Rifugio Alpe Cantedoldo

Il Rifugio Alpe Cantedoldo è situato presso l'omonima località, nel comune di Averara in Val Brembana.
E' stato ottenuto dalla ristrutturazione della vecchia casera dell'alpeggio. Del precedente edificio sono rimasti parte dei muri in pietra mentre il resto è stato ricostruito in legno.
Al piano terra ci sono il bar, la sala pranzo e la cucina. Su di un soppalco c'è un locale con otto posti letto.
E' stato inaugurato nel mese di giugno 2021.

Primo itinerario: dal Laghetto di Ponte dell'Acqua

Con la statale 470 percorriamo il fondovalle della Val Brembana fino al bivio di Lenna (km. 38) dove lasciamo a destra la provinciale 2 per Foppolo e continuiamo sulla sinistra con la provinciale 1.
Attraversata Mezzoldo, la strada diventa la provinciale 9.
Al km 52.5 troviamo alla sinistra il laghetto artificiale in località Ponte dell'Acqua. Lasciamo la macchina alla sinistra al termine del laghetto oppure poco più avanti in qualche slargo a lato della strada.

Sulla sponda opposta del laghetto rispetto a quella dove scorre la provinciale, ci incamminiamo quasi in piano con una sterrata verso il cancello della centrale idroelettrica di Ponte dell'Acqua (m. 1260).
Prima di raggiungerla prendiamo il sentiero 135 che si stacca alla destra. I segnavia indicano: Gambetta a ore 1, Incrocio 113 a ore 1, Ca' San Marco a ore 2. In leggera salita entriamo in una pineta.
Passiamo tra due alti alberi con i bolli e proseguiamo in salita.

Alla destra, accanto ad un torrente, troviamo una rete contenente pietre (m. 1270).
Percorriamo due tornanti sinistra-destra vicini tra loro (m. 1280).
Superiamo una curva verso sinistra (m. 1295).
Subito dopo, allo scoperto, percorriamo due tornanti destra-sinistra vicini tra loro.

Passiamo sotto ad un grosso tubo appoggiato sopra due muretti in cemento e rientriamo nel bosco (m. 1300).
Continuiamo in modo abbastanza ripido (m. 1320).
Su di una pietra vediamo il segnavia 135 a bandierina.
Aggiriamo alla sinistra una roccetta che invade parzialmente il sentiero (m. 1335).

Presso un tornante sinistrorso, quasi in piano guadiamo un torrente che scende dalla destra a cascata (m. 1340).
Subito dopo, in salita, percorriamo un tornante destrorso.
Aggiriamo alla destra due grosse pietre e continuiamo con poca pendenza.
Saliamo alcuni rudimentali gradini di roccia.
Continuiamo in salita.
Superiamo due semicurve destra-sinistra passando accanto ad un masso con la scritta: 135 Gambetta (m. 1355).
Con poca pendenza superiamo altre due semicurve destra-sinistra e attraversiamo il letto di un torrente che troviamo asciutto. Proseguiamo in salita.

Percorriamo un tornante destrorso (m. 1370).
Continuiamo con altri tornanti: sinistra (m. 1375), destra (m. 1380), sinistra (m. 1390) e due tornanti destra-sinistra vicini tra loro (m. 1395).
Saliamo alcuni gradini di pietra e proseguiamo con un tornante destrorso (m. 1405).
Dopo un tornante sinistrorso continuiamo in modo abbastanza ripido (m. 1410).

Con alcuni passi quasi in piano passiamo accanto ad un cartello con la scritta: "Progetto cofinanziato dall'Unione europea" (m. 1425).
Percorriamo un tratto in salita e proseguiamo con poca pendenza. Alcune radici degli alberi affiorano dal sentiero.
Superiamo un breve tratto in salita e saliamo un gradino di pietra (m. 1435).

Continuiamo con poca pendenza tra alberi più bassi e più radi.
Poco dopo rientriamo nella pineta (m. 1445).
Alla sinistra, a una diecina di metri dal sentiero, vediamo un torrente. Riprendiamo a salire (m. 1455).
Superiamo uno zig-zag destra-sinistra seguito da una serpentina destra-sinistra (m. 1465).
Il sentiero si divide solo per aggirare il ceppo di un alberi tagliato (m. 1480).
Dopo una curva verso destra, la pendenza diventa abbastanza ripida (m. 1490).
Il sentiero si divide e subito si ricompone. Proseguiamo con poca pendenza.
In basso alla sinistra vediamo il letto di un torrente in secca (m. 1500).
Riprendiamo a salire.

Quasi in piano, presso un tornante sinistrorso, guadiamo un torrente (m. 1520).
Proseguiamo in salita camminando su delle radici che affiorano dal sentiero.

Il sentiero si divide e i segnavia indicano, a sinistra: X - Piazzoli - Incr. 113, Sparavera, Mezzoldo h. 3.30; con un tornante destrorso: sentiero 135, Gambetta; dietro: P. dell'Acqua. Andiamo a destra (m. 1525).
Dopo un tratto con poca pendenza continuiamo in salita. Ora è in basso a destra che vediamo il letto del torrente.

Ad una biforcazione teniamo la sinistra in quanto il sentiero alla destra è parzialmente franato. Dopo una ventina di metri i due sentieri si riuniscono.
Aggiriamo un alberello (m. 1540).
Superiamo due curve sinistra-destra vicine tra loro (m. 1550).
In leggera salita, presso due curve sinistra-destra, lasciamo a sinistra uno dei formicai che abbiamo trovato lungo il cammino, alcuni a lato del sentiero e altri a qualche metro di distanza.
Percorriamo una curva verso destra.
Riprendiamo a salire. Il sentiero si divide in due tracce parallele.
Vediamo il segnavia 135 a bandierina su di una pietra (m. 1580). Percorriamo un tratto con poca pendenza ed uno in salita.

Passiamo accanto ad un albero segato in modo da formare una rudimentale sedia (m. 1595).
Il sentiero piega leggermente a sinistra e continua in modo abbastanza ripido.
Lasciamo a destra un grande formicaio (m. 1610) e, poco dopo, uno più piccolo (m. 1620).
Ora i pini sono molto più radi e sono attorniati da zone erbose.
Troviamo un paletto di legno con tre strisce di colore rosso-bianco-rosso (m. 1630).
In leggera salita arriviamo al secondo (m. 1635).

Poco dopo raggiungiamo una palina con alcune indicazioni, a destra con il sentiero 113: Cà San Marco a ore 1; a sinistra con il sentiero 113: Mezzoldo  - loc. Soliva; dietro con il sentiero 135: Ponte dell'Acqua. Le ignoriamo e proseguiamo diritto tra l'erba verso l'Alpe Gambetta, già visibile poco più avanti.
Non ci avviciniamo ai due edifici dell'alpeggio ma ci teniamo circa 70 metri alla loro sinistra e raggiungiamo un traliccio dove un cartello indica a sinistra: Cantedoldo. Qui, con un tornante sinistrorso, prendiamo una sterrata che inizia scendendo, in modo abbastanza ripido, tra i pini.

Poi la pendenza diminuisce un poco (m. 1620).
Attraversiamo una radura.
Alla destra troviamo un casello dell'acquedotto (m. 1600).
Subito dopo ignoriamo la stradina che va a raggiungerlo e percorriamo una semicurva verso sinistra.

La sterrata si riduce a sentiero (m. 1590).
Continuiamo attorniati dai prati.
Quasi in piano attraversiamo il ruscelletto che esce da una pozza (m. 1580).
Proseguiamo in leggera discesa.

Rientriamo nella pineta. Il sentiero qui è diviso in due tracce parallele (m. 1565).
Subito dopo il sentiero diventa una stradina sterrata. Percorriamo una curva verso destra e risbuchiamo nei prati.
Superiamo una semicurva verso destra e proseguiamo con un sentiero diviso in più tracce.

Presso un tornante sinistrorso lasciamo a destra una fontana con vasca abbeveratoio e un baitello.
Proseguiamo in leggera discesa. Davanti, più in alto, vediamo una baita.
Quasi in piano superiamo una semicurva verso destra.
Passiamo accanto ad una grande pietra quadrata.
In basso alla destra vediamo una baita e un rudere.
Superiamo una semicurva verso sinistra.

Poco dopo, davanti, più in basso tra gli alberi, vediamo la casera dell'Alpe Cantedoldo.
Raggiungiamo il lungo stallone e la fontana con due vasche abbeveratoio dell'alpeggio (m. 1545).
Proseguiamo diritto in discesa con una sterrata attraversata da alcune canaline di legno per lo scolo dell'acqua.
Percorriamo una curva verso sinistra ed una verso destra (m. 1535).
Attraversiamo il letto in cemento e pietre di un torrente che troviamo asciutto.
Dopo un tratto quasi in piano, in leggera discesa superiamo una semicurva verso destra.
Alla destra vediamo la casera tra gli alberi.

Arriviamo ad un bivio (m. 1520). I segnavia indicano a sinistra il rifugio e a destra la casera. Due cartelli con il fondo marrone informano che siamo nel Parco delle Orobie Bergamasche - Valtorta e Valmoresca. Andiamo a sinistra, in leggera discesa.
In alto alla sinistra vediamo un baitello.
Quasi in piano percorriamo una curva verso sinistra.
Alla destra, oltre un prato, vediamo il rifugio. Continuiamo in discesa.
In leggera discesa percorriamo una curva verso destra molto ampia.
Dopo un tratto quasi in piano, in leggera salita raggiungiamo il rifugio (m. 1500).

Tempo impiegato: ore 1.25 - Dislivello: m. 380 - 140
Data escursione: giugno 2021

Secondo itinerario: dal tornante n. 10 della SP9 che sale al Passo San Marco

Con la statale 470 percorriamo il fondovalle della Val Brembana fino al bivio di Lenna (km. 38) dove lasciamo a destra la provinciale 2 per Foppolo e continuiamo sulla sinistra con la provinciale 1.
Attraversata Mezzoldo, la strada diventa la provinciale 9.
Al km 52.5 in località Ponte dell'Acqua, troviamo alla sinistra il laghetto artificiale e l'inizio del sentiero descritto nel primo itinerario.
Proseguendo con la provinciale, lasciamo a destra il Rifugio Madonna delle Nevi e iniziamo a salire verso il Passo San Marco.

Parcheggiamo la macchina all'interno del tornante n. 10, alla destra della strada, mentre dall'altro lato prende avvio il sentiero, quasi interamente in discesa, che conduce al rifugio. I segnavia indicano: Cola di Ancogno Vago 1759 m; a sinistra con il sentiero 113: Casera Gambetta a ore 0.40, Dosso Gambetta a ore 0.50, Alpe Cantedoldo a ore 1.00/1.20, Mezzoldo a ore 2, Averara a ore 2.30; a sinistra con il sentiero 135: Ponte dell'Acqua a ore 1.40. Altri cartelli segnalano la Via Priula e il Parco Regionale Orobie Bergamasche Valtorta e Valmoresca (m. 1765).

Il percorso inizia con un breve tratto in discesa su cemento con il quale raggiungiamo la casera (targa: Casera Alpe Aga 1759 m).
Continuiamo verso sinistra, quasi in piano su sterrato, lasciando a destra la casera e due fontane con vasche in cemento. I segnavia indicano con il sentiero 114 che scende a sinistra: Ponte dell'Acqua a ore 1, Via Priula.
Poco dopo alla destra c'è una lunga stalla sulla quale altri segnavia indicano diritto con il sentiero 113: Gambetta, Rif. Cantedoldo, Averara.

Proseguiamo con un sentiero attorniato da prati (m. 1760). Alla sinistra poco sotto c'è un traliccio e, ancora più in basso, vediamo una malga.
Transitiamo sotto ai cavi dell'alta tensione.
Poco dopo lasciamo a destra un altro traliccio.
Continuiamo in leggera salita seguendo i cavi dell'alta tensione.
Passiamo su di una roccia che affiora dal sentiero (m. 1765).
Tra erba e arbusti, percorriamo due tratti in leggera discesa intervallati da uno quasi in piano.
Dopo un tratto in leggera salita, quasi in piano lasciamo a sinistra un traliccio.
Il sentiero si divide in due tracce parallele; quella alla destra scorre poco più in alto rispetto all'altra.

Alla destra troviamo una fontana-abbeveratoio con due vasche in cemento all'interno di una delle quali è stata inserita un'altra vasca in metallo (m. 1770).
Proseguiamo in salita. Le due tracce si uniscono.

Alla sinistra c'è un rudere. Un cartello informa che si tratta dei resti ci una "antica torre di avvistamento" (m. 1775).
Continuiamo in leggera salita e lasciamo a destra un traliccio (m. 1780).
Alla sinistra, in lontananza, vediamo un roccolo.

Cominciamo a scendere in modo abbastanza ripido. Transitiamo sotto ai cavi dell'alta tensione e lasciamo a sinistra un traliccio (m. 1775).
Continuiamo in leggera discesa, tra erba e alberelli (m. 1760).
Passiamo tra due alberi.
Proseguiamo in lievissima discesa, con delle serpentine appena accennate, attorniati dai prati (m. 1740).
Superiamo due semicurve sinistra-destra
Percorriamo un breve tratto quasi in piano (m. 1735).

In leggera salita superiamo una semicurva verso sinistra e torniamo tra i larici.
Camminiamo su di una pietra e scavalchiamo un tubo nero che affiora dal terreno.
Passiamo tra due massi.
Percorriamo un tratto in salita camminando su pietre lisce.
Continuiamo quasi in piano su sterrato (m. 1745).

Terminati gli alberi, attorniati dall'erba percorriamo una curva verso sinistra molto ampia all'inizio della quale, poco sopra alla destra, c'è un baitello. Il sentiero si scompone in due tracce; quella alla destra scorre un poco più in alto.
Proseguiamo attorniati da arbusti. Transitiamo sotto ai cavi dell'alta tensione e lasciamo a sinistra un traliccio. Su di una pietra vediamo una freccia rossa con le punte che indicano le due direzioni.
Percorriamo una curva verso destra molto ampia.

Continuiamo in leggera discesa attorniati da erba, arbusti e alberelli. Sul fondovalle, in basso alla sinistra, vediamo il Rifugio Madonna delle Nevi.
Proseguiamo tra i prati. Poco sotto ci sono le due vecchie costruzioni della Casera del Dosso. Sopra i loro tetti, in lontananza, vediamo il Monte Cavallo alla cui sinistra c'è il Passo di San Simone.
Poco dopo, alla sinistra, troviamo una tripla vasca-abbeveratoio in cemento, una pozza e un paletto con i bolli (m. 1730).
Il sentiero piega leggermente verso destra.
Di tanto in tanto troviamo un bollo bianco e rosso.

Proseguiamo in discesa, tra l'erba, con il sentiero diviso in più tracce parallele.
Continuiamo in leggera discesa (m. 1715).

Lasciamo a sinistra un piccolo traliccio di ferro, un palo di legno con tre strisce di colore rosso-bianco-rosso e un cartello che indica Cantedoldo a ore 0.40. Guardando in basso a sinistra, vediamo la pozza dell'Alpe Gambetta mentre la baita e la stalla dell'alpeggio situate poco più a destra sono nascoste dagli alberi (m. 1700).

Riunitesi le tracce di sentiero, percorriamo un tornante sinistrorso tra l'erba lasciando a destra un rudere e una lunga vasca-abbeveratoio in cemento situata accanto a delle rocce (m. 1680). I segnavia indicano il Rifugio Alpe Cantedoldo.
Dopo il tornante continuiamo diritto in leggera discesa tra l'erba seguendo tracce di sentiero (meglio che scendere ripidamente a destra direttamente verso l'Alpe Gambetta).

Raggiunta una pietra con i bolli giriamo a destra (m. 1665).
Scendiamo in modo abbastanza ripido con un sentiero tra l'erba e alcuni alberi.
Percorriamo una curva verso sinistra come indicato da un bollo e continuiamo in discesa con minore pendenza (m. 1655).
Poco dopo, seguendo tracce di sentiero, percorriamo un tornante destrorso tra qualche albero, erba e pietre.

Usciamo allo scoperto e raggiungiamo la pozza dell'Alpe Gambetta, alla destra della quale ci sono la stalla e la baita-casera dell'alpeggio (m. 1640).
Accanto alla baita c'è un piccolo traliccio di ferro. Un segnavia indica, attraversando il prato davanti all'edificio, il sent. 133 Variante Valmoresca - Averara.
Attraversato il prato, largo circa 70 metri, raggiungiamo un altro piccolo traliccio e un segnavia che indica il Rifugio Alpe Cantedoldo. Dalla sinistra arriva il sentiero del primo itinerario.
Qui, con un tornante sinistrorso, prendiamo una sterrata che inizia scendendo tra i pini in modo abbastanza ripido e proseguiamo come precedentemente descritto fino al rifugio.

Tempo impiegato: ore 1.15 - Dislivello: m. 30 -295
Data escursione: settembre 2021

Terzo itinerario: da Valmoresca (strada agro-silvo-pastorale)

Con la SS 470 della Val Brembana arriviamo al bivio di Lenna (km. 38) dove giriamo a sinistra per prendere la SP 1 che sale al Passo S. Marco.
Poco prima del km 42 giriamo a sinistra (cartello: Averara) e prendiamo la SP 8.
Nel centro di Averara, dopo i portici alla destra, presso una curva verso sinistra della provinciale proseguiamo diritto con la stretta strada della Val Moresca.
Ignoriamo Via Piazzola e Via Cascine entrambe alla destra.
Più avanti lasciamo a sinistra la strada per Caprile Inferiore (qui un cartello indica diritto il Rifugio Cantedoldo).
Percorriamo tre tornanti: destra-sinistra-destra.
All'esterno del successivo tornante sinistrorso prende avvio la strada agro-silvo-pastorale per Cantedoldo che dobbiamo percorrere a piedi. In questo punto non c'è spazio per parcheggiare.
Proseguiamo pertanto, lasciando a destra la Chiesa di S. Maria della Neve, un Crocifisso e le case del piccolo borgo di Valmoresca.
La strada termina presso uno slargo dove ci sono anche due panchine alla sinistra, una fontana e una bacheca con avvisi di interesse locale alla destra (m. 850).

Parcheggiata la macchina, in leggera discesa torniamo all'ultimo tornante (m. 835).
Superiamo una stanga verde che troviamo alzata. I segnavia indicano: Rifugio Alpe Cantedoldo; con il percorso 133: Casera Alpe Cantedoldo a ore 1.50, Casera Gambetta a ore 2, Passo San Marco a ore 3. Un segnale stradale vieta il transito ai veicoli e un cartello invita a rispettare la natura. Prendiamo la strada agro-silvo-pastorale che inizia in leggera salita e con il fondo in cemento.
Poco dopo, lasciamo a destra una stanga verde che chiude l'accesso ad un prato.
Percorriamo un tornante sinistrorso molto ampio aggirando un prato, con una casa nel mezzo, il cui accesso è sbarrato da un'altra stanga verde (m. 845).
Continuiamo tra gli alberi.

Passiamo sul retro della chiesa e con una semicurva verso destra entriamo nel bosco (m. 865).
Alla destra ci accompagna un muretto di pietre. Alla sinistra, tra gli alberi, riusciamo a scorgere le case di Valmoresca.
Alla destra sale una scorciatoia.
Presso un tornante destrorso lasciamo a sinistra uno slargo. Continuiamo in salita (m. 875).
Con poca pendenza superiamo una semicurva verso sinistra presso la quale la scorciatoia rientra (m. 890).
In basso alla destra, oltre il fondovalle, vediamo le case di Caprile Inferiore.

Percorriamo un tornante sinistrorso con un guard-rail sul lato destro della strada. Un cartello informa che i lavori di miglioramento, messa in sicurezza ed adeguamento della strada sono stati effettuati con il contributo del Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (m. 895).

Alla destra si stacca un sentiero (m. 905). I segnavia indicano, diritto con la strada: Località Grasselli a ore 1, Casera Alpe di Cantedoldo a ore 1.50, Ca' San Marco a ore 2; a destra con il sentiero: Località Piazza Selva/Serva a ore 0.30, Località Teggia di Mezzo a ore 0.45, Località Grasselli a ore 1.50, Rifugio Cantedoldo. Proseguiamo diritto con la strada (vedi la descrizione del sentiero nel successivo itinerario).
La strada ora sale in modo abbastanza ripido, coperta dalle foglie di faggi e castagni appena cadute. Alla destra ci accompagna un muretto in cemento.
Per un breve tratto, alla sinistra c'è una staccionata di legno (m. 935).
Un'altra corta staccionata precede una semicurva verso destra seguita, dopo pochi passi, da una semicurva verso sinistra (m. 955).
Per un breve tratto alla sinistra ci sono delle protezioni di ferro dipinte di verde (m. 965).
Superiamo una grata per lo scolo dell'acqua.

Subito dopo percorriamo un tornante sinistrorso ignorando una mulattiera che sale a destra dove, poco più avanti, vediamo un cartello che indica: Piazza Serva a 15 minuti e Teggia di Mezzo a 30 minuti. Un torrente attraversa la strada in una cunetta di pietre. Continuiamo in salita con la strada (m. 970).
Con poca pendenza superiamo una curva verso destra (m. 985).
Percorriamo un tratto in salita (m. 990) ed uno abbastanza ripido (m. 1005).
Superiamo due semicurve sinistra-destra e proseguiamo in salita (m. 1020).
Alla destra c'è una parete di roccia.

Presso una semicurva verso destra troviamo uno slargo alla sinistra. Continuiamo con poca pendenza. La strada ora è sterrata e il bosco è più fitto (m. 1030).
Torniamo a salire. Alla destra c'è un piccolo slargo (m. 1040).
Un ripido sentiero sale dalla sinistra (m. 1045).
Subito percorriamo una semicurva verso destra presso la quale un altro sentiero esce, quasi in piano alla sinistra.
Dopo pochi passi ignoriamo una stradina che sale a destra. Continuiamo diritto in leggera salita (m. 1055).
Superiamo una semicurva verso sinistra e proseguiamo in salita (m. 1060).
Alla destra c'è un muretto di pietre a secco.

All'esterno di un ampio tornante destrorso, all'inizio c'è un guard-rail e dalla metà in avanti un muro di grosse pietre (m. 1075).
Continuiamo in modo abbastanza ripido e con il fondo in cemento. Alla sinistra c'è un muretto di pietre a secco; alla destra una staccionata di legno.
Di tanto in tanto troviamo una canalina di legno, per lo scolo dell'acqua, di traverso alla strada.
Il muretto alla sinistra è diventato un muro (m. 1100).
Incrociamo un sentiero che sale dalla destra e prosegue alla sinistra della strada.

In leggera salita percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1115).
Continuiamo in modo abbastanza ripido con un muro di pietre alla destra.
Proseguiamo con poca pendenza e con il fondo sterrato. Il muro alla destra termina. Ora ci sono dei vecchi pali di legno che sorreggono dei tronchi collocati orizzontalmente allo scopo di prevenire smottamenti del terreno (m. 1130).
In salita superiamo una curva verso destra molto ampia (m. 1140).
Alla destra riprendono le vecchie protezioni di legno.

Presso una semicurva verso destra il fondo torna ad essere in cemento (m. 1155).
Continuiamo in modo abbastanza ripido con un muretto di grosse pietre alla destra. Troviamo due piccoli slarghi alla sinistra e uno alla destra (m. 1165).

Accompagnati da una staccionata di legno alla sinistra arriviamo ad un tornante destrorso (m. 1185).
Proseguiamo in salita. Alla sinistra per un tratto abbiamo un muro di grosse pietre.
Percorriamo una semicurva verso destra con il fondo sterrato (m. 1195).
Continuiamo in modo abbastanza ripido su cemento (m. 1210).

Percorriamo un lunghissimo tornante sinistrorso che termina con una staccionata alla destra (m. 1235).
Uno dopo l'altro, alla sinistra troviamo due piccoli slarghi.
Superiamo una semicurva verso sinistra (m. 1245) seguita da altre due semicurve destra-sinistra.
Continuiamo con poca pendenza su sterrato (m. 1255).

Alla sinistra, tra gli alberi, riusciamo a scorgere in lontananza la diga del Lago di Valmora.
Proseguiamo in salita. Alla destra c'è una paretina di roccia (m. 1270).
Lasciamo a sinistra una tettoia/garage (m. 1280).
Poco dopo, ignoriamo un sentiero che retrocede verso destra in salita. I segnavia indicano diritto con il percorso 133: Cantedoldo e Gambetta.
Alla sinistra troviamo un'altra tettoia/riparo.

Subito dopo, in leggera salita, percorriamo una curva verso sinistra attraversata da un torrente che scorre in una cunetta di pietre. Continuiamo in salita.
Con poca pendenza superiamo due semicurve, entrambe verso destra.
Poco dopo, presso una curva verso sinistra, un ruscello attraversa la sterrata scorrendo dentro due canaline di legno (m. 1300).
Continuiamo in salita. Alla destra c'è una liscia parete rocciosa.
Proseguiamo in leggera salita tra pini alti e dritti.

Dopo un tratto in salita (m. 1315), con poca pendenza percorriamo un tornante destrorso molto ampio (m. 1325).
Presso un tornante sinistrorso un ruscello attraversa la sterrata. Continuiamo in salita (m. 1330).
Superiamo una semicurva verso destra (m. 1340).

Quasi in piano raggiungiamo i primi pascoli dell'Alpe Cantedoldo che salgono alla destra della sterrata (m. 1350). Sotto un cartello che ricorda come bisogna comportarsi in montagna, alcuni segnavia indicano: Alpe di Cantedoldo Comune di Averara 1400 m.s.l.m.; diritto: Baita Chiarelli 1400 m.s.l.m. a ore 0.10, Fontana del Papa a ore 1, Casera Gambetta a ore 2. Ignoriamo una stradina che si stacca alla destra e proseguiamo diritto.

In leggera salita superiamo due semicurve sinistra-destra. In basso alla sinistra scorre un torrente.
Rientriamo nel bosco e, presso un tornante sinistrorso, quasi in piano lo guadiamo (m. 1355).
Superiamo una semicurva verso destra.
Presso una semicurva verso sinistra guadiamo un altro ramo del torrente.

Continuiamo in salita e usciamo dal bosco.
Camminiamo attorniati da pascoli che scendono alla sinistra e salgono alla destra (m. 1365).
Percorriamo un'ampia semicurva verso destra. In alto alla destra vediamo la Baita Chiarelli.
Proseguiamo in lievissima salita. In alto a destra vediamo un traliccio dell'alta tensione.
Con un tornante destrorso si stacca la stradina che conduce alla Baita Chiarelli. Continuiamo diritto (m. 1390).

Poco dopo,  rientriamo nel bosco.
Troviamo un piccolo slargo alla destra. Vediamo un bollo rosso-bianco-rosso a strisce orizzontali.
Riprendiamo a salire e passiamo accanto ad un bollo rosso-bianco-rosso a strisce verticali. Trascuriamo un sentiero con i bolli che esce alla sinistra e, per un tratto, prosegue parallelo (m. 1400).
Continuiamo con poca pendenza. Ignoriamo un sentiero che sale a destra. Alla sinistra c'è un prato.

Rientriamo nel bosco (m. 1410).
Proseguiamo in salita.
La pendenza diventa abbastanza ripida. Alla sinistra, poco più in basso, vediamo un torrente (m. 1430).

Percorriamo un ampio tornante destrorso al termine del quale ignoriamo un sentiero che sale a destra segnalato da un grosso bollo rosso (m. 1445).
Dopo un tratto in salita continuiamo con poca pendenza. Anche qui, alla sinistra, ci sono dei vecchi pali di legno che sorreggono dei tronchi collocati orizzontalmente allo scopo di prevenire smottamenti del terreno.
Proseguiamo in salita con altre protezioni come la precedenti, al termine delle quali la pendenza diventa abbastanza ripida (m. 1465).

Usciamo dal bosco e continuiamo attorniati dai prati (m. 1475).
Superiamo una semicurva verso sinistra.
Proseguiamo con poca pendenza. Alla sinistra c'è la Baita Bortolu e alla destra una grande vasca-abbeveratoio. Vediamo il segnavia 133 a bandierina dipinto sulla baita. Altri segnavia indicano verso sinistra: Casera Gambetta a ore 0.20, Incrocio 113 a ore 0.15, Ca' San Marco a ore 1.30. Proseguiamo diritto (m. 1485).

Attraversato un gruppo di alberi, raggiungiamo il Caseificio Alpe Cantedoldo (m. 1510). Lo troviamo alla sinistra mentre alla destra ci sono una panchina e tre panche. Ci sono anche dei segnavia (in realtà andrebbero collocati al bivio poco più avanti) che indicano, diritto: agriturismo a ore 0.10, Grasselli a ore 0.30, Piazza Selva a ore 1.10; a sinistra con il percorso 133: incrocio 113 a ore 0.20, Ca' San Marco a ore 1.30.
Quasi in piano, percorriamo una curva verso destra passando sopra un ponte con le sponde di legno.

Dopo una breve salita raggiungiamo un bivio (m. 1520). Dalla sinistra arrivano il primo e il secondo itinerario che si sono precedentemente uniti all'Alpe Gambetta. Due cartelli con il fondo marrone informano che siamo nel Parco delle Orobie Bergamasche - Valtorta e Valmoresca. Un segnavia indica a destra il Rifugio Alpe Cantedoldo. Andiamo a destra in leggera discesa.
In alto alla sinistra vediamo un baitello.
Quasi in piano percorriamo una curva verso sinistra.
Alla destra, oltre un prato, vediamo il rifugio. Continuiamo in discesa.
In leggera discesa percorriamo una curva verso destra molto ampia.
Dopo un tratto quasi in piano, in leggera salita raggiungiamo il rifugio (m. 1500).

Tempo impiegato: ore 1.50 - Dislivello: m. 685 -35
Data escursione: novembre 2021

Quarto itinerario: da Valmoresca (sentiero)

Come descritto nel precedente itinerario arriviamo fino al punto in cui lasciamo la strada agro-silvo-pastorale per prendere il sentiero che si stacca alla destra (m. 905). I segnavia indicano, diritto con la strada: Località Grasselli a ore 1, Casera Alpe di Cantedoldo a ore 1.50, Ca' San Marco a ore 2; a destra con il sentiero: Località Piazza Selva/Serva a ore 0.30, Località Teggia di Mezzo a ore 0.45, Località Grasselli a ore 1.50, Rifugio Cantedoldo.

Il sentiero subito entra nel bosco e inizia a salire in modo abbastanza ripido, coperto da abbondanti foglie secche cadute lo scorso autunno.
Alla destra ci accompagna una fila di pietre ammucchiate che formano un muretto.

All'esterno di una semicurva verso destra troviamo una fontana con vasca in cemento sulla quale leggiamo l'anno di costruzione: 1955 (m. 920).
La pendenza diminuisce un poco.
Davanti ad un rudere superiamo due semicurve sinistra-destra (m. 930).

Ad una biforcazione ignoriamo il sentiero a destra in discesa e proseguiamo verso sinistra in salita (m. 935).
Troviamo un'altra biforcazione e anche questa volta teniamo la sinistra (m. 950).
Dopo una semicurva verso sinistra continuiamo in modo abbastanza ripido. Su di una pietra vediamo una freccetta rossa (m. 955).
Percorriamo una serpentina appena accennata sinistra-destra (m. 965) e due tornanti sinistra-destra vicini tra loro (m. 970).
Dopo pochi passi su fondo roccioso torniamo a camminare su sentiero sterrato (m. 985).
Aggiriamo un faggio situato nel mezzo nel mezzo del sentiero (m. 990).
Superiamo un ripido tratto (m. 995).
Dopo un tornante sinistrorso la pendenza diminuisce un poco (m. 1000).
Presso un tornante destrorso troviamo un cartello che invita a tenere i cani al guinzaglio.

Inizialmente con poca pendenza e poco dopo in salita, attraversiamo un prato e raggiungiamo Piazza Serva dove scambiamo quattro chiacchiere con l'unico abitante del luogo (m. 1030).
Seguendo i segnavia che indicano: Grasselli e Rif. Cantedoldo proseguiamo sul retro degli edifici piegando leggermente a destra.
Percorriamo un tornante sinistrorso tra i larici (m. 1040).
Per un tratto camminiamo, attorniati da prati, su di una larga cresta.

Rientriamo nel bosco ora formato da alberi di specie diverse. Troviamo un altro cartello, rivolto a chi scende, che indica di tenere i cani al guinzaglio (m. 1045).
Percorriamo una serpentina sinistra-destra, una semicurva verso sinistra e un tornante destrorso vicini tra loro (m. 1060).
Alla destra abbiamo una staccionata di legno (m. 1075).

Poco dopo arriviamo ad un bivio dove un cartello indica a sinistra il Rifugio Cantedoldo. Lasciamo pertanto il sentiero che continua diritto e giriamo a sinistra (m. 1080).
Superiamo una serpentina destra-sinistra e continuiamo ripidamente (m. 1085).
Passiamo tra alcune rocce.
In salita percorriamo una curva verso destra lasciando a sinistra una roccia (m. 1095).
Con poca pendenza superiamo una curva verso sinistra (m. 1105).
Poco dopo percorriamo un'altra curva verso sinistra con delle rocce alla destra.
Continuiamo con due tornanti destra-sinistra.
Attorniati da alcune pietre percorriamo una curva verso sinistra e un tornante destrorso (m. 1115).
Vediamo alcuni alberi sradicati dal vento.

Proseguiamo in modo abbastanza ripido con altri tornanti vicini tra loro sx-dx-sx-dx-sx-dx (m. 1125).
La pendenza diminuisce un poco e percorriamo altri due tornanti sinistra-destra (m. 1135).
Il sentiero si divide per aggirare alcuni alberi e subito si ricompone (m. 1145).
Continuiamo con delle serpentine appena accennate (m. 1150).
Superiamo una semicurva verso destra (m. 1155).

Davanti ad una roccia percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1160) subito seguito da uno destrorso.
Continuiamo con una curva verso sinistra, una serpentina destra-sinistra e un tornante destrorso.
Saliamo un gradino di pietra (m. 1175).
Superiamo una serpentina destra-sinistra.

Ora il bosco è più fitto.
Con un tornante destrorso aggiriamo alcune roccette.
Poco dopo percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1185).
Lasciamo a sinistra una grande roccia (m. 1190).
Proseguiamo con altri tornanti: sx-dx-sx-dx (m. 1200).
Dopo un ripido tratto, proseguiamo in salita e percorriamo un tornante destrorso. Ora il bosco è meno fitto (m. 1220).

Superiamo una semicurva verso destra e un tornante sinistrorso (m. 1230). I segnavia indicano: Località Grasselli Comune di Averara 1250 m.s.l.m.; dietro: Valmoresca; davanti: Costa - Averara.
Continuiamo tra gli alberi al limitar del bosco e con un grande prato alla destra nel quale vediamo una baita.

Troviamo: la bandiera tricolore, una panca in legno, una grossa pietra con funzione di tavolo e un pannello di legno sulla quale leggiamo: "C'è chi cerca un palcoscenico per sentirsi importante. Chi un ponte di comando per sentirsi potente. Chi un piedistallo per farsi adorare. e poi .... poi chi vuole solo una Panchina per fermarsi, per sedersi, riposare e guardare, nel rispetto, la natura. CP". Il panorama ci mostra la vallata fino alla Diga del Lago di Valmora. Ignoriamo un sentiero sbarrato che continua diritto in discesa e percorriamo un tornante destrorso (m. 1255).
In leggera salita passiamo sotto al cavo di una teleferica. Cominciamo a trovare bolli bianco-rossi.
Percorriamo una curva verso sinistra aggirando la baita.
Ignoriamo un sentiero che sale a destra verso la baita e continuiamo diritto in leggera salita accompagnati da una staccionata di legno alla sinistra.
Vediamo un bollo rosso quadrato su di un albero. Proseguiamo in salita con alcune serpentine appena accennate.
Alla destra troviamo una recinzione con paletti di legno che sorreggono una bassa rete di plastica verde (m. 1290).

In leggera salita arriviamo ad una biforcazione dove teniamo la destra come indicato da un bollo bianco-rosso (m. 1300).
Dopo un tratto in salita continuiamo con poca pendenza (m. 1320).
Proseguiamo quasi in piano. Alla sinistra troviamo un pezzo di traliccio collocato raso terra.

Subito dopo incrociamo un altro sentiero e proseguiamo diritto in salita come indicato da un bollo bianco-rosso (m. 1325).
Ignoriamo una traccia che scende a sinistra.

Poco dopo, ad una biforcazione, continuiamo quasi in piano con il sentiero alla sinistra come indicato da un bollo bianco-rosso dipinto su di una pietra.
Percorriamo una curva verso sinistra e proseguiamo in leggera salita (m. 1345).
Alla sinistra ci sono pochi alberi, alcuni sono stati sradicati, e possiamo vedere la vallata.

Un cartello indica, davanti: Cantedoldo min 20; dietro: Grasselli, Averara.
Dopo pochi passi, un altro sentiero arriva da dietro-destra.
Troviamo un altro cartello che indica, davanti: Ciarelli; dietro: Grasselli, Averara; a destra: Cantedoldo. Poco dopo il sentiero si divide in tre e prendiamo il primo, marcato dai bolli bianco-rossi, che gira a destra e procede in salita (m. 1370).
La pendenza diventa abbastanza ripida. Non sempre il sentiero è ben evidente ma possiamo seguire i bolli bianco-rossi.
Ad una biforcazione teniamo la destra.
Saliamo ripidamente verso un bollo bianco-rosso che vediamo su di un albero, davanti più in alto.
Raggiuntolo, iniziamo ad attraversare una radura in salita (m. 1385).
Ci uniamo ad un altro sentiero che arriva dalla destra.
Al termine della radura vediamo un bollo bianco-rosso su di un albero (m. 1400).

Continuiamo nel bosco seguendo i bolli.
Proseguiamo in lievissima salita tra pochi alberi (m. 1415).
Riprendiamo a salire nel bosco (m. 1420).

Ci immettiamo su di una sterrata e la seguiamo verso destra, quasi in piano, transitando sotto ai cavi dell'alta tensione (m. 1425).
Dopo pochi passi, seguendo i bolli, la lasciamo per prendere un sentiero che si stacca in leggera salita alla sinistra.
Raggiungiamo una baita attualmente in fase di ristrutturazione. Un cartello indica, a sinistra Cantedoldo a 10 minuti; dietro: Grasselli, Averara. Percorriamo un tornante sinistrorso e proseguiamo in salita (m. 1435).
Troviamo subito una biforcazione dove possiamo prendere entrambi i sentieri che poco dopo si ricompongono.
Percorriamo un tratto con poca pendenza (m. 1450).

Riprendiamo a salire e transitiamo nuovamente sotto ai cavi dell'alta tensione (m. 1465).
Dopo un tratto nel bosco percorriamo un tornante destrorso e quasi in piano passiamo accanto ad un traliccio (m. 1480).
Rientriamo nel bosco.
Continuiamo in leggera discesa. Ora troviamo bolli rossi.
In un tratto quasi in piano vediamo un bollo rosso quadrato su di un albero (m. 1485).
Usciamo dal bosco (m. 1490).
Con il sentiero attorniato dall'erba, in salita raggiungiamo il retro del Rifugio Alpe Cantedoldo (m. 1500).

Tempo impiegato: ore 1.50 - Dislivello: m. 665 -15
Data escursione: maggio 2022

Escursioni partendo dal Rifugio:


Copyright © Diska (www.diska.it) 2001,2022 - All Rights Reserved