Rifugio San Jorio

Il Rifugio San Jorio, ex caserma della Guardia di Finanza, è situato poco sotto l'omonimo passo che collega l'alto Lario con Bellinzona ed il Verbano, mettendo in contatto le Valli Albano e San Jorio in Italia, con la Val Morobbia in Svizzera.
Il passo era parecchio frequentato nei secoli scorsi; da qui passava la seta prodotta a Como e diretta in Germania e il materiale di ferro della Val Morobbia utilizzato nelle officine di Dongo.
Il nome dovrebbe derivare da quello del santo eremita a cui è dedicata la chiesetta che sorge poco più in alto.
Il rifugio è gestito dall'Operazione Mato Grosso, un movimento di volontari che dal 1967 lavorano gratuitamente in favore dei poveri di Brasile, Bolivia, Ecuador e Perù. Il ricavato dalla gestione è devoluto interamente alle loro necessità.

Primo itinerario: da Brenzeglio

Con la statale 340 seguiamo il Lago di Como fino a Dongo dove imbocchiamo la S.P. 5 che sale a Stazzona, Germasino e Garzeno.
Arrivati a Garzeno, al primo tornante destrorso, lasciamo la provinciale e continuiamo diritto con Via San Jorio (m. 640). Attraversato il paese, troviamo un bivio dove la segnaletica indica a sinistra il Ponte delle Seghe e a destra il Santuario Quang, Brenzeglio (1 ora a piedi), e i Rifugi Il Giovo e San Jorio.
Andiamo a destra. La strada stretta e ancora asfaltata sale nel bosco e supera il Santuario della Madonna di Quang (m. 800) davanti al quale c'è un ampio parcheggio.
Più avanti, presso una curva a destra, l'asfalto termina (m. 925). Qui c'è un piccolo slargo e posto per tre o quattro auto. Il tratto successivo su fondo sterrato è più adatto ad un fuoristrada che a una vettura normale tuttavia procedendo con cautela è possibile continuare fino a Brenzeglio (m. 979).
Raggiunto l'abitato, nei giorni festivi, potremmo trovare il poco spazio per parcheggiare già occupato dalla gente del posto.
In tal caso è possibile lasciare la macchina un po' prima, presso uno slargo sulla destra situato tra una cascata e una nicchia nella roccia contenente una madonnina nera (m. 965).

All'inizio di Brenzeglio ci sono una fontana e un bivio. I segnavia indicano a sinistra: il Ponte di Begua e l'Alpe di Fraccia; a destra: il rifugio Il Giovo a ore 2, il rifugio S. Jorio a ore 3 e il rifugio Sommafiume a ore 3.10.
Ci incamminiamo con una sterrata in leggera salita nel bosco passando tra le vecchie abitazioni e i "mason". Questi ultimi sono degli edifici rurali, caratteristici di questi luoghi, formati da una stalla a pian terreno e un deposito di foglie nel sottotetto. Il tetto è alto e molto spiovente ed è ricoperto di paglia.
Lasciata a destra un'altra fontana, superiamo le ultime case e con percorso quasi pianeggiante tra prati e qualche albero di noce, iniziamo a percorrere a mezza costa il lato destro della valle Albano sulle pendici meridionali del Monte Cortafon.

Passiamo sotto una teleferica e in leggera salita raggiungiamo le case dei Monti di Ciaccio (m. 1020).
La strada alterna tratti su sterrato, selciato o cemento.
Troviamo un'altra teleferica e dell'acqua che scende da destra e bagna la strada.
Percorriamo un tratto in salita e poi continuiamo quasi in piano su fondo sterrato.
Presso una curva a sinistra vediamo più in basso un torrente. Poi riprendiamo a salire con vari tornanti.
Più in alto, tra i prati, c'è una baita.
Un sentiero che arriva da destra si immette sulla stradina (m. 1110).
Continuando con vari tornanti raggiungiamo le case di Piazza Cavada (m. 1175).

Ad un tornante rivediamo il sottostante torrente e, dopo un tratto tra i prati, arriviamo alle ultime tre baite dell'alpeggio seguite da una fontana che però non butta acqua (m. 1210).
Vediamo un'altra casa, un po' lontana dalla strada e proseguiamo con poca pendenza e diversi tornanti.
Più avanti, presso un tornante destrorso (m. 1375) cominciamo a vedere in lontananza la bianca sagoma del Rifugio Il Giovo. Sul lato opposto possiamo invece ammirare una parte del Lago di Como ai piedi del Monte Legnone.

Raggiungiamo il Dosso di Brento e lo attraversiamo quasi in piano (m. 1435).
Poi in leggera salita arriviamo all'Alpe di Brento dove troviamo una baita, una lunga stalla e una sorgente la cui acqua allaga la strada (m. 1461).
Superiamo due caselli dell'acquedotto ed un tratto selciato, poi la stradina ridiventa sterrata ed in lontananza torniamo a vedere il Rifugio Il Giovo.
Troviamo una targa in marmo a ricordo di due finanzieri deceduti.
Percorriamo un tratto in piano fino ad una curva a sinistra deve un rivolo d'acqua bagna il percorso; poi continuiamo in leggera salita.
Un altro rivolo passa sotto la strada. Ora la pendenza aumenta.

Troviamo una targa a ricordo di due finanzieri e del loro cane, travolti da una valanga (m. 1630) e poco dopo un'altra targa a memoria altri due finanzieri.
Percorriamo un tratto su fondo selciato e vediamo ancora una targa commemorativa; questa volta è in bronzo e ricorda un partigiano.
Torniamo su fondo sterrato e raggiungiamo l'ampia insellatura del Motto di Paraone tra le due Valli di San Jorio e Dongana dove è situato il Rifugio Il Giovo (m. 1714).

Lasciato a destra il rifugio e la fontana, continuiamo in piano seguendo i tralicci e immettendoci sulla sterrata che proviene dalla Bocchetta di Germasino (vedi il successivo itinerario).
In alto a destra è ben visibile il Rifugio San Jorio.
Il Rifugio Sommafiume invece è più lontano e più difficile da individuare. Chi dispone di un binocolo o di un'ottima vista può provare a cercarlo a sinistra in cima ad un dosso, alla testata della Valle Albano.

Seguendo la sterrata, passiamo sotto i cavi dell'alta tensione e arriviamo ad un bivio. Sulla destra ci sono due tavoloni in legno con relative panche e una fresca fontana con vasca. I segnavia indicano a sinistra: Pizzo di Gino a ore 3.15, Vegna a ore 4.15, Val Cavargna, Rifugio Sommafiume a ore 1.15, Rifugio Menaggio a ore 8.15; a destra: Rifugio San Jorio a ore 0.50 Passo San Jorio a ore 1, Laghi di Roggio a ore 1.30, Monte Cardinello a ore 4.30. C'è anche una bacheca che indica a sinistra il Laboratorio di Ricerca e Didattica Ambientale Nembruno.

Andiamo a destra. In piano percorriamo due tornanti destra-sinistra all'esterno dei quali ci sono delle protezioni di legno (m. 1730).
Ripassiamo sotto i cavi dell'alta tensione e alterniamo tratti sterrati ad altri con il fondo lastricato, camminando quasi in piano o in leggera salita. Alla sinistra quasi sempre ci accompagna un muretto di pietre. Alcuni cartelli portano delle schede didattiche; la prima parla dell'ontano verde e la seconda del formaggio d'alpe. Altri cartelli indicano alla sinistra i confini del Parco della Valle Albano. Attorno ci sono erba e vari cespugli di rododendro che a inizio estate danno un bel tocco di colore.

Nei pressi di un casello dell'acquedotto (m. 1775), ignoriamo una stradina che scende a destra all'Alpe Possolo.
Con una curva a destra superiamo un'ansa della montagna dove troviamo un casello dell'acquedotto, in basso al quale da due tubicini esce dell'acqua. Un torrente attraversa la sterrata passando sotto un ponticello (m. 1820).
Il fondo torna ad essere lastricato e rimarrà così fino al rifugio. La stradina piega a destra iniziando il giro delle testata della valle (m. 1870).
Superiamo in successione sei torrentelli che scendono dalla montagna e attraversano passando sotto altrettanti ponticelli. Un po' in alto a sinistra vediamo un altro casello dell'acquedotto (m. 1895).

Presso un tornante sinistrorso, dove ci riportiamo in direzione del rifugio, troviamo un sentiero che si stacca sulla destra (m. 1910). I segnavia indicano davanti: Confine italo-svizzero e Passo San Jorio a ore 0.20; a destra: Laghi di Roggio a ore 1, Capanna Como a ore 8.30 e Alta Via del Lario; dietro: Rifugio Il Giovo a ore 0.30, Garzeno a ore 3.
Poco più avanti troviamo un picchetto piantato nel mezzo della strada per impedire il transito a coloro che fossero arrivati fin qui in auto (m. 1920).
Nei prati alla destra parte la teleferica di servizio al Rifugio Capanna della Aquile che vediamo in alto (m. 1940).
Superiamo un tornante destrorso, dove troviamo un cartello didattico che parla dell'aquila reale, subito seguito da un tornante sinistrorso (m. 1965).
Ancora pochi passi e raggiungiamo il cartellone che mostra una cartina della zona e ci da il benvenuto al Rifugio San Jorio.

Tempo impiegato ore 2.50 - Dislivello: m. 1001
Data escursione: luglio 2008

Secondo itinerario: dalla Bocchetta di Germasino/S. Anna

Venendo da Milano o da Lecco con la SS 36, dopo il termine delle gallerie, percorriamo il grande raccordo ad anello seguendo le indicazioni per Chiavenna.
Alla rotonda del km. 97 lasciamo la SS 36 per prendere alla sinistra la SS 340dir.
Dopo il ponte sul Mera, la strada gira a sinistra e comincia a seguire a distanza il Lago di Como.
Passiamo per Sorico, Gera Lario, Domaso, Gravedona e arriviamo a Dongo.

In alternativa venendo da Como percorriamo dapprima la SS 340 e poi la SS 340dir sempre seguendo il lago fino a Dongo.

A Dongo, al km. 14.8 della SS340dir, imbocchiamo la provinciale n. 5 che sale a Stazzona, Germasino e Garzeno.
Arrivati a Garzeno, al primo tornante destrorso, ignoriamo la deviazione che porta a Brenzeglio.
Ad un successivo tornante sinistrorso, con fontana, prendiamo invece la deviazione per S. Anna e la bocchetta.
La strada è ancora asfaltata, non molto larga e priva di protezioni a valle. Tra boschi di castagni, sale con vari tornanti lungo le pendici del Monte Cortafon.
Troviamo i cartelli che segnalano le località Ciuccino (m. 880) e Cagnavo (m. 910).
Alla sinistra troviamo la chiesa del XVIII secolo dedicata a S. Anna davanti alla quale passa il sentiero della quarta tappa della Via dei Monti Lariani (m. 940).
Altri cartelli segnalano le località Corlino (m. 1035), Monte Grum (m. 1080) e l'azienda agricola La Camosciata (m. 1140).

Arriviamo alla Bocchetta di Germasino o di Sant'Anna dove alla sinistra troviamo uno slargo per parcheggiare. Un segnavia indica semplicemente: Bocchetta 1210 m. C'è anche un segnavia, per MTB, su fondo rosso, che indica: S. Jorio km. 12.1, Giovo km. 9.9, Ardalla km. 8.9.
La strada continua lungo il versante nord del monte, dapprima ancora asfaltata e poi sterrata.
Durante il periodo invernale, l'esposizione a nord dalla bocchetta fino al Rifugio Il Giovo, fa si che la strada sia ghiacciata o innevata. Può essere pertanto necessario parcheggiare la macchina alla bocchetta e incamminarsi.
Nella bella stagione invece, fino al Rifugio Il Giovo, la strada è percorribile anche in auto, meglio se con un fuoristrada in quanto il fondo stradale non sempre è in perfette condizioni.

Decidiamo di lasciare la macchina alla bocchetta e di fare l'intero percorso a piedi.
Il primo tratto è in leggera discesa. Alla sinistra c'è un muro in cemento allo scopo di prevenire eventuali smottamenti.
Alla destra vediamo un roccolo a circa venti metri di distanza.
Poco dopo, sempre alla destra, troviamo uno slargo.
Continuiamo in lievissima salita con un muretto alla sinistra (m. 1200).
Quasi in piano percorriamo una curva verso sinistra all'interno del quale ci accompagna un muro in cemento che poco dopo termina.
Un rivolo passa sotto alla strada.
Con pochissima pendenza superiamo una curva verso destra mentre un torrente attraversa la strada passandole sotto (m. 1205).
Superiamo alcune semicurve: sx-dx-sx.
Continuiamo quasi in piano. Alla destra vediamo le cime oltre la valle.

Presso un'ampia curva verso sinistra ignoriamo una sterrata che prosegue diritto in leggera discesa (m. 1220).
Dopo un tratto con poca pendenza, quasi in piano superiamo due semicurve sinistra-destra (m. 1225).
In leggera salita percorriamo una semicurva verso destra (m. 1230).
Poco più in alto alla sinistra, tra gli alberi vediamo una roccia che affiora dal terreno (m. 1235).
Superiamo una semicurva verso sinistra.
In basso a destra vediamo diverse case.
Troviamo anche una casa situata poco sotto alla destra e una stradina che scende a raggiungerla. Alla sinistra c'è uno slargo (m. 1245).
Dopo una semicurva verso destra percorriamo un tornante sinistrorso molto ampio (m. 1260).
Continuiamo con delle serpentine appena accennate.
Alla sinistra riparte il muretto di contenimento (m. 1275).
Poco dopo, il muretto diventa un muro. Percorriamo una curva verso sinistra. Alla destra c'è una staccionata di legno (m. 1280).

Proseguiamo quasi in piano. Alla sinistra troviamo un piccolo casello dell'acquedotto in cemento.
Continuiamo con altre serpentine appena accennate.
Lasciamo a destra uno slargo (m. 1285).
Dopo un lungo tratto, alla sinistra riparte il muretto.

Presso una semicurva verso sinistra, la strada diventa sterrata. In questo punto accanto al muretto c'è un canalino di scolo per l'acqua (m. 1300).
Presso una curva verso destra il muretto termina. Ignoriamo un sentiero che sale a sinistra. Alla destra c'è uno slargo nel quale troviamo una bacheca con tettuccio in legno alla quale sono state affisse alcune cartine della zona (m. 1305).
Passiamo accanto ad un tombino/pozzetto situato in mezzo alla strada.

Alla sinistra troviamo dodici gradini di legno sul primo dei quali leggiamo: "Brunedo Natura 1350 m. Campo Addestramento Cani". Più sopra c'è un prato in cima al quale vediamo una bandiera e una casa rosa attorniata da un muro (m. 1315).
Subito, quasi in piano, percorriamo una semicurva verso destra seguita da un'ampia curva verso sinistra.
Con pochissima pendenza superiamo un'altra semicurva verso sinistra.
Percorriamo una curva verso destra quasi in piano e proseguiamo in lievissima salita.
Superiamo una semicurva verso sinistra.

Subito dopo, presso una semicurva verso destra, una sterrata si stacca con un tornante sinistrorso e sale a Brunedo. I segnavia indicano diritto: Alpe Stazzona a ore 0.50, Passo Giovo a ore 1.45. Altri segnavia, per MTB, su fondo rosso, indicano: S. Jorio km. 10.3, Giovo km. 8.1, Ardalla km. 7.1. Continuiamo diritto quasi in piano.
Superiamo due semicurve destra-sinistra e una curva verso destra, vicine tra loro.
Percorriamo un tornante sinistrorso. Gli alberi, in prevalenza faggi, sono più fitti.

Subito dopo raggiungiamo una biforcazione (m. 1325). Vari segnavia indicano, a destra il Rifugio Mottafoiada a 200 metri; a sinistra: i Rifugi San Jorio, Giovo e Sommafiume. Ci sono anche i segnavia per MTB, su fondo rosso, che indicano: S. Jorio km. 10.1, Giovo km. 7.9, Ardalla km. 6.9. Alla sinistra della strada c'è un piccolo slargo. Proseguiamo verso sinistra, in leggera salita.
Sul lato sinistro della strada ci accompagna un cordolo in cemento.
Superiamo due semicurve destra-sinistra (m. 1335).

In basso alla destra vediamo il Rifugio Mottafoiada.
Continuiamo tra i faggi con un ampia semicurva verso sinistra seguita da due semicurve sinistra-destra (m. 1345).
In salita superiamo una semicurva verso sinistra (m. 1355).
Alla sinistra ricomincia il cordolo in cemento.
Proseguiamo con poca pendenza. Presso una curva verso destra attraversiamo un ruscelletto (m. 1360).
Ora alla sinistra ci accompagna un muretto, inizialmente di pietre e poco dopo di cemento.

Percorriamo un tornante sinistrorso molto ampio (m. 1365).
Presso una semicurva verso destra un ruscello passa sotto alla strada (m. 1370).
Subito percorriamo una curva verso sinistra. Alla sinistra, c'è un casello dell'acquedotto e ricomincia il cordolo in cemento (m. 1375).
Superiamo una semicurva verso destra.
All'interno di una semicurva verso sinistra c'è un muretto in cemento (m. 1385).
Continuiamo con una serpentina appena accennata destra-sinistra. Alla sinistra ci sono meno alberi e in alto vediamo il crinale che va dal Monte Cortafon al Motto di Paraone.

Presso una semicurva verso destra, un paletto con i bolli segnala un sentiero che sale a sinistra. Alla destra c'è uno slargo (m. 1390).
Alla sinistra ricomincia il cordolo. Percorriamo una curva verso destra molto ampia (m. 1400).
Superiamo una semicurva verso sinistra all'ombra degli alberi, ora più vicini (m. 1410).
Presso una semicurva verso destra un rivolo attraversa la strada.
Subito percorriamo un tornante sinistrorso molto ampio. Alla destra c'è uno slargo (m. 1425).

I segnavia indicano con una stradina che si stacca alla destra: Alpe Stazzona, Passo Giovo (via Alpe Stazzona). Altri segnavia, per MTB, su fondo rosso, indicano diritto: S. Jorio km. 8.2, Giovo km. 6.0, Ardalla km. 5.0. Continuiamo diritto (m. 1435).
Superiamo una semicurva verso sinistra aggirando delle roccette.
Un rivolo attraversa la strada.

Percorriamo uno stretto tornante sinistrorso (m. 1445).
Superiamo due curve destra-sinistra (m. 1450).
Proseguiamo con un tornante destrorso molto ampio (m. 1460).
Ora gli alberi attorno alla strada sono meno alti e possiamo vedere, alla destra il M. Cortafon e alla sinistra le cime sul versante opposto della vallata. Ignoriamo un sentiero che sale a destra (m. 1470).

Dopo una semicurva verso sinistra percorriamo uno stretto tornante destrorso (m. 1475).
Presso una semicurva verso destra un ruscelletto attraversa la strada.
Dall'esterno di una semicurva verso sinistra, sale un sentiero segnalato da un paletto con i bolli (m. 1485).
Superiamo tre semicurve: sx-dx-sx.
Presso una semicurva verso destra ignoriamo un sentiero che sale a sinistra (m. 1510).

Di tanto in tanto, sul lato a valle, troviamo una canaletta/invito per lo scolo dell'acqua piovana.
Superiamo due semicurve destra-sinistra, una curva verso destra, una semicurva verso sinistra, una semicurva verso destra all'esterno della quale c'è uno slargo e una semicurva verso sinistra.

All'interno di un tornante destrorso delle roccette affiorano dal terreno. Un ruscello passa sotto alla strada (m. 1535).
L'assenza di alberi consenta una veduta panoramica sulla catena di monti oltre la valle.
Percorriamo un'ampia semicurva verso sinistra.
Dopo un tratto quasi in piano proseguiamo in leggera salita con una serpentina destra-sinistra (m. 1545).
Con un muro in cemento alla sinistra superiamo un'ampia semicurva verso destra (m. 1555).
Transitiamo sotto i cavi dell'alta tensione (m. 1560).

Poco dopo percorriamo uno stretto tornante sinistrorso all'esterno del quale c'è uno slargo (m. 1565).
Continuiamo con un muretto in cemento alla destra. Con due semicurve destra-sinistra transitiamo nuovamente sotto gli stessi cavi.
Percorriamo una semicurva verso destra molto ampia (m. 1575).
Superiamo due semicurve sinistra-destra.
Quasi in piano percorriamo due semicurve destra-sinistra (m. 1590).
Nel prato all'interno di una semicurva verso sinistra troviamo delle arnie. Continuiamo con poca pendenza.

Nel prato alla destra, seminascosta dagli arbusti, c'è una fontana con vasca di pietre; più in alto vediamo il Rifugio Ardalla. Continuiamo sulla strada (m. 1595).
Dopo circa cinquanta metri, lasciamo la strada e prendiamo il sentiero che, tagliando il successivo tornante destrorso, sale verso il Rifugio Ardalla.
Continuiamo in leggera salita.

All'interno di una curva verso sinistra troviamo il rifugio e una fontana con vasca di pietre (m. 1615).
Giriamo a destra e proseguiamo in salita con il sentiero attorniato da alberelli.
Dopo una semicurva verso sinistra continuiamo tra i prati con poca pendenza e dopo una semicurva verso destra riprendiamo a salire (m. 1630).
Proseguiamo dapprima in leggera salita e poco dopo in salita, nuovamente attorniati da alberelli (m. 1645).

Il sentiero si immette sulla sterrata e la attraversa. I segnavia indicano, diritto: Linea Trincee, Monte Paraone, Passo Giovo (via Trincee EE); dietro: Alpe Ardalla, Mottafoiada, Brunedo (Bruné). Proseguiamo verso destra, in leggera salita, con la sterrata (m. 1655).
Superiamo alcune semicurve: sx-dx-sx-dx-sx.
Sull'altro lato della valle vediamo l'Alpe Stazzona (m. 1670).
Per pochi metri, alla sinistra, c'è un muretto in cemento (m. 1675).

Transitiamo sotto i cavi dell'alta tensione (m. 1680).
Percorriamo due curve sinistra-destra (m. 1685).
Per un tratto, alla sinistra, c'è ancora il muretto in cemento.
Superiamo due semicurve sinistra-destra.

Davanti, più in alto, cominciamo a vedere il Rifugio S. Jorio.
Proseguiamo con poca pendenza e superiamo una semicurva verso sinistra.
All'interno della successiva semicurva verso destra, troviamo dei tronchi intrecciati come protezione verso una frana di pietrisco.
Poco dopo, alla sinistra abbiamo una parete di roccia sulla quale sono cresciuti degli alberelli.
Con delle reti alla sinistra, per impedire la caduta di pietrisco verso la strada, superiamo due semicurve sinistra-destra e proseguiamo quasi in piano (m. 1705).
Dopo due curve sinistra-destra continuiamo con delle serpentine appena accennate.

Transitiamo sotto i cavi dell'alta tensione (m. 1710).
Ora i cavi scorrono alla nostra destra, paralleli alla strada.
Troviamo dei segnavia che indicano, dietro: Alpe Ardalla, Mottafoiada, Brunedo (Bruné); dietro verso sinistra: Linea Trincee (EE), Monte Paraone, Alpe Ardalla.
Subito dopo raggiungiamo l'ampia insellatura del Motto di Paraone tra le Valli di San Jorio e Dongana. Alla sinistra c'è il Rifugio Il Giovo (m. 1714).

Se siete arrivati fin qui in auto ora dovete parcheggiare, il traffico infatti non è ulteriormente consentito.
Continuiamo poi come descritto nel primo itinerario fino al Rifugio San Jorio.

Dalla Bocchetta di Germasino/S. Anna: Tempo impiegato ore 3.20 - Dislivello: m. 780 -10
Dal Rifugio Il Giovo: Tempo impiegato ore 0.50 - Dislivello: m. 266
Data escursione: maggio 2007 - luglio 2021

Terzo itinerario: da Carena (Svizzera)

Questo itinerario è escursionistico se dalla vecchia Capanna Gesero alla nuova in loc. Biscia si segue la sterrata.
Noi però abbiamo seguito la cresta. Il tratto che ne precede l'inizio (dal laghetto in avanti) a mio parere non è sufficientemente indicato anche se la direzione è abbastanza intuitiva mentre la cresta è esposta sul lato destro.
Anche il traverso tra la Capanna Gesero e il Passo S. Jorio presenta passaggi esposti su sentiero a volte largo ma a volte stretto.
Forse pare eccessivo classificare questo itinerario per Escursionisti Esperti comunque non è per tutti.

Venendo da sud, lasciamo l'autostrada A2 al km. 47.5 (uscita 47 Bellinzona Sud).
Ad una biforcazione teniamo la destra e ci immettiamo sulla Via Cantonale.
Troviamo il cartello che segnala l'inizio di Camorino.
Ad una rotonda (Coop) proseguiamo diritto (Via Monte Ceneri).
Arriviamo a Giubiasco.
Ad un semaforo continuiamo diritto.
Ad una grande rotonda (parco) giriamo a destra seguendo l'indicazione Valle Morobbia (inizialmente la strada si chiama Via Morobbia ma in seguito cambia nome varie volte pur essendo sempre la Via Cantonale).
Troviamo i cartelli che segnalano l'inizio di Lôro e di Pianezzo.
Ignoriamo poi la strada che sale a sinistra verso Paùdo.
Passiamo per Vellano, Carmena, Sant'Antonio, Melera e infine arriviamo a Carena.

All'inizio del paese lasciamo la macchina nel parcheggio gratuito e senza limiti di tempo, con 13 posti auto, alla sinistra della strada.
Passando accanto al baitello con i servizi igienici ci incamminiamo quasi in piano verso il centro del paese. La strada è asfaltata (m. 950).
Troviamo altri posti alla sinistra della strada dove però il parcheggio è consentito solamente per 24 ore.
Sempre alla sinistra vediamo una statua in metallo raffigurante un airone.
Continuiamo in lievissima salita. Ora la strada si chiama Via 29 Agosto.
Lasciamo a sinistra il ristorante Posta e una fontana con vasca di pietra.
Alla destra troviamo l'Osteria della Pace.

Raggiungiamo la piazza di giro con la fermata dell'AutoPostale linea 212 Carena - Giubiasco.
Alla destra troviamo il palazzo della "Dogana Svizzera Carena" accanto al quale vari segnavia indicano: Carena 959 m;
- a sinistra: Alpe di Croveggia 1 h 40 min, Alpe di Gesero 2 h 35 min, (vecchia) Cap. Gesero UTOE 2 h 45 min;
- dietro: Melera 20 min, Melirolo 30 min, Monti di Paudo 2 h, Paudo 2 h 30 min.
- diritto: Monti di Ruscada 1 h, Giggio 2 h 55 min, S. Jorio 3 h 50 min, Cap. Il Giovo (I) 4 h 40 min; Al Maglio 50 min, Alpe di Giumello 2 h 45 min, Btta di Sommafiume 4 h 35 min, Motto della Tappa 5 h 15 min; Alpe Levén 3 h 45 min, B.tta di Revolte 5 h 30 min, Camoghè 6 h 20 min.
Alla sinistra, tra le case, saliamo una gradinata acciottolata all'inizio della quale leggiamo: "Salita al Gesero".

Percorriamo due curve destra-sinistra (m. 970).
Continuiamo con altre due curve e con un prato alla destra.
Proseguiamo su di una mulattiera a gradini, tra le baite.

Ci immettiamo su di un viottolo e lo seguiamo verso destra (m. 975).
All'ultima baita giriamo a sinistra e proseguiamo in salita con un sentiero inerbito attorniato da un prato.
Dopo una curva verso sinistra continuiamo tra due recinzioni con pali di legno e reti metalliche (m. 985).
Proseguiamo con un prato alla sinistra e un muro di pietre a secco alla destra.
Con una curva verso destra aggiriamo una baita (m. 995).
Superiamo una semicurva verso destra seguita da un tornante sinistrorso e con un tornante destrorso ci immettiamo su di una strada asfaltata. La seguiamo verso destra in leggera salita.
Subito dopo percorriamo un tornante sinistrorso ignorando una sterrata che prosegue diritto (m. 1000).

Dopo pochi passi troviamo un segnavia che indica il percorso per escursionisti alla destra o dietro. Pertanto lasciamo la strada e prendiamo la mulattiera alla destra segnalata anche da un bollo bianco-rosso-bianco.
Presso un tornante destrorso troviamo una panchina alla sinistra. Continuiamo nel bosco.
All'esterno di una curva verso sinistra c'è una staccionata.

Davanti ad una casetta di legno con tanti sportelli colorati, percorriamo una curva verso destra (m. 1015).
Continuiamo con un muretto di pietre a secco alla sinistra e una recinzione alla destra realizzata con pali di legno che sorreggono una rete.
Percorriamo un tornante sinistrorso tra i noccioli (m. 1035).
Proseguiamo attorniati dai faggi.
Superiamo una semicurva verso destra (m. 1040).
Saliamo alcuni rudimentali gradini di pietra.
All'esterno di un tornante destrorso c'è una legnaia (m. 1050).

Attraversiamo una sterrata e, come indicato da un paletto con i bolli, proseguiamo diritto (m. 1060).
Camminiamo attorniati da ginestre, felci e vari arbusti e troviamo un altro paletto con i bolli.
In basso alla destra vediamo un casello dell'acquedotto (m. 1075). Superiamo una semicurva verso sinistra e continuiamo in modo abbastanza ripido.

Lasciamo a sinistra un'area recintata e proseguiamo in salita nel bosco (m. 1085).
Percorriamo un ampio tornante sinistrorso (m. 1095).
Dopo pochi passi continuiamo con altri tre tornanti: dx-sx-dx.
Superiamo un breve tratto con poca pendenza e proseguiamo in salita (m. 1105).

In leggera salita percorriamo un tornante sinistrorso seguito in modo abbastanza ripido da una serpentina dx-sx-dx-sx-dx. Alla sinistra c'è una zona con solo felci e pali che reggono dei cavi.
Torniamo tra gli alberi e superiamo un tornante sinistrorso (m. 1125).
Con vista sui cavi davanti a noi, percorriamo un tornante destrorso allo scoperto (m. 1130).
Continuiamo in salita tra radi alberi.

La pendenza diventa abbastanza ripida (m. 1140).
Per un tratto abbiamo alberi solo alla sinistra (m. 1150).
Continuiamo nel bosco (m. 1160).
In salita superiamo una semicurva verso sinistra, tra faggi e abeti.
Aggiriamo un albero cresciuto nel mezzo del sentiero.
Camminando su radici affioranti dal terreno percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1170).

Passiamo accanto ad una fontana con vasca in cemento, priva di acqua (m. 1180).
Dopo un breve tratto con poca pendenza, continuiamo in salita con delle serpentine appena accennate.
Percorriamo due tornanti destra-sinistra (m. 1190).
Allo scoperto, per due volte, transitiamo sotto ai cavi. Alla sinistra c'è un palo in cemento. Percorriamo un tornante destrorso (m. 1200).

Rientriamo nel bosco.
Con poca pendenza superiamo una curva verso sinistra e proseguiamo in salita (m. 1205).
Camminiamo tra radi faggi.
Presso un tornante sinistrorso molto ampio troviamo un bollo bianco-rosso-bianco ricurvo (m. 1215).
Dopo un tratto con poca pendenza riprendiamo a salire e passiamo nuovamente sotto ai cavi (m. 1225).

Rientriamo subito nel bosco. Su di una pietra vediamo un bollo bianco-rosso-bianco.
Percorriamo un tornante destrorso.
Presso un breve tratto allo scoperto, percorriamo un tornante sinistrorso e rientriamo nel bosco (m. 1235).
Continuiamo con poca pendenza.
Superiamo una curva verso destra e torniamo a salire.
Percorriamo un tornante destrorso (m. 1250) ed uno sinistrorso (m. 1255).
Proseguiamo con un tratto di sentiero incassato nel terreno circostante.
Superiamo un tornante destrorso (m. 1270).
Troviamo una pietra nel sentiero.
Percorriamo un tornante sinistrorso molto ampio (m. 1275).
Saliamo alcuni rudimentali gradini di pietra.
Proseguiamo con un tornante destrorso su gradini di roccia (m. 1285).
Subito dopo percorriamo un tornante sinistrorso.
Presso un tornante destrorso saliamo un gradino di pietra (m. 1290).
Continuiamo con un tornante sinistrorso molto ampio.

Presso un tornante destrorso aggiriamo una fontana con vasca in cemento. Qui abbiamo trovato l'acqua che scende da un rubinetto premendo un pulsante (m. 1300).
Proseguiamo con radi alberi alla destra dove rivediamo i cavi.
Percorriamo un ampio tornante sinistrorso (m. 1310).
Subito dopo presso un tornante destrorso saliamo un gradino di pietra.
Continuiamo con un tornante sinistrorso allo scoperto; alla destra c'è un palo.

Rientriamo nel bosco (m. 1320).
Proseguiamo in modo abbastanza ripido.
Percorriamo un tornante destrorso.
Continuiamo con un tornante sinistrorso incassato tra il terreno e qualche pietra.
Superiamo una serpentina destra-sinistra (m. 1330).
Saliamo otto gradini di pietra.
Percorriamo un tornante destrorso incassato nel terreno circostante (m. 1340).
Proseguiamo con un tornante sinistrorso su radici affioranti.
Continuiamo con un tornante destrorso seguito da una semicurva verso sinistra (m. 1350).
Percorriamo un tratto allo scoperto e transitiamo sotto ai cavi (m. 1355).
Poco dopo, presso un tornante sinistrorso passiamo nuovamente sotto ai cavi.

Saliamo dei rudimentali gradini di pietra e subito rientriamo nel bosco (m. 1365).
Percorriamo un tornante destrorso.
Allo scoperto passiamo accanto ad un palo e sotto ai cavi (m. 1375).

Subito dopo torniamo nel bosco.
Presso un tornante sinistrorso troviamo una fila di pietre collocate di traverso per dirottare l'acqua alla destra del sentiero.
Torniamo allo scoperto, passiamo sotto ai cavi e troviamo una fontana con vasca di pietra (m. 1390).
Percorriamo subito un tornante destrorso e, quasi in piano, ripassiamo sotto ai cavi (m. 1395).

Rientriamo nel bosco. Alla sinistra c'è un grande faggio.
Continuiamo in leggera salita con faggi alla sinistra e pini alla destra.
Proseguiamo in salita. Alcune radici affiorano dal terreno (m. 1400).
In leggera salita superiamo due semicurve sinistra-destra e continuiamo quasi in piano (m. 1415).
Dopo un tratto in salita, con poca pendenza percorriamo una semicurva verso sinistra (m. 1425).
Superiamo una semicurva verso sinistra e continuiamo in salita (m. 1430).
Percorriamo due tornanti sinistra-destra vicini tra loro (m. 1435).

Aggiriamo due faggi nati dallo stesso ceppo e cresciuti nel mezzo del sentiero (m. 1445).
All'interno di un tornante sinistrorso sono state collocate delle pietre di rinforzo (m. 1460).
Con poca pendenza percorriamo un ampio tornante destrorso allo scoperto e subito rientriamo nel bosco (m. 1470).
In salita superiamo una serpentina sinistra-destra camminando su delle radici che affiorano dal sentiero (m. 1480).
Troviamo altre radici (m. 1500).
Percorriamo un tratto abbastanza ripido anch'esso passando sopra delle radici.
Continuiamo con un tornante sinistrorso risalendo rudimentali gradini di pietra (m. 1505).

Allo scoperto superiamo due semicurve destra-sinistra. Il sentiero si biforca e teniamo la destra (m. 1510).
Alcune pietre formano dei rudimentali gradini. Rientriamo nel bosco e proseguiamo con poca pendenza (m. 1515).
Aggiriamo una pietra nel mezzo del sentiero.
Dopo un tratto quasi in piano proseguiamo con poca pendenza (m. 1520).
Allo scoperto transitiamo sotto ai cavi e percorriamo una curva verso destra (m. 1530).

Arrivati davanti ad un mare di felci, giriamo a destra (m. 1540).
Camminando su un sentierino tra l'erba ripassiamo sotto ai cavi.
Proseguiamo con felci alla sinistra e ginestre alla destra (m. 1550).

All'esterno di un tornante destrorso, più in basso vediamo una baita (m. 1555).
Superiamo una serpentina sx-dx-sx-dx, vediamo un paletto con i bolli e rientriamo nel bosco.
Continuiamo allo scoperto, passiamo sotto ai cavi e percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1565).
Presso un tornante destrorso aggiriamo i pali in cemento e transitiamo sotto ai cavi (m. 1570).

Proseguiamo in un corridoio erboso con una lunga serpentina sx-dx-sx-dx-sx-dx-sx-dx, inizialmente sotto ai cavi, poco dopo alla loro destra e infine alla loro sinistra.
Superiamo una semicurva verso sinistra (m. 1610).
Percorriamo altre due semicurve destra-sinistra (m. 1620).
Proseguiamo con due tornanti destra-sinistra.
Dopo un tornante sinistrorso continuiamo in salita nel bosco (m. 1625).
Saliamo due gradini di pietra.
Proseguiamo con due tornanti destra-sinistra vicini tra loro (m. 1630).
Percorriamo un tornante destrorso (m. 1635).
Saliamo vari gradini di legno fissati da picchetti (m. 1645).
Continuiamo con poca pendenza sempre attorniati da conifere ma allo scoperto. Alla destra vediamo la fila di pali e cavi che continua (m. 1660).

Attraversiamo un cancelletto di legno da richiudere dopo il passaggio (m. 1670). A questo punto possiamo dire che due terzi del dislivello ormai è alle nostra spalle.
Continuiamo dapprima in salita e poco dopo in leggera salita tra i prati dove vediamo gruppi di mucche highlander al pascolo (m. 1685).

Presso un tornante destrorso, quasi in piano guadiamo un ruscello (m. 1690).
Tra l'erba seguiamo una traccia e dei bolli di colore bianco-rosso-bianco. Percorriamo una curva verso sinistra e proseguiamo con poca pendenza.
Continuiamo in salita costeggiando una fila di alberi alla nostra sinistra (m. 1700).
Terminata la fila vediamo un bollo bianco-rosso-bianco e continuiamo quasi in piano seguendo la traccia tra l'erba (m. 1725).
Superiamo una semicurva verso destra. Troviamo altri alberi e li seguiamo rimanendo alla loro destra.

Poco dopo la nostra traccia si immette su di un'altro sentiero (m. 1730).
Continuiamo tra radi alberi.
Attraversiamo una radura.
Proseguiamo tra gli alberi, inizialmente radi e poco dopo più fitti (m. 1735).
Seguendo le tracce sbuchiamo in un'altra radura e la attraversiamo. Vediamo un paletto con un bollo bianco-rosso-bianco (m. 1750).
Troviamo un masso alla sinistra e continuiamo tra gli alberi (m. 1755).
Ne troviamo un'altro alla destra e proseguiamo in lievissima discesa.
Quasi in piano attraversiamo una radura.
Il sentiero si divide e poco dopo si ricompone (m. 1760).

Con poca pendenza arriviamo ad un bivio dove i segnavia indicano
- dietro: alpe di Croveggia, Cadena;
- diritto: Alpe di Gesero, Cap. Gesero UTOE;
- a sinistra: Sasso Guidà, Laghetti della Costa, Bellinzona FFS; Cap. Genzianella.
Qui abbiamo due possibilità. La più semplice è raggiungere l'Alpe di Gesero e seguire la sterrata che collega la vecchia Capanna Gesero a quella nuova in loc. Biscia.
In alternativa seguendo tracce, qualche bollo, le targhette della "Scenic Trial" e cercando di individuale i pali con i cavi che in seguito torneranno ad accompagnarci, andando sempre verso Est EstSudEst (vedi la cartina), possiamo raggiungere la cresta tra la Valle di Arbedo (a nord) e la Valle Morobbia (a sud) e seguirla con alcuni passaggi esposti fino a ritrovare la sterrata poco prima di arrivare alla nuova Capanna Gesero. Questo secondo percorso è più diretto ma anche più impegnativo.

Scegliamo il secondo (m. 1765).

In leggera discesa ci dirigiamo verso un laghetto (praticamente una pozza) recintato con paletti di legno che reggono due file di cavi, lo raggiungiamo e lo lasciamo a sinistra (m. 1755).
Troviamo un cartellino giallo attaccato ad una pietra che indica la Capanna Gesero alla Biscia. Andiamo a destra in leggera salita mentre in basso alla sinistra vediamo la strada e una vecchia baita.
Troviamo una targhetta della "Scenic Trial" (m. 1775).
Passiamo accanto ad un rudere e continuiamo in modo abbastanza ripido verso gli alberi e pali con i cavi che torniamo a vedere davanti (m. 1780).
Vediamo un bollo azzurro su di una pietra (m. 1795).
Raggiunti i primi alberi troviamo una targhetta della "Scenic Trial" e un sentiero che si dirige verso sinistra; lo seguiamo (m. 1800).
Poco dopo il sentiero gira a destra e diventa una traccia in salita.
Tra rododendri ed erba passiamo sotto i cavi (m. 1815).
Vediamo un bollo arancione su di una pietra. Poco dopo ne troviamo uno azzurro.
Continuiamo quasi in piano transitando sotto i cavi e lasciando a sinistra un palo (m. 1820).
Alla destra, sotto ad un albero, c'è un baitello diroccato.
Troviamo un bollo bianco-rosso-bianco e una targhetta della "Scenic Trial" e continuiamo diritto in salita tra l'erba (m. 1820).
La traccia, poco a poco, si va trasformando in sentiero.
Vediamo un bollo azzurro su di una pietra (m. 1845).
Poco dopo superiamo due semicurve sinistra-destra.
La pendenza diventa abbastanza ripida (m. 1850).
Vediamo un bollo azzurro su di una pietra. Alla destra ci sono i pali con i cavi (m. 1855).
Continuiamo tra giovani pini (m. 1865).
Dopo un tratto con poca pendenza proseguiamo in modo abbastanza ripido (m. 1870).

Troviamo un cartello bianco con la scritta "Bandita di caccia" e uno giallo che indica davanti: Capanna Gesero Località Biscia. Poco dopo vediamo anche un bollo azzurro ed uno bianco-rosso-bianco. Abbiamo raggiunto la cresta (m. 1880).
Dopo un breve tratto in discesa continuiamo in salita sempre seguendo i soliti bolli.
Attorno e nel sentiero ci sono alcune pietre.
Dopo alcuni passi in discesa riprendiamo a salire (m. 1890).
Continuiamo quasi in piano con il sentiero esposto alla destra dove scende verticalmente.
Scavalchiamo una pietra.
Risaliamo delle pietre verso sinistra per un paio di metri e riscendiamo. Continuiamo quasi in piano.
I cavi ora scorrono sopra di noi.
Dopo pochi passi in modo abbastanza ripido troviamo un cartello "bandita di caccia" e continuiamo con un breve tratto quasi in piano (m. 1900).
Proseguiamo con una curva verso sinistra e un breve tratto in salita.
Giriamo a destra e continuiamo in cresta quasi in piano.
Riprendiamo a salire tra erba e pietre con il sentiero esposto alla destra (m. 1915).
Passiamo accanto ad un palo in cemento (m. 1925).

La parte esporta in cresta è terminata. Ora proseguiamo quasi in piano circondati da alberelli.
Alla destra ci sono alcune lisce lastre di pietra; passiamo sopra l'ultima e riprendiamo il sentiero.
Continuiamo con poca pendenza e vediamo i pali con i loro cavi che piegano a sinistra (m. 1930).
Proseguiamo in salita e poco dopo con poca pendenza, tra l'erba e alberelli (m. 1945). Il crinale ora è molto più largo e i pali con i cavi scorrono alla sinistra.
Cominciamo a vedere, davanti, la Capanna Gesero (m. 1980).
Poco sotto alla sinistra vediamo anche la sterrata (m. 1995).
Pieghiamo a sinistra lasciando il sentiero e raggiungiamo la sterrata e la Capanna Gesero (m. 2000).

Oltre la capanna riprendiamo il sentiero e raggiungiamo dei segnavia che indicano: Biscia 1995 m;
- davanti: S. Jorio 50 min, Giggio 1 ora 40 min, Carena 4 ore; A. Giumello 2 ore.
- dietro: Carena 3 ore 30 min.
Continuiamo in salita su di un largo sentiero.
Dopo un bollo azzurro proseguiamo con poca pendenza. Alla sinistra ci sono molti rododendri. (m. 2030).
Quasi in piano percorriamo due semicurve sinistra-destra e riprendiamo a salire.
Passiamo tra i piloni di un grande traliccio (m. 2040).

Ignoriamo il sentiero che sale ripidamente a sinistra verso la Cima delle Cicogne e prendiamo l'altro quasi in piano alla destra attorniati da mughi e cembri.

Iniziamo ora il lungo traverso che ci condurrà al Passo San Jorio. Il sentiero alterna innumerevoli brevi tratti quasi in piano, in leggera salita o discesa e varie semicurve. Impossibile e inutile elencarle una per una. A volte ci sono delle brevi salite o discese su fondo roccioso. A volte il sentiero è largo e altre stretto ma quasi sempre è esposto alla destra per cui non bisogna distrarsi mai. Troviamo anche il sentiero segnalato che sale alla Cima de Cugn.
Dopo quaranta minuti di cammino dalla capanna il sentiero cessa si essere esporto e prosegue in modo più tranquillo e lineare. Pertanto riprendiamo la descrizione dettagliata (m. 2040).


Proseguiamo quasi in piano e, davanti, cominciamo a vedere la Chiesetta di S. Jorio.
Percorriamo un tratto in leggera discesa, uno in leggera salita, uno quasi in piano ed uno in discesa.
Continuiamo in leggera salita su fondo roccioso.
Passiamo su alcune roccette.
Proseguiamo con il sentiero attorniato dall'erba con un tratto in leggera discesa, uno in discesa ed uno in leggera salita.
Attraversiamo una piccola pietraia (m. 2015).
Continuiamo su sentiero dapprima quasi in piano e poco dopo in leggera discesa.
Quasi in piano superiamo una semicurva verso destra (m. 2010).
Ci uniamo ad un altro sentiero che arriva dalla destra e proviene da Carena passando per Ruscada e Giggio [Lo percorreremo al ritorno].

Subito dopo raggiungiamo il passo. I segnavia indicano: S. Jorio 2010 m;
- davanti: Cap. Il Giovo (I) 50 min;
- dietro: Capanna Gesero UTOE in ore 1, Biscia in ore 1.10;
- dietro verso destra in discesa: Giggione 25 min, Monti di Ruscada 1 h 50 min, Carena 2 h 40 min; Alpe di Giumello 1 h 15 min.
Qui c'è anche il cippo che segnala il confine italo-elvetico.
Continuiamo diritto. Subito lasciamo a sinistra il sentiero che effettua un giro un poco più lungo e prendiamo la pietrosa scorciatoia che scende direttamente al Rifugio S. Jorio (m. 1980).

Tempo impiegato: ore 4.30 - Dislivello: m. 1200-170
Data escursione: settembre 2023

Ritorno in breve con altro sentiero più diretto
  1. Dal Rifugio San Jorio risaliamo la sterrata pietrosa fino al Passo San Jorio.
  2. Al passo i segnavia indicano: S. Jorio 2010 m.
    - dietro: Cap. Il Giovo (I) 50 min.
    - davanti verso destra: Capanna Gesero UTOE in ore 1, Biscia in ore 1.10.
    - davanti in discesa: Giggione 25 min, Monti di Ruscada 1 h 50 min, Carena 2 h 40; Alpe di Giumello 1 h 15.
  3. Troviamo il segnavia che indica con un sentiero verso destra: Capanna Gesero Località Biscia a 45 minuti. Lo ignoriamo e seguiamo il sentiero che piega a sinistra.
  4. Troviamo dei segnavia che indicano: Giggione 1804 m.
    - diritto: Giggio 15 min, Monti di Ruscada 1 h 25 min, Carena 2 h 20 min.
    - dietro; S. Jorio 40 min, Cap. Gesero UTOE 2 h 15 min; Cap. Il Giovo 1 h 30 min.
    - alla sinistra: Alpe di Giumello 50 min.
    Continuiamo diritto.
  5. Troviamo dei segnavia che indicano: Giggio 1675 m.
    - dietro: Giggione 25 min, S. Jorio 1 h, Cap. Il Giovo (I) 1 h 50 min; Cap. Gesero UTOE 2 h 35.
    - a destra: Monti di Ruscada 1 h 10 min, Carena 2 h 10 min.
    - a sinistra: Alpe di Giumello 50 min.
    Andiamo a destra e subito raggiungiamo le quattro case di Giggio. Proseguiamo verso sinistra passando alla destra di un baitello.
  6. Attraversiamo un affluente del Torrente Morobbia.
  7. Ci affianchiamo al Torrente Morobbia e lo seguiamo verso destra.
  8. Attraversiamo verso sinistra il Torrente Morobbia su di un ponticello.
  9. Sbuchiamo su una strada asfaltata. I segnavia indicano: Monti di Ruscada 1022 m.
    - diritto seguendo l'asfalto: Cassina Nova 20 min, Alpe di Giumello 1 h 50 min, B.tta di Sommafiume 3 h 35 min, Motto della Tappa 4 h 20 min; Via del Ferro; Alpe Levèn 2 h 50 min, B.tta di Revolte 4 h 35 min, Camoghè 5 h 15 min; Vellano 6 h.
    - a destra seguendo l'asfalto: Al Maglio 15 min, Carena 55 min; Via del Ferro.
    - dietro: Giggio 1 h 55 min, Giggione 2 h 15 min, S. Jorio 2 h 55 min, Cap. Il Giovo (I) 3 h 45 min.
    Andiamo a destra e riattraversiamo il torrente su di un ponte. Seguiamo la strada inizialmente asfaltata e poi sterrata.
  10. Lasciamo a destra una villetta con l'insegna Munt da Rüscada.
  11. Troviamo dei segnavia che indicano: Al Maglio 976 m.
    - a sinistra: Al Maglio 5 min.
    - davanti e dietro: Via del Ferro.
  12. Arriviamo al parcheggio di Carena dove avevamo lasciato la macchina.
Tempo impiegato: ore 3 - Dislivello m. +30-1060 - escursionistico

Escursioni partendo dal Rifugio:

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