Rifugio Gino e Massimo

Il Rifugio Gino e Massimo è situato in località Grioni, nel Parco delle Orobie Valtellinesi, su di un poggio panoramico con bella vista sulla Vetta di Rhon e sul fondovalle valtellinese.
E' stato ottenuto da una vecchia baita che il Comune di Ponte in Valtellina ha recentemente ristrutturato mantenendo le caratteristiche originali.
Inaugurato nell'anno 2013, è stato dedicato alla memoria di due giovani valtellinesi Gino Berniga di Piateda e Massimo Donati di Castello Dell’Acqua.
Per fermarsi a pranzo è opportuno prenotare.

Primo itinerario: da Briotti (percorso diretto)

Con la statale 38 della Valtellina, 5 chilometri dopo il passaggio a livello che costituisce la fine della tangenziale di Sondrio e precisamente al km. 45.6 della statale, in località Casacce di Ponte in Valtellina, giriamo a destra seguendo le indicazioni per Carolo, Sazzo, Arigna e Briotti.
Successivamente giriamo ancora a destra seguendo le stesse indicazioni e scendiamo verso un ponte con il quale attraversiamo l'Adda.
Alla fine del ponte, ignorata una stradina sulla sinistra, continuiamo verso destra con la strada principale.
Lasciamo poi a destra la deviazione per Carolo e continuiamo in salita.
Arrivati a Sazzo, con una curva a destra aggiriamo l'abitato.
Superiamo i cartelli che indicano Albareda e Tripolo e arriviamo a Fontaniva dove troviamo due bivi. Al primo bivio andiamo a destra evitando di entrare in paese. Al secondo bivio andiamo ancora a destra seguendo l'indicazione Briotti-Paiosa.
Lasciamo poi a destra le deviazioni per Berniga e Famlonga (quest'ultima presso un tornante sinistrorso). Superiamo Prestinè.
Arriviamo a Briotti dove, all'inizio del paese, ad un bivio andiamo a destra. Troviamo poi sulla sinistra il Dosso del Grillo (ristorante-bar-area giochi).

Qualche centinaio di metri più avanti, sempre alla sinistra, possiamo lasciare la macchina nel primo parcheggio accanto ad una delle tipiche edicole del Parco delle Orobie Valtellinesi (m. 1030).
La strada prosegue in piano, entra nel bosco e diventa sterrata.
Troviamo sulla destra un'area attrezzata con tavolo e panche al coperto, due barbecue e una fontana la cui acqua cade in un tronco scavato.

Arriviamo ad una biforcazione. I segnavia indicano verso sinistra: Grioni, Rifugio Gino e Massimo a ore 2. Altre scritte incise su assi di legno indicano: Cime di Rodes a ore 6 e di Grione a ore 4.30, Armisola a ore 2, Grione a ore 2.30, Tintin a ore 1, Rasega a ore 1.10, Paiosa a ore 0.20, Pigolze a ore 0.40. A sinistra ci sono un casello dell'acquedotto, una fontana con vasca in cemento, due panchine e un tavolo in legno con relative panche. Alla destra c'è il secondo parcheggio in fondo al quale prosegue una stradina che ignoriamo.

Lasciamo la macchina in uno dei due parcheggi indicati e ci incamminiamo in leggera salita.
Sul lato a monte sovente ci accompagnerà un muro di contenimento, a volte coperto da muschio. Lungo la strada troveremo delle canaline per lo scolo dell'acqua, dapprima solo in metallo e successivamente anche di legno.

Superiamo due semicurve sinistra-destra.
Alla sinistra troviamo una piazzola per lo scambio (m. 1050). Di tanto in tanto ne troveremo delle altre.
Continuiamo con delle semicurve.
Lasciamo a sinistra un casello dell'acquedotto che precede di poco un tornante sinistrorso (m. 1060).
Percorriamo un tornante destrorso (m. 1075).
Proseguiamo con delle semicurve.
Più avanti percorriamo un'ampia curva verso destra (m. 1115).

Usciamo dal bosco e arriviamo a Paiosa, piccolo abitato con una diecina di case in bella posizione panoramica (m. 1135).
Dopo le prime abitazioni, ignoriamo una sterrata che prosegue diritto. Giriamo a sinistra e con un breve tratto asfaltato passiamo tra due case.
Proseguiamo in salita, con il fondo in cemento, attorniati dai prati e dalle altre case.
Alla sinistra troviamo una vecchia fontana con vasca in cemento (m. 1140).
Con minore pendenza, accompagnati alla destra da una staccionata realizzata con dei tronchi, arriviamo ad una curva a sinistra dopo la quale la strada torna ad essere sterrata e rientriamo nel bosco (m. 1150).

Presso un tornante destrorso trascuriamo un'altra sterrata che prosegue diritto (un cartello segnala che conduce a Briotti). Qui troviamo anche una piccola costruzione semi interrata dell'Enel (m. 1170).
Ignoriamo un piccolo sentiero che sale a sinistra.
Alla destra, all'ombra degli alberi, vediamo una vecchia casa. In alto a sinistra invece vediamo una casa bianca davanti alla quale c'è un muro sormontato da una ringhiera di legno (m. 1175).

Subito dopo, un torrente attraversa la strada passandole sotto. Alla sinistra c'è una protezione in legno.
Con un muro di rinforzo che scende alla destra della strada, arriviamo ad un tornante sinistrorso (m. 1180).
Poco dopo incrociamo nuovamente il torrente (m. 1185).
Percorriamo un tornante destrorso e una curva verso sinistra.
Presso una curva verso destra lo superiamo per la terza volta.
Alla sinistra ci sono delle protezioni di pietra ed una grande vasca nella quale l'acqua entra prima di riprendere il suo cammino (m. 1200).

Percorriamo una curva a sinistra (m. 1205). In un prato alla sinistra vediamo un tavolo con panche, una panchina e un cartellone intitolato: "Il bosco del medio versante orobico".
Subito dopo, sempre a sinistra, c'è un rudere (m. 1210).
Troviamo la prima canalina in legno, per lo scolo dell'acqua, di traverso alla strada. Da questo punto ne troveremo alcune in legno e altre in metallo.

Guadiamo un ruscello che scende dalla sinistra e attraversa la strada (m. 1220).
Alla destra, una catena chiude l'accesso ad una stradina che scende verso una casa (m. 1230).
Alla sinistra vediamo un casello dell'acquedotto.
Dopo un tratto in salita, proseguiamo in leggera salita con delle semicurve.
Un rivolo attraversa la strada (m. 1235).
In basso a destra vediamo una vecchia stalla e il panorama sul fondovalle valtellinese (m. 1240).
Dopo una curva a sinistra, un rivolo attraversa la strada su di una base in cemento e pietre.

Subito dopo, alla destra troviamo il terzo e ultimo parcheggio. Pertanto, volendo, è possibile arrivare fin qui in auto (m. 1250). La sterrata diventa la strada agro-silvo-pastorale Pigolze, Tin Tin, La Rasega. Un segnale stradale indica, a partire da questo punto, il divieto di transito a tutti i veicoli motorizzati non autorizzati. Un cartello segnala il Rifugio Gino e Massimo.
Dalla destra arriva il fragore di un torrente.
In salita, poco dopo, presso una curva a destra, lo raggiungiamo e lo superiamo su di un ponte. Il ponte ha le sponde di ferro. Il fondo stradale è in cemento (m. 1260).
Alla sinistra vediamo un grosso tubo nero.
Dopo un tornante sinistrorso, alla sinistra troviamo alcune gabbie contenenti delle pietre.

Presso un tornante destrorso, un torrente compie dei salti creati artificialmente e poi passa sotto alla strada che torna ad essere sterrata (m. 1265).
Proseguiamo in leggera salita con delle semicurve. Il bosco è più fitto. Alla destra troviamo una pietra triangolare (m. 1275).
Un segnale stradale indica il divieto di sosta sul lato destro della strada. Gli alberi ora sono meno fitti. Un rivolo attraversa la strada scorrendo su di una base in cemento (m. 1280).

Con delle protezioni in ferro alla destra raggiungiamo un tornante sinistrorso. Alla destra c'è una baita nei prati in posizione panoramica. Un cartello informa che siamo a Pigolze (m. 1285). Un altro cartello indica a destra Rasega.
Poco dopo un rivolo attraversa la strada. Rientriamo nel bosco.
Torniamo a salire. Alla destra c'è un masso (m. 1295).
Presso un tornante destrorso, un cartello segnala il Rifugio Gino e Massimo con un sentiero che prosegue diritto. Lo ignoriamo e continuiamo con la sterrata (m. 1305).
Proseguiamo dapprima con poca pendenza e poi in salita.

All'interno di una curva verso sinistra, un sentiero sale con dei gradini verso una piccola area di sosta dove ci sono due tavoli in legno con relative panche (m. 1330).
Continuiamo con delle semicurve.
In alto alla sinistra vediamo una freccia ed un cartello verde che indicano un sentiero per Armisola. Proseguiamo con la sterrata (m. 1335).
Subito dopo percorriamo un ampio tornante sinistrorso. Continuiamo con delle semicurve.
All'interno di una curva verso destra, una stradina inerbita scende verso una casa davanti alla quale ci sono due fontane (m. 1350).

Quasi in piano percorriamo un tornante sinistrorso, ignorando una stradina che prosegue diritto e che inizia con il guado di un ruscello (m. 1365). Tre cartelli informano che siamo in località Tin Tin e segnalano a sinistra Armisola e diritto Rasega.
Subito dopo passiamo accanto ad una stanga di colore rosso che troviamo aperta. La pendenza aumenta.
Superiamo un tornante destrorso (m. 1375).
Percorriamo un tratto in leggera salita.
Un piccolo ruscello, che troviamo in secca, attraversa la strada su di una base in cemento e pietre (m. 1390).
Dopo un tratto in salita, torniamo a camminare con poca pendenza (m. 1410).
Percorriamo alcune semicurve (m. 1415).

In salita arriviamo ad un tornante sinistrorso dove ignoriamo una sterrata che prosegue diritto (m. 1435).
Continuiamo con poca pendenza. Lasciamo a destra un sentiero per Armisola segnalato da un cartello (m. 1440).
Percorriamo due tratti con il fondo in cemento e pietre intervallati da uno su sterrato. In questa zona ci sono vari cespugli di lamponi.
Dopo una curva verso destra la strada torna sterrata. Alla destra c'è un masso (m. 1455).
Superiamo una curva verso sinistra in leggera salita.
Percorriamo un tratto in salita con il fondo di cemento e pietre (m. 1460) seguito da uno sterrato con poca pendenza (m. 1470).
Presso una curva verso destra riprendiamo a salire con il fondo in cemento e pietre. Alla sinistra c'è un formicaio addossato ad un albero (m. 1475).
Continuiamo con delle semicurve appena accennate.
Proseguiamo in leggera salita con il fondo sterrato (m. 1495).

Arriviamo ad un bivio (m. 1510). I segnavia indicano diritto con il percorso 264: Grioni, Rifugio Gino e Massimo a ore 0.40. Altre scritte su di un cartello di legno indicano diritto: Grione; a destra: Armisola. Continuiamo diritto (vedi nel secondo itinerario la descrizione della variante più lunga che passa per Armisola).

La sterrata ora è un po' più stretta. Dopo alcuni passi in piano troviamo un altro cartello che indica il Rifugio Gino e Massimo.
Subito dopo la stradina si biforca. Lasciamo a sinistra il percorso pianeggiante e prendiamo l'altro che sale a destra.
Su di un tronco vediamo incise le lettere "MD B".
Da questo punto le canaline per lo scolo dell'acqua che troveremo sono formate da due pezzi di tronco di larice.

Saliamo in modo abbastanza ripido (m. 1540).
Poi, con poca pendenza, percorriamo uno zig-zag destra-sinistra che possiamo anche tagliare con un sentierino (m. 1560).
Torniamo a salire. Alla sinistra vediamo un grande formicaio.
Percorriamo una curva verso destra subito seguita da un'altra verso sinistra presso la quale ignoriamo un sentiero che prosegue diritto (m. 1570).
Dopo un tratto con poca pendenza, saliamo in modo abbastanza ripido (m. 1580).
Di nuovo percorriamo un tratto in leggera salita seguito da un altro abbastanza ripido (m. 1600).

Proseguiamo in salita. Alla sinistra, a una diecina di metri di distanza, vediamo un ruscello che scorre tra gli alberi (m. 1620).
Poco dopo lo raggiungiamo e lo guadiamo (m. 1635).
Percorriamo una curva verso destra. Alla sinistra ci sono un ometto e una piccola radura.
La pendenza aumenta.
Poi, in leggera salita, attraversiamo una zona dove ci sono solo cespugli (m. 1655).
Ritorniamo a salire tra gli alberi.
Percorriamo pochi passi dapprima quasi in piano e poi in leggera salita.
Guadiamo un torrente (m. 1670).
Dopo una curva a sinistra torniamo a salire in modo abbastanza ripido.

Alla destra troviamo un larice tagliato nel cui tronco è stato scolpito un volto (m. 1695).
Passiamo tra due larici appaiati, uno per lato.
Continuiamo alternando alcuni tratti in salita ad altri con poca pendenza o quasi in piano.

Su di una passerella formata da venti piccoli tronchi attraversiamo il letto di un ruscello che troviamo asciutto (m. 1750).
Riprendiamo a salire in modo abbastanza ripido e percorriamo un tornante destrorso con bella vista a sinistra sulla sottostante vallata. Un tronco steso in orizzontale fa da protezione.
Subito dopo percorriamo un tornante sinistrorso seguito da una ampia curva verso destra.
Ora gli alberi sono più radi. Con poca pendenza camminiamo tra vari cespugli (m. 1765).
Un rivolo attraversa il percorso. Superiamo due curve destra-sinistra (m. 1780).

Torniamo nel bosco e riprendiamo a salire (m. 1800).
Percorriamo una curva verso destra mentre un rivolo attraversa la stradina. In questo punto ci sono meno alberi (m. 1815).
Rientriamo nel bosco, percorriamo un breve tratto quasi in piano e riprendiamo a salire.
Superiamo un altro rivolo che attraversa la stradina. Dopo un breve tratto quasi in piano torniamo a salire (m. 1825).
Gli alberi diventano radi e davanti cominciamo e vedere il rifugio (m. 1840).
Troviamo alcuni alberi scolpiti che raffigurano degli animali; alla sinistra vediamo un'aquila e una marmotta mentre alla destra ci sono un gallo forcello e un orso.
Usciti dal bosco, con pochissima pendenza, tra l'erba, raggiungiamo il rifugio (m. 1860).

Tempo impiegato: ore 2 - Dislivello: m. 830
Data escursione: giugno 2014

Secondo itinerario: da Briotti (variante per l'Alpe Armisola)

Come descritto nel primo itinerario arriviamo al tornante destrorso dove i segnavia indicano diritto con il percorso 264: Grioni, Rifugio Gino e Massimo a ore 0.40; a destra: Armisola. Questa volta prendiamo la sterrata a destra (m. 1510). Così facendo allungheremo di una mezzora il cammino ma potremo visitare anche l'Alpe Armisola.
Proseguiamo con un tratto in leggera salita ed uno quasi in piano.
All'esterno di una curva verso sinistra vediamo un formicaio (m. 1515).
Dopo pochi passi percorriamo una curva verso destra.

Con pendenza minima percorriamo un tornante sinistrorso seguito da una semicurva verso destra in salita (m. 1520).
Dopo un tratto quasi in piano continuiamo in leggera salita con delle semicurve: dx-sx-dx (m. 1525).
Superiamo un breve tratto quasi in piano (m. 1530).
Con poca pendenza percorriamo una semicurva verso sinistra (m. 1535).
Dopo un altro breve tratto quasi in piano proseguiamo dapprima con poca pendenza e poi in salita.
Percorriamo una curva verso sinistra (m. 1545).
Superiamo due tratti quasi in piano intervallati da uno con poca pendenza.

In leggera salita percorriamo un tornante sinistrorso molto ampio (m. 1550).
Proseguiamo in salita.
Superiamo una semicurva verso destra quasi in piano e una semicurva verso sinistra con poca pendenza (m. 1560).
Continuiamo in salita.
Percorriamo un tratto quasi in piano (m. 1580).
Dopo una semicurva verso destra continuiamo con poca pendenza.

Alla sinistra vediamo un grande formicaio addossato a tre alberi (m. 1585).
Continuiamo dapprima quasi in piano e poi in salita.
Superiamo una curva verso sinistra e proseguiamo quasi in piano (m. 1605).
Dopo una semicurva, anch'essa verso sinistra, riprendiamo a salire.

Usciamo dal bosco e continuiamo tra i prati con gli alberi ai lati, più lontani (m. 1620).
In leggera salita percorriamo un tornante sinistrorso molto ampio e lasciamo a sinistra un sentiero segnalato per il Rifugio Gino e Massimo.
Un cartello preannuncia l'arrivo ad Armisola (m. 1630). Continuiamo quasi in piano con una stradina inerbita tra i prati.

Poco prima di raggiungere l'alpeggio, i segnavia indicano con il sentiero 260 che sale a sinistra: Grioni, Rifugio Gino e Massimo a ore 0.40, Lago di Santo Stefano a ore 1.40, Lago di Sopra a ore 2.20; diritto attraversando Armisola: Le Piane a ore 0.50; dietro: Briotti a ore 1. Prendiamo il sentiero a sinistra, naturalmente dopo aver visitato l'alpeggio formato da poche baite e stalle. Su di una baita c'è un cartello con la scritta: "Amici d'Armisola 1625 mt". Su di un'altra baita, davanti alla quale c'è una fontana con vasca in cemento, un altro cartello informa che si vende burro e formaggio.

Il sentiero sale inerbito, attorniato da prati e da qualche pietra.
Dopo un tratto quasi in piano riprendiamo a salire.

Entriamo in una pineta (m. 1640) e proseguiamo in modo abbastanza ripido.
Il sentiero si divide solo per aggirare alcuni alberi e si ricompone (m. 1655).
Continuiamo con poca pendenza.
Il sentiero nuovamente si divide ma solo per aggirare due pini nati dallo stesso ceppo.
Proseguiamo in salita. Vediamo delle radici che affiorano dal terreno (m. 1675).
Nel mezzo del sentiero ci sono delle pietre.
Percorriamo una curva verso destra in salita e continuiamo con poca pendenza (m. 1685).
Dopo alcuni passi quasi in piano, in leggera salita superiamo una curva verso sinistra (m. 1690).

Subito il sentiero si divide. Alla sinistra c'è un larice caduto e pertanto andiamo a destra in modo abbastanza ripido. Poco dopo dalla sinistra rientra l'altro sentiero (m. 1695).
Superiamo due serpentine destra-sinistra (m. 1700).
Il sentiero nuovamente si divide e dopo alcuni metri si ricompone (m. 1705).
Alla successiva biforcazione (m. 1715), possiamo andare a sinistra e poi effettuare un tornante destrorso, oppure possiamo tenere la destra e passare tra due alberi vicini tra loro. Quando il sentiero si ricompone superiamo una curva verso sinistra in salita.

Percorriamo un'ampia curva verso destra e vediamo degli alberi tagliati (m. 1725).
Dopo un breve tratto in leggera salita arriviamo ad una biforcazione con un albero nel mezzo (m. 1730). Andiamo a destra in quanto, su di un altro albero situato una diecina di metri più avanti, vediamo una freccia rossa con la punta rivolta verso destra.
Proseguiamo in salita.
Troviamo delle radici che affiorano dal sentiero.
Alterniamo due brevi tratti quasi in piano ad uno anch'esso breve in leggera discesa (m. 1755).
Continuiamo in lievissima discesa.
Percorriamo altri due brevi tratti, il primo in leggera salita e l'altro in leggera discesa.
Continuiamo con poca pendenza (m. 1755).

Camminiamo su di una grossa pietra parzialmente interrata.
Quasi in piano attraversiamo una zona con alberi radi (m. 1760).
Proseguiamo in leggera salita.
Il sentiero si divide (alla destra scorre un poco più in alto) e si ricompone.
Continuiamo quasi in piano. Alla sinistra c'è un formicaio.
Dopo un tratto con poca pendenza riprendiamo a salire (m. 1780).

Passiamo accanto ad un altro formicaio. (m. 1790).
In leggera salita camminiamo sopra ad una pietra piatta parzialmente interrata (m. 1795).
Superiamo un tratto quasi in piano ed uno con poca pendenza.
Torniamo a salire e percorriamo una curva verso sinistra (m. 1805).
Superiamo un tratto abbastanza ripido terminato il quale la pendenza diminuisce un poco (m. 1820).

Il sentiero si divide (alla destra scorre un poco più in alto) e si ricompone.
Subito dopo percorriamo una curva verso destra (m. 1825).
Dopo un tratto quasi in piano continuiamo in leggera salita.
La pineta diventa più fitta (m. 1830).

Ora il bosco è composto in prevalenza da radi larici (m. 1835).
Attraversiamo il letto di un ruscelletto che troviamo asciutto.
Dopo pochi passi quasi in piano, continuiamo in modo abbastanza ripido.
La pendenza diminuisce un poco e usciamo dal bosco.
Passiamo accanto ad un palo di legno (sul quale è stato dipinto un segnavia a bandierina per segnalare l'inizio del sentiero a coloro che devono percorrerlo in senso contrario) e arriviamo al rifugio (m. 1860).

Tempo impiegato: ore 2.30 - Dislivello: m. 830
Data escursione: ottobre 2018

Escursioni partendo dal Rifugio:


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