Rifugio Chiavenna

Il Rifugio Chiavenna è situato all'Alpe Angeloga, di fronte all'omonimo lago e alla magnifica piramide del Pizzo Stella che domina tutta la zona.

Primo itinerario: da Fraciscio (località Le Soste)

Con la statale 36 arriviamo fino a Campodolcino (m. 1071) dove al km. 130.2 prendiamo a destra per Fraciscio.
Ad un bivio lasciamo a destra la strada per Gualdera, andiamo a sinistra e arriviamo a Fraciscio (m. 1341).
La strada, sempre asfaltata, prosegue fino in località Le Soste dove termina in uno slargo sterrato nel quale parcheggiamo la macchina (m. 1440). I segnavia indicano davanti: Alpe Angeloga, Rifugio Chiavenna a ore 1.30, Val di Lei a ore 6; dietro: Fraciscio, Campodolcino (fermata bus) a ore 0.30.

Ci incamminiamo con una sterrata tra gli alberi che inizia con una semicurva verso sinistra in leggera salita. Ignoriamo una stradina inerbita che si stacca alla destra.
In salita percorriamo un'ampia curva verso sinistra.
Quasi in piano superiamo due semicurve sinistra-destra. Vediamo un bollo bianco-rosso su di una pietra. Attraversiamo il letto di un torrente in secca (m. 1450).

Poco dopo, i segnavia indicano con un sentiero che si stacca in salita alla sinistra: CAI Sez. Chiavenna, Rifugio Chiavenna, Alpe Angeloga. Prendiamo il sentiero (che più avanti rientra nella sterrata) ma potremmo anche continuare con la sterrata che procede in parallelo (m. 1455).
Seguendo il sentiero vediamo un bollo bianco-rosso su di un tronco e, poco dopo, un altro su di una pietra. Lungo il cammino, di tanto in tanto, troveremo altri bolli.
Percorriamo due curve destra-sinistra (m. 1460).
Quasi in piano superiamo due semicurve destra-sinistra.
Alla destra, poco più in basso, vediamo la sterrata e il Torrente Rabbiosa.
Continuiamo in salita. Tra gli alberi ci sono massi, pietre e felci (m. 1465).
Dopo pochi passi in leggera discesa, percorriamo un tratto con poca pendenza e riprendiamo a salire.
Tre tronchi paralleli rinforzano il fondo del sentiero.
Continuiamo con alcuni passi in leggera discesa.
Proseguiamo in lievissima salita con pochi alberi alla sinistra.
Superiamo un breve tratto in discesa.

Quasi in piano, andiamo ad immetterci sulla sterrata. Troviamo dei segnavia analoghi ai precedenti e proseguiamo verso sinistra con poca pendenza (m. 1485).
In salita raggiungiamo uno slargo che attraversiamo quasi in piano. Alla destra vediamo un parziale sbarramento del torrente (m. 1500).
Superiamo un cancello da aprire e richiudere dopo il passaggio.
Dopo un tratto con poca pendenza riprendiamo a salire (m. 1510).
Dalla sinistra scende un rivolo (m. 1515).
Un masso squadrato ostruisce la metà sinistra della sterrata (m. 1525).
Alla destra, nascosto dagli alberi, sentiamo scorrere il Torrente Rabbiosa.
Saliamo sei gradini di pietra (m. 1540).
Troviamo altri gradini. Alla sinistra c'è un muretto di pietre a secco.
Dopo un breve tratto con poca pendenza riprendiamo a salire (m. 1550).

Vediamo un grosso bollo rosso su di un gradino di pietra. Una piccola freccia rossa indica un sentiero che alla destra scende al torrente. Continuiamo diritto (m. 1555).
Il percorso si divide in due sentieri; entrambi girano a sinistra e dopo una diecina di metri si ricompongono (m. 1560).
Continuiamo con un tornante destrorso, anch'esso diviso in due sentieri che si riuniscono una diecina di metri più avanti.
Percorriamo altri due brevi tratti con due sentieri paralleli.
Proseguiamo con una curva verso sinistra seguita da un tornante destrorso (m. 1580).
Presso una curva verso sinistra troviamo un masso ricurvo verso il sentiero.

Subito dopo percorriamo un tornante sinistrorso all'esterno del quale c'è un crocefisso di legno (m. 1590).
Continuiamo con un tornante destrorso aggirando un grande masso appuntito e salendo alcuni rudimentali gradini di pietra.
Percorriamo una curva verso sinistra (m. 1605).
Presso un tornante destrorso aggiriamo un albero.
Il sentiero si divide e si ricompone poco dopo che abbiamo guadato un ruscello.
Proseguiamo con poca pendenza camminando su delle pietre piatte nel sentiero che in questo tratto è inerbito (m. 1615).

Su di una pietra vediamo una freccia bianca e rossa con la punta rivolta verso sinistra (m. 1625).
Poco dopo il sentiero si biforca e continua verso sinistra in salita e verso destra con poca pendenza. Andiamo a sinistra.
Stiamo per affrontare la parte più faticosa della nostra escursione con la quale risaliremo la montagna davanti a noi volgendo le spalle al Torrente Rabbiosa.
Attorniati da pietre e cespugli, superiamo una serpentina destra-sinistra.
Presso una curva verso sinistra vediamo una freccia rossa (m. 1640).
Superiamo un'altra serpentina destra-sinistra (m. 1645).
Poco dopo percorriamo un tornante destrorso.

Davanti vediamo un torrente scendere ripidamente. Superiamo una semicurva verso sinistra.
Alla sinistra scorre un rivolo.
Una dopo l'altra, superiamo due coppie di zig-zag destra-sinistra (m. 1660-1670).
Percorriamo una semicurva verso sinistra seguita da una curva verso destra e da un'altra semicurva verso sinistra (m. 1675).

Ignoriamo un sentiero che sale a sinistra segnalato da una freccia verde e subito, quasi in piano, percorriamo un tornante destrorso guadando un torrente (m. 1690).
Dopo un tratto in salita, quasi in piano percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1695).
Riprendiamo a salire.
Superiamo uno zig-zag destra-sinistra salendo alcuni rudimentali gradini. Attorno ci sono delle pietre (m. 1700).

Presso un tornante destrorso vediamo un triangolo rosso dipinto su di una pietra (m. 1710).
Continuiamo con delle serpentine: sx-dx-sx-dx.
Per un tratto il sentiero è incassato nel terreno circostante (m. 1720).
Con poca pendenza percorriamo una curva verso destra e proseguiamo in salita (m. 1730).

Un masso sporge dalla sinistra verso il sentiero.
Con poca pendenza arriviamo ad un ampio tornante sinistrorso e lo percorriamo in salita con il sentiero che si divide e si ricompone (m. 1735).
Saliamo due gradini di legno.
Percorriamo un tornante destrorso con il sentiero diviso in due, alla sinistra su sterrato e alla destra con dei gradini di pietra (m. 1740).
Subito dopo superiamo un tornante sinistrorso seguito da una semicurva verso destra.
Continuiamo con poca pendenza (m. 1750).
Presso un tornante sinistrorso saliamo dei rudimentali gradini di pietra.
Percorriamo un tornante destrorso (m. 1760).
Proseguiamo con un ampio tornante sinistrorso (m. 1765).
In modo abbastanza ripido saliamo alcuni rudimentali gradini.

Continuiamo con sei paia di tornanti destra-sinistra.
Presso il successivo tornante destrorso saliamo alcuni gradini di legno (m. 1810).
Con rudimentali gradini di pietra superiamo altri tre tornanti: sx-dx-sx.
Dopo un breve tratto rettilineo proseguiamo con altri tornanti: dx-sx-dx (m. 1825).
Superiamo un breve tratto con poca pendenza, riprendiamo a salire e percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1840).
Continuiamo in modo abbastanza ripido con due coppie di zig-zag destra-sinistra (m. 1845-1850).

Percorriamo un tornante destrorso bagnato da un rivolo.
Continuiamo con poca pendenza.
Presso un tornante sinistrorso saliamo dei gradini di pietra.
Percorriamo due tornanti destra-sinistra (m. 1860-1865).

Subito dopo, per un tratto, il sentiero è incassato tra un masso e delle pietre coperte dall'erba.
Continuiamo con un tornante sinistrorso seguito da uno destrorso (m. 1875).
Superiamo una serpentina sinistra-destra.
Il sentiero di divide in due tracce parallele. Per un po' procede, verso sinistra con rudimentali gradini e verso destra su sterrato, dopo di che si ricompone (m. 1885).
In modo abbastanza ripido saliamo alcuni rudimentali gradini di pietra (m. 1895).

Alla destra vediamo una piccola croce su di un masso. Alla sinistra c'è una parete di roccia.
Superiamo un breve tratto quasi in piano (m. 1900).
Percorriamo una curva verso sinistra.
Quasi in piano percorriamo un'ampia curva verso destra bagnata da due rivoli.
Saliamo dei rudimentali gradini.
Superiamo una semicurva verso sinistra (m. 1905).
Con un ampio tornante sinistrorso aggiriamo un larice (m. 1910).
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1920).
Saliamo dei gradini in modo abbastanza ripido.
Quasi in piano passiamo tra due massi (m. 1930).

Continuiamo con una parete alla sinistra mentre dall'altro lato il pendio scende ripidamente.
Riprendiamo a salire. Sulla parete vediamo un segnavia a bandierina e una scritta in rosso che indica il Rifugio Chiavenna a dieci minuti (ma ne occorrono almeno il doppio).

Entriamo in una gola. Alla destra scorre il torrente.
Camminiamo su fondo roccioso e su dei gradini che alcuni rivoli d'acqua bagnano.
Usciti dalla gola continuiamo con poca pendenza, tra erba e pietre, sempre a fianco del torrente (m. 1955).

Superiamo due semicurve sinistra-destra.
Continuiamo in salita attorniati da pietre e da qualche ciuffo d'erba (m. 1970).
Percorriamo una curva verso destra seguita da alcuni zig-zag: sx-dx-sx (m. 1975).
Superiamo due curve sinistra-destra (m. 1985).
Continuiamo in modo abbastanza ripido con uno zig-zag sinistra-destra.
Quasi in piano percorriamo un tornante sinistrorso.
Riprendiamo subito a salire in modo abbastanza ripido, attorniati da pietre (m. 1990).
La pendenza diminuisce un poco e superiamo due tornanti sinistra-destra (m. 2000).
In modo abbastanza ripido saliamo dei gradini.
Continuiamo con una serpentina sinistra-destra.
La pendenza diminuisce un poco (m. 2005).
Proseguiamo con poca pendenza.
Superiamo una semicurva verso sinistra tornando a salire.
Dopo un breve tratto quasi in piano continuiamo con poca pendenza (m. 2015).
Torniamo a camminare, tra erba e pietre, vicino al torrente (m. 2020).

Percorriamo un'ampia semicurva verso sinistra. Sulle rocce alla sinistra vediamo una targa di marmo e una croce a ricordo di una persona defunta. Alla destra, dove il torrente saltella, vediamo un ponticello di legno senza protezioni ai lati.
Camminando su delle pietre attraversiamo un ruscelletto. Su di un cartello leggiamo: CAI Sez. Chiavenna, Rifugio Chiavenna (m. 2030).

Davanti abbiamo i prati dell'Alpe Angeloga. In alto a destra vediamo il Pizzo Stella. Proseguiamo con pochissima pendenza.
Lasciamo a destra un dosso sulla cui sommità un cippo ricorda i caduti per la patria e per il lavoro.
Continuiamo con una parete di roccia alla destra.

Poco dopo, davanti vediamo il Rifugio Chiavenna e le baite dell'Alpe Angeloga. Alla destra c'è il Lago Angeloga.
Superiamo due semicurve destra-sinistra.
Passando sopra a due pietre lisce scavalchiamo un rivolo ed entriamo in un barech. Lo attraversiamo e raggiungiamo il rifugio (m. 2044).

Tempo impiegato ore 1.40 - Dislivello m. 604
Data escursione: agosto 2018

Secondo itinerario: da Madesimo-Motta (segnavia C 10) - EE

Lasciamo la statale 36 al km. 137.3 per prendere il tunnel che conduce a Madesimo.
Superato il tunnel e lasciato a sinistra il lago, prendiamo la deviazione sulla destra che porta all'Alpe Motta.
Qua giunti, dopo la stazione a valle di una seggiovia, giriamo a sinistra e parcheggiamo la macchina di fronte all'albergo Bucaneve (m. 1730).
In alto è già visibile la grande statua dorata della Nostra Signora d'Europa.

Saliamo nel prato davanti a noi, con un piccolo sentiero, fino ad incontrare una stradina inerbita (m. 1755).
Giriamo a sinistra e, poco più avanti, passiamo sotto i cavi della seggiovia (m. 1785). La pendenza aumenta.
Con un sentiero realizzato con cubetti di cemento, arriviamo alla fine del prato dove troviamo uno steccato (m. 1800).
Passiamo attraverso una apertura e proseguiamo con minore pendenza su di un ampio sterrato.
Raggiungiamo una strada asfaltata. Alla sinistra c'è una fontana con una grande vasca. Un cartello informa che siamo arrivati a Motta Alta (m. 1850).

Per abbreviare il cammino e anche per poter visitare la grande statua, lasciamo subito la strada per prendere un tratturo inerbito sulla destra, chiuso con due massi allo scopo di impedirne l'accesso ai veicoli.
Dopo un tratto con poca pendenza, superiamo una griglia in ferro e riprendiamo a salire.
Passiamo in una apertura tra delle reti utilizzate d'inverno per la protezione degli sciatori (m. 1895).
In leggera salita raggiungiamo la seggiovia alla sinistra della quale c'è un baitello di servizio (m. 1915).
Di fronte abbiamo la grande statua della Nostra Signora d'Europa. L'opera, realizzata dallo scultore Egidio Casagrande è in rame sbalzato ed è laminata d'oro. E' alta m. 13.50 oltre a m. 6.50 di basamento.

Prima di raggiungerla giriamo a sinistra e proseguiamo quasi in piano su di una stradina sterrata, mantenendoci alla destra della seggiovia.
Poi in leggera salita raggiungiamo la stazione di arrivo dell'impianto di risalita (m. 1953).
Poco più avanti troviamo un grande tabellone con la descrizione delle varie piste da sci.
Continuiamo con la stradina sterrata in leggera discesa tra i prati fino ad una curva a sinistra dove, lasciata a destra una fontana con vasca, prendiamo un sentiero tra l'erba che prosegue diritto e va ad immettersi poco più avanti sul sentiero C10 (m. 1940) che ci condurrà al Rifugio Chiavenna contornando la Costa di Fortezza.

Camminiamo quasi in piano e vediamo i primi bolli bianco-rossi e il segnavia C10. Davanti già si impone la maestosa vista del Pizzo Stella che ci accompagnerà lungo tutto il cammino.
Passiamo accanto ad una palina nei prati (m. 1955) e subito riprendiamo a salire con alcuni zig-zag abbastanza ripidi, a tratti agevolati da alcuni rudimentali gradini.
Proseguiamo poi in leggerissima salita camminando su alcune pietre franate (m. 2025).
Poco dopo torniamo a salire in modo abbastanza ripido. Troviamo altri gradini di pietra (m. 2040).

Superiamo un tratto in leggera salita un po' esposto. Qui troviamo un pezzo di catena che è quanto rimane di un manufatto caduto (m. 2060).
Riprendiamo a salire. Troviamo dei segnavia a bandierina e C10.
Quasi in piano percorriamo una curva a sinistra subito seguita da un'altra a destra e proseguiamo in leggera salita, a mezza costa con alcuni gradini.
Torniamo poi a salire ancora agevolati da gradini di pietra (m. 2090).
Passiamo tra due massi e proseguiamo in leggera salita (m. 2110).
Attraversiamo una piccola colata di pietre e riprendiamo a salire con dei rudimentali gradini.
Continuiamo con minore pendenza in una zona con varie pietre sparse tra erba e rododendri (m. 2145).
Attraversiamo un'altra colata di pietre mentre il sentiero alla destra precipita ripidamente (m. 2165).

Riprendiamo a salire con alcuni gradini. In questo punto il sentiero è più largo ma ben presto torna come prima (m. 2175).
Saliamo in modo abbastanza ripido dapprima con dei gradini e poi su dei frammenti di pietrisco un po' scivolosi.
Volgendo lo sguardo dietro di noi ancora vediamo la grande statua della Nostra Signora d'Europa.
Dopo due passi in leggera discesa (m. 2260) riprendiamo subito a salire in modo deciso e ancora su briciole di pietre.
Proseguiamo in piano. Il sentiero alla destra precipita ripidamente.

Una breve salita seguita da una altrettanto breve lievissima discesa ci conducono alla prima catena, seguita da un cavo metallico, assicurati dai quali saliamo alcuni gradini (m. 2210).
Proseguiamo poi senza alcun aiuto ma il sentiero è ancora esposto.
Dopo una breve discesa e un tratto quasi in piano arriviamo ad una curva verso sinistra e riprendiamo a salire.
Percorriamo un'altra curva a sinistra in corrispondenza del punto dove alla destra sale un piccolo contrafforte.

Dopo un tratto quasi in piano, in leggera salita arriviamo alla seconda catena. Qui c'è anche una protezione a valle realizzata con dei paletti di ferro che reggono due cavi. Percorriamo questo tratto inizialmente in salita e poi in piano (m. 2230).
Continuiamo poi in leggerissima discesa.
Superata una curva a sinistra e una breve discesa passiamo su delle rocce franate.
Percorriamo poi una curva a destra e, quasi in piano, arriviamo alla terza catena.

Dopo la catena proseguiamo in leggera discesa. Poi, quasi in piano, attraversiamo una zona di massi franati (m. 2210).
Alterniamo leggera salita e piano e poi riprendiamo a salire con alcuni gradini (m. 2220). La parte esposta del percorso è praticamente terminata.
In piano attraversiamo una zona interessata da una vecchia frana. Qui le pietre sono state ben sistemate e possiamo camminarci sopra agevolmente. Su di un masso vediamo una freccia rossa.
Più avanti, dapprima in leggera salita e poi quasi in piano, passiamo tra altre pietre, più grandi delle precedenti.
Continuiamo a mezza costa alternando piano e leggera discesa, tra erba, cespugli di rododendro e alcune pietre.

Iniziamo ora la discesa verso l'Alpe Angeloga. Su una pietra vediamo il segnavia C10.
Guadiamo un piccolo corso d'acqua che scende dalla sinistra (m. 2205).
Poi la pendenza aumenta e per un po' scendiamo ripidamente (m. 2190).
In seguito la pendenza diventa meno accentuata.
Il sentiero si sdoppia e possiamo passare, a nostra scelta, a sinistra su roccia o a destra tra l'erba (m. 2160).
Più sotto il sentiero torna ad unirsi e qui il segnavia C10 indica, a chi sale, la seconda soluzione.
Proseguiamo alternando leggera discesa e piano (m. 2145).
Nuovamente in salita vediamo un altro segnavia C10 e una freccia mentre camminiamo tra grosse rocce, erba e cespugli di rododendro.

Poi quasi in piano raggiungiamo i ruderi di una funivia mai completata (m. 2150).
Ancora pochi passi in leggera salita ed ecco apparire in basso il Lago Angeloga verso destra e poi alla sinistra le baite dell'alpeggio e il Rifugio Chiavenna.
In discesa passiamo accanto dapprima alla base di un pilone e poi ad un ometto. Li lasciamo entrambi a destra (m. 2135).
Proseguiamo in leggera discesa tra l'erba e alcune pietre sparse.
Poi, con un ultimo tratto in discesa, raggiungiamo i prati che precedono l'alpeggio. Li attraversiamo in piano e arriviamo al rifugio.

Tempo impiegato: ore 2 - Dislivello: m. +540 -226  Difficoltà: Escursionisti Esperti
Data escursione: luglio 2011

Escursioni partendo dal Rifugio:


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