L'ex Rifugio Terz'Alpe, ora agriturismo, è situato in Val Ravella sopra Canzo, lungo il principale itinerario di salita ai Corni.
Con la provinciale 41 Vallassina, saliamo da Erba fino Canzo. Qui giunti, percorriamo le vie del paese seguendo le indicazioni per Gajum: Via Volta, Piazza
Garibaldi, Via Mazzini, Via delle Rimembranze, Via de Gasperi, Via Paradiso, Via Sombico, Via Monte Rai e Via Gajum in fondo alla quale parcheggiamo nei pressi
del torrente Ravella.
Da qui partono due percorsi che si ricongiungono davanti alla Terz'Alpe.
I segnavia indicano: m. 483;
- A sinistra: sentiero 1 Via Ferrata ai Corni, sentiero 4 Moregallo, sentiero 5 Corni; Sasso Malascarpa a ore 0.30, I Alpe a ore 0.30, III Alpe a ore 0.45,
Rifugio SEV a ore 1.45;
- A destra: sentiero 2 San Miro - Terz'Alpe, sentiero 6 Alpe Alto - Cornizzolo, sentiero 7 Cornizzolo. Poco dopo sulla destra altri segnavia indicano: Sentiero
Geologico Giorgio Achermann, Rifugio Terz'Alpe a ore 1.30, La Colma a ore 2, Riserva Naturale del Sasso Malascarpa a ore 2.45, San Miro a ore 0.40, Rifugio
SEV
ai Corni a ore 2.30, Ceppo dell'Angua a ore 1.30, Monte Cornizzolo a ore 2.40.
I tempi indicati in alcuni di questi segnavia sono per nulla attendibili; sembrerebbe infatti che il percorso alla sinistra sia molto più breve (0.45 contro
1.30), in realtà semmai è il contrario.
Primo itinerario: Via delle Alpi (a sinistra)
Andiamo a sinistra (più sotto trovi l'altro percorso alla voce secondo itinerario) con una stradina dal fondo acciottolato, in leggera salita nel bosco.
Alla sinistra ci accompagna una staccionata che più avanti lascia il posto a una rete metallica. In questo punto sulla destra si stacca un sentiero.
Continuiamo diritto.
Alla destra c'è una grande casa (m. 505) e successivamente dei gradini che salgono verso un piccolo cancello.
Presso una curva verso destra la recinzione termina. La pendenza diminuisce un poco.
Lasciamo a sinistra un cancello. Continuiamo tra siepi e reti (m. 520).
(Più avanti troveremo altri cancelli, alcuni dei quali realizzati semplicemente con un tubo e una rete.)
Presso un tornante destrorso ignoriamo un sentiero che prosegue diritto (m. 535).
Alla destra troviamo un cancelletto giallo.
All'esterno di un tornante sinistrorso c'è un cancello verde (m. 545).
Il prossimo tornante destrorso possiamo tagliarlo con un sentiero sulla destra. Anche qui c'è un cancello all'esterno del tornante (m. 560).
Subito dopo ignoriamo un sentiero che sale a sinistra.
Anche al successivo tornante, sinistrorso, troviamo un cancelletto; questo è di colore giallo. La pendenza aumenta un poco (m. 570).
Alla sinistra ci accompagna una vecchia recinzione, terminata la quale, sul lato opposto troviamo tre massi (m. 590).
Ora la vecchia recinzione è sulla destra.
Nei pressi di un baitello in legno, un sentiero si stacca a sinistra e un cartello indica in dialetto: "Sentee dal Repussin - Canz" (m. 610).
Subito dopo, all'esterno di un tornante destrorso, troviamo un cancello verde.
Proseguiamo tra due vecchie reti metalliche.
Dopo una semicurva verso destra percorriamo un tornante sinistrorso (m. 630).
Alla destra troviamo l'agriturismo "In Valentina". Alla sinistra su di un cartellone della Ersaf leggiamo: "Foreste di Lombardia - Foresta Corni di
Canzo" (m. 640).
Ora la vecchia recinzione è solo alla destra mentre alla sinistra ci sono dei pini.
Un basso muretto a secco ci accompagna sul lato destro. Ci addentriamo nella pineta (m. 655).
Incrociamo un sentiero (m. 680).
Subito dopo, alla sinistra, un cartellone segnala la stazione n. 7 del Sentiero Naturalistico dello Spaccasassi e parla del "Bosco artificiale". Alcuni
segnavia indicano, diritto: Sentiero Naturalistico dello Spaccasassi; a sinistra: Cresta di Cranno a ore 0.30, Sass de la Prea a ore 0.40, Cranno-Asso a
ore 1.10. Continuiamo diritto.
In salita superiamo due tornanti destra-sinistra (m. 690). La pendenza diminuisce.
Con la stradina incassata nel terreno circostante, percorriamo due semicurve destra-sinistra. Alla destra ci accompagna un muretto a secco (m. 710).
Troviamo un cartellone con la scritta: "Foresta Demaniale Regionale Corni di Canzo Prim'Alpe". Alla destra si staccano due larghi sentieri. I segnavia
indicano che il primo è il Sentiero Naturalistico dello Spaccasassi mentre il secondo conduce al Belvedere di Pra Batòn.
Pochi passi più avanti, alla sinistra, troviamo l'antica cascina ora trasformata nel Rifugio Prim'Alpe, Centro di Educazione Ambientale, una struttura
eco-sostenibile di formazione e di vacanza gestita da Legambiente (m. 725).
Davanti cominciamo a vedere i Corni. A destra ci sono dei prati e una bella fontana che butta acqua in due grandi vasche. Nei prati ci sono vari tavoli e
panche in legno e alcuni barbecue. Tre cartelloni parlano della "Foresta regionale dei Corni di Canzo", "L'ambiente naturale" e
"L'ambiente umano".
Sulla destra inizia il sentiero denominato "Lo Spirito del Bosco" lungo il quale sono state sistemate alcune sculture lignee di Alessandro Cortinovis.
La stradina prosegue quasi in piano e con il fondo sterrato. Alcuni segnavia indicano davanti: II Alpe a ore 0.30, III Alpe a ore 0.40, Sasso
Malascarpa a ore 2; dietro: Gajum a ore 0.30, Canzo FNM a ore 1; a sinistra: partenza Sentiero Botanico di Prim'Alpe ore 1. Proseguiamo diritto.
Alla destra ci accompagna un muretto.
In questo tratto ai lati della stradina ci sono dei piccoli cartelli posti ai piedi di alcuni alberi che ne indicano il nome. Apprendiamo così che sulla destra ci sono
un abete bianco e poi un noce nero, sulla sinistra un maggiociondolo e poi ancora a destra un olmo campestre.
Accanto ad un cipresso di Lawson, un sentiero sale alla sinistra. Una staccionata di legno lo accompagna alla sinistra nel primo tratto. Proseguiamo diritto.
Poco dopo un cartello indica il divieto di accesso ai veicoli (limite accesso Terz'Alpe).
Riprendiamo a salire su fondo acciottolato. Alla destra vediamo un vecchio baitello.
Dopo pochi passi raggiungiamo un tornante destrorso all'esterno del quale un cartello segnala la "Sorgente San Gerolamo m. 728". L'acqua passa
sotto l'acciottolato. Subito dopo c'è una santella con l'immagine del santo.
La pendenza aumenta. Troviamo un sentiero che si stacca alla sinistra (m. 735). Anch'esso sale al Rifugio SEV. I segnavia indicano, a
sinistra con il sentiero n. 5: Rifugio SEV ai Corni a ore 1.50, Vetta dei Corni a ore 2.20; diritto con il sentiero 2: III Alpe, La Colma a ore 1.20 e Sasso
Malascarpa; con il sentiero 6: Alpe Alto, Cornizzolo; con il sentiero 4: Moregallo; con il sentiero 1: Via ferrata, Corni.
Continuiamo diritto e, con minore pendenza, percorriamo una curva verso sinistra (m. 745).
Proseguiamo in salita. Superiamo due semicurve sinistra-destra (m. 760).
Più avanti, percorriamo una curva verso sinistra e proseguiamo tra radi alberi, in leggera salita, su sterrato (m. 780). In alto a destra vediamo in lontananza la
torre rotonda, bianca e rossa, sul M. Rai.
Rientriamo nella pineta.
Percorriamo una semicurva verso destra molto ampia (m. 790).
Superiamo una semicurva verso sinistra e continuiamo con poca pendenza. Per un tratto alla destra la stradina è rinforzata col cemento sul lato destro.
Subito dopo lasciamo a sinistra il sentiero per il Ripianino dei Corni, che inizia con alcuni gradini di legno (m. 800).
Percorriamo una curva verso destra molto ampia, all'esterno della quale una serie di tronchi e pietre ben incastrate fanno da rinforzo.
Continuiamo con un lungo tratto praticamente pianeggiante.
Percorriamo un tornante sinistrorso molto ampio, al termine del quale alla sinistra troviamo un cartellone intitolato: "Il bando pluriennale di vendita lotti
boschivi".
Dopo un tratto in leggera discesa, quasi in piano superiamo una semicurva verso destra ed una verso sinistra.
Arriviamo a Second'Alpe (m. 795). Presso un tornante destrorso troviamo alla sinistra: un tiglio secolare segnalato anche da una targa, una fontana
con vasca (cartello: "Desada in dal 1988, cumpagnia di nost casciadur de Canz"), un baitello aperto, un tavolo in legno con relative
panche, la cappella di San Miro alla quale si accede con due gradinate, un cartellone che parla del Curnàa (Corniolo) di Second'Alpe e un altro cartellone
che parla di "Cà Martina" posto accanto ai suoi ruderi. Anche alla destra ci sono altri ruderi e un cartello che riporta un disegno della planimetria
originale dell'edificio.
Continuiamo in leggera salita su fondo acciottolato.
Troviamo dei segnavia che indicano seguendo un tornante sinistrorso: Costa di Cranno, Asso, Corni di Canzo e continuando diritto: III Alpe.
Con pochi passi in discesa verso destra possiamo raggiungere tre sculture di legno, dei tavoli di legno con relative panche e una struttura, ricavata restaurando
dei ruderi, alla quale sono affissi alcuni cartelloni che parlano della "Second'Alpe: la storia, la struttura, il progetto di recupero, l'evoluzione di
un luogo e i campi di volontariato". Un altro cartello parla invece di "San Miro il Santo dell'acqua: la tradizione, i luoghi di culto a Canzo, il
culto". Ci sono anche delle foto che mostrano i luoghi prima e dopo gli interventi di restauro.
Tornati sulla stradina, percorriamo una curva verso destra che un ruscello attraversa su di un letto in cemento.
Subito dopo troviamo un sentiero che sale a sinistra. In quella direzione i segnavia indicano: Selvett, Antico Castagneto a ore 0.05, area di sosta.
Continuiamo diritto, in lievissima discesa, con il fondo sterrato.
Dopo una curva a sinistra cominciamo a vedere il vetusto e massiccio edificio della Terz'Alpe.
Superato un rivolo con un ponticello in cemento, lo raggiungiamo.
Dalla destra arriva il percorso descritto nel secondo itinerario.
Tempo impiegato: ore 1.15 - Dislivello: m. 317 -7
Data escursione: febbraio 2021
Secondo itinerario: Via per S. Miro (a destra)
Il percorso coincide con il Sentiero Geologico Giorgio Achermann. Lungo il cammino troveremo, accanto ad alcune rocce e massi particolari provenienti da
lontano durante le epoche passate, alcuni pannelli che ne spiegano le caratteristiche.
Alla sinistra ci sono due tabelloni che mostrano una cartina e i sentieri della Val Ravella. Dietro uno di questi tabelloni è appeso il primo cartellone del Sentiero Geologico
Giorgio Achermann che parla della "Dolomia Coralligena".
Ci avviamo su fondo acciottolato in leggerissima salita, con il bosco alla sinistra e una siepe alla destra, lasciando a destra una breve stradina che si dirige
verso il torrente Ravella.
Il torrente ci accompagnerà per buona parte del cammino, a volte da un lato e a volte dall'altro; infatti sono ben otto i ponti e ponticelli su cui dovremo
passare, più due passerelle su un suo affluente.
Troviamo un cartello che indica il divieto di parcheggio. Sulla destra c'è una staccionata a protezione verso il corso d'acqua.
Alla sinistra troviamo il cartellone n. 2 del Sentiero Geologico Giorgio Achermann intitolato "Frana sottomarina Slumping". Una targa su un masso
ribadisce "Slumping, slittamento di sedimenti marini".
Più avanti sulla destra c'è uno slargo con una tettoia e un ponticello che, oltre il torrente, conduce ad un cancello e ad una casa privata.
Troviamo poi due case a sinistra e uno slargo alla destra che rappresenta l'ultima possibilità di parcheggio.
Poco dopo una stanga chiude l'accesso ai veicoli. Sulla destra c'è un cartellone con una cartina della zona (m. 500).
Pochi passi più avanti sulla destra troviamo un altro edificio; un cartello informa che si tratta di una calchera. Alla sinistra invece ci sono un cancelletto e
una recinzione.
Sulla destra troviamo poi i cartelloni n. 3 e n. 4 che parlano rispettivamente del "Conglomerato di Sirone Puddinga" e del "Calcare maiolica". Su
una pietra c'è una vecchia targa illeggibile.
Più avanti raggiungiamo il cartellone n. 5 che parla delle "Rocce metamorfiche" (m. 510).
Lasciato a destra un grande masso erratico, troviamo sulla sinistra il cartellone n. 6 che parla di "Sedimenti marini pelagici"
Su un masso alla sinistra vediamo una targa senza scritte.
Raggiungiamo il cartellone n. 7 che parla delle "Selci" e lo lasciamo sulla sinistra mentre dalla parte opposta si stacca il sentiero n. 7 che, guadato
il torrente, sale verso il Cornizzolo. Alcuni segnavia indicano a destra: sentiero 7 Cornizzolo; diritto: sentiero 6 Alpe Alto - Cornizzolo, sentiero 2 San Miro
- Terz'Alpe, sentiero 1 Corni. Su un palo c'è una freccia verso destra e il n. 7 (m. 515).
Proseguiamo diritto. Sulla destra vediamo il punto di arrivo di una teleferica.
Più avanti sulla destra troviamo il cartellone n. 8 che parla del "Rosso ammonitico". Una targa su una pietra riporta la stessa indicazione.
Con un ponte attraversiamo il torrente (m. 530). Subito dopo, sulla destra si stacca una variante alla parte iniziale del sentiero 7 che retrocede sull'altra
sponda evitando il guado. I segnavia indicano in quella direzione: sentiero 7, Ceppo dell'Angua a ore 1.20, Alpetto a ore 2, Rifugio
SEC a ore 2.10.
Continuiamo nel bosco con il torrente alla sinistra. Su un grosso masso vediamo il segnavia a bandierina con il n. 2.
Poi con un altro ponte torniamo sull'altra sponda (m. 545). Ora il bosco è più fitto.
Alla sinistra troviamo il cartellone n. 9 che parla del "Verrucano - Valsassina" e, più avanti, una panchina.
Un cartellone del Sentiero Naturalistico dello Spaccasassi (stazione 10) parla degli abitanti del torrente e mostre le foto della natrice dal collare, della
libellula dei torrenti, del gambero di fiume, della trota di fiume e della rana rossa.
Superiamo un terzo ponte identico ai precedenti. La pendenza aumenta.
Sulla destra troviamo una panchina e il cartellone n. 10 che parla di "Granito Ghiandone Granodiorite". Su un masso una targa recita "Ghiandone Val
Masino".
Alla sinistra un sentierino scende al torrente. Un cartello indica da quella parte: "Parco massi erratici".
Raggiungiamo un bivio (m. 570). La stradina acciottolata gira a destra e continua in salita. Un sentiero invece prosegue diritto. I segnavia indicano a destra
con il sentiero 6: San Miro a ore 0.05, Alpe Alto a ore 1.20, Sasso Malascarpa a ore 1.50, Rifugio SEC a ore 1.50, Monte Cornizzolo a ore 2.20; diritto:
Sentiero Geologico B, Prim'Alpe a ore 0.20, Sentiero dello Spaccassassi, Terz'Alpe a ore 0.40; dietro: Gajum a ore 0.30, Canzo FN a ore 1.
Proseguiamo diritto in leggera discesa e raggiungiamo un ponticello con il quale ritorniamo alla sinistra del torrente. Il ponticello è formato da una
passerella in legno e due sponde con corrimani e corde in ferro. Un cartello lo indica come "Primo ponte" anche se in realtà è il quarto che incontriamo sul
nostro cammino.
Oltre il ponticello, il sentiero gira a destra e segue il torrente. Un cartellone a cura della Ersaf segnala che siamo nella "Foresta dei Corni di Canzo".
Camminiamo in lievissima salita. Troviamo un grande masso sulla sinistra e poi una madonnina sulla destra, accanto al torrente.
Percorriamo poi un tratto in salita con alcuni tronchetti di legno a fare da gradini e raggiungiamo il cartellone n. 11 che parla della "Serpentinite"
(m. 585).
Proseguiamo in leggera salita. Sulla sinistra il cartellone n. 9 del Sentiero Naturalistico della Spaccasassi parla del "Bosco misto". Alcuni segnavia indicano,
sempre a sinistra: Sentiero Botanico dello Spaccasassi, Prim'Alpe a ore 0.20.
Raggiungiamo un altro ponticello, con una passerella metallica e un corrimano solo sul lato destro con il quale passiamo alla destra del torrente (m. 600).
Alla sinistra troviamo il cartellone n. 12 che parla di "Sorgenti pietrificanti".
Percorriamo un breve tratto in salita con dei tronchetti di legno che fanno da gradini e lasciamo a destra un casello dell'acquedotto. La pendenza aumenta. Un
tubo nero interrato affiora sotto al sentiero. Alla sinistra ci sono alcuni grossi massi.
In piano superiamo un tombino. Alla destra c'è una parete rocciosa.
Continuiamo in leggera salita. Un rivolo che arriva dalla destra attraversa il cammino. La pendenza aumenta.
Un albero, nato alla destra del sentiero, è poi cresciuto in obliquo e si protende sul percorso (m. 640).
Più avanti un corto sentiero si stacca sulla sinistra verso il torrente e subito rientra.
Dopo un breve tratto in piano torniamo a salire inizialmente con dei gradini.
Superato un altro tombino, la pendenza diminuisce (m. 660).
Con un ponticello, formato da una passerella in metallo e un corrimano alla sinistra prima di metallo e poi di legno, ritorniamo alla sinistra del torrente.
Riprendiamo a salire. Sulla destra troviamo il cartellone n. 13 che parla di "Conglomerato poligenico". Su di una roccia una targa recita "Conglomerato
del Quaternario".
Troviamo alcune canaline per lo scolo dell'acqua, realizzate con due tronchi posti di traverso al sentiero.
Più avanti sulla sinistra c'è un casello dell'acquedotto mentre sulla destra ci sono sette rudimentali panche realizzate con altrettanti mezzi tronchi e il
cartellone n. 14 che parla delle "Marmitte dei Giganti" (m. 680).
Dapprima in leggera salita e poi quasi in piano, camminiamo al livello del torrente.
Dopo una breve salita con gradini di legno, troviamo una panchina sulla destra e un tombino.
In leggera salita raggiungiamo un casello dell'acquedotto, posto alla sinistra e altri due tombini. A destra un altro ponticello, formato da una passerella in
legno e un corrimano sul lato destro con una fune di plastica, consente di riattraversare il torrente. Un cartello recita: "Ponte dei poveri" (m. 705).
Qui il vecchio sentiero che prosegue diritto è chiuso da una transenna. Prendiamo il sentiero a destra, saliamo con alcuni gradini di legno e ci portiamo a
monte della deviazione, chiusa anche dall'alto.
Dopo un breve saliscendi, proseguiamo in leggera salita. Un rivolo proveniente dalla destra attraversa il cammino.
In piano raggiungiamo l'acquedotto che troviamo sulla destra. Da un tubicino sgorga dell'acqua fresca. Alla sinistra c'è l'ennesimo ponticello, l'ottavo, che
con una passerella in legno e una fune metallica alla sinistra che fa da passamano, ci riporta definitivamente alla sinistra del torrente (m. 725).
Riprendiamo a salire e superiamo, uno dopo l'altro, due affluenti che arrivano dalla sinistra mediante delle passerelle in legno senza sponde.
Dopo una curva a sinistra la pendenza aumenta. Troviamo alcuni ampi gradoni (m. 745).
Risaliamo poi alcune serie di ripidi gradini di legno. In questo tratto ci sono anche due corte protezioni in legno alla sinistra e una alla destra.
Giriamo poi a sinistra. Alla destra ci sono dei prati recintati. Davanti cominciamo a vedere la Terz'Alpe e i Corni.
Sulla destra troviamo un cartellone che parla del "Sentiero geologico alto" (m. 775). La pendenza diminuisce un poco.
Dalla sinistra arriva la stradina descritta nel primo itinerario. Saliamo alcuni gradini e raggiungiamo la Terz'Alpe.
Tempo impiegato: ore 1.00 - Dislivello: m. 310
Data escursione: maggio 2010
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