Rifugio Terrerosse

Il Rifugio Terrerosse è situato in Val Carisole e fa parte del comprensorio sciistico Brembo Ski.

Primo itinerario: sentiero n. 207

Con la statale 470 percorriamo il fondovalle della Val Brembana fino al bivio di Lenna dove lasciamo a sinistra la strada che sale al Passo San Marco e continuiamo sulla destra con la provinciale 2 in direzione di Foppolo.
Dopo Branzi prendiamo la provinciale 5 che si stacca sulla destra e conduce a Carona.
Attraversando il paese troviamo diversi cartelli che indicano i rifugi della zona. Seguendo l'indicazione degli impianti di risalita della Val Carisole, prendiamo una strada sulla sinistra con la quale raggiungiamo l'ampio parcheggio accanto alla seggiovia.

La seggiovia biposto è in funzione durante la stagione sciistica e durante l'estate e sale da Carona (m. 1160) all'Alpe Soliva (m. 1752) in dodici minuti. Per informazioni telefonare al 0345 74006 oppure 0345 77052.

Per salire a piedi conviene lasciare la macchina dalla parte più alta del parcheggio dove, alla sinistra della stazione della seggiovia, parte una stradina che dopo pochi metri di asfalto diventa sterrata.
Raggiunto uno slargo, vediamo sulla destra una sbarra di colore verde oltre la quale passa il sentiero n. 207 che inizia poco più in basso. Qui troviamo una santella raffigurante una madonnina ed un pannello di legno che reca inciso: "Carisole. Ai baet: la volp - del tigiol - del pensa" (m. 1170).
Saliamo alcuni gradini e proseguiamo con un muretto alla destra oltre il quale c'è un boschetto. Alla sinistra invece c'è un prato. Passiamo sotto dei cavi.

Raggiungiamo una vecchia stalla in pietra su una parete della quale vediamo il segnavia bianco-rosso a bandierina con il n. 207. Dalla sinistra si immette un altro sentiero. Giriamo a destra e saliamo tra i prati, inizialmente agevolati da alcuni gradini di legno. Ripassiamo sotto i cavi.

Sulla sinistra troviamo la Baita Tigiol, il cui nome è inciso nel legno sopra la porta. Accanto c'è un tavolone di legno con relative panche (m. 1215). Passiamo accanto ad una recinzione con un piccolo orto e ad un cassottello di legno e proseguiamo in un bosco di giovani faggi. Alla sinistra c'è un muretto di pietre a rinforzo.

Dopo una curva a sinistra, sulla destra troviamo un muro che fa da terrapieno alla Baita Bianca (m. 1240) accanto alla quale ci sono una fontana ed un tavolo in legno con relative panche. Sopra l'uscio leggiamo inciso nel legno: "Baet del pensa". Poco più avanti ci sono due baitelli in legno e una madonnina.
Proseguiamo con un muretto di pietre alla destra, passiamo sotto i cavi della corrente e rientriamo nel bosco.
All'interno di una curva a destra troviamo una buca. Pochi passi più avanti un sentiero si stacca alla sinistra (m. 1265).
Sempre accompagnati dal muretto sul lato a monte iniziamo a salire in modo abbastanza ripido (m. 1280).
Seguendo il segnavia n. 207, ad un bivio andiamo a sinistra (m. 1295).
Al successivo invece andiamo a destra tra alberi di conifere (m. 1305).
Proseguiamo con poca pendenza tra radi faggi e alberelli che in basso a destra lasciamo intravedere Carona e il suo lago. Passiamo nuovamente sotto i fili della corrente. Poi alla destra un bosco di abeti chiude la vista sul fondovalle (m. 1320).

Nuovamente in salita, sulla sinistra troviamo un'altra baita, sull'uscio della quale leggiamo la frase francescana: "Pace e bene". Vediamo una freccia rossa con le due punte rivolte in entrambe le direzioni e due scritte che indicano la prosecuzione del sentiero per la Val Carisole. Anche qui ci sono tavoli e panche (m. 1340).
Continuiamo in salita, inizialmente con alcuni gradini di legno, e con un muretto di pietre alla sinistra.
Superiamo un rivolo che scende dalla sinistra dove esce da un tubicino e passa in parte sotto ad una pietra. Alla destra poi esce da un piccolo casello dell'acquedotto seminterrato, tramite un tubo color arancione (m. 1350).
Entriamo in una fitta abetaia.
Ignoriamo un piccolo sentiero che si stacca sulla sinistra.
Poi gli alberi diventano più radi (m. 1365).

Accompagnati da robuste protezioni in legno sulla destra, raggiungiamo una baita sopra la quale passa la seggiovia. In basso vediamo ancora Carona e il lago. Con pochi passi in piano su cemento, passiamo dietro alla baita e incontriamo per la prima volta la sterrata (descritta nel secondo itinerario) che in questo punto fa una curva a destra. Lungo una parete della baita c'è una lunga panca in cemento. Delle scritte indicano nelle due direzioni il sentiero 207 per Carona paese e seggiovia (m. 1380).
Ci immettiamo sulla strada. La seguiamo in salita verso sinistra tra gli abeti e superiamo una stanga che troviamo aperta.
Pochi passi più avanti un bollo bianco-rosso indica alla sinistra la ripartenza del sentiero.
Saliamo dunque a sinistra inizialmente in modo ripido, ma ben presto la pendenza diminuisce.
Percorrendo due zig-zag destra-sinistra passiamo sotto alla seggiovia e rientriamo nel bosco (m. 1400).
Ad un bivio andiamo a sinistra (m. 1415) verso un casello dell'acquedotto sul quale è dipinto il segnavia n. 207 e dal quale esce un rivolo.
Superiamo un faggio nato alla sinistra e poi cresciuto alla destra del sentiero.

Dopo alcuni zig-zag abbastanza ripidi torniamo ad immetterci sulla sterrata (m. 1440). In questo punto non vediamo la prosecuzione del sentiero e pertanto non ci resta che seguire la strada in salita verso sinistra.
Poco dopo arriviamo ad un tornante destrorso all'esterno del quale ci sono dei pali posti in orizzontale a rinforzo per prevenire possibili smottamenti di terreno (m. 1450).
Proseguiamo in modo abbastanza ripido tra alti alberi di conifere, non abbastanza fitti da impedire il passaggio dei raggi solari.
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1475) e anche qui vediamo i pali a rinforzo.
Ora camminiamo tra pini alla sinistra, erba e cespugli alla destra.
Dopo il successivo tornante destrorso con i soliti pali in orizzontale (m. 1495), per un breve tratto camminiamo fuori dal bosco per poi tornare tra le conifere.
Alla destra, al margine della strada vediamo un bollo rosso. Proviamo a guardare per capire se è da lì sale il sentiero ma non vediamo ne tracce ne altri bolli (m. 1520).
Poco dopo troviamo un altro bollo nel mezzo della strada.
Percorriamo pochi passi in piano. Sulla destra vediamo la seggiovia. Poi riprendiamo a salire.
Continuiamo con una curva a sinistra, ignorando un'altra stradina che si stacca a destra e poco dopo passa sotto alla seggiovia (m. 1540).
Dopo un tratto abbastanza ripido, la stessa stradina rientra dalla destra (m. 1555).

Vari bolli indicano sulla destra la ripresa del sentiero. Lo prendiamo addentrandoci nel bosco. Il sentiero è quasi invisibile ma è ben segnalato dai bolli.
Per un po' procediamo in parallelo alla strada poi giriamo a destra (m. 1575) e volgendole le spalle iniziamo a salire ripidamente in modo quasi diretto, o al massimo con alcune leggere serpentine.
Sempre seguendo i bolli, puntiamo ad uno spazio libero in alto tra gli alberi e faticosamente raggiungiamo un'ampia radura. Alla sinistra c'è una vecchia baita; alla destra ce n'è un'altra seminascosta tra gli alberi (m. 1630).

Oltre la radura ritroviamo la sterrata che arriva dalla sinistra. La attraversiamo e proseguiamo con alcuni zig-zag in salita dapprima tra l'erba e poi tra alberi di conifere.
Continuiamo poi con un traverso in leggera salita verso destra (m. 1645).
Sempre seguendo i bolli saliamo ripidamente senza traccia; poi ritroviamo il sentiero, che in questo punto è incassato nel terreno circostante, e lo seguiamo verso destra con pendenza poco accentuata (m. 1670).
Dopo una curva a sinistra riprendiamo a salire con alcuni zig-zag.

Per l'ultima volta attraversiamo la sterrata e proseguiamo con il sentiero che sale, alla destra di una colata di pietre, tra erba e radi alberi (m. 1680).
Dopo un breve tratto incassato ci avviciniamo alla sterrata ma, senza raggiungerla, giriamo a sinistra come indicato da un bollo bianco-rosso a bandierina con il n. 207 (m. 1695).
Dopo un tratto in leggera salita zigzagando tra erba e rade conifere, la pendenza aumenta e diventa abbastanza ripida (m. 1715).
Poi, in leggera salita, arriviamo all'imbocco della Val Carisole (m. 1735). Qui però i bolli invitano a proseguire verso destra.
Seguendo i fili della corrente, saliamo a destra e raggiungiamo uno slargo pianeggiante dove passiamo accanto alla cabina Enel e raggiungiamo la stazione a monte della seggiovia. Su un cartello leggiamo: "Seggiovia Alpe Soliva - Lunghezza mt. 1230 - Dislivello: mt. 592 - Quota s/m: mt. 1752". Più avanti dalla destra arriva la sterrata e un cartello indica Carona in discesa.

Alla sinistra si apre la Val Carisole. Il rifugio è ben visibile verso destra, all'incirca alla stessa altezza.
Per raggiungerlo però dobbiamo scendere lungo una pista da sci, passando tra un lungo tapis roulant interamente coperto e un paio di cannoni spara neve.
Giunti in basso, di fronte ad una casa, prendiamo una stradina che sale a destra (m. 1727).
Lasciamo a destra un altro edificio e raggiungiamo il rifugio.

Dalla seggiovia a monte - Tempo impiegato: ore 0.10 - Dislivello: m. +33 -25
Dalla seggiovia a valle - Tempo impiegato: ore 1.45 - Dislivello: m. +625 -25
Data escursione: maggio 2012

Secondo itinerario: sterrata

A Carona, anziché prendere la strada a sinistra che conduce alla seggiovia, proseguiamo diritto e arriviamo al tornante sinistrorso (m. 1230) dove inizia sulla destra la strada dell'Enel chiusa al traffico che conduce ai Rifugi Calvi e Longo.
Continuando oltre il tornante, la strada diventa sterrata e poi con poca pendenza arriva ad un bivio dove occorre parcheggiare (m. 1290).

Lasciata la macchina, ci incamminiamo lungo la sterrata che sale a destra.
Dopo pochi passi troviamo un cartello stradale che indica il divieto di transito ai veicoli e una stanga che chiude l'accesso (m. 1295).
In seguito troviamo un sentiero, contrassegnato da bolli bianco-rossi, che sale dalla destra e si immette sulla strada.
Proseguiamo con maggiore pendenza lasciando una casa alla sinistra.
Troviamo poi due sentieri che salgono a sinistra, il secondo dei quali inizia accanto ad una protezione in legno (m. 1310).
Percorriamo un tornante sinistrorso all'esterno del quale, in alto, vediamo dei muretti di pietra allo scopo di prevenire una possibile frana (m. 1315).
Proseguiamo attorniati da pini, terminati i quali alla sinistra in basso possiamo vedere Carona mentre alla destra ci sono delle pietre franate (m. 1335).

All'esterno di un tornante destrorso troviamo una baita sopra la quale scorre la seggiovia. Lungo una parete della baita c'è una lunga panca in cemento. Qui incrociamo per la prima volta il sentiero descritto nel primo itinerario. Delle scritte indicano nelle due direzioni il sentiero 207 per Carona paese e seggiovia (m. 1380).

Proseguiamo tra gli abeti superando una stanga che troviamo aperta. Pochi passi più avanti un bollo bianco-rosso indica alla sinistra la ripartenza del sentiero. Proseguiamo con la sterrata.
Percorriamo un tornante sinistrorso (1420).
Poi, quasi in piano, passiamo sotto alla seggiovia (1430).
Più avanti ritroviamo il sentiero che si immette dalla destra (m. 1440).

Poco dopo superiamo un tornante destrorso all'esterno del quale, come pure di quelli che incontreremo successivamente, ci sono dei pali posti in orizzontale a rinforzo per prevenire possibili smottamenti di terreno (m. 1450).
Proseguiamo in modo abbastanza ripido tra alti alberi di conifere, non abbastanza fitti da impedire il passaggio dei raggi solari.
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1475).
Ora camminiamo tra pini alla sinistra, erba e cespugli alla destra.
Dopo il successivo tornante destrorso (m. 1495), per un breve tratto camminiamo fuori dal bosco per poi tornare tra le conifere.
Uno dopo l'altro troviamo due bolli rossi, il primo al margine destro della sterrata (m. 1520) e l'altro al centro.
Percorriamo pochi passi in piano. Sulla destra vediamo la seggiovia. Poi riprendiamo a salire.
Continuiamo con una curva a sinistra, ignorando un'altra stradina che si stacca a destra e poco dopo passa sotto alla seggiovia.
Dopo un tratto abbastanza ripido, la stessa stradina rientra dalla destra (m. 1555). In questo punto vari bolli indicano sulla destra la ripresa del sentiero.

Continuiamo sulla sterrata in modo abbastanza ripido.
Più avanti, sulla sinistra un po' in dentro, troviamo un prato dove ci sono due tavoloni con relative panche collocati proprio sotto i cavi dell'elettricità. Un cartello avverte di prestare attenzione agli incendi (1640).
Vediamo un segnavia n. 207 e usciamo dal bosco. La pendenza diminuisce.

Alla destra troviamo una vecchia baita ed una radura. Incrociamo nuovamente il sentiero contrassegnato da bolli rossi (m. 1640).
Percorriamo un tratto abbastanza ripido che termina presso una curva a sinistra.

Più avanti, sulla sinistra ci sono delle piccole pietre franate. Qui incrociamo per l'ultima volta il sentiero (m. 1680).
Alla destra vediamo un piccolo tombino quadrato.
Passiamo sotto alla seggiovia. In questo punto, alla destra, l'assenza di alberi permette di vedere Carona (1715).
Superiamo un tornante sinistrorso (1730).
Poi usciamo dal bosco e passiamo accanto ad una stanga che troviamo aperta.
Ancora pochi passi e raggiungiamo la stazione a monte della seggiovia. Un cartello indica Carona alle nostre spalle (m. 1752).
Alla destra si apre la Val Carisole. Il rifugio è ben visibile verso destra, all'incirca alla stessa altezza.
Per raggiungerlo però dobbiamo scendere lungo una pista da sci, passando tra un lungo tapis roulant interamente coperto e un paio di cannoni spara neve.
Giunti in basso, di fronte ad una casa, prendiamo una stradina che sale a destra (m. 1727).
Lasciamo a destra un edificio e raggiungiamo il rifugio.

Tempo impiegato: ore 1.45 - Dislivello: m. +495 -25
Data escursione: maggio 2012

Escursioni partendo dal Rifugio:


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