Rifugio Baita Adamè

La Baita Adamè è situata nel mezzo dell'omonima valle, percorsa dal Torrente Poia e chiusa sul fondo dalle propaggini meridionali del ghiacciaio Pian di Neve nel gruppo dell'Adamello, dal Corno Adamè (m. 3275), dal Monte Fumo (m. 3418) e dalla Cima delle Levade (m. 3273).

Lasciamo la statale 42 della Valle Camonica al km. 98,2, tra Breno ed Edolo, per prendere la strada che conduce a Cedegolo (cartello Cedegolo km. 4).
Percorrendo le vie di Cedegolo incontriamo sulla destra due strade che risalgono la Val Saviore.
Prendiamo la prima in quanto più breve. Superiamo Andrista e arriviamo a Fresine.
La seconda strada invece fa un giro più lungo che passa per Cevo; poi al bivio dopo il benzinaio bisogna scendere a destra verso Fresine.
In entrambi i casi proseguiamo per Valle e ne attraversiamo l'abitato.
La strada continua poi, sempre asfaltata ma più stretta e senza guardrail.
Superiamo la località Rasega e successivamente il Rifugio (bar-pizzeria) Stella Alpina (m. 1320).
Continuiamo in salita con stretti tornanti, che in molti casi richiedono una doppia manovra, e arriviamo alla Malga Lincino.

Possiamo parcheggiare ai bordi della strada oppure, se non c'è spazio a sufficienza, proseguire per altri 400 metri fino al termine dell'asfalto dove troviamo la stazione a valle della teleferica di servizio al Rifugio Lissone e spazio per diverse autovetture (m. 1620).
Il sentiero n. 15 che dovremo percorrere parte, sulla destra, alla curva precedente la malga (m. 1600). I segnavia indicano il Rifugio Lissone a ore 1 e la Baita Adamè a ore 1.40. Ricordo che al primo mattino è interamente in ombra mentre nelle ore successive è completamente esposto al sole.

Ci incamminiamo in salita. Dopo pochi passi in un prato alla sinistra di un torrente, che troviamo in secca, quasi in piano lo attraversiamo.
Proseguiamo in leggera salita tra l'erba passando sotto tre cavi della corrente.
Alla destra scorre il torrente e un cartello segnala il pericolo di piene improvvise (m. 1610).
Vediamo il segnavia 15 a bandierina. Continuiamo in salita, camminando sotto ai cavi, tra erba e alcuni alberi di conifere, avvicinandoci alla parete rocciosa che dovremo risalire: le "Scale dell'Adamè".

Iniziamo a salire con un ampio e roccioso sentiero. Ben presto la pendenza aumenta.
Percorriamo una curva a sinistra seguita da un tornante destrorso (m. 1635).
Passiamo sotto i rami di una solitaria betulla. Poco dopo alla sinistra troviamo una verticale parete di roccia.
Superiamo due tornanti sinistra-destra (m. 1650).
Alla destra troviamo delle protezioni di legno che terminano al successivo tornante sinistrorso (m. 1655).
Dopo il seguente tornante destrorso le protezioni riprendono.
Con poca pendenza percorriamo un ampio tornante sinistrorso oltre il quale torniamo a salire (m. 1660).
Superato un tornante destrorso, troviamo il primo tronchetto fissato alla roccia per formare un gradino.
Proseguiamo con due zig-zag destra-sinistra agevolati da altri due tronchetti-gradino.
Dopo un tornante sinistrorso, alla sinistra ci sono delle protezioni e alla destra una roccia.
Superiamo un ampio tornante destrorso (m. 1685).

Iniziano ora dei tornantini ravvicinati, con dei parapetti di legno che proteggono verso valle.
Saliamo in modo abbastanza ripido e, dopo tre tornanti percorriamo un tratto con poca pendenza.
Riprendiamo poi a salire e percorriamo due tornanti destra-sinistra (m. 1700).
Poi con minore pendenza arriviamo ad un tornante sinistrorso oltre il quale riprendiamo a salire con delle protezioni alla sinistra.

In leggera salita passiamo sotto le chiome di un pino (m. 1715).
Riprendiamo a salire attorniati da alcuni alberi e passiamo sotto ai tre cavi della corrente.
Dopo un tornante destrorso e pochi passi quasi in piano, ne percorriamo uno sinistrorso e torniamo a salire.
Superiamo un tornante destrorso e poi saliamo con alcuni rudimentali gradini di pietra (m. 1740).
Quasi in piano transitiamo nuovamente sotto ai cavi. Alla destra ci sono le protezioni a valle.

Torniamo a salire agevolati da altri rudimentali gradini di pietra.
Percorriamo un ampio tornante sinistrorso oltre il quale i gradini terminano.
Al successivo tornante sinistrorso anche le protezioni alla destra terminano per cominciare alla sinistra. Alla destra invece c'è una roccia.
Continuiamo con un tornante destrorso e con protezioni alla destra (m. 1760) che terminano al successivo tornante destrorso (m. 1770).
Proseguiamo con poca pendenza e, dopo un ampio tornante destrorso, torniamo a salire (m. 1780).
Percorriamo un tratto in leggera salita con le protezioni alla destra e subito dopo riprendiamo a salire agevolati da alcuni rudimentali gradini (1785).

Continuiamo con delle protezioni alla destra. Camminiamo su di una lastra di roccia obliqua alla quale sono stati fissati come gradini sei piccoli tronchi (m. 1795).
Le protezioni terminano al successivo tornante sinistrorso.
Dopo un altro tornante sinistrorso continuiamo quasi in piano, vediamo un segnavia 15 a bandierina e ripassiamo sotto ai tre cavi (m. 1815).
Torniamo a salire e percorriamo un tornante destrorso (m. 1830).
Ne percorriamo poi altri due sinistra-destra passando per due volte sotto ai cavi (m. 1840).
La pendenza aumenta ma, superato un tornante sinistrorso, torna come prima.
Poco dopo ritroviamo le protezioni alla sinistra che terminano dopo il successivo tornante destrorso (m. 1860).
Ora saliamo in modo abbastanza ripido e ripassiamo sotto ai soliti tre cavi.
Superato un tornante sinistrorso la pendenza diminuisce un poco (m. 1885).
Al successivo tornante destrorso per due volte transitiamo sotto ai cavi. Ora la vegetazione e gli alberi sono meno radi.
Superiamo altri due tornanti sinistra-destra (m. 1900).
Al successivo tornante sinistrorso vediamo il segnavia 15 su di un masso. Percorriamo pochi passi con minore pendenza e subito riprendiamo a salire con due zig-zag destra-sinistra.

Saliamo cinque gradini realizzati con tronchetti di legno piallato (m. 1920).
Poco dopo ne troviamo altri due, che precedono una curva a destra.
Poi giriamo a sinistra, e dopo un tratto quasi in piano torniamo a salire con due zig-zag destra-sinistra (m. 1930).
Quasi in piano percorriamo due curve destra-sinistra passando sotto ai cavi della funivia (m. 1940).
Poi in salita, camminando tra alberelli e cespugli, percorriamo un ampio tornante destrorso. Vediamo il segnavia 15 su di una pietra (m. 1950).
Proseguiamo con alcune serpentine camminando sulle pietre di una bella mulattiera.
Superiamo un tornante sinistrorso (m. 1965).
Lo spazio si allarga. Prima di arrivare ad un tornante destrorso il percorso si divide e subito torna ad unirsi.
Proseguiamo con delle serpentine e poi con due tornanti destra-sinistra (m. 2000).

Con un ultimo tornante destrorso arriviamo in cima alle "scale". Una freccia rossa con due punte indica le due direzioni: destra e dietro (m. 2010).
Proseguiamo in piano con una parete di roccia alla sinistra e delle protezioni alla destra formate da paletti di ferro che reggono tre cavi.
Alla sinistra troviamo una targa che ricorda quattro giovani rimasti vittime di una slavina sul canalino del Castellaccio. Subito dopo una scritta in bianco sulla parete indica la "Via Loreto".
Dopo un paio di curve sinistra-destra raggiungiamo la stazione di arrivo della teleferica.
Poi giriamo ancora a sinistra e passiamo accanto ad una cabina Enel.

Arriviamo alla diga che chiude a valle un laghetto oltre il quale vediamo il Rifugio Lissone.
Costeggiamo il laghetto. Passiamo su di un ponticello sotto al quale, dentro un tubo, scorre un ruscello.
Per passare sull'altra sponda del lago e arrivare al Rifugio Lissone, per i più intraprendenti è a disposizione un ponte tibetano fatto di sole corde. Naturalmente è molto più semplice utilizzare un normale ponte in ferro e cemento con il quale, alla fine del lago, è possibile attraversare il suo immissario: il Torrente Poia (o Poglia). Noi invece proseguiamo diritto addentrandoci nella lunga, bella e selvaggia Valle Adamè.

I segnavia indicano di fronte a noi con il sentiero n. 1: Baita Adamè a ore 0.50, Rifugio Prudenzini a ore 4.45, Rifugio Val di Fumo a ore 3.30, Rifugio Val di Fumo per il Passo della Porta a ore 6, Bivacco Passo Salarno a ore 4.30, Bivacco Baroni a ore 3.15, Rifugio Lobbie a ore 6.45; mentre passando il ponte alla nostra destra con il sentiero n. 1: Lago d'Arno a ore 3.30, ferrata al Corno di Grevo a ore 1, Rifugio Maria e Franco al Passo Dernal a ore 5, Passo Ignaga a ore 2.30, Passo di Campo a ore 3.30; e con il sentiero n. 24: Forcel Rosso a ore 1.30, Bissina a ore 3.30, Rifugio Val di Fumo a ore 4.

Passiamo accanto alla piazzola per l'elicottero e ci incamminiamo con un ampio sentiero sul lato sinistro della valle, al centro della quale il Torrente Poia si adagia facendo varie giravolte.
Camminiamo tra cespugli, alberelli e alcuni massi mentre attorno al torrente c'è solo erba.
In piano raggiungiamo la Malga Adamè, attorno alla quale pascolano liberamente mucche, cavalli e maiali mentre le capre sono chiuse in un recinto. Da un cartello apprendiamo che si vendono formaggi e ricotte.
Poi iniziamo a salire in modo quasi impercettibile con un sentiero che si allontana dal torrente.
Scavalchiamo un rivolo e poi, quasi in piano, un altro.

Aggiriamo un dosso roccioso verso destra, in leggera salita (m. 2035).
Lasciamo poi a destra un grande masso sul quale una scritta e una freccia indicano la Baita Adamè (m. 2045). Troviamo anche un altro masso piatto come un tavolo.
Proseguiamo quasi in piano tra erba e poche pietre (m. 2050).
Poi torniamo a camminare tra massi e pietre sparse, riavvicinandoci al Torrente Poia.
Per un po' camminiamo su di una mulattiera, con il fondo di pietre sconnesse, terminata la quale aggiriamo un masso situato nel mezzo del sentiero (m. 2080).
Torniamo a salire tra massi, pietre e ciuffi d'erba.
Dopo pochi passi in leggera discesa, continuiamo quasi in piano tra erba e alcuni cespugli di rododendro. Qui il torrente è un po' distante ma poi si riavvicina.

Il torrente nuovamente si allontana dal sentiero. Camminiamo tra erba e pietre. Attraversiamo una zona acquitrinosa.
Poi il torrente si riavvicina e comunque continua con i suoi meandri mentre alla destra, accanto al sentiero, scorre un ruscelletto che più avanti attraversiamo (m. 2085).
Camminando tra pietre ed erba passiamo accanto ad un'ansa del Poia mentre davanti cominciamo a vedere la Baita Adamè.
Riprendiamo a camminare dapprima tra erba, rododendri e pietre e poi solo tra l'erba. Qui il sentiero, poco alla volta, col passare del tempo viene eroso dal torrente che gli scorre a lato.
Per un po' lo costeggiamo. Alla sinistra scorre un rivolo.
Proseguiamo poi in leggera salita, tra rododendri, erba e pietre.
Dopo un tratto in salita, quasi in piano, raggiungiamo il rifugio Baita Adamè.

Tempo impiegato: ore 2 - Dislivello: m. 510
Data escursione: agosto 2013

ESCURSIONI PARTENDO DAL RIFUGIO:
  • al Rifugio Prudenzini (m. 2235) in ore 3.45
  • al Passo della Porta (m. 2809) in ore 2.30
  • al Bivacco Passo Salarno/Giannantonj (m. 3168) in ore 3.30
  • al Bivacco Baroni (m. 2800) in ore 2.15
  • al Rifugio Lobbie (m. 3040) in ore 5.45







Dati del Rifugio Baita Adamè

Altezza:
m. 2110
Gruppo:
Val Camonica
Ubicazione:
Valle Adamè
Comune:
Saviore - BS
Carta Kompass:
71 - B5
Coordinate Geo:
46°06'10"N
10°31'09"E
Gestore:
Gruppo Baita Adamè
Telefono gestore:
0364 630105
Telefono rifugio:
333 2039852
Posti letto:
33 +6 loc.inv.
Apertura:
estiva e su richiesta
Pagina aggiornata
il: 18/09/2013
Il Rifugio Baita Adamè Il Rifugio Baita Adamè La Malga Lincino Il Rifugio Lissone e il laghetto Il ponte tibetano sopra al laghetto Il Corno di Grevo La testata della Valle Adamè

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