Rifugio Casari

Il Rifugio Casari è situato nella parte meridionale dei Piani d'Artavaggio, tra il Rifugio Sassi Castelli e l'Albergo Sciatori. Dopo una ventina d'anni di abbandono, ha riaperto nel 2010.

Primo itinerario: dalla SP64 per il Culmine S. Pietro (Loc. Campuscedo) con la SASP 58
Lasciamo la statale 36 al km. 50 (ponte sull'Adda a Lecco) per prendere la nuova ss 36 dir che sale in Valsassina.
Giunti alla rotonda di Ballabio, all'uscita dell'ultima galleria, continuiamo diritto con la provinciale 62 che percorre il fondovalle fino al Colle del Balisio. Qui prendiamo a destra la provinciale 64 Prealpina Orobica con la quale dopo aver superato Maggio e Moggio deviamo a destra verso il Culmine San Pietro.
Passiamo accanto alla stazione a valle della funivia e proseguiamo per 5.3 chilometri fino ad incontrare sulla sinistra una stradina agro silvo pastorale, chiusa da una sbarra, ove parcheggiamo l'auto (m. 1200).

Il punto di partenza può essere raggiunto anche dalla Val Brembana imboccando a Sedrina la provinciale 24 (Val Brembilla) o a S. Giovanni Bianco la provinciale 25 (Val Taleggio).
In entrambi i casi, superata Vedeseta continuiamo fino a raggiungere il Culmine S. Pietro (m. 1258) e poi discendiamo il versante della Valsassina per km. 1.4 fino a trovare sulla destra la sterrata di cui sopra.

I segnavia indicano con la SASP (strada agro-silvo-pastorale) 58: Casere di Maesimo (DOL - Dorsale Orobica Lecchese) a ore 1.30 km. 5.47, Piani di Artavaggio (Rif. Sassi-Castelli - Rif. Casari - Rif. Baita della Luna) a ore 2.10 km. 7.53, Piani di Artavaggio (Rif. Cazzaniga Merlini - Rif. Nicola) a ore 2.40 km. 10.00. Un cartello indica il divieto di transito ai veicoli escluso i mezzi autorizzati.
Ci incamminiamo quasi in piano sulla sterrata. Superiamo una stanga bianca e rossa che troviamo alzata ed entriamo in un bosco di faggi.
Lasciamo a destra un piccolo baitello chiuso a chiave e proseguiamo in leggera salita.

Troviamo altri segnavia (m. 1205) che indicano, davanti con la SASP 58: Casere di Maesimo (DOL - Dorsale Orobica Lecchese) a ore 1.30 km. 5.47, Piani di Artavaggio (Rif. Sassi-Castelli - Rif. Casari - Rif. Baita della Luna) a ore 2.00 km. 7.32, Piani di Artavaggio (Rif. Cazzaniga Merlini - Rif. Nicola) a ore 2.40 km. 9.80; davanti con il sentiero 728: Moggio (SP 64 Galleria) a ore 1.25, Moggio (Loc. Torrente) a ore 1.45; dietro con la SASP 58: Culmine di San Pietro (SP 64 Loc. Campuscedo) a ore 0.05 km. 0.21; a destra con il sentiero 728: Baita Lozz (DOL) a ore 0.30. In questa zona vediamo diversi ciclamini.

Troviamo due slarghi, uno per lato. Alla destra c'è anche una bacheca con tettuccio (m. 1215).
Poco dopo altri cartelli segnalano, diritto con la SASP (strada agro-silvo-pastorale) 58: Casere di Maesimo (DOL - Dorsale Orobica Lecchese) a ore 1.30 km. 5.16, Piani di Artavaggio (Rif. Sassi-Castelli- Rif. Casari - Rif. Baita della Luna) a ore 2.00 km. 7.22, Piani di Artavaggio (Rif. Cazzaniga Merlini - Rif. Nicola) a ore 2.40 km. 9.69; dietro con la SASP 58: Culmine di San Pietro (SP 64 Loc. Campuscedo) a ore 0.05 km. 0.31; a destra con il sentiero 728: Baita Lozz (DOL) a ore 0.30; a sinistra con il sentiero 728: Moggio (SP 64 Galleria) a ore 1.00, Moggio (Loc. Torrente) a ore 1.20.
Continuiamo in leggera discesa.

Percorriamo una semicurva verso sinistra seguita da un'ampia curva verso destra e proseguiamo quasi in piano (m. 1210).
In leggera discesa superiamo una curva verso sinistra.
Continuiamo in leggera salita con due semicurve destra-sinistra. Alla destra c'è una parete rocciosa.
In un tratto senza alberi, in basso a sinistra vediamo una casa.
Proseguiamo tra giovani alberi.
Quasi in piano superiamo una semicurva verso destra seguita da una semicurva verso sinistra in leggera salita (m. 1220).
Continuiamo in leggera discesa e presso un tornante sinistrorso attraversiamo il letto asciutto di un torrente.

Subito dopo, presso un tornante destrorso, ignoriamo una stradina che prosegue diritto in discesa all'inizio della quale un segnale stradale vieta il transito ai veicoli. I segnavia indicano seguendo il tornante con la SASP (strada agro-silvo-pastorale) 58: Casere di Maesimo (DOL - Dorsale Orobica Lecchese) a ore 1.20 km. 4.54, Piani di Artavaggio (Rif. Sassi-Castelli - Rif. Casari - Rif. Baita della Luna) a ore 1.50 km. 6.60, Piani di Artavaggio (Rif. Cazzaniga Merlini - Rif. Nicola) a ore 2.30 km. 9.08; dietro con la SASP 58: Culmine di San Pietro (SP 64 Loc. Campuscedo) a ore 0.15 km. 0.93; diritto con il sentiero 728-3: Baita Nova a ore 0.05, Baite Penscei a ore 0.10, Moggio (Loc. Torrente) a ore 1.20. Seguiamo il tornante, con poca pendenza, in un bosco di alberi alti (m. 1225).
Superiamo due semicurve destra-sinistra. Attraversiamo un torrente in secca e proseguiamo in salita.
Dopo una semicurva verso destra proseguiamo con poca pendenza (m. 1235).

All'esterno di una curva verso sinistra troviamo una nicchia nella roccia all'interno della quale c'è una madonnina. Attraversiamo il letto di un ruscello che troviamo asciutto (m. 1240).
Per un tratto gli alberi sono più bassi. La pendenza è minima.
Ora gli alberi, in prevalenza sono alti faggi.

In salita, con il fondo in cemento, percorriamo un tornante destrorso. Alla sinistra c'è uno slargo. Su di una roccia sono stati dipinti i numeri 10 e 11 dentro due quadratini (m. 1260).
Subito dopo il tornante, la stradina torna sterrata. Attorno ci sono diversi cespugli di ciclamini.
Dopo un breve tratto in leggera discesa proseguiamo con pochissima pendenza. Vediamo dei cespugli di more.

In leggera salita, con il fondo in cemento, percorriamo un tornante sinistrorso all'esterno del quale scorre un ruscello. Proseguiamo su sterrato (m. 1275).
La faggeta è più fitta. Vediamo altri ciclamini e ne sentiamo il profumo.
Percorriamo una curva verso destra. Ora gli alberi sono meno fitti (m. 1300).
Continuiamo quasi in piano. Su di una parete di roccia alla destra vediamo i numeri 10 e 11 dentro due quadratini. Percorriamo un'altra curva verso destra (m. 1305).
Con poca pendenza superiamo tre semicurve: sx-dx-sx.

All'interno di un tornante destrorso molto ampio (quasi a 360°) troviamo una santella nella roccia contenente un affresco raffigurante la "Madonnina dai riccioli d'oro". Alla sinistra, dove ci sono dei pali di legno, possiamo vedere la valle sottostante (m. 1320).
Dopo un breve tratto quasi in piano proseguiamo con poca pendenza. Superiamo una semicurva verso sinistra (m. 1325) seguita da una curva anch'essa verso sinistra (m. 1330).
Tra alti faggi percorriamo un tornante destrorso (m. 1340).
Quasi in piano percorriamo una curva verso sinistra (m. 1345).
Con pochissima pendenza superiamo due semicurve destra-sinistra e una curva verso destra.
Percorriamo un breve tratto quasi in piano.

Continuiamo in leggera salita. Notiamo che il bosco, all'interno di una semicurva verso sinistra, è stato sfoltito probabilmente da una slavina scesa da un canale situato alla destra della stradina (m. 1350).
Proseguiamo in salita. Alla sinistra della sterrata troviamo una piccola croce sul tronco di un pino. Tra gli alberi, in basso a sinistra riusciamo a vedere Moggio.
Dopo un tratto con poca pendenza continuiamo quasi in piano.
Superiamo due semicurve sinistra-destra seguite da un tornante sinistrorso attraversato da un rivolo (m. 1360).

In leggera salita percorriamo un'ampia curva verso destra seguita in leggera discesa da un'ampia curva verso sinistra attraversata da un ruscelletto (m. 1365).
Con poca pendenza superiamo alcune serpentine appena accennate.
Uno dopo l'altro, troviamo due ruscelletti che attraversano la stradina (m. 1370).

Alla destra c'è una fontana con vasca di pietre (m. 1380).
Proseguiamo quasi in piano. Presso una curva verso sinistra un ruscelletto attraverso la stradina.

Dopo alcuni passi, con il fondo in cemento percorriamo un tornante destrorso ignorando un sentiero che si stacca alla sinistra (m. 1385). I segnavia indicano seguendo il tornante con la SASP (strada agro-silvo-pastorale) 58: Casere di Maesimo (DOL - Dorsale Orobica Lecchese) a ore 0.40 km. 2.64, Piani di Artavaggio (Rif. Sassi-Castelli - Rif. Casari - Rif. Baita della Luna) a ore 1.20 km. 4.70, Piani di Artavaggio (Rif. Cazzaniga Merlini - Rif. Nicola) a ore 1.50 km. 7.18; dietro con la SASP 58: Culmine di San Pietro (SP 64 Loc. Campuscedo) a ore 0.45 km. 2.83; a sinistra con il sentiero 728-1: Baita Trona/Avertal a ore 0.25, Moggio (SP 64 Galleria) a ore 1.00, Moggio (Loc. Torrente) a ore 1.20. Un cartello giallo-rosso su di un albero segnala il Rifugio Nicola.

Presso una curva verso destra un ruscello attraversa la stradina su di una base di pietre.
Dopo un tratto in salita, quasi in piano percorriamo una curva verso destra e riprendiamo a salire (m. 1390).
Con poca pendenza superiamo due semicurve sinistra-destra.
Dopo un tornante sinistrorso riprendiamo a salire (m. 1400).

Precorriamo due semicurve verso sinistra, la prima in leggera salita e l'altra quasi in piano (m. 1415).
In leggera salita superiamo una semicurva verso destra.
Continuiamo quasi in piano e, presso una curva verso sinistra, troviamo un ruscelletto che attraversa la stradina.
Subito dopo percorriamo una curva verso destra in leggera salita.

Proseguiamo quasi in piano e presso una curva verso sinistra arriviamo alla fine del bosco (m. 1425).
Continuiamo in leggera salita. Alla sinistra vediamo in lontananza il Monte Due Mani e il bivacco sulla sua cima.

Presso un tornante destrorso troviamo una palina con segnavia che indicano, seguendo il tornante con la SASP (strada agro-silvo-pastorale) 58: Casere di Maesimo (DOL - Dorsale Orobica Lecchese) a ore 0.30 km. 1.84, Piani di Artavaggio (Rif. Sassi-Castelli - Rif. Casari - Rif. Baita della Luna) a ore 1.10 km. 3.90, Piani di Artavaggio (Rif. Cazzaniga Merlini - Rif. Nicola) a ore 1.40 km. 6.38; dietro con la SASP 58: Culmine di San Pietro (SP 64 Loc. Campuscedo) a ore 0.50 km. 3.43; a sinistra in ripida discesa con il sentiero 728-1: Baita Trona/Avertal a ore 0.25, Moggio (SP 64 Galleria) a ore 1.00, Moggio (Loc. Torrente) a ore 1.20. Seguiamo il tornante e continuiamo in salita nel bosco (m. 1440).

Quasi in piano raggiungiamo un altro tornante destrorso. I segnavia indicano seguendo il tornante con la SASP (strada agro-silvo-pastorale) 58: Casere di Maesimo (DOL - Dorsale Orobica Lecchese) a ore 0.30 km. 1.70, Piani di Artavaggio (Rif. Sassi-Castelli - Rif. Casari - Rif. Baita della Luna) a ore 1.00 km. 3.76, Piani di Artavaggio (Rif. Cazzaniga Merlini - Rif. Nicola) a ore 1.40 km. 6.24; dietro con la SASP 58: Culmine di San Pietro (SP 64 Loc. Campuscedo) a ore 1.00 km. 3.77; a sinistra con il sentiero 727: Moggio (Loc. Torrente) a ore 1.25, Moggio (Centro Paese) a ore 1.35; a destra con il sentiero 727: Baita Cassinelli a ore 0.05, Casere Maesimo (DOL - Dorsale Orobica Lecchese) a ore 0.25. Seguiamo il tornante (m. 1455).
Percorriamo un lungo rettilineo alternando due tratti in leggera salita ad uno quasi in piano (m. 1470).
Il bosco è più fitto. Superiamo una semicurva verso sinistra (m. 1485).
Continuiamo quasi in piano (m. 1490).
In leggera salita superiamo una curva verso sinistra attraversata da un rivolo.
Per un breve tratto proseguiamo in leggera discesa.
Con poca pendenza percorriamo un ampio tornante destrorso (m. 1500).

Quasi in piano superiamo una semicurva verso destra molto ampia.
Continuiamo con pochissima pendenza.
Quasi in piano percorriamo tre semicurve: sx-dx-sx. Nel sottobosco vediamo diverse felci (m. 1510).
In leggera salita superiamo una semicurva verso destra e quasi in piano una verso sinistra.

Arriviamo al termine del bosco (m. 1520).
Poco dopo percorriamo una curva verso sinistra all'esterno della quale c'è una fontana con una grande vasca.
Proseguiamo in salita.
Dopo pochi metri con il fondo in cemento torniamo a camminare su sterrato. Dietro, sul crinale, vediamo in lontananza tre case e due alberi. Superiamo una semicurva verso sinistra.
Dopo una semicurva verso destra continuiamo quasi in piano seppur con lievi saliscendi (m. 1535).
Percorriamo una semicurva verso sinistra. Attorno ci sono dei prati.

Raggiungiamo un quadrivio dove troviamo diversi segnavia (m. 1540). Quelli più vecchi indicano:
- davanti; Artavaggio -Funivia- a ore 0.30, Casera Campelli a ore 1.30, Piani di Bobbio a ore 2.45;
- prima deviazione a destra: Maesimo -area sosta- a ore 0.15, Culmine S. Pietro -perc. alto- a ore 1.40; Culmine S. Pietro -perc. basso-a ore 1.15;
- seconda deviazione a destra (perc. 151): Vedeseta a ore 2.30, Avolasio a ore 2, Sella a ore 1.
I segnavia più recenti indicano:
- davanti con la SASP (strada agro-silvo-pastorale) 58: Piani di Artavaggio (Rif. Sassi-Castelli - Rif. Casari - Rif. Baita della Luna) a ore 0.40 km. 2.06, Rifugio Nicola a ore 1.10 km. 4.12; Rifugio Cazzaniga Merlini a ore 1.10 km. 4.54;
- dietro con la SASP 58: Culmine di San Pietro (SP 64 Loc. Campuscedo) a ore 1.30 km. 5,47.
Davanti vediamo il M. Sodadura.
Continuiamo con poca pendenza.

Rientriamo nel bosco (m. 1550).
Vediamo un bollo bianco-rosso su di un faggio.
Superiamo due semicurve destra-sinistra (m. 1555).
Dopo un tratto quasi in piano proseguiamo con poca pendenza.

Quasi in piano percorriamo una curva verso destra e usciamo dal bosco (m. 1560).
Continuiamo con una curva verso sinistra. Nei prati alla destra vediamo una mandria al pascolo.
Alla sinistra c'è una pozza.
Con poca pendenza superiamo un'ampia semicurva verso sinistra.
Proseguiamo quasi in piano con alberi alla sinistra e prati alla destra (m. 1565).

Percorriamo una curva verso sinistra molto ampia verso il termine della quale troviamo altri segnavia che indicano, davanti con la SASP (strada agro-silvo-pastorale) 58: Piani di Artavaggio (Rif. Sassi-Castelli - Rif. Casari - Rif. Baita della Luna) a ore 0.20 km. 1.25, Rifugio Nicola a ore 1.00 km. 3.31; Rifugio Cazzaniga Merlini a ore 1.00 km. 3.73; dietro con la SASP 58: Casere Maesimo (DOL - Dorsale Orobica Lecchese) a ore 0.10 km. 0.81, Culmine di San Pietro (SP 64 Loc. Campuscedo) a ore 1.40 km. 6.28.
In leggera discesa percorriamo una curva verso destra seguita da un tornante sinistrorso.
Continuiamo quasi in piano con un tornante destrorso molto ampio.
Proseguiamo in leggera salita. Vediamo un segnavia a bandierina e superiamo due semicurve destra-sinistra.
Continuiamo con pochissima pendenza con alberi alla sinistra e prati alla destra (m. 1580).
Un ruscelletto attraversa la sterrata passandole sotto.
In lontananza vediamo i Rifugi Baita della Luna, Sassi-Castelli e altre quattro baite. Continuiamo in discesa (m. 1590).

In lievissima discesa raggiungiamo una curva verso destra all'esterno della quale c'è un laghetto recintato con una staccionata (m. 1575).
In leggera discesa aggiriamo il laghetto alla destra e continuiamo quasi in piano con un tornante sinistrorso.
Vediamo mucche e cavalli al pascolo.
In leggera salita percorriamo una curva verso destra.

Alla sinistra vediamo una casa rosa con la scritta "Casa Gianni Motta" e altre tre costruzioni. Davanti in lontananza vediamo l'ex Rifugio Aurora e altre tre baite.
Continuiamo quasi in piano. Nei prati all'esterno di una curva verso destra vediamo una vecchia seggiovia (m. 1600).
Percorriamo un tornante sinistrorso molto ampio.
Continuiamo con poca pendenza. Superiamo due semicurve, entrambe verso destra.

Davanti vediamo: un tapis-roulant, il Rifugio Baita della Luna, il Rifugio Sassi Castelli, l'ex Rifugio Aurora e il Monte Sodadura. Il Rifugio Casari invece da questo punto non è visibile in quanto seminascosto da un dosso. Superiamo tre semicurve: sx-dx-dx.
Presso la successiva semicurva verso sinistra, un segnavia indica a sinistra un sentiero tra i prati che conduce direttamente al Rifugio Sassi Castelli. Davanti vediamo il Rifugio Casari e l'Albergo Sciatori.
Quasi in piano superiamo un'altra semicurva verso sinistra.

Poco dopo arriviamo ai Piani di Artavaggio e ci immettiamo sulla strada sterrata che alla sinistra si dirige verso: il Rifugio Sassi Castelli, il Rifugio Baita della Luna e la stazione a monte della funivia che sale da Moggio mentre alla destra, superati l'Albergo Sciatori e la chiesetta, prosegue in salita verso i rifugi posti nella parte più alta dei piani. I segnavia indicano in quest'ultima direzione: i Rifugi Nicola e Cazzaniga Merlini a ore 0.45, la Casera Campelli a ore 1 e i Piani di Bobbio a ore 2.15. Andiamo a sinistra quasi in piano (m. 1640).
Lasciamo a destra l'edificio della ex scuola di sci ora adibito a punto di riferimento per il soccorso alpino.
Subito dopo arriviamo ad un bivio; trascuriamo la sterrata che alla sinistra prosegue verso i Rifugi Sassi Castelli e Baita della Luna e prendiamo l'altra che gira a destra.
Lasciamo a destra l'edificio di servizio.
Alla sinistra troviamo un orsacchiotto di legno.
Percorriamo un'ampia curva verso sinistra e raggiungiamo il Rifugio Casari (m. 1640).

Tempo impiegato: ore 2.10 - Dislivello: m. 475 -35
Data escursione: agosto 2019
 
Secondo itinerario: dal Culmine S. Pietro con il sentiero alto/estivo (tratti esposti)
Segnavia DOL (dorsale orobica lariana).
Località di partenza è il Culmine S. Pietro (m. 1258) raggiungibile dalla Valsassina o dalla Val Brembana come descritto all'inizio del primo itinerario.
Al passo tra i vari segnavia individuiamo quello che indica Artavaggio da Maesimo: percorso alto/estivo in ore 2.30 e percorso basso/invernale in ore 2.10.

Ci incamminiamo su un bel sentiero lastricato con mattoncini traforati verso la chiesa dedicata ai santi Pietro e Paolo.
Il percorso principale si dirige a sinistra ma preferiamo incamminarci a destra in modo da passare accanto alla chiesa davanti alla quale ci sono alcune panche in pietra. Più avanti ci sono una fontana con acqua sorgiva, cinque tavoli e altre panche.
Con un sentierino tra l'erba torniamo sul percorso principale entrando nel bosco. Sulla destra vediamo il Resegone.
Poco dopo il sentiero è bloccato e più avanti vediamo una casa. Una freccia in legno indica di risalire un poco a sinistra con un sentierino.
Aggirato l'edificio arriviamo a un bivio; una palina segnavia indica a sinistra il sentiero alto (Zucco Maesimo a ore 1.40, Maesimo area sosta a ore 1.50) e a destra quello basso (Maesimo area sosta a ore 1.30, Piani Artavaggio a ore 2.10).

Prendiamo a sinistra in salita tra i prati e poi continuiamo quasi in piano. Il sentiero è poco evidente.
Superiamo un filo che fa da recinzione ad una zona dove pascolano delle mucche e poi puntiamo verso un rudere (forse una ex cappella).
Raggiungiamo una vasca utilizzata come abbeveratoio per gli animali e poi, sempre per prati, cominciamo a salire.
Attraversiamo un gruppo di alberi e poi ne costeggiamo un altro.
Saliamo ripidamente e lo sguardo si apre sempre più sulla sottostante vallata.
Costeggiamo un dirupo, protetti da alcuni spuntoni di roccia, poi pieghiamo a sinistra e continuiamo a salire.
Arrivati in cima (m. 1435) entriamo nel bosco per uscirne subito dopo aver percorso un tratto in discesa.

In lieve salita contorniamo un burrone e rientriamo nel bosco di faggi.
Superata una radura seguiamo dei bolli e una freccia di colore azzurro con la scritta Artavaggio tracciata su un albero.
Usciti dal bosco iniziamo a scendere ripidamente contornando un altro dirupo dal quale spuntano dei monoliti calcarei.
Dopo un tratto quasi in piano riprendiamo a scendere e rientriamo nel bosco (m. 1410).
Più in basso a sinistra tra gli alberi c'è una baita.
Percorriamo pochi passi in salita allo scoperto e poi in discesa nel bosco.
Il sentiero ora è più stretto; continua in piano ed è un po' esposto.
Una breve deviazione sulla destra conduce a una sorgente protetta da un tettuccio in legno; sentiamo dell'acqua gorgogliare ma purtroppo non esce nulla.

Tornati sul nostro sentiero riprendiamo a salire ripidamente.
Troviamo un bivio; due strani segnavia a forma di croce indicano di proseguire sulla sinistra.
Continuiamo a salire a zig-zag; il sentiero e ancora più ripido e più esposto poi con alcuni gradini in legno arriviamo in cima alla salita (m. 1565).
Dopo alcuni passi in piano riprendiamo a salire tra i prati.
Superiamo alcune vallette dove è possibile trovare cespugli di more e lamponi poi proseguiamo in salita con poca pendenza.
Arriviamo così in cima allo Zucco di Maesimo (m. 1649; anche se un segnavia indica erroneamente 1680). Di fronte vediamo i piani di Artavaggio.

Iniziamo a scendere dapprima nel bosco e poi allo scoperto.
In basso troviamo l'area di sosta di Maesimo (m. 1545); ci sono un tavolo con panche sistemato tra alcuni spuntoni di roccia e un cartello che parla della fauna alpina.
Poco più avanti c'è una palina segnavia che indica:
- nella direzione da cui proveniamo: percorso alto/estivo, Zucco di Maesimo a 0.20, Culmine S. Pietro a 1.30;
- diritto di fronte a noi: Artavaggio a 0.40, Casera Campelli a 1.40, Piani di Bobbio a 3;
- sulla destra: percorso basso/invernale, baita Corna a 0.20, Culmine S. Pietro a 1.10.

Continuiamo risalendo il versante prativo del dosso di fronte a noi.
In cima c'è la Casera Maesimo (m. 1577), vale a dire una baita e una stalla.
Le aggiriamo e troviamo una sterrata sulla quale ci incamminiamo in leggera discesa fino a un quadrivio (m. 1535).
Qui incontriamo la stradina che sale da Vedeseta e la sterrata agro silvo pastorale descritta nel primo itinerario con la quale continuiamo fino alla meta.

Tempo impiegato: ore 2.40 - Dislivello: m. 562 (salita) e m. -180 (discesa)
Data escursione: settembre 2006
 
Terzo itinerario: dal Culmine S. Pietro con il sentiero basso/invernale
Segnavia DOL e n. 21 con bandierina rosso bianco gialla.
La prima parte di questo itinerario è comune a quello alto/estivo precedentemente descritto.

Al bivio dove i due percorsi si dividono andiamo a destra in piano (m. 1280).
Superata una baita, imbocchiamo una sterrata che scende ripidamente a sinistra (cartello 21 DOL).
Raggiunta una stalla, continuiamo con il fondo in cemento fino a trovare un piccolo ruscello che passa sotto la strada.
Tornati su fondo sterrato, in leggera discesa raggiungiamo le vecchie case della frazione Roncajola (m. 1237) tra le quali c'è anche una fontana.
Oltre le case, un sentiero in discesa si addentra in un bosco di noccioli.
Poi in piano superiamo alcuni rivoli d'acqua che scendono dal monte alla nostra sinistra.

Proseguiamo in una bella faggeta alternando tratti in piano ad altrettanti brevi saliscendi; nel complesso rimaniamo quasi alla stessa quota.
Sulla sinistra troviamo una grande roccia sulla quale sono stati tracciati i segnavia che indicano Artavaggio nella nostra direzione.
Dopo altri saliscendi passiamo accanto ad un'altra parete rocciosa.
Superato un ruscello che attraversa il sentiero usciamo dal bosco (m. 1300).

Con un tratto in salita arriviamo ad un ampia radura dove il sentiero è poco visibile.
Seguendo i segnavia raggiungiamo dapprima un abbeveratoio per gli animali e poi la Baita Corna (m. 1341).
Dopo la baita la traccia quasi scompare.
Raggiungiamo un grande faggio e poi passiamo sotto un filo che recinge una zona a pascolo.
Ora il sentiero torna ad essere ben marcato.

Circondati da vari arbusti e alberelli arriviamo ad un bivio ed andiamo a destra.
Rientriamo nel bosco e ricominciamo a salire in modo abbastanza ripido.
Il sentiero è talmente fangoso da costringerci a camminare per un lungo tratto ai suoi lati tra l'erba.
Tornati su fondo asciutto, proseguiamo con maggiore pendenza. Alcuni gradini di legno agevolano il cammino.
Ripassati sotto il filo della recinzione continuiamo in leggera salita tra prati e qualche abete.
Il sentiero si divide e riunisce poco più avanti.
Ora saliamo ripidamente fino a trovare una fontana con abbeveratoio ed un tavolo di legno con relative panche.
Continuando in lieve salita arriviamo all'incontro con il sentiero alto poco sotto l'area di sosta di Maesimo (m. 1545).

Come descritto nel secondo itinerario, continuiamo salendo a destra alla Casera Maesimo (m. 1577) e scendendo l'altro versante del dosso fino al quadrivio (m. 1535) ove incontriamo la sterrata descritta nel primo itinerario con la quale continuiamo fino alla meta.

Tempo impiegato: ore 2.20 - Dislivello: m. 517 (salita) e m. -135 (discesa)
Data escursione: settembre 2006
 
Quarto itinerario: con la funivia Moggio-Artavaggio
I Piani di Artavaggio (m. 1650) sono raggiungibili, ma solo in estate e in inverno, anche con la funivia che sale da Moggio (m. 891).
Attualmente (dicembre 2019) il costo del biglietto di corsa singola è di 8 euro e quello di andata e ritorno di 13 euro. Gli orari sono: 8.30-12.15 e 13.30-16.
Dalla stazione a monte ci incamminiamo in piano lungo la sterrata e dopo pochi minuti arriviamo ai Rifugi Baita della Luna e Sassi Castelli.
Ignoriamo la stradina sulla sinistra che va direttamente a questi rifugi e con la sterrata ci abbassiamo un poco. Di fronte abbiamo l'albergo Sciatori e verso sinistra il Rifugio Casari.
Poco dopo raggiungiamo l'edificio della ex scuola di sci ora adibito a punto di riferimento per il soccorso alpino, accanto al quale una stradina si stacca sulla sinistra e conduce al Rifugio Casari.

Tempo impiegato: ore 0.10 - Dislivello: m. 15-25
Data escursione: dicembre 2019
 
Quinto itinerario: da Moggio con il sentiero n. 24
Alla rotonda di Moggio (quella con la caratteristica fontana in legno) prendiamo a sinistra Via Rancilio, passiamo davanti al Municipio e poi giriamo a destra in Via Roncaiolo. Qui ci sono già dei segnavia che indicano i rifugi dei Piani di Artavaggio.
Percorriamo questa strada in lieve salita fino ad incontrare sulla sinistra una stradina che sale con il fondo in cemento (m. 900). I segnavia indicano il sentiero 24 (bandierine di colore rosso bianco giallo) e i Rifugi Sassi Castelli, Nicola e Cazzaniga Merlini.

Lasciata l'auto ai bordi della strada ci avviamo in salita sulla stradina all'inizio della quale ci sono un crocefisso e una panchina.
Saliamo abbastanza ripidamente tra un bosco con diversi cespugli di more e una recinzione metallica.
Al termine della salita continuiamo su fondo sterrato ignorando un'altra stradina che arriva dalla sinistra.
Più avanti raggiungiamo un bosco di faggi e castagni.
Arrivati ad uno slargo, ignoriamo un sentiero sulla destra in discesa e proseguiamo in lieve salita contornando delle rocce di colore bruno. Di fonte, in alto, vediamo la stazione a monte della funivia.
Ora gli alberi che ci circondano sono solo faggi. Un rivolo passa sotto la stradina.
In leggera discesa superiamo una valletta e un ruscello che scende da sinistra e passa sotto la sterrata.
Continuiamo in lieve salita tra faggi e betulle. Poco dopo troviamo un altro ruscello che, ben incanalato, attraversa il nostro cammino.

Saliamo circondati da una recinzione fatta con pali di legno e filo metallico.
Al primo tornante passiamo accanto ad una casa (m. 995); ora gli alberi sono più radi e la pendenza è minore. Camminiamo tra alberi di castagno ben allineati.
Dopo una curva a sinistra, accanto ad una vecchia stalla, riprendiamo a salire e ci troviamo di fronte allo Zuccone Campelli.
Finita la recinzione, proseguiamo quasi in piano tra i prati.

Arrivati ad una curva a sinistra, lasciamo la sterrata, che termina poco dopo alla Cascina Combi, e continuiamo diritto, seguendo i segnavia, con un piccolo sentiero (m. 1050).
Quasi in piano, tra i faggi, arriviamo al guado di un torrente. L'acqua non è molta e lo superiamo senza problemi.
Terminato il bosco, saliamo in modo abbastanza ripido tra prati e qualche albero.
Poi, lasciati a destra una vecchia stalla e un rudere (m. 1095), rientriamo nel bosco.
Dopo un tratto meno ripido, riprendiamo a salire e giungiamo ad un bivio (m. 1130). Una freccia gialla, seminascosta da un nocciolo, indica Artavaggio a destra.
Continuiamo quasi in piano tra radi alberi con bella vista sulla sottostante Moggio.
Percorriamo ora un lungo tratto in piano; aggiriamo un ansa della montagna e poi vediamo sulla destra in lontananza due piloni della funivia che sale ad Artavaggio.
Contorniamo uno scosceso e alberato pendio, lasciamo a destra una roccetta aguzza e passiamo tra altre due rocce (m. 1185).
Il sentiero si divide; possiamo salire verso sinistra seguendo una freccia gialla oppure aggirare un masso a destra. I due rami si riuniscono subito. Continuiamo sul roccioso sentiero e, in leggera salita, raggiungiamo un bivio (m. 1215). Da destra arriva il sentiero descritto più sotto (vedi il sesto itinerario).

Passiamo sotto i fili della corrente e continuiamo con alcuni tratti più o meno ripidi tra gruppi di faggi alternati a noccioli o altri alberelli.
Raggiungiamo una grande roccia. In un anfratto c'è una madonnina.
Superiamo un bivio ove è indifferente prendere da una parte o dall'altra perché subito le due varianti si riuniscono (m. 1340).
Ci avviciniamo ad una grande parete salendo tra i faggi con ripidi tornanti.
Dopo un tratto quasi in piano riprendiamo a salire sempre alla destra della parete.
Superiamo due rudimentali panche fatte con delle traversine e, dopo un gruppo di faggi, continuiamo in leggera salita tra radi alberelli.
Il sentiero nuovamente si divide e riunisce (m. 1400), poi continua ripido tra i faggi.
Usciamo allo scoperto, tra radi alberelli, poi superiamo un altro boschetto. La pendenza ora è lieve.

Tra prati e qualche albero, seguendo i fili della corrente, raggiungiamo il vecchio Rifugio I Bocia, una grande costruzione a quattro piani ora in disuso (m. 1510).
Sulla destra c'è una grande pietra sulla quale, a ricordo di una persona deceduta, è stata posta una targa con questa poesia a firma Thomas Merton: "A mio fratello. Dolce fratello s'io non dormo i miei occhi sono fiori per la tua tomba; s'io non posso mangiare il mio pane, i miei digiuni vivranno come salici dove sei morto. Se nella canicola non trovo acqua per la mia sete, la mia sete diverrà fonte per te, povero viaggiatore. Vieni, nella mia fatica trova il riposo, e nei miei dolori posa la testa, o meglio, prendi la mia vita e il mio sangue e acquistati un letto migliore. Oppure prenditi il mio respiro e la mia morte e acquistati un miglior riposo."

Oltre la radura nella quale è situato l'edificio proseguiamo quasi in piano tra erba e radi alberi. Un segnavia indica il Rifugio Nicola.
Poco dopo troviamo un ometto ed un triangolo giallo di plastica appeso ad un albero che segnalano un sentiero che si stacca alla sinistra. Continuiamo diritto.
Riprendiamo lievemente a salire. Troviamo una indicazione per il Rifugio Sassi Castelli nella nostra direzione di marcia.
Passiamo sotto i fili della corrente. La pendenza aumenta. Entriamo in una faggeta.
Continuiamo poi in leggera salita ed usciamo dal bosco.
Superiamo alcuni tornantini abbastanza ripidi e arriviamo ad un bivio (m. 1575). Il percorso ufficiale è segnalato a sinistra ma possiamo anche andare diritto; infatti poco dopo le due varianti tornano ad unirsi.
Quasi in piano ripassiamo sotto i fili tra prati e alberelli.
Raggiungiamo una grande pietra (m. 1605) sulla quale vediamo l'indicazione verso destra per il Rifugio Sassi Castelli.
Proseguiamo diritto tra i prati e troviamo uno dopo l'altro due skilift per bambini. Ci teniamo alla loro sinistra e con un sentiero tra l'erba arriviamo al rifugio.

Tempo impiegato: ore 2.15 - Dislivello: m. 740
Data escursione: ottobre 2007
 
Sesto itinerario: da Moggio (tornante dopo la funivia)
A Moggio, superata la stazione a valle della funivia, continuiamo sulla strada per il Culmine S. Pietro fino al primo tornante dove lasciamo la macchina in un parcheggio sulla sinistra (m. 860).
Un segnavia indica il Rifugio Sassi Castelli a ore 2.00 e il Rifugio Aurora a ore 2.30.
Ci incamminiamo verso un'area pic-nic con vari tavoloni e panche ignorando una stradina che sale a sinistra.
Con una sterrata entriamo nel bosco. Alla destra c'è il torrente e a sinistra una bacheca della pro loco.
Più avanti usciamo dal bosco e passiamo sotto i cavi dell'alta tensione. Qui ci sono altri 3 tavoli e panche e una fontana che butta un esile filo d'acqua. In alto a destra vediamo i cavi della funivia.
Sulla destra c'è una stradina segnalata da una freccia bianca che porta a guadare il torrente. La ignoriamo in quanto si tratta di un percorso MTB che retrocede poi sull'altro versante del torrente. Continuiamo invece diritto con un piccolo sentiero.
Percorso un tratto tra i cespugli rientriamo nel bosco e, volgendo le spalle al torrente, saliamo ripidamente a sinistra.
La salita termina quasi subito, ignoriamo un sentiero sulla destra in discesa e continuiamo quasi in piano immettendoci su di una sterrata con la quale continuiamo verso destra.

Superiamo un rivolo che passa intubato sotto la strada.
Poco dopo raggiungiamo un'area di sosta con una fontana, un tavolone e relative panche (m. 940).
La stradina prosegue in salita su fondo in cemento; possiamo prendere una scorciatoia tra i prati che la taglia prima a sinistra e poi a destra.
Tornati su fondo sterrato, ignoriamo una stradina sulla sinistra e arriviamo ad un ponticello con delle transenne di colore verde.
Anche dopo il ponte c'è una stradina sulla sinistra ma continuiamo diritto come indicano una freccia gialla e la scritta Artavaggio.
Raggiungiamo una piccola radura e continuiamo sulla sinistra con un sentiero che poco dopo si sdoppia.
E' indifferente prendere l'una o l'altra direzione in quanto poco dopo i due rami si ricongiungono.
Entriamo nel bosco e ci avviciniamo al torrente nel quale vediamo scorrere solo un filo d'acqua.
Ora la pendenza aumenta. Superiamo i cavi di due teleferiche, uno dei quali passa accanto al sentiero ad altezza d'uomo.
Superata una rudimentale panca fatta con una vecchia traversina ferroviaria, raggiungiamo un masso sul quale c'è la scritta "Bocia" e una freccia di colore verde nella nostra direzione di marcia (m. 1045).
Troviamo un'altra panca-traversina che precede di poco un masso con una scritta di colore azzurro che indica il Rifugio Cazzaniga.
Percorriamo un tratto quasi in piano e poi saliamo con alcuni ripidi tornanti allontanandoci dal torrente.

Dopo un tratto con minore pendenza troviamo su un sasso la scritta Ca Rov. e una freccia che indica a destra un poco evidente sentiero (m. 1110).
Quasi in piano scavalchiamo il letto di un torrentello asciutto e riprendiamo a salire abbastanza ripidamente poi, con minore pendenza raggiungiamo un'altra panca-traversina.
Dopo un tratto abbastanza ripido ne troviamo un'altra. Ai lati del sentiero ci sono alcuni grossi massi.
Infine raggiungiamo il sentiero n. 24 (bandierine di colore rosso bianco giallo) che arriva da sinistra (m. 1215) con il quale continuiamo fino alla meta.

Tempo impiegato: ore 2.15 - Dislivello: m. 765
Data escursione: ottobre 2007
 
Settimo itinerario: da Reggetto (fraz. di Vedeseta), segnavia 150
Con la statale 470 della Val Brembana arriviamo fino a S. Giovanni Bianco dove imbocchiamo sulla sinistra la provinciale 25 della Val Taleggio.
Il primo tratto è assai pittoresco e sembra scavato nella roccia. Superiamo poi Sottochiesa e Taleggio e arriviamo a Vedeseta dove prendiamo la strada che inizia sulla destra accanto alla chiesa e con la quale raggiungiamo la frazione di Reggetto.

In alternativa possiamo arrivare qui anche dalla Valsassina con la strada che transita per il Culmine S. Pietro.
Dalla provinciale 62 della Valsassina, imbocchiamo la provinciale 64 che sale a Moggio e al Culmine. Proseguiamo poi scendendo in Val Taleggio (la strada è diventata ora la provinciale 25) e arriviamo a Vedeseta dove, accanto alla chiesa, giriamo a sinistra e saliamo a Reggetto.

Parcheggiamo la macchina accanto al lavatoio con una fresca fontana, situato nel centro del piccolo abitato (m. 960).
Alla destra del lavatoio alcuni segnavia a bandierina indicano davanti: i percorsi n. 150-152, la Torre degli Alpini e la Madonna delle Cime; dietro: Salzana.
Ci incamminiamo in leggera salita lungo la strada asfaltata con una fila di case alla sinistra e alberi e prati sull'altro lato.

Dopo circa duecento metri arriviamo ad un bivio (m. 980) dove troviamo una vecchia vasca, datata 1700, sulla quale vediamo una piccola freccia blu che punta a sinistra. Prendiamo invece la sterrata sulla destra che inizia con una breve salita.
Continuiamo poi in leggera discesa tra due file di alberi e prati.
Vediamo una freccia bianca e un bollo rosso su di un palo poi, dopo una curva a sinistra, altri segnavia bianco rossi.
Subito dopo ignoriamo una stradina che si stacca sulla destra, andiamo diritto in salita e vediamo un segnavia a bandierina con il n. 150. In basso a destra ci sono due vecchie baite in un prato. Alcune canaline in cemento per lo scolo dell'acqua attraversano la stradina.
Superata una curva a sinistra percorriamo un tratto in piano e poi riprendiamo a salire (m. 995).
Sulla destra una stradina chiusa conduce verso un rudere nel bosco.
Troviamo poi sulla destra una costruzione in cattive condizioni e un segnavia 150.
In alto a sinistra c'è un'altra casa e una stradina vi sale a raggiungerla (m. 1005).
Una catena alla destra chiude l'accesso ad un prato.
Poi quasi in piano raggiungiamo uno slargo dove ignoriamo una stradina che retrocede verso sinistra.

Tra prati e alberi arriviamo a Vaccareggia. La sterrata aggira la prima casa piegando a destra e passando accanto ad una vasca e ad un grande cippo detto "Terminù" che segnava il confine tra la Repubblica di Venezia e il Ducato di Milano (m. 1020).
Percorriamo alcune curve e lasciamo a destra un'altra abitazione poi iniziamo a scendere. Ora le canaline di scolo sono in metallo.
Entriamo nel bosco. Alla destra tra due pietre si stacca un sentiero che retrocede verso l'ultima casa.
Percorriamo un tratto in piano dove la stradina è rinforzata ai lati per evitare possibili smottamenti.
Poi in leggera discesa raggiungiamo il torrente della Valle dello Zucco e lo superiamo con un ponte in cemento. Alla sinistra c'è un altro ponticello in ferro (m. 1005).
Vediamo un altro bollo bianco rosso e riprendiamo a salire.
All'esterno di un tornante sinistrorso troviamo un cancello (m. 1010) seguito da una rete metallica che fa da recinzione ad un prato.

Alla fine della salita termina anche la stradina. Davanti abbiamo un prato in mezzo al quale è situata una vecchia cascina (m. 1025).
Pieghiamo a sinistra, mantenendoci al margine del prato e camminando senza sentiero né segnavia.
Passiamo accanto ad una vecchia vasca da bagno riciclata come abbeveratoio e, giunti in fondo al prato, rientriamo nel bosco e ritroviamo il sentiero che procede in leggera salita accompagnato dai bolli rossi.

Poi in salita percorriamo quattro tornanti ravvicinati, sinistra-destra. Vediamo un segnavia con il n. 150 e un rudere in un prato alla sinistra (m. 1065).
Proseguiamo in leggera salita nel bosco che alterna gruppi di faggi e di betulle.
Percorriamo pochi passi con il sentiero incassato nel terreno circostante. Poi, in piano, vediamo un rudere in basso a destra. Il sottobosco ci regala una splendida fioritura di campanelle.
Sulla destra troviamo un altro rudere. Poi, camminando in leggera salita, ne raggiungiamo un altro ancora; questo reca la scritta 1868 (m. 1110).

Qui il sentiero gira a destra e poco dopo si biforca. Seguendo un bollo rosso andiamo a destra e poco dopo ci immettiamo su di un altro sentiero. Su un sasso vediamo delle scritte in rosso che indicano a destra in discesa Sottochiesa e Pizzino. Andiamo invece a sinistra.
Poco dopo ad un bivio seguendo i bolli rossi andiamo ancora a sinistra in modo abbastanza ripido (m. 1130). Poi la pendenza diminuisce un poco.
Un sentiero esce alla destra e con pendenza minore compie un tornante e poi rientra.
Dopo una curva a sinistra la pendenza diminuisce (m. 1160).
Ad una biforcazione, seguendo i bolli, andiamo a destra (m. 1175).

Raggiungiamo alcune costruzioni: una cascina, un baitello e una pensana. C'è anche un barbecue (m. 1205).
Il sentiero gira a sinistra passando dietro alla pensana e prosegue tra prati, cespugli, mughi, alcuni faggi e betulle fino ad un appostamento per la caccia dove troviamo un gabbiotto di colore verde e alcune altane (m. 1220).
Proseguiamo dapprima in leggera discesa e poi quasi in piano con un muretto di pietre alla destra. In questo punto ci troviamo su un crinale tra due prati che degradano leggermente ai lati.
Poi camminiamo in leggera discesa con le pietre da entrambi i lati.
Quando torniamo in piano, una freccia ci invita a spostarci nel prato, alla destra del muretto.
In leggera salita passiamo tra tre ruderi sulla sinistra e uno alla destra.
In piano raggiungiamo un bosco. Troviamo il sentiero sulla sinistra chiuso da un nastro e pertanto andiamo a destra.

Vediamo poi il segnavia 150 e la scritta Artavaggio che indicano dietro di noi il vecchio sentiero chiuso e andiamo avanti con una stradina che, dopo un centinaio di metri in salita, si immette su una sterrata di recente costruzione (m. 1235).
Non vedendo bolli, seguiamo la sterrata in leggera salita verso sinistra. Sul lato destro, in due punti, ci sono delle grandi pietre messe a rinforzo.
Percorriamo un tornante destrorso (m. 1255) e proseguiamo con un lungo tratto nel quale alla sinistra ci sono ancora le grosse pietre e alla destra un guard-rail.
In seguito, presso una curva a sinistra, terminano prima il guard-rail e poi il muro (m. 1295).

Poco prima di arrivare ad un tornante sinistrorso vediamo sulla sinistra quello che sembra il solco di un rivolo. Notiamo però che è accompagnato dai bolli bianco rossi e pertanto lo seguiamo in salita tra prati e qualche albero (m. 1320).
Lasciamo a destra una vecchia casa (m. 1330) e proseguiamo su tracce di sentiero seguendo i bolli. Alla destra è ben visibile il Monte Sodadura.
Ritroviamo la sterrata che arriva da destra, la attraversiamo e proseguiamo in salita tra l'erba con un piccolo sentiero (m. 1355).
Raggiungiamo una bella faggeta e la costeggiamo sulla sinistra (m. 1365) mentre più in basso vediamo la sterrata compiere un tornante destrorso al cui interno c'è una pozza.

Raggiunta nuovamente la sterrata, che qui arriva dalla sinistra, la attraversiamo e, seguendo i bolli, proseguiamo nei prati (m. 1385). La strada ci accompagna più in basso sulla destra e in lontananza cominciamo a vedere l'Albergo Sciatori ai Piani di Artavaggio.
Più avanti, alla sinistra del piccolo sentiero, notiamo tra l'erba un cippo a ricordo di un bambino colpito da un fulmine nel lontano 1924 (m. 1420).
Proseguiamo tenendo d'occhio i bolli e torniamo a vedere l'Albergo Sciatori.

Giunti davanti ad una depressione, il sentiero anziché scendere piega a sinistra e in piano raggiungiamo un ometto. Alla destra, parallela e poco più in basso, scorre la sterrata.
Troviamo poi un altro ometto, seguito da un rudere alla sinistra e ci immettiamo sulla sterrata (m. 1420).
La attraversiamo e, passando accanto ad un altro ometto, riprendiamo il sentiero in salita tra erba e cespugli.

Poi, camminando in piano, ci riportiamo sulla sterrata che qui arriva dalla sinistra (m. 1440).
Non vediamo più i bolli e quindi in leggera salita seguiamo la strada verso destra.
Più avanti ci rendiamo conto che il sentiero segue parallelo alla nostra sinistra un poco più in alto e pertanto tra l'erba lo raggiungiamo.
In basso a destra vediamo un gruppo di ruderi, una pensana e una vasca di pietra (m. 1490).
Passiamo accanto ad un rudere sulle cui pareti leggiamo il segnavia n. 150 (m. 1505).
Ora il sentiero sale tra l'erba. In basso a destra vediamo una vasca e la sterrata che compie un tornante sinistrorso.
Attraversiamo nuovamente la sterrata che arriva dalla destra e proseguiamo con il sentiero in salita tra l'erba (m. 1515).
Torniamo a vedere l'Albergo Sciatori che, con la sua mole, è un ottimo punto di riferimento per identificare i Piani di Artavaggio (m. 1540).

Poi ci immettiamo nuovamente e definitivamente sulla sterrata e la seguiamo in piano verso destra. Nei prati, più in alto a sinistra vediamo un baitello.
Dopo pochi metri in salita con il fondo in cemento, proseguiamo con poca pendenza su sterrato (m. 1550).
Quasi in piano percorriamo una curva a sinistra mentre un ruscello la attraversa passandole sotto (m. 1565).
Continuiamo in leggera salita e davanti vediamo l'ex Rifugio Aurora.
Più avanti percorriamo una curva a destra con un rivolo che attraversa la stradina (m. 1580).
Continuiamo con il fondo in cemento e con un muretto alla sinistra.
Terminati entrambi, proseguiamo in piano. Dopo una curva a sinistra il muretto ci accompagna ancora. Davanti ora è ben visibile l'ormai vicino Albergo Sciatori.
Percorriamo un breve tratto in leggera salita seguito da uno quasi in piano, poi in salita attraversiamo un rado boschetto (m. 1610).
Dopo un altro breve tratto con il fondo in cemento, continuiamo su sterrato dapprima quasi in piano e poi in leggera salita.

Raggiungiamo una stanga che troviamo aperta. (m. 1630). Un cartello segnala il divieto di transito agli automezzi. Davanti c'è uno stagno e alla destra l'Albergo Sciatori. Poco più avanti sono ben visibili sulla sinistra il Rifugio Sassi Castelli e davanti il Rifugio Casari.
Aggirato lo stagno incontriamo la sterrata descritta nel primo itinerario che arriva dalla sinistra. Proseguiamo diritto, poi pieghiamo a destra e raggiungiamo l'edificio della ex scuola di sci, ora adibito a punto di riferimento per il soccorso alpino accanto al quale si stacca sulla destra la stradina con la quale raggiungiamo il Rifugio Casari.

Tempo impiegato: ore 2.25 - Dislivello: m. 710-30
Data escursione: marzo 2012
 
Ottavo itinerario: da Avolasio (fraz. di Vedeseta), segnavia 151
Con la statale 470 della Val Brembana arriviamo fino a S. Giovanni Bianco dove imbocchiamo sulla sinistra la provinciale 25 della Val Taleggio.
Il primo tratto è assai pittoresco e sembra scavato nella roccia. Superiamo poi Sottochiesa, Taleggio, Vedeseta e raggiungiamo Avolasio.

In alternativa possiamo arrivare qui anche dalla Valsassina con la strada che transita per il Culmine S. Pietro.
Dalla provinciale 62 della Valsassina, imbocchiamo la provinciale 64 che sale a Moggio e al Culmine. Proseguiamo poi scendendo in Val Taleggio (la strada è diventata ora la provinciale 25). Il primo borgo che incontriamo è Avolasio (Frazione di Vedeseta).

Ad Avolasio lasciamo la provinciale, girando a destra se arriviamo dalla Val Brembana oppure a sinistra se veniamo dalla Valsassina, per prendere una strada in fondo alla quale vediamo la chiesa dedicata a Santa Maria della Neve.
Non raggiungiamo però la chiesa perché la strada gira prima verso destra.
Continuiamo per un centinaio di metri fino a trovare alla sinistra il piccolo parcheggio con quattro posti auto nel quale lasciamo la nostra vettura (m. 1065).

Poco dopo, sempre alla sinistra, prende avvio la sterrata che dobbiamo percorrere all'inizio della quale i segnavia indicano: 151, Prato Giugno a ore 0.30, Sella a ore 1, Artavaggio a ore 2.30. Un cartello segnala che si tratta di una strada agro-silvo-pastorale con divieto di transito ai veicoli.
In leggera salita passiamo sotto ad un cavo e cominciamo a trovare delle canaline di ferro, di traverso alla strada, per lo scolo dell'acqua. Attorno ci sono dei prati. Davanti torniamo a vedere la chiesa.
In salita percorriamo un tornante destrorso, molto ampio e con il fondo in cemento (m. 1075).
Continuiamo attorniati dagli alberi.

All'esterno di una curva verso sinistra troviamo una costruzione con tre vasche nelle quali scorre dell'acqua che poi attraversa la strada. Ignoriamo un sentiero che si stacca alla destra (m. 1090).
Dopo il tornante la strada prosegue in leggera salita, con il fondo sterrato e per un breve tratto è attorniata da prati.
Lasciamo a destra dei ruderi e continuiamo nel bosco.
Superiamo una semicurva verso destra (m. 1100).
Proseguiamo con il fondo in cemento.
Troviamo una stanga marrone aperta.

Subito dopo, presso un tornante sinistrorso, un torrente passa sotto alla strada (m. 1110).
Vediamo un bollo bianco-rosso e continuiamo in salita.
Per un tratto alla destra ci accompagna un muro di pietre e cemento.
Terminato il muro, superiamo una semicurva verso destra su sterrato (m. 1120).
Poco dopo torniamo a camminare su cemento (m. 1125).
Superiamo un'altra semicurva verso destra.

Con un guard-rail alla sinistra raggiungiamo un tornante destrorso e continuiamo su sterrato con un muro di pietre all'esterno. Un cartello informa che le opere sono state realizzate con il contributo del "Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale" (m. 1145).
Subito percorriamo un tornante sinistrorso e proseguiamo con il fondo in cemento.
Su di un albero alla sinistra vediamo due bolli bianco-rossi (m. 1160).
Le canaline per lo scolo dell'acqua, di traverso alla strada, ora sono di legno.

Vediamo un bollo rosso-bianco-rosso e superiamo una semicura verso destra molto ampia (m. 1180).
Percorriamo una semicurva verso sinistra e una serpentina appena accennata destra-sinistra (m. 1190). Di tanto in tanto vediamo un bollo bianco-rosso.
Superiamo una semicurva verso destra (m. 1205).
Troviamo una canalina di ferro di traverso alla strada (m. 1215).

Alla destra si stacca una mulattiera che consente di accorciare un lungo tornante della strada (m. 1230). Prendiamo la mulattiera nel bosco lasciando a destra una vasca (al ritorno invece abbiamo seguito la strada).
Poco dopo un cartello segnala la presenza di un capanno fisso per la caccia. A lato della mulattiera scorre un tubo nero.
Tra gli alberi, in basso alla sinistra, riusciamo a scorgere la strada (m. 1250).
Superiamo due semicurve destra-sinistra (m. 1255).
Ora alla destra ci sono pochi alberi e i pascoli di Prato Giugno. In alto a destra vediamo alcune case. Continuiamo con poca pendenza su stradina inerbita.
Proseguiamo attorniato da prati e lasciamo a destra una stalla e due baitelli (m. 1265).
Con un ampio tornante destrorso passiamo tra alcuni ruderi.

Sbuchiamo in un prato e riprendiamo la strada che qui arriva quasi in piano sterrata e prosegue in salita con il fondo in cemento (m. 1270).
Lasciamo a destra una stalla con i bolli e superiamo una canalina di legno di traverso alla strada.
Proseguiamo con un fondo di pietre cementate, disegnando una semicurva verso sinistra molto ampia, con il bosco alla sinistra e pascoli alla destra mentre davanti vediamo una casa cinta da una staccionata.
Percorriamo un tornante destrorso e continuiamo su sterrato in leggera salita (m. 1290). Da questo punto le canaline per lo scolo dell'acqua, di traverso alla strada, sono di ferro.

All'esterno di un tornante sinistrorso molto ampio troviamo una baita. Su un cartello leggiamo: "loc. Medile" (m. 1300).
Lasciamo a destra una sterrata inerbita che si dirige verso un'altra baita.
Anche alla sinistra troviamo una baita accanto alla quale c'è un Crocifisso a mezzo busto.
Continuiamo con il bosco alla sinistra e prati alla destra.

Percorriamo una curva verso sinistra e proseguiamo tra gli alberi (m. 1315).
Poco dopo alla sinistra, in loc. Riva Maffè, troviamo una baita in fase di ristrutturazione.
Continuiamo in salita con il fondo in cemento.

Presso un tornante destrorso, una sterrata si stacca alla sinistra. I segnavia indicano, seguendo tornante: 151, Sella a ore 0.20, Crocetta a ore 1, Artavaggio a ore 1.45; a sinistra: Piazzo, Verdusio. Seguiamo il tornante (m. 1335).
Alla sinistra ci accompagna un muro a secco realizzato con grandi pietre. Da questo punto le canaline, di traverso alla strada, per lo scolo dell'acqua, sono di legno.
Il muro diventa un muretto.
Lasciamo a destra un baita attorniata da prati. In basso a destra vediamo una pozza (m. 1345).

Percorriamo un'ampia curva verso sinistra all'esterno della quale, poco sotto, vediamo una baita e una piccola croce (m. 1360).
Da questo punto le canaline, di traverso alla strada, per lo scolo dell'acqua sono di ferro.
Camminiamo quasi in piano con prati alla sinistra e il bosco alla destra (m. 1365).
Superiamo due semicurve destra-sinistra.

Nel prato, poco più in alto alla sinistra, vediamo una cascina.
Continuiamo in salita (m. 1370).
Alla sinistra una sterrata retrocede verso la cascina (m. 1380).
Rientriamo nel bosco. Proseguiamo con pochissima pendenza e con il fondo sterrato.
Superiamo una semicurva verso sinistra.

Percorriamo un tratto in discesa con il fondo in cemento (m. 1395).
Quasi in piano superiamo due semicurve e lasciamo a sinistra uno slargo (m. 1390).
Continuiamo con una curva verso destra. Gli alberi sono più distanti dalla sterrata.
Percorriamo un tornante sinistrorso all'interno del quale si stacca una stradina chiusa da una sbarra.
Superiamo un breve tratto in discesa.

Quasi in piano rientriamo nel bosco e superiamo due semicurve destra-sinistra.
Dopo pochi passi in leggera salita e in leggera discesa, proseguiamo in lievissima salita con il bosco alla sinistra e prati che scendono verso destra.
Quasi in piano percorriamo una curva verso destra molto ampia attorniati da prati e qualche albero.
In loc. Prato della Tona veniamo avvolti da un banco di nebbia e a malapena distinguiamo una cascina alla destra.

In lievissima discesa, mentre percorriamo una curva molto ampia verso sinistra, passiamo tra un baitello con il segnavia 151 a bandierina alla sinistra e una baita in fase di ristrutturazione alla destra.
Dopo un breve tratto quasi in piano, in leggera salita superiamo una semicurva verso sinistra molto ampia (m. 1385).
Lasciamo a sinistra una vecchia vasca da bagno riciclata come abbeveratoio.
Proseguiamo in leggera discesa. Ora le canaline per lo scolo dell'acqua, di traverso alla strada, sono in cemento.

Alla sinistra troviamo gli edifici della Cascina Sella (m. 1380).
Superiamo una semicurva verso sinistra e proseguiamo in discesa attorniati dai prati.

Raggiungiamo il Roccolo Sella. Ignoriamo la sterrata alla destra e proseguiamo diritto in leggera salita (m. 1370).
Passiamo tra due paletti di legno e continuiamo con il fondo in cemento e con il roccolo alla destra.
Proseguiamo in salita, attorniati da prati e radi alberi, con due semicurve sinistra-destra seguite da un'ampia curva verso sinistra.
Terminati gli alberi, lasciamo a sinistra un baitello.

Subito percorriamo un tornante destrorso all'esterno del quale troviamo una cascina davanti alla quale c'è un'altalena (m. 1405).
Continuiamo tra prati e qualche albero.
Superiamo una semicurva verso sinistra (m. 1415).
Ora camminiamo su pietre cementate, con alberelli alla sinistra (m. 1420).

In leggera salita rientriamo nel bosco e, dopo pochi passi, la strada torna ad essere sterrata (m. 1430).
Lasciamo a destra un piccolo slargo e continuiamo quasi in piano (m. 1435).
Dopo una serie di serpentine appena accennate, percorriamo una curva verso sinistra (m. 1455).
Due rocce affiorano dal terreno, una per parte. Continuiamo in salita tra alberi e alberelli.
Lasciamo a destra uno slargo (m. 1460).

Su di un cartello di legno, una scritta in rosso e delle frecce indicano, davanti: Zucco Maesimo; dietro: Sella.
Proseguiamo con il bosco alla destra della strada mentre dall'altro lato gli alberi sono meno vicini.
Presso una curva verso sinistra, poco sotto alla destra vediamo una casa (m. 1475).
Superiamo una semicurva verso destra all'interno della quale si stacca una sterrata chiusa da una stanga verde (m. 1480).
Dopo una semicurva verso sinistra continuiamo tra prati e qualche albero.

Lasciamo a sinistra tre faggi e continuiamo quasi in piano attorniati da prati (m. 1515).
Con poca pendenza percorriamo un tornante sinistrorso.

Poco sotto, alla destra, vediamo un roccolo (m. 1520).
Superiamo una semicurva verso destra.
Ignoriamo una sterrata, chiusa da una stanga, che si stacca alla destra.
Nei prati alla destra c'è una vasca-abbeveratoio.
In basso alla destra vediamo una casa (m. 1525).

Percorriamo una curva verso destra con il fondo in cemento. Alla sinistra c'è una pozza. I segnavia indicano: Cruseta; alla sinistra con un sentiero poco visibile: P.so Culmine S. Pietro a ore 2.40, Maesimo a ore 0.10, Sorg. Acqua del Cop a ore 0.05; seguendo la curva: 151, Artavaggio a ore 0.45, Sorg. Acqua S. Carlo a ore 0.10 (m. 1530).
Continuiamo verso Artavaggio, in salita tra gli alberi, e ricominciamo a trovare delle canaline di legno, di traverso alla strada, per lo scolo dell'acqua.
Un cartello rivolto ai cacciatori segnala una "Zona Alpi A di maggior tutela".
Una roccetta affiora alla destra della strada.
Dopo un breve tratto quasi in piano proseguiamo con poca pendenza (m. 1540).

Superiamo una canalina di ferro per lo scolo dell'acqua e percorriamo una curva verso sinistra quasi in piano. Alla sinistra ci sono tre file sovrapposte di gabbie contenenti pietre allo scopo di impedire smottamenti del terreno. Un cartello segnala che i lavori sono stati effettuati con il contributo del "Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale" (m. 1545).
Poco dopo troviamo altre gabbie, questa volta su due file.
Percorriamo una semicurva verso sinistra, qualche passo su sterrato e continuiamo in leggera discesa con il fondo in cemento. Troviamo altre canaline di ferro.
Proseguiamo su sterrato.
Superiamo una semicurva verso sinistra.

L'acqua della sorgente San Carlo esce da un tubicino alla sinistra e passa sotto alla strada.
Poco dopo percorriamo un'ampia curva verso destra (m. 1540).
In leggera salita, tra alberi e alberelli, superiamo una curva verso sinistra.
Percorriamo una curva verso destra in leggera discesa.
Superiamo una semicurva verso sinistra molto ampia (m. 1530).
Dopo un'altra semicurva verso sinistra continuiamo in leggera salita.
Dopo una semicurva verso destra proseguiamo quasi in piano tra prati e pochi alberi.
Percorriamo un tornante sinistrorso.
Continuiamo in salita.
Con poca pendenza superiamo una curva verso destra.

Raggiungiamo un quadrivio dove troviamo diversi segnavia (m. 1540). Quelli più vecchi indicano:
- a destra; Artavaggio -Funivia- a ore 0.30, Casera Campelli a ore 1.30, Piani di Bobbio a ore 2.45;
- con la prima deviazione a sinistra: Maesimo -area sosta- a ore 0.15, Culmine S. Pietro -perc. alto- a ore 1.40; Culmine S. Pietro -perc. basso-a ore 1.15;
- dietro (perc. 151): Vedeseta a ore 2.30, Avolasio a ore 2, Sella a ore 1.
I segnavia più recenti indicano:
- a destra con la SASP (strada agro-silvo-pastorale) 58: Piani di Artavaggio (Rif. Sassi Castelli - Rif. Casari - Rif. Baita della Luna) a ore 0.40 km. 2.06, Rifugio Nicola a ore 1.10 km. 4.12; Rifugio Cazzaniga Merlini a ore 1.10 km. 4.54;
- con la seconda deviazione a sinistra (SASP 58): Culmine di San Pietro (SP 64 Loc. Campuscedo) a ore 1.30 km. 5,47.
Continuiamo verso destra come già descritto nel primo itinerario.

Tempo impiegato: ore 2.30 - Dislivello: m. 640 -65
Data escursione: ottobre 2021

ESCURSIONI PARTENDO DAL RIFUGIO:
  • al Monte Sodadura (m. 2010) in ore 1.15
  • allo Zuccone Campelli (m. 2159)
  • al Rifugio Sassi Castelli (m. 1650) in ore 0.05
  • al Rifugio Baita della Luna (m. 1650) in ore 0.05
  • al Rifugio Aurora (m. 1742) in ore 0.15
  • al Rifugio Nicola (m. 1870) in ore 0.40
  • al Rifugio Cazzaniga-Merlini (m. 1889) in ore 0.50
  • ai Piani di Bobbio (m. 1662) in ore 2.40





Dati del Rifugio Casari

Altezza:
m. 1640
Gruppo:
Valsassina
Ubicazione:
Piani d'Artavaggio
Comune:
Moggio - LC
Carta Kompass:
105 C6
Coordinate Geo:
45°56'02.80"N
9°31'53.00"E
Gestore:
Giacomo Galizzi
Telefono gestore:
338 967969
Telefono rifugio:
0341 996552
Posti letto:
24
Apertura:
tutto l'anno
Pagina aggiornata
il: 25/10/2021
Il Rifugio Casari in versione estiva Il Rifugio Casari in versione invernale Primo itinerario - I segnavi all'inizio della sterrata La Madonnina dai riccioli d'oro Una fontana Laghetto Mucca di razza Highlander Settimo itinerario - Reggetto Una cascina Tornanti con il Sodadura sulla sfondo Ottavo itinerario - La chiesa di Avolasio Baite e stalle a Prato Giugno Ruderi a Prato Giugno Riprendiamo la strada Loc. Medile Crocifisso Una baita La Cascina Sella Il Roccolo Sella Una cascina con un'altalena Un tratto di strada nel bosco Il rifugio e il M. Sodadura La chiesetta di Artavaggio e il M. Sodadura

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