Bivacco Alpe Vecchio

Il Bivacco Alpe Vecchio è situato ai margini di una radura, sulle pendici dei Pizzoni (m. 1303), cime tra le più panoramiche della Valsolda.

Il bivacco è una solida costruzione in muratura e dispone di 4 posti letto con materassi e coperte. Al suo interno ci sono un camino, della legna da ardere, alcune stoviglie, un tavolino, uno sgabello, una cassetta dei medicinali e una cassetta per le offerte.
Nel portico davanti all'ingresso c'è un tavolone con relative panche. All'aperto ci sono una bella fontana con vasca, l'attrezzatura per il barbecue, un altro tavolo e il gabinetto.

Primo itinerario da Cima di Porlezza (EE)
Con la statale 340 Regina seguiamo il lago di Como fino a Menaggio. All'uscita dalla galleria (km. 32.1) continuiamo, sempre con la statale 340, verso Porlezza e la Svizzera.
Un paio di chilometri dopo Porlezza raggiungiamo la frazione di Cima.
Subito prima del cartello che segnala la fine del paese, prendiamo una strada che sale a destra (indicazione Santuario Nostra Signora della Caravina). Lasciamo a sinistra la deviazione per il santuario e proseguiamo fino al cimitero dove la strada termina in località Campelo (m. 360).

Un cartello indica: Cima 273, Alpe Vecchio 1011, Pradel 853, Porlezza 275, segnavia bollo rosso.
Ci incamminiamo in piano, verso destra tra due recinzioni e alcune case. Il fondo è in mattonelle.
Dopo un centinaio di metri troviamo una stradina a sinistra segnalata da bolli bianco rossi.
Sempre tra due recinzioni iniziamo a salire con questa stradina. Il fondo diventa in cemento.
Raggiunte alcune abitazioni, la pendenza aumenta. La stradina termina poi davanti ad una casa (m. 390).
Continuiamo con un sentiero che ne aggira la recinzione sulla sinistra.
Sul muro vediamo un piccolo cartello con un bollo rosso che indica l'Alpe Vecchio.
A sinistra cominciamo a vedere il Lago di Lugano. I suoi scorci panoramici ci accompagneranno per buona parte del cammino.

Superato un cancelletto, saliamo alcuni gradini di legno. Il percorso qui è pieno di pietre ed arbusti e pertanto ci spostiamo un poco a sinistra in un prato in fondo al quale vediamo alcune stalle.
Torniamo poi sul sentiero e, alla fine della recinzione, raggiungiamo un bivio (m. 430). Un cartello indica l'Alpe Vecchio a sinistra.
Quasi in piano, passiamo accanto ad un casello dell'acquedotto e successivamente alla destra delle stalle.
In leggera salita, superati alcuni alberi, raggiungiamo un altro bivio. Una freccia in metallo arrugginita indica di continuare verso destra.
Saliamo ripidamente con un sentiero che si divide in più tracce seguendo i bolli sui sassi. A sinistra c'è una valletta e a destra il bosco.
Pieghiamo poi a destra tra gli alberi percorrendo un tratto con poca pendenza (m. 510) poi giriamo a sinistra e torniamo a salire ripidamente sul boscoso crinale.
Dopo un'altra curva verso destra, continuiamo a mezza costa, dapprima in leggera salita, poi con maggiore pendenza tra alberelli di nocciolo, avvicinandoci alla montagna (m. 555). Alcune pietre fanno da gradino.

In leggera salita raggiungiamo un punto panoramico allo scoperto (m. 570). Subito però torniamo a salire decisamente, nuovamente tra gli alberi.
Percorriamo alcune serpentine con minore pendenza poi il sentiero torna ad essere ripido.
Lasciato a destra un grande masso (m. 615) continuiamo a zig-zag. Alcune pietre ben sistemate fatto da gradino.
Passiamo sotto un masso, che quasi si sporge in alto a destra e usciamo allo scoperto. In questo punto è visibile giù in basso il parcheggio ove abbiamo lasciato la macchina.
Alcuni gradini ci portano all'attacco di una roccetta che risaliamo, inizialmente aggrappandoci ad una fune metallica, e poi aiutandoci un poco con le mani. (m. 650).

Successivamente il sentiero diventa più agevole ma è sempre ripido.
Percorriamo poi un traverso in piano, un po' esposto. Giriamo a destra, torniamo a salire e raggiungiamo un bivio (m. 670). Seguendo i bolli andiamo a destra mentre l'altro sentiero, accompagnato da un tubo nero, poco più avanti si perde tra l'erba.
Saliamo ripidamente verso alcune rocce che poi lasciamo a destra. Faticosamente, con alcuni tornantini, raggiungiamo un passaggio tra due roccette (m. 695).
In leggera salita, percorriamo una crestina in direzione di una grande roccia.
Ora alla sinistra c'è un bel precipizio ma possiamo far scorrere tra le nostre mani una lunga fune metallica fissata alla parete che ci assicura il cammino. Nel punto che sarebbe il più esposto c'è anche una protezione di ferro verso il vuoto. Possiamo pertanto procedere in sicurezza (m. 710).

In leggera salita passiamo accanto ad una piccola cascata, superiamo una roccetta, e continuiamo tra erba e alberelli.
Poi, presso un ansa della montagna, scavalchiamo il rivolo che origina la cascatella.
Continuiamo sull'altro lato e dopo una curva a destra torniamo a salire. Anche qui alcune pietre fanno da gradino.
Il percorso diventa meno ripido. Camminiamo tra erba, alberelli e roccette affioranti dal terreno.
Successivamente gli alberi aumentano. Raggiungiamo un masso sul quale un segnavia indica di andare a sinistra (m. 765).
Troviamo ancora alcuni gradini in pietra. Poi quasi in piano, superiamo un tratto un po' esposto.
Torniamo a salire a zig-zag tra l'erba.
Superiamo una roccetta, un po' esposta, aiutandoci con alcuni gradini scavati nella stessa e poi continuiamo, ancora a zig-zag, tra l'erba (m. 790).
Con minore pendenza percorriamo un tratto di sentiero bagnato da un rivolo d'acqua.
Raggiunta una grande parete verticale, continuiamo alla sua destra in leggera salita (m. 810).
Arriviamo ad un bivio (m. 825). Il nostro percorso continua a sinistra, mentre sulla destra c'è una sorgente indicata da un cartello ormai scolorito dal tempo. Ci fermiamo un attimo per dissetarci. L'acqua esce da un tubicino al quale sono attaccati un mestolo ed un bicchiere.

Ripreso il cammino, troviamo subito un altro bivio e, seguendo i bolli, andiamo a destra salendo ripidamente tra erba, alberi e massi.
Continuiamo poi nel bosco, in leggera salita, aggirando una valletta. Una fune metallica fa da protezione a destra verso lo scosceso pendio.
Giunti in fondo, ritorniamo sull'altro versante.
Ad un bivio andiamo a sinistra (m. 875); in questo punto il sentiero è incassato nel terreno circostante.
Poi torniamo a salire ripidamente nel fitto bosco.
Tornati allo scoperto ignoriamo un sentiero che sale da destra (m. 940). Qui giriamo a sinistra e proseguiamo in leggera salita fino ad una curva a sinistra, poi continuiamo in piano.
In basso a destra scorre un torrente che, poco dopo, guadiamo presso un ansa della montagna.
Vediamo un cartello, appeso ad un albero, che indica l'Alpe Vecchio a cinque minuti di cammino e continuiamo diritto in salita, ignorando il valloncello a sinistra (m. 975).
Giunti in cima, vi troviamo una radura. Il bivacco è in alto a sinistra.

Tempo impiegato ore 1.45 - Dislivello: m. 651 - Difficoltà: Escursionisti Esperti
Data escursione: aprile 2009
 
Secondo itinerario: da Dasio (sent. 3 barrato +23)
Con la statale 340 Regina seguiamo il Lago di Como fino a Menaggio. All'uscita dalla galleria (km. 32.1) continuiamo, sempre con la statale 340, verso Porlezza e la Svizzera.
Superiamo Porlezza, Cima e Cressogno e poi, al km. 48.5 della statale, prendiamo sulla destra la strada della Valsolda.
Transitiamo dalle località che compongono il Comune di Valsolda: Loggio, Drano, Puria dove a un bivio andiamo a destra, e successivamente arriviamo a Dasio.

A Dasio lasciamo la macchina nel parcheggio sottostante la chiesa, di colore giallo, dedicata a San Bernardino (m. 585).
I segnavia indicano: Dasio m. 580; Alpe Mapel a ore 1.30, Sasso di Monte a ore 1.40, Alpe Noresso a ore 2.30, Passo Stretto a ore 1.20, Alpe Riccola a ore 1.45, Seghebbia a ore 2.50, Rancò a ore 0.30, Forcola a ore 1.45, Alpe di Cima a ore 2.30.
Su di un muro ci sono due cartine della zona. Alla loro destra saliamo dieci gradini oppure prendiamo l'ampia mulattiera acciottolata che inizia in leggera salita accanto ai segnavia.
In entrambi i casi, lasciamo a destra la chiesa e la grande casa nella quale Antonio Fogazzaro scrisse il finale del suo ultimo romanzo: "Leila".

Ad una biforcazione andiamo a destra come indicato dagli stessi segnavia visti al parcheggio e inoltre dal segnavia a bandierina n. 3 barrato, dal segnavia n. 5 e da una freccia (m. 595).
Poi, sempre seguendo i bolli, giriamo a destra e passiamo sotto ad un portico.

Continuando tra le case arriviamo ad un altro bivio (m. 605). I segnavia indicano diritto con Via Leopardi: Alpe Mapel a ore 1.30, Sasso di Monte a ore 1.40, Alpe Noresso a ore 2.30; a destra con Via per Buggiolo: Passo Stretto a ore 1.20, Alpe Riccola a ore 1.45, Seghebbia a ore 2.50, Rancò a ore 0.20/0.30, Forcola a ore 1.45, Alpe di Cima a ore 2.30, Alpe Serte a ore 0.40 (Sent. delle Quattro Valli). Andiamo a destra.
Camminiamo su di un sentiero quasi in piano; alla sinistra c'è un muro di pietre a secco mentre alla destra ci sono alcune case, stalle e una rete metallica.
Al termine dell'abitato, vediamo un altro segnavia 3 barrato e proseguiamo tra gli alberi in leggera discesa.

Poi, con il fondo in cemento, scendiamo verso il Torrente Soldo, accompagnati alla destra da una protezione inizialmente di ferro e poi di legno. Vediamo un bollo bianco-rosso.
Al termine della discesa, giriamo a destra e con un ponticello di legno attraversiamo il torrente (m. 585).

Oltre il ponte, lasciamo il sentiero che prosegue diritto per prenderne un altro alla sinistra all'inizio del quale i segnavia indicano: Sentiero delle Quattro Valli, Ranco a ore 0.20, Alpe Serte a ore 0.40.
Saliamo alla destra del torrente agevolati da gradini di legno. Passiamo accanto ad alcuni massi ed entriamo nel bosco.
Su di un masso vediamo un segnavia a bandierina rosso-bianco-rosso ed uno giallo con il n. 1 mentre su di un albero vediamo il n. 3 barrato (m. 600).
Percorriamo uno zig-zag destra-sinistra. Vediamo vari bolli sui massi e sugli alberi.

Ad una biforcazione, andiamo a destra come indicato da un bollo bianco-rosso (m. 620).
Dopo un tornante destrorso saliamo con maggiore pendenza (m. 630).
Percorriamo un tornante sinistrorso poi la pendenza diminuisce.
Al successivo tornante destrorso torniamo a salire volgendo le spalle al torrente (m. 640).
Proseguiamo con un tornante sinistrorso seguendo la direzione indicata da una freccia di legno e ignorando un altro sentiero che continua diritto (m. 650).
Dopo il successivo tornante destrorso la pendenza aumenta. Alla destra ci sono delle protezioni realizzate legando ai tronchi dei rami tagliati.
Continuiamo con un tornante sinistrorso oltre il quale la pendenza diminuisce un poco (m. 660).

Raggiungiamo un cancelletto da aprire e richiudere dopo il passaggio. Ora gli alberi sono più radi e alla sinistra sale un erboso pendio (m. 670).
Passiamo sotto ad un cavo.

Raggiungiamo una vecchia casa di pietra, senza l'uscio, ora utilizzata come stalla e la aggiriamo alla destra con un tornante (m. 685).
In basso a destra vediamo le case di Dasio e davanti il Lago di Lugano. Alla destra ci sono il sostegno per una teleferica e il suo vecchio motore (m. 695).
Poi, in leggera salita, giriamo a destra e attraversiamo un prato. Alla sinistra spicca la cima appuntita del Sasso di Monte.
Continuiamo quasi in piano e in alto a sinistra vediamo una casa.
Torniamo tra gli alberi (m. 705).
Proseguiamo dapprima in leggera salita e poi quasi in piano (m. 715).

Ignoriamo una sterrata che si stacca alla sinistra e proseguiamo diritto seguendo il segnavia 3 barrato. In basso a destra vediamo il Lago di Lugano.
Dopo un tratto in leggera salita, continuiamo quasi in piano. Una freccia di legno indica la nostra direzione di marcia. Alla destra nei prati c'è una casa di colore rosa. Più in basso vediamo altre case sparse.
Torniamo a salire. Alla sinistra c'è una grande vasca in cemento (m. 725).
Proseguiamo con pochissima pendenza attraversando un prato in alto al quale, alla sinistra, vediamo la vecchia Cascina Ranco.
Superiamo un cancello di legno e rientriamo nel bosco (m. 735).

Pochi passi più avanti ci immettiamo su di una sterrata attraversata da un torrente, l'acqua del quale scende anche da un rubinetto. I segnavia indicano a sinistra con il sentiero delle Quattro Valli: Alpe Serte a ore 0.20, Seghebbia a ore 2; a destra: Drano a ore 0.25; dietro: Dasio e ore 0.20. Inoltre ci sono i segnavia 3 barrato verso sinistra e 2 giallo verso destra. Andiamo a sinistra in leggera salita.
Poco dopo aggiriamo la vecchia cascina lasciandola alla sinistra. Da questa posizione si gode una bella vista panoramica sul Lago di Lugano (m. 745).
Camminando su delle pietre ben sistemate, torniamo a salire e percorriamo un ampio tornante destrorso attorniati da pochi alberi.
Poi la strada ritorna sterrata. Dopo una curva a sinistra rientriamo nel bosco (m. 760).

Arriviamo ad un tornante sinistrorso dove, su di un albero, vediamo alcune indicazioni (m. 770):
- a sinistra, seguendo la sterrata, prosegue il Sentiero delle Quattro Valli marcato dal segnavia 3 barrato
- diritto inizia il sentiero 23 per Forcola, Alpe di Cima.
Prendiamo il sentiero 23 che si inoltra nella Val Cava e, scorrendo sotto le pendici meridionali dapprima del Pizzo Ravo (m. 1289) e poi del M. Bronzone (m. 1434), ci porterà al Passo Forcola (m. 1195) e poi in discesa al Bivacco Alpe Vecchio.

Il sentiero inizia in leggera salita. Su di una pietra troviamo un bollo bianco-rosso ed uno giallo.
Un rivolo scende dalla sinistra in un tubo nero e poi bagna il percorso.
Lasciamo a sinistra il rudere di un baitello. Proseguiamo in salita (m. 785).
Il sentiero si divide, aggira un albero e si ricompone.
Continuiamo con poca pendenza. Il sentiero nuovamente si divide solo per aggirare un albero (m. 795).
Riprendiamo a salire e vediamo i bolli su di una pietra.
Alterniamo due tratti quasi in piano ad altrettanti con poca pendenza.
Dopo un tratto in salita proseguiamo quasi in piano. Attorno al sentiero, tra gli alberi, ci sono alcune roccette (m. 820).

Nuovamente in salita, arriviamo ad una biforcazione dove prendiamo il sentiero a sinistra, più marcato, ignorando l'altro che procede quasi in piano.
Dopo una semicurva a sinistra, la pendenza aumenta (m. 840).
Percorriamo alcune serpentine. Passiamo accanto ad una roccetta con i bolli e iniziamo a salire in modo abbastanza ripido (m. 855).
Poi giriamo a destra e continuiamo con minore pendenza (m. 865).

Alla destra troviamo due tronchi che sembrerebbero uscire dalla parte superiore di un masso.
Con poca pendenza percorriamo una curva a sinistra.
Dopo un tratto in salita ed un altro quasi in piano, la pendenza diventa abbastanza ripida (m. 880).
Troviamo una roccia alla sinistra del sentiero e, più in dentro, vediamo una grande parete rocciosa (m. 905).
Alterniamo due tratti quasi in piano ad altrettanti in salita. Vediamo un bollo giallo rosso e bianco.

Alla destra troviamo un masso e un quadretto raffigurante il Sacro Cuore.
Subito percorriamo un tornante destrorso lasciando a sinistra un grande masso (m. 915).
Poi, in leggera salita, giriamo a sinistra.
Alla sinistra troviamo un altro masso accanto ad un albero con i bolli (m. 925).
Dopo una curva a sinistra riprendiamo a salire.
Continuiamo con pochissima pendenza.

Quasi in piano, attraversiamo un ruscelletto (m. 935).
Dopo alcuni brevi saliscendi percorriamo un tratto con pochi alberi. Davanti vediamo la cresta del Monte dei Pizzoni e in basso a destra una parte del Lago di Lugano.
Troviamo un bollo rosso-bianco-rosso a bandierina accanto ad un altro giallo con il n. 23.
Dopo alcuni passi in discesa, guadiamo un ruscello.
Riprendiamo a salire con alcuni zig-zag.

La pendenza diventa abbastanza ripida.
Superiamo due tornanti sinistra-destra vicini tra loro (m. 945).
Ora saliamo ripidamente, con alcune serpentine appena accennate.
Per una diecina di metri, alla sinistra, un cavo scorre a pochi centimetri da terra, parallelo al sentiero (m. 975).
Dopo un tratto con poca pendenza, torniamo a salire (m. 985).
Alla sinistra ci sono alcuni massi, sotto ad uno dei quali vediamo un quadretto raffigurante una madonnina con bambino.

Alla sinistra, sotto ad un grande masso, si apre una piccola grotta dalla quale sgorga un rivolo di acqua sorgiva (m. 995).
Poco dopo, su di un albero vediamo il segnavia 23.
Passiamo tra alcuni massi alla sinistra ed un albero con i bolli dall'altro lato.
Proseguiamo con poca pendenza. Poi riprendiamo a salire.
Percorriamo un tratto con il sentiero incassato tra terreno e roccette (m. 1015).

Attorniati da alcuni grandi massi superiamo due tornanti sinistra-destra vicini tra loro (m. 1025).
Dopo un tratto con poca pendenza riprendiamo a salire.
Continuiamo in modo abbastanza ripido (m. 1045).
Percorriamo un tornante sinistrorso ed uno destrorso (m. 1065).
Proseguiamo con alcuni zig-zag.

Dopo un tornante destrorso la pendenza aumenta ancora e diventa ripida (m. 1075).
Percorriamo un ampio tornante sinistrorso oltre il quale la pendenza diminuisce (m. 1090).
Superiamo un tornante destrorso e poi una curva verso sinistra.
Dopo un tratto quasi in piano riprendiamo a salire (m. 1100).
La pendenza diventa abbastanza ripida.
Superiamo uno zig-zag sinistra-destra.
Poi saliamo ripidamente (m. 1125).
Superiamo due coppie di tornanti sinistra-destra vicini tra loro (m. 1140).

Dopo alcune serpentine, percorriamo un tratto rettilineo in cima al quale vediamo un faggio con i bolli.
Quando lo raggiungiamo, la pendenza diminuisce un poco ma rimane comunque abbastanza ripida (m. 1170).
Alla destra troviamo un cartello che segnala una "zona speciale ungulati"; alla sinistra invece ci sono alcuni massi e un quadretto raffigurante il Sacro Cuore.

Poco dopo raggiungiamo il Passo Forcola (m. 1195). E' questo il punto più alto della nostra escursione. Ignoriamo il sentiero n. 30 che sale a destra verso il M. dei Pizzoni e continuiamo diritto con il n. 23.
Cominciamo a scendere, inizialmente con poca pendenza.
Poi, in discesa, lasciamo a destra un masso.
Troviamo un altro cartello "zona speciale ungulati" (m. 1180).

Un cartello rivolto a chi sale segnala il sentiero 23. Subito dopo arriviamo ad un bivio (m. 1175). I segnavia indicano a sinistra: Alpe Cima; a destra: Alpe Vecchio. Andiamo a destra.
Scendiamo ripidamente.
Dopo una curva a sinistra la pendenza diminuisce un poco pur rimanendo abbastanza ripida.
Dopo la successiva curva a destra, diminuisce ancora (m. 1160).
Riprendiamo a scendere in modo abbastanza ripido con alcune serpentine.
Con minore pendenza superiamo un tornante sinistrorso (m. 1145).
Il sentiero si divide e si ricompone.
Poi, in modo abbastanza ripido, passiamo accanto ad un masso.

Dopo un tratto quasi in piano, in leggera discesa arriviamo al letto di un torrente che troviamo in secca (m. 1125).
Torniamo a scendere. Percorriamo uno zig-zag destra-sinistra. Qui il sentiero sembra il letto di un torrente.
Proseguiamo in leggera discesa e poi quasi in piano. Gli alberi sono più radi.
Riprendiamo a scendere e, presso una curva a sinistra, davanti tra gli alberi riusciamo a vedere il Lago di Lugano (m. 1090).
Percorriamo un tornante destrorso. Anche qui il sentiero sembra il letto di un torrente (m. 1080). Poi torniamo a camminare su sentiero.

Dopo uno zig-zag destra-sinistra (m. 1065) scendiamo in modo molto ripido, con il fondo roccioso.
Il sentiero si divide e si ricompone.
Poi la pendenza diminuisce. Percorriamo un tratto quasi in piano (m. 1045).
Proseguiamo dapprima in lieve discesa e poi in discesa.
Davanti cominciamo a intravedere tra gli alberi il retro del bivacco e, poco dopo, lo raggiungiamo.

Tempo impiegato: ore 2 - Dislivello: m. 630 -204
Data escursione: maggio 2015

ESCURSIONI PARTENDO DAL RIFUGIO:
  • alla Cima di Porlezza (m. 1280) in ore 1
  • all'Alpe Licima (m. 1165) in ore 1.15
  • alla Forcola (m. 1195) in ore 0.30
  • alla Crocetta Pizzoni (m. 1260) in ore 0.45








Dati del Bivacco Alpe Vecchio

Altezza:
m. 1011
Gruppo:
Monti Lariani
Ubicazione:
Alpe Vecchio
Comune:
Cima - CO
Carta Kompass:
91 B4
Coordinate Geo:
46°02'10.70"N
9°05'37.50"E
Gestore:
-
Telefono gestore:
-
Telefono rifugio:
-
Posti letto:
4
Apertura:
sempre
Pagina aggiornata
il: 13/01/2020
Il Bivacco Alpe Vecchio Il bivacco, la fontana e i Pizzoni Interno del bivacco Il Lago di Lugano Altro scorcio panoramico sul lago Il ponte sul Torrente Soldo Il Sasso di Mont La Cascina Ranco Due tronchi che sembrano spuntare da un masso Sorgente

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