Rifugio San Tomaso

Il Rifugio-Ristoro San Tomaso è situato presso l'omonima località, su di un terrazzo naturale ai piedi del gruppo montuoso formato dalle seguenti cime: Monte Rai, Corni di Canzo, Corno Rat e M. Moregallo.
Sul lato opposto, oltre un grande prato attorniato da alberi di mandorlo, ci sono la croce e la chiesa dedicata al santo in un bel punto panoramico con vista: sul Resegone, Lecco e la parte iniziale del suo lago alla sinistra; sul dirimpettaio Monte Barro; sul Lago di Oggiono alla destra.
La struttura è di proprietà della Comunità Montana ed è gestita dal Gruppo O.S.A. (Organizzazione Sportiva Alpinisti).
Il ristoro è aperto al mercoledì, alla domenica e in alcuni giorni festivi (6 gennaio, Pasquetta, 25 aprile, 1° maggio, 2 giugno, 8 dicembre) mentre è chiuso in altri (1 gennaio, domenica di Pasqua, 2a domenica di ottobre, 1 novembre, 25-26 dicembre.

Primo itinerario: da Valmadrera (sterrata - segnavia n. 3)

Lasciamo la statale 36 al km. 44.4 subito dopo il Lago di Oggiono/Civate, in direzione di Valmadrera.
Da questo punto, dopo km. 0.4 ad una rotonda sottopassiamo la statale, dopo km. 0.7 superiamo un'altra rotonda continuando diritto, ignoriamo l'uscita per Galbiate, infine dopo km. 2.3 (segnaletica Valmadrera, Bellagio) attraversiamo la statale mediante un sottopassaggio.
Poco dopo giriamo a destra e ci troviamo all'inizio di Valmadrera.
Ad una rotonda andiamo diritto (Via Casnedi) e alla successiva giriamo a destra (Via San Rocco).
Continuiamo fino a trovare un cartello che indica a sinistra San Tomaso (Via Leopardi).
Giunti ad un bivio andiamo a destra e percorriamo Via San Carlo Borromeo che termina in Località Belvedere (m. 320).
La macchina va lasciata lungo la strada o in qualche piccolo parcheggio.

Un cartello posto a cura della O.S.A. (Organizzazione Sportiva Alpinisti) descrive gli itinerari che possiamo percorrere e indica l'altezza del luogo in m. 290:
1 - Bevesco - Corno Birone (km. 6.4 h. 2.30)
2 - Da Sambrosera: Corno Rat - Fontanino Fo (km. 1.5 h. 1)
3 - S. Tomaso (km. 2.6 h. 0.40)
4 - Da S. Tomaso: Fo - Pianezzo (km. 4 h. 1.30)
5 - Da S. Tomaso: Sambrosera - Forcellina Preguda (km. 3.9 h. 1.45)
6 - Moregallo Via Sambrosera (km. 3.9 h. 2)
7 - Pianezzo Via Sambrosera (km. 4.7 h. 2)

Prendiamo la strada agro-silvo-pastorale per San Tomaso che sale in modo abbastanza ripido. La strada è ancora asfaltata e il transito è consentito solo agli automezzi autorizzati.
Con due curve destra-sinistra superiamo le ultime case del paese.
Dopo un tornante destrorso la strada diventa una bella mulattiera acciottolata. La pendenza diminuisce un poco e camminiamo attorniati dai prati. Alla sinistra c'è un muretto, alla destra una protezione in ferro (m. 340).

Lasciamo a sinistra una scorciatoia (m. 345).
In alto a sinistra vediamo la "casota n. 9". In basso a destra vediamo i tetti delle case sottostanti.
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 360).
Ora le protezioni sono alla sinistra mentre dall'altro lato c'è un muretto sormontato da una rete metallica.
Dopo una curva a destra, anche alla sinistra c'è un muretto (m. 365).

Arriviamo ad un bivio nei pressi della Cappella Vars, una chiesetta a forma triangolare (m. 385). Alla sinistra vediamo un'azienda agricola; alla destra c'è una fontana. I segnavia indicano con la stradina alla sinistra i seguenti itinerari: n. 1 San Tomaso e Corno Birone, n. 3 San Tomaso, itinerario attrezzato 30° OSA; con un sentiero che prosegue diritto gli itinerari: n. 6 Moregallo, n. 7 Sambrosera e Pianezzo, la cresta G.G. OSA III e IV grado, il sentiero delle "casote" illustrato da un cartello. Dalla destra sale una sterrata. Continuiamo verso sinistra, in leggera salita.

Più in alto, alla destra c'è un apiario recintato. Altre arnie, d'estate, le vedremo nei prati circostanti.
Quasi in piano percorriamo una curva verso sinistra tra prati e alberi. In alto a destra vediamo la "casota n. 10" raggiungibile con un sentierino tra l'erba. Proseguiamo con poca pendenza.

Presso una curva verso destra ritroviamo la scorciatoia che sale e si innesta dalla sinistra (m. 400).
Poco dopo alla destra la scorciatoia riparte, incassata tra le pietre (m. 410).
Proseguiamo in salita tra gli alberi e ignoriamo un sentiero che si stacca alla sinistra. Percorriamo alcune serpentine appena accennate.

Presso una curva destrorsa, alla sinistra troviamo un casello dell'acquedotto (m. 425).
Più avanti, alla destra, vediamo alcune immagini religiose nell'incavo di una roccia. Ci sono anche tre bolli sovrapposti di colore rosso, bianco e giallo.
Poco dopo alla destra troviamo una pietra con una crocetta di ferro mentre alla sinistra una stradina scende verso il torrente. C'è anche il segnavia 13 in una bandierina di colore giallo, bianco e rosso.
Superiamo un tornante destrorso (m. 440).
Ora alla sinistra c'è una recinzione con alberelli e paletti di legno che reggono una rete a quadrotti. Sempre alla sinistra, vediamo due massi.
Percorriamo un'ampia curva verso sinistra (m. 445).
Alcune stradine, che si staccano dal percorso principale, portano verso le poche case della frazione Mondonico.

Dalla destra rientra la scorciatoia (m. 455).
Camminiamo tra due bassi muretti; inizialmente solo quello alla destra è sormontato da una rete metallica, poi anche l'altro.
Presso una curva a sinistra (m. 465) ignoriamo due sentieri che si staccano verso destra. Il primo conduce verso il cancello verde di una proprietà privata mentre all'inizio del secondo un cartello indica la "casota n. 47" situata 100 metri più avanti a Piazza Balcon.
Per un tratto alla sinistra c'è ancora la recinzione. Superate le abitazioni, la recinzione termina. Continuiamo in salita nel bosco (m. 490).

Presso una biforcazione, ignoriamo la stradina che quasi in piano si stacca alla sinistra (poco più avanti è chiusa da un cancello) e proseguiamo diritto in salita (m. 500).
Alcuni passi più avanti, alla destra sale un sentiero all'inizio del quale su di un cartello leggiamo: "Strada Medioevale per Canzo". Continuiamo diritto seguendo i segnavia di colore giallo, bianco e rosso.

Più avanti trascuriamo una sterrata che retrocede verso destra chiusa da una stanga dipinta di bianco e rosso. In alto vediamo un casello dell'acquedotto (m. 525).
Alla sinistra scende il "Sentiero Naturalistico dei Massi Erratici" indicato da un cartello. Un altro cartello segnala il "Funtanin di Piott" a mt. 40 e il "Casello del Latte" a mt. 300.
Subito dopo troviamo un ripido sentiero che sale a destra all'inizio del quale un cartello indica il "Crott Funzi n. 11". Seguiamo la stradina, dapprima quasi in piano e poi in leggera salita.

Presso un'ansa della montagna, troviamo la cascata della Val Gatòn che scende dalla destra e attraversa la strada, normalmente passandole sotto coperta da una grata. Sulla sinistra c'è un ponticello di ferro e cemento, parallelo alla strada, con il quale è possibile evitare il guado in caso di acqua abbondante. C'è anche una piazzola di scambio (m. 530).
Quasi in piano percorriamo un tratto sterrato nel quale ignoriamo due sentieri che salgono a destra.
Torniamo a camminare, in leggera salita, sulla mulattiera acciottolata (m. 535).

Poi, in salita, arriviamo ad un tornante destrorso presso il quale una scorciatoia continua diritto (m. 545).
Poco dopo percorriamo un tornante sinistrorso (m. 550).

Alla destra troviamo una fontana e tre baitelli (m. 560). Dalla sinistra rientra la scorciatoia. Qui termina il bosco. Bello il panorama che abbraccia Lecco, il lago, il Resegone e il Barro.
Continuiamo accompagnati alla sinistra da una recinzione con vecchi paletti di legno e una rete a quadrotti.
Passando sotto a due cavi, percorriamo una curva verso destra seguita da una verso sinistra.

Alla destra troviamo una bacheca con la scritta: "Località San Tomaso 572" e, subito dopo, il monumento dedicato alla Resistenza. Davanti ci sono le vecchie cascine ora trasformate nell'agriturismo Rusconi e nel rifugio-ristoro del Gruppo OSA. A sinistra, in fondo ad un grande prato circondato da alberi di mandorlo, vediamo la chiesa e la croce.

Tempo impiegato: ore 0.40 - Dislivello: m. 255
Data escursione: dicembre 2018

Secondo itinerario: da Valmadrera (sentiero dei massi erratici - segnavia 5)

Lasciamo la statale 36 al km. 44.4 subito dopo il Lago di Oggiono/Civate, in direzione di Valmadrera.
Da questo punto, dopo km. 0.4 ad una rotonda sottopassiamo la statale, dopo km. 0.7 superiamo un'altra rotonda continuando diritto, ignoriamo l'uscita per Galbiate, infine dopo km. 2.3 (segnaletica: Valmadrera, Bellagio) attraversiamo la statale mediante un sottopassaggio.
Poco dopo giriamo a destra e ci troviamo all'inizio di Valmadrera.
Ad una rotonda andiamo diritto (Via Casnedi); alla successiva lasciamo a destra Via San Rocco e proseguiamo diritto in Via IV Novembre.
Giriamo poi a sinistra in Via Mons. Pozzi con la quale arriviamo al cimitero.
Il parcheggio davanti al cimitero è consentito solo per un'ora con disco orario.
Continuiamo per pochi metri e, prima dell'inizio di Via Salvo d'Acquisto, salendo a sinistra troviamo altri due parcheggi liberi (m. 275).

Ci incamminiamo in leggera salita su di un viottolo acciottolato che costeggia il muro del cimitero.
Al termine del muro troviamo una palina con dei segnavia che indicano, diritto con il sentiero 5: S. Tomaso, Sambrosera, Preguda, Sentiero Dario e William, Corno Birone; a sinistra: Sentiero Lucio Vassena, Corno Birone. Continuiamo diritto (m. 280).
Poco più in alto alla sinistra vediamo la Chiesa di San Martino.
Superiamo una semicurva verso destra (m. 285).
Alla destra ci accompagna un muretto sormontato da una rete.

Troviamo un cartellone che parla del percorso delle "casote" e dei caselli del latte. Il segnavia 5 indica verso sinistra: Corno Birone, S. Tomaso, Preguda. Qui ci immettiamo su di una stradina acciottolata e la seguiamo verso sinistra (m. 305).
Lasciamo a destra la cappella della stazione VIII della Via Crucis e, subito troviamo una biforcazione. I segnavia indicano, dietro: Sentiero delle Vasche, S. Tomaso; davanti verso sinistra con il sentiero 5: Sentiero Dario e William, Corno Birone; davanti verso destra con il sentiero 5: S. Tomaso, Sambrosera, Preguda. Teniamo la destra.
In salita passiamo accanto alla stazione IX della Via Crucis (m. 315).

Salendo dei gradini raggiungiamo la Chiesa di San Martino e con un tornante destrorso aggiriamo un baitello (m. 325).
Un cartello raccomanda di tenere i cani al guinzaglio perché troveremo delle capre al pascolo. Percorriamo una curva verso sinistra.
Lasciato a sinistra un cancelletto, percorriamo un tornante destrorso e continuiamo con un sentiero tra gli alberi.
Passiamo accanto a dei rudimentali cancelli. Percorriamo una serpentina sinistra-destra e un tornante sinistrorso (m. 345).
Superiamo delle semicurve. Alla sinistra troviamo recinzioni e piccoli cancelli.
Continuiamo con un prato alla sinistra mentre alla destra ci sono un muro e una roccia.
Presso una curva verso destra le recinzioni terminano (m. 360).
Alla sinistra vediamo dei prati gradinati.
Superiamo una semicurva verso sinistra (m. 365).
Alla sinistra vediamo il Lago di Annone.

Presso una curva verso destra vediamo dei bolli sulle pietre nel sentiero mentre, continuando diritto, un cartello segnala una "zona addestramento cani tipo B temporanea" (m. 370).
Torniamo tra gli alberi.
Vediamo il segnavia n. 5 dentro una bandierina di colore giallo, bianco e rosso; altri ne troveremo lungo il cammino.
Superiamo una semicurva verso destra aggirando un masso (m. 385).
Il sentiero continua con un tratto incassato tra un muretto di pietre alla sinistra e il terreno alla destra.
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 390).

Continuiamo tra prati e radi alberi. Alla sinistra troviamo la Casota n. 1 (m. 395).
Poco dopo entriamo in un bosco di carpini.
Proseguiamo con delle semicurve appena accennate e con il sentiero incassato nel terreno circostante.

Percorriamo due tornanti destra-sinistra (m. 410).
Continuiamo tra alberi e prati.
Superiamo un tratto abbastanza ripido su fondo roccioso (m. 415)
Proseguiamo con poca pendenza tra gli alberi (m. 420).
Saliamo due rudimentali gradini di roccia (m. 425).
Continuiamo in salita con un muro di pietre a secco alla destra.

Ignoriamo una traccia che si stacca alla destra. Alla sinistra, tra gli alberi, riusciamo a intravedere Valmadrera.
Superiamo una semicurva verso sinistra e continuiamo con poca pendenza (m. 445).
Con vista sul Lago di Annone percorriamo un tornante destrorso.
Subito dopo superiamo altri due tornanti sinistra-destra e proseguiamo con lievi serpentine.

Arriviamo al bivio dove troviamo il "Sass Negher" (m. 460). Alcuni segnavia indicano, con un tornante destrorso: sentiero naturalistico dei massi erratici percorso intero - San Tomaso; dietro: sentiero naturalistico dei massi erratici percorso breve - San Martino. Altri segnavia indicano, diritto con il sentiero 1: Corno Birone, Cornizzolo; dietro con il sentiero 5: San Martino, Valmadrera; a destra con il sentiero 5: San Tomaso, Sambrosera, Preguda, Sentiero Dario e William, Corno Birone. Andiamo a destra e continuiamo con poca pendenza.
Troviamo una pietra con i bolli nel mezzo del sentiero (m. 470).
Superiamo una semicurva verso sinistra.
Riprendiamo a salire (m. 485).

Con poca pendenza raggiungiamo un punto panoramico dove, alla destra, vediamo: Valmadrera, Lecco e il Monte Barro. Un cartello parla del percorso dei Massi Erratici (m. 495).
Subito percorriamo due tornanti sinistra-destra.
In salita superiamo un tornante sinistrorso seguito da due semicurve destra-sinistra.
Su fondo roccioso percorriamo un tratto allo scoperto.
Con poca pendenza rientriamo nel bosco (m. 510).
Passiamo accanto ad un masso con i bolli.

Riprendiamo a salire. Percorriamo due tornanti destra-sinistra (m. 520).
Dopo una curva verso destra continuiamo con un tratto abbastanza ripido ignorando una traccia che si stacca alla destra in leggera salita (m. 530).
Superiamo una curva verso sinistra.

Allo scoperto, in leggera salita, percorriamo un tornante destrorso all'esterno del quale il panorama ci mostra Valmadrera (m. 535).
Superiamo una semicurva verso sinistra e rientriamo nel bosco (m. 540).
Continuiamo dapprima in salita e poco dopo in modo abbastanza ripido su fondo roccioso (m. 545).
Una roccetta alla destra restringe il sentiero.

Con pochissima pendenza arriviamo ad un bivio (m. 550). I segnavia indicano, a sinistra in salita: Sentiero Dario e William, Corno Birone, per escursionisti esperti; dietro con il sentiero 5: San Martino, Valmadrera; diritto con il sentiero 5: S. Tomaso, Sambrosera, Preguda, Crotto degli Sbandati. Continuiamo diritto tra alberelli, quasi in piano, a mezza costa. Davanti vediamo i Corni di Canzo.

Alla destra, oltre la valletta che ci separa, cominciamo a vedere il terrazzo naturale con le poche case di San Tomaso.
Percorriamo una curva verso sinistra e due passi su di una roccetta affiorante.
Presso una curva verso destra entriamo in un bosco di alberelli (m. 555).
Con poca pendenza percorriamo un tornante sinistrorso.
Superiamo una semicurva verso destra.
Saliamo quattro rudimentali gradini di roccia.
Quasi in piano superiamo due semicurve sinistra-destra (m. 560).
Con pendenza minima percorriamo una curva verso sinistra.
Torniamo a salire. Il sentiero si divide e subito si ricompone.
Vediamo il segnavia 5 a bandierina. In modo abbastanza ripido saliamo alcuni rudimentali gradini di pietra.
Con poca pendenza superiamo tre tornanti sx-dx-sx.

Ad un bivio teniamo la sinistra. Subito dopo, ai piedi di una verticale parete di roccia, troviamo una pozza e un cartello sul quale leggiamo: "In Valmolinata, nell'epoca tardoantica è stata realizzata questa fonte per consentire la raccolta d'acqua necessaria ad una lunga permanenza nell'insediamento del Cornello alto. Sono infatti visibili i resti di una grande camera a forma di parallelepipedo scavata nel calcare che misura circa metri 7.70 x 3.60. Sul fondo della struttura è stata ricavata una vasca di circa mt. 1.30 x 0.80 x 0.40 di altezza, per permettere la raccolta di acqua sorgiva. Questo sito è conosciuto dai Valmadreresi come 'Böcc di sciat'" (m. 575).
Giriamo a destra e proseguiamo in leggera salita, nel bosco.
Troviamo quanto resta di un tronco morto e superiamo una semicurva verso destra.

Arriviamo ad un bivio (m. 585). I segnavia indicano, a sinistra: Sentiero Luisin, Corno Birone, S. Pietro; diritto con il sentiero 5: S. Tomaso, Sambrosera, Preguda; dietro con il sentiero 5: San Martino, Valmadrera. Continuiamo diritto quasi in piano.
Troviamo una roccetta che affiora dal sentiero.

Proseguiamo in discesa.
Continuiamo in leggera discesa con il bosco alla sinistra e alberelli alla destra (m. 580).
Rientriamo nel bosco e superiamo delle semicurve appena accennate. Percorriamo un breve tratto quasi in piano (m. 575).
In leggera discesa superiamo una semicurva verso destra seguita quasi in piano da una semicurva verso sinistra (m. 570).
Proseguiamo in leggera salita.
Lasciamo a destra una roccia affiorante che restringe il sentiero (m. 575).
Dopo pochi passi in leggera discesa, percorriamo un tratto quasi in piano ed uno in leggera salita.

Quasi in piano, lasciamo a destra il sentiero in leggera discesa per il Crotto degli Sbandati n. 51 e il Crotto n. 52 entrambi segnalati da un cartello (m. 580).
Superiamo due tratti in leggera salita intervallati da uno quasi in piano.
Percorriamo una semicurva verso destra e dopo pochi passi in leggera discesa continuiamo quasi in piano (m. 590).
Superiamo un tratto in leggera discesa ed uno in leggera salita.
Camminiamo sopra le radici di un albero nato alla sinistra del sentiero e cresciuto dall'altro lato.

Quasi in piano arriviamo ad una biforcazione. Seguiamo il sentiero principale che continua diritto mentre quello alla destra conduce verso alcuni massi.
Riprendiamo a salire.
Tra gli alberi vediamo vari massi.

Con un breve tratto in discesa raggiungiamo il letto di un torrente che troviamo asciutto.
Superiamo una semicurva verso destra e troviamo un cartellone intitolato: "I massi della Molinata".
Quasi in piano percorriamo due curve sinistra-destra.
Continuiamo con due semicurve sinistra-destra.
Proseguiamo in leggera discesa.

Presso un tornante destrorso superiamo un tratto in discesa agevolati dalla presenza di alcuni alberi ai quali possiamo appoggiarci e di due radici che fanno da gradino.
Continuiamo con un tornante sinistrorso.
Quasi in piano attraversiamo il letto di un torrente asciutto (m. 600).

Saliamo in modo abbastanza ripido.
Dopo una semicurva verso destra proseguiamo quasi in piano e dopo una semicurva verso sinistra riprendiamo a salire.
Alla destra, tra gli alberi, riusciamo a intravedere in lontananza San Tomaso.
Per un tratto, alla destra, ci accompagna una rete metallica a quadrotti.

Usciamo dal bosco e, in lievissima salita, percorriamo una curva verso destra. Alla sinistra c'è una casota e alla destra un prato (m. 620).
Continuiamo quasi in piano tra alcuni alberi (m. 625).
Dopo un tratto in leggera discesa proseguiamo in discesa e rientriamo nel bosco.

Poco dopo ci immettiamo su di una sterrata (m. 620). I segnavia indicano, dietro con il n. 5: S. Martino, S. Pietro, Sentiero Luisin; a sinistra con il n. 5 : S. Tomaso, Sambrosera, Preguda; a destra: Sentiero delle Vasche per escursionisti esperti. Andiamo a sinistra, quasi in piano.
Poco dopo troviamo un prato che sale a sinistra.
Rientriamo nel bosco.
Lasciamo a sinistra un rudere.
Presso una curva verso destra guadiamo un torrente (m. 625).

Dopo una breve salita, alla sinistra troviamo: una parete verticale tagliata di netto, altre rocce, i segnavia a bandierina n. 1 e n. 5 e una madonnina tra due rocce.
C'è anche un pannello sul quale, tra l'altro, leggiamo: "Il Taja Sass. Il taglio dei sassi avviene in Val Molinata nel periodo tra la fine dell'ottocento e l'inizio della seconda guerra mondiale. Le rocce tagliate sono massi erratici di grosse dimensioni abbandonati circa 18.000 anni fa dal ghiacciaio dell'Adda nella sua massima espansione. Il taglio con metodo industriale interessa i blocchi di 'serpentino' portati dal ghiacciaio dopo il loro distacco in Valmalenco. Il serpentino è una roccia metamorfica appartenente alle 'pietre verdi', ricercata per il settore dell'edilizia urbana e funeraria. Nel corso del tempo, nella stessa località si succedono varie imprese di pochi addetti (massimo 5 o 6 persone) e l'ultima conclude il lavoro in zona nel 1942 a seguito dell'incalzare degli eventi bellici."

Continuiamo nel bosco, quasi in piano.
Con poca pendenza superiamo una semicurva verso destra.
Un sentiero scende a destra verso una calchera. Proseguiamo diritto, quasi in piano, e percorriamo un'ampia semicurva verso sinistra (m. 635).
Superiamo una semicurva verso destra. Alla sinistra oltre una recinzione, con pali di legno e una rete a quadrotti, c'è un prato.
Torniamo nel bosco.

Poco dopo troviamo un sentiero che si stacca alla sinistra (m. 630). I segnavia indicano, davanti con il n. 5: S. Tomaso, Sambrosera, Preguda; dietro con il n. 5: S. Martino, S. Pietro e Sentiero Luisin; a sinistra con il n. 1: Bevasco, Corno Birone, Cornizzolo e inoltre: Fontanino del Tufo a ore 0.15, Cascina Rotta a ore 0.45, Sasso Malascarpa a ore 1.15. Continuiamo diritto, quasi in piano.
Superiamo delle semicurve appena accennate.
Proseguiamo in leggera discesa.

Lasciamo a sinistra una vasca abbeveratoio (m. 620).
Poco dopo proseguiamo in discesa con altre semicurve.
Lasciamo a destra l'accesso ad un prato.
Subito dopo ignoriamo una sterrata che sale a sinistra. Continuiamo diritto (m. 600).

Proseguiamo in leggera discesa. Un'apertura tra gli alberi alla destra consente una veduta sul Lago di Annone.
Continuiamo con prati da entrambi i lati (m. 595).
Quasi in piano percorriamo una curva verso sinistra.
Dopo un breve tratto tra gli alberi torniamo a camminare allo scoperto attorniati dai prati (m. 585).
Continuiamo in lievissima discesa accompagnati da un muretto di pietre alla sinistra.
Poco dopo raggiungiamo San Tomaso (m. 575).

Tempo impiegato: ore 1.40 - Dislivello m. 390 -90
Data escursione: maggio 2020

Escursioni partendo dal Rifugio:


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