Bivacco Alpe Fiorina

L'Alpe Fiorina è situata in una radura tra i boschi della Val Solda, attorniata dalla Bocchetta di Regagno (m. 1659) a nord, le Cime di Fiorina (m. 1810) a ovest e la Bocchetta del Boi (m. 1454) a sud.
Del vecchio alpeggio rimangono solo delle pietre. L'Ersaf vi ha costruito due baitelli, interamento di legno, che troviamo alla destra della radura salendovi (lato est).
Il bivacco, sempre aperto, contiene solamente una mensola e tre panche fissate alle pareti. Su di un cartello leggiamo:"Siamo nel cuore della Riserva Integrale della Valsolda, si chiede di mantenere un comportamento discreto nel rispetto dell'ambiente circostante. Evitare rumori e grida eccessivi e di accendere fuochi. La sosta presso l'area della Fiorina deve essere contenuta per un tempo massimo di 2 ore. Per ogni informazione o segnalazione contatta l'ente gestore all'indirizzo: lecco@ersaf.lombardia.it".
All'esterno del bivacco, alla sua sinistra, c'è un tavolo di legno con relative panche.
Dietro al bivacco c'è un altro baitello più grande, chiuso a chiave. La presenza sul tetto di un comignolo e di un pannello solare fanno supporre che sia dotato di riscaldamento e illuminazione.
Alla sua destra c'è una fontana con l'acqua che cade in un tronco scavato.
Nella parte opposta dell'alpeggio, a ovest, c'è il baitello dei servizi igienici che contiene un lavandino, una turca e acqua corrente prelevata dal ruscello tramite un tubo di gomma.

Primo itinerario da: Seghebbia (Val Rezzo)

Con la statale 340 Regina seguiamo il Lago di Como fino a Menaggio.
All'uscita dalla galleria (km. 32.1) continuiamo, sempre con la statale 340, verso Porlezza e la Svizzera.
Al km. 43.5, all'inizio di Porlezza, prendiamo sulla destra la provinciale 11 della Val di Rezzo.
Dopo aver superato Corrido, Pragno, Cancellino e Molzano la strada continua più stretta, lungo il lato destro della valle.
Giunti a Bùggiolo troviamo una biforcazione; lasciamo a destra la strada della Val Cavargna (per i Rifugi San Lucio e Garzirola) e andiamo a sinistra verso Seghebbia.

A Seghebbia lasciamo la macchina nell'unico parcheggio, in fondo al paese (m. 1115).
I segnavia collocati all'inizio del parcheggio indicano: Seghebbia 1110 m; con il sentiero 3 barrato, dietro: Pramarzio a ore 0.20, Alpe Riccola a ore 0.50, Dasio a ore 2.30; a destra: Alpe Colmine a ore 1, San Lucio a ore 1.30, Cavargna a ore 2.15.
A piedi torniamo indietro, in leggera discesa, seguendo la strada asfaltata.
Percorriamo lievi semicurve e lasciamo a sinistra la chiesa e alla destra il cimitero davanti al quale c'è una fontana (m. 1100).
Poco dopo, con un tornante destrorso prendiamo una sterrata che scende, inizialmente con protezioni di ferro alla sinistra.
Continuiamo in leggera discesa passando a valle del cimitero. Nel prati alla sinistra vediamo delle vecchie stalle.

Prendiamo una stradina cementata alla sinistra (m. 1085).
Dopo dopo pochi passi, davanti ad una casa, subito la lasciamo. Come indicato dai bolli bianco-rossi, passiamo nell'apertura di una recinzione con paletti di legno e una rete a quadrotti e scendiamo con un sentiero tra l'erba.
Costeggiata la casa, attraversiamo una stradina inerbita lasciando a sinistra le vecchie stalle.

Presso una semicurva verso destra troviamo il segnavia 3 barrato e, in leggera discesa, entriamo nel bosco (m. 1070).
Vediamo un altro segnavia 3 barrato su di una corta staccionata, giriamo a sinistra e riprendiamo a scendere (m. 1065).
Poco dopo, mentre percorriamo una curva verso destra, lasciamo a sinistra un prato nel quale ci sono due vecchie stalle, sulla seconda delle quali vediamo il segnavia 3 barrato (m. 1050).
In leggera discesa rientriamo nel bosco.
Superiamo un tratto infangato e continuiamo in discesa.
Percorriamo due curve, entrambe verso sinistra (m. 1030).

Quasi in piano, dopo una curva verso destra, attraversiamo il Torrente Rezzo passando su di un ponticello di legno con la sola sponda destra (m. 1020).
Proseguiamo in salita. Di tanto in tanto troviamo un bollo bianco-rosso.
Su di un largo sentiero percorriamo una semicurva verso destra, seguita da un'altra verso sinistra bagnata da un ruscelletto che la attraversa (m. 1035).
Con poca pendenza superiamo due semicurve destra-sinistra e proseguiamo in salita.
Presso una semicurva verso destra vediamo un bollo bianco-rosso su di un tronco.

Usciamo dal bosco e ci troviamo in un grande prato. Seguendo i bolli, lo attraversiamo inizialmente in leggera discesa (masso alla sinistra) e poi quasi in piano. In lontananza vediamo alla sinistra Buggiolo e dietro Seghebbia.
Raggiungiamo una palina con segnavia che indicano: Pramarzio 1060 m; diritto: Alpe Riccola a ore 0.30, Passo Stretto a ore 0.50, Dasio a ore 2.10; a sinistra: Buggiolo a ore 0.30. Continuiamo diritto.

In fondo al prato troviamo una stalla alla sinistra e i ruderi di un'altra più vecchia alla destra. Passiamo tra le due accompagnati da una staccionata alla sinistra.
Ci immettiamo su una sterrata e la seguiamo verso sinistra (m. 1055).
Davanti a tre grandi faggi la sterrata si biforca. Teniamo la destra.
Percorriamo un tratto in leggera salita ed uno quasi in piano.
Continuiamo con poca pendenza. In lontananza, alla sinistra vediamo il Pizzo di Gino e la Cima Pianchette. Su di una pietra ci sono due segnavia a bandierina, uno per lato (m. 1060).

Attraversiamo un tratto di bosco. Su di un albero vediamo il segnavia 3 barrato.
Tornati allo scoperto, ignoriamo una sterrata che retrocede alla destra e continuiamo diritto.
Poco dopo rientriamo nel bosco e riprendiamo a salire (m. 1075).
Vediamo il segnavia 3 barrato alla sinistra e un bollo bianco-rosso alla destra (m. 1085).
A lato della sterrata ci sono alcune grosse pietre.
Con poca pendenza percorriamo un tratto allo scoperto. Alla sinistra un ruscello, incassato nel terreno, scorre parallelo alla strada (m. 1100).
Quasi in piano superiamo una semicurva verso sinistra e rientriamo nel bosco.
Dopo una semicurva verso sinistra, in salita ne percorriamo un'altra verso destra (m. 1105).
Continuiamo con poca pendenza lasciando a sinistra un grande masso.

Usciamo dal bosco e ci troviamo in un lungo prato. Continuiamo quasi in piano (m. 1115).
Alla destra vediamo un segnavia a bandierina dipinto su di un tronco segato.
Pieghiamo a sinistra, scavalchiamo il ruscello e pieghiamo a destra.
Troviamo subito una biforcazione e, ignorata la stradina che sale a sinistra continuiamo diritto, dapprima con pochi passi in leggera salita e poi quasi in piano, lungo il margine sinistro del prato. Dietro, tra gli alberi, vediamo spuntare una guglia di roccia sormontata da un parafulmine.
Su di una roccetta vediamo un segnavia rosso-bianco-rosso. Di tanto in tanto ne vedremo altri che ci accompagneranno lungo il cammino.
 
Dopo una semicurva verso destra arriviamo in fondo al prato (m. 1120). Qui troviamo un tavolo di legno con relative panche e un rudimentale barbecue con piastre per grigliare. C'è anche una palina con vari segnavia che indicano: Pratolungo 1116 m; a destra: Seghebbia a ore 0.50, Alpe Colmine a ore 1.30, San Lucio; dietro: Pramarzio a ore 0.20, Seghebbia a ore 0.40, Cavarnia a ore 2.50; davanti: Alpe Riccola a ore 0.15, Passo Stretto a ore 0.40, Dazio a ore 1.50. Continuiamo diritto in lievissima discesa tra radi alberi e roccette affioranti dal terreno.

Più avanti, seguendo i bolli, prendiamo un sentiero che piega leggermente a destra (m. 1100).
Percorriamo un tratto in discesa.
Quasi in piano superiamo due semicurve sinistra-destra (m. 1085).
Continuiamo in leggera discesa e lasciano a destra una verticale parete di roccia.
In discesa aggiriamo una roccetta ed un albero.
Proseguiamo quasi in piano.

Raggiungiamo un cancelletto di ferro che si richiude automaticamente e subito troviamo una biforcazione (m. 1075). I segnavia indicano, diritto con il sentiero 2: Passo Stretto; a destra con il sentiero 4: Alpe Fiorina a ore 0.45, Cima di Fiorina a ore 1.30, Rifugio S. Lucio a ore 2.20. Andiamo a destra.
Il sentiero subito si divide e si ricompone.
Una freccia rossa su di un masso conferma la direzione per l'Alpe Fiorina.
Continuiamo in leggera salita con una parete di roccia alla destra. In basso alla sinistra vediamo scorrere un ruscello.

In discesa ci abbassiamo verso il ruscello e lo attraversiamo camminando su delle pietre affioranti dall'acqua (m. 1080). Continuiamo in leggera salita.
Dopo un breve tratto in salita, quasi in piano superiamo una semicurva verso destra.
Proseguiamo con poca pendenza e lasciamo a sinistra un masso (m. 1090).
Vediamo il segnavia 4 su di un albero (m. 1095).

Continuiamo diritto in una rada faggeta, senza sentiero, seguendo il segnavia numero 4 e vari bolli bianco-rossi.
Percorriamo un tratto con poca pendenza e uno quasi in piano.
Proseguiamo in leggera salita. Alla sinistra ci sono alcuni massi (m. 1105).
Sempre seguendo i bolli pieghiamo a destra (m. 1110).
Proseguiamo in modo abbastanza ripido.
In leggera salita superiamo una semicurva verso sinistra.

Raggiungiamo un'alta parete di roccia verticale, pieghiamo leggermente a sinistra e la costeggiamo in salita. (m. 1130).
Oltre ai soliti bolli bianco-rossi cominciamo a trovarne altri giallo-rossi.
Passiamo accanto a due faggi cresciuti abbracciati l'un l'altro (m. 1140).
Continuiamo in modo abbastanza ripido verso un intaglio tra due grandi rocce. Raggiuntolo, con pochi passi quasi in piano giriamo a destra (m. 1145).
Saliamo in modo abbastanza ripido e percorriamo una semicurva verso sinistra.

Superiamo una curva verso destra passando tra due roccette e continuiamo con poca pendenza (m. 1155).
Percorriamo due tornanti destra-sinistra vicini tra loro.
Proseguiamo in salita con un tornante destrorso (m. 1160) seguito poco dopo da uno sinistrorso.
Vediamo il segnavia n. 4 (m. 1170).
Percorriamo altri due tornanti destra-sinistra vicini tra loro.
Troviamo un alberello aggirabile da entrambi i lati (m. 1175).
Passiamo tra una grande roccia alla sinistra e una roccetta alla destra (m. 1185).
Dopo alcuni passi quasi in piano superiamo una curva verso destra.

In leggera discesa raggiungiamo un bivio (m. 1190). Dalla sinistra sale e si innesta il sentiero descritto nel secondo itinerario. I segnavia indicano, a sinistra con il sentiero 3: Valsolda, Passo Stretto (scritta in rosso sul tronco di un albero), Alpe Serte a ore 0.40, Dasio a ore 1.20; dietro: Val Rezzo, Alpe Riccola a ore 0.15, Seghebbia a ore 1.10. Continuiamo invece diritto come segnalato da un'altra scritta in rosso che indica l'Alpe Fiorina.
Percorriamo un breve tratto quasi in piano ed uno con poca pendenza. Superiamo due semicurve sinistra-destra.

Camminiamo ai piedi di un'alta parete di roccia che lasciamo alla destra. In questa zona ci sono parecchi maggiociondoli (m. 1200).
Quasi in piano superiamo una semicurva verso sinistra.
Passiamo tra due rocce e subito dopo percorriamo un tornante destrorso.

Poco dopo, in leggera salita, raggiungiamo un piccolo slargo dove troviamo un cartello con una cartina della Valsolda che evidenzia due sentieri. Vi leggiamo quanto segue: "E' vietato l'ingresso all'interno della Riserva Naturale Integrale. E' consentito il transito esclusivamente lungo i due sentieri che attraversano la zona integrale, evidenziati nella cartina a lato: 1) Alpe Riccola - Alpe Fiorina - Bocchetta di Bregagno; 2) Alpe Fiorina - Bocchetta del Boj - Alpe Noresso". Proseguiamo in salita (m. 1210).
Percorriamo un tratto quasi in piano, uno breve in salita e continuiamo con poca pendenza.
Passiamo tra due rocce (m. 1220).

Continuiamo tra gli alberi, ma attorniati anche da vari massi e roccette affioranti dal terreno, dapprima in leggera salita e poi quasi in piano.
Su di un masso alla sinistra vediamo il segnavia 3. Proseguiamo quasi in piano e cominciamo a sentire il fruscio del Torrente Valle Riccola.
Poco dopo lo vediamo scorrere poco più in basso alla sinistra.

Più avanti, vediamo il segnavia 3 sul tronco di un albero (m. 1240).
Superiamo due semicurve destra-sinistra (m. 1245).
Continuiamo in salita e vediamo il torrente effettuare alcuni saltelli (m. 1255).
Percorriamo una curva verso destra (m. 1260).
Proseguiamo, sempre tra radi faggi e rocce che affiorano dal terreno.
Presso un tornante sinistrorso vediamo il segnavia 3 (m. 1265).
In leggera salita percorriamo un tornante destrorso passando tra due rocce (m. 1270).
In salita superiamo una curva verso sinistra (m. 1275).

Poco dopo, davanti al torrente, effettuiamo un tornante destrorso (m. 1280).
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1290).
La pendenza aumenta.
Superiamo due serpentine destra-sinistra (m. 1305).
Con minore pendenza percorriamo varie serpentine appena accennate.
Continuiamo quasi in piano. Alla sinistra ci sono alcuni tronchi collocati raso terra a rinforzo del sentiero (m. 1320).
Superiamo due semicurve destra-sinistra.

Attraversiamo il letto di un ruscello che troviamo asciutto.
Riprendiamo a salire piegando a destra.
Usciamo dal bosco e raggiungiamo la radura dell'Alpe Fiorina.
La attraversiamo passando accanto a delle pietre, quanto resta di una vecchia baita, e ad una piccola area recintata da una staccionata all'interno della quale vediamo un anemometro (m. 1335).
Poco dopo raggiungiamo il bivacco (m. 1340).

Tempo impiegato: ore 2.10 - Dislivello: m. 375 -150
Data escursione: maggio 2020

Secondo itinerario da Dasio (Valsolda)

Lungo il cammino il nostro percorso andrà a sovrapporsi parzialmente a due sentieri didattici: la "Via dei Canti", marcata con bolli di colore azzurro, lungo la quale troveremo dei pannelli informativi (A-L) riguardanti gli uccelli e il "Sentiero Faunistico", marcato da bolli rossi, con altri pannelli (1-11) che parlano della fauna di questa valle.

Con la statale 340 Regina seguiamo il Lago di Como fino a Menaggio. All'uscita dalla galleria (km. 32.1) continuiamo, sempre con la statale 340, verso Porlezza e la Svizzera.
Superiamo Porlezza, Cima e Cressogno e poi, al km. 48.5 della statale, prendiamo sulla destra la strada della Valsolda.
Transitiamo dalle località che compongono il Comune di Valsolda: Loggio, Drano, Puria dove a un bivio andiamo a destra, e successivamente arriviamo a Dasio.

A Dasio lasciamo la macchina nel parcheggio sottostante la chiesa, di colore giallo, dedicata a San Bernardino (m. 585).
I segnavia indicano: Dasio m. 580; Alpe Mapel a ore 1.30, Sasso di Monte a ore 1.40, Alpe Noresso a ore 2.30, Passo Stretto a ore 1.20, Alpe Riccola a ore 1.45, Seghebbia a ore 2.50, Rancò a ore 0.30, Forcola a ore 1.45, Alpe di Cima a ore 2.30.
Su di un muro ci sono due cartine della zona. Alla loro destra saliamo dieci gradini oppure prendiamo l'ampia mulattiera acciottolata che inizia in leggera salita accanto ai segnavia.
In entrambi i casi, lasciamo a destra la chiesa e la grande casa nella quale Antonio Fogazzaro scrisse il finale del suo ultimo romanzo: "Leila".

Ad una biforcazione andiamo a destra come indicato dagli stessi segnavia visti al parcheggio e inoltre dal segnavia a bandierina n. 3 barrato, dal segnavia n. 5 e da una freccia (m. 595).
Poi, sempre seguendo i bolli, giriamo a destra e passiamo sotto ad un portico.

Continuando tra le case arriviamo ad un altro bivio (m. 605). I segnavia indicano diritto con Via Leopardi: Alpe Mapel a ore 1.30, Sasso di Monte a ore 1.40, Alpe Noresso a ore 2.30; a destra con Via per Buggiolo: Passo Stretto a ore 1.20, Alpe Riccola a ore 1.45, Seghebbia a ore 2.50, Rancò a ore 0.20/0.30, Forcola a ore 1.45, Alpe di Cima a ore 2.30, Alpe Serte a ore 0.40 (Sent. delle Quattro Valli). Andiamo a destra.
Camminiamo su di un sentiero quasi in piano; alla sinistra c'è un muro di pietre a secco mentre alla destra ci sono alcune case, stalle e una rete metallica.
Al termine dell'abitato, vediamo un altro segnavia 3 barrato e proseguiamo tra gli alberi in leggera discesa.

Poi, con il fondo in cemento, scendiamo verso il Torrente Soldo, accompagnati alla destra da una protezione inizialmente di ferro e poi di legno. Vediamo un bollo bianco-rosso.
Al termine della discesa, giriamo a destra e con un ponticello di legno attraversiamo il torrente (m. 585).

Oltre il ponte, lasciamo il sentiero che prosegue diritto per prenderne un altro alla sinistra all'inizio del quale i segnavia indicano: Sentiero delle Quattro Valli, Ranco a ore 0.20, Alpe Serte a ore 0.40.
Saliamo alla destra del torrente agevolati da gradini di legno. Passiamo accanto ad alcuni massi ed entriamo nel bosco.
Su di un masso vediamo un segnavia a bandierina rosso-bianco-rosso ed uno giallo con il n. 1 mentre su di un albero vediamo il n. 3 barrato (m. 600).
Percorriamo uno zig-zag destra-sinistra. Vediamo vari bolli sui massi e sugli alberi.

Ad una biforcazione, andiamo a destra come indicato da un bollo bianco-rosso (m. 620).
Dopo un tornante destrorso saliamo con maggiore pendenza (m. 630).
Percorriamo un tornante sinistrorso poi la pendenza diminuisce.
Al successivo tornante destrorso torniamo a salire volgendo le spalle al torrente (m. 640).
Proseguiamo con un tornante sinistrorso seguendo la direzione indicata da una freccia di legno e ignorando un altro sentiero che continua diritto (m. 650).
Dopo il successivo tornante destrorso la pendenza aumenta. Alla destra ci sono delle protezioni realizzate legando ai tronchi dei rami tagliati.
Continuiamo con un tornante sinistrorso oltre il quale la pendenza diminuisce un poco (m. 660).

Raggiungiamo un cancelletto da aprire e richiudere dopo il passaggio. Ora gli alberi sono più radi e alla sinistra sale un erboso pendio (m. 670).
Passiamo sotto ad un cavo.

Raggiungiamo una vecchia casa di pietra, senza l'uscio, ora utilizzata come stalla e la aggiriamo alla destra con un tornante (m. 685).
In basso a destra vediamo le case di Dasio e davanti il Lago di Lugano. Alla destra ci sono il sostegno per una teleferica e il suo vecchio motore (m. 695).
Poi, in leggera salita, giriamo a destra e attraversiamo un prato. Alla sinistra spicca la cima appuntita del Sasso di Monte.
Continuiamo quasi in piano e in alto a sinistra vediamo una casa.
Torniamo tra gli alberi (m. 705).
Proseguiamo dapprima in leggera salita e poi quasi in piano (m. 715).

Ignoriamo una sterrata che si stacca alla sinistra e proseguiamo diritto seguendo il segnavia 3 barrato. In basso a destra vediamo il Lago di Lugano.
Dopo un tratto in leggera salita, continuiamo quasi in piano. Una freccia di legno indica la nostra direzione di marcia. Alla destra nei prati c'è una casa di colore rosa. Più in basso vediamo altre case sparse.
Torniamo a salire. Alla sinistra c'è una grande vasca in cemento (m. 725).
Proseguiamo con pochissima pendenza attraversando un prato in alto al quale, alla sinistra, vediamo la vecchia Cascina Rancò.
Superiamo un cancello di legno e rientriamo nel bosco (m. 735).

Pochi passi più avanti ci immettiamo su di una sterrata attraversata da un torrente, l'acqua del quale scende anche da un rubinetto. I segnavia indicano a sinistra con il sentiero delle Quattro Valli: Alpe Serte a ore 0.20, Seghebbia a ore 2; a destra: Drano a ore 0.25; dietro: Dasio e ore 0.20. Inoltre ci sono i segnavia 3 barrato verso sinistra e 2 giallo verso destra. Andiamo a sinistra in leggera salita.
Poco dopo aggiriamo la vecchia cascina lasciandola alla sinistra. Da questa posizione si gode una bella vista panoramica sul Lago di Lugano (m. 745).
Camminando su delle pietre ben sistemate, torniamo a salire e percorriamo un ampio tornante destrorso attorniati da pochi alberi.
Poi la strada ritorna sterrata. Dopo una curva a sinistra rientriamo nel bosco (m. 760).

Seguendo il segnavia 3 barrato percorriamo un tornante sinistrorso, ignorando il sentiero 23 che invece prosegue diritto verso Forcola e l'Alpe Cima (m. 770).
Subito dopo il tornante, alla sinistra c'è uno slargo.
Il fondo della stradina ora è formato da pietre fissate con il cemento (m. 785). Percorriamo una ampia curva a destra.

Raggiungiamo il confine della "Riserva Naturale Orientata della Valsolda" (m. 800). Alla sinistra ci sono due cartelloni intitolati "Valsolda una foresta da proteggere" e "Valsolda una foresta da vivere", una scritta su vetro che indica l'ingresso della riserva ed un'altra su di un paletto in legno che segnala il "Percorso nella Roccia". Alla sinistra un sentiero scende nella valle. Alla destra c'è una piccola croce con foto in memoria di una persona scomparsa.
Continuiamo diritto in salita. La stradina ora ha il fondo in cemento. Alla sinistra ci sono della protezioni verso il precipizio verticale, dapprima interamente in legno e poi con paletti di ferro che reggono traversi di legno. Di tanto in tanto troviamo dei cartelli che segnalano il confine della riserva. Passiamo accanto al pannello "A" della Via dei Canti che parla della "Foresta Demaniale Valsolda".

Al termine della salita la strada torna sterrata (m. 810). Dopo un tratto con pochissima pendenza, alterniamo due tratti in salita ad uno quasi in piano. Alla destra ci accompagna una parete rocciosa (m. 820).
Quasi in piano percorriamo una curva a sinistra ignorando un largo sentiero che retrocede verso destra accanto ad un cancelletto di ferro divelto (m. 835).
Continuiamo con poca pendenza. Le protezioni alla sinistra terminano.
Poi torniamo a salire.

Sul lato destro della strada ci sono delle pareti parzialmente sporgenti mentre su quello sinistro troviamo un masso in bilico, che parrebbe dover precipitare nella valle sottostante da un momento all'altro (m. 840).
Subito dopo alla destra troviamo il pannello "B" che parla degli "Acrobati del bosco" vale a dire: la cinciarella, la cincia bigia e la cinciallegra.
Cominciamo a trovare della canaline di legno, per lo scolo dell'acqua, di traverso alla strada.
Saliamo in modo abbastanza ripido camminando su pietre ben sistemate (m. 850).
Alla destra troviamo una paretina di rinforzo con pietre e tronchi collocati in orizzontale (m. 865).
Proseguiamo dapprima in leggera salita e poi quasi in piano.

Entriamo in una pineta e troviamo un sentiero che sale a destra (m. 870). I segnavia indicano diritto con il Sent. della Quattro Valli: Alpe Riccola a ore 1, Seghebbia a ore 2; a destra con il sentiero n. 24: Alpe Pessina a ore 0.30, Alpe di Cima a ore 0.55, Porlezza; dietro: Dasio a ore 0.35, Drano a ore 0.40. Decidiamo di andare a destra.
[Potremmo anche continuare diritto con un percorso più breve che passa per l'Alpe Serte, sale al Passo Stretto, lo attraversa e poi si immette sul percorso qui descritto. In tal caso però non potremo vedere l'Alpe Pessina, due punti panoramici e la Tana del Lupo. Questa variante l'abbiamo percorsa al ritorno.]
Andiamo dunque a destra in salita con il sentiero 24.

Percorriamo poi un tratto abbastanza ripido, incassato nel terreno circostante (m. 895).
La pendenza diminuisce un poco. Camminiamo sopra delle radici affioranti dal terreno. Vediamo molti bolli sia sugli alberi che sulle pietre (m. 900).
In salita giriamo dapprima a destra e poi a sinistra.
Continuiamo con poca pendenza.

Lasciamo a sinistra un rudere accanto al quale su di un cartello leggiamo: "Alpe Serte Nuova 901 m." (m. 925).
Attraversiamo un ruscelletto tramite un ponticello di legno che ha solo la sponda di sinistra.
In salita passiamo accanto al pannello "L" che parla di altri "Acrobati del bosco": la cincia mora, la cincia del ciuffo, il codibugnolo.
Su di una grande pietra vediamo i bolli rosso e azzurro (m. 940).
Subito dopo giriamo a destra e saliamo in modo abbastanza ripido.
Superiamo due serpentine destra-sinistra (m. 955).
Dopo un tornante destrorso continuiamo in modo abbastanza ripido (m. 960).
Percorriamo due serpentine sinistra-destra e un tornante sinistrorso (m. 975).

Con una curva verso sinistra superiamo un tratto incassato tra terra e pietre e vediamo un quadretto, raffigurante il Sacro Cuore, sotto ad un masso (m. 985).
Con minore pendenza percorriamo un ampio tornante destrorso e torniamo a salire in modo abbastanza ripido (m. 995).
Sempre seguendo bolli azzurri e rossi, continuiamo ripidamente con alcune serpentine appena accennate (m. 1030).
Dopo un tratto con minore pendenza percorriamo un tornante destrorso e torniamo a salire ripidamente (m. 1040).
Poi la pendenza diminuisce un poco. Continuiamo a trovare bolli azzurri e bianco-rossi, generalmente i primi sono stati dipinti sulle pietre e i secondi sul tronco degli alberi.
Superiamo una semicurva verso destra. Gli alberi sono diventati radi (m. 1040).

Percorriamo tre tornanti sx-dx-sx (m. 1060-1080).
Poi con uno zig-zag destra-sinistra passiamo accanto ad un faggio sul quale vediamo un bollo giallo-rosso (m. 1095).
Troviamo un faggio aggirabile da entrambi i lati.
Subito dopo percorriamo un tornante destrorso ignorando un altro sentiero che continua diritto (m. 1105).
Con poca pendenza superiamo un tornante sinistrorso (m. 1110).

Rientriamo nella faggeta e vediamo un quadretto, raffigurante il Sacro Cuore, in un incavo ai piedi di un faggio (m. 1115).
Ora saliamo agevolati da 13 gradini di legno collocati a circa un metro di distanza l'uno dall'altro. Alla sinistra ci sono delle rocce affioranti dal terreno.
Percorriamo uno zig-zag destra-sinistra e continuiamo con delle serpentine (m. 1140).
Poi giriamo a destra.
Superiamo un tornante sinistrorso e torniamo a salire con delle serpentine (m. 1150).

Dopo una curva verso sinistra arriviamo ad un bivio. Alla sinistra c'è una corta protezione. Una freccia azzurra indica verso sinistra; un bollo bianco-rosso verso destra.
Facciamo la piccola deviazione a sinistra che, quasi in piano, conduce ad una altana, con panchine al sole e al coperto, situata in un punto panoramico dal quale possiamo vedere la vallata, il Lago di Lugano e, nelle giornate limpide, anche il Monte Rosa che spunta in fondo a destra. Qui troviamo anche il pannello "I" intitolato: "Volteggiare e cantare" che parla dell'aquila reale e del gheppio (m. 1165).

Tornati al bivio, proseguiamo con poca pendenza, seguendo il bollo bianco-rosso.
Dopo una curva a sinistra continuiamo in salita.
Raggiungiamo il pannello "11" del Sentiero Faunistico intitolato "Gli ungulati" sotto al quale in una cassetta con coperchio possiamo vedere delle tracce di camoscio, capriolo e cervo e una mandibola di capriolo/cervo (m. 1180). Proseguiamo verso destra, con poca pendenza.
Subito troviamo una rudimentale panca realizzata con tre pezzi di tronco segati.
Su di un faggio vediamo un bollo bianco-rosso e uno giallo con il n. 24. Continuiamo in salita.

Dopo un tratto con poca pendenza riprendiamo a salire. Davanti tra gli alberi cominciamo a intravedere il Bivacco dell'Alpe Pessina (m. 1210).
Proseguiamo in leggera salita. Alla destra troviamo alcuni massi e il baitello dei servizi igienici.
Quasi in piano percorriamo alcuni metri di sentiero rinforzato.

Con pochi passi in salita raggiungiamo l'Alpe Pessina e la Capanna Bonardi-Mazzoleni (m. 1220).
Si tratta di una costruzione sempre aperta, parte in muratura e parte in legno, formata da un solo locale che dispone di: tavolone con panche e rudimentali sgabelli, camino, stufa economica, fornello con bombola, armadietto pensile, alcune pentole e stoviglie. Nel piccolo soppalco, raggiungibile con una scala a pioli, ci sono due posti letto con materasso, cuscini e una sola coperta. Acqua sorgiva, barbecue, un tavolone in legno con relative panche e legnaia all'esterno.
Troviamo anche: il pannello "H" della Via dei Canti intitolato "Picchiare o cantare" che parla del picchio rosso maggiore, del picchio verde e del picchio nero e il pannello "10" del Sentiero Faunistico intitolato "l'entomofauna forestale" che parla degli insetti del bosco.

Oltre il bivacco passiamo accanto alla vecchia baita della quale rimane solo la parte inferiore delle due pareti più lunghe tra le quali è stato collocato un lungo tavolo di legno con relative panche.
In leggera salita, subito raggiungiamo un segnavia che indica verso destra un sorbo monumentale a dieci minuti di cammino. Continuiamo invece diritto, come indicato da un bollo bianco-rosso, rientrando nel bosco.
Dopo pochi passi in leggera discesa, proseguiamo quasi in piano seppur con lievi saliscendi.
Presso una curva verso sinistra, camminando su di una passerella formata da quattro tronchi, attraversiamo un torrente che troviamo asciutto.

Percorriamo un'altra curva verso sinistra attraversando un ruscello. Qui troviamo il pannello n. 8 della serie "Geodiversità in Valsolda - Il percorso nella roccia" intitolato: "Litologie diverse".
In leggera salita raggiungiamo dei segnavia che indicano, con un sentiero alla destra: Alpe di Cima a ore 0.20, Porlezza a ore 1.50; diritto: Passo Stretto a ore 0.20, Alpe Riccola a ore 0.25, Seghebbia a ore 1.25. Continuiamo diritto in leggera discesa (m. 1235).
Presso una curva verso sinistra scavalchiamo un ruscelletto e continuiamo in leggera salita.
Dopo una curva verso destra proseguiamo dapprima quasi in piano e poi in leggera discesa. Vediamo bolli bianco-rossi e giallo-rossi.
Superiamo una semicurva verso sinistra e continuiamo quasi in piano (m. 1225).

In leggera discesa percorriamo un tornante sinistrorso. Poco dopo continuiamo in discesa.
Quasi in piano superiamo una curva verso destra (m. 1215).
Dopo un breve tratto in leggera discesa riprendiamo a salire. Alla destra ci sono delle rocce (m. 1210).
Superiamo pochi metri in leggera salita e in leggera discesa (m. 1215).

Raggiungiamo un bivio (m. 1205). Due cartelli segnavia in legno indicano, a destra in salita: Terrazza Panoramica; dietro: Pessina. Invece il sentiero con il quale dobbiamo proseguire scende a sinistra segnalato da alcuni bolli bianco-rossi.
Facciamo innanzi tutto la piccola deviazione che ci porta al secondo punto panoramico della nostra camminata. Protetti a valle, saliamo a destra con una sessantina di gradini di legno e un paio passerelle, passiamo sotto ad una roccia aggettante e raggiungiamo un terrazzino di legno dal quale possiamo vedere un bel panorama sul Lago di Lugano e sulle cime circostanti. Un pannello riproduce una foto con i toponimi e le loro quote: "Pizzo Ravò m. 1285, Campo dei Fiori m. 1226, S. Salvatore m. 912, Colma Regia m. 1516, Monte Rosa m. 4634, Sass di Mont m. 1262, Denti della Vecchia m. 1431, Monte Pradè m. 1607, Il Torrione m. 1805, Alpe Fiorina , Regagno m. 1627, Passo Stretto m. 1102, Pizzo di Gino m. 2245." Troviamo anche il pannello n. 7 della serie "Geodiversità in Valsolda - Il percorso nella roccia" intitolato "Zoo di pietra" (m. 1230).

Ridiscesi al bivio prendiamo il sentiero che prosegue in discesa (m. 1205).
Dopo alcuni passi percorriamo un tornante destrorso e continuiamo a scendere in modo abbastanza ripido.
Una dopo l'altra, superiamo tre coppie di serpentine destra-sinistra distanziate tra loro (m. 1195-1190-1185).
Continuiamo in leggera discesa.
Troviamo il pannello "G" della Via dei Canti intitolato "Messaggeri della primavera" che parla del cuculo, della ghiandaia e dello sparviero.

Subito dopo alla destra c'è la "Tana del Lupo", un'apertura ai piedi di una parete di roccia (m. 1175). Accanto c'è il pannello "9" del Sentiero Faunistico intitolato "I carnivori" che parla del lupo e altri animali carnivori. C'è anche un altro cartello che indica erroneamente l'altezza del luogo in m. 1221. Giriamo a sinistra e continuiamo in discesa.

Percorriamo una semicurva verso sinistra e una curva verso destra.
Dopo pochi passi quasi in piano torniamo a scendere. Aggiriamo alcuni alberi, nati dallo stesso ceppo, nel mezzo del sentiero.
Per un tratto alla destra ci accompagna una bassa parete di roccia.
Superiamo due serpentine destra-sinistra (m. 1150).
Troviamo un albero che possiamo aggirare da entrambi e lati. Scendiamo in modo abbastanza ripido. Alla destra abbiamo ancora delle rocce, ora più alte, a volte con delle aperture in basso.
Dopo un tornante destrorso continuiamo in leggera discesa (m. 1140).
In discesa superiamo due serpentine sinistra-destra.
Quasi in piano percorriamo un tornante destrorso seguito da due semicurve sinistra-destra (m. 1130).
Con pochi passi scendiamo un breve ripido tratto agevolati dalla presenza di un paio di rudimentali gradini di roccia.
Superiamo un tratto in leggera discesa ed uno in leggera salita.
In leggera discesa percorriamo una semicurva verso sinistra e in leggera salita un'altra verso destra.

Poco dopo troviamo una staccionata alla sinistra e due pannelli alla destra: il pannello "8" del Sentiero Faunistico intitolato "I rapaci" che parla di questi uccelli e il  pannello n. 6 della serie "Geodiversità in Valsolda - Il percorso nella roccia" intitolato: "L'era glaciale in Valsolda" (m. 1130).
Presso una curva verso sinistra, quasi in piano, attraversiamo un ponticello di legno con la sola sponda di sinistra.
Percorriamo un tratto in leggera discesa ed uno quasi in piano (m. 1125).
Dopo un tratto in discesa continuiamo quasi in piano con una parete di roccia alla destra (m. 1120).
Proseguiamo in leggerissima discesa e poi quasi in piano con serpentine appena accennate e con lievi saliscendi.
Continuiamo in leggera discesa. Troviamo una roccia alla sinistra e poi altre alla destra (m. 1115).
Dopo un breve tratto in salita proseguiamo quasi in piano seppur con lievi saliscendi.
Troviamo un cartello, che segnala il confine della Riserva Naturale Valsolda, rivolto verso coloro che provengono dall'opposta direzione (m. 1110).
Per un tratto il sentiero è rinforzato alla sinistra con dei tronchi collocati raso terra.
Percorriamo pochi passi in discesa abbastanza ripida.

Raggiungiamo il Passo Stretto. [Toponimo strano in quando il passo non è stretto ma semmai è lungo.] Un cartello rosso-giallo-bianco indica con il sentiero 3 barrato, diritto: Val Rezzo, Seghebbia, Buggiolo; a sinistra: Valsolda, Dasio, Drano. Altri segnavia indicano dietro: Alpe Pessina a ore 0.30, Alpe di Cima a ore 0.50, Porlezza a ore 2.25. C'è anche il pannello n. 7 del Sentiero Faunistico intitolato "I rettilii" (m. 1102). Continuiamo diritto, dapprima quasi in piano e poi in leggera salita tra radi alberi.
Quasi in piano attraversiamo una radura attorniata dal bosco; alla sinistra ci sono diversi maggiociondoli (m. 1110).

In leggera discesa arriviamo al termine del prato dove troviamo una biforcazione (m. 1105). I segnavia indicano, verso sinistra: Alpe Riccola a ore 0.15, Pramarzio a ore 0.50, Seghebbia a ore 1.15; verso destra: Alpe Cima a ore 0.50, Porlezza a ore 3, Cima a ore 3.15; dietro: Alpe Serte a ore 0.30, Rancò a ore 0.40, Dasio a ore 1. Continuiamo verso sinistra rientrando nel bosco.
Tra gli alberi troviamo alcuni massi isolati.
Superiamo due semicurve sinistra-destra.

Poco dopo raggiungiamo un'altra biforcazione (m. 1100). I segnavia indicano, verso sinistra: Alpe Fiorina a ore 0.40, Bocchetta di S. Bernardo a ore 1.25, Rifugio S. Lucio a ore 2.20; verso destra: Sentiero delle quattro valli, Alpe Riccola a ore 0.10, Seghebbia a ore 1.10; dietro: Sentiero delle quattro valli, Alpe Serte a ore 0.30, Dasio a ore 1.05. Teniamo la sinistra.
Seguendo bolli e segnavia pieghiamo leggermente verso sinistra.
Continuiamo in leggera salita. Su di una roccetta alla sinistra vediamo un segnavia rosso-bianco-rosso e un altro con il n. 3 su fondo giallo.
Dopo pochi passi superiamo una curva verso sinistra.
Proseguiamo in salita con due semicurve destra-sinistra.
Percorriamo un tratto in discesa e continuiamo quasi in piano.
Torniamo a salire. Alla sinistra ci sono delle pareti di roccia.
Continuiamo quasi in piano (m. 1120).
Dopo un tratto con poca pendenza, ne percorriamo un altro in discesa tra le rocce (m. 1130). Lasciamo a destra un enorme masso (m. 1125).
Continuiamo in leggera salita. In questo punto gli alberi sono molto radi.

Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1135) seguito da uno destrorso lasciando alla sinistra una parete di roccia (m. 1140).
Continuiamo con altri tornanti vicini tra loro: sx-dx-sx-dx.
Superiamo un'altra coppia di tornanti sinistra-destra (m. 1155).
Con poca pendenza percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1160).
Riprendiamo a salire con altre quattro coppie di tornanti destra-sinistra (m. 1165-1185).

Dopo un ultimo tornante destrorso raggiungiamo il sentiero che proviene da Seghebbia (m. 1190). I segnavia indicano, verso destra: Val Rezzo, Alpe Riccola a ore 0.15, Seghebbia a ore 1.10; dietro: Valsolda, Alpe Serte a ore 0.40, Dasio a ore 1.20.

Continuiamo verso sinistra come già descritto nell'ultima parte del primo itinerario.

Tempo impiegato: ore 3.20 - Dislivello: m. 970 -215
Data escursione: giugno 2020

Escursioni partendo dal Bivacco:


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