Rifugio Santamaria in Leten

Il Rifugio Luigi Santamaria in Leten è situato al margine occidentale della conca alla testata della Val Nossana.
Si tratta di un edificio in muratura a due piani. Al piano terra ci sono: ingresso con mobile per depositare gli zaini e gli scarponi sostituendoli con le ciabatte; locale bagno; locale sala/cucina con tre tavoli e relative panche e sedie, stufa economica a legna, fornello quattro fuochi, lavandino con due vaschette, vari armadietti con pentole e stoviglie; al piano superiore: dormitorio con 17 posti letto (suddivisi in due camere) con materassi, coperte e cuscini, armadio e altre sedie. Illuminazione da pannello solare. Porticato con tavolo e sedie.
Il rifugio è chiuso e incustodito; chi fosse interessato, per prenotare e ritirare le chiavi deve rivolgersi al Gruppo Amici Rifugio Santamaria c/o Sig. Reginaldo Peracchi - Via Marconi 17 - Ponte Nossa (Bg) tel. 035 701537 - 348 5625687.

Itinerario dal parcheggio ex seggiovia Arera (sentiero 237-238-240)

Con la statale 470 della Valle Brembana superiamo Zogno e poi in località Ambria prendiamo alla destra la provinciale 27 che sale al Passo Zambla. (In alternative il passo è raggiungibile anche da Ponte Nossa in Val Seriana con la provinciale 46).
A Zambla, al km. 42 della provinciale 27, giriamo a sinistra in Via Plassa.
Dopo 4 km. raggiungiamo il grande residence in Località Plassa prima del quale la strada si biforca.
Continuiamo sulla destra in salita per altri seicento metri fino a trovare alla sinistra un parcheggio per coloro che intendono fare l'intero percorso a piedi e alla destra la macchina erogatrice del ticket di Euro 4 per coloro che vogliono proseguire con la loro vettura fino al termine dell'asfalto.
I segnavia 221 indicano: Rifugio Capanna 2000 h 2:10 (Periplo Pizzo Arera h 3:30 - Difficoltà EE); Passo Branchino (con sentiero 222 "Dei Fiori") h 3:00, Pizzo Arera (Via Normale Alpinistica) h 3:40, Baita Camplano (con sentiero 237) h 2:10, Cima di Grem (con sentiero 237) h 3:10, Baita Santamaria in Leten (con sentiero 237 - 240) h 3:15.
Quattro segnali stradali di pericolo indicano: strada non collaudata, caduta massi, pendenza 12%, animali domestici vaganti. Tre segnali di divieto indicano: divieto di transito ai mezzi con ganci di traino, divieto di transito ai mezzi con peso superiore a t. 3.50, divieto di sosta su tutta la tratta. Un cartello di legno indica con il percorso 221/222 il Rifugio Capanna 2000 raggiungibile in ore 1.45 e segnala se è aperto o chiuso. Un cartello appeso ad una bacheca parla del "Sentiero dei Fiori".

Paghiamo il pedaggio e continuiamo in auto (m. 1200).
I primi tornanti sono molto ripidi.
Lasciamo a destra il Rifugio SABA Cà d'Arera (m. 1560) e proseguiamo fino al parcheggio situato nei pressi della stazione della vecchia seggiovia che saliva al Rifugio Capanna 2000 . Qui l'asfalto termina (m. 1590).

Attraversiamo il parcheggio inizialmente quasi in piano, poi in leggera salita passando a valle di un edificio in disuso della ex-seggiovia.
Al termine del parcheggio continuiamo su di una sterrata.
Quasi in piano passiamo tra due paletti di ferro arrugginito (m. 1600).
Riprendiamo a salire, con il fondo in cemento e percorriamo un ampio tornante sinistrorso lasciando a destra una cabina Enel.
Davanti vediamo altre costruzioni della vecchia seggiovia. Effettuiamo un tornante destrorso. Un cartello segnala che la strada è agro-silvo-pastorale e il transito è consentito solo ai veicoli autorizzati (m. 1605).
Ora il fondo stradale è in pietre e cemento.
Alla sinistra troviamo una cabina, con i segnavia 237-240 a bandierina, e transitiamo sotto a tre cavi dell'energia elettrica (m. 1615).
Davanti vediamo l'Arera.
Continuiamo attorniati da prati e da qualche albero.

Percorriamo un tornante sinistrorso molto ampio (m. 1640).
Per alcuni metri camminiamo quasi in piano. Una sterrata inerbita sale dalla sinistra (m. 1650).
Proseguiamo con il fondo in cemento.
Il fondo torna ad essere in pietre e cemento. Alla sinistra c'è una staccionata in legno. Superiamo una curva verso destra (m. 1660).

Con una curva verso destra aggiriamo una baita e quattro piloni uniti in alto, due a due, da un traverso di ferro (m. 1680).
Quasi in piano percorriamo un breve tratto sterrato.
Presso una curva verso sinistra riprendiamo a salire con il fondo in cemento e pietre.
Superiamo una semicurva verso destra e continuiamo con poca pendenza, dapprima su sterrato e poi con il fondo in cemento e pietre (m. 1690).

Riprendiamo a salire. Il fondo ora è in cemento. Passiamo tra due pareti (m. 1720).
Con il fondo in cemento e pietre percorriamo una semicurva verso sinistra (m. 1730).
Superiamo una semicurva verso destra lasciando a sinistra una pozza (m. 1745).
Dopo pochi passi in leggera salita percorriamo un lungo tratto in salita (m. 1755).
Continuiamo con poca pendenza (m. 1790).

Presso un tornante sinistrorso prendiamo una sterrata che esce alla destra, all'inizio della quale un segnale stradale vieta il transito ai veicoli (m. 1810).
La stradina effettua subito una curva verso destra. Su una pietra vediamo una scritta arancione che indica davanti a noi Leten e Camplano.
Continuiamo alternando alcuni brevi tratti in leggera salita e discesa. Alla sinistra c'è l'Arera, davanti il Grem e alla destra l'Alben.
Troviamo sulla sinistra una nicchia realizzata con alcune pietre nella quale vediamo la foto di una persona deceduta.
Lasciamo poi a destra una vasca metallica con funge da abbeveratoio per gli animali.
Raggiungiamo la Baita Zuccone (m. 1800) che consta di due edifici affiancati. Su una pietra leggiamo la scritta. "Antonia e Cesare". Un cartello invece dice: "Attenti al cane e al padrone. Hanno un brutto carattere!"

Proseguiamo in discesa con un sentiero che si divide in diverse tracce.
Poi, con minore pendenza, raggiungiamo una vasca in cemento che raccoglie l'acqua di un piccolo torrente che scende ripidamente da sinistra (m. 1755).
Proseguiamo in piano seguendo vari bolli e bandierine bianco rosse e poi in leggera salita a mezza costa. I segnavia ricordano che stiamo percorrendo il sentiero 237-244.
Superiamo poche pietre franate (m. 1765) e poi effettuiamo una curva a destra assecondando la montagna.
Proseguiamo a mezza costa, sempre in leggera salita. Ci troviamo tra l'Arera e il Grem.

Per un breve tratto costeggiamo una gola che scende ripidamente alla nostra destra e in fondo alla quale scorre un torrente (m. 1795).
Proseguiamo in discesa. Poi la pendenza diminuisce. Guadiamo un torrentello che scende da sinistra.
Subito dopo, sulla sinistra, troviamo un vascone in cemento, rotto. In basso a destra, accanto al torrente, vediamo un baitello.
Poco dopo guadiamo il torrente (m. 1780), giriamo a destra e riprendiamo a salire tra erba e arbusti.
Fatti pochi passi, già torniamo in piano. Ci troviamo in un valloncello.
Superiamo un rivolo in secca e percorriamo un breve tratto in salita.
Con una breve discesa scendiamo verso un altro torrente e lo guadiamo (m. 1790). Volgendo lo sguardo a destra possiamo distinguere in lontananza il Rifugio Capanna 2000.

Torniamo a salire, vediamo il segnavia 237 e raggiungiamo un bivio (m. 1800). Delle frecce e scritte su una grande pietra indicano il sentiero 238: a sinistra Camplano e a destra Zambla. Un'altra freccia indica l'Arera.
Andiamo a sinistra e dopo pochi passi in salita tra delle roccette, continuiamo zigzagando tra l'erba con poca pendenza. Ci troviamo in una valletta e stiamo volgendo le spalle all'Arera.
Camminando quasi in piano passiamo tra una pozza e un vascone in cemento (m. 1810).
Proseguiamo in leggera salita seguendo una delle tante tracce in cui si è diviso il sentiero e arriviamo alla Bocchetta di Camplano (m. 1840). Davanti vediamo una pozza, alla destra la Baita Camplano (m. 1830) e più in là un baitello.

Continuiamo quasi in piano, tenendoci sulla sinistra. Il sentiero è ancora suddiviso in varie tracce e, più avanti, gira a sinistra.
Davanti in basso vediamo una valletta sulla destra della quale c'è la Baita di Valmora.
Rimaniamo a sinistra e, seguendo bolli e bandierine ora più radi, iniziamo a scendere con poca pendenza tra erba e qualche arbusto.
Percorriamo un tratto quasi in piano (m. 1785). Più in basso sulla destra vediamo tre piccoli manufatti in cemento di un acquedotto. Più avanti ne vediamo un altro.
Camminando in leggerissima discesa arriviamo al guado del torrente che scorre nella valletta alla nostra destra (m. 1770).

Subito dopo giriamo a destra. Su una pietra vediamo la scritta Leten e una freccia che indica di proseguire.
Percorriamo un tratto in leggera salita superando un rivolo asciutto ed un altro quasi in piano superando il letto di un torrente in secca.
Camminiamo tra erba e arbusti. In alto a sinistra vediamo altri caselli dell'acquedotto.
Continuiamo in leggera salita seguendo tracce di sentiero e prestando attenzione alle bandierine di colore bianco rosso bianco. Poi la pendenza aumenta (m. 1790).
Percorriamo pochi passi quasi in piano (m. 1805) e torniamo a salire. Stiamo aggirando a mezza costa la Cima di Leten. In basso a destra è ben visibile la Baita di Valmora.

Il sentiero ora è pieno di fango tanto da costringerci a camminare a lato, ove possibile. Per un po' non vediamo segnavia, poi ne troviamo uno (m. 1830).
Poco più avanti, percorrendo un tratto in piano, vediamo su un masso una scritta quasi illeggibile che dovrebbe indicare "240 Leten".
Proseguiamo con lievi saliscendi poi riprendiamo a salire. Il tratto infangato è terminato. Più avanti la pendenza aumenta (m. 1865).
Percorriamo pochi passi in piano e una breve salita (m. 1880) per poi continuare con pochissima pendenza. Il pendio alla destra precipita nell'avvallamento dove scorre il torrente.

Ora il sentiero gira a sinistra portandosi sul fianco orientale del monte e inizia a scendere tra erba e cespugli. In alcuni punti è ridotto ad una esile traccia quasi invisibile.
Percorriamo un tratto quasi in piano ed uno il leggerissima discesa (m. 1840).
Poi in leggera salita, giriamo a sinistra e ci troviamo sul fondo di un valloncello pietroso che attraversiamo dapprima in piano e poi salendo tra i massi.
Usciti in cima proseguiamo quasi in piano poi saliamo alcuni gradini di pietra e arriviamo ad un bivio (m. 1850). I segnavia indicano a sinistra il sentiero 243 che sale al Passo del Re e a destra il sentiero 240 che scende al Rifugio Leten.

Andiamo a destra in leggera discesa. Davanti, più in basso, cominciamo a vedere il rifugio e le altre due costruzioni dell'alpeggio.
Troviamo poi un altro bivio (m. 1835) e una palina con alcuni segnavia che indicano dietro: Baita Camplano a ore 1 (sentiero 240 E); a sinistra: Passo del Re - Valcanale a ore 1.45 (sentiero 243 EE); diritto: Rifugio Baita Santamaria a ore 0.15.
Continuiamo a scendere, sempre con poca pendenza e, giunti all'altezza del rifugio, pieghiamo a destra seguendo una freccia che indica: Leten 243-240 (m. 1790).
Seguendo il sentiero scendiamo tra i prati e arriviamo al rifugio.

Tempo impiegato: ore 2.10 - Dislivello: m. +460 -285
Data escursione: settembre 2010

Escursioni partendo dal Rifugio:


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