Il Rifugio Il Giovo è situato sull'ampia sella erbosa del Motto di Paraone che separa la Valle di San Jorio dalla Valle dell'Albano (o Dongana).
Il rifugio è stato una caserma della Finanza dal 1870 al 1976. Attualmente è chiuso e inagibile.
Splendida la vista sulla cerchia dei monti che lo circondano. Da sinistra a destra possiamo vedere: il Pizzo di Gino (m. 2245), la Cima Verta (m. 2078), la
Cima Pomodoro (m. 1973), il Mottone di Giumello (m. 2027), il Passo di San Jorio (m. 2014) e il M. Marmontana (m. 2316).
Primo itinerario: da Brenzeglio
Con la statale 340 seguiamo il lago di Como fino a Dongo dove imbocchiamo la S.P. 5 che sale a Stazzona, Germasino e Garzeno.
Arrivati a Garzeno, al primo tornante destrorso, lasciamo la provinciale e continuiamo diritto con via San Jorio (m. 640). Attraversato il paese, troviamo
un bivio dove la segnaletica indica a sinistra il Ponte delle Seghe e a destra il Santuario Quang, Brenzeglio (1 ora a piedi), e i Rifugi Il Giovo e
San Jorio.
Andiamo a destra. La strada stretta e ancora asfaltata sale nel bosco e supera il santuario della Madonna di Quang (m. 800) davanti al quale c'è un ampio
parcheggio.
Più avanti, presso una curva a destra, l'asfalto termina (m. 925). Qui c'è un piccolo slargo e posto per tre o quattro auto. Il tratto successivo su fondo
sterrato è più adatto ad un fuoristrada che a una vettura normale tuttavia procedendo con cautela è possibile continuare fino a Brenzeglio (m. 979).
Raggiunto l'abitato, nei giorni festivi, potremmo trovare il poco spazio per parcheggiare già occupato dalla gente del posto.
In tal caso è possibile lasciare la macchina un po' prima, presso uno slargo sulla destra situato tra una cascata e una nicchia nella roccia contenente una
madonnina nera (m. 965).
All'inizio di Brenzeglio ci sono una fontana e un bivio. I segnavia indicano a sinistra: il Ponte di Begua e l'Alpe di Fraccia; a destra: il Rifugio Il Giovo a ore 2, il
Rifugio S. Jorio a ore 3 e il Rifugio
Sommafiume a ore 3.10.
Ci incamminiamo con una sterrata in leggera salita nel bosco passando tra le vecchie abitazioni e i "mason". Questi ultimi sono degli edifici rurali,
caratteristici di questi luoghi, formati da una stalla a pian terreno e un deposito di foglie nel sottotetto. Il tetto è alto e molto spiovente ed è ricoperto di paglia.
Lasciata a destra un'altra fontana, superiamo le ultime case e con percorso quasi pianeggiante tra prati e qualche albero di noce, iniziamo a percorrere a
mezza costa il lato destro della valle Albano sulle pendici meridionali del Monte Cortafon.
Passiamo sotto una teleferica e in leggera salita raggiungiamo le case dei Monti di Ciaccio (m. 1020).
La strada alterna tratti su sterrato, selciato o cemento.
Troviamo un'altra teleferica e dell'acqua che scende da destra e bagna la strada.
Percorriamo un tratto in salita e poi continuiamo quasi in piano su fondo sterrato.
Presso una curva a sinistra vediamo più in basso un torrente. Poi riprendiamo a salire con vari tornanti.
Più in alto, tra i prati, c'è una baita.
Un sentiero che arriva da destra si immette sulla stradina (m. 1110).
Continuando con vari tornanti raggiungiamo le case di Piazza Cavada (m. 1175).
Ad un tornante rivediamo il sottostante torrente e, dopo un tratto tra i prati, arriviamo alle ultime tre baite dell'alpeggio seguite da una fontana che però
non butta acqua (m. 1210).
Vediamo un'altra casa, un po' lontana dalla strada e proseguiamo con poca pendenza e diversi tornanti.
Più avanti, presso un tornante destrorso (m. 1375) cominciamo a vedere in lontananza la bianca sagoma del Rifugio Il Giovo. Sul lato opposto possiamo
invece ammirare una parte del lago di Como ai piedi del Monte Legnone.
Raggiungiamo il Dosso di Brento e lo attraversiamo quasi in piano (m. 1435).
Poi in leggera salita arriviamo all'Alpe di Brento dove troviamo una baita, una lunga stalla e una sorgente la cui acqua allaga la strada (m. 1461).
Superiamo due caselli dell'acquedotto ed un tratto selciato, poi la stradina ridiventa sterrata ed in lontananza torniamo a vedere il Rifugio Il Giovo.
Troviamo una targa in marmo a ricordo di due finanzieri deceduti.
Percorriamo un tratto in piano fino ad una curva a sinistra deve un rivolo d'acqua bagna il percorso; poi continuiamo in leggera salita.
Un altro rivolo passa sotto la strada. Ora la pendenza aumenta.
Troviamo una targa a ricordo di due finanzieri e del loro cane, travolti da una valanga (m. 1630) e poco dopo un'altra targa a memoria altri due finanzieri.
Percorriamo un tratto su fondo selciato e vediamo ancora una targa commemorativa; questa volta è in bronzo e ricorda un partigiano.
Torniamo su fondo sterrato e raggiungiamo l'ampia insellatura del Motto di Paraone tra le due valli di San Jorio e Dongana dove è situato il Rifugio Il Giovo.
Tempo impiegato ore 2.00 - Dislivello: m. 735
Data escursione: luglio 2008
Secondo itinerario: dalla Bocchetta di Germasino/S. Anna
Venendo da Milano o da Lecco con la SS 36, dopo il termine delle gallerie, percorriamo il grande raccordo ad anello seguendo le indicazioni per Chiavenna.
Alla rotonda del km. 97 lasciamo la SS 36 per prendere alla sinistra la SS 340dir.
Dopo il ponte sul Mera, la strada gira a sinistra e comincia a seguire a distanza il Lago di Como.
Passiamo per Sorico, Gera Lario, Domaso, Gravedona e arriviamo a Dongo.
In alternativa venendo da Como percorriamo dapprima la SS 340 e poi la SS 340dir sempre seguendo il lago fino a Dongo.
A Dongo, al km. 14.8 della SS340dir, imbocchiamo la provinciale n. 5 che sale a Stazzona, Germasino
e Garzeno.
Arrivati a Garzeno, al primo tornante destrorso, ignoriamo la deviazione che porta a Brenzeglio.
Ad un successivo tornante sinistrorso, con fontana, prendiamo invece la deviazione per S. Anna e la bocchetta.
La strada è ancora asfaltata, non molto larga e priva di protezioni a valle. Tra boschi di castagni, sale con vari tornanti lungo le pendici del Monte
Cortafon.
Troviamo i cartelli che segnalano le località Ciuccino (m. 880) e Cagnavo (m. 910).
Alla sinistra troviamo la chiesa del XVIII secolo dedicata a S. Anna davanti alla quale passa il sentiero della quarta tappa della Via dei Monti
Lariani (m. 940).
Altri cartelli segnalano le località Corlino (m. 1035), Monte Grum (m. 1080) e l'azienda agricola La Camosciata (m. 1140).
Arriviamo alla Bocchetta di Germasino o di Sant'Anna dove alla sinistra troviamo uno slargo per parcheggiare. Un segnavia indica semplicemente: Bocchetta
1210 m. C'è anche un segnavia, per MTB, su fondo rosso, che indica: S. Jorio km. 12.1, Giovo km. 9.9, Ardalla km. 8.9.
La strada continua lungo il versante nord del monte, dapprima ancora asfaltata e poi sterrata.
Durante il periodo invernale, l'esposizione a nord dell'intero percorso, dalla bocchetta in avanti, fa si che la strada sia ghiacciata o innevata.
Può essere pertanto necessario parcheggiare la macchina alla bocchetta e incamminarsi.
Nella bella stagione invece, la strada è percorribile anche in auto, meglio se con un fuoristrada in quanto il fondo stradale non sempre è in perfette condizioni.
Decidiamo di lasciare la macchina alla bocchetta e di fare l'intero percorso a piedi.
Il primo tratto è in leggera discesa. Alla sinistra c'è un muro in cemento allo scopo di prevenire eventuali smottamenti.
Alla destra vediamo un roccolo a circa venti metri di distanza.
Poco dopo, sempre alla destra, troviamo uno slargo.
Continuiamo in lievissima salita con un muretto alla sinistra (m. 1200).
Quasi in piano percorriamo una curva verso sinistra all'interno del quale ci accompagna un muro in cemento che poco dopo termina.
Un rivolo passa sotto alla strada.
Con pochissima pendenza superiamo una curva verso destra mentre un torrente attraversa la strada passandole sotto (m. 1205).
Superiamo alcune semicurve: sx-dx-sx.
Continuiamo quasi in piano. Alla destra vediamo le cime oltre la valle.
Presso un'ampia curva verso sinistra ignoriamo una sterrata che prosegue diritto in leggera discesa (m. 1220).
Dopo un tratto con poca pendenza, quasi in piano superiamo due semicurve sinistra-destra (m. 1225).
In leggera salita percorriamo una semicurva verso destra (m. 1230).
Poco più in alto alla sinistra, tra gli alberi vediamo una roccia che affiora dal terreno (m. 1235).
Superiamo una semicurva verso sinistra.
In basso a destra vediamo diverse case.
Troviamo anche una casa situata poco sotto alla destra e una stradina che scende a raggiungerla. Alla sinistra c'è uno slargo (m. 1245).
Dopo una semicurva verso destra percorriamo un tornante sinistrorso molto ampio (m. 1260).
Continuiamo con delle serpentine appena accennate.
Alla sinistra riparte il muretto di contenimento (m. 1275).
Poco dopo, il muretto diventa un muro. Percorriamo una curva verso sinistra. Alla destra c'è una staccionata di legno (m. 1280).
Proseguiamo quasi in piano. Alla sinistra troviamo un piccolo casello dell'acquedotto in cemento.
Continuiamo con altre serpentine appena accennate.
Lasciamo a destra uno slargo (m. 1285).
Dopo un lungo tratto, alla sinistra riparte il muretto.
Presso una semicurva verso sinistra, la strada diventa sterrata. In questo punto
accanto al muretto c'è un canalino di scolo per l'acqua (m. 1300).
Presso una curva verso destra il muretto termina. Ignoriamo un sentiero che sale a sinistra. Alla destra c'è uno slargo nel quale troviamo una bacheca
con tettuccio in legno alla quale sono state affisse alcune cartine della zona (m. 1305).
Passiamo accanto ad un tombino/pozzetto situato in mezzo alla strada.
Alla sinistra troviamo dodici gradini di legno sul primo dei quali leggiamo: "Brunedo Natura 1350 m. Campo Addestramento Cani". Più
sopra c'è un prato in cima al quale vediamo una bandiera e una casa rosa attorniata da un muro (m. 1315).
Subito, quasi in piano, percorriamo una semicurva verso destra seguita da un'ampia curva verso sinistra.
Con pochissima pendenza superiamo un'altra semicurva verso sinistra.
Percorriamo una curva verso destra quasi in piano e proseguiamo in lievissima salita.
Superiamo una semicurva verso sinistra.
Subito dopo, presso una semicurva verso destra, una sterrata si stacca con un tornante sinistrorso e sale a Brunedo. I segnavia indicano diritto: Alpe
Stazzona a ore 0.50, Passo Giovo a ore 1.45. Altri segnavia, per MTB, su fondo rosso, indicano: S. Jorio km. 10.3, Giovo km. 8.1, Ardalla km. 7.1.
Continuiamo diritto quasi in piano.
Superiamo due semicurve destra-sinistra e una curva verso destra, vicine tra loro.
Percorriamo un tornante sinistrorso. Gli alberi, in prevalenza faggi, sono più fitti.
Subito dopo raggiungiamo una biforcazione (m. 1325). Vari segnavia indicano, a destra il Rifugio Mottafoiada a 200 metri;
a sinistra: i Rifugi San Jorio, Giovo e Sommafiume. Ci sono anche i segnavia per MTB, su fondo rosso, che indicano: S. Jorio km. 10.1, Giovo km. 7.9, Ardalla km. 6.9.
Alla sinistra della strada c'è un piccolo slargo. Proseguiamo verso sinistra, in leggera salita.
Sul lato sinistro della strada ci accompagna un cordolo in cemento.
Superiamo due semicurve destra-sinistra (m. 1335).
In basso alla destra vediamo il Rifugio Mottafoiada.
Continuiamo tra i faggi con un ampia semicurva verso sinistra seguita da due semicurve sinistra-destra (m. 1345).
In salita superiamo una semicurva verso sinistra (m. 1355).
Alla sinistra ricomincia il cordolo in cemento.
Proseguiamo con poca pendenza. Presso una curva verso destra attraversiamo un ruscelletto (m. 1360).
Ora alla sinistra ci accompagna un muretto, inizialmente di pietre e poco dopo di cemento.
Percorriamo un tornante sinistrorso molto ampio (m. 1365).
Presso una semicurva verso destra un ruscello passa sotto alla strada (m. 1370).
Subito percorriamo una curva verso sinistra. Alla sinistra, c'è un casello dell'acquedotto e ricomincia il cordolo in cemento (m. 1375).
Superiamo una semicurva verso destra.
All'interno di una semicurva verso sinistra c'è un muretto in cemento (m. 1385).
Continuiamo con una serpentina appena accennata destra-sinistra. Alla sinistra ci sono meno alberi e in alto vediamo il crinale che va dal Monte
Cortafon al Motto di Paraone.
Presso una semicurva verso destra, un paletto con i bolli segnala un sentiero che sale a sinistra. Alla destra c'è uno slargo (m. 1390).
Alla sinistra ricomincia il cordolo. Percorriamo una curva verso destra molto ampia (m. 1400).
Superiamo una semicurva verso sinistra all'ombra degli alberi, ora più vicini (m. 1410).
Presso una semicurva verso destra un rivolo attraversa la strada.
Subito percorriamo un tornante sinistrorso molto ampio. Alla destra c'è uno slargo (m. 1425).
I segnavia indicano con una stradina che si stacca alla destra: Alpe Stazzona, Passo Giovo (via Alpe Stazzona). Altri segnavia, per MTB, su fondo rosso,
indicano diritto: S. Jorio km. 8.2, Giovo km. 6.0, Ardalla km. 5.0. Continuiamo diritto (m. 1435).
Superiamo una semicurva verso sinistra aggirando delle roccette.
Un rivolo attraversa la strada.
Percorriamo uno stretto tornante sinistrorso (m. 1445).
Superiamo due curve destra-sinistra (m. 1450).
Proseguiamo con un tornante destrorso molto ampio (m. 1460).
Ora gli alberi attorno alla strada sono meno alti e possiamo vedere, alla destra il M. Cortafon e alla sinistra le cime sul versante opposto della
vallata. Ignoriamo un sentiero che sale a destra (m. 1470).
Dopo una semicurva verso sinistra percorriamo uno stretto tornante destrorso (m. 1475).
Presso una semicurva verso destra un ruscelletto attraversa la strada.
Dall'esterno di una semicurva verso sinistra, sale un sentiero segnalato da un paletto con i bolli (m. 1485).
Superiamo tre semicurve: sx-dx-sx.
Presso una semicurva verso destra ignoriamo un sentiero che sale a sinistra (m. 1510).
Di tanto in tanto, sul lato a valle, troviamo una canaletta/invito per lo scolo dell'acqua piovana.
Superiamo due semicurve destra-sinistra, una curva verso destra, una semicurva verso sinistra, una semicurva verso destra all'esterno della quale c'è
uno slargo e una semicurva verso sinistra.
All'interno di un tornante destrorso delle roccette affiorano dal terreno. Un ruscello passa sotto alla strada (m. 1535).
L'assenza di alberi consenta una veduta panoramica sulla catena di monti oltre la valle.
Percorriamo un'ampia semicurva verso sinistra.
Dopo un tratto quasi in piano proseguiamo in leggera salita con una serpentina destra-sinistra (m. 1545).
Con un muro in cemento alla sinistra superiamo un'ampia semicurva verso destra (m. 1555).
Transitiamo sotto i cavi dell'alta tensione (m. 1560).
Poco dopo percorriamo uno stretto tornante sinistrorso all'esterno del quale c'è uno slargo (m. 1565).
Continuiamo con un muretto in cemento alla destra. Con due semicurve destra-sinistra transitiamo nuovamente sotto gli stessi cavi.
Percorriamo una semicurva verso destra molto ampia (m. 1575).
Superiamo due semicurve sinistra-destra.
Quasi in piano percorriamo due semicurve destra-sinistra (m. 1590).
Nel prato all'interno di una semicurva verso sinistra troviamo delle arnie. Continuiamo con poca pendenza.
Nel prato alla destra, seminascosta dagli arbusti, c'è una fontana con vasca di pietre; più in alto vediamo il Rifugio Ardalla.
Continuiamo sulla strada (m. 1595).
Dopo circa cinquanta metri, lasciamo la strada e prendiamo il sentiero che, tagliando il successivo tornante destrorso, sale verso il Rifugio Ardalla.
Continuiamo in leggera salita.
All'interno di una curva verso sinistra troviamo il rifugio e una fontana con vasca di pietre (m. 1615).
Giriamo a destra e proseguiamo in salita con il sentiero attorniato da alberelli.
Dopo una semicurva verso sinistra continuiamo tra i prati con poca pendenza e dopo una semicurva verso destra riprendiamo a salire (m. 1630).
Proseguiamo dapprima in leggera salita e poco dopo in salita, nuovamente attorniati da alberelli (m. 1645).
Il sentiero si immette sulla sterrata e la attraversa. I segnavia indicano, diritto: Linea Trincee, Monte Paraone, Passo Giovo (via Trincee EE); dietro:
Alpe Ardalla, Mottafoiada, Brunedo (Bruné). Proseguiamo verso destra, in leggera salita, con la sterrata (m. 1655).
Superiamo alcune semicurve: sx-dx-sx-dx-sx.
Sull'altro lato della valle vediamo l'Alpe Stazzona (m. 1670).
Per pochi metri, alla sinistra, c'è un muretto in cemento (m. 1675).
Transitiamo sotto i cavi dell'alta tensione (m. 1680).
Percorriamo due curve sinistra-destra (m. 1685).
Per un tratto, alla sinistra, c'è ancora il muretto in cemento.
Superiamo due semicurve sinistra-destra.
Davanti, più in alto, cominciamo a vedere il Rifugio S. Jorio.
Proseguiamo con poca pendenza e superiamo una semicurva verso sinistra.
All'interno della successiva semicurva verso destra, troviamo dei tronchi intrecciati come protezione verso una frana di pietrisco.
Poco dopo, alla sinistra abbiamo una parete di roccia sulla quale sono cresciuti degli alberelli.
Con delle reti alla sinistra, per impedire la caduta di pietrisco verso la strada, superiamo due semicurve sinistra-destra e proseguiamo quasi in piano
(m. 1705).
Dopo due curve sinistra-destra continuiamo con delle serpentine appena accennate.
Transitiamo sotto i cavi dell'alta tensione (m. 1710).
Ora i cavi scorrono alla nostra destra, paralleli alla strada.
Troviamo dei segnavia che indicano, dietro: Alpe Ardalla, Mottafoiada, Brunedo (Bruné); dietro verso sinistra: Linea Trincee (EE), Monte Paraone, Alpe
Ardalla.
Subito dopo raggiungiamo l'ampia insellatura del Motto di Paraone tra le Valli di San Jorio e Dongana. Alla sinistra c'è il Rifugio Il Giovo (m. 1714).
Tempo impiegato ore 2.30 - Dislivello: m. 514 -10
(facendo a piedi tutto il percorso dalla Bocchetta di Germasino al Rifugio Il Giovo)
Data escursione: gennaio 2007 - luglio 2021
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