Bivacco Tita Secchi

Il Bivacco Tita Secchi è situato al Passo Portole, tra la Cima Caldoline a est e il Corno Barzò a ovest, al centro delle Piccole Dolomiti Bresciane.
E' dedicato alla memoria del partigiano Tita Secchi "Franco" ucciso il 16.09.44 all'età di 29 anni.
Il bivacco è una costruzione interamente in legno che dispone di: fornello con bombola, lavandino, un tavolone e altri tre tavoli con varie panche, quattro sedie, una cassapanca, barella per il soccorso alpino e cassetta delle offerte. Un locale a parte, riservato ai soci responsabili di turno, contiene un tavolo e una cassapanca. La porta alla destra di quella di entrata conduce nel gabinetto. All'esterno, su due lati, il bivacco è circondato da una veranda.

La zona attorno al bivacco è nota per la presenza di fiori rari come: il raponzolo di roccia, l’aquilegia, il giglio martagone e la sassifraga.
Attorno alla Cima Caldoline è stato attrezzato un percorso ad anello, il Sentiero dei Mughi intitolato a Virginio Quarenghi. Un cartello a cura dei CAI Brescia avverte però che: "Il sentiero dei Mughi è chiuso e non percorribile a causa di alcuni tratti franati e per l'inaffidabilità delle assicurazioni fisse".

Lasciamo l'autostrada A4 all'uscita di Ospitaletto (BS) e, seguendo le indicazioni per la Val Trompia, prendiamo la provinciale 19 che percorriamo interamente.
Dopo il ponte sul Mella ci immettiamo nella SP 345. Superate Concesio, Sarezzo, Gardone, Marcheno, Tavernole, Bovegno e Collio, la provinciale sale verso il Passo del Maniva e il Dosso dei Galli.
Al km. 48.2 prendiamo una strada sulla destra con la quale, poco dopo, raggiungiamo il vasto parcheggio sterrato del Maniva.
Lasciati a sinistra alcuni alberghi-ristoranti, ci dirigiamo verso la chiesa in fondo al parcheggio (m. 1665).

Alla destra della chiesa prende avvio la stradina asfaltata che collega il Maniva con il Passo del Dosso Alto (questo è il tratto semi scavato nella fiancata del Dosso Alto che dobbiamo percorrere) e poi scende al Lago d'Idro. E' chiamata "strada dei soldati" in quanto è stata costruita dal Genio Militare all'inizio del 1900. La stradina consente il passaggio di una sola vettura per volta e solo in alcuni punti è protetta da un guard-rail alla destra dove precipita ripidamente. Pertanto riteniamo opportuno parcheggiare e incamminarci.

Subito troviamo un sentiero che si stacca alla sinistra e sale inizialmente in parallelo con la strada. I segnavia indicano con il sentiero: 3V, Variante Alta (per esperti), Dosso Alto a ore 1.30, Rifugio Alpe Pezzeda a ore 4.30, Passo Berga; con la stradina: Alta Via del Caffaro, Malga Dosso Alto, Var. Bassa, Passo Berga. Seguiamo l'asfalto.
Volgendo lo sguardo, in basso a destra vediamo i tornanti della SP 345.
Percorriamo due curve sinistra-destra e proseguiamo con un muricciolo di pietre alla sinistra sul quale vediamo bolli bianco-azzurri e bianco-rossi.

Alla destra, su di un piccolo piedistallo, c'è una pietra con una targa a ricordo di Freddi Graziano.
In leggera discesa raggiungiamo un tratto sterrato più largo dove il terreno è in parte franato alla sinistra (m. 1655).
Proseguiamo in leggera salita. La stradina torna ad essere asfaltata. Sulla parete alla sinistra vediamo un grande bollo bianco-azzurro.
Dalla sinistra un torrente precipita quasi in verticale e poi attraversa la stradina passandole sotto. Percorriamo alcune semicurve. In basso a destra vediamo una baita.

Raggiungiamo una galleria paramassi, aperta sul lato a valle. Qui ci sono delle protezioni realizzate con paletti di ferro che reggono due serie di tronchi collocati in orizzontale. Su di un cartello leggiamo: "Opera realizzata da Comunità Montana di Valle Trompia con il contributo di AATO di Brescia". Due segnali stradali indicano l'altezza in m. 3.20 e la larghezza in m. 2.50. Sulla parete alla sinistra c'è una targa con foto a ricordo di Danilo Mineni (m. 1670).
Terminate le protezioni a valle, continuiamo con alcune semicurve e con pochissima pendenza.
Alla sinistra troviamo una piccola croce e la foto in ricordo di Germano Camelo.
Continuiamo in leggera salita con una curva a sinistra.

Per un tratto la parete rocciosa alla sinistra è ingabbiata per evitare eventuali cadute di pietre.
Presso una curva a destra troviamo un torrente che precipita verticalmente e poi passa sotto alla stradina (m. 1685).
Quasi in piano superiamo una curva a sinistra, seguita da un'altra verso destra dove un altro torrente, come i precedenti, scende verticalmente e passa sotto alla stradina.
Proseguiamo con pochissima pendenza. Di tanto in tanto, sulla parete alla sinistra, vediamo dei bolli bianco-azzurri.
Percorriamo due curve, entrambe verso sinistra, tornando a salire (m. 1700).
Continuiamo quasi in piano con delle semicurve.
In leggera salita percorriamo una curva a destra con protezioni a valle. Dopo la curva le protezioni terminano (m. 1710).
All'inizio della successiva curva a destra troviamo un piccolo monumento con la foto su di una lastra di marmo di Cabassi Attilio (m. 1720).
Con protezioni a valle percorriamo due curve destra-sinistra.
Continuiamo in leggera salita con delle serpentine.
Presso la successiva curva a sinistra, in lontananza cominciamo a vedere il bivacco (m. 1735).

In leggera discesa raggiungiamo il Passo Dosso Alto (qui erroneamente indicato a quota 1674) dove incrociano alcuni sentieri (m. 1730). I segnavia indicano
- a sinistra: Variante Alta (per esperti) Dosso Alto a ore 1, Alb. Bonardi al Maniva a ore 2.30;
- davanti: Rif. Baremone, Le Pozze, Anfo;
- a destra: Cima Caldoline, Capanna Tita Secchi, Passo Portole, Corna Blacca, Pezzeda, Collio, Sentiero dei Mughi Virginio Quarenghi;
- dietro: Via normale Passo del Maniva a ore 0.50, Alb. Bonardi al Maniva a ore 1.20.

Andiamo a destra in discesa con un sentiero, tra pini e mughi, all'inizio del quale vediamo due strisce gialle su di una pietra.
Alla sinistra vediamo un tornante della stradina asfaltata che inizia a scendere mentre dalla destra si innesta un altro sentiero.
Quasi in piano percorriamo una curva a sinistra (m. 1720).
In basso a sinistra vediamo la Malga Dosso Alto (ex caserma). Davanti il bivacco è ben visibile alla destra di una parete di roccia.

Lasciamo a destra una piccola pozza ed un sentiero all'inizio del quale troviamo un segnavia rotto a metà; riusciamo a leggere solo: Brigata Margheriti, Bocafol, Collio (m. 1715).
Proseguiamo in lievissima salita.
Percorriamo una curva a sinistra e poi, quasi in piano, un'altra a destra.

Arriviamo al Passo Portole (m. 1726). Vari segnavia indicano
- a sinistra in salita: Sentiero dei Mughi Virginio Quarenghi, Capanna Tita Secchi, Cima Caldoline, sentiero 8 Brigata Perlasca;
- a destra in discesa passando in un intaglio tra le rocce: Corna Blacca, Pezzeda Collio;
- dietro: sentiero 7 Brigata Margheriti, Dosso Alto, Passo Maniva.

Proseguiamo in salita, su pietrisco verso un altare coperto da un tettuccio e il bivacco.
Dietro l'altare, da un tubo di ferro esce dell'acqua che bagna il percorso (m. 1735).
Raggiungiamo poi una grande roccia sporgente con una nicchia nella quale è stata collocata una madonnina bianca. Una targa con foto, fissata alla roccia, ricorda Raffaele Rampini.
Poco dopo, passando accanto ad un tavolo in legno con panche e ad un barbecue, arriviamo al bivacco.

Tempo impiegato: ore 0.50 - Dislivello: m. 115 -30
Data escursione: settembre 2014

Escursioni partendo dal Rifugio:


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