Bivacco Cà Bianca

Il Bivacco Ca’ Bianca è situato in alta Val Starleggia a poca distanza dal confine elvetico e a nordest dal Pizzo della Sancia o Pizzo Montagna (m. 2714).
L'edificio è stato ricavato ristrutturando la vecchia costruzione in pietra di servizio alla vicina cava di beola, da tempo ormai chiusa.
All'interno ci sono due locali. La cucina, a cui si accede dall'esterno, dispone di tavolo in pietra, stufa, forno, lavandino e stoviglie. Una porta sulla sinistra conduce nel dormitorio dove ci sono 12 posti letto completi di materassi, cuscini e coperte oltre a un tavolone in legno con relative panche. L'illuminazione è ottenuta da pannelli solari. Manca l'acqua.

Ho classificato il percorso come EE non tanto per l'esposizione o per la difficoltà del percorso quanto per la possibilità di perdersi.
Il sentiero spesso sparisce tra pascoli, roccette e sfasciumi. I bolli sono radi e sbiaditi e soprattutto mancano quasi completamente i segnavia che dicano se il percorso che stiamo percorrendo è quello giusto.

Con la statale 36, superata Campodolcino, proseguiamo verso sinistra con la strada nuova per Madesimo.
Dopo alcune centinaia di metri, attraversiamo il Liro su di un ponte alla sinistra e con una carrozzabile asfaltata, priva di protezioni a valle, saliamo nel bosco con vari tornanti.
Passiamo accanto ad una grande cascata e arriviamo a Starleggia dove parcheggiamo la macchina in alcuni piccoli slarghi a lato della strada (m. 1565).
Alla sinistra il panorama ci regala subito una bella veduta sul Pizzo Groppera e sull’abitato di Campodolcino nel fondovalle.
Due sentieri salgono a destra: il primo all'inizio dell'abitato e il secondo nel centro di fronte alla chiesa.

1 - Il primo sentiero inizia la salita girando a destra e, dopo un tratto con protezioni in ferro dipinte di verde verso la strada, effettua un tornante sinistrorso. Qui c'è una palina con dei segnavia, ben visibili dalla strada, che indicano: San Sisto, Baituccio, Pian dei Cavalli.
Poco dopo, percorriamo due tornanti sinistra-destra vicini tra loro.
Un segnavia di legno su di un palo indica a destra il sentiero che conduce a Baituccio in ore 1 e Frondaglio a ore 1.10. Continuiamo diritto tra l'erba iniziando ad aggirare alla destra l'abitato di Starleggia (m. 1585).
Alla sinistra ci accompagna un muretto di pietre a secco.
Raggiunta una fontana con vasca, troviamo l'altro sentiero che arriva dalla sinistra (m. 1615).

2 - Nel centro di Starleggia, all'altezza della chiesa, saliamo verso destra con una gradinata in cemento. I segnavia indicano con il sentiero C21: S. Sisto a ore 0.30, Passo del Servizio a ore 2.50; con il sentiero C20: Pian dei Cavalli, Lago Bianco a ore 2.45.
Più avanti, dopo uno zig-zag destra-sinistra, arriviamo al termine dell'abitato.
Proseguiamo con un sentiero nei prati (m. 1600).
In leggera salita percorriamo uno zig-zag sinistra-destra.
Lasciamo a sinistra un casello dell'acquedotto e raggiungiamo la fontana con vasca accanto alla quale dalla destra arriva l'altro sentiero (m. 1615).

Riunitisi i due sentieri, giriamo a sinistra e continuiamo in salita con delle serpentine, agevolati dalla presenza di alcuni gradini di pietra.
Poco più in alto, alla sinistra, vediamo un masso che si sporge obliquamente.
Con dei gradini di pietra percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1630) subito seguito da uno destrorso che passa accanto al masso sporgente.
Continuiamo in leggera salita con un tornante sinistrorso.

Torniamo a salire e, all'interno di tornante destrorso, troviamo un crocefisso dietro al quale c'è un masso (m. 1645).
Con il sentiero incassato nel terreno circostante, percorriamo un tornante sinistrorso.
Continuiamo in leggera salita superando un tornante destrorso molto ampio.
Alcune pietre fanno da gradino.
Proseguiamo con sette tornanti a breve distanza l'uno dall'altro sx-dx-sx-dx-sx-dx-sx seguiti da uno destrorso ampio (m. 1670).
Poi saliamo altri gradini.
Percorriamo un tornante sinistrorso seguito da uno ampio destrorso (m. 1680).
Dopo uno zig-zag sinistra-destra superiamo un tornante sinistrorso (m. 1690).

Raggiungiamo un bosco di conifere e giriamo a destra con un tornante senza entrarci.
Poco dopo il successivo tornante sinistrorso, saliamo dei gradini di pietra ed entriamo nel bosco. Il sentiero diventa una larga mulattiera con dei gradini realizzati inserendo delle pietre di taglio nel terreno (m. 1705).
Superiamo due tornanti destra-sinistra vicini tra loro.

Poco dopo un ruscelletto attraversa la mulattiera passandole sotto (m. 1725).
Salendo dei gradini in cemento, percorriamo un tornante destrorso all'esterno del quale ci sono delle protezioni con paletti di ferro verdi che reggono due cavi (m. 1735).
Poco dopo superiamo un tornante sinistrorso.
Accompagnati dalle protezioni alla sinistra, arriviamo ad un tornante destrorso.
Ora le protezioni sono alla destra e hanno un solo cavo.
Continuiamo con poca pendenza e superiamo un tornante sinistrorso.
Le protezioni sul lato a valle tornano ad avere due cavi.
Superiamo un tornante destrorso e riprendiamo a salire con rudimentali gradini in pietra.

Con gradini in cemento percorriamo un tornante sinistrorso, allo scoperto, e proseguiamo con poca pendenza (m. 1750).
Subito rientriamo nel bosco. Alla sinistra ci sono le protezioni a valle.
Superiamo un tornante destrorso.
Davanti ad una parete di roccia, percorriamo un tornante sinistrorso e proseguiamo in leggera salita.

Usciamo dal bosco e alla destra troviamo una cappella con la statua di una madonna. Dietro alla cappella, sopra una roccia, c'è l'antica torre campanaria di S. Sisto (m. 1765).
Poco dopo vediamo una freccia rossa su di una pietra nel sentiero.
Passiamo tra un cartello con il fondo giallo ed una fontana con vasca in pietra. Sul cartello leggiamo: "S. Sisto - 1780 m. s.l.m. In un ora di cammino da S. Sisto si raggiunge il cuore del Pian dei Cavalli, l'altopiano calcareo sul quale sono state scoperte le più antiche tracce di presenza dell'uomo nel centro delle Alpi. Il visitatore percorra l'altopiano immaginando gli antichissimi cacciatori dell'Età della Pietra che vi misero piede circa 10.000 anni fa, ritiratosi il ghiacciaio. Per molti secoli essi salirono d'estate fino a oltre 2200 metri a cercare animali ed emozioni in questo mondo alpino sconosciuto."

Davanti vediamo l'abitato di San Sisto all’inizio della vasta piana della Val Starleggia.
Continuiamo con un sentiero tra i prati, dapprima quasi in piano e poi in leggera discesa.
Quasi in piano attraversiamo il torrente che scende dalla Valle dei Buoi su di un ponticello con le sponde di legno.
In leggera salita raggiungiamo San Sisto. Fatta eccezione per alcune case di costruzione più recente, le abitazioni sono quasi tutte baite in pietra cariche di anni ma generalmente ben ristrutturate (m. 1775).

Proseguendo diritto tra le baite, raggiungiamo una fontana con vasca di pietra ed un bivio. Davanti, in lontananza, già vediamo le baite dell'Alpe Cusone dietro le quali appare il profilo del Pizzo Quadro mentre alle nostre spalle giganteggiano il Pizzo Groppera e il Pizzo Stella. Qui i segnavia indicano a destra con il sentiero C20: Pian dei Cavalli, Lago Bianco a ore 2.15; a sinistra con il sentiero B21: Alpe Morone, Passo del Servizio a ore 2.20, Lago del Truzzo a ore 3.40; a sinistra con il sentiero C21: Bivacco Passo del Servizio a ore 2.20; dietro con il sentiero C20: Starleggia a ore 0.25. Andiamo a sinistra.

Alla destra c'è una roggia che subito attraversa la stradina passandole sotto.
Camminiamo quasi in piano tra le ultime case e i prati. Un ruscello passa sotto a delle traversine di legno.
Lasciamo a destra una fontana con vasca ed entriamo in un lariceto.
Percorriamo un'ampia curva verso destra e raggiungiamo una stanga chiusa che impedisce il passaggio ai veicoli che provengono dalla direzione opposta.
Attraversiamo un piazzale sterrato adibito a parcheggio.
Poi sulla destra vediamo un baitello di legno tra gli alberi.
Più avanti troviamo sulla sinistra due vecchie costruzioni che precedono una vecchia cava che attraversiamo.
Con un ponte di recente costruzione attraversiamo un torrente. Alla destra c'è ancora il vecchio ponticello.
Subito dopo lasciamo la sterrata per prendere un sentiero a destra tra gli alberi. Da S. Sisto a qui abbiamo camminato in piano; ora riprendiamo a salire.

Ad un bivio andiamo a destra con poca pendenza tra i prati.
Troviamo un curioso cartello che indica a sinistra un "no sentiero" e dietro Milano a tre giorni; non resta che seguire la terza freccia che segnala diritto il Passo Sancia a ore 2,5 (m. 1800).
Proseguiamo in salita. Tra i prati ci sono alcune case sparse.
Poi, in piano, raggiungiamo un ponte con il quale attraversiamo il torrente che scende dalla Val Fioretta. Subito dopo su di una pietra vediamo delle scritte illeggibili (m. 1820).
Proseguiamo in leggera salita nei prati verso l'Alpe Cusone. Alla sinistra c'è la valletta nella quale scorre il torrente.
Lasciamo a sinistra una baita metà in legno e metà in pietra ed un baitello, poi pieghiamo a destra e in salita raggiungiamo l'ex Rifugio Curti riconoscibile per il tricolore che sventola alla sua destra (m. 1895).

Continuiamo verso sinistra passando accanto ad alcune case.
Poi, prima di iniziare a scendere verso il torrente, giriamo a destra passando tra due case.
Davanti abbiamo dei pascoli che iniziamo ad attraversare dapprima quasi in piano e poi in salita (m. 1910).
Dobbiamo rimanere alla destra del torrente camminando senza sentiero o al più seguendo delle esili tracce che sovente scompaiono.
Tra l'erba vediamo una fontana con vasca in legno e la raggiungiamo sperando invano di trovare il sentiero (m. 1940).
Proseguiamo superando un cavo che fa da recinzione ad una zona in cui pascolano delle mucche (m. 1965).
Quando la pendenza aumenta ritroviamo il sentiero (m. 1985) ma dopo due corti tornantini lo perdiamo nuovamente tra l'erba.
Poco dopo però vediamo il primo bollo bianco-rosso (m. 2000).
Cercando il successivo, proseguiamo diritto nei pascoli, in leggera salita e sempre alla destra del torrente.
Scavalchiamo un rivolo e vediamo un altro bollo (m. 2010).
Dopo un breve tratto quasi in piano continuiamo in leggera salita. Di tanto in tanto vediamo un altro bollo.
Alla destra di una presa d'acqua, per un tratto camminiamo su di un sentiero che poi scompare.
Poi riprendiamo a salire e raggiungiamo un masso sul quale, oltre ai soliti bolli, c'è anche una freccia rossa sbiadita che indica verso sinistra (m. 2060).

Scendiamo un poco verso il torrente e lo guadiamo.
Cerchiamo un altro bollo e lo troviamo verso destra. Proseguiamo pertanto nella stessa direzione di marcia ma alla sinistra del torrente.
Poi, in salita, ci spostiamo verso sinistra allontanandoci del torrente e arriviamo in fondo alla valle (m. 2115).
Qui troviamo dapprima delle esili tracce, poi su sentiero più marcato iniziamo a salire ripidamente a zig-zag tra cespugli di rododendro (m. 2135).
Percorriamo un tornante destrorso (m. 2175) e proseguiamo sempre a zig-zag tra erba, rododendri e qualche pietra. In alcuni punti il sentiero è un po' esposto.
Superiamo una roccetta obliqua aiutandoci con le mani (m. 2295) e arriviamo in cima alla salita.

Pieghiamo a sinistra e, in leggera salita, per un breve tratto ci manteniamo sul margine del dirupo.
Poi giriamo a destra e raggiungiamo un pianoro dove troviamo, una dopo l'altra, quattro pozze piene d'acqua e una quinta quasi vuota (m. 2260). Davanti, in fondo, vediamo il Pizzo Quadro.
All'altezza della penultima pozza troviamo un ometto e una grande pietra piatta sulla quale alcune scritte sbiadite indicano a sinistra: Sancia; a destra: Cà Bianca; dietro: Cusone.
Alzando gli occhi verso destra, se siamo dotati di una buona vista oppure di un binocolo, possiamo già individuare non tanto il bivacco che ha lo stesso colore delle pietre circostanti quanto gli infissi di colore rosso.

Pertanto andiamo a destra e riprendiamo a salire tra erba e pietre cercando i bolli che dovrebbero indicare la via migliore.
Veniamo così indirizzati verso destra (m. 2310) dove, in leggera discesa, raggiungiamo un altro bollo poi torniamo a salire sempre tra pietre ed erba.
Troviamo una coppia bolli e ometto (m. 2320) e più avanti un'altra. Cominciamo anche a vedere, oltre ai soliti bolli bianco-rossi, anche altri di colore giallo.
Sempre seguendo i radi bolli ci spostiamo ancora un poco verso destra tra le pietre. Ne troviamo poi degli altri sovente abbinati a un ometto (m. 2340).
Ora saliamo ripidamente. Siamo su un piccolo contrafforte tra due valloncelli dove i bolli sui massi si notano meglio. Frattanto il bivacco è sparito alla vista.

Sempre seguendo le indicazioni ci spostiamo alla destra di una zona pietrosa (m. 2405) poi, in leggera salita, veniamo indirizzati un po' verso sinistra.
Riprendiamo a salire passando su una roccetta obliqua peraltro aggirabile alla sinistra (m. 2420).
Ci spostiamo poi alla sinistra di alcune rocce e, tra pietre e sfasciumi, saliamo ripidamente (m. 2445).
Seguendo un bollo andiamo a sinistra attraversando una colata di pietre (m. 2460).
Poi, su pietrisco, saliamo alla sinistra di alcuni ammassi rocciosi piegando ancora un poco a sinistra.
Proseguiamo con delle serpentine assai ripide (m. 2495). In due punti, e solo per pochi metri, torniamo a vedere il bivacco (m. 2510).

Passiamo alla destra di un grande masso (m. 2525) e saliamo sempre in modo molto ripido.
Troviamo poi delle tracce di sentiero. La pendenza, per un breve tratto, diminuisce un poco.
Proseguiamo su lastre di pietra, ancora in modo ripido, e arriviamo ad un trivio (m. 2560). Dei bolli di colore bianco e blu indicano verso destra la direzione nella pietraia per il Passo di Barna; altri segnalano, proseguendo diritto, il vicino crinale dove passa il confine con la Svizzera; alla sinistra invece c'è il bivacco.

Tempo impiegato: ore 3.10 - Dislivello: m. 1010
Data escursione: agosto 2011

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