Rifugio Larice Tonassi

Il Rifugio Larice Tonassi è situato all'Alpe Pezzeda nei pressi della stazione a monte della seggiovia che sale da Collio.

Primo itinerario: dai Piani di Vaghezza

Usciamo dall'autostrada Milano-Venezia a Ospitaletto (km. 206.2) e prendiamo la SP 19 che percorriamo interamente.
Dopo il ponte sul Mella ci immettiamo nella SP 345 della Val Trompia con la quale, superate Concesio, Sarezzo, Gardone e Marcheno, arriviamo a Tavernole dove al km. 23.8 deviamo a destra per imboccare la SP 50.
Giunti a Marmertino e superato il Municipio, al km. 6.3 della provinciale prendiamo la stradina asfaltata che si stacca a sinistra e sale ai Piani di Vaghezza.
Ad una biforcazione, un cartello indica verso sinistra: Irma; verso destra: Piani di Vaghezza, Bivacco Malga Croce.
All'uscita dal bosco, lasciamo la macchina in un vasto parcheggio sulla sinistra nei pressi di un'area attrezzata per il pic-nic (m. 1135).
I segnavia (dietro ai quali c'è un chiosco bibite) indicano: Vaghezza m. 1150; a sinistra (Via Monte Ario) con il 3V: Passo delle Piazze a ore 0.20, Scale dell'Ario - Pian del Bene a ore 1, Monte Ario a ore 1.45; a destra: Passo del Termine a ore 0.45, Passo della Cavada a ore 1.45, Lodrino a ore 2.40.

Passiamo su di una grata di scolo e ci incamminiamo in leggera salita lungo Via Monte Ario, una stradina asfaltata costeggiata alla sinistra da alcune case.
Su di un muro di recinzione vediamo il primo segnavia di colore bianco e azzurro che indica la 3V (Tre Valli Bresciane).
Superiamo un'altra grata di scolo.
Troviamo altre costruzioni alla destra.
Ad una biforcazione ignoriamo una stradina asfaltata che sale a sinistra e continuiamo verso destra quasi in piano (m. 1145).
Percorriamo alcune serpentine e troviamo altri edifici.

In salita arriviamo all'ultima casa e alla fine dell'asfalto. Un cartello stradale consente il transito ai soli automezzi autorizzati. Entriamo nel bosco. Ora il fondo è in cemento ed è attraversato da alcune cunette per lo scolo dell'acqua (m. 1165).
Con il fondo sterrato e con una corta staccionata alla destra, percorriamo un tornante sinistrorso molto ampio.
Ora la strada è divisa in due: su cemento alla sinistra e su sterrato alla destra. Alla sinistra c'è un muretto di pietre. Alla destra c'è un valloncello.

Su di un cartello, collocato alla sinistra un poco più in alto rispetto alla strada, leggiamo: "Giardino dei Cavalieri della Vaghezza". In leggera salita, su fondo sterrato, usciamo dal bosco (m. 1185).
Continuiamo tra i prati ignorando due stradine, una per parte, che si uniscono a quella che stiamo percorrendo.
Lasciamo a destra uno slargo.
Proseguiamo quasi in piano. Presso una semicurva a destra con un tombino nel mezzo, ignoriamo una sterrata che scende a sinistra (m. 1195).
Cominciamo a trovare delle canaline di ferro per lo scolo dell'acqua di traverso alla strada.

Rientriamo nel bosco. Sul primo albero alla destra vediamo un bollo bianco-azzurro.
Percorriamo un'ampia curva a sinistra seguita da una curva a destra (m. 1205).
In leggera salita superiamo un tratto con il fondo in cemento e continuiamo su sterrato. Qui la stradina è incassata nel terreno circostante.

Usciamo dal bosco e percorriamo una curva a sinistra ignorando una stradina che retrocede verso destra ed un'altra che prosegue diritto. I segnavia indicano con l'ippovia del Savallo, diritto: Forni Fusori; dietro: Ranch Vaghezza, Passo Termine.

Poco dopo troviamo alla destra una bacheca con tettuccio ed un'area di sosta con due tavoli di legno e relative panche. I segnavia della 3V indicano: Passo delle Piazze m. 1222; a destra: Scale dell'Ario a ore 0.10, Pian del Bene a ore 0.40, Monte Ario a ore 1.25; dietro: Vaghezza a ore 0.40, Passo del Termine a ore 1.30, Passo della Cavada a ore 1.50. Un cartello indica a destra il Bivacco Malga Croce. Lasciamo pertanto la stradina sterrata per prendere il sentiero alla destra.

Dopo pochi passi tra l'erba, in salita rientriamo nel bosco.
Subito notiamo alcuni faggi secolari. Sui tronchi di alcuni alberi vediamo dei bolli gialli oppure bianchi e azzurri.
Passiamo accanto ad un masso aguzzo e arriviamo ad una biforcazione. Seguendo i bolli teniamo la sinistra ma poco dopo anche l'altro sentiero rientra (m. 1245).
Ignoriamo un sentiero che si stacca alla sinistra e sale a zig-zag.
Vediamo altri bolli bianchi e azzurri: su di una roccia, su di una pietra e sul tronco di un albero.

Seguendo i bolli percorriamo uno zig-zag sinistra-destra ma possiamo anche utilizzare un altro sentiero che continua diritto (m. 1270).
Troviamo una pietra con i bolli in mezzo al sentiero.
Subito percorriamo un tornante sinistrorso presso il quale ignoriamo un sentiero che prosegue diritto (m. 1285).

Con pochi ripidi passi superiamo un breve tratto incassato nel terreno circostante.
Continuiamo in salita.
Percorriamo due tornanti destra-sinistra.
Poco dopo, alla sinistra, troviamo un manufatto in cemento ancora in costruzione. Qui percorriamo un tornante destrorso ignorando un sentiero che prosegue diritto ed un altro che scende a sinistra (m. 1300).
Camminiamo con il fondo parte in pietra e parte sterrato.

Presso un tornante sinistrorso, risaliamo agevolmente una roccetta nella quale sono stati scavati dei rudimentali gradini (m. 1310).
Proseguiamo con poca pendenza. Vediamo un segmento azzurro dipinto sul tronco di un albero (m. 1320).
Troviamo un tronco steso alla sinistra del sentiero.
Torniamo a salire. Alcune radici fanno da gradino.
Percorriamo un tornante destrorso (m. 1330).

Il sentiero si divide e prosegue a sinistra con dei gradini di pietra e cemento; alla destra su sterrato. Dopo circa cinque metri si ricompone.
Subito percorriamo un tornante sinistrorso.
Proseguiamo quasi in piano. Scavalchiamo una grossa radice. Percorriamo una curva a destra.

Continuiamo in leggera salita. Alla sinistra ci sono 13 paletti gialli con due fori. Probabilmente in seguito verranno infilati due cavi per formare delle protezioni verso un ripido pendio alberato (m. 1345).
Dopo quatto gradini di pietra e cemento i paletti gialli terminano.
Percorriamo un breve tratto abbastanza ripido con due semicurve destra-sinistra.
Continuiamo dapprima con poca pendenza su sterrato e poi in salita con un fondo di roccia.
Dopo un tornante destrorso, ne percorriamo altri due sinistra-destra vicini tra loro (m. 1370).
Più avanti, il sentiero si divide solo per aggirare un alberello (m. 1385).
Poco dopo superiamo un tornante sinistrorso.

All'esterno di un tornante destrorso troviamo una grotta contenente una piccola statua raffigurante San Francesco (m. 1395).
Per un tratto il sentiero è incassato tra delle roccette.
Alla destra troviamo un'altra serie di 6 paletti gialli, terminati i quali continuiamo con poca pendenza.
Su di un cartello leggiamo: "Zona Alpi. Distretto Valle Trompia. Comparto A".
Saliamo tre gradini di roccia.

Percorriamo un tornante sinistrorso assai ampio verso la fine del quale ignoriamo una traccia che prosegue diritto in leggera salita ed un'altra che scende a destra (m. 1415).
Superiamo un tornante destrorso (m. 1425).
In salita percorriamo una curva a sinistra (m. 1440).
Continuiamo in lievissima salita.

Presso un'ampia curva a destra troviamo uno slargo. Alla destra c'è un piccolo casello dell'acquedotto; alla sinistra c'è un manufatto in costruzione (m. 1455).
Torniamo a salire. Troviamo il cartello: "Zona Alpi Comparto A".
Proseguiamo in modo abbastanza ripido.
Dopo un tratto con poca pendenza torniamo a salire (m. 1475).

Arriviamo al termine del bosco e continuiamo tra prati e qualche albero. Davanti abbiamo il versante SW del Monte Campello e del Monte Ario.
Alterniamo due tratti in salita ad uno quasi in piano. Lontano, verso destra, vediamo una casa (m. 1500).
Proseguiamo in leggera salita accompagnati alla destra da una recinzione con dei paletti di legno e filo spinato.

Poco dopo sbuchiamo su una sterrata (m. 1530). Qui troviamo una bacheca in legno con un cartello che segnala a sinistra il Bivacco Malga Croce ed una palina con vari segnavia che indicano: Pian del Bene m. 1515; diritto con il sentiero 3V: Monte Campello a ore 0.30, Monte Ario a ore 0.45, Alpe Pezzeda a ore 1.15; a destra con la Variante Bassa 3V: Alpe Pezzeda a ore 1, Passo del Maniva a ore 5.30; dietro: Passo Piazze a ore 0.30, Vaghezza a ore 0.45, Passo del Termine a ore 1.30.
Possiamo pertanto scegliere se continuare diritto lungo le creste o aggirarle verso destra. Eventualmente i due percorsi si possono unire ad anello.

Andiamo diritto (vedi più sotto la variante bassa verso destra).
Saliamo tra i prati con un sentierino che ben presto diventa ripido.
Dopo un tornante destrorso la pendenza aumenta ancora. In basso a destra vediamo due malghe e dietro il M. Guglielmo.
Percorriamo poi un tratto con poca pendenza e torniamo a salire.

Arrivati in cima al Monte Campello (m. 1642) cominciamo a vedere la croce sull'Ario.
Seguiamo ora il crinale tenendoci un po' a sinistra.
Ci portiamo poi in cresta dapprima quasi in piano e poi in salita.
Ancora pochi passi in piano e torniamo a salire attorniati da alcune rocce che spuntano dall'erba.
Superiamo un piccolo valloncello e saliamo verso una selletta (m. 1690).
Dopo pochi passi in discesa continuiamo con un tratto in leggera salita un po' esposto.
Saliamo poi ripidamente verso una cimetta (m. 1710) e, anche questa volta, dopo pochi passi in discesa riprendiamo a salire.

Infine con un ultimo tratto in leggera salita raggiungiamo la grande croce sulla vetta del Monte Ario (m. 1755). Sulla cima troviamo anche un tavolo/altare ed un piccolo crocefisso. Alcuni segnavia indicano nella nostra direzione di marcia: Passo Croce a ore 1, Irma a ore 2.50, Bovegno a ore 3.40, Sella Campo di Nasso a ore 0.10, Passo Falcone a ore 0.15, Pezzeda Blachì a ore 0.30.
Una sosta è d'obbligo per tirare il fiato e ammirare la cerchia di cime che ci circondano; vale la pena di citare per lo meno: il Monte Guglielmo (m. 1948 W), il Monte Muffetto (m. 2060 NW), il Cornone di Blumone (m. 2843 NE), il Monte Pezzeda (m. 1799 NE) e la Corna Blacca (m. 2005 NE).

Iniziamo ora la discesa sull'opposto versante (NE). Inizialmente la pendenza è poca ma poi diventa assai ripida. Occorre prestare molta attenzione, soprattutto in caso di fango o erba bagnata, in quanto uno scivolone potrebbe avere conseguenza assai gravi.
Giunti in basso, nei pressi di un traliccio la pendenza diminuisce sensibilmente.
Tra i maggiociondoli, continuiamo in discesa passando sotto i cavi dell'alta tensione.
I bolli ora sono di colore bianco e azzurro oppure bianco e rosso; a volte sovrapposti a formare la bandiera francese.

Con un tratto pianeggiante ed uno in lieve discesa raggiungiamo un bosco. Siamo al Goletto Campo di Nasso (m. 1610). Vari segnavia indicano a sinistra: Passo Croce a ore 0.40, Irma a ore 2.30, Bovegno a ore 3.10; dietro: Monte Ario a ore 0.30; andando diritto e subito dopo a destra: Alpe Pezzeda.
In salita raggiungiamo una crestina un po' esposta e con alberi sulla sinistra.
Troviamo poi un sentiero che arriva da sinistra; un cartello lo segnala come adatto ai bikers.
Arriviamo ad un bivio: a sinistra c'è un sentiero con i bolli bianco-rossi e a destra un altro con i bolli bianco-azzurri.
Prendiamo il primo in salita tra l'erba. Dopo un tratto con poca pendenza, saliamo ripidamente fino al Dosso Falcone (m. 1701).

Giunti in cima, andiamo verso destra in piano.
Poi in leggera discesa iniziamo a scendere l'opposto versante. A sinistra c'è una baita tra gli alberi.
Davanti ci sono i prati dell'Alpe Pezzeda in fondo ai quali già vediamo il Rifugio Blachì2.
Dopo un po', terminati gli alberi alla nostra sinistra, vediamo anche il Rifugio Larice, sulla sinistra dell'alpeggio.

Raggiungiamo l'innesto con la Variante Bassa (m. 1660). I segnavia indicano davanti: Pezzeda, Rifugio Blachì a ore 0.15, Passo Pezzeda, Mattina a ore 0.35, Corna Blacca a ore 1.50; verso destra: Passo Falcone a ore 0.15, Monte Ario a ore 0.40, Campo di Nasso a ore 0.35.
Per raggiungere il Rifugio Larice possiamo anche scendere direttamente tra i prati alla nostra sinistra.
Continuiamo diritto in leggera discesa tra i prati su di una stradina sterrata parzialmente ricoperta dall'erba.
Dopo pochi passi in leggera salita, proseguiamo in leggera discesa lasciando a sinistra una pozza d'acqua.

Arriviamo ad un bivio. A destra bastano pochi passi per arrivare al Rifugio Blachì2 e successivamente alla stazione di arrivo della seggiovia. Andiamo invece a sinistra. Costeggiamo la pozza d'acqua, presso la quale ci sono due panchine, e raggiungiamo il Rifugio Larice.

Tempo impiegato: ore 2.30 - Dislivello m. 721 -241
Data escursione: giugno 2009 - novembre 2016

Variante Bassa

Al bivio in località Pian del Bene (m. 1530), prendiamo la sterrata verso destra.
Con percorso quasi pianeggiante, passiamo sotto i cavi dell'alta tensione e arriviamo alla Malga Pian del Bene di Sopra.
Passando tra le costruzioni della malga, continuiamo in leggera discesa con un tratturo tra i prati fino a raggiungere una sterrata nei pressi di un'altra malga che lasciamo a destra.
Prendiamo questa stradina e andiamo a sinistra in leggera discesa.
Troviamo un cartellone che informa sul regolamento per la raccolta dei funghi.
Un rivolo passa sotto alla sterrata. In questo punto i dossi a lato della stradina sono ingabbiati in una imbragatura per evitare eventuali frane.
Dopo un tratto pianeggiante ne percorriamo un altro in discesa tra i prati.
Troviamo due rivoli, uno dopo l'altro, che attraversano la stradina (m. 1455).
Superiamo un gruppo di alberi e poi, tra i prati, alternando tratti in piano ad altri in leggera salita arriviamo alla Malga Campo di Nasso (m. 1513).

Continuiamo verso sinistra con un tratturo tra i prati lasciando una pozza alla nostra destra.
In leggera salita arriviamo ad un bivio. Da sinistra arriva un sentiero contrassegnato da bolli bianco-azzurri. Andiamo a destra.
Passiamo accanto ad un altro cartello che disciplina la raccolta funghi e superiamo un gruppo di larici.
La pendenza aumenta ed il sentiero si divide in due tracce che scorrono parallele.
Raggiungiamo un bivio ed alcuni segnavia che indicano a sinistra: Monte Ario a ore 0.30, Pian del Bene a ore 1, Piani di Vaghezza a ore 1.50; dietro: Variante Bassa, Pian del Bene a ore 0.45, Piani di Vaghezza a ore 1.30. Continuiamo diritto con brevi saliscendi fino ad arrivare al margine sud dell'Alpe Pezzeda dove incontriamo il sentiero che scende dal Dosso Falcone e arriva da sinistra (m. 1660).
I Rifugi Larice e Blachì2 sono già visibili più in basso davanti a noi. Continuiamo come precedentemente descritto nel precedente itinerario fino al rifugio.

Tempo impiegato: ore 2.10 - Dislivello m. 585 -105
Data escursione: giugno 2009

Secondo itinerario: da Collio

Lasciamo l'autostrada A4 all'uscita di Ospitaletto (km. 206.2) e, seguendo le indicazioni per la Val Trompia, prendiamo la provinciale 19 che percorriamo interamente.
Dopo il ponte sul Mella ci immettiamo nella SP 345. Superiamo Concesio, Sarezzo, Gardone, Marcheno, Tavernole, Bovegno e arriviamo a Collio (km. 36).
Entrati in paese, seguiamo la provinciale che ora si chiama anche Via Gaetano Castiglione.
Lasciamo a sinistra la chiesa dei Santi Nazario e Celso e, subito prima del ponte sul Torrente Bavorgo, giriamo a destra (sempre Via Castiglione). Dopo pochi metri in discesa raggiungiamo la stazione a valle della seggiovia accanto alla quale lasciamo la macchina (m. 825).

A piedi torniamo sulla provinciale e giriamo a destra. Dopo il ponte Via Castiglione diventa Via Trento (m. 830).
Lasciamo a destra un altro parcheggio e prendiamo una strada che scende a destra all'inizio della quale dei vecchi segnavia in legno indicano tra l'altro: Rif. Blachì 1 m. 1323 ore 1.40, Malga Pezzeda Sera di Sopra m. 1565 ore 2.30, Rif. Tonassi m. 1615 ore 2.50, Rif. Blachì 2 m. 1615 ore 2.55, Corna Blacca m. 2004 ore 4.30.
Alla sinistra c'è una staccionata; alla destra, oltre una rete di recinzione, vediamo il parco giochi parrocchiale.
Dopo una semicurva verso destra continuiamo quasi in piano (m. 825).
In fondo, giriamo a destra (indicazione: cartello minigolf) e poco dopo a sinistra. Passando sul Ponte Trampolino attraversiamo il Fiume Mella.

Sull'altra sponda, lasciamo a sinistra l'area pic-nic Cugol e andiamo a destra imboccando la sterrata agro-silvo-pastorale n. 11 Cugol - Roccolo Crispe con divieto di transito ai veicoli non autorizzati. Un cartello segnala la prima tappa del Percorso Vita.
Subito ignoriamo un sentiero che sale a sinistra.
Continuiamo con il bosco alla sinistra mentre alla destra, oltre una staccionata, vediamo il Bavorgo immettersi nel Mella.
Lasciamo sinistra il cartello n. 2 del Percorso Vita.

Transitiamo sotto alla seggiovia.
Accanto ad un baitello troviamo un bivio. Il Percorso Vita continua diritto passando accanto al minigolf mentre i segnavia n. 349 indicano a sinistra: Corna Blacca, Passo Pezzeda Mattina. Seguiamo la stradina che gira a sinistra, entriamo nel bosco e cominciamo a salire con il fondo in cemento.
Poco dopo percorriamo un'altra curva verso sinistra ignorando un sentiero che esce alla destra all'inizio del quale vediamo il cartello n. 10 del Percorso Vita (m. 830).
Subito dopo transitiamo nuovamente sotto alla seggiovia.
Percorriamo un tornante destrorso (m. 840).
Per la terza volta passiamo sotto alla seggiovia. Vediamo un bollo rosso-bianco-rosso (m. 860).

Proseguiamo nel bosco e, con poca pendenza, percorriamo un tratto sterrato (m. 865).
Torniamo a salire con il fondo in cemento (m. 870). Sentiamo il fragore di un torrente.
Poco dopo lo vediamo scendere dalla sinistra e passare sotto alla stradina. Alla sinistra c'è un muretto di protezione in cemento.
Vediamo una X rossa dipinta su di un albero.
Superiamo una semicurva verso sinistra (m. 880).
Cominciamo a trovare delle canaline di ferro, per lo scolo dell'acqua, di traverso alla strada.
Con il fondo sterrato percorriamo due semicurve destra-sinistra (m. 890).
Superiamo un'altra semicurva verso destra (m. 910).
Ignoriamo una sterrata che retrocede alla sinistra e continuiamo diritto con il fondo in cemento (m. 920).

Percorriamo un tornante sinistrorso con il fondo sterrato. Un cartello segnala una stradina che esce alla destra e conduce a Ciucco (m. 930).
Continuiamo su cemento.
La pendenza diventa abbastanza ripida (m. 940).
Lasciamo a sinistra un piccolo slargo e continuiamo in leggera salita su sterrato.
Un'apertura tra gli alberi alla sinistra consente una veduta dall'alto su Collio.
Superiamo due semicurve sinistra-destra (m. 980).

Presso una curva verso destra allo scoperto, trascuriamo una stradina che prosegue diritto in leggera discesa verso: un prato, una casa e la seggiovia (m. 985). Continuiamo su cemento, in salita, nel bosco.
Vediamo un bollo bianco-rosso su di un albero. Ignoriamo un sentiero che sale a destra.
Alla sinistra, oltre una fila di alberi, riusciamo a scorgere la casa nel prato.

Arriviamo ad un bivio (m. 1020). Due sterrate proseguono; quella verso sinistra è priva di indicazioni mentre verso destra un cartello segnala con il percorso n. 349 la Corna Blacca. Andiamo a destra.
Troviamo subito un altro bivio. Andiamo a sinistra in salita ignorando l'altra stradina che scende a destra.
Tra gli alberi ci sono alcuni maggiociondoli, fioriti in questa stagione, che danno un bel tocco di giallo tra il verde delle foglie.

Saliamo in modo abbastanza ripido. Cominciamo a trovare anche delle cunette in cemento che attraversano obliquamente la stradina per dirottare l'acqua piovana verso valle (m. 1030).
Vediamo un bollo bianco-rosso su di un albero.
Continuiamo con il fondo in cemento.

All'esterno di un tornante sinistrorso troviamo una casa con dei cani che abbaiano furiosamente. Sul cancello leggiamo: "Baita del Rodelo" (m. 1060).
Poco dopo percorriamo un tornante destrorso molto ampio (m. 1065) seguito da un tornante sinistrorso. Vediamo un paletto di legno con un segnavia bianco-rosso (m. 1075).

Arriviamo ad un bivio (m. 1095). I segnavia n. 349 indicano, a destra: Corna Blacca a ore 3.50, Passo Pezzeda a ore 1.40; dietro: Collio a ore 0.35. Alla sinistra non ci sono indicazioni. Andiamo a destra, con poca pendenza e vediamo un bollo bianco-rosso su di un pozzetto.

Raggiungiamo il bivio fondamentale. I segnavia n. 349 indicano, verso sinistra: Corna Blacca; diritto: nulla; dietro: Collio. Qui dobbiamo abbandonare il percorso n. 349 e proseguire diritto.

Alla destra troviamo un appostamento per la caccia, in cemento nella parte bassa e in metallo dipinto di verde sopra (m. 1110).
Continuiamo quasi in piano su sterrato.
In leggera salita superiamo una curva verso sinistra.
Quasi in piano percorriamo un tornante destrorso e vediamo un bollo bianco-rosso su di una pietra (m. 1115).

Transitiamo sotto dei cavi dell'alta tensione.
Subito dopo, presso una curva verso sinistra ignoriamo una stradina che continua diritto in discesa.
Proseguiamo in salita con il fondo in cemento.
Torniamo su sterrato e superiamo due semicurve sinistra-destra.

Continuiamo in salita con il fondo in cemento e con la stradina incassata nel terreno circostante (m. 1125).
Proseguiamo su sterrato (m. 1150).
Con poca pendenza percorriamo un tornante destrorso che un ruscello attraversa scorrendo su di una base in cemento (m. 1180).
Riprendiamo a salire.

Presso un tornante sinistrorso ignoriamo una sterrata, segnalata da un bollo bianco, che prosegue diritto (m. 1195).
Subito percorriamo un tornante destrorso.
Vediamo un segnavia verde-bianco-rosso prima di un tornante sinistrorso (m. 1210).

Troviamo il sentiero F2 MTB che incrocia la stradina (prima entra dalla destra e poco dopo esce alla sinistra).
Superiamo due semicurve destra-sinistra (m. 1225).
Con il fondo in cemento percorriamo una semicurva verso sinistra e proseguiamo in modo abbastanza ripido (m. 1235).

Presso un tornante destrorso, alla sinistra ritroviamo il sentiero F2. La pendenza diminuisce un poco (m. 1250).
Proseguiamo con un tornante sinistrorso su sterrato.
Continuiamo in modo abbastanza ripido con il fondo in cemento (m. 1265).
All'esterno di un tornante destrorso troviamo uno slargo (m. 1280).
Proseguiamo con poca pendenza su sterrato.
Torniamo a salire e ben presto in modo abbastanza ripido (m. 1290).

Tra gli alberi alla sinistra cominciamo a vedere il Rifugio Blachì 1.
Con il fondo in cemento percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1310).
Ora camminiamo in direzione del rifugio. Un rivolo attraversa la stradina su una base di cemento.
Ignoriamo un sentiero che sale a destra (m. 1320).
Presso una semicurva verso destra lasciamo a sinistra un baitello. Alla destra c'è il Rifugio Blachì 1 (m. 1333).

Proseguiamo quasi in piano su sterrato, passiamo sotto alla seggiovia e giriamo a sinistra.
Dopo un centinaio di metri troviamo la stazione della seggiovia alla sinistra (Roccolo Crispe) e alcuni cartelli alla destra che indicano la sterrata per il Rifugio Blachì 2 e i percorsi per mountain bike: blu F1, F5, F7, rossi F3, F2, DH2 e nero DH1. Prendiamo la sterrata in salita alla destra. Lungo il cammino ora troveremo dei bolli gialli.
Dopo una semicurva curva verso destra continuiamo con poca pendenza.
Percorriamo un tornante destrorso (m. 1345).
In basso alla destra vediamo un traliccio e la stazione della seggiovia. Camminiamo tra prati attorniati dagli alberi.
Superiamo una curva verso sinistra (m. 1360).

Alla sinistra, al margine del bosco, troviamo una minuscola casetta molto carina. Accanto ci sono un piccolo orticello recintato, un camino e due tavoli con relative panche.
Continuiamo quasi in piano fino ad una semicurva verso destra all'esterno della quale c'è un baitello di servizio ad una pista da sci lungo la quale, sul lato di sinistra, vediamo una fila di cannoni spara neve (m. 1370).
Dapprima con poca pendenza e poi in salita attraversiamo la pista verso destra.
Proseguiamo in leggera salita (m. 1395).

Percorriamo due semicurve sinistra-destra, passiamo sotto alla seggiovia e continuiamo in salita (m. 1405).
Transitiamo sotto tre cavi dell'alta tensione.
La pendenza è minima. Alla destra vediamo il fondovalle.
Percorriamo un'ampia curva verso sinistra (m. 1425) e un ampio tornante destrorso attraversato da un rivolo (m. 1430).
Superiamo due semicurve, entrambe verso sinistra.
Quasi in piano percorriamo una curva verso destra (m. 1435).
Continuiamo con pochissima pendenza.

Con una curva verso sinistra, molto ampia, aggiriamo il Roccolo Pedù. In alto alla sinistra vediamo la staccionata che lo cinge e un cartello che invita a rispettare la natura. Alla destra scorrono i cavi dell'alta tensione (m. 1445).
Ignoriamo la stradina che retrocede verso sinistra e sale al roccolo. Proseguiamo diritto con un breve tratto in salita.
Continuiamo con poca pendenza (m. 1450).
Alla destra scende il Sentiero dei Minatori 2 MTB. Proseguiamo diritto (m. 1465).

Senza alberi attorno, percorriamo un tornante sinistrorso seguendo i bolli gialli mentre una stradina con bolli bianco-rossi continua diritto (m. 1470).
Dopo il tornante torniamo a camminare tra gli alberi.
Superiamo una semicurva verso destra e proseguiamo in salita (m. 1490).
Percorriamo un ampio tornante destrorso (m. 1500).

Con poca pendenza superiamo un tornante sinistrorso quasi a 360 gradi (m. 1515).
Percorriamo un tratto quasi in piano attorniati da prati (m. 1520).
Dopo un breve tratto in salita tra gli alberi continuiamo quasi in piano.

Presso un tornante destrorso ignoriamo una stradina che prosegue diritto (m. 1525).
Percorriamo un tratto in salita, uno quasi in piano ed uno con poca pendenza (m. 1530).
Quasi in piano superiamo una semicurva verso destra.
In leggera salita usciamo dal bosco e percorriamo due semicurve sinistra-destra (m. 1540).
Dopo un breve tratto in salita, quasi in piano superiamo una semicurva verso sinistra.

In salita, percorriamo un tornante sinistrorso molto ampio, attorniati da prati dove il verde dell'erba si mescola al giallo dei ranuncoli e dei botton d'oro. Lasciamo a destra i due fabbricati della Malga Pezzeda di Sopra. Vediamo un segnavia tricolore (m. 1560).
Ora troviamo sia i bolli gialli che quelli bianco-rossi.
Continuiamo in modo abbastanza ripido attorniati dagli alberi (m. 1570).
Superiamo due semicurve sinistra-destra.
Proseguiamo quasi in piano tra prati e alberi (m. 1585).

Continuiamo in salita. Davanti vediamo la seggiovia e in alto a destra il Rifugio Blachì 2.
Attorniati dai prati percorriamo un tornante destrorso molto ampio (m. 1595).

Raggiungiamo il Rifugio Blachì 2 e lo lasciamo alla destra. Il Rifugio Larice Tonassi è già visibile davanti, poco lontano.
Troviamo dei segnavia 3V che indicano, davanti: Monte Ario a ore 0.40, Pian del Bene a ore 1.15, Piani di Vaghezza a ore 2; dietro: Corna Blacca a ore 2.20, Passo delle Portole a ore 3.45, Passo del Maniva a ore 4.30. Il percorso si biforca; alla sinistra continua la sterrata, alla destra un sentiero. Seguiamo il sentiero quasi in piano.
Passiamo tra una pozza alla sinistra e un piccolo dosso con due panchine alla destra.
Con un ultimo breve tratto in leggera discesa raggiungiamo il Rifugio Larice Tonassi (m. 1615).

Tempo impiegato: ore 2.35 - Dislivello m. 790
Data escursione: giugno 2020

Escursioni partendo dal Rifugio:


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