasi in piano, su di una stradina asfaltata. Alla sinistra c'è una recinzione con paletti di metallo che reggono due cavi e alla destra una siepe.
Superata una grata per lo scolo dell'acqua la stradina diventa sentiero. I segnavia indicano davanti: Sentiero Panoramico, Savogno, Soglio (CH); dietro: Strada Statale 37, S. Abbondio, Crotti della Canoa, Crana.
In lievissima salita raggiungiamo la località Sarlone.
Saliamo alcuni gradini. Passiamo tra un muro di recinzione ed una casa.
Dopo altri gradini, troviamo una casa recintata alla sinistra.
Ci immettiamo su di una strada asfaltata e, seguendo i bolli bianco-rossi, andiamo a sinistra.

Poco dopo la strada termina accanto a due cartelli che parlano di Sarlone e delle Cascate dell'Acqua Fraggia (m. 450). Una palina reca vari segnavia che indicano: Borgonuovo; a sinistra: Sentiero panoramico Cascate, Sentiero del Pigion; diritto: Stalle dei Ronchi-Torchio, Savogno a ore 1.30, Dasile a ore 1.50, Corbia a ore 3.20, Lago Acqua Fraggia a ore 5, Alpigia a ore 2.20, Passo di Lei-Bivacco a ore 6.30, Passo del Turbine a ore 5.30. Andiamo a sinistra.

Scavalchiamo un piccolo dosso salendo alcuni gradini di pietra e scendendo dall'altro lato con un sentiero che subito gira a destra.
Superiamo un rivolo con un ponticello realizzato unendo quattro traversine di legno ed entriamo in un castagneto.
Cominciamo a salire a zig-zag, a volte utilizzando alcuni gradini.
Ben presto il sentiero diventa ripido. Percorriamo poi un tratto con poca pendenza e torniamo a salire ripidamente (m. 485).

Da questo punto, nei tratti esposti, ci accompagnerà una protezione formata da paletti che reggono due o tre funi metalliche, la più alta delle quali potrà fungere anche da corrimano e aiutarci lungo il cammino.
Saliamo alcuni gradini di pietra con bella vista sull'abitato sottostante.
Giriamo a destra e dopo un breve tratto con poca pendenza torniamo a salire con dei gradini di cemento (m. 510).
Troviamo poi alcuni ripidi gradini di pietra seguiti, dopo pochi passi in piano, da altri in cemento.
Tornati in piano troviamo un bivio. Continuando diritto possiamo raggiungere uno slargo dal quale è ben visibile la parte bassa delle cascate e possiamo anche sostare un attimo approfittando di una panchina (m. 535).
Per proseguire il nostro cammino invece, dobbiamo salire a destra con dei gradini di cemento che, dopo i primi, diventano ripidi.

Raggiungiamo la prima scala di ferro (m. 545). La scala ha 28 gradini metallici traforati ed un corrimano sulla sinistra.
Proseguiamo poi con altri gradini di pietra.
Con pendenza ancora maggiore arriviamo alla seconda scala, identica alla prima ma con 24 gradini (m. 570).
Dopo averla risalita troviamo altri gradini in cemento che conducono ai piedi della terza scala (m. 580). Anche quest'ultima è uguale alle altre ma è la più lunga avendo 30 gradini.
Superate le scale, troviamo sulla sinistra uno slargo, bel punto panoramico sulla parte mediana delle cascate.

Continuiamo in leggera salita utilizzando due passerelle, ognuna delle quali realizzata unendo cinque tronchi, per superare dei rivoli accanto alle cascate che qui formano delle pozze tra i due salti principali.
Riprendiamo a salire con altri gradini. La pendenza poi diminuisce e percorriamo un tratto tra erba e alberi.
Lasciato a destra un rudere tra gli alberi (m. 640), giriamo a sinistra e saliamo altri gradini di cemento che terminano presso uno slargo panoramico.

Ignorato un sentiero che si stacca sulla destra, raggiungiamo un ponte sospeso sopra il corso d'acqua che alimenta le sottostanti cascate.
Il ponte è un po' traballante in quanto realizzato con due tiranti che reggono delle traversine di legno. Quasi a metà si appoggia su un grande masso. Lo attraversiamo senza problemi anche perché ci sono protezioni da entrambi e lati (m. 655).
Continuiamo con una breve salita verso sinistra, seguita da un tratto quasi in piano.

Ancora pochi passi in salita ci portano ad un bivio davanti ad una vecchia stalla senza l'uscio (m. 670). Di fronte arriva il sentiero descritto nel terzo itinerario che proviene da S. Abbondio di Piuro. I segnavia indicano a destra: Savogno, Villa di Chiavenna, Soglio (CH); diritto: Crana, Chiavenna; dietro: Sentiero Acqua Fraggia, Borgonuovo. Andiamo a destra e saliamo dei gradini di pietra.
In un anfratto tra le rocce vediamo un quadretto raffigurante Gesù. Attorno, tra gli alberi, ci sono vecchi massi franati.
Continuiamo quasi in piano. In basso a destra vediamo il ponte di legno e la cascata (m. 680).
Percorriamo un tratto in salita. Il sentiero è protetto alla destra da una staccionata.

Proseguiamo con poca pendenza. Presso una curva a sinistra saliamo due gradini di legno e vediamo il gomito di un tubo in metallo che affiora dal terreno (m. 705).
Alla destra, il torrente effettua alcuni saltelli.
Saliamo altri gradini di legno.
Superiamo un tratto interessato da una piccola frana; ormai il nuovo sentiero si è riformato (m. 720).
Dopo alcuni gradini di legno continuiamo in leggera salita su sentiero sterrato.

Con una curva a destra e alcuni gradini in cemento raggiungiamo un ponte con il quale attraversiamo il corso d'acqua ammirando alla nostra sinistra un'altra esile cascata che forma una pozza d'acqua smeraldina (m. 740).
Oltre il ponte, riprendiamo a salire e troviamo un sentiero che arriva dalla destra passando accanto ad una vecchia stalla. I segnavia indicano: diritto: Savogno, Villa di Chiavenna, Soglio (CH); a destra: Borgonuovo; dietro: Crana, Chiavenna.
Dopo un tratto con poca pendenza riprendiamo a salire.

Proseguiamo in modo abbastanza ripido, con delle serpentine, verso un'insellatura, raggiunta la quale troviamo una biforcazione. Entrambi i sentieri piegano a sinistra; prendiamo il secondo indicato da una freccia rossa e dalla scritta Savogno sulla roccia (m. 770).
Continuiamo quasi in piano. Alla sinistra dapprima c'è un muro di pietre e poi una parete di roccia che, in alcuni punti, è a sbalzo verso il sentiero.
In leggera salita percorriamo una curva a destra.

Due ruscelletti, vicini tra loro, attraversano e bagnano il sentiero.
Un cartello avverte di prestare attenzione ai carichi sospesi (m. 780).
Torniamo a salire e aggiriamo un castagno cresciuto sul sentiero.

Con alcuni gradini di pietra arriviamo in località "Al Cios de Cranna" dove ci immettiamo sulla mulattiera del primo itinerario (m. 800). I segnavia indicano davanti: Savogno, Villa di Chiavenna, Soglio (CH); a destra: Borgonuovo; dietro: Cranna, Chiavenna.
Continuiamo come precedentemente descritto nell'ultima parte del primo itinerario.

Tempo impiegato: ore 1.10 - Dislivello: m. 502
Data escursione: ottobre 2009

Terzo itinerario: da S. Abbondio di Piuro

Con la statale 37 arriviamo fino al km. 3.2 dove giriamo a sinistra.
Attraversiamo la frazione di S. Abbondio dirigendoci verso la chiesa presso la quale è possibile visitare il museo che conserva i reperti dell'antica Piuro, sepolta sotto cumuli di sassi franati dalla montagna nel 1618.
Superata la chiesa, proseguiamo con alcuni tornanti e raggiungiamo lo spiazzo, al termine della strada, dove lasciamo la macchina (m. 495).

Qui troviamo una fontana con vasca, un pannello che parla della località S. Abbondio e dei crotti della Cànoa, e l'inizio della mulattiera a gradini che addentrandosi in un castagneto inizia a risalire la Val Crana. I segnavia indicano a destra: per il Sentiero Panoramico, Crotti della Cànoa a ore 0.05, Crana a ore 0.15, Savogno a ore 1.20, Dasile a ore 1.10, Corbia a ore 2.40; dietro: S. Abbondio a ore 0.05, Borgonuovo a ore 0.10, Cascate Acqua Fraggia a ore 0.15.
Alla destra c'è una recinzione in legno. In leggera salita passiamo accanto a vecchie baite e vediamo alcuni tavoli e panche.
Presso una curva a sinistra troviamo un cancelletto verde (m. 500).
Continuiamo con delle protezioni alla sinistra.
Lasciamo a destra un rudere. La pendenza aumenta. Saliamo dei bassi gradini.
Troviamo una costruzione con una balconata in legno alla destra. In basso a sinistra vediamo un baitello in cemento.
Troviamo altri ruderi alla sinistra. Alla destra vediamo una cavità sotto ad un masso.
Percorriamo un tratto con una protezione dipinta di grigio che fa anche da corrimano e nel contempo impedisce l'accesso ad una diga sul torrente che intravediamo tra gli alberi in basso alla sinistra.

Raggiungiamo un rudere ed un bivio (m. 530). I segnavia indicano: Crotti della Canoa 520 m; a destra: Sentiero Panoramico, Savogno, Villa di Chiavenna, Soglio (CH), diritto: Sentiero Panoramico, Crana, Chiavenna; dietro: S. Abbondio a ore 0.15, Borgonuovo a ore 0.20. Andiamo a destra in salita con una mulattiera a gradini.
Vediamo una freccia rossa con la punta rivolta in senso contrario al nostro procedere.

Poco dopo troviamo sulla sinistra uno spiazzo dove quattordici vecchi tavoli in pietra precedono una costruzione sulla quale è inciso l'anno 1655. Siamo al crotto* Cànoa; vale la pena fermarsi un attimo a curiosare.
Lasciato il crotto, con dei gradini di pietra saliamo a zig-zag in modo abbastanza ripido. Siamo attorniati da massi, soprattutto alla sinistra.
In leggera salita arriviamo ad una curva a sinistra oltre la quale continuiamo quasi in piano su sterrato (m. 565). In basso a destra scorre un ruscello.
Torniamo a salire con gradini di pietra.

Presso una curva a destra, superiamo il ruscello su di una passerella in legno (m. 575).
Percorriamo una curva a sinistra con dei gradini in leggera discesa (m. 585).
Dopo una curva a destra saliamo in modo abbastanza ripido.

Alla successiva curva a sinistra ignoriamo una deviazione che conduce verso una costruzione dell'acquedotto. Su di un cartello leggiamo: "Sentèe de la Capela" (m. 595).
Presso una curva a destra vediamo un bollo bianco-rosso.
Percorriamo una curva a sinistra, due tornanti destra-sinistra e una curva a destra, tutti quanti vicini tra loro (m. 610).
Torniamo a salire in modo abbastanza ripido.

Arriviamo al bivio nei pressi di una santella recentemente ristrutturata a cura della Sezione Valtellinese del Gruppo Alpini di Chiavenna (m. 620). Ora la santella contiene la statua di S. Luigi Guanella (precedentemente conteneva un quadro raffigurante una madonna con bambino). I segnavia indicano a sinistra: Dasile a ore 0.50, Corbia a ore 2.10, Carmezzano a ore 3.50; diritto: Sentiero Panoramico, Savogno, Villa di Chiavenna, Soglio (CH); dietro: Sentiero Panoramico, Crana a ore 0.15, Chiavenna a ore 1.10. Ci sono anche delle scritte sulle pietre che indicano diritto Savogno e a sinistra Dasile.

Proseguiamo diritto, quasi in piano, entrando nella Valle dell'Acqua Fraggia.
Subito troviamo una stalla alla sinistra.
Continuiamo con poca pendenza tra due muri di pietre.
Su di una pietra vediamo la scritta: "C.V." in rosso e due frecce che indicano davanti e dietro.
Al termine del muro, alla sinistra poco più in alto vediamo un rudere (m. 635).

Alla sinistra troviamo un'alta parete con dei blocchi di roccia che si protendono verso il sentiero (m. 640).
Continuiamo quasi in piano. Dalla destra rientra il "Sentèe de la Capeleta" segnalato da un cartello.
Subito troviamo una grotta alla sinistra. Alla destra c'è un ripido precipizio; comunque la mulattiera è molto ampia e non c'è pericolo alcuno.
Poco più avanti alla destra ci sono delle protezioni in legno.
Continuiamo con delle semicurve e con alcuni grandi massi alla sinistra, percorrendo due tratti in leggera salita alternati ad altrettanti quasi in piano.
Troviamo ancora delle protezioni a valle. Alla sinistra c'è una presa d'acqua, utile in caso di un eventuale incendio (m. 650).

Aggiriamo un masso caduto da tempo in mezzo al sentiero.
Proseguiamo attorniati da altri massi franati. Alla sinistra ci sono quattro vecchie stalle.
Continuiamo in leggera salita e vediamo la scritta: "C.V." su di un masso (m. 660).
Percorriamo un tratto quasi in piano.
Torniamo a salire e passiamo accanto ad una stalla senza l'uscio.

Dopo alcuni passi quasi in piano, raggiungiamo il sentiero panoramico dell'Acqua Fraggia descritto nel secondo itinerario (m. 670). I segnavia indicano davanti: Sentiero Acqua Fraggia, Borgonuovo; a sinistra: Savogno, Villa di Chiavenna, Soglio (CH); dietro: Crana, Chiavenna.
Proseguiamo verso sinistra come già descritto nel secondo itinerario fino al "Al Cios de Cranna" (m. 800) dove i due percorsi provenienti da Borgonuovo (primo e secondo itinerario) si uniscono e da lì come già descritto nell'ultima parte del primo itinerario.

Tempo impiegato: ore 1.20 - Dislivello: m. 437
Data escursione: febbraio 2016

Quarto itinerario: da S. Abbondio di Piuro (passando per Dasìle)

Come descritto nel terzo itinerario arriviamo al bivio nei pressi di una santella che contiene la statua di S. Luigi Guanella (m. 620). I segnavia indicano a sinistra: Dasile a ore 0.50, Corbia a ore 2.10, Carmezzano a ore 3.50; diritto: Sentiero Panoramico, Savogno, Villa di Chiavenna, Soglio (CH); dietro: Sentiero Panoramico, Crana a ore 0.15, Chiavenna a ore 1.10. Ci sono anche delle scritte sulle pietre che indicano diritto Savogno e a sinistra Dasile.

Andiamo a sinistra. Saliamo ripidamente e superiamo un lastrone nel quale sono stati scolpiti del gradini (m. 630).
Troviamo poi delle pietre disposte come rudimentali gradini e un breve muretto a secco sulla destra. Proseguiamo in modo abbastanza ripido con delle serpentine.
Percorriamo due tornanti destra-sinistra (m. 660).
Dopo pochi passi quasi in piano riprendiamo a salire.
Con poca pendenza superiamo un ampio tornante verso destra (m. 670).
Subito riprendiamo a salire e percorriamo un tornante sinistrorso.
Dopo una curva a destra continuiamo in modo abbastanza ripido attorniati da alcuni massi (m. 680).
Con poca pendenza effettuiamo un tornante sinistrorso (m. 690).
Presso un ampio tornante destrorso vediamo un segnavia bianco-rosso.

Dopo una curva a sinistra torniamo a salire in modo abbastanza ripido. Alla sinistra c'è una roccia liscia (m. 710).
Con un tornante giriamo a sinistra e saliamo tra le rocce. Alla sinistra ci sono delle protezioni con dei paletti di metallo che reggono due cavi.
Arrivati in cima, con un tornante giriamo a destra e proseguiamo con minore pendenza ma pur sempre in salita.
Ora alla destra ci sono delle vecchie protezioni in legno (m. 730). Dopo un tratto con poca pendenza continuiamo in salita.
Passiamo accanto a due massi lisci raso terra.
Più avanti troviamo una vecchia palina arrugginita sulla sinistra. Saliamo dei gradini di pietra mentre alla destra altri paletti metallici che reggono due cavi fanno da protezione a valle (m. 745).
Arrivati in cima, dopo il termine della protezione, passiamo tra alcuni massi e percorriamo un tratto in leggera salita (m. 760).

Subito risaliamo altri gradini. Alla sinistra c'è una roccia.
Percorriamo un tornante sinistrorso e saliamo, ancora protetti dai soliti paletti metallici che reggono due funi (m. 770).
Dopo un tornante verso destra le protezioni, ora alla destra, sono in legno (m. 775).
Proseguiamo con tre tornanti sx-dx-sx.
Con dei gradini percorriamo un tornante destrorso e continuiamo in modo abbastanza ripido (m. 795).
In leggera salita continuiamo con un altro tratto protetto alla destra con i soliti paletti metallici che reggono due funi.
Dopo un'ampia curva a sinistra torniamo a salire (m. 810).
Presso un tornante sinistrorso aggiriamo due alberi.
Percorriamo altri due tornanti destra (m. 835) e sinistra (m. 850).
Continuiamo con un ripido tornante destrorso.
Saliamo alcuni gradini.
Dopo una curva a destra proseguiamo quasi in piano (m. 860).

Presso una curva a sinistra, percorriamo alcuni passi in piano passando accanto ad una grande pietra appoggiata ad un castagno (m. 860).
Subito torniamo a salire.
Poco dopo percorriamo un tornante sinistrorso ignorando una traccia che prosegue diritto.
Alla destra c'è una parete di roccia.
Proseguiamo quasi in piano. Alla destra vediamo delle cavità sotto ad alcuni massi (m. 870).

Continuiamo in salita, a mezza costa, lungo una cengia rocciosa abbastanza larga ma senza protezioni a valle (m. 875).
Lasciamo un masso alla destra e proseguiamo quasi in piano su sentiero (m. 880).
Passiamo su di una pietra liscia.
Poi entriamo nel bosco e ci allontaniamo dal precipizio.

Scavalchiamo un ruscello. Un cartello avverte che l'acqua non è potabile. Alla sinistra c'è una vecchia costruzione un tempo adibita a stalla e fienile (m. 890).
Dopo un tornante verso destra, riprendiamo a salire in modo abbastanza ripido con diverse serpentine. Alla destra ci sono dei muretti a secco che formano dei terrazzamenti.
Accanto ad uno di questi muretti vediamo una pietra con incisa una croce (m. 935).
Il sentiero passa nel varco aperto in un muretto.
Giriamo a sinistra e proseguiamo con poca pendenza e con i terrazzamenti alla sinistra.
Saliamo dei gradini. Alla destra scorre il ruscello.
Attraversiamo un altro muretto (m. 950).
Saliamo in modo abbastanza ripido con i terrazzamenti alla sinistra e il ruscello alla destra.
Percorriamo un'ampia curva a destra (m. 965).
Continuiamo con minore pendenza.

Prima di arrivare ad un rudere sul quale vediamo un bollo bianco-rosso, in salita giriamo a sinistra (m. 975).
Quasi in piano percorriamo un'ampia curva verso destra (m. 980).
Guadiamo il ruscello e proseguiamo in leggera salita. Il sentiero si divide e dopo una diecina di metri si ricompone.
Scavalchiamo un rivolo e passiamo tra due paletti di legno (m. 990).

Davanti abbiamo una conca prativa. Di fronte vediamo un pennone in cima al quale sventola il tricolore. Alla sinistra, in alto, ci sono le vecchie case di Dasile.
Giriamo a sinistra e salendo tra l'erba ci portiamo su di un largo crinale.
Seguiamo i paletti di legno verso sinistra e, in leggera salita, raggiungiamo la bandiera e una panchina che invita ad una sosta per ammirare il panorama sul fondovalle alla destra o i monti e il borgo alla sinistra (m. 1020).

Poco dopo, in piano, raggiungiamo un bivio ed una croce. I segnavia indicano: Dasile 1032 m; diritto: Savogno a ore 0.15, Borgonuovo a ore 0.55, Villa di Chiavenna; a sinistra: Corbia a ore 1.40, Ponciagna-Lago a ore 3.30, Carmezzano-Passo d'Avero a ore 3.50; dietro: Crotti dalla Canoa, S. Abbondio, Crana. Proseguiamo diritto immettendoci sulla bella mulattiera che scende a Savogno.
Superiamo un tornello che consente il passaggio solo ai pedoni. Alla destra ci sono delle protezioni metalliche verso il precipizio (m. 1015).
Scendiamo con dei gradini, terminati i quali la pendenza diminuisce.
Percorriamo poi altri due tratti in discesa e uno breve in piano.
Un cartello avverte di prestare attenzione ai carichi sospesi. In alto infatti scorre il cavo di una teleferica.
Continuiamo in leggera discesa con delle protezioni alla destra.
Raggiungiamo una cappella che troviamo sulla sinistra. Al suo interno c'è la statua di una madonnina. Accanto ci sono una panca in legno ed una in pietra (m. 960).

Alla sinistra vediamo dei castagni inglobati nelle pietre circostanti.
Alla destra c'è una staccionata in legno. Un rivolo passa sotto alla mulattiera. Alla sinistra vediamo una vecchia croce in ferro.
Continuiamo in discesa. Più avanti la staccionata termina. La pendenza diminuisce.

Superato un altro tornello che consente il passaggio solo ai pedoni, con un ponte superiamo il torrente che a valle da origine alle cascate (m. 925).
Lasciamo a sinistra la vecchia segheria ad acqua, giriamo a destra e, in salita, arriviamo ad un bivio. Dalla destra arriva il sentiero descritto nel primo itinerario. I segnavia indicano: Savogno 932 m; diritto: Villa di Chiavenna a ore 1, Soglio (CH), Alpigia a ore 1, Lago a ore 2.30, Passo di Lei a ore 4; a destra: Borgonuovo a ore 0.40, Crana a ore 0.40, Chiavenna a ore 2; dietro: Dasile a ore 0.20, Corbia a ore 1.30, Ponciagna a ore 3.10. Continuiamo diritto.
Lasciamo a sinistra la costruzione semi interrata di un acquedotto.
Proseguiamo quasi in piano. Alla sinistra c'è il cimitero e, poco dopo, alla destra il rifugio.

Tempo impiegato: ore 1.40 - Dislivello: m. 532 -95
Data escursione: gennaio 2016

Quinto da Villa di Chiavenna (sentiero)

Con la statale 37 arriviamo a Villa di Chiavenna.
Nel centro di Villa, al km. 7.8, dopo aver superato la Casa Comunale, troviamo sulla sinistra una cappelletta. Un curioso segnavia, ovvero una mano nera con l'indice puntato e la scritta Savogno, indica l'inizio della mulattiera.
In questo punto non è possibile lasciare la macchina in quanto i parcheggi sono privati oppure la sosta è limitata ad un'ora.
Dobbiamo pertanto proseguire per altri quattrocento metri fino a trovare sulla destra la piazzetta dove al giovedì si svolge il mercato e dalla quale si può vedere il sottostante bacino artificiale sul Fiume Mera (m. 640).

Camminando sui marciapiedi a lato della statale torniamo alla cappellina che contiene degli affreschi raffiguranti una Madonna con Bambino, S. Sebastiano trafitto dalle frecce e un altro santo irriconoscibile in quanto semi cancellato dal tempo. Alla destra c'è una fontana. I segnavia indicano: Via Bregaglia, Crotti di Motta, Savogno (m. 635).
Prendiamo la mulattiera a gradini che inizia in leggera salita tra mura, vecchie stalle e fienili.
Ad un bivio giriamo a sinistra. Ora ai lati ci sono anche delle case (m. 645).
Più avanti, troviamo un corrimano attaccato ad un muro, saliamo alcuni gradini e ci immettiamo su di una strada asfaltata (m. 665). Questa strada inizia staccandosi dalla statale proprio di fronte alla piazzetta del mercato; è possibile percorrerne in auto i primi ottocento metri, fino al cartello di divieto di transito, dove c'è uno slargo sulla destra per parcheggiare.

Seguiamo l'asfalto verso sinistra. Ignoriamo degli scalini di pietra che salgono a sinistra. Alla destra della strada invece ci sono delle vecchie case in pietra. Siamo ai crotti* di Motta.
Più avanti troviamo alla sinistra dei campi da gioco (bocce, pallavolo e calcetto), un bar ristoro e una fontana con vasca (m. 675). Alcuni segnavia indicano: Crotti Motta (Móttä); davanti: Savogno a ore 1.30, Calestro a ore 1.30.
Poco dopo troviamo un bivio. Per riprendere la mulattiera dobbiamo andare a sinistra. A destra invece possiamo continuare con la strada. Se siamo arrivati fin qui in auto dobbiamo andare a destra e parcheggiare la macchina poco più avanti nei pressi di un cartello di divieto di transito oppure, pagando un pedaggio, possiamo proseguire fino al termine della sterrata (vedi il sesto itinerario).

Andiamo a sinistra. Passiamo accanto ad una bacheca e al campo di calcio.
Saliamo quattro gradini e attraversiamo una stradina asfaltata. Alla destra della strada, accanto ad un rudere, riprendiamo la mulattiera.
Passiamo accanto ad una vecchia stalla con fienile e ad un arco che è quanto rimane del vecchio ingresso in una zona recintata.
Sulla destra troviamo una grande roccia semisporgente abbracciata da un albero.
Camminiamo tra muretti a secco. Ignoriamo alcuni gradini che salgono verso destra.
Alla sinistra tra gli alberi vediamo un grande masso.

Tra alberi di castagno riprendiamo a salire con alcuni gradini di pietra. In basso a sinistra vediamo i tetti di Villa (m. 690).
Dopo alcuni passi quasi in piano saliamo in modo abbastanza ripido con gradini di pietra.
Continuiamo in salita su sterrato e ci avviciniamo un poco alla strada che scorre parallela sulla destra.
Percorriamo un tratto in leggera salita (m. 720).

Dopo un tratto quasi in piano, scendiamo fino ad un bivio dove troviamo delle pietre che formano una vasca con dell'acqua (m. 705). I segnavia indicano a destra: Calestro a ore 1.10, Ponte Val Zernone a ore 1.40; diritto: Savogno a ore 1.30; dietro: Crotti di Motta, Villa di Chiavenna.
Continuiamo diritto in salita fino a trovare sulla destra una vecchia stalla e alla sinistra il portone di una recinzione che cinge un prato al cui interno c'è una piccola baita in pietra.

Poi, in leggera salita, andiamo ad immetterci sulla strada che nel frattempo è diventata sterrata (m. 730).
I segnavia indicano davanti: Savogno, Dasile; dietro: Crotti Motta, Villa di Chiavenna. Percorriamo una curva a destra e ignoriamo un sentiero che scende a sinistra. Proseguiamo quasi in piano.
Percorriamo una curva a sinistra e passiamo accanto ad un segnavia a bandierina e ad una piccola panca.
Presso una curva a sinistra, alla destra troviamo una stalla-fienile dentro la quale vediamo delle pecore.
Poco dopo alla destra troviamo un'altra stalla recentemente ristrutturata. Alla sinistra ci sono delle protezioni in legno.
Continuiamo con poca pendenza accompagnati alla destra da un vecchio muro a secco di recinzione al termine del quale c'è un castagno secolare.
Presso una curva a sinistra ci abbassiamo un poco, superiamo un torrente in secca che attraversa la sterrata su di una base in cemento e pietre, e risaliamo. Vediamo il letto del torrente che, a sinistra, prosegue verso valle tra grandi argini.
Percorriamo pochi metri su asfalto e torniamo su sterrato. Continuiamo quasi in piano.
Dopo una curva a destra, per un tratto, camminiamo tra due muretti a secco.
In basso alla sinistra vediamo una vecchia baita.
Più avanti lasciamo a sinistra due baitelli.

Poco dopo arriviamo ad un bivio (m. 745). Accanto ad una bacheca il percorso si divide e i segnavia indicano a destra con la mulattiera: Savogno; diritto con la sterrata: Brègalúun, Savogno (vedi il sesto itinerario); dietro: Móttä. Alla sinistra ci sono una rudimentale panca ed un baitello.
Andiamo dunque a destra in leggera salita.
Alla sinistra troviamo un baitello di legno.
Più avanti la sterrata termina in uno slargo e riparte la mulattiera (m. 760).
Dopo un tratto con poca pendenza proseguiamo in salita.
Ci abbassiamo un poco per superare un ruscello che troviamo in secca e risaliamo (m. 780).
Continuiamo con poca pendenza.
Su di un albero alla destra un cartello indica una "zona di maggiore tutela".
Torniamo a salire inizialmente su sterrato e poi con alcuni gradini di pietra.
Poi la pendenza diminuisce. Sotto ad un masso alla destra vediamo un quadretto raffigurante Gesù (m. 795).
Percorriamo un tratto in salita seguito da un altro con minore pendenza.

Presso un tornante destrorso saliamo in modo abbastanza ripido con dei gradini (m. 805).
Dopo il successivo tornante sinistrorso continuiamo dapprima in leggera salita e poi quasi in piano. Alcuni tronchi collocati raso terra rinforzano il sentiero sul lato a valle (m. 815).
Torniamo a salire in modo abbastanza ripido con delle serpentine poi la pendenza diminuisce un poco.
Alcune asticelle di legno formano dei gradini.
Percorriamo una curva a sinistra quasi in piano (m. 840).
In leggera salita arriviamo ad una curva a destra e saliamo con gradini di legno.
Proseguiamo quasi in piano, inizialmente con alcuni tronchi raso terra alla sinistra dove c'è un breve spazio, con alcuni alberi, oltre il quale il pendio precipita ripidamente (m. 845).

Dopo un lungo tratto, superate alcune semicurve, torniamo a salire.
Giriamo a destra e raggiungiamo un bivio (m. 860). I segnavia indicano a sinistra: Savogno, Chiavenna; a destra: Calestro, Soglio; dietro: Bregalone, Villa di Chiavenna. C'è anche un masso con delle frecce bianche che indicano: Savogno a sinistra, Calestro a destra e Villa dietro.
Andiamo a sinistra e con alcuni gradini di pietra scendiamo verso il letto di un torrente che troviamo in secca.
Risaliamo poi l'altra sponda con altri gradini.
Proseguiamo a saliscendi (m. 870).

Poi in salita andiamo ad immetterci sulla sterrata mentre questa gira a sinistra con l'ottavo e ultimo tornante (m. 875). I segnavia indicano davanti con la sterrata: Savogno, Crana, Chiavenna; dietro con la mulattiera: Villa di Chiavenna, Soglio (CH).
Seguiamo la sterrata. Alla destra c'è un muro con blocchi di pietra.
Alla sinistra si alternano tratti con protezioni, realizzate con paletti di ferro che reggono traversi di legno, ad altri con delle pietre situate a due metri circa una dall'altra con funzione di paracarro. Ai lati della sterrata, dei cespugli di ginestra formano una siepe.
Dopo un tratto quasi in piano proseguiamo con pochissima pendenza (m. 925).
Un rivolo attraversa la sterrata su di una base in cemento. Percorriamo alcune semicurve.
Presso una curva a sinistra troviamo un altro rivolo che, come il precedente, attraversa la sterrata su di una base in cemento.

Raggiungiamo il parcheggio dove la sterrata termina davanti ad un enorme masso (m. 945). Chi è arrivato fin qui in auto ora deve parcheggiare e proseguire a piedi.
Alla sinistra del parcheggio riparte la vecchia mulattiera. I segnavia indicano davanti: Savogno, Crana, Chiavenna; dietro: Villa di Chiavenna, Soglio (CH).
Camminiamo dapprima quasi in piano tra alberi e pietre, poi in leggera salita e troviamo anche dei massi.
Dopo una curva a sinistra continuiamo in leggera discesa.
Quasi in piano attraversiamo una zona con grossi massi franati in epoche passate. Percorriamo una curva a destra.
Dopo un tratto in leggera discesa, scendiamo con alcuni gradini (m. 935).
Alterniamo un tratto in leggera discesa, uno quasi in piano ed un altro in leggera salita.
Torniamo a salire con dei gradini e passiamo tra alcuni massi.
Scendiamo con altri gradini e proseguiamo quasi in piano. Alla destra, ci sono dei terrazzamenti realizzati con mura a secco.

Più avanti da sinistra si innesta il vecchio sentiero (non più praticabile) che sale da S. Croce (m. 935). I segnavia indicano a sinistra: S. Croce; diritto: Savogno, Crana, Chiavenna; dietro: Villa di Chiavenna, Soglio (CH). C'è anche un vecchio cartello, appeso ad un albero, che indica il Rifugio Savogno. Continuiamo in leggera salita.
Più avanti, percorriamo uno zig-zag destra-sinistra.
Riprendiamo a salire con dei gradini. Alla sinistra ci sono delle protezioni con paletti di ferro che reggono tra cavi.
Poi il sentiero prosegue parte su sterrato e parte su pietra.

Alla destra troviamo una piccola croce in ferro e una santella scavata nella roccia, raggiungibile con alcuni gradini. Dietro ad una inferriata, in un cerchio vediamo un affresco che raffigura Gesù con un calice. Attorno su quattro targhe leggiamo: "Voto contro insetti 1874" (m. 955). Continuiamo quasi in piano.
Saliamo alcuni gradini e giriamo a destra, con bella vista panoramica sulla vallata (m. 960).
Dopo una curva a sinistra le protezioni terminano. Proseguiamo quasi in piano e cominciamo a vedere le case di Savogno.
Continuiamo in discesa, scavalchiamo un rivolo e raggiungiamo le due fontane con vasca in cemento situate all'inizio del borgo (m. 945).

Quasi in piano, con un viottolo tra le case, arriviamo ad una biforcazione dove un cartello indica il rifugio a sinistra.
Scendiamo alcuni gradini, passiamo sotto ad un portico e troviamo un'altra fontana.
La stradina si divide e andiamo a sinistra.
Scendiamo altri gradini, passiamo sotto ad un piccolo arco, giriamo a destra e raggiungiamo la casa parrocchiale.
Arriviamo così nella piazzetta della chiesa dove troviamo il monumento a San Luigi Guanella che qui esercitò la sua azione pastorale negli anni 1867-1875.
Girando nuovamente a destra passiamo davanti alla facciata della chiesa.

Troviamo alcuni segnavia che indicano: Savogno m. 932; diritto: Dasile a ore 0.20, Corbia a ore 1.30, Ponciagna a ore 3.10; a destra: Alpigia a ore 1, Lago a ore 2.30, Passo di Lei a ore 4; a sinistra: Borgonuovo a ore 0.40, Cranna a ore 0.40, Chiavenna a ore 2; dietro: Villa di Chiavenna a ore 1, Soglio (CH). Continuiamo diritto in leggera discesa, costeggiando una casa.
Lasciamo a destra la Cooperativa di Consumo ENAL sulla quale vediamo una cartina dei sentieri e alla sinistra il punto di arrivo della teleferica.
Pochi passi più avanti alla sinistra troviamo il rifugio.

Tempo impiegato: ore 1.45 - Dislivello: m. +372 -80
Data escursione: febbraio 2015

Sesto itinerario: da Villa di Chiavenna (sterrata)

Con la statale 37 arriviamo a Villa di Chiavenna dove, al km. 8.2, troviamo sulla destra la piazzetta nella quale al giovedì si svolge il mercato e dove potremmo lasciare la macchina (m. 640).
Sull'altro lato dalla statale proprio di fronte a questa piazzetta, imbocchiamo Via Badarello e ne percorriamo i primi ottocento metri, passando per i Crotti di Motta, fino al cartello che consente il transito solo ai veicoli autorizzati. E' possibile pagare il pedaggio, dal costo di € 10 giornalieri, presso i bar di Borgonuovo e di Villa di Chiavenna. Un centinaio di metri prima del cartello di divieto di transito, sulla destra c'è un parcheggio con otto posti auto e vi lasciamo la macchina (m. 685).

Ci incamminiamo in leggera salita. La strada per il momento è ancora asfaltata. Ignoriamo una sterrata che sale a destra.
Accanto al cartellone che segnala il divieto ai non autorizzati, alcuni segnavia indicano: Piènàsc, Brègalúun, Savogno. Alla sinistra scorre la vecchia mulattiera descritta nel quinto itinerario che in due lunghi tratti è stata ricoperta dalla nuova strada.
Entriamo nel bosco e tra gli alberi vediamo alcuni massi.
Alla destra troviamo una panchina ricavata da un mezzo tronco.
In alto alla destra vediamo un muro sormontato da una robusta rete allo scopo di fermare altri massi che dovessero eventualmente cadere.
Alla sinistra troviamo una protezione in ferro di colore grigio.
Poi, alla destra ci accompagna un muro realizzato sovrapponendo dei blocchi di pietra mentre alla sinistra troviamo un'altra panchina. Giriamo a destra.
Le protezioni alla sinistra terminano e poi ricominciano. In basso vediamo scorrere la mulattiera.
Raggiungiamo uno slargo. Alla sinistra c'è una panchina di legno. Alla destra sale una stradina.

La strada diventa sterrata. Alla sinistra ci sono delle protezioni con paletti di ferro che reggono traversine di legno. C'è anche una panchina.
Alla destra, accanto ad un rudere, alcuni segnavia indicano diritto: Savogno; dietro: Crotti di Motta, Villa di Chiavenna; con un sentiero che sale a destra: Calestro a ore 1.10, Ponte San Zenone a ore 1.40.
Poco dopo troviamo un sentiero a gradini che sale dalla sinistra. Quasi in piano percorriamo una curva a sinistra.
Troviamo due vecchi baitelli alla sinistra e ignoriamo un sentiero che sale a destra.
Continuiamo in leggera discesa. Alla destra ci sono due grossi massi.

La mulattiera del quinto itinerario si immette sulla sterrata (m. 730). I segnavia indicano davanti: Savogno, Dasile; dietro: Crotti Motta, Villa di Chiavenna. Percorriamo una curva a destra e ignoriamo un sentiero che scende a sinistra. Proseguiamo quasi in piano.
Giriamo a sinistra e passiamo accanto ad un segnavia a bandierina e ad una piccola panca.
Presso una curva a sinistra, alla destra troviamo una stalla-fienile dentro la quale vediamo delle pecore.
Poco dopo alla destra troviamo un'altra stalla recentemente ristrutturata. Alla sinistra ci sono delle protezioni in legno.
Continuiamo con poca pendenza accompagnati alla destra da un vecchio muro a secco di recinzione al termine del quale c'è un castagno secolare.
Presso una curva a sinistra, ci abbassiamo un poco, superiamo un torrente in secca che attraversa la sterrata su di una base in cemento e pietre, e risaliamo. Vediamo il letto del torrente che, a sinistra, prosegue verso valle tra grandi argini.
Percorriamo pochi metri su asfalto e torniamo su sterrato. Continuiamo quasi in piano.
Dopo una curva a destra, per un tratto, camminiamo tra due muretti a secco.
In basso alla sinistra vediamo una vecchia baita.
Più avanti lasciamo a sinistra due baitelli.

Poco dopo arriviamo ad un bivio (m. 745). Accanto ad una bacheca il percorso si divide. I segnavia indicano a destra con la mulattiera: Savogno (vedi il quinto itinerario); diritto con la sterrata: Brègalúun, Savogno; dietro: Móttä. Alla sinistra ci sono una rudimentale panca ed un baitello.
Continuiamo diritto in leggera discesa.
Alla destra, tra gli alberi, vediamo una stalla-fienile.

Proseguiamo in discesa su strada asfaltata. Alla sinistra ci sono delle protezioni con paletti di ferro e traversi di legno. Alla destra c'è un rudere.
Poi la strada ritorna sterrata. In leggera discesa superiamo una curva a destra (m. 725).
Continuiamo in discesa e giriamo a sinistra.
Alla destra, tra gli alberi, vediamo i massi di una vecchia frana (m. 710).
Proseguiamo su asfalto ma solo fino ad una curva a sinistra dove la strada ritorna sterrata (m. 695).
Al termine della discesa percorriamo una curva a destra e proseguiamo quasi in piano (m. 670).

Arriviamo a Bregalone (m. 665). Alla destra c'è un recinto con un muro a secco, una panchina, una bacheca con una cartina; alla sinistra ci sono due stalle ed una stradina che torna a Villa di Chiavenna. I segnavia indicano davanti: Savogno; dietro a destra: Piènàsc, Móttä; dietro a sinistra: Villä. Proseguiamo diritto.
Ai lati della sterrata ci sono alcuni slarghi e piazzole per lo scambio.

Attraversiamo un torrente su di un ponte che ha il fondo di cemento e le sponde di ferro.
Ignoriamo una stradina che si stacca alla destra. Nel prato alla sinistra vediamo delle arnie e una vasca da bagno riciclata come abbeveratoio.
Passiamo accanto ad alcuni ruderi.
Alla destra c'è una panca di legno.
Troviamo poi alla destra un recinto nel quale vediamo un cavallo e altre arnie sotto ad una tettoia.

Con un tratto asfaltato, passiamo accanto ad un cartello che segnala il pericolo di incendi e arriviamo ad una biforcazione. I segnavia indicano a destra con la sterrata: Savogno; dietro: Villa; mentre a sinistra c'è la ciclabile asfaltata che scende a Santa Croce (vedi il settimo itinerario). Andiamo a destra camminando tra muri e muretti a secco.
Alla destra troviamo uno slargo dove su di un masso vediamo un segnavia a bandierina, una freccia rossa e la scritta Savogno.

Raggiungiamo due grandi cartelli. Quello più in alto indica il divieto di transito ai non autorizzati, e riproduce i segnali di: pericolo generico, curve, caduta sassi e limite di velocità di 15 km/h. Quello più in basso informa che la strada Agrosilvopastorale Bregalone - Savogno 2° Lotto è stata realizzata con il contributo del Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale.
Proseguiamo in salita e cominciamo a trovare, di traverso al percorso, delle canaline di legno per lo scolo dell'acqua.
Ai lati, dei cespugli di ginestra formano una siepe che ci accompagnerà fino al termine della sterrata.

Arriviamo al primo tornante, destrorso (m. 675). All'esterno ci sono inizialmente le protezioni con paletti di ferro e traversi di legno e poi un muro realizzato con blocchi di pietra.
Proseguiamo in leggera salita. Per un breve tratto alla destra ci sono delle protezioni.
Arriviamo al secondo tornante, sinistrorso (m. 705). All'esterno del tornante ci sono delle protezioni. Subito dopo c'è un muro con blocchi di pietra.
Continuiamo in salita. Alla destra riprende il muro con blocchi di pietra. Di tanto in tanto troviamo una piazzola per lo scambio.

Accompagnati da protezioni alla sinistra arriviamo al terzo tornante, destrorso (m. 740). Qui ignoriamo un sentiero che si stacca e sale all'esterno del tornante. Seguiamo la sterrata; inizialmente alla sinistra ci sono dei blocchi di pietra.
All'esterno del quarto tornante, sinistrorso, troviamo dapprima delle protezioni e poi un muro con blocchi di pietra. Questa volta però il muro prosegue ben oltre il tornante (m. 765).
In seguito troviamo anche le protezioni alla sinistra.

In leggera salita raggiungiamo il quinto tornante, destrorso (m. 785).
Dopo il tornante alla sinistra ricomincia il muro di blocchi.
Percorriamo una curva a sinistra.
All'esterno del sesto tornante, sinistrorso, troviamo inizialmente delle protezioni e poi un muro di blocchi di pietra (m. 805).

Con delle protezioni alla sinistra arriviamo al settimo tornante, destrorso (m. 820). Qui la sterrata è scavata nella roccia. Poi alla sinistra troviamo il muro con blocchi di pietra.
Successivamente, in due punti, camminiamo con una parete di roccia alla sinistra e le solite protezioni alla destra (m. 850).
In seguito alla sinistra troviamo ancora i blocchi di pietra.

Arriviamo all'ottavo tornante, sinistrorso (m. 875). All'esterno ci sono le solite protezioni. Qui si innesta la vecchia mulattiera descritta nel quinto itinerario che ora, per il lungo traverso fino al parcheggio finale, è stata distrutta e ricoperta dalla sterrata. I segnavia indicano seguendo la sterrata: Savogno, Crana, Chiavenna; a destra con la mulattiera: Villa di Chiavenna, Soglio (CH).
Continuiamo con il muro di blocchi di pietra alla destra.

Da questo punto, fino al termine della sterrata, alla sinistra si alterneranno tratti con le solite protezioni, realizzate con paletti di ferro che reggono traversi di legno, ad altri con delle pietre situate a due metri circa una dall'altra con funzione di paracarro.
Dopo un tratto quasi in piano proseguiamo con pochissima pendenza (m. 925).
Un rivolo attraversa la sterrata su di una base in cemento. Percorriamo alcune semicurve.
Presso una curva a sinistra troviamo un altro rivolo che, come il precedente, attraversa la sterrata su di una base in cemento.
 
Raggiungiamo il parcheggio dove la sterrata termina davanti ad un enorme masso (m. 945). Chi è arrivato fin qui in auto ora deve parcheggiare e proseguire a piedi.
Alla sinistra del parcheggio riparte la vecchia mulattiera. I segnavia indicano davanti: Savogno, Crana, Chiavenna; dietro: Villa di Chiavenna, Soglio (CH).
Camminiamo dapprima quasi in piano tra alberi e pietre, poi in leggera salita e troviamo anche dei massi.
Dopo una curva a sinistra continuiamo in leggera discesa.
Quasi in piano attraversiamo una zona con grossi massi franati in epoche passate. Percorriamo una curva a destra.
Dopo un tratto in leggera discesa, scendiamo con alcuni gradini (m. 935).
Alterniamo un tratto in leggera discesa, uno quasi in piano ed un altro in leggera salita.
Torniamo a salire con dei gradini e passiamo tra alcuni massi.
Scendiamo con altri gradini e proseguiamo quasi in piano. Alla destra, ci sono dei terrazzamenti realizzati con mura a secco.

Più avanti da sinistra si innesta il vecchio sentiero (non più praticabile) che sale da S. Croce (m. 935). I segnavia indicano a sinistra: S. Croce; diritto: Savogno, Crana, Chiavenna; dietro: Villa di Chiavenna, Soglio (CH). C'è anche un vecchio cartello, appeso ad un albero, che indica il Rifugio Savogno. Continuiamo in leggera salita.
Più avanti, percorriamo uno zig-zag destra-sinistra.
Riprendiamo a salire con dei gradini. Alla sinistra ci sono delle protezioni con paletti di ferro che reggono tra cavi.
Poi il sentiero prosegue parte su sterrato e parte su pietra.

Alla destra troviamo una piccola croce in ferro e una santella scavata nella roccia, raggiungibile con alcuni gradini. Dietro ad una inferriata, in un cerchio vediamo un affresco che raffigura Gesù con un calice. Attorno su quattro targhe leggiamo: "Voto contro insetti 1874" (m. 955). Continuiamo quasi in piano.
Saliamo alcuni gradini e giriamo a destra, con bella vista panoramica sulla vallata (m. 960).
Dopo una curva a sinistra le protezioni terminano. Proseguiamo quasi in piano e cominciamo a vedere le case di Savogno.
Continuiamo in discesa, scavalchiamo un rivolo e raggiungiamo le due fontane con vasca in cemento situate all'inizio del borgo (m. 945).

Quasi in piano, con un viottolo tra le case, arriviamo ad una biforcazione dove un cartello indica il rifugio a sinistra.
Scendiamo alcuni gradini, passiamo sotto ad un portico e troviamo un'altra fontana.
La stradina si divide e andiamo a sinistra.
Scendiamo altri gradini, passiamo sotto ad un piccolo arco, giriamo a destra e raggiungiamo la casa parrocchiale.
Arriviamo così nella piazzetta della chiesa dove troviamo il monumento a San Luigi Guanella che qui esercitò la sua azione pastorale negli anni 1867-1875.
Girando nuovamente a destra passiamo davanti alla facciata della chiesa.

Troviamo alcuni segnavia che indicano: Savogno m. 932; diritto: Dasile a ore 0.20, Corbia a ore 1.30, Ponciagna a ore 3.10; a destra: Alpigia a ore 1, Lago a ore 2.30, Passo di Lei a ore 4; a sinistra: Borgonuovo a ore 0.40, Cranna a ore 0.40, Chiavenna a ore 2; dietro: Villa di Chiavenna a ore 1, Soglio (CH). Continuiamo diritto in leggera discesa, costeggiando una casa.
Lasciamo a destra la Cooperativa di Consumo ENAL sulla quale vediamo una cartina dei sentieri e alla sinistra il punto di arrivo della teleferica.
Pochi passi più avanti alla sinistra troviamo il rifugio.

Da Villa C.(dopo Crotti di Motta) - Tempo impiegato: ore 1.45 - Dislivello: m. + 382 -135
Dal termine della strada sterrata - Tempo impiegato: ore 0.25 - Dislivello: m. + 35 -48
Data escursione: febbraio 2015

Settimo itinerario: da Santa Croce

Con la statale 37 arriviamo fino al km. 5.3 dove lasciamo la macchina alla sinistra nel parcheggio che precede l'abitato di Santa Croce (m. 510).
Ci incamminiamo verso sinistra e, ai piedi della chiesa, passiamo accanto al monumento ai caduti e ad una bacheca con una cartina della zona.
Poco prima di arrivare in fondo al parcheggio prendiamo un viottolo acciottolato che si stacca alla destra e procede in leggera salita tra le case.
Saliamo dei gradini.
Sbuchiamo in una stradina, quasi di fronte all'edificio che contiene il vecchio torchio da vino (m. 520). Su di un cartello in tre lingue leggiamo: "Il torchio (tòorc) è esempio ben conservato dei luoghi di pigiatura comunitari un tempo diffusi in Valchiavenna. Funziona grazie al peso di una imponente trave inclinata, detta carga o pasantuur, datata 1773 e fissata da un lato ad una vite lignea verticale appesantita da un basamento in pietra, chiamato magnóca. Ruotando manualmente la vite e liberando il perno centrale si provocava l'abbassamento della trave nel punto sovrastante la pignatta in pietra con le vinacce pigiate grazie al successivo abbassamento forzato della carga, ottenuto ruotando in senso contrario la vite e condizionando la trave con spessori."
Dopo aver visitato l'imponente manufatto riprendiamo il cammino seguendo, quasi in piano verso sinistra, la strada con il fondo di sanpietrini.
Alla sinistra troviamo una fontana con vasca.

Qui inizia (o termina) la pista ciclabile.
Superiamo una grata per lo scolo dell'acqua e, con il fondo asfaltato, in leggera salita, percorriamo una curva a destra. Un cartello indica davanti: Svizzera a km. 7.5.
Lasciamo a destra Via Ganda, lungo la quale un segnavia indica il vecchio sentiero per Savogno, in disuso da quando esiste la pista ciclabile (questo sentiero attualmente è percorribile solo nel primo tratto).
Proseguiamo quasi in piano con alcune semicurve tra case e recinzioni.
All'esterno di una curva a sinistra ci sono una fontana con vasca ed una panchina.
Subito superiamo un tornante destrorso e proseguiamo in leggera salita.

Poco dopo entriamo nel bosco. Percorriamo delle semicurve (m. 530).
Cominciamo a trovare delle protezioni sul lato a valle, realizzate con paletti di ferro che reggono due traversi di legno. In questo punto sono alla sinistra della strada mentre dall'altro lato c'è una panchina.
Dopo un tornante destrorso, alla destra troviamo un tronco collocato raso terra seguito da protezioni identiche alle precedenti.
Alla sinistra c'è un grande masso parzialmente coperto dal muschio (m. 560).
Alla destra troviamo una rete metallica appoggiata su blocchi di pietra.
Subito dopo, sempre alla destra, c'è una vecchia stalla.
Continuiamo tra due praticelli. Alla sinistra c'è una panchina (m. 570).

Dalla destra arriva il primo tratto del vecchio sentiero (quello ancora percorribile) che qui, tramite un ponticello con protezioni ai lati, passa sotto alla ciclabile.
Alla sinistra c'è un rudere. Alla destra proseguono le protezioni.
Poco dopo superiamo una semicurva verso sinistra. Alla base di un macigno c'è un'apertura nella quale è stata ricavata una stalla.
Le protezioni terminano.
Percorriamo una curva a destra. Alla sinistra c'è una vecchia stalla (m. 580).
Proseguiamo in salita con le protezioni alla destra.
Dopo un tornante sinistrorso la pendenza diminuisce.

Superiamo una semicurva a destra con le protezioni all'esterno, seguita da un'ampia curva verso sinistra.
Continuiamo con le protezioni alla sinistra. Alla destra c'è un rudere, seguito da un liscio macigno verticale e da una panchina dall'altro lato della strada (m. 595).
Quasi in piano attraversiamo un ponticello, con protezioni da entrambi i lati, passando sopra al vecchio sentiero.

Poco dopo percorriamo un tornante destrorso verso la fine del quale alla sinistra c'è una tettoia che fa da riparo a della legna accatastata. Più in alto vediamo una vecchia baita (m. 600).
Ripassiamo sopra al vecchio sentiero su di un ponticello con protezioni da entrambi i lati.
Percorriamo una curva a sinistra. Alla destra c'è un cassottello di legno.

Proseguiamo con le protezioni alla destra. Alla sinistra troviamo un macigno ai piedi del quale c'è un'apertura nella quale è stata ricavata una stalla all'interno della quale ci sono una vasca ed una panca di pietra mentre all'esterno, in un anfratto, è stata collocata una madonnina.
Continuiamo con una semicurva a destra. Alla sinistra ci sono prati, terrazzamenti e massi (m. 620).

Lasciamo un masso alla sinistra e, in salita, torniamo nel bosco. Alla destra, un masso divide due tratti con le solite protezioni.
Superiamo un tornante sinistrorso e troviamo un segnale stradale che lo indica a chi scende in bici (m. 630).
Continuiamo con le protezioni alla sinistra.

Troviamo una panchina presso un tornante destrorso.
Subito dopo un segnale stradale preannuncia il tornante a chi scende.
Accompagnati dalle solite protezioni sul lato destro, arriviamo al successivo tornante sinistrorso. Anche qui c'è una panchina (m. 635).
Continuiamo quasi in piano. Troviamo un masso alla sinistra e il segnale stradale che indica il tornante.

Alla destra si stacca un sentiero, segnalato da un bollo rosso, che consente di tagliare il successivo tornante destrorso. Seguendo la ciclabile, dopo questo tornante c'è il solito segnale stradale che lo indica a chi scende.
Poco dopo dalla destra rientra la scorciatoia.
Alla sinistra tra gli alberi vediamo un grande masso.

Percorriamo poi un ampio tornante sinistrorso all'esterno del quale si stacca una sterrata. Un cartello indica la ciclabile n. 6 sia proseguendo con il tornante che dietro.
Subito dopo superiamo un ampio tornante destrorso (m. 655).
Percorriamo pochi passi quasi in piano e proseguiamo in leggera salita.
Lasciamo a sinistra un masso nettamente spaccato in due.

Poco dopo arriviamo ad un bivio (m. 665). Dalla destra arriva la sterrata a pedaggio (vedi il sesto itinerario). I segnavia indicano a destra: Villä; con un tornante a sinistra: Savogno. Continuiamo verso sinistra, su sterrato, come già precedentemente descritto.
Fin qui abbiamo impiegato mezzora per superare un dislivello di m. 155.

Complessivamente -
Tempo impiegato: ore 1.30 - Dislivello: m. 475 -53
Data escursione: marzo 2017


* Crotti = antiche cantine naturali, oggi trasformate in tipiche taverne.

Escursioni partendo dal Rifugio:


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