Zanzibar - Tanzania


Dove si trova Zanzibar


Hakuna Matata (nessun problema) è l'espressione che più frequentemente vi capiterà di sentire fin dal vostro arrivo a Zanzibar.
Sia in senso positivo che, a volte, con quell'aria di rassegnazione che con un sorriso giustifica tutto quello che bene non va; intanto la vita continua.

Zanzibar è un piccolo arcipelago formato dalle isole di Unguja (comunemente chiamata isola di Zanzibar), Pemba e molte altre isole più piccole.
E' situato nell' Oceano Indiano, a circa 40 km dalla costa della Tanzania, lungo la linea del sesto meridiano a sud dell'Equatore.

Il nome deriva dalla combinazione di due parole arabe: Zandj (=nero) e Barr (=terra) e pertanto significa terra dei neri.

Zanzibar gode di un clima caldo e di una temperatura media di circa 25 gradi sebbene possa toccare punte di 39. Febbraio è il mese più caldo ed Agosto il più freddo.
Ci sono due stagioni delle piogge: Masika, con le precipitazioni più intense, da metà marzo a maggio e Vuli a novembre.
Il periodo migliore per visitare l'arcipelago zanzibarino è pertanto quello invernale, durante il quale si può godere di clima asciutto e di una temperatura massima di 33 gradi e minima di 25 circa.

Unguja è pianeggiante e ricoperta di vegetazione; dai maestosi baobab a numerose varietà di alberi da frutta, dai quali si raccolgono banane, cocco, mango, papaia, ananas, arance ecc.
Le principali attività sono l'agricoltura, la pesca e il turismo.

La popolazione è stimata in un milione di abitanti che nella quasi totalità abbraccia la fede mussulmana.
Esiste comunque una piccola minoranza di religione cristiana e induista.

La lingua parlata e lo Swahili.
La moneta è lo scellino della Tanzania (Tsh) ma dollaro e l'euro sono accettati ovunque.

La principale città è Stone Town (città di pietra).
Per contrasto il nome ci rammenta che altrove, soprattutto all'interno, molti villaggi sono tuttora formati da capanne costruite con pareti di canne e fango e con il tetto di paglia.
Stone Town merita sicuramente una visita. Perdersi nelle sue viuzze, gironzolando tra i mercati, i piccoli negozi, le chiese; ammirare i mille portoni di legno intarsiati, e osservare la vita quotidiana dei suoi abitanti ci fa rivivere le stesse scene quotidiane che si ripetono identiche da alcuni secoli.

Le spiagge più belle di Unguja, da punto di vista paesaggistico, sono quelle della costa orientale: grandi spazi, piantagioni di cocco fino all'orizzonte e barriera corallina in vista.
Le principali sono Kiwengwa sulla quale si affacciano i principali resort, e Matemwe, Pwani Mchangani, Pongwe, Michamwi, Bwejuu, Paje e Jambiani.
Queste spiagge sono ampiamente soggette al fenomeno della marea.
Con la bassa marea può capitare di camminare diverse centinaia di metri prima di potersi immergere mentre con l'alta, l'acqua arriva quasi a lambire la lunga fila di palme che le circonda.

Per chi cerca una vita da spiaggia più vicina al senso europeo, il posto migliore è Nungwi all'estremo nord. Qui ci sono le spiagge libere meglio attrezzate, alloggi, ristorantini, negozietti e un diving center. Inoltre qui la marea non incide significativamente.

Meritevoli di una visita sono:
- la Foresta di Jozani dove è possibile vedere un esempio di foresta tropicale umida, mangrovie e diverse specie vegetali e animali endemici, tra cui le scimmie colobo rosso di Kirk (Piliocolobus kirkii).
- le piantagioni di spezie (cannella, cardamomo, chiodo di garofano, citronella, coriandolo, cumino, curcuma, noce moscata, pepe, peperoncino, vaniglia, zafferano, zenzero).
- un'isoletta di sabbia bianca a sud, al largo di Fumba, che emerge solo durante la bassa marea
- Changuu (Prison Island) ex luogo di detenzione per schiavi ribelli e poi luogo di quarantena; ora è abitata dalle testuggini gigandi di aldabra (Geochelone Gigantea) importate nel settecento dalle Seyshelles per motivi ornamentali.

I dalla-dalla, sempre pieni di gente e di mercanzie, collegano tra loro tutte le principali località dell'isola, spiagge comprese.
Nessuna tratta costa più di Tsh 1000 (meno di un dollaro) ma tutte richiedono molto tempo.
I taxi non hanno tassametro e quindi il prezzo va concordato in anticipo.

Comunque il modo migliore per conoscere Zanzibar è quello di farsi accompagnare dai "beach boys", i ragazzi che sulle spiagge si propongono come guide. Parlano discretamente l'italiano e dopo un primo momento di diffidenza, si riesce a stabilire con loro un rapporto cordiale.
Alcuni di questi con la jeep o con la barca ci hanno accompagnato ovunque ci fosse qualcosa di interessante da vedere ad un prezzo notevolmente inferiore a quanto proposto dalle agenzie turistiche.

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