Rifugio Disolin

Il Rifugio Disolin è situato all'Alpe Paglio, a pochi passi dal grande parcheggio al termine della strada.

Primo itinerario: in auto

Lasciamo la statale 36 al km. 50 (ponte sull'Adda a Lecco) per prendere la nuova SS 36 dir che sale in Valsassina.
Giunti alla rotonda di Ballabio, all'uscita dell'ultima galleria, continuiamo diritto con la provinciale 62 che percorre il fondovalle fino a Taceno. Qui prendiamo a destra la provinciale 67 verso Premana.
Superata Casargo, imbocchiamo sulla destra la strada che con tredici tornanti e alcune curve sale all'Alpe Paglio (m. 1370).
Lasciata l'auto nel vasto parcheggio, prendiamo una stradina asfaltata in fondo a destra dove un evidente cartello, sotto al quale c'è una panchina, indica il Rifugio Disolin.
Con pochi passi, dapprima in leggera discesa e poi in salita lo raggiungiamo.

Secondo itinerario: da Crandola

Lasciamo la statale 36 al km. 50 (ponte sull'Adda a Lecco) per prendere la nuova SS 36 dir che sale in Valsassina.
Giunti alla rotonda di Ballabio, all'uscita dell'ultima galleria, continuiamo diritto con la provinciale 62 che percorre il fondovalle fino a Taceno.
Qui prendiamo a destra la provinciale 67 verso Premana e la percorriamo per km. 3.5.
A Margno giriamo a destra in Via Piave che più avanti diventa Via Carso.
Arriviamo a Crandola. In Piazza IV Novembre alcuni segnavia indicano a sinistra: Alpe Piazza a ore 0.45, Pian delle Betulle a ore 1.30, Alpe Dolcigo a ore 2.30; a destra: Ponte Romano a ore 0.30, Besso a ore 0.45, Alpe Oro a ore 1.15, Alpe Ortighera a ore 1.30. Andiamo a sinistra e raggiungiamo il bivio all'inizio delle Vie Fratelli Rosselli e ai Maggenghi.
La Via ai Maggenghi, dopo un tratto asfaltato, diventa una sterrata agro silvo pastorale chiusa al traffico. Dal lavatoio di Via F.lli Rosselli invece parte la mulattiera. I due percorsi si incrociano sette volte.

Lasciata la macchina in un piccolo parcheggio alla sinistra dopo un centinaio di metri di Via ai Maggenghi (m. 790), torniamo indietro e prendiamo Via F.lli Rosselli.
Passiamo accanto ad una fontana lasciando alla sinistra Via Francia e alla destra Vicolo Scuro.
Proseguiamo in leggera salita tra le case camminando su di un acciottolato a piastrelle.
Poi giriamo a destra e raggiungiamo il lavatoio, alla sinistra del quale troviamo una santella contenente una statua della madonna.

Dopo alcuni passi a sinistra in Via Matteotti, imbocchiamo alla destra la mulattiera.
Inizialmente alla sinistra della mulattiera c'è una casa mentre alla destra c'è una staccionata.
La pendenza diventa abbastanza ripida. Alla destra ci accompagna dapprima un basso muretto sormontato da una rete e poi solo la rete. Alla sinistra ci sono dei terrazzamenti coltivati (m. 805).
Il fondo diventa in cemento. Superiamo una grata per lo scolo dell'acqua (m. 815).
Poi la pendenza diminuisce un poco. Transitiamo sotto a tre cavi. In basso a destra vediamo i tetti di Crandola (m. 825).

Subito prima di una casa, prendiamo un sentiero che sale a sinistra.
Percorriamo uno zig-zag sinistra-destra, saliamo alcuni gradini e ci immettiamo sulla strada asfaltata (m. 840).
La attraversiamo e, lasciando a sinistra un garage, prendiamo il sentiero che sale accompagnato alla destra da una rete metallica.
Proseguiamo tra i prati. Troviamo un albero caduto sul sentiero e lo aggiriamo alla destra (m. 855).
Ora alla destra c'è una vecchia staccionata di legno, oltre la quale vediamo una cascina.

Ci immettiamo, per la seconda volta, sulla strada che ora ha il fondo in cemento. Andiamo a destra come indicato da una freccia di legno, ignorando una sterrata che scende alla destra verso la cascina (m. 870).
Dopo una ventina di metri, alla sinistra sale una mulattiera. Un cartello di legno indica a sinistra: Alpe Piazza. Un segnale stradale vieta il transito ai veicoli sulla strada che ora è classificata come agro silvo pastorale. Prendiamo la mulattiera e saliamo accompagnati alla destra da rudimentali protezioni di legno.

Poco dopo sbuchiamo nuovamente sulla strada e la attraversiamo in diagonale verso destra. Un cartello di legno informa che ci troviamo in "Località Prà Lonc m. 900"; un altro indica l'Alpe Piazza seguendo la mulattiera che riparte con un tratto inerbito.
Lasciamo a sinistra una casa con una nicchia contenente una madonnina e una fontana con un cartello che avverte che l'acqua non è potabile. Un ruscelletto attraversa passando sotto al percorso.
Poco più in alto nel prato alla sinistra, nel tronco di un albero è stata ricavata una santella che contiene una statuetta raffigurante un santo frate. Alla destra invece c'è una stalla.
Percorriamo una ampia curva a sinistra all'esterno della quale ci sono dei tronchi legati in orizzontale agli alberi per formare una recinzione (m. 910).
Per un tratto alla sinistra ci sono i vecchi paletti di una recinzione mentre alla destra c'è il bosco.
Dopo una curva a destra entriamo nel bosco. La pendenza aumenta.

All'uscita dal bosco, camminiamo tra due recinzioni di legno, circondati dai prati (m. 930). Volgendo le spalle possiamo vedere il Monte Muggio e l'Alpe Giumello con la rossa costruzione della Capanna Vittoria che spicca nettamente tra le altre case.
Poi giriamo a sinistra e percorriamo un tratto abbastanza ripido con il quale raggiungiamo un alpeggio (m. 955).
In leggera salita lo attraversiamo. Sulla facciata dell'unica casa ristrutturata vediamo una croce.
Lasciamo a sinistra una fontana con vasca abbeveratoio in cemento e proseguiamo tra case e stalle abbandonate.
Poi in salita giriamo a destra.
Troviamo un'altra fontana con vasca alla sinistra e le ultime costruzioni dell'alpeggio in un prato alla destra (m. 965).

Rientriamo nel bosco.
Presso una curva a sinistra troviamo una staccionata in legno non più lunga di tre metri (m. 985).
Poco dopo percorriamo un'altra curva a sinistra ignorando un sentiero che si stacca alla destra.

Per la quarta volta incrociamo la sterrata e la attraversiamo. Un cartello indica l'Alpe Piazza. Riprendiamo la mulattiera e rientriamo nel bosco (m. 1005).
Alla sinistra troviamo la parte bassa del tronco tagliato di un grande castagno (m. 1025).

Nuovamente attraversiamo la sterrata. Troviamo una rudimentale panca. Un cartello segnala davanti l'Alpe Piazza. Riprendiamo la mulattiera (m. 1035).
Dopo pochi passi, ad una biforcazione, un cartello indica l'Alpe Piazza alla sinistra.
Proseguiamo con maggiore pendenza e con uno zig-zag sinistra-destra aggirando la "Baita Garon".
Continuiamo con il bosco alla sinistra ed il prato con la baita alla destra. In basso a destra vediamo la provinciale sul fondo della Valsassina.
Il percorso si divide solo per aggirare un faggio da entrambi i lati (m. 1070).

Un rivolo attraversa la mulattiera. Rientriamo nel bosco.
Poco dopo percorriamo un tornante sinistrorso. Anche qui scorre un rivolo (m. 1080).
Per un tratto la mulattiera è parzialmente coperta dal cemento.
Percorriamo uno zig-zag destra-sinistra (m. 1090).
Presso un tornante destrorso su di un faggio vediamo una freccia gialla che indica la direzione dalla quale proveniamo (m. 1100).
Continuiamo in modo abbastanza ripido.
Superiamo un tornante sinistrorso (m. 1120) ed uno zig-zag destra-sinistra (m. 1135).
Presso una curva a destra il percorso si divide e si ricompone dopo aver aggirato alcuni alberi (m. 1140).

Attraversiamo la sterrata per la sesta volta. Un cartello indica davanti l'Alpe Piazza. Una freccia di legno con un bollo giallo indica invece il percorso in discesa (m. 1150). Proseguiamo in salita con la mulattiera.
Percorriamo una semicurva verso destra, con il bosco alla sinistra e un prato alla destra. Davanti vediamo l'Alpe Piazza (m. 1170).
Dopo una semicurva a sinistra, attraversiamo un prato e poi delle siepi e arriviamo all'alpeggio (m. 1185).
Alla sinistra c'è un orticello recintato e, più lontano prima degli alberi, una santella.
Passiamo tra le vecchie baite, quasi tutte in buone condizioni e tuttora utilizzate.
Lasciamo a sinistra una fontana con vasca in cemento e usciamo dall'alpeggio (m. 1195).

Seguiamo un sentiero tra i prati. Alla destra troviamo una baita recintata da una staccionata.
Poi passiamo tra una stalla alla sinistra ed una cascina più lontano alla destra (m. 1210).
Continuiamo con un gruppo di pini alla sinistra.
Poi attraversiamo un praticello tra le betulle (m. 1230).
Sbuchiamo in un altro prato e ci teniamo a sinistra seguendo tracce di sentiero tra l'erba.
Troviamo alla sinistra un manufatto in cemento rotondo ed un casello dell'acquedotto semi interrato. Alla destra c'è un vasca abbeveratoio in cemento.
Poco dopo alla sinistra troviamo una panca di legno. Alla destra c'è una croce di ferro dedicata ai caduti in guerra (m. 1245).
Al termine del prato, ci immettiamo sulla strada con il fondo in cemento e pietre proveniente da Margno (descritta nel successivo itinerario) che arriva dalla sinistra (m. 1255).
Tra gli alberi percorriamo un tornante destrorso ignorando una scorciatoia che continua diritto.

Il fondo diventa sterrato e dopo pochi passi ci immettiamo su di un'altra sterrata che arriva dalla destra (m. 1265). I segnavia indicano a sinistra: Pian delle Betulle a ore 0.30, Alpe Ortighera a ore 0.45, Alpe Dolcigo a ore 1.30; a destra: Crandola a ore 0.45; dietro: Margno a ore 0.45.
Andiamo a sinistra in leggera salita e subito ignoriamo un sentiero che si stacca e sale alla destra.
Un cartello, rivolto a chi proviene dall'opposta direzione, indica ai ciclisti il divieto di downhill e il limite di 20 km/h. Dalla sinistra rientra la scorciatoia.
Proseguiamo in salita tra faggi e alcune betulle. Alla sinistra c'è una valletta nella quale scorre un ruscello. In basso c'è una vecchia cascina. In alto vediamo le case, di colore bianco e marrone, situate al limite meridionale del Pian delle Betulle.

Percorriamo un lungo tratto nel quale troviamo alcune canaline di legno, per lo scolo dell'acqua, di traverso alla sterrata.
Superiamo poi un rivolo che attraversa la sterrata su di una base in cemento (m. 1325).
Davanti vediamo le baite dell'Alpe Grasso. Sulla prima c'è una meridiana. Le seguiamo alla destra separati dal ruscello che scorre nel fondo della valletta (m. 1340).
In leggera salita arriviamo ad una curva a sinistra dove superiamo un rivolo.
Percorriamo un tornante sinistrorso sotto al quale scorre il ruscello. Alla destra c'è un casello dell'acquedotto semi interrato.

Riprendiamo a salire e su di un cartello leggiamo: "Alpe Gras". Alla destra c'è una fontana/lavatoio con vasca in cemento sopra la quale, dentro un tronco scavato, vediamo una statua della madonna (m. 1350).
Attraversiamo l'alpeggio su una stradina con il fondo in cemento e pietre. Tutte le baite sono ben conservate. Su alcune leggiamo il nome del proprietario. In basso a sinistra, in lontananza vediamo una parte del Lago di Lecco.
La pendenza diventa abbastanza ripida.
Dopo l'alpeggio proseguiamo con minore pendenza tra larici e betulle (m. 1370).
Percorriamo un tornante destrorso (m. 1380).
Poco dopo ne percorriamo uno sinistrorso ignorando un sentiero che continua diritto in discesa. Alla destra ci sono dei tronchi collocati in orizzontale come rinforzo.
Continuiamo in modo abbastanza ripido. Alla destra troviamo una vasca abbeveratoio in cemento (m. 1405).
Poi la pendenza diminuisce un poco. Davanti, in alto, torniamo a vedere le baite che avevamo precedentemente notato.

Presso una curva a sinistra, troviamo due caselli dell'acquedotto recintati, uno per lato. Alla destra c'è anche un baitello semi interrato (m. 1420).
Percorriamo alcune semicurve tra le betulle.
Passiamo sotto a tre cavi; a sinistra c'è uno dei pali che li reggono (m. 1445).
Ignoriamo una stradina che scende a sinistra e proseguiamo quasi in piano. Alla destra c'è un muro ed in alto vediamo le case (m. 1450).
Troviamo poi altre case alla sinistra dove a lato della stradina ci sono delle protezioni di legno.
Continuiamo in leggera salita. Nella parte centrale della stradina ora c'è un canalino di scolo coperto da una grata.

Giriamo a destra e, dopo un tratto sterrato ed un altro con il fondo in cemento raggiungiamo un bivio (m. 1460). Siamo arrivati ai margini meridionali del Pian delle Betulle. Alcuni segnavia indicano diritto: Alpe Paglio a ore 0.20; a destra: Alpe Ortighera a ore 0.15, Alpe Oro a ore 0.20, Rif. S. Rita a ore 3.15, Alpe Dolcigo a ore 1.20; dietro: Alpe Grass a ore 0.10, Crandola a ore 1, Margno a ore 1. Continuiamo diritto con il fondo in cemento e pietre.
Superiamo una grata per lo scolo dell'acqua e lasciamo a destra una stradina con dei cartelli che segnalano: alimentari, tabacchi, panini ecc.
Dopo pochi passi prendiamo un viottolo alla destra con il fondo in cemento e cordoli in legno da entrambi i lati.
Camminiamo tra prati, alberi e alcune case. Davanti vediamo la chiesa.
Lasciamo a sinistra un campetto di calcio (m. 1475). Ora la chiesa è visibile alla destra.
Continuiamo quasi in piano. Alla sinistra troviamo due panche di legno dietro alle quali ci sono il campo da tennis e, subito dopo, il ristorante La Libellula.
Giriamo a destra e ci immettiamo su di una stradina che arriva dalla sinistra.
Proseguiamo in leggera salita. La metà sinistra della stradina ha il fondo in cemento e pietre; la metà destra solo in cemento. Alla sinistra ci sono case e condomini.

Quasi in piano arriviamo ad un bivio. Lasciamo a destra una stradina che in leggera salita si dirige verso il Barettino di Marco e la chiesa. Proseguiamo diritto.
Percorriamo due semicurve destra-sinistra. Alla destra c'è il laghetto del Pian delle Betulle.
Passiamo sotto i cavi della seggiovia "Cima Laghetto" della quale alla sinistra vediamo la stazione di partenza ed entriamo in un bosco con alberi radi (m. 1480).
Continuiamo con semicurve appena accennate su fondo in cemento.
Un sentiero esce alla destra.

Alla destra troviamo una recinzione all'interno della quale ci sono la baita del Jungle Raider Park e un tavolo con relative panche. Due cartelloni riportano regolamento, percorsi e prezzi di questo parco sospeso tra gli alberi. Alla sinistra vediamo le varie passerelle, scale, reti, cavi, carrucole, piazzole sugli alberi ecc.
Ad una biforcazione ignoriamo la stradina in cemento che verso destra conduce ad una casa e continuiamo in leggera discesa su fondo in cemento e pietre.
Presso una semicurva a sinistra troviamo un albero nel mezzo della strada.
Attraversiamo dei prati mentre gli alberi sono più lontani. Sul lato sinistro della strada ci sono delle pietre collocate ad alcuni metri di distanza l'una dall'altra (m. 1470)

Entriamo in un bosco (m. 1460).
In discesa, percorriamo una curva a destra (m. 1450).
Continuiamo in leggera discesa con il fondo di pietre, piuttosto sconnesso.
Un sentiero si affianca alla sinistra. Un altro si stacca alla destra.

Troviamo una stanga alzata e un cartello che indica il divieto di transito ai veicoli (m. 1430).
Percorriamo subito un tornante sinistrorso e continuiamo quasi in piano su sterrato.
Con lievi saliscendi superiamo alcune semicurve.
Dopo un breve tratto in discesa proseguiamo quasi in piano.
Ignoriamo una sterrata che scende a sinistra mentre alla destra c'è uno slargo. In questa zona gli alberi sono più radi.
Rientriamo nel bosco (m. 1420).
In leggera discesa percorriamo alcune semicurve. Alla sinistra (lato a valle) ci sono dei tronchi collocati raso terra.

Quasi in piano passiamo tra due sostegni in ferro, collocati ai lati della strada, che dovrebbero sostenere una stanga che non c'è (m. 1400).
Ignoriamo una stradina che si stacca alla destra e conduce ad un posto di ristoro.
In leggera discesa arriviamo alla fine del bosco.
Ignoriamo una stradina che scende a sinistra verso una casa. In questo tratto il fondo è in cemento.

Passiamo accanto ad una palina con dei segnavia che indicano dietro: Pian delle Betulle a ore 0.15, Rifugio Santa Rita a ore 3.30, Pizzo dei Tre Signori a ore 5.30. Ora la strada è asfaltata.
In alto a destra vediamo il ristoro Chiaro di Luna.
Percorriamo un tratto quasi in piano nel quale lasciamo a destra dapprima un tronco nel quale è stato scavato lo spazio per collocare una lampada e poi una cabina dell'Enel.
Proseguiamo in leggera discesa. Alla destra c'è l'Osservatorio dell'Alpe Paglio mentre alla sinistra una stradina scende verso altre case.

Salendo alcuni gradini verso destra raggiungiamo un prato dove troviamo la bianca chiesetta degli alpini, dedicata ai caduti e dispersi dell'ultima guerra, accanto alla quale ci sono alcune panche.
Ora possiamo tornare sulla strada che continua in discesa lasciando a destra alcune case l'ultima delle quali reca un'insegna con la scritta "Alpe Paglio"; oppure possiamo scendere con un sentiero nel prato o con la stradina asfaltata alla sua destra. In ogni caso raggiungiamo il grande parcheggio dell'Alpe Paglio (m. 1370).
Giriamo a destra verso un evidente cartello, sotto al quale c'è una panchina, che indica il Rifugio Disolin.
Con pochi passi, dapprima in leggera discesa e poi in salita lo raggiungiamo.

Tempo impiegato: ore 2.30 - Dislivello: m. 695 -115
Data escursione: aprile 2015

Terzo itinerario da Margno (parcheggio funivia)

Lasciamo la statale 36 al km. 50 (ponte sull'Adda a Lecco) per prendere la nuova ss 36 dir che sale in Valsassina.
Giunti alla rotonda di Ballabio, all'uscita dell'ultima galleria, continuiamo diritto con la provinciale 62 che percorre il fondovalle fino a Taceno.
Qui prendiamo a destra la provinciale 67 verso Premana.
Superata Margno, giriamo a destra in Via Prealpi e dopo duecento metri raggiungiamo il parcheggio della funivia che sale al Pian delle Betulle (m. 750). La sosta è consentita per solo due ore con disco orario nella zona con strisce bianche mentre la zona con strisce blu è soggetta al pagamento di un gratta e sosta tutti i giorni nel periodo 15/6-15/9 e 23/12-6/1 e nei festivi e prefestivi nel periodo 7/1-14/6 e 16/9-22/12. Il ticket è acquistabile presso la biglietteria della funivia o presso il benzinaio nell'angolo. Il costo è di € 1 per 2 ore, di € 1.50 per 6 ore, di € 2.50 per 12 ore.
Chi fosse intenzionato ad utilizzare la funivia, in questo sito può vedere prezzi e orari: http://www.piandellebetulle.it/it/funivia/.

Lasciata la macchina, prendiamo una strada asfaltata che, accanto al benzinaio, sale verso sinistra.
Poco dopo passiamo accanto ad un evidente cartello che segnala i seguenti itinerari escursionistici: Pian delle Betulle (m. 1500) ore 1.45, Larice Bruciato (m. 1700) ore 2.30, Santa Rita (m. 2000) ore 4.30, Pizzo Tre Signori (m. 2560) ore 6.45. Altri segnavia indicano: Alpe Piazza a ore 1, Alpe Grasso a ore 1.15, Pian delle Betulle a ore 1.45.
Continuiamo tra case e recinzioni ignorando due stradine che si staccano, una per lato.
Passiamo sopra una griglia per lo scolo dell'acqua. Un cartello informa che lungo la strada agro-silvo-pastorale Margno - Pian delle Betulle il transito è consentito solo ai veicoli autorizzati (m. 770).
Superiamo un'altra griglia. Ora l'asfalto lascia il posto ad un fondo di pietre cementate.
Alla sinistra troviamo una santella contenente una statuetta del Sacro Cuore e una ceramica raffigurante il volto di una Madonna.
Dopo un'altra griglia giriamo a destra e proseguiamo tra gli alberi accompagnati da due bassi muretti di pietre (m. 780).
Superiamo un'altra griglia e giriamo a sinistra.
Alla destra, oltre una staccionata, vediamo una casa (m. 790).

La strada si biforca e andiamo a destra passando accanto ad un casello dell'acquedotto sul quale una freccia rossa invita a proseguire.
Continuiamo tra le betulle. Alla destra c'è una panca ricavata da un tronco.
Superiamo altre due grate.
Alla sinistra una stanga verde chiude l'accesso verso una casa (m. 805).
Su di un cartello, sotto al segnale che indica il divieto di transito ai veicoli, leggiamo "Strada interpoderale alla Località Brodino - Comune di Margno". Continuiamo su di una mulattiera.
Alla sinistra ci accompagna un muretto di pietre. Vediamo vari cespugli di ginestra, soprattutto tra gli alberi alla destra.

Presso una curva a sinistra, ignoriamo una sterrata che si stacca alla destra.
Subito dopo, aggirando una casa, superiamo un tornante sinistrorso su fondo in cemento (m. 835).
La strada diventa sterrata. Alla sinistra c'è una staccionata mentre alla destra un muro di pietre.
Percorriamo una curva a destra.
Torniamo a camminare su di una mulattiera.
Dopo un'altra curva a destra, superiamo una canalina per lo scolo dell'acqua. Per un breve tratto il fondo è in cemento (m. 850).
Alla sinistra c'è una vecchia staccionata.
Superiamo un tornante destrorso (m. 870).
Con una vecchia staccionata alla destra, percorriamo un tornante sinistrorso presso il quale ignoriamo un sentiero che prosegue diritto in discesa.
Superiamo altri due brevi tratti con il fondo in cemento e torniamo a camminare sulla mulattiera, tra i castagni.
Presso un altro tratto in cemento, ignoriamo un piccolo sentiero che scende a sinistra.

Con una staccionata alla sinistra arriviamo ad un tornante destrorso, sterrato, dove ignoriamo una stradina che prosegue diritto verso una proprietà privata (m. 885).
Subito superiamo due brevi tratti su cemento e continuiamo con la mulattiera.
Accompagnati da una vecchia staccionata alla destra, effettuiamo un tornante sinistrorso (m. 900).
Continuiamo con un tornante destrorso.
Percorriamo un tornante sinistrorso, con il fondo in cemento e una vecchia staccionata all'esterno, e ignoriamo un sentiero che prosegue diritto in discesa (m. 910).
Proseguiamo sulla mulattiera.
Accompagnati dalla solita vecchia staccionata arriviamo ad un tornante destrorso che percorriamo su fondo in cemento e continuiamo con la mulattiera (m. 925).
Anche il successivo tornante sinistrorso ha il fondo in cemento e la vecchia staccionata all'esterno (m. 935).
Superiamo due brevi tratti su cemento tra i quali scorre una canalina per lo scolo dell'acqua.

Alla destra troviamo un piccolo casello dell'acquedotto e un rudere. Continuiamo accompagnati alla destra da un muro di pietre.
Una stalla diroccata alla sinistra precede una curva a destra (m. 950).
Subito dopo alla destra troviamo altre vecchie costruzioni in cattive condizioni.
Una canalina in cemento per lo scolo dell'acqua attraversa la mulattiera, che ora è inerbita.
Poco più in alto, alla destra, c'è una vecchia vasca da bagno riciclata come abbeveratoio per gli animali.
Presso una semicurva verso sinistra ignoriamo un sentiero che sale a destra (m. 965).
Un rivolo attraversa il percorso. Proseguiamo con delle serpentine appena accennate.

Con la solita vecchia staccionata alla sinistra arriviamo ad un tornante destrorso. Sentiamo il fruscio di un ruscello provenire dalla sinistra ma non riusciamo a scorgerlo tra gli alberi. Alla destra c'è un palo che regge un cavo sotto al quale passiamo. Verso la fine del tornante alla sinistra ci sono quattro tronchi collocati orizzontalmente per prevenire eventuali smottamenti del terreno (m. 985).
La pendenza aumenta. Alla sinistra si stacca un sentiero che possiamo utilizzare ma non essendoci indicazioni decidiamo di proseguire diritto.
Alla destra troviamo un tronco collocato raso terra come rinforzo.

Poco dopo, quasi in piano, la mulattiera termina in uno slargo davanti ad un rudere (m. 1005).
Continuiamo con un sentiero che sale a sinistra. Percorriamo due curve, entrambe verso sinistra, tra prati e betulle.
Lasciamo a destra una vecchia casa e una vasca da bagno riciclata come abbeveratoio e andiamo ad immetterci sull'altro sentiero che arriva dalla sinistra (m. 1020).
Lo seguiamo verso destra passando accanto ad un casello dell'acquedotto e a due vecchie stalle che aggiriamo con una semicurva verso sinistra.

Torniamo a camminare su di una mulattiera. Alla destra c'è un rudere (m. 1040).
Lasciato a destra un altro rudere, percorriamo un tornante sinistrorso.
Continuiamo con un basso muretto di pietre alla destra.
Superiamo un tornante destrorso verso la fine del quale si stacca un sentiero in salita (m. 1065).
Accompagnati da un muretto di pietre, situato alla sinistra come rinforzo, arriviamo ad una curva a sinistra.

Un'apertura tra gli alberi alla destra consente una veduta su Giumello e sul Monte Muggio (m. 1095).
Percorriamo una curva a sinistra (m. 1105).
Saliamo due gradini di legno (m. 1115).
Con minore pendenza superiamo due semicurve sinistra-destra.
Percorriamo una curva a sinistra (m. 1135).

Torniamo a salire. Dalla destra sentiamo provenire il fruscio di un torrente che scorre più in basso ma non riusciamo a scorgerlo tra gli alberi.
Proseguiamo in leggera salita con delle serpentine appena accennate.
Presso un tornante destrorso raggiungiamo il torrente e lo guadiamo (m. 1150).
Percorriamo un ampio tornante sinistrorso (m. 1160).
Alla destra troviamo un palo di ferro.
Con un tornante destrorso guadiamo nuovamente il torrente e passiamo accanto ad un piccolo casello dell'acquedotto (m. 1170).
Continuiamo con una curva a sinistra.

Alla destra scende un muro di rinforzo.
Superiamo due curve sinistra-destra, presso la seconda delle quali un rivolo attraversa su di una base in cemento (m. 1185).
Una dopo l'altra, percorriamo due coppie di semicurve sinistra-destra vicine tra loro (m. 1190).
Continuiamo in salita.

Presso un tornante sinistrorso lasciamo a destra un traliccio. Una stradina prosegue diritto verso un prato dal quale si vedono, poco più in basso, le baite dell'Alpe Piazza. Seguiamo il tornante (m. 1210).
Un'apertura tra gli alberi consente di vedere in alto le case che precedono l'arrivo al Pian delle Betulle.

Presso una semicurva verso destra incrociamo un sentiero. Un cartello indica dietro: Margno. Proseguiamo diritto (m. 1235).
Alla sinistra vediamo un cavo teso tra gli alberi.
Con il fondo in cemento percorriamo un tornante destrorso, scavalchiamo un canalino di scolo e riprendiamo la mulattiera (m. 1245).

Percorriamo un tornante sinistrorso molto ampio con il fondo in pietre e cemento (m. 1255). Dalla destra si immette la stradina che proviene da Crandola. Continuiamo pertanto come già descritto nel precedente itinerario.

Tempo impiegato: ore 2.30 - Dislivello: m. 735 -115
Data escursione: maggio 2017

Quarto itinerario: da Faedo (Frazione di Casargo)

Lasciamo la statale 36 al km. 50 (ponte sull'Adda a Lecco) per prendere la nuova SS 36 dir che sale in Valsassina.
Giunti alla rotonda di Ballabio, all'uscita dell'ultima galleria, continuiamo diritto con la provinciale 62 che percorre il fondovalle fino a Taceno. Qui prendiamo a destra la provinciale 67 verso Premana.
Superiamo Casargo. A Piazzo, dopo una curva a destra, prendiamo sulla destra una stretta strada asfaltata (segnale stradale: Faedo).
Dopo 500 metri la strada si biforca e teniamo la destra. Superiamo le case di Faedo.

Più avanti, ad una biforcazione, troviamo il segnale stradale che indica il divieto di transito ai veicoli (m. 1000). Pertanto se non abbiamo già parcheggiato presso qualche slargo attraversando Faedo (cosa consigliabile nei festivi), possiamo lasciare la macchina in questo punto dove sulla destra c'è spazio per due auto. Ignoriamo la strada con il fondo in cemento che scende alla sinistra e ci incamminiamo, in leggera salita nel bosco, sull'altra strada che da questo punto è sterrata.

Tra gli alberi alla destra, all'intermo di un'area recintata con una rete metallica, vediamo un palo con varie antenne.
Ignoriamo una sterrata che scende a sinistra e continuiamo diritto (m. 1015). I segnavia indicano davanti: Rifugio Ombrega a ore 2.15, Faggio di Piancone a ore 2.30, Alpe Sasso Dirotto a ore 1.45.
Continuiamo con alcune semicurve.

Raggiungiamo uno slargo (m. 1050). Alla sinistra vediamo un piccolo cartello inglobato nella corteccia di un faggio che indica proseguendo il Sasso Dirotto. Un altro cartello segnala il Faggio di Piancone.
Continuiamo con alcune semicurve.

Troviamo un tombino-pozzetto.
Subito dopo lasciamo la sterrata che stiamo percorrendo per prenderne un'altra che sale verso destra tra alberi, alberelli e arbusti. Superiamo una sbarra bianca e rossa che troviamo aperta (m. 1075).
Percorriamo pochi metri con il fondo in cemento e torniamo a camminare su sterrato.
Presso un'ampia semicurva verso sinistra troviamo una canalina per lo scolo dell'acqua di traverso alla sterrata (m. 1090). Altre le troviamo più avanti (m. 1110 e m. 1130). La sterrata è piuttosto sconnessa.

Superiamo un'ampia semicurva verso sinistra (m. 1140). Da questo punto alla sinistra ci accompagna una roggia in cemento inizialmente coperta da una grata. Alla sinistra della roggia c'è un muretto a secco.

Il muretto a secco termina. Ora alla sinistra c'è una parete di roccia. Troviamo una canalina per lo scolo dell'acqua di traverso alla sterrata (m. 1150).
Superiamo altra canaline (m. 1170 e m. 1185).

Per pochi metri, alla sinistra abbiamo un muro a secco realizzato con grandi pietre (m. 1195).
Poco dopo ne troviamo un altro con pietre più piccole.
Superiamo una canalina in cemento per lo scolo dell'acqua (m. 1200).
Presso un'ampia semicurva verso sinistra ne scavalchiamo un'altra (m. 1205).

Quasi in piano, con il fondo in cemento, percorriamo una curva verso destra all'interno della quale c'è una staccionata di legno.
Riprendiamo a salire.
La strada torna sterrata. Superiamo una curva verso sinistra. La staccionata termina. Troviamo un'altra canalina per lo scolo dell'acqua. Il bosco ora è più rado (m. 1215).
Per un breve tratto, la roggia alla sinistra è ancora coperta da una grata (m. 1230).
Subito dopo percorriamo un'ampia semicurva verso sinistra e troviamo una canalina in cemento per lo scolo dell'acqua.
Superiamo due serpentine appena accennate: sinistra-destra (m. 1240).
Con poca pendenza percorriamo una semicurva verso destra e superiamo un'altra canalina (m. 1245).
Continuiamo con una semicurva verso sinistra seguita da una curva verso destra molto ampia.

Proseguiamo quasi in piano. Alla sinistra abbiamo una parete di roccia e terra (m. 1260).
Alla destra tra gli alberi riusciamo a intravedere Premana.
Con pochissima pendenza percorriamo una curva verso sinistra all'interno della quale c'è un muretto a secco, seguita da una curva verso destra.

Superiamo una sbarra bianca e rossa che troviamo aperta.
Subito percorriamo un ampio tornante sinistrorso. La roggia e il muretto terminano. Ora il fondo stradale è in buone condizioni.
Continuiamo in leggera salita nel bosco.

Poco dopo, ad una biforcazione, ignoriamo la sterrata che scende a destra (m. 1270).
Percorriamo un'ampia curva verso destra (m. 1275).
Con pochissima pendenza superiamo una semicurva verso destra (m. 1285).
Continuiamo con una semicurva verso sinistra e transitiamo sotto tre coppie di cavi dell'alta tensione (m. 1290).
Torniamo tra gli alberi.

Presso una semicurva verso destra vediamo una casa bianca in alto, a sinistra, tra gli alberi (m. 1295).
Riusciamo a intravedere tra gli alberi, in alto a sinistra una seconda casa bianca e in basso a destra Premana (m. 1305).
Davanti ad un grande faggio percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1315).
Continuiamo quasi in piano e lasciamo a destra la seconda casa bianca che vediamo poco più in alto.
Proseguiamo con poca pendenza e, all'esterno di un tornante destrorso, troviamo la prima casa bianca sulla quale leggiamo: "Cà döl Giro".
Continuiamo quasi in piano. Lasciamo a sinistra la seconda casa bianca e, in alto, ne vediamo un'altra.

Camminiamo in leggera salita tra i larici e superiamo due semicurve sinistra-destra. In basso alla destra vediamo una pozza recintata.
In alto alla sinistra vediamo altre case.

Percorriamo un tornante sinistrorso molto ampio all'inizio del quale nel mezzo c'è un tombino in cemento (m. 1330).
Il successivo tornante sinistrorso è ancora più ampio (m. 1340).
Alla destra abbiamo un muro in cemento; alla sinistra c'è il retro delle case. Sulla prima leggiamo: "Francesca".

Presso un tornante destrorso ignoriamo una stradina inerbita che continua diritto (m. 1345).
Subito percorriamo un tornante sinistrorso all'esterno del quale c'è una casa.
Continuiamo con betulle alla sinistra e prevalentemente faggi alla destra.

Superiamo una grata per lo scolo dell'acqua. La strada diventa asfaltata. Alla sinistra c'è un primo parcheggio; alla destra c'è un traliccio con varie antenne (m. 1355).
Lungo la strada, da entrambi i lati ci sono delle case.
Superiamo una semicurva verso sinistra.

Raggiungiamo il grande parcheggio dell'Alpe Paglio. Di fronte c'è la strada che sale dal fondo valle. Alla sinistra c'è il Chiosco.
Attraversiamo il piazzale in diagonale.
Prendiamo una stradina asfaltata in fondo a sinistra dove un evidente cartello, sotto al quale c'è una panchina, indica il Rifugio Disolin.
Con pochi passi, dapprima in leggera discesa e poi in salita lo raggiungiamo (m. 1370).

Tempo impiegato: ore 1.10 - Dislivello: m. 370
Data escursione: settembre 2019

Escursioni partendo dal Rifugio:


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