Bivacco Ai Fop

Il Bivacco Ai Fop è situato in una conca sul fianco occidentale della media Valle del Caldenno.
L'edificio, parte in pietra e parte in legno, dispone di due letti a castello a piano terra e altri quattro posti su un soppalco raggiungibile con una scala a pioli. Ci sono però solo quattro materassi e poche coperte.
Sono inoltre presenti: un tavolone con due panche, un fornello con bombola, una stufa, legna, alcune pentole e attrezzi vari. L'acqua va recuperata all'ultima fontana che si trova nella conca sottostante lungo il percorso di salita al bivacco.

Lasciamo la statale 38 a San Pietro Berbenno, al km. 27.5, vale a dire poco dopo la stazione ferroviaria, per prendere a sinistra (nord) il rettilineo che sale verso la ben visibile chiesa di S. Maria.
Ad un bivio, continuiamo sulla destra con Via Conciliazione che corrisponde alla SP 14, passando sotto alla chiesa.
Proseguiamo in direzione di Polaggia ignorando la deviazione a destra per Postalesio.
Giunti a una biforcazione prendiamo sulla sinistra Via Nuova.
In seguito lasciamo la strada presso un tornante sinistrorso dove un cartello marrone indica diritto: Prati di Gaggio a km. 9, Prato Isio a km. 13, Alpe Caldenno.
Più avanti troviamo un tornante destrorso molto stretto che richiede una doppia manovra.
Arrivati alla fine dell'abitato di Polaggia, ignoriamo sulla sinistra una strada con il fondo in cemento, Via della Poncia, e proseguendo diritto iniziamo ad inanellare una lunga serie di tornanti. La strada è asfaltata, priva di protezioni a valle ma abbastanza larga da consentire il transito di due vetture.
Arriviamo ai Prati di Gaggio dove alcuni segnavia indicano la quota di metri 1190 e la direzione a coloro che volessero salire compiendo l'intero percorso a piedi: Prato Isio a ore 1, Alpe Caldenno a ore 1.40, Passi Caldenno e Scermendone a ore 3.
Superato il maggengo proseguiamo con altri tornanti e raggiungiamo un gruppo di baite, circondate da una fitta abetaia, in località Piana del Prete (m. 1300).
Ora la carreggiata diventa più stretta, il fondo è in cemento, mancano sempre le protezioni a valle e le piazzole per lo scambio sono poche.
Proseguiamo con altri tornanti fino ad uscire dal bosco. Un cartello informa che siamo arrivati a Prato Isio (m. 1522) ed un altro che la piazzola di sosta autorizzata per tutti gli automezzi è a km. 1.3 più avanti. Le baite dell'alpeggio sono sparse nei prati.
Ora la stradina è sterrata con due strisce di cemento in corrispondenza del passaggio delle ruote. Solo nei tornanti il fondo è interamente in cemento.
Dopo un tornante destrorso troviamo sulla sinistra uno faggio monumentale, circondato da una staccionata e segnalato con una targa (m. 1560).
Ancora qualche tornante tra i prati e, dopo una curva a sinistra, raggiungiamo l'ampio parcheggio dove lasciamo la macchina (m. 1665).
Nei pressi ci sono un pannello con una vista satellitare della zona e alcuni segnavia che indicano davanti la Valle di Caldenno e, per chi volesse scendere a piedi: Prati Gaggio a ore 0.40, Polaggia a ore 1.50, Berbenno a ore 2.10.

Ci avviamo in leggera salita. In fondo al parcheggio, sulla sinistra, troviamo un casello dell'acquedotto sulle cui pareti una targa ricorda che ci troviamo a quota 1669. Su di un cartello leggiamo: Alpe Caldenno a ore 0.30, Alpe Palù a ore 1.30, Alpe Fop a ore 2, Passo Caldenno (per rifugi Desio e Bosio) a ore 2.30, Passo Scermendone a ore 2.45. Un segnale stradale indica il divieto di transito ai veicoli.
Entriamo nel bosco e ignoriamo un piccolo sentiero che sale a sinistra.
Lungo il cammino ci accompagnano dei bolli di colore bianco-rosso. Alcune canaline di scolo attraversano la strada. Alla destra il pendio scende ripidamente tra gli abeti e in alcuni punti ci sono delle protezioni realizzate con dei paletti di ferro che reggono dei traversi di legno.
La strada si snoda assecondando l'andamento sinuoso della montagna. Presso alcune curve pare scavata nella roccia. In alcuni punti il bosco consente di vedere il panorama sul fondovalle e sulla catena delle Orobie.
Troviamo sulla sinistra un corto muretto a secco.
Percorriamo un tratto pianeggiante e per pochi metri camminiamo su cemento.
Poi in leggera salita arriviamo alla fine del bosco.

Poco dopo troviamo un cartello che dice: Alpeggio Caldenno m. 1740, gemellato con Huachucocha m. 4000 (Perù).
Poco dopo troviamo le prime baite su entrambi i lati della strada. In basso a destra vediamo il torrente. La pendenza aumenta.
Lasciata a sinistra una fontana con vasca arriviamo ad un tornante sinistrorso (m. 1765). Un sentiero contrassegnato dai bolli prosegue diritto verso il Passo Caldenno. Possiamo utilizzare entrambi i percorsi.

Seguendo il sentiero, passiamo accanto al "casello del latte" una delle tante baite ristrutturate a cura del Consorzio d'Alpe di Prato Isio e Valle Caldenno, e tramite un ponticello raggiungiamo la parte dell'alpeggio situata alla destra del torrente.
Qui tra le baite troviamo anche la chiesa di S. Margherita dell'inizio del XVI secolo.
Restando alla destra del torrente più avanti troveremo un cartello che indica verso destra la Croce Capin (m. 2278) a ore 1.30. Noi però dobbiamo tornare alla sinistra del torrente e possiamo farlo scegliendo tra almeno tre possibili punti in cui guadarlo.

Se vogliamo evitare questa deviazione, al tornante sinistrorso precedentemente indicato, dobbiamo continuiamo con la sterrata.
Percorriamo poi un tornante destrorso (m. 1780).
Troviamo sulla sinistra delle reti che contengono delle pietre e, in leggera salita, arriviamo ad un bivio dove lasciamo a destra un sentiero che scende verso alcune baite.
Proseguiamo attorniati da altre baite e qualche rudere e troviamo sulla destra due fontane, la seconda della quali ha una copertura di pietra e una panca a lato. Frattanto sulla destra alcuni guadi consentono di attraversare il torrente.
L'ultima baita sulla sinistra è la "casera del formaggio" davanti alla quale c'è l'ultima fontana con vasca dell'alpeggio (m. 1820).
Proseguiamo con la stradina ormai inerbita mentre sentiamo i richiami delle marmotte. Alla destra troviamo un'altra possibilità di guado.

Ora dobbiamo cercare, nei prati alla sinistra, un po' in dentro, un cartello marrone con dei segnavia, accanto al quale parte il sentiero che ci condurrà al bivacco.
Quando lo vediamo, lasciamo la stradina e tra l'erba lo raggiungiamo (m. 1880). Sul cartello sono riportate le seguenti indicazioni: Alpe Fop (m. 2200) a ore 0.30, Bivacco Ai Fop (m. 2250) a ore 0.40, Passo del Cavallo (m. 2550) a ore 1, Pizza Bella (o Pizzo Bello - m. 2747) a ore 2.

Inizialmente il sentiero è poco visibile ma possiamo seguire i bolli bianco-rossi. Poi diventa ben marcato.
Dopo un tratto in leggera salita, la pendenza aumenta. Saliamo con vari tornanti tra erba e cespugli. Mentre il fondovalle si allontana distinguiamo nettamente i vari barech e le mucche al pascolo.
Successivamente alcuni larici ne chiudono la vista (m. 1920).

Continuiamo tra i cespugli con delle serpentine e arriviamo ai piedi di una grande roccia (m. 1950).
Giriamo a destra e proseguiamo con altri corti tornantini, ora in modo abbastanza ripido.
Più a monte ripassiamo ancora accanto alla roccia (m. 1970).
Poi la pendenza diminuisce. Percorriamo un ampio tornante sinistrorso. Ben presto riprendiamo a salire. Ora i tornanti sono più lunghi.
Dopo pochi passi quasi in piano (m. 2055), torniamo a salire a zig-zag.
Percorriamo un traverso che termina con un tornante destrorso (m. 2085) e proseguiamo con poca pendenza tra vari cespugli di rododendro mentre il pendio a lato precipita ripidamente.
Dopo un altro tornante destrorso torniamo a salire con alcuni zig-zag. Attorno ormai non ci sono più alberi ma solo erba e rododendri (m. 2120).
In leggera salita percorriamo un altro traverso in fondo al quale vediamo i Corni Bruciati.

Dopo il successivo tornante sinistrorso camminiamo in direzione del rudere di una vecchia baita (m. 2145).
Raggiuntolo ci troviamo al margine di una conca (m. 2165) dove c'è anche una fontana con due vasche di legno. E' l'ultima occasione per fare approvvigionamento di acqua prima di arrivare al bivacco del quale, più in alto, già vediamo spuntare il tetto di legno.
Proseguiamo seguendo i bolli, dapprima verso destra e poi piegando a sinistra in direzione del bivacco. Poi la pendenza aumenta (m. 2195).
Infine raggiungiamo il secondo pianoro all'inizio del quale è situato il bivacco.

Tempo impiegato: ore 1.30 - Dislivello: m. 565
Data escursione: settembre 2011

Escursioni partendo dal Rifugio:


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