Rifugio G.E.S.P.

Il Rifugio è situato al margine di un verde pianoro, non lontano dalla cima del Monte Zucco.
La seconda domenica di luglio al rifugio termina una gara in salita che parte da San Pellegrino (km. 13 - dislivello m. 1000) e nei prati circostanti si svolge una festa molto popolare nella zona.

Primo itinerario: da S. Antonio Abbandonato

Sul viadotto di Sedrina, al km. 14.4, lasciamo la statale 470 della Val Brembana per scendere sulla sottostante strada che percorriamo per 500 metri fino ad un tunnel prima del quale deviamo a sinistra, passando sotto il viadotto, e imbocchiamo la provinciale 24 della Val Taleggio.
Arrivati a Brembilla, giriamo a destra in Via Ravagna (cartello indicatore Cerro Foppa - S. Antonio - Catremerio).
La strada procede in salita e subito all'orizzonte appare sulla collina la chiesa di S. Antonio.
Ignoriamo la deviazione a sinistra per il Cerro Foppa come pure tutte le successive e proseguiamo con vari tornanti con bella vista sulla sottostante vallata.
Giunti in cima, la strada si divide in due e andiamo a destra verso S. Antonio (a sinistra Catremerio).
Lasciamo la macchina in un piccolo parcheggio sulla destra prima della chiesa o ai lati della carrozzabile asfaltata (m. 987), che continua in discesa verso Zogno.

Percorsi alcuni metri, passando a valle del cimitero, prendiamo sulla sinistra Via Prisa Alta, una mulattiera contrassegnata da bolli gialli e dal segnavia n. 3.
In leggera salita tra i prati, superiamo una scritta gialla su un sasso che indica lo Zucco.
Oltrepassato un boschetto, raggiungiamo la case di Prisa Bassa (m. 1.023).
Possiamo proseguire sulla destra superando un cancelletto e arrivando quasi in piano ad un'altra casa nei pressi di una fontana con vasca.
Oppure possiamo continuare diritto, salire alcuni gradini e rientrare nel bosco. Ignorato un sentiero sulla sinistra, continuiamo in piano e poi in leggera discesa. All'uscita dal bosco raggiungiamo la casa con fontana.

Con un tratto in leggera discesa arriviamo ad un bivio dove andiamo a sinistra in salita tornando tra gli alberi.
Al bivio successivo andiamo a destra in piano.
La mulattiera è ora ridotta a semplice sentiero. Continuiamo in leggera salita e poi quasi in piano.
Dopo un tratto a mezza costa, con un pendio alberato che precipita ripidamente alla destra, superiamo una ansa della montagna dove troviamo un rigagnolo e un cartello di divieto di transito alle moto.
Riprendiamo a salire con una recinzione a sinistra. Poi continuiamo in leggera discesa; ora la recinzione è alla destra.
Saliti alcuni gradini, lasciamo a destra una vecchia baita (m. 1060).
Usciamo dal bosco e continuiamo quasi in piano tra prati a radi alberelli.
Dopo pochi passi in discesa scavalchiamo un rivolo d'acqua, poi in salita raggiungiamo una cascina (m. 1070), aggirata la quale, continuiamo verso sinistra tra due siepi.
Nel prato alla sinistra vediamo una cappellina e più in alto un'altra costruzione.

Da questo punto il sentiero continua delimitato ai lati da una serie di paletti che reggono due funi di acciaio allo scopo di impedire ai passanti di addentrarsi nei prati.
Raggiungiamo un altro bosco e torniamo a salire con una mulattiera abbastanza ripida.
Più avanti troviamo un incrocio (m. 1110). Il sentiero a sinistra conduce ad una casa, quello a destra verso una torretta. Proseguiamo diritto come indicato da una scritta sbiadita su un masso che indica la Baita CAI davanti a noi.
Lasciato a sinistra un palo dell'Enel, continuiamo con poca pendenza tra prati e qualche albero, poi riprendiamo a salire e raggiungiamo una casa ed un cassottello in cemento. Qui il sentiero gira a destra aggirando la casa (m. 1130).

In leggera salita, superiamo un prato con due roccette ai bordi del sentiero.
Torniamo tra gli alberi e arriviamo ad un bivio. I segnavia indicano davanti: Rifugio Monte Zucco a ore 0.05, Monte Zucco a ore 0.25; dietro: S. Antonio Abbandonato a ore 0.45; a sinistra: Catremerio a ore 1.15, Sussia a ore 1.25, Pizzo Cerro a ore 1.45.
Continuiamo diritto quasi in piano. Infine, in discesa, raggiungiamo il pianoro in fondo al quale è situato il rifugio.

Tempo impiegato: ore 0.45 - Dislivello: m. 163
Data escursione: giugno 2007

Secondo itinerario: da San Pellegrino

Lasciamo la statale 470 della Val Brembana al km. 22, vale a dire alla rotonda che precede San Pellegrino dove, anziché prendere la prima uscita per aggirare il paese con il tunnel, prendiamo la seconda (Via de Medici) con la quale arriviamo in centro.
Dopo km. 1.2 dalla rotonda, al primo semaforo, dovremmo andare a sinistra per imboccare Via Monte Zucco. Qui però i parcheggi sono tutti con disco orario per una o due ore. Pertanto al semaforo giriamo a destra e con il Ponte Cavour attraversiamo il Brembo raggiungendo Piazza Rosmini dove alla sinistra della vecchia stazione lasciamo la macchina nell'ampio piazzale nel quale al mercoledì si svolge il mercato (m. 360).

A piedi, in piano, torniamo al semaforo, attraversiamo Via de Medici e prendiamo Via Monte Zucco.
Subito giriamo a sinistra in Piazza San Francesco dove, oltre alla chiesa ci sono: dei parcheggi con disco orario, delle panchine e una fontana.
Proseguiamo verso destra con Via Opel all'inizio della quale, su di un muro, alcuni segnavia indicano con i sentieri 506 e 506a: Rifugio Monte Zucco a ore 1.50, Monte Zucco a ore 2. La strada inizialmente è asfaltata e procede con poca pendenza.
Raggiungiamo uno slargo con il fondo di sampietrini e continuiamo piegando a destra per imboccare una stradina tra inizia due case gialle.
Proseguiamo con pochissima pendenza. Alla sinistra ci sono dei prati che scendono con un pendio mentre alla destra ci sono dei lampioni e delle protezioni verso un torrente.

La stradina si divide e nel mezzo della biforcazione vediamo una tavola in legno scolpita con la scritta: "Baita alpina Foppette" (m. 380). Seguendo delle freccette gialle andiamo a sinistra in salita lasciando a destra l'altro percorso che prosegue quasi in piano. Vediamo un segnale stradale che indica il divieto di transito ai veicoli. Alla sinistra ci sono il prato ed un muro di pietre coperto dal muschio. Alla destra ci sono una staccionata, dei lampioni ed il primo di una serie di piccoli cartelli che indicano il nome dell'albero al quale sono appesi: il questo caso il "tiglio selvatico". Transitiamo sotto ai cavi dell'alta tensione che scorrono molto in alto. La strada ora ha il fondo in pietre e cemento. Ogni cinque metri circa c'è una griglia per lo scolo dell'acqua.
Alla destra troviamo una panchina di legno.
Dopo una curva a sinistra, alla destra c'è un corrimano fissato al muro.

Poco dopo la stradina gira a destra mentre un sentiero-scorciatoia continua diritto (m. 395). Possiamo utilizzare entrambi i percorsi.

- sentiero
Seguendo bolli gialli e rossi proseguiamo diritto tra due muretti attorniati da alberi.
Percorriamo due curve destra-sinistra (m. 405).
Davanti cominciamo a vedere la baita e dopo una curva a sinistra la raggiungiamo (m. 430).

-stradina
Al bivio andiamo a destra, con il fondo in cemento, passando accanto ad un "carpino nero" e ad un "acero di monte".
Dopo una curva a sinistra il fondo diventa sterrato.
Troviamo un masso alla destra.
Tra gli alberi ai lati della stradina ci sono diverse panchine. Le canaline per lo scolo dell'acqua ora sono in cemento.
Presso un tornante destrorso troviamo un "cipresso di Lawson".
Subito percorriamo altri due tornanti sinistra-destra presso i quali troviamo un "pino strobo" ed un "pino nero".
Continuiamo con un tornante sinistrorso molto ampio passando accanto ad un "pino silvestre".
Dopo il tornante troviamo un "abete rosso" alla sinistra ed un "pino nero" alla destra.
Poco dopo, in leggera salita, raggiungiamo la baita (m. 430).

Siamo in località "Foppette". Attorno alla baita ci sono: un crocefisso, una fontana con vasca di pietra e con una tazza fissata ad una catenella, tre tavoli in legno con relative panche, un termometro appeso ad un albero che apprendiamo dal solito cartellino essere un "acero campestre". Ignoriamo una stradina che si dirige a sinistra verso delle case.
Dietro alla baita ci sono tre panche.
Proseguendo in salita troviamo subito alla destra una panchina ed una legnaia mentre alla sinistra ci sono un baitello di legno e, più avanti, l'acquedotto.

Entriamo nel bosco e subito troviamo un bivio (m. 445). I segnavia indicano diritto con il sentiero 506: Monte Zucco per la Val Merlonga (segnavia giallo) a ore 1.50; a sinistra con il sentiero 506a: Monte Zucco EE a ore 1.50. Continuiamo diritto superando un ruscelletto incassato nel terreno che attraversa il sentiero passandogli sotto.
Troviamo subito il segnavia 506 dipinto su di una pietra e, in seguito, vari bolli gialli.
Un cartello raccomanda di evitare il rischio di sviluppare un incendio.
Dopo un tratto con poca pendenza riprendiamo a salire (m. 475). Attorno al sentiero ci sono delle cataste di legna.

Percorriamo un ampio tornante sinistrorso (m. 485).
Saliamo dei gradini realizzati con tronchetti di legno.
Dopo un tornante destrorso il sentiero continua incassato nel terreno circostante. Alla destra in lontananza vediamo delle case colorate ed una strada asfaltata che sale con vari tornanti.
Ignoriamo un sentiero che si stacca a sinistra. Troviamo altre cataste di legna (m. 500).
Su di un albero alla sinistra vediamo un segmento rosso.
Percorriamo uno zig-zag sinistra-destra (m. 520).
Continuiamo in leggera salita.
Presso una curva a sinistra vediamo un altro segmento rosso sul tronco di un albero (m. 530).

Saliamo alcuni gradini di legno e arriviamo ad un bivio (m. 540). Lasciamo a sinistra il sentiero marcato da un bollo rosso e proseguiamo diritto come indicato da un bollo giallo. Un cartello segnala il divieto di caccia.
Proseguiamo in salita con il sentiero incassato nel terreno circostante.
Continuiamo quasi in piano e troviamo un bollo giallo ed uno bianco rosso su di un masso alla destra del sentiero. Su di un albero alla sinistra vediamo un cartello che segnala il divieto di caccia.
Percorriamo un ampio tornante sinistrorso.
Proseguiamo con un tratto in leggera discesa ed un altro quasi in piano. Cominciamo a sentire il rumore del torrente che scorre sul fondo valle alla destra ma non riusciamo a vederlo.
Continuiamo con poca pendenza.
Troviamo un altro cartello che indica il divieto di caccia.

Alla sinistra c'è una rientranza con un muretto, forse quello che resta di un rudere (m. 555).
Lasciamo a sinistra una grossa pietra.
Riprendiamo a salire con il sentiero incassato nel terreno circostante (m. 570).
Su di un masso alla sinistra vediamo un bollo bianco rosso.
Percorriamo delle serpentine appena accennate. Su di una pietra alla destra vediamo dei bolli gialli.

In alto, davanti, leggermente verso destra, vediamo il varco tra le rocce situato alla destra della cima del M. Zucco. Da quel valico dovremo passare. Nella valletta in basso alla destra vediamo scorrere il Torrente della Val Merlonga.
Alla sinistra troviamo un masso con i bolli gialli. Riprendiamo a salire (m. 605).
Poco dopo su di una pietra vediamo il segnavia 506 a bandierina. Percorriamo un tratto incassato e subito giriamo a sinistra.
Su di un albero vediamo un altro cartello che segnala il divieto di caccia (m. 625).
Dopo un tratto con poca pendenza riprendiamo a salire.
Notiamo che le pietre sono coperte da muschio, cosa naturale in quanto la Val Merlonga è in ombra essendo situata sul versante nord dello Zucco.
Troviamo un altro cartello che segnala il divieto di caccia (m. 650).
Subito dopo passiamo tra un masso alla sinistra e una pietra con un bollo giallo alla destra
Proseguiamo con poca pendenza.
Quasi in piano percorriamo una curva a destra lasciando un masso alla sinistra.
Continuiamo con un ampio tornante sinistrorso.

Troviamo un cancelletto formato da due "U" rovesciate, dipinte di verde, bianco e rosso, che consentono il passaggio solo ai pedoni.
Dopo alcuni passi in leggera discesa, con un tornante destrorso guadiamo il torrente (m. 660).
Poco dopo percorriamo un tratto abbastanza ripido.
La pendenza diminuisce un poco. Il sentiero si sdoppia ed entrambe le tracce girano a sinistra (m. 675).
Scegliamo quella alla destra e, dopo una ventina di metri, percorrendo uno zig-zag sinistra-destra, ritroviamo l'altra (m. 690).
Continuiamo con un tratto incassato nel terreno circostante.

Arriviamo ad un bivio (m. 705). I segnavia indicano a destra: Frasnito a ore 0.30, Vetta a ore 0.45; dietro: San Pellegrino a ore 0.30. Su di una pietra il segnavia 506 a bandierina invita a proseguire verso sinistra.
Poco dopo troviamo un altro bivio (m. 710). Qui altri segnavia indicano a sinistra: Rifugio Monte Zucco a ore 1, Monte Zucco a ore 1.10; a destra: Sussia a ore 1.30, Catremerio a ore 1.10, Pizzo Cerro a ore 1.30. Andiamo a sinistra in modo abbastanza ripido.
Percorriamo un tornante destrorso (m. 730).
La pendenza diminuisce un poco e, dopo un tornante sinistrorso, proseguiamo quasi in piano con una curva a destra (m. 740).
Alla sinistra c'è un valloncello. Continuiamo in leggera salita.
Davanti, in alto, torniamo a vedere il valico.
Dopo un tratto in salita proseguiamo con poca pendenza (m. 760).

Dopo alcuni metri in discesa, attraversiamo il letto di un torrente che scende ripidamente dalla destra. Lo troviamo asciutto (m. 780).
Riprendiamo a salire.
Percorriamo un tornante destrorso seguito da una curva a sinistra (m. 795).
Vediamo un masso tra gli alberi alla destra.
Dopo un tratto con poca pendenza, ed un altro breve quasi in piano, torniamo a salire sempre in direzione del valico (m. 815).

In leggera discesa raggiungiamo e attraversiamo, con un tornante sinistrorso, il letto di un torrente in secca che scende ripidamente dalla destra (m. 830)
Proseguiamo quasi in piano. Il sentiero è un po' esposto alla sinistra fino ad una curva a destra con la quale aggiriamo una parete rocciosa.
Riprendiamo a salire.
Vediamo un bollo bianco rosso su di una pietra alla sinistra, sopra alla quale un albero crescendo si è appoggiato (m. 845).
Subito percorriamo uno zig-zag destra-sinistra e poco dopo un altro destra-sinistra-destra (m. 860).

Dopo una curva a destra il sentiero si biforca. Entrambe le tracce piegano a sinistra e poi ri ricongiungono.
Proseguiamo con un tornante destrorso ed uno sinistrorso (m. 870).
Arrivati davanti ad un masso con vari bolli gialli, giriamo a destra con un tornante (m. 880).
Continuiamo con uno zig-zag sinistra-destra.

Tra gli alberi vediamo vari massi. In particolare alla sinistra c'è n'è uno che sembra un torrione.
Superiamo un tornante sinistrorso (m. 895).
In leggera salita percorriamo uno zig-zag destra-sinistra.
Presso una curva a destra lasciamo alla sinistra il grande masso verticale che avevamo già precedentemente notato (m. 905).
Continuiamo con due tornanti destra-sinistra (m. 915).

Percorriamo un tratto quasi in piano attraversando il ripido solco di un rivolo in secca (m. 925).
Continuiamo con un'ampia curva a destra.
Saliamo tre pietre disposte a gradino.
Proseguiamo in salita. Su di una pietra alla sinistra vediamo il segnavia 506 a bandierina (m. 935).

Giriamo a sinistra e, dopo un tratto in discesa con il quale ci abbassiamo di cinque metri circa, raggiungiamo e attraversiamo il letto in secca di un torrente.
Torniamo a salire. Alla destra ci sono delle roccette oblique.
Percorriamo due tornanti destra-sinistra (m. 950).
Camminiamo sopra delle radici affioranti dal terreno.
Proseguiamo con poca pendenza. Qui il sentiero è un po' esposto alla sinistra.
Dopo pochi passi quasi in piano riprendiamo a salire.
Proseguiamo quasi in piano.
Percorriamo una curva a destra.

Con una curva a sinistra superiamo il letto in secca di un torrente (m. 965).
Riprendiamo a salire. Percorriamo due tornanti destra-sinistra vicini tra loro (m. 980).
Il successivo tornante destrorso ha il fondo roccioso.
Continuiamo su sentiero sterrato superando un tornante sinistrorso.
Salendo dei rudimentali gradini di pietra percorriamo uno zig-zag destra-sinistra (m. 990).
Dopo un tornante destrorso troviamo un gradino realizzato con un tronchetto di legno (m. 1000).
Percorriamo un breve tratto con poca pendenza fino ad un tornante sinistrorso oltre il quale riprendiamo a salire con altri gradini di legno.

Attraversiamo un intaglio tra due basse pietre (m. 1015) e subito percorriamo un tornante destrorso.
Con alcuni gradini di legno superiamo un tornante sinistrorso (m. 1025).
Percorriamo uno zig-zag destra-sinistra.
Con poca pendenza superiamo due tornanti destra-sinistra (m. 1040).
Proseguiamo a zig-zag: verso destra con un gradino di legno, verso sinistra su fondo di roccia, e ancora verso destra.
Percorriamo un tornante sinistrorso.

Dopo aver salito un gradino di legno, alla sinistra troviamo un tronco collocato raso terra a protezione del sentiero. Davanti vediamo il letto in secca di un torrente che scende ripidamente. Il sentiero gira a destra con un tornante (m. 1055).
In leggera salita superiamo un tornante sinistrorso.
Percorriamo uno zig-zag: verso destra mentre vediamo un bollo giallo sul tronco di un albero e verso sinistra con il sentiero incassato nel terreno circostante (m. 1065).
Continuiamo con un altro zig-zag destra-sinistra salendo alcuni gradini di legno e passando sopra delle radici.
Superiamo un altro zig-zag destra-sinistra.
Saliamo un gradino realizzato sovrapponendo due tronchetti.

Subito dopo, davanti ad una guglia, percorriamo un tornante destrorso all'esterno del quale ci sono delle protezioni, seguito da un tornante sinistrorso (m. 1075).
Proseguiamo in salita e superiamo due curve destra-sinistra camminando su delle radici e salendo dei gradini di legno.
Con un tornante destrorso aggiriamo una pietra (m. 1085).

Percorriamo un tratto incassato nel terreno circostante, nel quale saliamo alcuni gradini di legno e lasciamo a destra un masso.
All'esterno di un ampio tornante sinistrorso ci sono delle roccette. In questo punto il pendio precipita a lato del sentiero (m. 1095).
Proseguiamo camminando sopra delle radici affioranti dal terreno.
Vediamo il segnavia 506 a bandierina su di un albero ed un bollo giallo su di un masso (m. 1115).
Percorriamo alcune serpentine.

Raggiungiamo il valico al termine della salita (m. 1135). I segnavia indicano diritto: Rifugio M. Zucco a ore 0.10, S. Antonio Abbandonato a ore 1, Sussia a ore 1.40; a sinistra: M. Zucco a ore 0.15; dietro: San Pellegrino a ore 1.15. Su di un masso vediamo il segnavia 506 a bandierina.
Continuiamo diritto, dapprima quasi in piano e poi in leggera discesa, attraversando un prato e camminando tra due recinzioni realizzate con paletti in metallo che reggono due cavi.
Alla destra c'è una grande baita.
Tra l'erba spuntano alcune roccette.
Dopo una curva a destra percorriamo un tratto in discesa e dopo altre due curve destra-sinistra continuiamo quasi in piano (m. 1120).
Proseguiamo in leggera salita. Alla sinistra troviamo un masso con i bolli.
Percorriamo un breve tratto su fondo roccioso.
In basso a sinistra vediamo una cascina.
Superiamo un altro tratto su fondo roccioso. Ora i paletti delle recinzioni sono di legno.
Attraversiamo l'apertura tra un muretto e raggiungiamo un grande prato. Alla destra c'è il rifugio.

Tempo impiegato: ore 2.10 - Dislivello: m. 815 -35
Data escursione: aprile 2016

Salita in vetta

Ora è quasi d'obbligo proseguire fino in cima al Monte Zucco che non è la montagna dietro al rifugio bensì quella alla destra.
Dobbiamo innanzitutto percorrere a ritroso l'ultima parte del secondo itinerario. Pertanto, guardando la facciata del rifugio, prendiamo il sentiero alla destra che inizia passando nell'apertura tra un muretto.
Camminiamo tra due recinzioni che impediscono l'accesso ai prati circostanti, dapprima in discesa e poi in salita lasciando a sinistra una grande baita.
Al bivio dove inizia la discesa verso S. Pellegrino, giriamo a destra seguendo le indicazioni che danno la cima a 15 minuti di cammino.
Camminiamo in salita tra alberi e roccette affioranti dal terreno.
All'esterno di una curva a destra, accanto ad un gruppo di faggi, vediamo un primo scorcio panoramico su S. Pellegrino con un ponte sul Brembo.
Saliamo, a volte agevolati da gradini di legno, con alcuni zig-zag alternando tratti con maggiore o minore pendenza.
Dopo un ampio tornante sinistrorso proseguiamo in modo abbastanza ripido tra roccette.
Per un tratto il sentiero si scompone in più tracce. Dopo alcune curve cominciamo a vedere la croce.
Proseguiamo tra roccette con lievi saliscendi. Alcuni tratti, altrimenti molto esposti, sono protetti da paletti che reggono due cavi metallici.

Sulla vetta ci sono una grande croce, una cappellina, la Baita GESP (chiusa), il monumento ad Antonio Baroni ed un disco metallico sul quale sono indicate tutte le cime che si possono vedere con la loro altezza e la direzione nella quale bisogna guardare: Monte Rosa m. 4634, Resegone m. 1875, Pizzo Cerro m. 1285, Grigna m. 2184, Grignone m. 2409, Castello Regina m. 1424, Monte Foldone m. 1602, Monte Sornadello m. 1580, Pizzo Tre Signori m. 2554, Monte Molinasco m. 1179, Monte Cancervo m. 1835, Monte Venturosa m. 1999, Pizzo Badile m. 3308, Pizzo Cengalo m. 3367, Monte Fioraro m. 2431, Monte Cavallo m. 2323, Monte Pegherolo m. 2369, Pizzo Bernina m. 4049, Monte Toro m. 2524, Corno Stella m. 2621, Cima di Menna m. 2300, Pizzo Farno m. 2506, Monte Gioco m. 1336, Pizzo Arera m. 2512, Cima di Grem m. 2049, Monte Alben m. 2019, Pizzo di Spino m. 958, Canto Alto m. 1146.

Escursioni partendo dal Rifugio:


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