Rifugio Garibaldi
- Altezza: m. 2550
- Gruppo: Val Camonica
- Ubicazione: Lago Venerocolo
- Comune: Edolo - BS
- Carta Kompass: 107 D4 e 71 B4
- Coordinate Geografiche: 46°10'46.10"N 10°29'42.10"E
- Gestore: Edoardo Ravizza
- Telefono gestore: 0364 92534 e 339 5236327
- Telefono rifugio: 0364 906209
- Posti letto: 110
- Apertura: 20/6 - 20/9
- Pagina inserita il: 16/07/2007
Il Rifugio Garibaldi è situato alla testata della Val d'Avio, accanto al Lago Venerocolo e di fronte all'imponente parete nord del Monte Adamello (m. 3554).
Risalendo la statale 42 della Val Camonica o scendendo con la statale 39 dall'Aprica, raggiungiamo Edolo e poi continuiamo verso il Gavia fino a Temù.
All'inizio del paese oppure più avanti nel centro troviamo due strade che scendono verso destra. La prima è una circonvallazione che aggira l'abitato,
la seconda è Via Val d'Avio. In entrambi i casi, seguendo le indicazioni per la Val d'Avio, la Malga Caldea e il Rifugio Garibaldi, scendiamo verso il
ponte sull'Oglio. Dopo il ponte andiamo a destra.
Prima di un altro ponte andiamo a sinistra. Presso un'area con panchine giriamo ancora a sinistra e continuiamo, per complessivi tre chilometri dalla
statale, su strada ancora asfaltata.
Troviamo poi la stradina sterrata che si stacca a sinistra e che in km 2.7 conduce alla Malga Caldea.
Il fondo stradale non è in buone condizioni e pertanto, se non disponiamo di un fuoristrada, è opportuno procedere con la massima cautela. Dopo
innumerevoli buche e due guadi, troviamo sulla sinistra il segnavia che indica l'inizio del sentiero 43 per il Bivacco Spera raggiungibile in ore 1.30.
Superato un altro guado, raggiungiamo la malga e lasciamo la macchina in un parcheggio o presso alcuni slarghi a margine della strada (m. 1584).
La malga e situata a sinistra mentre a destra ci sono un'altra baita, un'area pic-nic e due bacheche con cartelloni del parco. Un cartello indica il
Lago d'Avio.
Continuiamo lungo la sterrata, quasi in piano, passando accanto ad un cartello che segnala il pericolo di piene improvvise e passando sotto i fili della corrente.
Raggiungiamo poi un'altra bacheca e uno slargo (m. 1600). Qui c'è l'ultima possibilità di parcheggio in quanto un cartello di divieto di accesso non consente di proseguire agli autoveicoli.
Superiamo un ponticello in cemento con le sponde di legno e ripassiamo sotto i fili della corrente. A sinistra vediamo una cascata.
Superiamo una stanga di ferro, che comunque troviamo aperta, un'altra bacheca e un rivolo d'acqua che passa sotto la strada.
Ora la strada diventa asfaltata e inizia a salire dapprima con poca pendenza e poi più ripidamente.
Il percorso è monotono ma è allietato dalla presenza ai bordi di alcuni fiori dalla foggia curiosa che non avevamo mai visto da altre parti.
Superati nove tornanti, l'asfalto termina. Continuiamo quasi in piano su fondo sterrato e superiamo un rivolo d'acqua che attraversa il cammino.
Raggiungiamo un piazzale; a sinistra ci sono una fresca fontana e alcuni edifici di servizio dell'Enel; a destra invece un tunnel. C'è anche una delle solite bacheche.
Più in basso, a sinistra c'è il Laghetto d'Avio (m. 1869), lungo metri 360 e largo 160.
Davanti a noi già vediamo le dighe del Lago Benedetto e del Lago Pantano. In fondo alla valle spicca la Cima Plem e già cominciamo a vedere l'Adamello.
Camminiamo in piano sulla sponda destra del lago, ai piedi del Corno di Mezzodì.
Passiamo accanto all'ingresso di un tunnel. Dell'acqua che scende da destra, passa sotto la strada e va a gettarsi nel lago. Sulla destra una porta di legno conduce nel tunnel; sulla sinistra ci sono
dei parapetti.
Raggiungiamo alcune costruzioni e la diga del secondo lago: il Lago d'Avio (m. 1900). Questo lago è lungo metri 985 e largo 570.
Lo costeggiamo in piano. Passiamo su due passerelle in ferro, sotto la prima delle quali scorre un ruscello.
Prima di arrivare in fondo al lago, un segnavia indica di lasciare la sterrata e salire a destra.
Continuiamo quindi con un sentiero e superiamo una zona di massi franati. Poi tra alberelli e cespugli, camminando quasi in piano, raggiungiamo uno slargo tra i larici dove vediamo una piattaforma in
cemento.
Dapprima in leggera salita e poi con maggiore pendenza raggiungiamo alcune case e una cappella costruita in memoria dei caduti durante la costruzione delle dighe. Superiamo una bacheca con una cartina
della zona e passando alti a destra della diga iniziamo a costeggiare il Lago Benedetto (m. 1929). Questo bacino è lungo metri 795 e largo 580.
Superiamo i ruderi della Malga di Mezzo (m. 1944). In fondo vediamo una cascata che si getta nel lago.
Un torrente scende da destra e lo superiamo con un ponte di legno.
Poco dopo troviamo un sentiero che sale a destra; qui c'è una palina segnavia che indica solamente Temù a ore 2.30 nella direzione dalla quale proveniamo. Si tratta del sentiero n. 35 che sale al
Passo delle Gole Larghe e poi scende all'Aviolo.
Continuiamo in piano tra alcuni alberelli e raggiungiamo un piccolo slargo dove troviamo un rudere e un cartello che segnala il pericolo di piene improvvise. Siamo in fondo al lago e iniziamo a
salire.
Un torrentello attraversa il nostro percorso. La pendenza aumenta. Un altro rivolo d'acqua scorre sotto i sassi accanto al sentiero.
Con una passerella di legno superiamo l'acqua che scende da una cascata alla nostra destra (m. 1980).
Poco dopo da una roccia scende dell'acqua che bagna il sentiero. Saliamo ripidamente protetti a sinistra da due funi di acciaio.
Con dei gradini superiamo alcuni piccoli tornanti passando vicino alla cascata.
Superato questo sbalzo continuiamo in leggera salita. Un torrente passa sotto il sentiero. Troviamo un altro cartello che segnala la possibilità di piene improvvise ed entriamo nel vasto pianoro al
centro del quale ci sono i piloni della corrente e di una funivia di servizio dell'Enel.
Sulla destra un segnavia indica il sentiero 12/1 per il rifugio Tonolini a ore 4.30, il Passo Premassone a ore 3 e il Pantano d'Avio a ore 0.45.
Lasciando sulla destra la Malga Lavedole (m. 2044), continuiamo passando accanto a un masso con la scritta rifugio.
Superiamo un traliccio e il solito cartello di pericolo piene improvvise e con un semplice ponticello attraversiamo verso sinistra il torrente che scende dalla Val di Venerocolo.
Sull'altra sponda riprendiamo a salire. Poco dopo in alto a destra torniamo a vedere la diga che chiude il lago Pantano.
Percorriamo un tratto quasi in piano tra l'erba e poi saliamo abbastanza ripidamente verso sinistra con alcuni tornanti tra radi larici.
Superiamo un cartello che segnala di prestare attenzione ad una teleferica. Camminando quasi in piano e passando sotto i cavi, lasciamo a sinistra l'edificio dove termina.
Tra rododendri e pochi alberi continuiamo in leggera salita. Sulla destra c'è un piccolo ruscello.
In alto davanti a noi vediamo la diga del Lago Venerocolo e l'Adamello; in alto a destra la diga del Lago Pantano sotto la Cima Plem e a seguire le varie cime del gruppo del Baitone, il Monte Avio e
il Corno di Mezzodì.
Con un'ampia mulattiera continuiamo a mezza costa fino a incontrare un sentiero che si innesta da destra accanto al solito cartello di pericolo piene improvvise (m. 2200).
Da questo punto inizia il Calvario; così infatti fu chiamata questa mulattiera dagli alpini della Grande Guerra.
Saliamo con ripidi e faticosi tornanti sotto un sole implacabile.
Percorriamo pochi passi in piano ma subito riprendiamo a salire tra grosse pietre e ciuffi d'erba.
Raggiungiamo dei muri di contenimento e saliamo con diversi gradini. Una scritta indica il rifugio.
La mulattiera continua a salire ripidamente. Sulla destra troviamo un rivolo e poi, dopo pochi metri in piano, riprendiamo a salire passando sotto i cavi di una funivia di servizio (m. 2400).
Superiamo un segnavia che indica nella direzione dalla quale proveniamo la Malga Lavedole a ore 1.15 e la Malga Caldea a ore 2.30.
La pendenza ora diminuisce e continuiamo tra grosse pietre fino a raggiungere gli edifici attorno alla diga del Lago Venerocolo.
Qui troviamo una stradina con la quale, quasi in piano, continuiamo verso sinistra passando dietro la chiesetta dedicata ai caduti dell'Adamello (m. 2525).
Passiamo accanto alla piazzola per l'atterraggio degli elicotteri e ignoriamo il sentiero che scende alla diga superando la quale ci si incammina con il sentiero n. 1 verso il Passo Premassone in ore
3.30, il Rifugio Tonolini in ore 5, il Lago Pantano in ore 1.30; oppure con il sentiero n. 11 si sale al Passo Brizio (porta per l'ascesa all'Adamello) in ore 2.
Superata un'altra bacheca troviamo a sinistra il sentiero n. 42 che sale al Passo del Venerocolo in ore 2 poi scende a Ponte di Legno in ore 6.45 (per alpinisti).
Continuando diritto, poco dopo arriviamo al rifugio.
Tempo impiegato: ore 3.30 - Dislivello: m. 966
Data escursione: luglio 2007
Escursioni/Ascensioni partendo dal Rifugio:
- al Passo Venerocolo (m. 3136) in ore 2
- al Rifugio Corno d'Aola (m. 1920) in ore 6.15
- al Rifugio Tonolini (m. 2450) in ore 5
- al Passo Premassone (m. 2847) in ore 3.30
- al Rifugio Gnutti (m. 2166) per il Passo Premassone in ore 5
- al Rifugio Aviolo (m. 1930) per il Passo delle Gole Larghe in ore 6
- al Lago Pantano (m. 2378) in ore 1.30
- al Passo Brizio (m. 3147) in ore 2.00
- al Rifugio Lobbie (m. 3040) in ore 3.20
- al Rifugio Città di Trento (m. 2449) in ore 5
- al Monte Adamello (m. 3539) per il Passo Brizio in ore 5
- al Corno Bianco (m. 3434) in ore 4
- alla Cima Venerocolo (m. 3323) in ore 4
- al Corno Baitone (m. 3331) in ore 6
Copyright © Diska (www.diska.it) 2001,2018 - All Rights Reserved