Bivacco don Giulio Corini

Il Bivacco dedicato a don Giulio Corini (ex parroco di Mura, in Valsabbia), è situato al Passo di Valzellazzo, tra la Val Camonica (BS) la Val di Scalve (BG), nel Gruppo del Cimon della Bagozza.
E' stato istallato nell'agosto 2017 ed inaugurato nel mese successivo.
Il bivacco ha la forma di un triangolo rettangolo. Si tratta di una struttura moderna. Cinque pannelli solari collocati sul tetto e un piccolo impianto eolico forniscono la corrente elettrica necessaria per il fornello e per l'illuminazione a led. L'interno è in legno e le pareti esterne hanno un doppio rivestimento in fibra di carbonio.
Nella parte alla destra della porta d'ingresso (quella più alta) ci sono 7 posti letto su tavolati con altrettanti materassini e coperte. Nella parte centrale c'è il reparto cucina con due tavoli, un fornello con piastra elettrica e alcune stoviglie. Alla sinistra, dove c'è la parte più bassa, una porta chiusa a chiave probabilmente conduce in un ripostiglio. Manca l'acqua.

Itinerario da Cimalbosco (Schilpario-Vivione) - EE
Il percorso di seguito descritto risale il versante scalvino, con esposizione a nord. E' riservato ad escursionisti esperti.
Da Boario con la statale 294 oppure da Clusone tramite il Passo della Presolana arriviamo a Schilpario.
All'inizio di Schilpario prendiamo la strada sulla destra (Via Corniola) con la quale aggiriamo l'abitato evitando di transitare per le stradine del centro.
Giunti al termine del paese (chiesa a sinistra e campo sportivo a destra), continuiamo con la statale che sale nel bosco.
Dopo km. 3.3 arriviamo in Località Fondi (m. 1261). Sulla destra c'è l'edificio del Centro Raid e un ampio piazzale sterrato. Un cartello indica il Rifugio Cimon della Bagozza a ore 0.45.
D'inverno occorre parcheggiare qui e proseguire a piedi. D'estate è possibile continuare in auto tenendo presente che la strada è stretta.
Continuando in auto, dopo km. 3.8 da Fondi lasciamo a sinistra il posto di ristoro Baracca Rossa (m. 1550) e arriviamo al tornante sinistrorso in Località Cimalbosco sopra il quale è visibile il Rifugio Cimon della Bagozza.

Parcheggiamo la macchina a bordo della strada accanto ad un cartellone che parla della flora, della fauna e dei percorsi didattici della Val di Scalve (m. 1565). I segnavia indicano: Passo Campelli a ore 1, Rifugio Campione a ore 1.10 (il cartello segnala anche se è chiuso o aperto), Monte Cimon della Bagozza a ore 2.30, Passo Valzellazzo a ore 2.10.

Ci incamminiamo su una strada con il fondo in cemento che in leggera salita si stacca verso destra. Un segnale stradale ne vieta il transito ai veicoli.
Poco dopo, due cartelli indicano a sinistra il sentiero che sale al Rifugio Cimon della Bagozza e informano se lo stesso è chiuso o aperto.
Entriamo nel bosco.
Dopo una curva a sinistra proseguiamo in salita (m. 1575).
Una sterrata si stacca a sinistra e conduce al Rifugio Cimon della Bagozza; anche qui ci sono due cartelli che lo segnalano.
Dopo una curva a sinistra usciamo dal bosco. Continuiamo con poca pendenza. Alla sinistra ci sono dei prati e alla destra degli alberi (m. 1585).

Poco dopo la strada diventa sterrata (m. 1595).
Superiamo una larga cunetta di cemento e pietre che attraversa alla strada obliquamente.
Percorriamo una semicurva verso sinistra. Alla destra, poco più in basso, vediamo scorrere un torrente (m. 1610).

Ad una biforcazione i segnavia indicano a sinistra il Monte Gardena m. 2117 a ore 1.30 e la Baita Glaiola m. 1942 a ore 1.10. Continuiamo diritto.
Superiamo una stanga rossa che troviamo aperta e attraversiamo il torrente su di un ponte che ha le sponde di legno e il fondo in cemento e pietre (m. 1620).

Subito dopo alla destra si stacca una stradina inerbita. I segnavia indicano diritto: Rifugio Campione a ore 1; a destra con il percorso 418: Passo del Valzellazzo a ore 2. Andiamo a destra, in leggera discesa.
Poco dopo, quasi in piano entriamo in un bosco di pini e proseguiamo in leggera discesa.
Gli alberi diventano più radi e alzando gli occhi, proprio davanti, possiamo vedere il Passo di Valzellazzo e il bivacco facilmente riconoscibile a causa della sua forma triangolare con la punta alta alla sinistra (m. 1610).
Percorriamo due semicurve sinistra-destra e vediamo un bollo bianco-rosso su di una pietra.

All'esterno di una curva a sinistra c'è un cassottello verde in un prato.
Attraversiamo una radura. Ora vediamo il bivacco alla destra, sopra le cime degli alberi.
Troviamo altri due bolli bianchi e rossi. La radura si restringe e subito si riallarga; quasi in piano ne attraversiamo l'ultima parte (m. 1600).

Dopo un breve tratto in salita, giriamo a destra e proseguiamo in discesa con un sentiero.
Giriamo nuovamente a destra e dopo pochi passi quasi in piano continuiamo in salita. Vediamo il segnavia 418-428.
Percorriamo una curva a sinistra in discesa.

In leggera discesa rientriamo nel bosco.
Quasi in piano, superiamo una curva a destra (m. 1590).
Di tanto in tanto troviamo un bollo bianco-rosso.
Alla sinistra, ad alcuni metri di distanza, vediamo un prato. Continuiamo con lievi saliscendi e semicurve appena accennate.

Percorriamo una curva a sinistra tra alberi radi, in discesa.
Proseguiamo in leggera discesa passando accanto ad un cartello che indica una "Zona Alpi 'A' a maggior tutela". Altri cartelli identici li troveremo nel tratto successivo.
Continuiamo quasi in piano, seppur con lievi saliscendi. Vediamo una freccia rossa (m. 1580).
Dopo alcune semicurve, in leggera salita percorriamo una curva a destra.
Proseguiamo dapprima in leggera discesa e poi in leggera salita. Su di una roccia alla destra vediamo i segnavia 418-428.

Torniamo nel bosco. Percorriamo un tratto quasi in piano, uno in leggera salita ed uno in discesa.
Proseguiamo quasi in piano tra erbacce infestanti che invadono il sentiero.
Continuiamo dapprima in leggera salita e poi quasi in piano.
Dopo una curva a sinistra proseguiamo con poca pendenza.

Con una curva verso destra rientriamo nel bosco.
Su di una pietra vediamo i segnavia 428 e 418.
Subito dopo il sentiero si divide. I segnavia, dipinti su di una pietra e accompagnati da due frecce, indicano a sinistra il sentiero 418; davanti e dietro il sentiero 428 (che collega il Passo del Vivione a Malga Lifretto). Andiamo a sinistra (m. 1595).
Percorriamo due brevi tratti, il primo in salita e l'altro in discesa.
Continuiamo in salita tra arbusti e, poco dopo, anche tra ontani. Da questo punto fino all'uscita dal bosco, probabilmente cammineremo su sentiero scivoloso. Davanti, in alto, torniamo a vedere il bivacco (m. 1605).
Superiamo alcune curve: sx-dx-sx-dx.
Proseguiamo in modo abbastanza ripido con delle serpentine (m. 1630).
La pendenza diminuisce un poco ma solo per un breve tratto e subito torniamo a salire in modo abbastanza ripido (m. 1640).
Di tanto in tanto, troviamo qualche pietra che forma un rudimentale gradino.
Proseguiamo con altre serpentine.
Poco prima di una curva a sinistra saliamo un gradino di legno (m. 1655).
Percorriamo due curve sinistra-destra e continuiamo con delle serpentine (m. 1675).

Usciamo dal bosco definitivamente e passiamo accanto ad un masso sormontato da delle pietre per formare un ometto. Notiamo che ci troviamo nella parte sinistra del grande canalone che sale al Passo di Valzellazzo (m. 1685).
Proseguiamo tra alberelli e arbusti.
Pieghiamo leggermente a sinistra e poco dopo a destra.
Lasciamo a sinistra una grossa pietra sulla quale vediamo il segnavia 18 ed un bollo bianco-rosso (m. 1695).
Percorriamo un tratto con poca pendenza camminando tra pietre, arbusti e qualche alberello.

Continuiamo diritto in modo abbastanza ripido su tracce di sentiero non sempre evidenti, seguendo qualche ometto, radi bolli e dei nastri (inizialmente rossi e poi bianchi) legati ai rami degli alberi o degli arbusti che indicano il percorso migliore di salita. Il bivacco è sempre ben visibile.
Troviamo una freccia rossa ed un bollo bianco-rosso (m. 1705).
Pieghiamo a sinistra.
Dopo pochi passi verso destra torniamo in direzione del passo.

Lasciamo a destra un masso con un bollo bianco-rosso (m. 1725).
Proseguiamo tra mughi e piccoli pini.
Superiamo uno zig-zag destra-sinistra.
Per un tratto camminiamo tra erba e cespugli di ginepro (m. 1735).
Con minore pendenza pieghiamo a destra aggirando dei cembri e poi a sinistra tornando a salire in direzione del passo, in modo abbastanza ripido, tra erba e alberelli (m. 1745).
Subito giriamo a sinistra e poi a destra seguendo i nastri colorati.

Percorriamo una curva a sinistra camminando su delle pietruzze (m. 1755).
Dietro sono ben visibili il Rifugio Cimon della Bagozza al centro e il Rifugio Campione alla destra.
Poco dopo, accanto ad un masso con un bollo bianco-rosso, lasciamo il pietrisco per girare a sinistra e proseguire con un sentiero tra erba e arbusti.
Dopo alcuni passi percorriamo una curva a destra e riprendiamo a salire in modo abbastanza ripido.
Superiamo alcuni zig-zag a volte su sentiero e a volte tra piccole pietre.

Continuiamo tra pietrisco.
Seguendo delle tracce tra le piccole pietre ci spostiamo un poco verso destra, in leggera salita.
Dopo una curva a sinistra saliamo ripidamente (m. 1780).
Riprendiamo il sentiero. Superiamo uno zig-zag destra-sinistra.

Lasciamo subito a sinistra un masso sul quale vediamo un bollo rotondo, bianco all'interno e rosso all'esterno.
Saliamo in modo molto ripido, direttamente verso il bivacco.
La pendenza diminuisce un poco. Pieghiamo a sinistra e poco dopo superiamo un tornante destrorso (m. 1815)
Percorriamo una curva a sinistra e riprendiamo a salire in modo assai ripido (m. 1820).

Troviamo un altro sentiero che sale quasi in parallelo e poi si immette dalla destra.
Proseguiamo con minore pendenza, tra l'erba, verso sinistra dove vediamo un nastro e, raggiuntolo, torniamo a salire ripidamente su sentiero (m. 1830).
Percorriamo un ampio tornante destrorso (m. 1840).

Raggiungiamo una roccia e la aggiriamo alla destra, quasi in piano tra l'erba e, dopo pochi passi in salita, continuiamo con poca pendenza verso destra (m. 1845).
In salita superiamo due curve sinistra-destra vicine tra loro.
All'interno di una curva a sinistra vediamo una freccia ed un bollo bianco-rosso su di una roccia (m. 1855).
Proseguiamo ripidamente verso una pietra con un bollo bianco-rosso e un cespuglio con un nastro (m. 1865).
In leggera salita percorriamo una curva a sinistra ed un tornante destrorso vicini tra loro.
Continuiamo con dei zig-zag: dx-sx-dx (m. 1870).

Saliamo in modo assai ripido verso un masso sul quale vediamo il segnavia 418 a bandierina e, raggiuntolo, lo aggiriamo con una curva verso sinistra (m. 1880).
Subito percorriamo due tornanti destra-sinistra.
Dopo alcuni passi in leggera salita, giriamo a destra e saliamo in modo assai ripido.

Il sentiero si divide in due tracce parallele (verso sinistra su pietruzze e verso destra su sterrato) che poco dopo si riuniscono.
Continuiamo con un sentiero tra l'erba e qualche cespuglio.
La pendenza diminuisce un poco (m. 1900). Il bivacco ormai è abbastanza vicino e possiamo distinguere alla sua sinistra, accanto al tetto, la pala eolica a tre bracci.

Con poca pendenza raggiungiamo un masso parzialmente interrato sul quale vediamo un bollo bianco-rosso. Lo risaliamo agevolati dalla presenza di tre intagli orizzontali (m. 1920).
Continuiamo in modo abbastanza ripido. Troviamo dei rudimentali gradini scavati nel terreno.
Superiamo due curve sinistra-destra vicine tra loro  (m. 1930).
Proseguiamo in modo assai ripido camminando tra erba e alcuni cespugli (m. 1940).
Pieghiamo un po' a destra.
Dopo una curva a sinistra, con minore pendenza ne percorriamo un'altra verso destra e torniamo a salire ripidamente (m. 1950).
Lasciamo alla destra un larice con un nastro colorato appeso ad un ramo.
Passiamo accanto a delle roccette affioranti dal terreno.

Percorriamo un breve tratto in leggera salita durante il quale il bivacco scompare alla vista.
Continuiamo ripidamente, a mezza costa, sul fianco sinistro del canalone che va restringendosi un poco man mano che saliamo.
Alla destra vediamo alcuni larici a una diecina di metri di distanza uno dall'altro.
In modo assai ripido raggiungiamo una roccia affiorante dal terreno e torniamo a vedere il bivacco (m. 1985).
Proseguiamo in modo abbastanza ripido (m. 1995).
Superiamo alcuni zig-zag (m. 2005).
Con un ultimo ripido tratto raggiungiamo il retro del bivacco.

Tempo impiegato: ore 2 - Dislivello: m. 521 -70
Data escursione: agosto 2017

ESCURSIONI/ASCENSIONI PARTENDO DAL BIVACCO:
  • a Cima Crap (m. 2203)
  • al Cimone della Bagozza (m. 2407)
  • a Cima Mengol (m. 2421)









Dati del Bivacco Corini

Altezza:
m. 2016
Gruppo:
Val Camonica
Ubicazione:
Passo Valzellazzo
Comune:
Lozio - BS
Carta Kompass:
94 B7
Coordinate Geo:
46°00'35.00"N
10°13'57.80"E
Gestore:
-
Telefono gestore:
-
Telefono bivacco:
-
Posti letto:
7
Apertura:
sempre
Pagina inserita
il: 08/09/2017
Il Bivacco Corini Segnavia alla partenza Ponte Prati in fiore Il Cimon della Bagozza Dal bosco veduta sul Passo di Valzellazzo ...e zoommata sul bivacco Ultimo tratto Tavolati per dormire Materassini e coperte Fornello elettrico Immancabile vecchia caffettiera Interruttori Il retro del bivacco Pannelli solari. Veduta lato est del passo Versante ovest del passo Manica a vento vista da un oblò La via di salita (nord) Il versante camuno (sud)

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