Rifugio Alp de Volt

Il Rifugio Alp de Volt, costruito sulle rovine di un alpeggio risalente a prima del 1700, è situato sul versante settentrionale del Monte Calbiga.
Il rifugio è sempre chiuso e incustodito; chi fosse interessato, per ritirare le chiavi deve telefonare al Sig. Flavio Trivelli (tel. 328 4250366) o direttamente al Comune di Bene Lario (tel. 0344 31246).

Primo itinerario: dall'Alpe di Lenno

Lasciamo la statale 340 Regina verso la fine di Argegno (CO) per deviare a sinistra ed imboccare la provinciale 13 della Valle d'Intelvi con la quale saliamo fino a San Fedele e poi giriamo a destra (Largo IV Novembre, Via Blessagno) per Pigra.
A Pigra prendiamo a sinistra una stradina (Via Militare) e la seguiamo ignorando alcune deviazioni.
Passiamo per il Rifugio Alpe di Colonno (m. 1320) dietro il quale c'è una chiesetta, poi in lieve discesa arriviamo al Rifugio Boffalora (m. 1252).
Qui la strada gira a sinistra e scende alla Sella di Boffalora dove nei pressi della Cappelletta degli Alpini c'è un ampio slargo (m. 1240). Volendo, è possibile parcheggiare e iniziare da qui la nostra escursione (in tal caso calcolare un'ora in più).

Continuiamo in auto. Subito troviamo un bivio e, lasciata a sinistra la strada che scende a Ponna, andiamo a destra in salita.
Superiamo le baite dell'Alpe di Ossuccio (m. 1306) e iniziamo la lunga traversata in costa della Val Perlana.
La strada è stretta e senza protezioni. Le mucche degli alpeggi gironzolano libere e spesso anche sulla sede stradale.
Contorniamo il versante orientale del Monte di Lenno e raggiungiamo l'Alpe di Lenno situata alla bocchetta tra il Lenno e il Calbiga (m. 1495).

Da questo punto è sconsigliabile proseguire in macchina, soprattutto in caso di neve, perché la strada è priva di protezioni verso lo scosceso versante alla destra.
Parcheggiamo pertanto nello slargo davanti all'alpeggio e ci incamminiamo in leggera salita. La strada ha il fondo in cemento.
Dopo una curva a sinistra cominciamo a vedere il Rifugio Venini alla bocchetta tra il Calbiga e l'Alpetto e, alla sua sinistra, l'osservatorio con la caratteristica forma di igloo.
Percorriamo un tratto in piano e poi continuiamo in leggera salita ammirando il panorama sulle Alpi e su vari tratti del sottostante Lago di Como.
In alcuni punti sulla sinistra c'è un basso muretto di contenimento.
Dopo una curva a destra la stradina diventa sterrata e, quasi in piano, arriviamo al Rifugio Venini (m. 1576).

Di fronte al rifugio è piazzato un vecchio cannone, lasciato a ricordo delle passate guerre. Poco più in alto c'è l'osservatorio astronomico.
Alla destra del rifugio c'è una cappella dedicata alla Madonna.
Il percorso prosegue verso il Tremezzo e il Crocione ma, fatti pochi passi, troviamo un evidente cartellone giallo che indica sulla sinistra il sentiero per: Rifugio Alp de Volt (ex Alpe di Sopra) a ore 1, Alpe di Sotto (m. 1006) a ore 2, Prato Verde (m. 546) a ore 3.30, Bene Lario (m. 377) a ore 4.

Passiamo tra due muretti e subito pieghiamo a sinistra per prendere una stradina poco evidente in quanto ricoperta dall'erba. In basso già vediamo il Rifugio Alp de Volt e i tornanti di una sterrata che passa nelle sue vicinanze e poi scende a Bene Lario.
L'ampio percorso scende con poca pendenza tra erba e cespuglietti poi diventa sentiero e piega a destra assecondando la montagna (m. 1545).
Tra erba e radi alberi camminiamo dapprima in piano e poi in leggera discesa.
Troviamo due stretti tornanti che possiamo evitare con un sentierino che prosegue diritto su un ampia cresta tra l'erba (m. 1515).

Il sentiero poi piega a sinistra (m. 1485). Un segnavia indica Bene Lario a sinistra e il Monte Galbiga alle nostre spalle.
Giriamo dunque a sinistra tra alberi, cespugli ed erbacce che invadono il sentiero; percorriamo un tornante destrorso e sbuchiamo su una sterrata (m. 1450). I segnavia indicano a destra: Bene Lario; dietro: Monte Galbiga.
Andiamo a destra sulla sterrata, in piano, e ben presto troviamo un palo di legno con alcuni segnavia che indicano davanti: Bene Lario; dietro: Monte Calbiga, Pian de la Poma Trincee 1915/18.
Pochi metri più avanti, ignorata a destra una stradina in salita per Grona, la sterrata fa una curva a destra. I segnavia indicano davanti: Bene Lario, Alpe di Grona Trincee 1915/18; dietro: Monte Calbiga, Alpe di Lenno, Porlezza.

Continuiamo lungo la sterrata in leggera discesa.
Superato un tornante sinistrorso (m. 1435) la pendenza aumenta.
Troviamo sulla sinistra una grotta puntellata (m. 1385).
Poi, in leggera discesa, raggiungiamo il tornante destrorso dal quale vediamo il rifugio, segnalato anche da un cartello giallo (m. 1360).
Scendiamo a sinistra e raggiungiamo il cancello che chiude la recinzione attorno al rifugio.
Passiamo accanto a una nevera. Sulla destra c'è una tettoia con un forno e una grande griglia per cucinare.
Ancora due passi e arriviamo al rifugio.

Tempo impiegato: ore 1 - Dislivello: m. +81 -236
Data escursione: ottobre 2009

Secondo itinerario: da Bene Lario (sentiero+sterrata)

Con la statale 340 Regina seguiamo il Lago di Como fino a Menaggio. All'uscita dalla galleria continuiamo poi, sempre con la stessa statale, verso Porlezza.
Arrivati al km. 36.4 prendiamo sulla sinistra Via Binadone con la quale arriviamo a Bene Lario.
Superata la chiesa, giriamo a sinistra in Via Emigrati in Cile e subito lasciamo la macchina nel parcheggio sulla destra (m. 380). Qui troviamo una bacheca con una cartina della zona ed un cartello che indica: Prato Verde (m. 548) a 30 minuti, Alpe di Sotto (m. 1006) a ore 2, Rifugio Bivacco Alp de Volt (m. 1340) a ore 3, Rifugio Venini e Cornelio (m. 1576) a ore 4.

Ci incamminiamo in salita sull'asfalto, lungo Via Emigrati in Cile che poi diventa Via Riscee.
Alla sinistra c'è un muro sormontato da una siepe mentre alla destra in basso c'è il campo di calcio. In lontananza vediamo il Lago di Piano.
Più avanti sulla sinistra parte la mulattiera (m. 400). I segnavia indicano in quella direzione il Monte Calbiga e l'Alp de Volt.
Lasciata la strada prendiamo la mulattiera acciottolata che sale tra recinzioni e muretti.
Troviamo poi un muretto sormontato da una rete alla sinistra mentre alla destra inizia il bosco.

Raggiungiamo un piccolo slargo con un cancello a sinistra e una tettoia alla destra (m. 430).
Pochi passi più avanti, alla sinistra vediamo una casetta di legno su di un albero. Proseguiamo camminando tra due muretti.
Sulla sinistra troviamo una stalla-fienile (m. 445). Superiamo due curve. Il bosco qui è formato da alberelli.
Presso una curva a destra ignoriamo un sentiero che prosegue diritto tra l'erba verso una casa (m. 460). Poco dopo alla sinistra c'è una stradina che conduce alla stessa casa.
Ora il bosco è formato da faggi, noccioli e castagni (m. 485).

Sulla destra troviamo una cappella con un affresco raffigurante S. Francesco (m. 505).
Vediamo come segnavia un cerchietto rosso. Alla sinistra, oltre una recinzione, c'è una casa in un prato.
Proseguiamo in leggera salita ignorando una stradina che si stacca alla destra.
Passiamo poi accanto ad alcuni slarghi erbosi (m. 520).

Alla sinistra troviamo un casello dell'acquedotto dietro il quale ci sono una grande croce e due statue. Alla destra c'è una casa recintata. Un segnavia indica il Monte Calbiga. Un cartello a cura della proloco indica Prato Verde. C'è anche un incrocio di sentieri e teniamo la destra (m. 545).
Proseguiamo quasi in piano. Alla sinistra in fondo ad un prato vediamo una casa con un affresco. Alla destra c'è una villetta. Dietro spicca la mole del M. Legnone.
Rientriamo nel bosco e raggiungiamo un incrocio dove i segnavia indicano davanti il Monte Calbiga e dietro Bene Lario.
Pochi passi più avanti un segnale stradale vieta il transito ai veicoli.

In leggerissima discesa arriviamo al guado di un torrente che scende dalla sinistra e attraversa su un letto di pietre e cemento.
Torniamo a salire ignorando un sentiero che si stacca alla destra. Alla sinistra c'è un corto e basso muretto.
Ora camminiamo su un largo sentiero dal fondo sconnesso e pieno di pietre.
Attraversiamo il letto di un torrente che troviamo in secca (m. 560).
Per un attimo il fondo migliora ma poi torna ad essere sconnesso. Saliamo in modo abbastanza ripido.

Il fondo diventa in cemento (m. 610) e in lontananza vediamo il piccolo Lago di Piano.
Un rivolo attraversa il sentiero che torna ad essere sterrato (m. 625). Pochi passi più avanti percorriamo un tornante sinistrorso.
Superiamo nuovamente il rivolo e, dopo il successivo tornante destrorso lo ritroviamo per la terza volta. In questo punto per un breve tratto il fondo è in cemento.
Ignoriamo un piccolo sentiero che si stacca alla sinistra (m. 660). In questa zona gli alberi sono in prevalenza dei noccioli.
In leggera salita, ignorando due tracce che si staccano alla destra, percorriamo un ampio tornante sinistrorso. Dei segnavia indicano davanti il Monte Calbiga e dietro Bene Lario. C'è anche una freccia rossa su di un albero (m. 685).

Poi in salita ci immettiamo su di una sterrata (m. 710). I segnavia indicano a sinistra: Monte Calbiga; a destra e dietro: Bene Lario.
Andiamo a sinistra in leggera salita. Poi la pendenza aumenta.
Seguendo un segnavia che indica il M. Calbiga, trascuriamo un'altra stradina che sale a destra (m. 740).
Poi ignoriamo un sentiero che si stacca alla sinistra.
Con pochi passi in leggera discesa arriviamo al guado di un piccolo torrente che scende dalla destra (m. 775).
Proseguiamo dapprima con poca pendenza e poi in salita.
Dopo una curva a destra vediamo un torrente che scende a cascata dalla destra. Due passi in leggera discesa ci portano al guado (m. 780).
Saliamo poi in modo abbastanza ripido mentre alla destra ci accompagna una roggia.

Arriviamo ad un bivio dove l'acqua della roggia passa sotto in un grosso tubo in cemento. La sterrata prosegue verso destra mentre diritto, chiusa da un masso, sale una ripida scorciatoia (m. 815).
Seguiamo il percorso principale e arriviamo ad un tornante sinistrorso all'esterno del quale scende un torrente (m. 835).
La pendenza diminuisce; continuiamo in leggera salita e poi quasi in piano (m. 860). In basso a sinistra ancora vediamo il laghetto.
Poi in leggera salita, dopo una curva a destra, superiamo un altro guado (m. 875).
Torniamo a salire in modo abbastanza ripido con un lungo rettilineo che termina con un ampio tornante destrorso che percorriamo dapprima quasi in piano e poi in leggera salita (m. 935). In basso a sinistra vediamo una parte del Lago di Como. Verso la fine del tornante un largo sentiero si immette dalla sinistra. Un cartello su di un albero indica davanti: Alp de Volt - Jeep.
Camminiamo tra alti faggi. Poi riprendiamo a salire tra alberi più radi (m. 965). In basso a destra torniamo a vedere il Laghetto del Piano.
Proseguiamo in modo abbastanza ripido tra alberi di conifere (m. 975).
Poi, con poca pendenza percorriamo un tornante sinistrorso e riprendiamo a salire.

Arriviamo ad un bivio privo di segnaletica. Andiamo a sinistra e dopo pochi passi troviamo sulla sinistra un rudere accanto al quale un cartello indica: Alpe di Sotto m. 1006.
Proseguiamo in leggera salita e sulla destra troviamo una strana costruzione con sei aperture ad arco sul lato più lungo e una su quello corto.
Dopo un tratto in salita, la pendenza diminuisce. In basso a sinistra torniamo a vedere il Lago di Como (m. 1040).
Lasciamo a sinistra una pozza. Subito dopo c'è un bivio e andiamo a destra superando una sbarra che troviamo aperta.
Saliamo tra radi faggi con un lungo rettilineo abbastanza ripido (m. 1080) che termina con un ampio tornante destrorso (m. 1140).
E' ora la volta di un tornante sinistrorso (m. 1160) seguito da un altro destrorso dove ignoriamo un sentiero che prosegue diritto (m. 1195).
Dopo un altro tornante sinistrorso (m. 1215) continuiamo con due semicurve, la seconda delle quali quasi in piano (m. 1275).

Torniamo a salire in modo abbastanza ripido. Alla sinistra ci sono dei paletti di legno che reggono una rete metallica.
Subito dopo, sempre alla sinistra, c'è un grande slargo recintato che precede un tornante destrorso (m. 1325).
Superato un gruppo di abeti, alla destra torniamo a vedere uno scorcio del Lago di Como.
Percorriamo un tratto con poca pendenza poi riprendiamo a salire e, alla destra, vediamo una pozza e il rifugio (m. 1350).
Possiamo pertanto lasciare la sterrata e prendere un sentiero che scende un poco fino alla pozza e poi conduce alla recinzione che precede il rifugio.
Possiamo anche proseguire in salita con la sterrata fino al successivo tornante sinistrorso dove troviamo un cartello che indica: Rifugio Bivacco Alp de Volt m. 1360. Poi scendendo a destra raggiungiamo il cancello che chiude la recinzione, passiamo accanto a una nevera e arriviamo al rifugio.

Tempo impiegato: ore 2.40 - Dislivello: m. 960
Data escursione: aprile 2012

Terzo itinerario: da Bene Lario (interamente su sterrata)

Possiamo lasciare la macchina nello stesso parcheggio indicato all'inizio del precedente itinerario (m. 380).
Torniamo indietro di pochi passi e giriamo a sinistra prendendo Via Superiore, la strada che attraversa l'abitato. Questa strada è abbastanza stretta. Il fondo è stato realizzato in ciottoli e con una striscia in pietra al centro. All'inizio, alla sinistra, c'è una panca in pietra.
Il primo tratto è in leggera discesa poi, camminando quasi in piano troviamo alla sinistra il Municipio e le poste.
Ad una biforcazione ignoriamo a destra Via alla Fontana e proseguiamo in leggera salita.
Poco dopo alla sinistra c'è un altro parcheggio. Un cartello giallo indica a sinistra il Monte Calbiga e diritto: Prato Verde, Alpe di Sotto, Alpe di Sopra, Rifugio Galbiga Venini.
Subito dopo alla sinistra si stacca una stradina e qui la segnaletica indica il Monte Galbiga e l'Alp de Volt sia a sinistra che diritto. Proseguiamo diritto lungo la strada che ora si chiama Via ai Monti.
Lasciamo a destra una stradina che retrocede in discesa e poi un'altra all'inizio della quale un cartello indica la Riserva Naturale del Lago di Piano.
Troviamo poi un altro cartello giallo che ripropone le possibile destinazioni escursionistiche.
Ora la strada è asfaltata.
Alla sinistra c'è il bosco e alla destra delle siepi oltre le quali vediamo alcune case.

Proseguiamo in salita. Lasciamo a sinistra Via Emigrati in Cile, che riporta al parcheggio senza passare per il centro, e continuiamo diritto tra muretti, recinzioni e qualche casa. Nell'incavo di un muro vediamo una madonnina (m. 400).
Continuiamo con poca pendenza. Un cartello informa che siamo a "Maldino m. 418".
La strada ora procede quasi in piano. Alla destra vediamo le Cime di Brugnone.
Troviamo poi alla sinistra una statua raffigurante un alpino e due case; alla destra invece ci sono degli orti recintati.

Sulla destra c'è una piccola cappella contenente un affresco raffigurante l'Annunciazione.
In seguito troviamo altre costruzioni: stalle e cassottelli, da ambo i lati.
Accanto ad un cancello verde, una stradina chiusa da una catena scende a destra. Alla sinistra invece, un'altra catena chiude l'accesso ad un prato.

La strada diventa sterrata e, in leggera salita, si addentra in un bosco. Inizialmente alla sinistra c'è una fila di grosse pietre mentre alla destra una vecchia rete.
Troviamo poi un vecchio muretto alla sinistra.
Proseguiamo in salita. Il fondo ora è un misto di ciottoli e cemento (m. 430).
In basso a destra tra gli alberi riusciamo a vedere il Lago di Piano.
Dalla sinistra scende un rivolo che attraversa la stradina passandole sotto.
Percorriamo due semicurve sinistra-destra ignorando un sentiero, inizialmente ampio, che si stacca alla sinistra (m. 455).
Dopo un tratto quasi in piano con un prato alla destra, ne percorriamo un altro in salita.
Poi, nuovamente in piano, troviamo sulla sinistra una recinzione realizzata con pali di legno e una grata di ferro a quadrotti. Oltre questa recinzione ci sono i terreni della Az. Agr. Ai Noci di Nosallo.

Dopo una curva a sinistra arriviamo ad un bivio (m. 480). Vari cartelli indicano: Nosallo, diritto: Prato Verde (bolli gialli); destra: Serva Ghirlanda (bolli rossi); dietro: Bene Lario. Il Monte Galbiga viene segnalato sia diritto che a destra. Un altro cartello indica l'Alp de Volt a destra solo con Jeep. C'è anche una bacheca. Alla sinistra oltre la recinzione vediamo una grande pozza presso la quale si abbeverano le mucche dell'azienda agricola. Andiamo a destra.
Percorriamo poi un'ampia curva a sinistra mentre dalla parte opposta scende un sentiero il cui accesso è chiuso da una catena.
Proseguiamo in leggera salita. Attraversiamo un torrente che scende dalla sinistra.
Subito dopo, sempre a sinistra ci sono due stradine che conducono verso una vecchia casa, visibile oltre un prato (m. 490).
Per un po' alla sinistra il bosco è formato da pini.
Troviamo poi delle protezioni verso un torrente, che attraversa la sterrata passandole sotto in un tubo, e poi uno slargo alla destra.
Alla destra ci sono una recinzione formata da paletti di legno che reggono del filo spinato e una stradina chiusa da un cancello verde; alla sinistra in due punti troviamo un muretto a secco coperto da muschio.
Riprendiamo a salire. La recinzione con filo spinato termina. (m. 505).
In basso a destra tra gli alberi vediamo due cassottelli e un baitello.

Arriviamo ad un bivio (m. 530). I segnavia indicano a sinistra: Monte Calbiga, Alp de Volt; diritto: Sella Ghirlanda; dietro: Bene Lario. Andiamo a sinistra con poca pendenza.
Un ruscello che troviamo in secca, attraversa la sterrata su di un letto in cemento.
Riprendiamo a salire e dopo un breve tratto con il fondo in cemento, che termina nel punto in cui un rivolo attraversa passando sotto alla stradina, la strada torna ad essere sterrata (m. 580).
Subito dopo alla destra si stacca un sentiero all'inizio del quale c'è una sorgente.
In basso a sinistra tra gli alberi torniamo a vedere il Lago di Piano.
Ignoriamo un sentiero che scende a sinistra e subito dopo un altro che sale a destra (m. 600).
Poco dopo un altro sentiero pianeggiante si stacca alla sinistra.
Superato uno slargo, guadiamo un torrente che scende dalla destra (m. 620).

Poco dopo, superata una curva a destra, alla sinistra inizia una recinzione in legno. In basso a sinistra, in un prato con bella vista sul lago, c'è una baitella bianca con un portico sotto il quale vediamo una panchina.
Al termine della recinzione un cartello informa che siamo in località "Praa del Gal" (m. 635). Alla sinistra c'è una fontana con una vasca realizzata con delle pietre.
Subito dopo attraversiamo un solco scavato nel terreno che sembra il letto di un torrente in secca.
Alcuni passi in leggera discesa ci portano al guado di un torrente, poi giriamo a sinistra e riprendiamo a salire (m. 650).
Poco più avanti, ancora con pochi passi in discesa arriviamo ad un altro guado e anche qui, superato il torrente torniamo a salire (m. 660)
Ignoriamo una stradina che, quasi in piano, si stacca verso sinistra (m. 680).

Arriviamo al punto dove dalla sinistra sale e si immette sulla sterrata il sentiero descritto nel secondo itinerario (m. 710). I segnavia indicano davanti: Monte Calbiga; dietro e a sinistra: Bene Lario.
Proseguiamo pertanto seguendo la sterrata come già precedentemente descritto.

Tempo impiegato: ore 2.55 - Dislivello: m. 960
Data escursione: aprile 2013

Escursioni partendo dal Rifugio:


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