Rifugio Allievi Bonacossa

Il vecchio Rifugio Allievi e il più recente Rifugio Bonacossa sono situati, uno accanto all'altro, al centro della testata della Valle di Zocca (laterale della Val di Mello) al cospetto di vette quali: la Cima di Zocca (m. 3175), la Punta Allievi (m. 3176), la Cima di Castello (m. 3392), la Punta Rasica (m. 3198) e il Pizzo Torrone Occidentale (m. 3349).

Lasciamo la statale 38 al km. 19.5, poco dopo il ponte sul Torrente Masino che precede l'abitato di Ardenno, per imboccare verso nord la provinciale 9.
Superiamo Cataeggio e Filorera e poi passiamo accanto al Sasso Remenno, un grande monòlito roccioso, forse il più grande d'Europa, attrezzato con varie vie di risalita. Accanto al torrente c'è un'area di sosta; vale la pena fermarsi un attimo per osservare gli arrampicatori o anche per ammirare lo splendido gruppo delle Cime del Cavalcorto (m. 2763) in fondo alla vallata.

Arrivati a San Martino lasciamo la macchina nel grande parcheggio alla sinistra, dove c'è anche l'Infopoint (m. 922), prima del ponte sul Torrente Masino e ritiriamo il ticket, da esporre sul cruscotto, presso l'apposito parcometro al costo di Euro 0.50 per 30 minuti, Euro 1 per ogni ora, Euro 7 per l'intera giornata dalle ore 8 alle 18.
In alternativa è possibile proseguire in auto per un paio di chilometri fino al parcheggio al termine della strada (inizialmente asfaltata e poi acciottolata) che si addentra nella Val di Mello ma il "pass" giornaliero viene rilasciato, al costo di Euro 10, solo ai primi quaranta richiedenti. In tal caso, ottenuto il pass, continuiamo verso Bagni di Masino e ben presto troviamo un bivio dove viene segnalata a destra la strada per la Val di Mello con la quale raggiungiamo il parcheggio sterrato nel quale dobbiamo lasciare la macchina (m. 1042).
La navetta invece, che era in funzione tra i due parcheggi nel periodo estivo e nei fine settimana di tutto l'anno, è stata abolita nel 2020 causa covid e non è ancora stata ripristinata.

Noi parcheggiamo a San Martino, paghiamo il ticket, lo mettiamo sul cruscotto all'interno della nostra auto in modo ben visibile e ci incamminiamo quasi in piano.
Attraversiamo il ponte sul Torrente Masino.
Alla sinistra troviamo una fontana e delle panchine.
Subito dopo, quando la strada provinciale gira a sinistra, continuiamo diritto con Via Ca' de l'Or all'inizio della quale un cartello indica: Sentiero per la Val di Mello.
Camminiamo tra le case del borgo; la strada è stretta e ha il fondo di sampietrini.
Lasciamo a sinistra Via Fiorelli.
Alla sinistra troviamo una fontana. Un cartello indica diritto la Val di Mello a 30 minuti.

In leggera salita raggiungiamo: la Chiesa di San Martino, una cappelletta, una fontana con vasca di pietra e due panchine (m. 925).
Aggiriamo la chiesa alla destra. Passiamo accanto ad un affresco raffigurante la Madre della Misericordia apparsa a Galivaggio nel 1492.
Percorriamo due curve sinistra-destra e passiamo sotto un grande masso che si sporge sopra alla strada.
Proseguiamo in lievissima salita tra le case.
Alla destra vediamo un affresco raffigurante la Madonna del Rosario.

Raggiungiamo un bivio dove troviamo: una fontana, un affresco raffigurante un camoscio su una parete della "Cà do Batesta" e i segnavia 455-1 che indicano, a sinistra Sentiero per la Val di Mello, Val di Mello 0.35, Pianadello 0.45, Bregolana 0.55.
Poco dopo, davanti ad una grata per lo scolo dell'acqua, il sentiero si divide e andiamo a destra come indicato da una freccia rossa (m. 930).
Camminiamo con poca pendenza tra due recinzioni.
Alla sinistra ci accompagna un muro di pietre.
Troviamo due cancelletti; uno a sinistra in cima a dei gradini e l'altro alla destra.
Percorriamo una curva verso sinistra.

Continuiamo quasi in piano con un sentiero nel bosco, ignorando un altro sentiero che, salendo a sinistra, riporta sulla strada asfaltata. Il nostro sentiero prosegue diritto incassato tra due muretti di pietre coperte dal muschio.
Presso una semicurva verso destra troviamo una pietra nel mezzo del cammino e un masso alla destra (m. 955).
All'esterno di una semicurva verso sinistra c'è un masso. Sentiamo il rumore del torrente che proviene dal basso alla destra (m. 960).
Lasciamo a sinistra un masso.
Continuiamo con poca pendenza. Aggiriamo alla destra una pietra.
Superiamo una semicurva verso destra.
Passiamo tra alcuni massi e proseguiamo con un breve tratto in discesa.

Subito dopo troviamo un bivio. I segnavia 455.3 indicano, a destra: S. Martino 0.10, Centro Sportivo 0.15, Filorera 0.55; dietro: S. Martino 0.10, Info point 0.15. Andiamo a sinistra, in leggera salita tra gli alberi, su di un largo sentiero pieno di pietre.

Un albero nel sentiero, segato a mezzo metro d'altezza, precede un tornante sinistrorso (m. 965).
Continuiamo in salita e subito troviamo un bivio. Diritto si ritorna sulla strada asfaltata; andiamo a destra.
Percorriamo una semicurva verso sinistra. Alla destra ci sono delle protezioni di ferro dipinte di verde.

Subito dopo passiamo sotto l'arco di un ponte.
Quasi in piano, con una curva verso sinistra, aggiriamo un masso.
In leggera salita superiamo una semicurva verso destra.
Passiamo tra tre rocce.

In salita ci immettiamo sulla strada asfaltata, davanti ad una santella con degli affreschi semi-cancellati dal tempo. I segnavia indicano dietro: San Martino 0.10, Info point 0.15, Filorera 0.55. Seguiamo la strada asfaltata in leggera salita verso destra (m. 980).
Alla sinistra c'è un casello dell'acquedotto. Superiamo una grata di traverso alla strada.

All'interno di una semicurva verso sinistra, una sbarra verde chiude l'accesso alla strada che entra in un'area estrattiva di cava. Alla sinistra c'è una panchina e alla destra un grande masso. Per due brevi tratti alla destra ci sono delle protezioni di ferro dipinte di verde.
Continuiamo con una serpentina appena accennata destra-sinistra. Superiamo una grata, di traverso alla strada, per lo scolo dell'acqua. Un cartello segnala possibili piene improvvise.

Alla destra c'è uno stretto ponte con il fondo in cemento e protezioni di ferro dipinte di verde ai lati. Anche sul lato destra della strada ci sono le stesse protezioni mentre alla sinistra c'è il bosco. Qui l'asfalto termina e proseguiamo su fondo acciottolato. Alla sinistra c'è una panchina e alla destra vediamo il Torrente Mello (m. 1000).
Continuiamo con un muro di pietre a secco alla sinistra.
Poco dopo, sempre alla sinistra, troviamo alcuni grandi massi (m. 1015).
All'esterno di una semicurva verso destra c'è uno slargo.
Troviamo un altro masso alla sinistra.

Pochi passi più avanti, alla sinistra troviamo una santella con due affreschi forse di epoche diverse e sovrapposti l'un l'altro. Lì accanto parte il sentiero che risale la Val del Ferro all'inizio del quale i segnavia 455.3 indicano: Cà di Rogni 0.05, Cascata Ferro 0.15, Casera Ferro 2.00, Bivacco Molteni-Valsecchi 4.00. Proseguiamo diritto (m. 1025).
Subito dopo alla sinistra vediamo un baitello di legno.

Continuiamo con prati e alberi da ambo i lati. Poco sopra alla sinistra vediamo le baite di Cà dei Rogni e la bella cascata con cinque salti del Torrente della Valle del Ferro (m. 1030).
Poco sotto alla destra vediamo una baita. Continuiamo con pendenza minima tra due staccionate (m. 1035).
Alla sinistra esce una sterrata.
Subito dopo il Torrente delle Valle del Ferro attraversa la strada passandole sotto (m. 1040).

Alla destra si stacca un sentiero. Su di un cartello verde leggiamo: Sentiero dei Borghi. I segnavia indicano, a destra (segnavia 455): S. Martino 0.45, Filorera 1.20, Cataeggio 1.30; dietro (segnavia 455.3): S. Martino 0.45, Bregolana 0.45, Bagni Masino 1.45. Continuiamo diritto.
Alla sinistra tra gli alberi vediamo le baite di "Cà du Frèc"; alla destra scorre il Torrente Mello.

Alla sinistra accanto ad un baitello con due panche di pietra, inizia il grande parcheggio sterrato. Alcuni segnavia indicano davanti: Cascina Piana 1092 m a ore 0.50, Rasica 1148 m a ore 1.10, Casera di Pioda 1559 m a ore 2. Chi è arrivato fin qui in auto ora deve parcheggiare e proseguire a piedi (m. 1042).

Quasi in piano aggiriamo da entrambi i lati una fila di dodici alberi. Alla destra c'è un campeggio.
In leggera salita raggiungiamo il ponte con le sponte di legno sul Torrente Livincina e continuiamo quasi in piano.
Un cartellone parla della "Riserva della Val di Mello".

Dopo pochi passi alla sinistra troviamo la Trattoria Gatto Rosso, il primo dei posti di ristoro che incontreremo lungo il cammino (m. 1045).
Alla destra troviamo un cartello che indica il tempo occorrente per raggiungere ogni rifugio e agriturismo della zona e il loro numero telefonico: Trattoria Gatto Rosso (tel. 340 3726006), Agriturismo Ca' de Scuma (tel. 338 3743192), Rifugio Mello (tel. 338 5612670), Rifugio Luna Nascente (tel. 338 3317507), Agriturismo al Camer (tel. 339 4335328), Rifugio Rasega (tel. 338 446755), Casera Pioda (tel. 388 3957752).

Lasciamo a sinistra una baita e la stradina che conduce alle Baite "Ca' di Pancer" e proseguiamo in leggera salita con una mulattiera.
Superiamo due semicurve sinistra-destra. Alla destra ci sono alcuni massi coperti dal muschio.
Alla sinistra vediamo la grande roccia detta degli "Asteroidi".
Dopo uno zig-zag sinistra-destra (m. 1055) percorriamo un tratto in salita e continuiamo quasi in piano su sterrato.
Superiamo due semicurve sinistra-destra. Alla destra scorre il Torrente Mello.

Guadiamo il torrente che scende dalla Val Qualido oppure lo attraversiamo con un piccolo ponte situato alla sinistra della strada (lato a monte).
Alla destra, il Torrente della Val di Mello, a causa di una frana che ne ha parzialmente ostruito il passaggio, si allarga e forma il Laghetto Qualido (m. 1070).
Costeggiamo il laghetto. Alla sinistra ci sono dei massi coperti dal muschio.
In salita percorriamo un tratto su mulattiera lasciando a sinistra un grande masso.
Proseguiamo con pochissima pendenza su sterrato e superiamo una semicurva verso sinistra.
Continuiamo quasi in piano e troviamo alla sinistra una porta di ferro di colore verde che chiude un'apertura sotto ad una roccia formando un baitello.

In località "Ca' di Carna" (m. 1076), lasciamo a destra un ponticello, in ferro e cemento e con le sponde in ferro, con il quale è possibile attraversare il torrente e raggiungere l'"Agriturismo Ca' dei Scuma".
In alto a sinistra vediamo una baita. Un sentiero sale a sinistra verso un tavolo ed una panca, collocati sotto ad un albero e accanto ad un grande masso.
Proseguiamo con prati alla sinistra e il torrente alla destra. Da entrambi i lati ci sono dei grandi massi.
Percorriamo due curve sinistra-destra seguendo la riva del torrente.

Alla destra troviamo il "Bidet della Contessa", un allargamento del torrente, che in questo punto è caratterizzato da acque cristalline, accanto ad un masso chiamato "Scoglio di Burgun" (m. 1080).
Continuiamo con un muretto a secco alla sinistra oltre il quale vediamo un prato.
Dopo una curva a sinistra, ne percorriamo una a destra tra prati e radi alberi mentre un rigagnolo attraversa passando sotto delle pietre. In questo punto il Torrente Mello scorre lontano dalla strada.
Superiamo un torrente su di un ponte in cemento (m. 1085).
Proseguiamo tra i prati. A lato della mulattiera ci sono delle recinzioni in legno.
Percorriamo una curva verso sinistra molto ampia seguita da una curva verso destra.
Alla sinistra troviamo un orto recintato.
Alla destra scorre un rivolo; una passerella di legno consente di attraversarlo per arrivare al cancelletto che chiude l'accesso ad una baita.
Passiamo tra due massi.

Raggiungiamo le Baite di Cascina Piana (m. 1092). Alla destra c'è il Rifugio Mello.
Poco più avanti, sempre alla destra, c'è il Rifugio Luna Nascente.
Passiamo tra le varie baite e troviamo una fontana con vasca in pietra.
La sterrata, con due curve destra-sinistra, aggira le ultime baite. Alla destra c'è un largo muretto a secco.
Torniamo a salire. Un sentiero arriva dalla sinistra.

Subito dopo un altro sentiero si stacca alla destra e si dirige verso un ponticello di legno. I segnavia indicano diritto: Cascine Rasega Rifugio a ore 0.15, Agriturismo Ai Camer; a destra: Sentiero Life delle Alpi Retiche. Proseguiamo diritto, quasi in piano, vicino al torrente.
Entriamo nel bosco. Continuiamo in leggera salita.

Alla sinistra prendiamo il sentiero che risale la Val di Zocca (m. 1130). I segnavia indicano a sinistra: Casera Zocca, Val di Zocca, Rifugio Allievi Bonacossa a ore 3. Due targhe con foto ricordano due persone morte nel 1948.
Saliamo tra massi ed erba e, dopo pochi passi, entriamo nel bosco. Alcune pietre fanno da gradino.
Alterniamo due tratti quasi in piano ad uno in salita e per un attimo usciamo dal bosco. Sulla destra ci sono i ruderi di un vecchio baitello (m. 1165).
Tornati tra gli alberi riprendiamo a salire. Poi, con una curva a sinistra, volgiamo le spalle al Torrente Mello (m. 1180).
Ora saliamo a zig-zag in modo abbastanza ripido. Il bosco sovente è solo ai lati e in alto vediamo il cielo.
Sotto un masso alla sinistra c'è un quadretto raffigurante una madonna (m. 1215).

Lasciamo a sinistra un maestoso larice. Ora il bosco copre anche lo spazio in alto e, dopo un breve tratto con poca pendenza, riprendiamo a salire in modo abbastanza ripido.
Percorriamo un tornante destrorso tagliabile con una breve scorciatoia (m. 1255).
Saliamo alcuni rudimentali gradini di pietra.
Percorriamo pochi passi a cielo scoperto con poca pendenza fino ad un tornante sinistrorso (m. 1275) poi rientriamo nel bosco e torniamo a salire in modo abbastanza ripido.
Percorriamo due tornanti destra-sinistra. In alcuni punti il bosco consente ancora di vedere il cielo in alto sopra al sentiero (m. 1280).
Dopo il successivo tornante destrorso la pendenza diminuisce un poco (m. 1290).
Poi è la volta di un tornante sinistrorso con una freccia rossa su di una pietra (m. 1300).

Davanti vediamo per la prima volta una grande parete di roccia.
Percorriamo un tornante destrorso all'esterno del quale in lontananza vediamo una montagna.
Superiamo altri otto tornanti sinistra-destra e torniamo a passare ai piedi della alta e liscia parete (m. 1345).
Saliamo alcuni gradini di pietra e, dopo un tornante sinistrorso camminiamo ancora alla base della parete.
Percorriamo un tratto a cielo aperto con gli alberi solo ai lati.
Accompagnati da alcuni gradini percorriamo altri due tornanti destra-sinistra (m. 1390).
Dopo il successivo tornante destrorso la pendenza aumenta.
Ne percorriamo poi uno sinistrorso all'esterno del quale intravediamo tra gli alberi una cascata (m. 1400).
Con minore pendenza percorriamo sei tornanti passando altre due volte accanto alla parete.

Proseguiamo quasi in piano poi, con pochi passi in discesa, raggiungiamo il letto di un torrente in secca e lo attraversiamo (m. 1455).
Sull'altra sponda, dopo una breve salita, con alcune serpentine raggiungiamo un cartellone che recita: "Foreste di Lombardia - Val Masino".
Rientriamo nel bosco e proseguiamo in leggera salita. Alla destra tra i larici riusciamo a vedere una cascata.

In salita raggiungiamo un ponte di legno gettato sull'impetuoso Torrente Zocca (m. 1495).
Passati sull'altra sponda proseguiamo con dei gradini di pietra scavati nella roccia.
Continuiamo percorrendo un tratto quasi in piano e riprendiamo a salire con altri gradini e con delle solide protezioni in legno alla destra.
Poi, con altri gradini, saliamo ripidamente. Troviamo un tronco sistemato a terra alla sinistra a fare da protezione (m. 1525).
Dopo pochi passi quasi in piano riprendiamo a salire con altri gradini e, per un breve tratto, usciamo dal bosco.
Rientrati tra gli alberi, saliamo in modo abbastanza ripido; qui i gradini sembrano scavati nella roccia (m. 1555).
Un rivolo attraversa passando sotto le pietre del sentiero (m. 1570).
Usciamo dal bosco ma solo per un attimo e subito vi rientriamo. La pendenza diminuisce un poco.

Dalla sinistra sentiamo provenire il fragore di una cascata e poco dopo la vediamo (m. 1585).
Per un po' saliamo alla sua destra, fino ad un tornante destrorso dove ci sono dei gradini e robuste protezioni alla destra che terminano al successivo tornante sinistrorso (m. 1595).
Proseguiamo con altri gradini. Superiamo un altro tornante destrorso (m. 1615).
Per un attimo usciamo dal bosco e subito vi rientriamo (m. 1630).
Saliamo a zig-zag. Qui oltre ai soliti gradini di pietra ce ne sono altri di legno.
Percorriamo un tratto quasi in piano con delle protezioni alla destra e subito dopo proseguiamo in leggera salita (m. 1650).
Dopo un tornante sinistrorso, saliamo a zig-zag con dei gradini. Poi il percorso diventa abbastanza ripido (m. 1695).
Dopo un tornante destrorso, percorriamo un breve tratto con poca pendenza.
Superiamo un altro tornante sinistrorso e scavalchiamo un rivolo.
Torniamo a salire. Dopo un tornante destrorso la pendenza aumenta.

Un sentiero si stacca sulla destra e con pochi passi conduce nella radura dove è situata la Casera di Zocca davanti alla quale ci sono un tavolo in legno e relative panche (m. 1725).
Proseguiamo con il percorso principale in salita tra i larici.
Il sentiero di divide e subito torna ad unirsi (m. 1755). Saliamo in modo abbastanza ripido con varie serpentine.
Con poca pendenza attraversiamo poi una zona con alberi più radi (m. 1790).
Proseguiamo in salita mentre il sentiero torna a dividersi in due e a riunirsi poco più avanti (m. 1810).

Alla destra vediamo un larice che nella parte bassa presenta un curioso tronco a spirale.
Ancora il sentiero si divide e torna a riunirsi (m. 1825).
Iniziamo a salire verso destra ripidamente a zig-zag (m. 1840). Superiamo un tratto con il fondo bagnato.
Camminiamo su di una passerella con gradini di legno e protezioni a valle ammirando un bel panorama sui monti.
Giunti in alto giriamo a sinistra lasciando a destra un roccia obliqua (m. 1885).

Raggiungiamo un piccolo cancello di ferro che dobbiamo aprire e richiudere dopo il passaggio. Subito dopo alla destra c'è un'altra roccia obliqua sulla quale scorre un rivolo d'acqua.
Riprendiamo a salire a zig-zag. Per un breve tratto le radici di un albero fanno da scalino.
Ora camminiamo tra erba e cespugli di rododendro mentre i larici sono sempre più radi.
Dopo un breve tratto in piano il sentiero riprende a salire bagnato dall'acqua di una sorgente che poco dopo raggiungiamo. L'acqua scorre in un canalino e poi cade in un piccolo tronco scavato (m. 1915).
Proseguiamo con altri zig-zag e poi quasi in piano attraversiamo una zona con delle pietre franate (m. 1925).
Proseguiamo a mezza costa. Un rivolo attraversa il sentiero passandoci sotto, altri lo bagnano. Scavalchiamo un ruscelletto.

Passiamo alla destra di un prato dove ci sono delle belle fioriture di camenerio e la Cima di Zocca sullo sfondo; inevitabile fermarsi per una foto.
Riprendiamo poi il cammino e, in leggera salita, scavalchiamo alcuni rivoli che attraversano il sentiero (m. 1950).
Dopo un tratto quasi in piano, proseguiamo con poca pendenza scavalcando altri rivoli.
Superiamo due tornanti destra-sinistra e riprendiamo a salire tra erba e cespugli (m. 1975).
Dopo alcuni zig-zag percorriamo un traverso in leggera salita. Un altro rivolo attraversa passando sotto al sentiero che ora è bagnato.

Raggiungiamo la Croce Parravicini posta su un dosso, protetto a valle da un parapetto in legno, che domina la vallata (m. 2015). Una targa ricorda il giovane Agostino Parravicini caduto ventenne sullo spigolo S.E. di Cima Zocca. Alla destra un cartellone a cura della Ersaf parla degli interventi migliorativi in corso di realizzazione lungo il sentiero.
Dopo pochi passi in salita, proseguiamo quasi in piano. In alto, cominciamo a vedere il Rifugio Bonacossa.
Proseguiamo in leggera salita tra erba, rododendri e pietre, mentre dalla destra scende una cascata. In alto a destra vediamo l'ultimo larice che sembra spuntare da una grande roccia.
In salita, con alcuni zig-zag, arriviamo ad un bivio dove seguendo una freccia rossa andiamo a sinistra. Frattanto il rifugio è scomparso alla vista (m. 2040).
Poi, quasi in piano, troviamo un'altra freccia rossa e torniamo a vedere il rifugio.

Ci avviciniamo al torrente e, camminando alla sua destra, attraversiamo la gola che conduce nella Piana di Zocca (m. 2050). In alto vediamo il circo terminale con i monti che chiudono la valle. Nella Piana, nella quale si adagia il Torrente Zocca allagandola in parte, pascolano cavalli e asini.
Iniziamo ad attraversarla tenendoci sulla destra. Con una passerella in legno superiamo un tratto acquitrinoso.
Proseguiamo in leggera salita e poi guadiamo il torrente passando alla sua sinistra (m. 2070). Attorno ci sono vari massi e pietre caduti nel corso del tempo dalle cime circostanti.
Dopo un altro piccolo guado, ci portiamo verso il centro della valle.

Lasciamo a destra un masso sotto il quale c'è una grotta chiusa con delle pietre per formare un ricovero di fortuna.
Torniamo a salire con alcuni zig-zag tra pietre e rododendri spostandoci nuovamente verso destra.
Dopo un tratto con poca pendenza riprendiamo a salire (m. 2125).
Troviamo, una dopo l'altra, due frecce rosse, seguendo le quali torniamo verso il centro della valle dove, quasi in piano, guadiamo un altro corso d'acqua e riprendiamo a salire tra erba e cespugli.
Dopo un tornante destrorso la pendenza diminuisce (m. 2175).

Superiamo una serie di tornanti regolari, senza vista sul rifugio. In alcuni punti ci sono delle pietre di contenimento, in altri dei legni messi a rinforzo.
Dopo un tornante sinistrorso saliamo tre gradini di pietra (m. 2225).
Raggiungiamo una zona recintata con dei paletti che reggono un nastro e con un ingresso stretto che impedisce il passaggio degli animali.
Proseguiamo con altri tornanti ben sistemati e recentemente rinforzati da pietre e paletti di legno. Saliamo altri rudimentali gradini di pietra.
Alla sinistra vediamo scendere una cascata, poi la raggiungiamo e guadiamo il corso d'acqua che attraversa il percorso (m. 2240).

Dopo pochi passi in discesa, alterniamo due tratti quasi in piano ad altrettanti in salita sfruttando un'ampia cengia, mentre alla destra c'è un'alta e liscia parete.
Per un attimo torniamo a vedere il rifugio (m. 2265).
Ora saliamo ripidamente con vari zig-zag, a volte agevolati da alcuni gradini. In alcuni punti il sentiero è ampio ma un po' esposto. A tratti vediamo il rifugio.
Poi con minore pendenza superiamo altri tornanti. Attraversiamo un rivolo.
Quasi in piano guadiamo un torrente camminando sulle grosse pietre che affiorano (m. 2370).
Percorriamo altri due tratti in salita separati da uno breve in piano.
Alla destra vediamo una porta di ferro che, chiudendo una grotta, forma un ripostiglio.
Infine in piano, lasciato a destra il Sentiero Roma che si dirige verso il Rifugio Ponti segnalato a 7 ore di cammino, raggiungiamo dapprima il Rifugio Allievi e poi il Bonacossa.

Dal parcheggio di San Martino: Tempo impiegato ore 4.30 - Dislivello: m. 1463
Dal parcheggio in Val di Mello:  Tempo impiegato ore 3.45 - Dislivello: m. 1343
Data escursione: agosto 2011

ESCURSIONI PARTENDO DAL RIFUGIO:
  • al Rifugio Gianetti (m. 2534) per i Passi Averta (m. 2740), Qualido (m. 2647), Camerozzo (m. 2765) in ore 6.30
  • al Rifugio Ponti (m. 2559) per i Passi Torrone (m. 2518), Cameraccio (m. 2950), Bocchetta Roma (m. 2898) in ore 7
  • al Rifugio del Forno (m. 2574) per il Passo Lurani (m. 3215)
  • al Rifugio Albigna (m. 2336) per il Passo di Zocca (m. 2749)
Dati del Rifugio Allievi Bonacossa

Altezza:
m. 2385
Gruppo:
Valtellina
Ubicazione:
Alta Valle di Zocca
Comune:
Valmasino - SO
Carta Kompass:
92 D5
Coordinate Geo:
46°17'15.70"N
9°39'48.80"E
Gestore:
Antonello Fiorelli
Telefono gestore:
0342 641063
Telefono rifugio:
0342 614200
Posti letto:
100 (+6 nel
locale bivacco)
Apertura:
1/7-15/9
Pagina aggiornata
il: 20/10/2022
Il vecchio Rifugio Allievi Il Rifugio Bonacossa e la Cima di Zocca Il Laghetto Qualido Il Laghetto Qualido Il "Bidet della Contessa" Passeggiando in Val di Mello Ponte sul Torrente Zocca La casera di Zocca Un larice contorto Belle fioriture di camenerio e Cima di Zocca La croce Parravicini Il Torrente Zocca Ingresso nella Piana di Zocca Asinelli nella Piana di Zocca Panorama dal rifugio verso la Piana La Punta Allievi Cima di Castello - Punta Rasica - Pizzo Torrone occ. Il Passo Torrone

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