Rifugio Palazzi

Il Rifugio Palazzi è situato nella depressione tra il Chignol D'Aral (m. 2230) con la Croce di Zorzone a ovest e la cima del Monte Menna (m. 2300) a nordest.
Il rifugio è solitamente chiuso mentre sempre aperto è il Bivacco M.A.G.A. (= Menna, Arera, Grem, Alben) ricavato in un locale al piano superiore. Il bivacco, poco accogliente, dispone solo di: camino e legna da ardere, cinque brande (ma solo tre materassi e nessuna coperta), due grosse bobine di legno rovesciate per formare dei tavolini e due rudimentali panche ottenute appoggiando delle assi su delle pietre.

Primo itinerario: da Zorzone (sentiero 234 diretto)

Località di partenza della nostra escursione è Zorzone, frazione di Oltre il Colle, raggiungibile dalla Val Brembana con la provinciale 27 che sale da Serina o dalla Val Seriana con la provinciale 46 che da Ponte Nossa sale al Passo Zambla per poi scendere con la provinciale 27 fino a Oltre il Colle.
A Oltre il Colle, al km 37 della SP 27, prendiamo la strada accanto al distributore IP dove un cartello indica Zorzone.
Scendiamo fino al ponte sul Torrente Parina (m. 850). Poi risaliamo l'altro versante della valle e percorrendo Via Scolari, Via Santi, Via Gasparelli e Via Giorgi, raggiungiamo un ampio parcheggio dove lasciamo la macchina (m. 1020).

Ci incamminiamo e dopo un tornante verso destra, in leggera salita raggiungiamo il monumento ai caduti.
Passiamo accanto ad un cartello che indica a destra: Passo del Branchino a ore 3 con il sentiero 231; a sinistra: Bivacco Maga a ore 2 con il sentiero 234 e la Cima Menna a ore 0.30 dal bivacco. Un altro cartello indica a sinistra: Rifugio G. Palazzi - Maga - Monte Menna - Malga Alpe Arale - Mattuida.
Andiamo dunque a sinistra con Via Piani Bracca, una strada asfaltata in leggera salita all'inizio della quale un altro cartello indica il Bivacco Maga e il Monte Menna.
Percorriamo un tornante destrorso all'esterno del quale ci sono dei garages (m. 1040).
Dopo il successivo, alla destra c'è una rete parasassi.
Il prossimo tornante è preceduto da una stradina che si stacca sulla sinistra. La ignoriamo e proseguiamo passando accanto ad una villa mentre la strada diventa Via Monte Menna.

Prima di raggiungere un bosco, lasciamo la strada per prendere il sentiero 234 che sale a sinistra. Su un muro alcuni segnavia indicano il sentiero per il Menna e il Bivacco M.A.G.A. (m. 1060).
Il sentiero si avvia tra alcuni alberi e il muro. Lasciamo a destra due cassottelli e un cancelletto e superiamo due gradini di ferro.
Alla sinistra troviamo una casa recintata e con un gallo di porcellana sul tetto.
Poi giriamo a destra nei pressi di un altro cencelletto. In questo punto un sentiero arriva dalla sinistra (m. 1080).
Iniziamo a salire in modo abbastanza ripido tra il bosco e una recinzione. Superiamo due gradini di legno e poi altri di cemento.
Giunti in cima alla salita, giriamo a sinistra passando accanto ad un muretto a secco con dipinto il segnavia 234 (m. 1095).
Dopo un tratto quasi in piano riprendiamo a salire e lasciamo a sinistra un sentiero che conduce ad una vecchia stalla.
Proseguiamo alternando tratti in leggera salita ad altri con maggiore pendenza. In basso a sinistra tra gli alberi scorgiamo una casa (m. 1235).
Poi in salita, ad un bivio andiamo a destra seguendo il segnavia 234 (m. 1250).
Più avanti ci immettiamo su una sterrata (m. 1160). Una freccia indica a chi scende che in questo punto deve girare a destra per prendere il sentiero.

Andiamo a sinistra in leggera salita. Di tanto in tanto troviamo una canalina per lo scolo dell'acqua che attraversa la stradina.
Più avanti raggiungiamo un tornante destrorso accanto ad un canalone pietroso che sembra l'ampio letto di un torrente in secca (m. 1200). Una stradina chiusa da una catena prosegue attraversandolo. Qui il percorso 234 si divide. Alcuni segnavia indicano, con un sentiero che sale alla destra del canale, il percorso diretto (ore 1.45); mentre, continuando con la sterrata, il sentiero panoramico (ore 2).

Proseguiamo con il sentiero diretto che risale, sovente in modo ripido, la Val Carnera. Più sotto trovi la descrizione del sentiero panoramico.
Saliamo attorniati da pochi alberi solo alla destra.
Raggiungiamo delle rocce cariate con alcune aperture che formano delle grotte. In una di queste c'è un quadretto raffigurante una madonna (m. 1210).
Percorriamo un tratto abbastanza ripido poi, con minore pendenza passiamo accanto ad altre cavità situate un poco più in alto rispetto al sentiero. Alla sinistra scorre il cavo di una teleferica.
Ora alla destra ci sono gli alberi (m. 1270). Più avanti rientriamo nel bosco.
Successivamente, con pochi passi in discesa, scendiamo nel canalone e lo attraversiamo in piano, allo scoperto (m. 1290).

Rientrati nel bosco, iniziamo una lunga salita a zig-zag alternando tratti più o meno ripidi. Di tanto in tanto vediamo qualche bollo rosso bianco rosso.
Poi la pendenza diminuisce e percorriamo anche un tratto quasi in piano (m. 1365).
Superiamo una vecchia frana con grosse pietre su alcune delle quali vediamo delle scritte ormai illeggibili (m. 1375).
Riprendiamo a salire in modo abbastanza ripido a zig-zag.
Usciamo dal bosco e proseguiamo tra i prati mentre gli alberi sono un po' lontano dal sentiero (m. 1400).
Poi la pendenza diminuisce e percorriamo anche pochi passi in piano attraversando un gruppo di alberi (m. 1445).
Riprendiamo a salire a zig-zag tra l'erba passando accanto ad un picchetto con i segnavia bianco rossi (m. 1455).

In alto vediamo la Cascina Mattuida alla destra della quale c'è un grande faggio secolare.
Con un sentierino nel prato saliamo abbastanza ripidamente, poi passiamo sopra le radici affioranti del faggio e la raggiungiamo.
Il primo edificio della cascina è un baitello aperto che contiene una branda e un materasso.
Saliamo alcuni rudimentali gradini e arriviamo di fronte all'edificio principale davanti al quale c'è una panca. Alla sinistra c'è una lunga costruzione con veranda. Dalla destra arriva e finisce qui la sterrata (m. 1470).

Salendo otto gradini tra i due edifici principali riprendiamo il cammino con un sentierino che sale ripido nei prati con vari zig-zag.
Poi la pendenza diminuisce. Lasciamo a destra un rudere (m. 1515) e raggiungiamo un masso sul quale una freccia rossa invita a proseguire diritto.
Superiamo un gruppo di alberi (m. 1530).
In basso a destra vediamo la sterrata.
Riprendiamo a salire e raggiungiamo un altro boschetto.
In leggera salita passiamo accanto ad una pozza, rinforzata da un muretto a secco, che lasciamo alla sinistra (m. 1555).
La pendenza aumenta poi usciamo dal bosco e proseguiamo in leggera salita.

Attraversato un canalino roccioso (m. 1575), riprendiamo a salire ripidamente a zig-zag.
Poi la pendenza diminuisce e passiamo accanto ad un altro picchetto con i segnavia (m. 1595).
Alla destra, oltre il canalone, vediamo un barech.
Attraversiamo una zona di sfasciumi (m. 1615) e torniamo a salire a zig-zag in modo abbastanza ripido.
In discesa percorriamo un tratto un po' esposto che precipita alla destra verso il canalone sottostante (m. 1640). Un sentiero ancor meno invitante, si stacca verso destra, segue parallelo un poco più in basso e poi rientra.
Attraversiamo un canalino pietroso poi torniamo a salire con poca pendenza.

Raggiungiamo il bivio dove dalla destra arriva il sentiero panoramico più sotto descritto (m. 1650).
Continuiamo con un ripido zig-zag circondati solo dai prati.
Percorriamo poi un tratto in leggera salita con il quale ci portiamo in cima ad un contrafforte (m. 1685) dove pieghiamo a destra e saliamo alternando tratti diretti ad altri con serpentine sempre in ripida ascesa tenendoci alla destra del crinale.
Raggiungiamo nuovamente i due cavi (m. 1750) e per un po' li seguiamo camminandoci sotto.

Percorriamo un tornante sinistrorso e un breve tratto con poca pendenza.
Dopo il successivo tornante riprendiamo a salire a zig-zag ripidamente camminando su pietre e sfasciumi.
Passiamo accanto ad un picchetto con un segnavia bianco-rosso (m. 1780).
Troviamo un cartello che ricorda di prestare attenzione ai carichi sospesi (m. 1795).
La pendenza diminuisce un poco mentre ci spostiamo alla destra dei due cavi.
Attraversiamo un canalino (m. 1830) e poi riprendiamo a salire ripidamente a zig-zag.

Percorriamo un tornantino sinistrorso mentre sulla destra c'è il canale pieno di massi (m. 1895). Qui cominciamo a vedere il rifugio.
Poi, con minore pendenza, percorriamo un traverso a sinistra.
In leggera salita superiamo una zona dove camminiamo su pietrisco; frattanto il rifugio è sparito alla vista (m. 1920).
Riprendiamo a salire in modo abbastanza ripido, passiamo accanto ad un altro picchetto con i segnavia e torniamo a vedere il rifugio (m. 1935).
Attraversiamo un punto quasi pianeggiante a valle del rifugio (m. 1975).
Infine con un sentierino tra l'erba superiamo l'ultimo ripido tratto.

Tempo impiegato: ore 2.30 - Dislivello: m. 980
Data escursione: maggio 2011

Secondo itinerario: da Zorzone (sentiero 234 panoramico)

Come precedentemente descritto arriviamo al bivio dove i due percorsi si dividono e proseguiamo con la sterrata che compie un tornante destrorso (m. 1200).
Quasi subito troviamo sulla sinistra una porticina che chiude un manufatto interrato.
Più avanti un sentiero incrocia la sterrata (m. 1225). Proseguiamo diritto con una salita poco accentuata.
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1240).
Dopo una curva a sinistra (m. 1260) gli alberi diventano più radi e sulla destra cominciamo a vedere l'Alben.
Ancora una curva a sinistra; ora a sinistra ci sono dei prati e, in alto, vediamo un edificio. Tra gli alberi in questo punto ci sono diversi maggiociondoli. Alla destra alcune aperture consentono di vedere il panorama.
Proseguiamo in leggera salita. Troviamo sulla sinistra un piccolo cancello in legno poi la sterrata gira a sinistra ed entra nel bosco.

Subito arriviamo ad un bivio dove ignoriamo la discesa a destra verso un cassottello e una casa e proseguiamo diritto quasi in piano. I faggi lasciano il posto alle conifere.
In leggera salita arriviamo ad un tornante sinistrorso dove, seguendo le indicazioni, ignoriamo una sterrata che prosegue diritto (m. 1310).
Alternando due tratti in leggera salita ad altrettanti in piano, raggiungiamo uno slargo ed un bivio (m. 1330). Le due stradine sono chiude da una stanga, di ferro quella a sinistra e di legno quella davanti. Sulla destra ci sono anche un tavolone in legno e delle panche. Andiamo diritto in salita tra i larici.

Più avanti lasciamo la sterrata che va a terminare presso la Cascina Mattuida e, seguendo le indicazioni, prendiamo un sentiero sulla destra (m. 1345).
Con pochissima pendenza proseguiamo nel bosco e attraversiamo uno spiazzo erboso pieno di ortiche.
Proseguiamo in leggera salita. Ora il bosco è fitto ed è composto da larici e faggi (m. 1380).
Ad un bivio proseguiamo con un tornante a sinistra ignorando l'altro sentiero che continua diritto (m. 1395).
Dopo un lungo tratto, troviamo sulla destra un rudere con la statuetta di una madonnina (m. 1430). Il sentiero compie subito un tornante destrorso aggirando la costruzione.
Poco dopo sulla destra troviamo una pozza rotonda, recintata con paletti di ferro che reggono due cavi (m. 1440).
Superati altri tre tornanti, il bosco diventa più rado e sopra riusciamo a vedere il cielo (m. 1480).
Poi ci addentriamo in un fitto lariceto (m. 1495) e percorriamo un tornante destrorso e poi uno sinistrorso che lascia all'esterno un muretto a secco (m. 1515).

Usciamo dal bosco. Ora ci sono solo prati e alcuni alberi (m. 1530). A sinistra vediamo l'Alben.
Dopo una curva a destra, quasi in piano, iniziamo ad attraversare una zona dove, in alcuni punti, c'è della ghiaia.
Continuiamo tra l'erba con un piccolo sentiero a mezza costa. In alto a destra ci sono dei torrioni calcarei.
Percorriamo poi un breve tratto in salita su fondo pietroso.
Quasi in piano passiamo a valle di alcune guglie (m. 1545).
Con una breve salita passiamo alla destra di un masso che restringe il sentiero.

Dopo un tratto quasi in piano (m. 1555) ne percorriamo un altro in discesa perdendo una diecina di metri.
Continuiamo in leggera salita passando tra due rocce. In basso alla sinistra vediamo l'ultima parte della sterrata e la Cascina Mattuida.
Ancora pochi passi in leggera discesa e riprendiamo a salire dapprima tra gli alberi e poi con un piccolo sentiero tra l'erba.
Passiamo a monte di un barech che vediamo sulla sinistra (m. 1585).
Proseguiamo con un tratto in leggera salita seguito da uno con maggiore pendenza e un altro quasi in piano poi riprendiamo a salire a zig-zag in modo abbastanza ripido. Superiamo un masso caduto nel sentiero (m. 1625).
Continuiamo con poca pendenza, poi in salita e poi quasi in piano seppur con brevi saliscendi.
Passiamo sotto due cavi, sui quali ci sono dei palloni di colore bianco e arancione, mentre attraversiamo un canale pietroso poi riprendiamo a salire in modo abbastanza ripido.
Arriviamo al bivio dove ritroviamo il sentiero diretto che sale dalla sinistra (m. 1650) con il quale proseguiamo fino al rifugio.

Tempo impiegato: ore 2.45 - Dislivello: m. 980
Data escursione: maggio 2011

Escursioni partendo dal Rifugio:


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