Rifugio Capanna Falco

Il Rifugio Capanna Falco è situato quasi in vetta al Monte Bisbino, sul versante sud.

Primo itinerario: in auto fin nei pressi

Da Como seguendo il lungolago ovest con la provinciale 71 arriviamo a Cernobbio.
Alla seconda rotonda situata in Piazza Mazzini giriamo a sinistra in Via Volta che poco più avanti diventa Via della Libertà. Alla sinistra c'è un grande parcheggio in fondo al quale ci sono i carabinieri. Poi la strada inizia a salire con vari tornanti e dopo 15 chilometri termina in uno slargo (m. 1300) quasi in cima al Monte Bisbino (m. 1325).

Al penultimo tornante (destrorso), circa 600 metri prima del parcheggio in cima, ci troviamo una quindicina di metri sopra il rifugio. A sinistra scende una stradina. Non c'è possibilità di parcheggio se non lasciando la macchina al tornante a bordo strada o in qualche slargo prima e dopo il tornante stesso, oppure nei primi metri della stradina sterrata.
Scendiamo a piedi e raggiungiamo un cancello sui cui piloni ci sono delle frecce gialle rivolte a sinistra.
Andiamo invece a destra e dopo pochi passi raggiungiamo il già visibile rifugio.

Secondo itinerario: da Cernobbio (Via dei Monti Lariani n. 1)

L'itinerario qui descritto parte dal parcheggio all'inizio di Via della Libertà a Cernobbio (m. 220).
Ad ogni modo, poiché la strada asfaltata e la mulattiera si intersecano o sfiorano ben dieci volte salendo verso il Bisbino è possibile scegliere di iniziare a la nostra escursione più avanti. Bisogna dire però che solo a Rovenna (m. 442) e a Mudrona (m. 840) c'è buona possibilità di parcheggio.
Per evitare confusione chiamerò sempre carrozzabile la strada principale che sale fino al Bisbino per distinguerla da altre strade e stradine che percorreremo nella prima parte della nostra escursione.

Lasciata l'auto nell'ampio parcheggio ci incamminiamo lungo la carrozzabile.
Dopo la caserma dei carabinieri e una curva a destra, troviamo sulla sinistra una fontana e il segnavia a bandierina rosso bianco rosso con il numero 1 della Via dei Monti Lariani. Imbocchiamo così Via G. Parini, una bella mulattiera a gradini con la quale saliamo verso le case della frazione di Stimianico.
Ignoriamo sulla destra Via Stretta di Stimianico e, giunti in fondo, di fronte ad una casa, pieghiamo a destra e ci immettiamo su di una stradina asfaltata andando verso sinistra in salita.
Giunti ad un bivio, lasciamo sulla sinistra Via alla Valle Armée e prendiamo a destra Via Monte Grappa.
Subito dopo, trascurata una stradina in discesa a destra, continuiamo tra mura e recinzioni metalliche.
Superato il cancello di Villa Liselotte ci avviciniamo ad un tornante della carrozzabile. Qui c'è un bivio: a destra si scende verso la carrozzabile mentre a sinistra continuiamo verso la chiesa di San Nicola (m. 295).

Davanti alla chiesa ci sono due panchine. Il segnavia n. 1 ci indica di proseguire verso destra in piano.
Giunti ad una fontana, prendiamo sulla sinistra Via Casnedo, e con un breve tratto di mulattiera a gradini incrociamo una strada asfaltata.
Delle due strade a destra, prendiamo quella in salita, Via Monte Grappa, seguendo un cartello che indica il Bisbino.
Trascurata a sinistra la Via Privata Tettarietti, continuiamo su fondo asfaltato fino a raggiungere un ponte con il quale superiamo un torrente (m. 310).
Subito dopo giriamo a sinistra in Via Vecchia (cartello Bisbino), una stradina acciottolata con la quale saliamo tra due mura.
Alcuni gradini ci conducono poi ad un tornante di una strada asfaltata. Andiamo a sinistra.
Poco dopo ignoriamo a sinistra Via degli Scalini; una scritta indica de quella parte Prea de Buc.
Continuiamo diritto, in salita, trascurando altre due stradine a sinistra: Vicolo Interno di Somaino e Via Somaino.
Superato un ruscello con un ponte (m. 360), ritroviamo la carrozzabile presso un tornante accanto al cancello dell'Asilo Ortelli.
Ora non ci resta che seguirla per un centinaio di metri con bella vista sul lago di Como alla nostra destra.

Superata una chiesetta e la trattoria Gatto Nero, prendiamo a sinistra una stradina asfaltata, Via Monte Santo.
Ignoriamo a sinistra una stradina acciottolata a gradini, Via Dottor Carlo Mira e continuiamo fino ad incrociare nuovamente la carrozzabile (m. 390).
La attraversiamo e continuiamo sempre con Via Monte Santo passando dapprima tra case o poi tra muretti.
Quando ritroviamo la carrozzabile siamo in centro a Rovenna (m. 442). La seguiamo passando tra la chiesa di Sant'Abbondio e il cimitero. Alla nostra destra c'è un ampio parcheggio.

Dopo la chiesa, lasciamo la carrozzabile che prosegue verso destra (Via per il Monte Bisbino) e giriamo a sinistra (segnavia Monti di Scarone a ore 0.30, Monti di Madrona a ore 1 e Bisbino a ore 2.30) e con pochi passi raggiungiamo una cappelletta contenente dei piccoli teschi. Su di una parete c'è una scritta che fa riflettere: "Ciò che tu sei io fui. Ciò che ora sono tu sarai".
A destra dopo una fontana, riparte la nostra mulattiera (Via Segantini).
Saliamo tra le case con la mulattiera a gradini fino ad un bivio dove giriamo a destra per prendere una scorciatoia.
Con un tratto asfaltato passiamo tra orti e pollai. Più avanti lasciamo a destra un tornante della carrozzabile e continuiamo diritto con una mulattiera come segnalato da un cartello che indica Scarone a 20 minuti.
Terminate le case di Rovenna, entriamo in un bosco e continuiamo ripidamente fino a trovare il percorso principale sul quale ci immettiamo andando verso destra (m. 515).

Più avanti raggiungiamo nuovamente la carrozzabile nei pressi di un casello dell'acquedotto. Ne sfioriamo un tornante rimanendo alla sua sinistra. Qui alcuni segnavia indicano Scarone a ore 0.15, Madrona a ore 0.45.
Continuiamo con la mulattiera che in questo tratto ha due strisce di cemento ai lati.
Non molto tempo dopo sfioriamo un altro tornante della carrozzabile nei pressi di una casa con la scritta "l'hobby" e i segnavia riportano gli stessi tempi di percorrenza precedentemente indicati.
La pendenza aumenta. Dopo un tornante a sinistra torniamo a vedere il sottostante lago di Como.
Il successivo tornante verso destra ci conduce alle case di Scarone, tutte in pietra e ben conservate.
Ignoriamo a sinistra un sentiero chiuso da un cancello che conduce a La Pianca, Tarancin e alla fonte Anzone come indicato da un cartello e raggiungiamo il centro dell'abitato dove troviamo una fontana (m. 600).

Dopo le case, continuiamo tra i castagni e raggiungiamo un bivio. I segnavia indicano a sinistra Madrona a ore 0.30; a destra Caselli di Corna a ore 0.15 e i Monti di Lenno a ore 0.30.
Andiamo a sinistra e iniziamo un lungo traverso rettilineo in salita con bella vista sul lago.
Raggiungiamo le due vecchie baite di Culzaga (m. 660), la seconda delle quali, senza porta, può essere utilizzata come ricovero temporaneo, per esempio in caso di un improvviso acquazzone.
Subito dopo vediamo un cartello che indica a sinistra un sentiero per Roncate e la Fonte Anzone.
Continuiamo diritto e per un tratto seguiamo un basso muretto.
Ad un tornante ignoriamo una stradina che continua diritto (m. 690).
Al successivo invece troviamo un cartello che indica Madrona a ore 0.20 mentre sulla destra si stacca un sentiero in discesa che in 5 minuti conduce ai Caselli di Corna.

Passiamo sotto i cavi dell'alta tensione.
Superiamo un rudere e una bella casa in pietra (m. 755). Una freccia gialla indica la direzione dalla quale proveniamo.
Seguendo una recinzione metallica, ignoriamo un sentierino che sale a destra e raggiungiamo una grande casa (m. 770).
Ad una curva a destra ignoriamo un sentiero che scende a sinistra. La pendenza aumenta.
Raggiungiamo le prime case di Madrona poste in fila sul lato destro della mulattiera e continuiamo fino a ritrovare la carrozzabile nel centro dell'abitato.
I segnavia indicano che ci troviamo ai Monti di Madrona (m. 840). Il Bisbino viene segnalato a ore 1.30. Diritto un sentiero conduce in dieci minuti verso un Belvedere a picco sul lago (m. 860 area di sosta con tavolo e panche). Alle nostre spalle vengono indicate Scarona a ore 0.30 e Rovenna a ore 0.45.

Seguiamo l'asfalto verso sinistra passando accanto ad una bacheca con una cartina della zona molto dettagliata.
Dopo circa duecento metri, al termine dell'abitato, troviamo sulla sinistra un sentiero contrassegnato da bolli rossi, che sale e si immette sulla carrozzabile nei pressi di una casa isolata.
Dopo un altro centinaio di metri raggiungiamo un tornante e lasciamo la carrozzabile per imboccare una mulattiera che continua diritto (m. 870). I segnavia indicano il sentiero n. 1: Bisbino a ore 1.05, Bugone a ore 0.50, Alpe Gonbree a ore 0.35. Su di un paracarro invece c'è la scritta Quagerbul.

Il primo tratto è in leggera salita con il fondo in cemento. Proseguiamo poi su un misto di sterrato e pietre fino a raggiungere due case in pietra (m. 885). Sulla destra c'è un tavolone in pietra con relative panche.
Poco dopo a sinistra scende un sentiero verso l'Alpe Gombree segnalata a mezz'ora di cammino. Diritto invece vengono indicati: il Bisbino a 60', la Capanna Falco a 55' e San Carlo a 10'.
Continuiamo in leggera salita nel bosco con una bella mulattiera acciottolata.
Dopo un tratto abbastanza ripido arriviamo al bivio che precede la chiesetta di San Carlo (m. 1012). Alcuni segnavia indicano: a destra Garzegalo a 5'; diritto il Bisbino a 50' e dietro Madrona a 20'. C'è anche un sentiero che scende a sinistra.

Oltre la chiesetta continuiamo ripidamente. Più avanti vediamo in alto a destra, oltre il bosco, alcune case nei pressi della strada che da qui non è visibile.
Superiamo una vasca con una targhetta che dice: "Lucio 1999", raggiungiamo la carrozzabile asfaltata e usciamo dal bosco (m. 1095). I segnavia indicano di fronte a noi: la Cà Bossi a 15', la Capanna Falco a 30' e il Bisbino a 35'.
Attraversata la strada, continuiamo sull'altro lato verso le soprastanti case dell'Alpe Piella (m. 1120).
Ignoriamo un sentiero che sale verso la prima casa poi, seguendo una recinzione metallica e un muretto, passiamo tra gli altri edifici.

Oltre l'alpeggio la mulattiera diventa ripida.
Rientriamo nel bosco e subito troviamo un bivio senza indicazioni. Andiamo a sinistra e continuiamo fino a incrociare nuovamente la carrozzabile (m. 1200). Un cartello segnala la Capanna Falco a 15 minuti. Un altro indica il Bisbino a 25.
La mulattiera continua tra i pini dapprima in salita e poi in piano. Ai lati ci sono dei pali metallici che reggono una matassa di fili.
Dopo un altro tratto in salita continuiamo con minore pendenza fino a raggiungere una costruzione recintata. Sui pilastri del cancello due frecce gialle indicano la direzione dalla quale proveniamo. A destra un sentiero sale verso il penultimo tornante della carrozzabile.
Continuiamo diritto e, in leggera discesa, raggiungiamo il già visibile rifugio.

Tempo impiegato: ore 3.00 - Dislivello: m. 1025
Data escursione: dicembre 2007

Terzo itinerario: da Cernobbio (cimitero S. Stefano) lungo la dorsale sud del Bisbino

Da Como seguendo il lungolago ovest con la provinciale 71 arriviamo a Cernobbio.
Alla seconda rotonda situata in Piazza Mazzini giriamo a sinistra in Via Volta che poco più avanti diventa Via della Libertà. Alla sinistra c'è un grande parcheggio in fondo al quale ci sono i carabinieri. Poi la strada inizia a salire con vari tornanti.
Dopo circa un chilometro, prima di un ponte, giriamo a sinistra in Via Noseda che percorriamo a saliscendi. Poi la strada diventa Via Carcano.
Poco dopo arriviamo al cimitero nel cui parcheggio, alla sinistra della strada, lasciamo la macchina (m. 300). Oltre diventerebbe difficoltoso trovare uno spazio per la nostra vettura.

Ci incamminiamo nella stessa direzione. Lasciamo a destra Via Isonzo e arriviamo ad un trivio dove un cartello indica Via Monsignor Gabriele della Bella.
Proseguiamo diritto e poco dopo giriamo a destra in Via Vittorio Veneto all'inizio della quale sulla sinistra c'è la trattoria Glicine.
Dopo un tratto in salita tra le case, continuiamo con minore pendenza e troviamo sulla destra un piccolo parcheggio.
La strada poi piega a destra mentre dall'altro lato si stacca Via Cantore.
Torniamo a salire e lasciamo a destra Via Piave.
Dopo un tratto quasi in piano riprendiamo a salire e percorriamo una curva a destra all'interno della quale c'è una fontana.
Più avanti arriviamo ad un bivio dove ignoriamo Via Cesare Battisti che continua diritto e seguiamo Via Vittorio Veneto che piega a destra. La segnaletica indica a destra: Piazzola e Pievenello (m. 330).
Proseguiamo in modo abbastanza ripido. Alla destra c'è Via Le Poullanier. Poi la pendenza diminuisce un poco. Continuiamo a salire tra ville, villette, recinzioni e giardini.
Con poca pendenza percorriamo un ampio tornante sinistrorso (m. 370). Continuiamo con alcune semicurve.

Poi con maggiore pendenza arriviamo ad un bivio di fronte alla cappella, di colore giallo, che contiene una statua di San Giuseppe con Gesù Bambino in braccio (m. 400). I segnavia indicano a sinistra: Via Piazzola; a destra: Piazzola a ore 0.45, Croce dell'Uomo a ore 1. Sul muro vediamo una bandierina bianco rossa con la sigla SC (= Sentiero Confinale).
Andiamo a destra e, fatti pochi passi, troviamo una mulattiera che sale a sinistra tra le case. Possiamo prenderla o proseguire con la strada. Infatti poco più avanti la mulattiera torna ad immettersi sulla strada.
Lasciamo a destra Via Gentrino e proseguiamo con Via per Piazzola salendo in modo abbastanza ripido tra due mura.
Ignoriamo una stradina che scende alla destra e continuiamo dapprima in leggera salita tra un muro e una siepe, poi tra una grande casa bianca recintata e degli alberi.
Passiamo sotto i cavi dell'alta tensione (m. 430). Alla destra la vista spazia su Rovenna e sul lago.
Lasciata a destra un'altra casa percorriamo un tornante sinistrorso e passiamo dietro alla casa bianca tra recinzioni e mura.
La strada diventa più stretta tanto da consentire il passaggio di una sola vettura alla volta. Camminiamo tra due muri sormontati da una rete verde.

Arriviamo ad un bivio di fronte ad una vecchia baita (m. 455). Lasciamo la strada che prosegue verso sinistra e, seguendo il segnavia SC prendiamo una mulattiera acciottolata sulla destra.
La mulattiera sale incassata tra un muro di pietre alla sinistra e un muretto di cemento sormontato da una rete alla destra.
Dopo una curva a sinistra entriamo nel bosco. Alla destra ci sono delle pietre collocate come paracarri (m. 475).
Ignoriamo un sentiero che si stacca alla sinistra.
Alla destra ci sono un muretto di pietre e una rete e, poco più avanti, una vecchia casa (m. 490).
Vediamo un bollo bianco-rosso su di una pietra ed una targhetta rossa su di un albero.
Alla destra troviamo dapprima un rudere e poi una fila di pietre che formano un basso muretto (m. 505).

Ad un bivio (m. 515) andiamo a sinistra come indicato da una placchetta rossa, passando accanto ad una vecchia casa con una madonnina in ceramica sopra l'ingresso.
La pendenza aumenta mentre il muretto di pietre alla destra termina.
Dopo un tratto con poca pendenza riprendiamo a salire (m. 540).
Camminiamo sotto i cavi dell'alta tensione, passando tra alcune case alla destra e una sola alla sinistra.

Incrociamo la strada asfaltata che arriva dalla sinistra e compie un tornante sinistrorso (m. 550). Continuiamo diritto con degli arbusti alla sinistra e una rete alla destra.
Poi giriamo a sinistra e ci immettiamo sulla strada. Alla destra c'è una vecchia casa di pietra mentre in basso a sinistra possiamo vedere il lago.
Seguiamo l'asfalto in leggera salita accompagnati alla sinistra da una protezione di ferro dipinta di verde.

Ora la strada ha solo due strisce di asfalto in corrispondenza del passaggio delle ruote. Una mulattiera si stacca verso destra. Su di un palo vediamo una bandierina di colore rosso-bianco-rosso (m. 565).
Prendiamo la mulattiera, che sale con un muro di pietre alla destra, entrando in un castagneto.
La mulattiera si restringe mentre passa sotto i cavi dell'alta tensione (m. 590).
Proseguiamo dapprima tra alcuni arbusti e poi tra radi alberi.

Ritroviamo la strada coperta dalle due strisce di asfalto che arriva dalla sinistra (m. 605).
La seguiamo. Subito troviamo una casa alla sinistra poi camminiamo tra delle recinzioni.
Troviamo un'altra casa a destra e un baitello alla sinistra.

Arriviamo ad un bivio (m. 625). I segnavia indicano a sinistra: 26/a, Croce dell'Uomo a ore 0.20; diritto: 26, Piazzola a ore 0.15, Pievenello a ore 0.20.
Prendiamo la mulattiera che sale a sinistra inizialmente con una rete alla sinistra. Entriamo nel bosco di castagni.
Percorriamo un tornante destrorso al cui interno, oltre una recinzione vediamo due cassottelli. Dalla sinistra arrivano due sentieri (m. 650).
Proseguiamo con la mulattiera lasciando a sinistra una stradina in cemento che sale verso una casa.
Poi rientriamo nel castagneto e percorriamo un tornante sinistrorso (m. 685).
Alla sinistra troviamo un cancello e la recinzione della casa sottostante; alla destra c'è un basso muretto. In basso a sinistra vediamo il lago.
Percorriamo un tornante destrorso subito seguito da uno sinistrorso (m. 710).
Superato un altro tornante destrorso, camminiamo con poca pendenza fino al successivo tornante sinistrorso dove riprendiamo a salire (m. 740).
Percorriamo poi un tornante destrorso tra alberelli, con bella vista alla sinistra su Como e il lago (m. 750).
Continuiamo con poca pendenza tra i castagni.
Superiamo l'ultimo tornante, sinistrorso (m. 765). Il fondo diventa sterrato e, poco più avanti, la mulattiera diventa un sentiero che sale in modo abbastanza ripido verso la croce che vediamo in alto a destra.
Alcuni gradini, realizzati con tronchetti di legno, agevolano la salita. Il sentiero si divide e scegliamo il percorso alla destra che è più largo.

Raggiungiamo una recinzione, con un cancelletto da aprire e richiudere, oltre la quale ci sono: la croce, la chiesetta di S. Abbondio e alcune panche. Bello il panorama su Como e la Brianza (m. 785).
Dietro alla chiesa, all'esterno della recinzione, troviamo una bacheca con tettuccio e un cassottello.
Continuiamo quasi in piano alla sinistra di un ampio crinale.
Troviamo una rudimentale panca e l'inizio della zona caratterizzata da figure, cartelli scolpiti nel legno, tronchi piallati e incisi con frasi da meditare o divertenti, tutti quanti realizzati da un'artista del luogo, il Sig. Giosuè Aramini.

Incrociamo un sentiero. Alcuni cartelli scolpiti indicano davanti: "Sagn, Bisbin"; dietro: "Cernobi, Comm"; a sinistra: "Senterun de mez, Sagn"; mentre a destra un normale cartello segnavia indica Piazzola a 20 minuti. Una artistica bacheca in legno reca una cartina della zona e la scritta: "località Crus de l'Om", e sotto, dopo una lumaca scolpita tra due funghetti, prosegue con "Benvenuto a chi ama e rispetta la natura". Alla sinistra una scultura rappresenta un gallo "ul famus gal svizar" (m. 790).
Dietro la bacheca troviamo i primi tronchi incisi con delle scritte che sono precedute da un fiore rosso e seguite da uno giallo, entrambi con cinque petali: "Perdunà l'è de cristian, dimenticà l'è de stupit", "Porta a casa i colori i profumi il silenzio e ... i rifiuti".

Proseguiamo in leggera salita e troviamo altre due scritte scolpite nel legno: "Finché avremo dei ricordi la nostra storia vivrà", "Buona passeggiata, proseguire a passo di ..." e qui troviamo una scultura raffigurante una lumaca.
Passiamo accanto ad una bacheca con tettuccio dove tra due bandierine, elvetica e italiana, vediamo un'immagine raffigurante un presepio mentre in basso, scolpito nel legno leggiamo: "la montagna è bellezza e armonia conserviamola con rispetto". Alla destra c'è una rudimentale panca in pietra. Dipinto in rosso su di una panca in pietra leggiamo: "Sentieri della Storia".

Saliamo alcuni gradini di legno e poi superiamo uno stretto passaggio tra paletti il cui scopo è di impedire il transito agli animali (m. 800).
Ed ecco la successiva scritta; dopo una freccia che indica il Bisbino, leggiamo: "un sorriso rivolto ad un vivo vale più di una fontana di lacrime per un morto".

Proseguiamo in salita con una mulattiera a gradini di legno e pietra. Sulla destra ci accompagnano altre scritte scolpite nel legno: "la mia coscienza conta più dell'opinione degli altri", "chi è amico di tutti è amico di nessuno", "criticà l'è facil, fa mei l'è dificil".
Vediamo alla destra una scultura raffigurante un gatto ed ecco un'altra scritta:"anche il manganello può indicare la strada".
Alla sinistra troviamo un boomerang fissato ad una pietra e coperto da una scritta a vari colori che dice: "boomerang locale". In alto alla biforcazione tra due rami, sfruttando un incavo e con alcune aggiunte posticce il nostro artista ha realizzato una simpatica faccia.
Ed ecco altre tre scritte: "chi fà falla chi non fà farfalla", "mai stà denanz del canun e dedree de l'asan", "osserva la natura per capire la vita". Altri due cartelli indicano la "Piaza del Viulin" e a sinistra un sentiero che scende a: "Sagn" (vedi il quinto itinerario). Qui troviamo anche un crocefisso con tettuccio, un pipistrello sotto ad un masso ed un orsacchiotto di legno su di una rudimentale panchina, che tiene tra le mani le bandierine italiana e svizzera (m. 815).

Proseguiamo diritto e vediamo altre scritte: "per vivere, lascia vivere", "bastun in pee e dona in pian, tegnan su el Dom de Milan", "l'onestà è lodata da tutti ma muore di freddo". Alla destra c'è uno gnomo.
Ecco altre scritte: "niente nasce da ciò che non è", "la prosperità rende indolenti e vili", "<---<< confine di stato (e tre fiorellini di colore verde, bianco e rosso)", "un giorno è maestro dell'altro", "la vita è movimento, il movimento è vita".
Troviamo un fungo scolpito e continuiamo in modo abbastanza ripido accompagnati da una staccionata di legno alla destra (m. 830).

Ed ecco alla sinistra un tronco trasformato in serpente mentre alla destra leggiamo: "gelus e invidius, un serpent velenus" (m. 850). Ora la staccionata di legno è alla sinistra e la pendenza diminuisce un poco.
Il sentiero si divide solo per aggirare un gruppo di alberi e poi si ricompone. Troviamo una panca e una lampadina.
Su di un altro tronco leggiamo: "il bosco è ambiente e paesaggio". Un cartello informa che siamo in: "Piaza de la Lampadina".
Proseguiamo in leggera salita. Su di una pietra una scritta in rosso dice: "Sentiero del Piz".
Vediamo un altro funghetto e un cerchio di legno appeso ad un albero nel quale si dondola una civetta. In cima ad un albero c'è un artistico nido con il tettuccio rosso (m. 870).

Appoggiata ad un tronco vediamo una pietra nella quale è stata scolpita una madonnina attorniata dalla scritta: "Io sono accanto a voi, benedico il vostro cammino".
Leggiamo poi un'altra scritta: "in montagna ti senti abbracciato dal cielo".
Troviamo delle sculture intagliate nel legno: un gufo, uno gnomo, un istrice e, dopo una rudimentale panca di pietra, una civetta, un fungo e poi una testa di alce attaccata ad un albero sopra la quale campeggia la scritta: "Alpe Cavazza, Monte Bisbino".

Poco dopo raggiungiamo una staccionata con una garitta alla sinistra, dentro la quale c'è un manichino in legno raffigurante un finanziere in divisa. Sulla garitta leggiamo: "Culma del Pizz. Garitta di confine istallata nel 1947. I luoghi del cuore. Sentee del Viulin e Sagno (a sinistra)". Dietro alla garitta c'è una lunga scalinata (sentiero di ronda) che scende, con oltre 200 gradini di pietra, verso il quinto itinerario.
Troviamo poi alla sinistra una ramina, la vecchia rete di confine. Alla destra c'è una cartina incorniciata e appesa ad un albero ed un rudimentale tavolo con due panche (m. 885).

Alla destra su dieci rami, appesi a due tronchi sotto un tettuccio, leggiamo una vecchia filastrocca: "Stella stellina, la notte si avvicina, la fiamma traballa, la mucca è nella stalla, la mucca e il vitello, la pecora e l'agnello, la chioccia coi pulcini, la gatta coi gattini, e tutti fan la nanna, nel cuore della mamma".
Subito dopo troviamo un crocefisso, un rudimentale tavolo con panche e il cippo di confine con le scritte: "I 1900 - S 56". Su di un albero leggiamo: "confine di stato - cippo 56".
Ed ecco una serie di assi sovrapposte con una grossa corda penzoloni alla destra. Leggiamo:"Osservatorio Meteorologico del Pizzo Meda mt. 890 slm. Previsioni del tempo: corda bagnata = pioggia, corda secca = bello, corda mossa = vento, corda rigida = freddo, corda invisibile = bere meno, corda che manca = rubata".
Alla sinistra c'è un orsacchiotto nero con un cappotto con tre bottoni rossi.

Iniziamo a scendere l'opposto versante del Pizzo e leggiamo un'altra scritta: "ul temp el cüü al fà cumè al vör lüü".
Anche su questo versante superiamo uno stretto passaggio tra paletti che impediscono il transito agli animali. Alla destra c'è la ramina; siamo quindi in territorio elvetico e ci rimarremo fin quasi al rifugio. Alcuni gradini realizzati con piccoli tronchi agevolano il cammino.
Prima di arrivare al termine della discesa leggiamo un'altra scritta: "Quando parla il denaro tutte le lingue tacciono".

Continuiamo in piano (m. 875) e troviamo altre due scritte: "Lavura!!! Senza mai guardà l'ura perché chi spess guarda l'ura prest al va in malura", "l'uomo è il Capo della famiglia, la donna il collo che fa girare il Capo".
Un sentiero scende a sinistra e un cartello scolpito segnala: "Zucheta, Sagno a sinistra, Bisbino diritto". Qui troviamo anche un'altra scritta: "Sperà de vinc al lot l'è cum'è pensà de mazà l'urz a man biot".

Riprendiamo a salire e leggiamo: "La solitudine è la dieta dell'anima", "de amis bisogna vegan anca a cà del diavul" e una bella chiocciola scolpita completa quest'ultima scritta.
Ora la pendenza è abbastanza ripida. Troviamo un'altra scritta: "in mancanza di cavalli trottano gli asini" e una scultura raffigurante un gallo (m. 890).
La successiva scritta dice: "certe donne amano talmente il loro marito che per non sciuparlo usano quello delle loro amiche". In questo punto il bosco è formato da faggi alla sinistra e betulle alla destra. Ci sono anche alcuni agrifogli.
Proseguiamo con minore pendenza e leggiamo: "la vita è come la scala del pollaio corta e piena di M****". Alla destra c'è ancora la ramina.
Arriviamo in cima ad un dossetto e leggiamo altre due scritte: "il ballo è l'espressione verticale di desiderio orizzontale", "dura la povertà che nasce dalla ricchezza". Il tronco che reca quest'ultima frase è stato collocato in mezzo al sentiero.

Quasi in piano, poco più avanti alla sinistra del sentiero, troviamo tre croci di legno. Sulla prima croce c'è una bacheca incorniciata alla quale è attaccato un foglio dal quale apprendiamo che le croci commemorano un fatto di sangue avvenuto nel 1843. Poco dopo su di un albero, sopra una cartina del luogo incorniciata, leggiamo: "località Crusett". Dietro viene indicato: "Crus de l'Omm Cernobi". Un cippo di confine reca inciso su di un lato "I 55A" e sull'altro "S 1900" (m. 908).
Subito dopo troviamo a sinistra nell'ordine: il Sentiero Panoramico che scende a Sagno (descritto nel sesto itinerario), una garitta ed un altro sentiero che sale. I segnavia escursionistici elvetici indicano di prendere quest'ultimo sentiero. Qui viene segnalata anche la tappa 5 del Sentiero Smeraldo che coincide con quello che stiamo percorrendo. Lasciamo pertanto il sentiero che prosegue diritto per prendere quello che sale a sinistra segnalato anche da un bollo bianco-rosso su di una pietra e da un bollo giallo su di un albero.

La pendenza aumenta. Il sentiero si divide solo per aggirare un albero e alcuni alberelli poi si ricompone (m. 925).
Vediamo una bandierina di colore bianco-rosso-bianco dipinta in mezzo al sentiero. Proseguiamo con poca pendenza (m. 945).
Poi torniamo a salire e troviamo altri segnavia a bandierina.
Continuiamo in piano e vediamo un paletto con la sommità dipinta di rosso (m. 970).
Dopo pochi passi in discesa proseguiamo quasi in piano. Vediamo un bollo giallo dipinto su di un albero. Siamo sempre sul crinale che porta al Monte Bisbino.
Alterniamo due tratti in salita ad uno con poca pendenza (m. 990).
Aggiriamo un ceppo, dal quale sono cresciuti alcuni tronchi, situato in mezzo al sentiero (m. 1010).
Poi con maggiore pendenza raggiungiamo due cippi in pietra di forma cilindrica che recano incise le lettere "8M" e "M".
La pendenza diminuisce un poco. Vediamo altri bolli. Il sentiero diventa più stretto.
Ora camminiamo quasi in piano. Lasciamo a destra una betulla contorta il cui tronco sembra formare un nodo (m. 1020).
Poi il sentiero torna largo come prima. Camminiamo il lievissima salita.
Lasciamo a sinistra un prato, con alcune grandi betulle, nel quale si stacca un sentiero e proseguiamo diritto in salita come indicato da un bollo giallo su di una betulla.
Ignoriamo poi un piccolo sentiero che si stacca alla destra in piano e continuiamo diritto in modo abbastanza ripido. Gli alberi ora sono più radi.

Giunti in cima ci troviamo in un bel punto panoramico sulla sottostante Valle di Muggio. Un cartello collocato accanto ad una invitante panchina parla della "Madonna del Bisbino" (m. 1055).
Proseguiamo diritto quasi in piano sull'ampio crinale tra prati e alcuni alberi verso una casa bianca. Davanti verso destra vediamo il Bisbino.
Poi ci immettiamo su di una sterrata che sale dalla sinistra e prosegue in cresta. Un cartello indica il sentiero per gli escursionisti davanti e dietro e segnala nuovamente la quinta tappa del Sentiero Smeraldo (m. 1055).
Continuiamo dapprima in salita e poi con minore pendenza lungo l'ampio, erboso e panoramico crinale (m. 1085).
Poi nuovamente in salita raggiungiamo e lasciamo alla destra la casa bianca dell'Alpe Merlo (m. 1095). Alla sinistra ci sono due vecchie vasche da bagno riciclate come abbeveratoio e un cassottello.

Poco dopo la pendenza diminuisce. Su un palo un piccolo cartello indica le due direzioni del sentiero. Alla destra ci accompagnano una serie di pali di legno che reggono un cavo.
Ignoriamo un sentiero che si stacca a sinistra e in salita segue la cresta, per continuare con la stradina a mezza costa sulla destra.
Vediamo altri bolli di colore bianco-rosso-bianco sugli alberi.
Camminiamo quasi in piano. Ora anche i pali che reggono il cavo continuano verso sinistra (m. 1115).

Tra prati e radi alberi in leggera salita raggiungiamo una palina con vari segnavia che indicano a sinistra la Strada Forestale che scende a Sagno a ore 1 (vedi il settimo itinerario) e Morbio Superiore a ore 1.40; diritto la prosecuzione verso il Monte Bisbino a 35 minuti e Bruzella a ore 1.10; dietro il Sentiero Panoramico per Sagno a ore 1 e Morbio Superiore a ore 2. C'è anche la solita targhetta che indica la tappa 5 del Sentiero Smeraldo. Su un cippo in pietra leggiamo a fatica: "S5M" (m. 1125).
Proseguiamo in salita lungo l'ampio crinale circondati da betulle e alcuni alberelli. Troviamo alla destra un'altra vasca da bagno riciclata come abbeveratoio. Il Bisbino è ben visibile alla destra.
Raggiungiamo un altro cippo sul quale leggiamo: "8 4A" (m. 1150).

Continuiamo quasi in piano, a mezza costa, con la stradina che piega a destra mentre un sentiero sale lungo la cresta.
Passiamo a valle di una casa in pietra.
Dopo una curva a sinistra troviamo sulla sinistra un pluviometro: un cilindro metallico sistemato in cima a tre pali di ferro nel quale viene raccolta l'acqua piovana. Un targa spiega che l'apparecchio viene vuotato una volta all'anno in autunno e fornisce dati sulle condizioni delle precipitazioni della zona.

Siamo alla Sella Cavazza (m. 1162). Bella la vista panoramica da entrambi i lati. In particolare alla sinistra spiccano le due cime del M. Generoso e il più vicino Sasso Gordona. Qui troviamo una panchina, una bacheca e una palina con segnavia che indicano davanti verso destra: Monte Bisbino a 25 minuti; davanti a sinistra: Alpe Loasa a 35 minuti, Bruzella a ore 2.15; dietro a sinistra: Bruzella a ore 1; dietro a destra: Sagno a ore 1.10, Morbio Superiore a 1.45.
Proseguiamo a mezza costa alla destra della dorsale seguendo la stradina inerbita e accompagnati da pali di legno che reggono un cavo.
Poi alla sinistra troviamo una recinzione realizzata con una rete metallica, un'altra vasca da bagno riciclata e poi un muro a monte del quale c'è una grande casa a tre piani (m. 1175).
Un cartello segnala agli escursionisti il percorso avanti e dietro. Troviamo anche un gabbiotto in lamiera alla destra e una stalla poco più avanti alla sinistra.
Lasciamo poi a sinistra un'altra zona recintata.
La stradina ora piega a destra verso il Bisbino e rientra nel bosco.

Più avanti il percorso si divide e i segnavia indicano di proseguire con un sentiero che sale a sinistra per arrivare in cima al monte e al santuario. Ma poiché noi dobbiamo andare alla Capanna Falco, pieghiamo a destra (m. 1200).
Passiamo accanto ad un piccolo cippo. Qui rientriamo in territorio italiano. Seguiamo sempre la stradina che al fresco del bosco aggira il monte.

Poco prima di arrivare ad una altana di colore verde, lasciamo la stradina che prosegue in discesa verso un prato con alcune grandi antenne, e prendiamo un sentiero, che sale a sinistra nel bosco, all'inizio del quale su di un albero vediamo un piccolo cartello verde che indica il percorso della Bike Marathon del Monte Generoso (m. 1190).
Percorriamo poi un tornante destrorso ignorando un sentiero che prosegue diritto (m. 1215).
Dopo un breve tratto abbastanza ripido, la pendenza diminuisce un poco.
Proseguiamo quasi in piano tra alberi e prati (m. 1240). In basso a destra vediamo il prato con le antenne e una fila di vecchie case mentre in alto a sinistra vediamo il punto in cui termina la carrozzabile asfaltata.
Passiamo sotto un cavo portato da pali in cemento ed entriamo in un bosco di conifere.
Percorriamo pochi passi in discesa, vediamo una freccia arancione che indica la direzione dalla quale proveniamo ed un altro piccolo cartello verde della Bike Marathon. Dalla destra sale un altro sentiero. Davanti c'è il rifugio.

Tempo impiegato: ore 3.15 - Dislivello: m. 965-20
Data escursione: gennaio 2013

Quarto itinerario: da Cernobbio (cimitero S. Stefano) per i Monti di Duello

Come descritto all'inizio del precedente itinerario, arriviamo al cimitero di Cernobbio davanti al quale parcheggiamo la macchina (m. 300).
Torniamo indietro a piedi lungo Via Carcano fino a trovare sulla sinistra Via Ortigara all'inizio della quale ci sono da un lato una cappella e dall'altro una fontanella.
Proseguiamo in salita lungo Via Ortigara tra le case.
Più avanti alla destra troviamo un muretto sormontato da una rete.
Poi la strada diventa una mulattiera acciottolata (m. 325).
Arrivati all'ultima casa dell'abitato, ignoriamo due percorsi sulla sinistra e, seguendo una sbiadita freccia gialla tracciata su di un tombino, andiamo a destra tra gli alberi.

Alla sinistra ci sono un muro di pietre e un piccolo cancello. Alla destra vediamo il Lago di Como.
Continuiamo dapprima tra una siepe ed un cancelletto e poi tra due bassi muretti a secco (m. 350).
Camminando su di una lastra in cemento superiamo un rivolo.
Subito dopo alla destra, oltre una recinzione, vediamo alcuni cassottelli. Percorriamo un tratto quasi in piano (m. 360).
Proseguiamo nel bosco dapprima in leggera discesa e poi quasi in piano. In basso a destra scorre un torrente.

Dopo una curva a sinistra ci portiamo a fianco del torrente. Un segnavia indica nella direzione dalla quale proveniamo: Asnigo a ore 0.20.
Camminando su 4 grossi rialzi di pietra o cemento, riusciamo ad attraversare il corso d'acqua senza bagnarci.
Subito dopo ignoriamo un sentiero che sale a sinistra e proseguiamo in modo abbastanza ripido (m. 355).
Alla destra troviamo delle protezioni in legno (m. 365).

Presso un tornante sinistrorso troviamo una panchina in posizione panoramica vista lago (m. 380). Dalla destra sale una mulattiera. I segnavia indicano la prosecuzione verso: Monti di Duello a ore 1, Bisbino a ore 2.30; dietro: Laghètt a ore 0.05.
Continuiamo con delle serpentine. Dopo alcuni passi con poca pendenza torniamo a salire (m. 400). Vediamo dei bolli rossi.
Passiamo sotto i cavi dell'alta tensione (m. 415). La pendenza diventa abbastanza ripida.

Poco dopo un'altra mulattiera si immette dalla destra (m. 430).
Vediamo dei bolli gialli e rossi e, più avanti, degli altri di colore blu.
Poi la pendenza diminuisce un poco. Troviamo un masso caduto sul lato destro della mulattiera (m. 465).
Più avanti alla sinistra troviamo un muretto a secco, al termine del quale vediamo una freccia rossa (m. 480).
Ora la mulattiera è coperta da due strisce di cemento.

Transitiamo sotto due linee dell'alta tensione (m. 505).
Percorriamo una curva a sinistra all'esterno della quale ci sono i ruderi di una vecchia cascina. La pendenza aumenta.
Troviamo poi una breve protezione in ferro alla sinistra e percorriamo una curva verso destra in modo abbastanza ripido (m. 530).
Sul percorso troviamo ancora un po' di cemento. La pendenza diminuisce.
Più avanti, in modo abbastanza ripido percorriamo un tornante sinistrorso presso il quale vediamo alcuni bolli e frecce gialle (m. 550).
Continuiamo in leggera salita.

Passiamo nuovamente sotto i cavi dell'alta tensione e subito dopo percorriamo un tornante destrorso (m. 565). In questo punto il fondo è ancora coperto da due strisce in cemento. Riprendiamo a salire.
Superiamo un ampio tornante sinistrorso.
Dopo un tratto con maggiore pendenza e il fondo di pietre, per un po' torniamo a camminare su due strisce di cemento.
Proseguiamo con il fondo di pietre. Alla sinistra c'è una vecchia rete metallica (m. 600).
Passiamo accanto ad un cancelletto di legno (m. 615) e subito dopo percorriamo un tornante sinistrorso ancora con le due strisce in cemento.
Il fondo torna poi ad essere interamente di pietre e, alla sinistra, oltre la recinzione, vediamo due vecchie costruzioni (m. 620).
Dopo pochi passi in leggera salita, passiamo accanto ad un cancelletto di ferro e riprendiamo a salire in modo abbastanza ripido.
Finita la recinzione, termina anche la salita.
In alto a destra, oltre un prato, vediamo una casa bianca.

Percorriamo un breve tratto in piano poi riprendiamo a salire e subito arriviamo ad un bivio (m. 640). I segnavia indicano diritto: Pievenello a 10 minuti; a destra: Alpe Gombee a 30 minuti, Duello, Bisbino a 100 minuti; dietro: Cernobbio a 30 minuti. Andiamo a destra.
Troviamo alla destra una casa recintata da una rete con due cancelletti di legno (m. 655).
Terminata la recinzione percorriamo una curva a sinistra e proseguiamo tra castagni, faggi e betulle. Ora la mulattiera presenta alcuni gradini di pietra distanziati circa un metro l'uno dall'altro.
Poi i gradini terminano per ricominciare più avanti (m. 685).
Dopo un lungo tratto, troviamo un prato alla destra. Poi torniamo a camminare tra gli alberi che ora sono più radi (m. 725).

Alla destra, quattro gradini in discesa ci portano verso un uscio di ferro chiuso, sopra il quale c'è una madonnina. Accanto alla porta c'è una fontanella; un cartello avverte che l'acqua è potabile. Alla sinistra della mulattiera invece si stacca un pianeggiante sentiero.
Continuiamo diritto in modo abbastanza ripido.

Poi con minore pendenza, camminando tra un muro sormontato da una rete alla sinistra e con una rete alla destra, raggiungiamo la prima casa dei Monti di Duello. Su di una tavola appesa ad una catenella leggiamo: "Casël del Benve" (m. 755).
Proseguiamo quasi in piano tra le altre case, tutte ben conservate, e arriviamo ad un bivio. Un cartello appeso ad un albero indica a sinistra: Alpetto Combe, Monte Bisbino; a destra: Fonte Anzone, Madrona.
Lasciamo il piccolo borgo andando verso sinistra.
Subito arriviamo ad un bivio e seguendo una freccia gialla pieghiamo ancora a sinistra.

Poco dopo, quasi in piano, raggiungiamo una santella con un crocefisso situata all'interno di una staccionata di legno alla quale si accede tramite un cancelletto (m. 770). Su di una targa leggiamo: "Voluta e costruita da chi frequenta questa comunità di Duello e Pievenello in ricordo di chi tanto amò questi monti". Ci sono tre panche alla sinistra e altre due alla destra. Un cartello indica a destra: Monte Bisbino; dietro: Fonte Anzone, Madrona, Rovenna, Cernobbio. Ignoriamo una stradina che prosegue diritto in discesa e andiamo a destra in salita agevolati da alcuni tronchetti che formano dei gradini.
Dopo una curva a sinistra percorriamo un breve ripido tratto con il sentiero incassato nel terreno circostante.
Percorriamo un tornante destrorso (m. 785).
Il sentiero si biforca e una freccia gialla punta a sinistra. Possiamo anche andare a destra in quanto, aggirato un masso incastrato tra alcuni alberi, il percorso si ricompone.

Proseguiamo con un labirinto di sentieri che si intrecciano. Cerchiamo di seguire i radi bolli gialli. In ogni caso comunque ci ritroviamo poi su di un unico sentiero.
Superiamo un tratto incassato (m. 815).
Poi la pendenza diminuisce e percorriamo un breve tratto camminando su dei lastroni di pietra (835).

In leggera salita arriviamo ad un bivio (m. 855). Attaccati ad una palina arrugginita alcuni segnavia quasi illeggibili indicano a sinistra: Bisbino; a destra: Madrona.
Andiamo a sinistra come segnalato anche da un bollo giallo su di un masso e con poca pendenza percorriamo un tratto incassato nel terreno.
Dopo due curve, entrambe destrorse, continuiamo nel bosco. Percorriamo poi una curva a sinistra.
Più avanti riprendiamo a salire (m. 870).
Il sentiero si scompone in due tracce parallele e poi si ricompone.
Alcune pietre formano dei rudimentali gradini (m. 885).
Ora il bosco è formato da alberelli. La pendenza aumenta (m. 910).
Cominciamo a trovare degli alberi di agrifoglio che danno un bel tocco di colore con le loro bacche rosse.

Dopo un lungo tratto raggiungiamo un incrocio (m. 965). I segnavia indicano davanti: Capanna Falco a 50', Bisbino a 55'; dietro: Duello a 15'; a destra: Madrona a 50', Fonte Anzone a 30'; verso sinistra invece non ci sono indicazioni. Proseguiamo diritto.
Dopo un tratto con poca pendenza torniamo a salire (m. 980).

Ad una biforcazione, lasciamo a sinistra un sentiero sterrato e saliamo a destra in modo abbastanza ripido con un altro sentiero coperto da alcune pietre (m. 995).
Il sentiero si divide per aggirare due ceppi di alberelli e subito si ricompone (m. 1010).
Dopo un tratto con poca pendenza riprendiamo a salire con serpentine appena accennate.

Alla destra su di un albero vediamo un'altana raggiungibile con una scala a pioli (m. 1040).
Nuovamente il sentiero si divide e riunisce dopo aver aggirato alcuni alberi. Nel bosco ci sono diversi alberi di agrifoglio.
La pendenza aumenta (m. 1065). Ora siamo attorniati anche da alberi più alti come faggi e betulle.
Per un tratto la pendenza diminuisce un poco, poi riprende. Torniamo a camminare tra bassi alberelli (m. 1105).

Incrociamo un altro sentiero e continuiamo diritto (m. 1110).
Alla destra troviamo una recinzione oltre la quale c'è una casa in bella posizione panoramica sul Lago di Como. Qui il sentiero diventa una stradina e procede quasi in piano.

Poco dopo raggiungiamo una sterrata che in questo punto compie un tornante destrorso. I segnavia indicano davanti (seguendo il sentiero): Capanna Falco a 25', Bisbino a 30'; davanti (seguendo la sterrata): Fonte Fracia a 10', Alpe Böcc (Alpe Boeucc) a 10'; dietro: Alpe Gombee a 20', Duello a 30'. Attraversiamo la sterrata e riprendiamo il sentiero che sale contrassegnato dai soliti radi bolli gialli (m. 1130).
Più avanti attraversiamo un boschetto di betulle. Alla destra oltre una rete di recinzione vediamo una casa rossa (m. 1155).
Lasciamo poi a sinistra una casa bianca.
Ora saliamo ripidamente tra prati e pochi alberi.

Troviamo alla destra un muro di recinzione e un cancelletto di ferro oltre i quali vediamo una casa bianca (m. 1195). Li costeggiamo.
Lasciamo poi alla destra un gabbiotto verde e le antenne di alcuni ripetitori (m. 1225).
In seguito, sempre alla destra troviamo un cancelletto e la rete di recinzione di una grande casa bianca (m. 1235). Anche in questo caso li costeggiamo camminando tra l'erba. In basso alla sinistra è ben visibile l'Alpe Boeucc.

Alla sinistra vediamo il rifugio all'inizio di un bosco.
Tra gli alberi, ignorato un ampio sentiero che prosegue diritto verso il penultimo tornante della carrozzabile asfaltata che sale al Bisbino, prendiamo una stradina alla sinistra che con pochi passi ci conduce al rifugio.

Tempo impiegato: ore 2.40 - Dislivello: m. 945
Data escursione: gennaio 2014

Quinto itinerario: da Sagno (Sentiero del Viulin)

a) con l'autostrada:
Entriamo in Svizzera al valico di Brogeda tra Como e Chiasso.
Prima di arrivare al km. 2 dell'autostrada A2 prendiamo l'uscita U53 per Chiasso.
Poi, seguendo l'indicazione per la Valle di Muggio, giriamo a destra attraversando un torrente su di un ponte.
Un centinaio di metri più avanti arriviamo alla rotonda di Morbio Inferiore dove i cartelli segnalano la Valle di Muggio a sinistra.
Superiamo le località Polenta e Vitello e poi ad una rotonda giriamo a sinistra in Via Francesco Chiesa.
Passiamo per Piano e tra i vigneti arriviamo a Morbio Superiore entrando nel comune di Breggia che comprende buona parte degli abitati della valle.
Superiamo Campagna e Croce.
Ad una piccola rotonda andiamo a destra (cartello: Vacallo, Valle di Muggio).
Giriamo poi a sinistra (cartello: Sagno, Valle di Muggio) e prendiamo la Strada Növa con la quale passiamo per le località: Buèe, Chiesa, Chiavarino e Verana.
Troviamo il cartello che preannuncia Caneggio ma, prima di raggiungerne l'abitato, in località Ponte Sagno giriamo a destra (cartello: Sagno, Lattecaldo), lasciando la strada che prosegue per Caneggio, Bruzella (dove iniziano gli itinerari n. 8 e n. 9), e Cabbio (dove iniziano due itinerari per il Rifugio Prabello).
Percorriamo la Via San Martin che conduce a Sagno, ignorando alcune deviazioni.
Un centinaio di metri dopo aver lasciato a sinistra il cimitero, presso una curva a destra troviamo il grande parcheggio gratuito dove è opportuno lasciare la macchina (m. 701).

b) senza l'autostrada:
Da Como, con la strada che costeggia il lago (Via per Cernobbio), arriviamo alla rotonda che precede Cernobbio dove, evitando l'ingresso in paese, andiamo a sinistra.
Alla biforcazione che precede l'ingresso di una galleria (cartelli stradali a sinistra: Menaggio, Porlezza, Chiavena, Sondrio; a destra: Ponte Chiasso, Maslianico), andiamo a destra, passiamo sotto il ponte e prendiamo la provinciale 16. Dopo aver costeggiato il Breggia, lo attraversiamo con un ponte, poi giriamo a sinistra e raggiungiamo il valico di Maslianico/Pizzamiglio.
Passato il confine, continuiamo diritto verso Vacallo e Morbio. Pieghiamo poi a destra per imboccare la strada della Valle di Muggio che, come sopra descritto, conduce a Caneggio (deviazione per Sagno), Bruzella e Cabbio.

All'inizio del parcheggio ci sono alcune cartine e dei segnavia che, tra l'altro, indicano il Monte Bisbino a ore 2 sia con il Sentiero Panoramico a destra (descritto nel sesto itinerario) che con la Strada Forestale alla sinistra (descritta nel settimo itinerario).
Non viene invece segnalato in alcun modo il Sentiero del Viulin. Questo sentiero fa un giro più lungo rispetto agli altri due ma consente di percorrere il tratto caratterizzato da figure, cartelli scolpiti nel legno, tronchi piallati e incisi con frasi da meditare o divertenti, tutti quanti realizzati dallo scultore Giosuè Aramini.
Vado dunque a descrivere innanzitutto quest'ultimo percorso.

Usciamo dal parcheggio e attraversiamo la strada per prenderne un'altra che sale verso destra tra alberi e case.
Lasciamo a destra la chiesa di colore giallo dedicata a San Michele e poi con una curva a sinistra aggiriamo il piccolo parco giochi (m. 720).
Subito dopo un'altra strada si stacca alla sinistra. Troviamo alcuni segnavia raffiguranti un escursionista su fondo giallo che indicano davanti e dietro. Altri piccoli cartelli segnalano altri percorsi, a sinistra: 1; diritto: 2-3 e la tappa 5 del Sentiero Smeraldo. Proseguiamo diritto in leggera salita.
Al termine della case inizia il bosco (m. 730).
Subito ignoriamo un sentiero che inizia con dei gradini e che scende a destra.
In alcuni punti alla destra della strada ci sono delle protezioni.

Arriviamo ad un bivio. Ignoriamo la strada che prosegue con un tornante sinistrorso (segnavia: 2-3) e prendiamo l'altra che continua diritto (cartello che raffigura un escursionista).

Ignoriamo poi un'altra strada che si stacca alla destra. Qui ci sono i soliti cartellini raffiguranti l'escursionista che indicano davanti e dietro. Ci sono anche due panchine ed uno slargo sufficiente per parcheggiare alcune vetture; pertanto eventualmente possiamo arrivare fin qui in auto (m. 740).
Pochi passi più avanti anche la strada principale piega a destra mentre un torrente l'attraversa passandole sotto.

Poco dopo alla sinistra prende avvio la mulattiera del Sentiero Panoramico descritta nel sesto itinerario. I segnavia indicano a sinistra con la mulattiera: Monte Bisbino 1.50 h, Bruzella 2.30 h; dietro: Sagno 10 min, Morbio Superiore 1 h. Proseguiamo diritto seguendo l'asfalto con pochissima pendenza.
Superiamo un tornante sinistrorso molto ampio e poi una curva a destra.
Più avanti raggiungiamo uno slargo dove troviamo una panchina rossa. Qui la strada si biforca e andiamo a sinistra in leggera salita (m. 745).
Ora il bosco è solo alla sinistra mentre alla destra ci sono alcune case.
Ignoriamo un sentiero contrassegnato con il n. 4 che sale a sinistra e percorriamo una curva a destra.

Raggiungiamo una stanga di legno che chiude la strada per impedire il passaggio ai veicoli. Un cartello avverte che si tratta di una strada dissestata. Un altro segnala che bisogna tenere i cani al guinzaglio. La strada diventa sterrata (m. 760).
Più avanti troviamo un idrante alla sinistra. Dopo alcuni metri di asfalto, proseguiamo su sterrato.
Un cartellino giallo con il n. 4 indica la direzione dalla quale proveniamo mentre alla destra scende un sentiero indicato con il n. 8 e una freccia rosa.
Presso una curva a destra un cartello segnala il divieto di deposito rifiuti.

Raggiungiamo una panchina rossa e uno stretto passaggio che consente il transito ai soli pedoni. Qui termina la strada (m. 775).
Continuiamo con un sentiero. Percorriamo alcuni lievi saliscendi camminando in un bosco dove ci sono anche diversi alberi di agrifoglio.
Ad una biforcazione andiamo a sinistra.
Agevolati da alcuni gradini di legno, percorriamo in salita due tornanti sinistra-destra (m. 790).
Ad un bivio ignoriamo il sentiero che si stacca alla sinistra.
Dopo alcuni saliscendi continuiamo con poca pendenza e percorriamo un'ampia curva verso sinistra camminando sopra delle radici affioranti. Ai lati del sentiero, ci sono dei termini di pietra squadrati che segnalano il confine (m. 805).

Proseguiamo in leggera salita e cominciamo a trovare le prime sculture nel legno. Alla destra infatti c'è un funghetto.
Troviamo poi una rudimentale panca di legno alla sinistra e il segnavia n. 5 che indica un sentiero che scende alla destra.

Passando tra due paline dipinte di bianco e rosso valichiamo il confine ed entriamo in territorio italiano (m. 810).
Poco dopo su di un albero vediamo un cartello che indica davanti: Crus de l'Omm, Piazôla, Cernobi; dietro: Sagno.
Percorriamo pochi passi in discesa con piccoli gradini di legno e con delle protezioni alla destra. Troviamo il primo dei tronchi incisi con delle scritte che sono precedute e seguite da un fiore rosso e da uno giallo, entrambi con cinque petali. In questo tratto i tronchi sono tutti situati sul lato sinistro del sentiero. Questo dice semplicemente: "Benvenuti in Italia".
Dopo il cartello percorriamo pochi passi in salita.
Proseguiamo con un altro breve su e giù e poi quasi in piano. Alla destra sovente ci sono dei tronchi raso terra a rinforzo del sentiero.
Troviamo il secondo cartello che recita: "I pazzi agevolano i sentieri che percorrono i sani".
Alla sinistra c'è una piccola croce su di un albero.
Sempre alla sinistra troviamo poi una lastra di pietra con la scritta: "Sentiero dedicato a Fabio".
Alla destra ci sono due funghi e un piccolo gufo mentre alla sinistra sotto un tettuccio c'è un orsetto con le bandierine italiana e svizzera.
Percorriamo un tratto in leggera salita.

Troviamo una ripida scalinata, con oltre 200 gradini di pietra, che sale a sinistra. Su di un cartello leggiamo: "Scala di ronda". Questa scala termina dietro ad una garitta sul Pizzo Meda e pertanto può servire come scorciatoia per arrivare più velocemente sulla dorsale descritta nel terzo itinerario. Ci sono anche una panchina ed un galletto scolpito sotto al quale leggiamo: "Questi luoghi li abbiamo in prestito dai nostri nipoti. Conserviamoli!" (m. 815).
Percorriamo un tratto in leggera discesa e proseguiamo quasi in piano ma con lievi saliscendi.

Sul successivo tronco piallato leggiamo la seguente frase: "Non è l'uomo che insegue la verità, è la verità che insegue l'uomo" (m. 805).
Sempre alla sinistra, per alcuni metri, camminiamo accanto ad un vecchio muretto di pietre.
Troviamo una lastra di pietra con la scritta: "Sentiero del Viulin".
Leggiamo poi la seguente scritta: "A veggh fortuna l'inteligenza la cres".
Percorriamo pochi passi in discesa con alla destra una corta protezione in legno.
Quasi in piano troviamo altre due scritte: "La solidarietà è la forza dei deboli, la solitudine è la debolezza dei forti"; "Il genio è per un terzo istinto, un terzo memoria, un terzo volontà".
Continuiamo in leggera salita e leggiamo: "Meglio stare zitti e sembrare stupidi piuttosto che aprire bocca e togliere ogni dubbio".
La scritta successiva indica Sagno dietro e prosegue con: "Le aquile stanno da sole, le pecore nel gregge".
Su di un altro tronco leggiamo: "Mi sembra che tutti noi guardiamo troppo alla natura e viviamo troppo poco con essa".
Ora alla destra ci accompagna una protezione di legno seguendo la quale arriviamo ad un altro tronco con la seguente frase: "Per alcuni Io è l'abbreviazione di Dio".

Con vista panoramica su Chiasso arriviamo alla "Piaza del Viulin". Vi troviamo un crocefisso con tettuccio, un pipistrello sotto ad un masso ed un orsacchiotto di legno su di una rudimentale panchina, che tiene tra le mani le bandierine italiana e svizzera (m. 815). Qui ci immettiamo sul sentiero che risale la dorsale sud del Bisbino, giriamo a sinistra e proseguiamo come descritto nel terzo itinerario.

Tempo impiegato: ore 2.30 - Dislivello: m. 574 -30
Data escursione: marzo 2014

Sesto itinerario: da Sagno (Sentiero Panoramico)

Come descritto all'inizio del precedente itinerario, arriviamo a Sagno e lasciamo la macchina in paese in un grande parcheggio sterrato (m. 701) oppure proseguiamo con la nostra vettura fino alla curva che precede l'imbocco della mulattiera del Sentiero Panoramico (m. 740).

Prendiamo la mulattiera e in salita arriviamo ad un incrocio con cinque percorsi (m. 760). I segnavia che raffigurano l'escursionista indicano davanti e dietro. Altri piccoli cartelli indicano: 4 con il primo sentiero a sinistra; 2-3 con il secondo a sinistra; 5 dietro; a destra non viene segnalato alcunché. Continuiamo diritto.
La pendenza aumenta. Dopo pochi passi, lasciata a destra una vecchia garitta, percorriamo una curva a destra.

Più avanti superiamo un'ampia curva a sinistra.
Percorriamo un tratto quasi in piano e riprendiamo a salire (m. 795).
In seguito, altri due brevi tratti pianeggianti interrompono momentaneamente la salita (m. 810).

Al termine di un ampio tornante sinistrorso (m. 845) ignoriamo un sentiero che si stacca alla destra. Qui troviamo i soliti segnavia; quello con raffigura l'escursionista indica davanti e dietro; davanti vengono segnalati anche: 2-3 e la tappa 5 Sentiero Smeraldo.
Subito dopo alla destra troviamo un rudere.
Dopo il rudere c'è un altro bivio. Il sentiero alla sinistra è contrassegnato dal segnavia 3 e da una freccia rosa con il n. 6 dipinto su di un albero. Prendiamo l'altro che prosegue diritto indicato dal solito escursionista e dal numero 2.

In leggera salita arriviamo ad una biforcazione (m. 855). I segnavia con il numero 2 e una freccia rosa con il n. 5 indicano a sinistra; mentre quelli con l'escursionista indicano a destra e dietro.
Andiamo a destra e percorriamo un lungo tratto in salita.

Ci immettiamo sul percorso della dorsale che dal Bisbino scende verso Cernobbio. Siamo in "località Crusett" (m. 908). Alla sinistra c'è una garitta di legno mentre alla destra ci sono il cippo di confine che reca inciso su di un lato "I 55A" e sull'altro "S 1900" e a seguire le tre croci di legno.
Dei due sentieri alla sinistra proseguiamo con quello in salita e continuiamo come descritto nel terzo itinerario.

Tempo impiegato: ore 2 - Dislivello: m. 544
Data escursione: febbraio 2014

Settimo itinerario: da Sagno (Strada Forestale)

Come descritto all'inizio del quinto itinerario arriviamo a Sagno e lasciamo la macchina nel grande parcheggio sterrato (m. 701) all'inizio del quale ci sono alcune cartine e dei segnavia che, tra l'altro, indicano il Monte Bisbino a ore 2 sia con il Sentiero Panoramico a destra (descritto nel sesto itinerario) che con la Strada Forestale alla sinistra (qui di seguito descritta).

Con la strada asfaltata, quasi in piano, torniamo indietro per un centinaio di metri e prima del cimitero giriamo a destra. Qui troviamo due panchine rosse e il segnavia che indica il sentiero escursionistico davanti e dietro. Ignoriamo una ripida scala a gradini di pietra che sale a destra e procediamo in salita con il cimitero alla sinistra e un muretto alla destra.
Percorriamo una curva a destra. Alla sinistra ci sono delle case (m. 720).
Ad un bivio dove sono presenti degli specchi stradali, seguendo il segnavia con l'escursionista continuiamo diritto in discesa.
Poi, quasi in piano, superate le ultime case arriviamo al termine dell'asfalto. In basso alla sinistra vediamo la strada con la quale siamo arrivati a Sagno. Un cartello segnala l'obbligo di tenere i cani al guinzaglio.

Lasciando a sinistra una casa, proseguiamo con poca pendenza su di una stradina sterrata (m. 710).
Passiamo sotto due cavi ed entriamo nel bosco.
Ad un bivio andiamo a destra.
Poco dopo il sentiero si divide nuovamente (m. 725). I segnavia indicano a sinistra: San Martino 5 min, Lattecaldo 25 min, Morbio Superiore 45 min; a destra: Monte Bisbino con la Strada Forestale 1 h 50 min; dietro: Sagno 15 min, Monte Bisbino con il Sentiero Panoramico 2 h 15 min. Andiamo a destra.
Passiamo accanto ad una casa che lasciamo alla sinistra e proseguiamo in salita tra prati e alberi con un ampio sentiero.
Poi giriamo a sinistra.

Poco dopo ci immettiamo su di una sterrata che arriva dalla destra (m. 750). Il cartello escursionistico indica davanti e dietro. Un altro segnavia indica 1 dietro. Proseguiamo diritto con una mulattiera all'inizio della quale un cartellone giallo e verde invita ad ascoltare e osservare la flora e la fauna del luogo ed in particolare illustra le caratteristiche del tasso. Lungo il cammino troveremo dei segnavia a bandierina di colore bianco rosso bianco a volte sovrapposti da bolli gialli.
Più avanti percorriamo un breve tratto quasi in piano e torniamo a salire (m. 805).
Poco dopo ne percorriamo un altro e anche stavolta riprendiamo subito a camminare in salita (m. 815). In basso alla sinistra passa un altro sentiero.
Dopo un tratto in leggera salita, ne percorriamo un altro abbastanza ripido (m. 825).
Poi continuiamo dapprima con minore pendenza e poi in salita (m. 845).

Al termine di questo primo lungo tratto quasi rettilineo della mulattiera, percorriamo una semicurva a destra (m. 865).
Dopo un tratto quasi in piano torniamo a salire. In basso alla sinistra tra gli alberi riusciamo a intravedere i paesi sul fondovalle.
Superato un ampio tornante destrorso (m. 885), percorriamo un breve tratto quasi in piano e proseguiamo dapprima con poca pendenza e poi in salita.
Percorriamo un altro tratto con poca pendenza e riprendiamo a salire (m. 910).

Mentre camminiamo quasi in piano su fondo quasi sterrato, troviamo un ampio sentiero sterrato che retrocede in salita alla destra. I segnavia con l'escursionista indicano davanti e dietro. Proseguiamo diritto con poca pendenza (m. 930).
Più avanti in salita percorriamo un'ampia semicurva verso destra (m. 945) oltre la quale proseguiamo alternando alcuni tratti quasi in piano ad altri con poca pendenza o in salita.
Troviamo un traversino di legno (m. 980). Qui la mulattiera è ancora ben ricoperta da pietre ma poi ridiventa praticamente sterrata.
Proseguiamo alternando alcuni tratti con poca pendenza ad altri in salita, tra castagni e faggi (m. 1000).
Troviamo un altro traversino di legno subito prima di un ampio tornante destrorso che percorriamo quasi in piano (m. 1010).
Continuiamo dapprima con poca pendenza e poi in salita e cominciamo a trovare la neve.

Troviamo una cisterna che raccoglie l'acqua che scende dalla destra dopo aver formato una piccola pozza un poco più in alto (m. 1030).
Dopo pochi passi quasi in piano proseguiamo con poca pendenza.
Percorriamo poi una curva a destra, quasi in piano, tra faggi e betulle (m. 1040).
Torniamo a salire. Per un tratto il fondo è ancora ben coperto da pietre.

Alla sinistra troviamo un enorme ceppo che dà origine a diversi faggi (m. 1050).
Dopo un tratto quasi in piano proseguiamo con poca pendenza. Alla destra su di un masso vediamo un segnavia a bandierina (m. 1060).
Alterniamo alcuni tratti sterrati ad altri con il fondo in pietra.
Ora la mulattiera comincia ad essere abbondantemente coperta da neve e pertanto calziamo le ciaspole.
Dopo un tratto in salita, quasi in piano percorriamo un'ampia curva verso destra oltre la quale riprendiamo a salire (m. 1070).
Nuovamente quasi in piano superiamo un'altra ampia curva destrorsa (m. 1090).
Proseguiamo con minore pendenza.

Passiamo tra due faggi. Su quello alla sinistra è stata dipinta una bandierina segnavia (m. 1095).
Più avanti riprendiamo a salire.
Alla destra vediamo un palo di legno. Passiamo sotto ad un cavo.

Pochi passi più avanti sbuchiamo sulla dorsale sud del Bisbino di fronte all'Alpe Boech, visibile oltre la valle, e alla cima del monte (m. 1125). I segnavia indicano a sinistra: Monte Bisbino 35 min, Bruzella 1 h 10 min; a destra: Sagno con il Sentiero Panoramico 1 h, Morbio Superiore 2 h; dietro: Sagno con la Strada Forestale 1 h, Morbio Superiore 1 h 40 min. Accanto c'è un termine con una sigla poco leggibile: "S5M". Qui ci immettiamo sul percorso già descritto nel terzo itinerario con il quale continuiamo verso sinistra.

Tempo impiegato: ore 2 - Dislivello: m. 544
Data escursione: febbraio 2014

Ottavo itinerario: da Bruzella (diretto)

Come descritto all'inizio del quinto itinerario, entriamo in territorio elvetico e prendiamo la strada della Valle di Muggio.
Superate Morbio inferiore e superiore, e lasciata a destra la strada per Sagno (dove partono gli itinerari n. 5-6-7), attraversiamo Caneggio e arriviamo a Bruzella.
Ignoriamo il primo parcheggio sulla sinistra riservato alle auto elettriche e poco prima di arrivare alla posta giriamo a destra verso la chiesa di S. Siro.
E' possibile parcheggiare sul lato destro della strada oppure in uno spazio sterrato proprio alla sinistra della chiesa (m. 610).

Ci incamminiamo in salita tra le case lungo la strada asfaltata.
Seguendo l'indicazione per l'Alpe Loasa, prendiamo poi una strada con il fondo di sanpietrini che si stacca alla sinistra.
Pochi passi più avanti troviamo vari segnavia che indicano la prosecuzione verso: Crotta, Cabbio, Rifugio Prabello, Monte Bisbino, Sagno, Alpe Loasa, Mulino di Bruzella, Casima, Sentèe de l'Albur.

Raggiungiamo un bivio dove i segnavia indicano a sinistra: Mulino di Bruzella, Cabbio, Casima, Sentèe de L'Albur; a destra: Monte Bisbino, Sagno, Alpe Loasa, Crotta, Cabbio, Rifugio Prabello (m. 620).
Andiamo a destra e subito dopo, seguendo il segnavia che raffigura un escursionista, pieghiamo a sinistra passando sotto ad un portico. Il fondo è acciottolato.
Ignoriamo una stradina che arriva da dietro verso destra ed un'altra che prosegue davanti verso sinistra. Ci teniamo sul percorso principale continuando diritto e ignorando alcune possibili deviazioni.

Verso il termine dell'abitato, lasciamo a destra un lavatoio (m. 640) e incrociamo una strada asfaltata. Il piccolo cartello giallo con l'escursionista indica di proseguire.
Passiamo accanto ad un pannello intitolato "Sentèe da l'Albur" sul quale leggiamo una poesia intitolata "I castegn", e alcune informazioni a riguardo del castagno europeo; c'è anche una cartina del percorso.

Pochi passi più avanti arriviamo ad un bivio (m. 650) dove i segnavia indicano diritto: Chiesa del Zöch; a destra Sentèe da l'Albur. Continuiamo diritto in leggera salita su sterrato lasciando alla destra l'altro percorso che sale con due strisce di asfalto. Qui troviamo anche la prima cappella di una Via Crucis che seguiremo fino alla chiesa della Madonna di Loreto. Tutte le cappelle sono di colore giallo e hanno un affresco raffigurante una scena della Via Crucis. Le cappelle risalgono al secolo XVIII° e sono stare ridipinte da Mario Gilardi nel 1959.

Proseguiamo in salita con una mulattiera e subito troviamo alla destra la seconda cappella.
Poco dopo alla sinistra c'è una panchina dietro la quale vediamo il panorama sulla vallata con in primo piano il borgo di Casima.
Passiamo sotto i fili della corrente e raggiungiamo la terza cappella (m. 655).
Superata anche la quarta cappella (m. 660), vediamo il n. 13 su di un albero alla sinistra.

Alla destra della mulattiera sfilano le cappelle n. 5-6-7-8 (m. 670).
Dopo una ampia curva verso sinistra, troviamo la cappella n. 9 alla sinistra. La mulattiera ora è inerbita (m. 690).
Alla sinistra troviamo anche la cappella n. 10 collocata davanti ad una casa (m. 695).
La pendenza aumenta. Alla sinistra ci sono un muretto sormontato da una rete metallica e la cappella n. 11 (m. 705).
La dodicesima cappella invece è alla destra. Qui il percorso si biforca e teniamo la destra (m. 710).
Troviamo poi alla destra una torretta e la cappella n. 13. Alla sinistra c'è una panchina.

Raggiungiamo la chiesa. Su di una parete esterna vediamo un affresco raffigurante la madonna e i santi Pietro e Siro.
Possiamo aggirare la chiesa alla sinistra, passando davanti alla facciata, con bella vista panoramica sulla vallata; oppure alla destra passando tra la chiesa e un'altra casa.
Oltre la chiesa scorre una stradina asfaltata. I segnavia indicano: Zöch 717 m; a sinistra (vedi il nono itinerario): Alpe Loasa 1 h 40 min, Monte Bisbino 2 h 50 min, Crotta 50 min, Cabbio 2 h 15 min, Rifugio Prabello 3 h; a destra (qui di seguito descritto): Monte Bisbino 1 h 45 m, Sagno 2 h 20 min; dietro: Bruzella 10 min.

Andiamo a destra in salita. La stradina è incassata tra i prati; alla destra c'è un muretto e alla sinistra una rete.
Lasciamo a destra un baitello in lamiera e un alto pilone con varie antenne di ripetitori.
Troviamo poi un cancello alla sinistra.
La strada diventa sterrata e in leggera salita arriviamo ad un bivio preceduto da una freccia bianco rossa con la punta verso sinistra (m. 725).
Più avanti giriamo a destra entrando in un bosco di radi castagni (m. 740).
Subito lasciamo a destra una casa e iniziamo a salire in modo abbastanza ripido. La stradina è attraversata da alcune canaline in metallo per lo scolo dell'acqua.

Dopo una curva a destra arriviamo ad un incrocio (m. 775). Il segnavia con l'escursionista indica di proseguire diritto.
Ora il percorso è incassato nel terreno circostante e alla destra c'è un muretto sul quale vediamo la sigla M.B., un bollo bianco rosso ed una freccia rossa.
Terminato il tratto incassato, continuiamo con poca pendenza. In basso a destra vediamo una recinzione realizzata con dei paletti che reggono due cavi (m. 790).
Più avanti alla destra c'è una rete.
Su di un faggio vediamo un segnavia a bandierina. Alla destra tra gli alberi riusciamo e vedere i borghi della sottostante vallata (m. 795).

La stradina si biforca (m. 800). Il segnavia con l'escursionista indica di andare a sinistra ignorando l'altro percorso che scende a destra.
Superiamo poi una curva molto ampia verso sinistra (m. 810).
In alto alla sinistra c'è un gruppo di betulle.
Su di una pietra alla sinistra vediamo un segnavia a bandierina.
Riprendiamo a salire (m. 815).

Il percorso si divide solo per aggirare tre faggi sul primo dei quali è stata dipinta una bandierina più grande delle altre (m. 825).
Troviamo poi alla sinistra una pietra con i bolli e la scritta M.B.
Qui il bosco è formato in prevalenza da alberelli e da castagni (m. 840).
Dopo un tratto con poca pendenza torniamo a salire. Percorriamo una curva a sinistra; ora nel bosco ci sono anche delle betulle.

Superiamo due tornanti ravvicinati sinistra-destra (m. 860).
Percorriamo un tornante sinistrorso seguito da un altro destrorso (m. 875). Ora il bosco è formato in prevalenza da betulle su una delle quali vediamo il segnavia a bandierina.
Dopo una curva a sinistra il sentiero si divide e poi si ricompone (m. 885).
Percorriamo una curva a destra (m. 895).
Su di una betulla vediamo un segnavia a bandierina. Il sentiero si divide ma solo per aggirare due betulle (m. 900).
Subito dopo si divide nuovamente, aggira un grande faggio e si ricompone. Percorriamo un tornante sinistrorso.
Camminiamo dapprima tra dei faggi e poi tra alberelli (m. 925).

Quasi in piano percorriamo un tornante destrorso passando sotto ad un cavo retto da pali di legno (m. 935). Dopo il tornante vediamo un bollo a bandierina. Camminiamo su di un largo crinale.
I pali per un po' ci accompagnano alla sinistra, dove scende un pendio coperto da faggi.
Torniamo poi a salire tra alberelli.
I pali passano alla destra del sentiero. Poi tornano alla sinistra mentre camminiamo tra i faggi (m. 955). Alla sinistra oltre la valle vediamo il Sasso Gordona.

Su di un faggio alla destra ci sono delle vecchie incisioni. Poco dopo su di un altro faggio vediamo una bandierina segnavia (m. 975).
La pendenza diventa abbastanza ripida.
Il sentiero si divide e subito si ricompone dopo aver aggirato alcuni alberelli (m. 990).
Continuiamo con alcuni zig-zag (m. 1010).
Percorriamo poi un tratto con minore pendenza (m. 1015).

Incrociamo un altro sentiero (m. 1030). Il segnavia raffigurante l'escursionista indica di proseguire diritto. Un altro cartello indica Caneggio a destra.
Proseguiamo quasi in piano tra le betulle, fino ad un faggio con il segnavia a bandierina, dove riprendiamo a salire tra faggi e betulle (m. 1035).

Percorriamo una curva a destra.
Troviamo due radici che fanno da gradino.
Il sentiero si divide e subito si ricompone (m. 1065).
Incrociamo nuovamente i pali e passiamo sotto al cavo (m. 1070).
Dopo una curva a destra il bosco è formato prevalentemente da betulle (m. 1080).
Ora i pali con il cavo si allontanano verso sinistra (m. 1105).
Ignoriamo un sentiero che si stacca a sinistra.

Poco dopo arriviamo ad un incrocio di sentieri (m. 1035). Ignoriamo quello a destra e il primo dei due a sinistra. Seguendo il segnavia con l'escursionista prendiamo il secondo a sinistra.
Proseguiamo tra faggi e betulle. La pendenza diminuisce.
Dopo un breve tratto quasi in piano (m. 1150), continuiamo in leggera salita tra le betulle.
Poi usciamo dal bosco e camminiamo tra i prati.
Alla destra vediamo un pluviometro: un cilindro metallico sistemato in cima a tre pali di ferro per la raccolta dell'acqua piovana.

Passando tra una bacheca alla sinistra e una palina con vari segnavia alla destra, raggiungiamo la Sella Cavazza (m. 1162) dove ci innestiamo sul percorso descritto nel terzo itinerario. Vi troviamo anche una panchina. I segnavia indicano davanti verso destra: Monte Bisbino a 25 minuti; davanti a sinistra: Alpe Loasa a 35 minuti, Bruzella a ore 2.15 (da qui arriva il nono itinerario) ; dietro: Bruzella a ore 1; dietro a destra: Sagno a ore 1.10, Morbio Superiore a 1.45 (da qui arriva il terzo itinerario). Bella la vista panoramica da entrambi i lati. In particolare dietro spiccano le due cime del M. Generoso e il più vicino Sasso Gordona mentre davanti vediamo il Monte Bisbino.
Proseguiamo verso il Bisbino come precedentemente descritto nel terzo itinerario.

Tempo impiegato: ore 2 - Dislivello: m. 635
Data escursione: aprile 2014

Nono itinerario: da Bruzella (per l'Alpe Loasa)

Come descritto all'inizio del quinto itinerario arriviamo a Bruzella (m. 610) e da qui come descritto all'inizio dell'ottavo itinerario saliamo alla chiesa della Madonna di Loreto in località Zöch.
A lato della chiesa scorre una stradina asfaltata. I segnavia indicano: Zöch 717 m; a sinistra (vedi questo itinerario): Alpe Loasa 1 h 40 min, Monte Bisbino 2 h 50 min, Crotta 50 min, Cabbio 2 h 15 min, Rifugio Prabello 3 h; a destra (vedi l'ottavo itinerario): Monte Bisbino 1 h 45 m, Sagno 2 h 20 min; dietro: Bruzella 10 min.

Andiamo a sinistra in discesa. Sul muretto alla destra vediamo un rombo giallo.
Poco dopo la stradina diventa sterrata e procede quasi in piano.
Alla sinistra ci sono dei paletti di legno; in alto a destra vediamo una recinzione con pali in legno e rete a quadrotti.
Percorriamo due semicurve sinistra-destra e in basso alla sinistra vediamo la strada asfaltata che scorre parallela.
All'esterno di una curva a sinistra troviamo una fontana con vasca sopra la quale, su di una targa, leggiamo: "1949 Patriziato di Bruzella". Alla sinistra ci sono delle protezioni in metallo. Un rivolo attraversa la stradina su di una base in cemento.

In leggera discesa raggiungiamo la strada asfaltata (m. 700). In basso verso sinistra vediamo un viadotto. Su di un palo della luce in legno, un cartello segnala davanti Loasa. Il piccolo cartello giallo raffigurante l'escursionista indica davanti e dietro.
Seguiamo l'asfalto, quasi in piano, tra gli alberi.
Percorriamo una curva a destra. Passiamo sotto ad un cavo e poco dopo ad un altro.

Presso una curva a sinistra, dalla destra scende un torrente che attraversa la strada passandole sotto e, in caso di piena, anche sopra su di una base di pietre. Il solito cartellino giallo con l'escursionista indica davanti e dietro.
Percorriamo una curva a sinistra. Alla sinistra della carreggiata ci sono delle protezioni in metallo. Nel panorama verso sinistra spicca il borgo di Casima.
Alla sinistra c'è un muretto di pietre sul quale vediamo un rombo giallo. Passiamo sotto a tre cavi e percorriamo una curva a destra.
Poi transitiamo sotto altri cavi. Percorriamo una ampia curva verso destra.

Troviamo una casa alla sinistra e subito dopo una pozza recintata dall'altro lato. Su di un cartello leggiamo: "Bolla B 12 Val della Crotta 700 m." Un altro cartello invita a rispettare lo stagno e a non gettarci oggetti.
Poco dopo alla destra troviamo uno slargo (piazza di giro) e poi una casa alla sinistra.
Percorriamo un'ampia curva a destra in leggera discesa. Alla sinistra c'è una recinzione oltre la quale vediamo una serra. Alla destra c'è una rientranza dove sono state collocate due vecchie vasche da bagno.
Percorriamo una curva a sinistra aggirando una cascina e poi una a destra entrando in un bosco.

All'esterno di una curva a sinistra si stacca un sentiero. I segnavia indicano a sinistra seguendo la strada asfaltata: Crotta 30 min, Cabbio 1 h 50 min, Rifugio Prabello 2 h 30 min; diritto con il sentiero: Alpe Loasa 1 h 20 min, Monte Bisbino 2 h 30 min; dietro: Zöch 25 min, Bruzella 35 min. Un altro cartello indica la tappa n. 5 del Sentiero Smeraldo. Un pannello giallo e verde parla della salamandra pezzata.
Prendiamo il sentiero.
Dopo pochi passi lasciamo a destra due baitelli e pieghiamo a sinistra (m. 695).
Passiamo attraverso un cancello che troviamo aperto. Vediamo un bollo a bandierina rosso bianco rosso.

Il sentiero si biforca e andiamo a destra in salita tra i castagni. In basso alla sinistra vediamo una vecchia vasca da bagno riciclata come abbeveratoio.
Alla sinistra troviamo un muretto di pietre, un cancello che chiude l'accesso ad una sterrata e poi una rete a quadrotti. Alla destra c'è un muretto di pietre a secco (m. 715).
Davanti verso sinistra vediamo il Sasso Gordona.

Troviamo alla destra due vecchie case tra le quali si stacca una mulattiera che sale in modo abbastanza ripido. Continuiamo diritto come indicato da una freccia di legno e da un segnavia a bandierina (m. 745).
Più avanti, alla sinistra la rete a quadrotti termina (m. 755).
Percorriamo un tratto con poca pendenza e riprendiamo a salire (m. 770).
Alla destra troviamo un arco di pietra e poi un rudere (m. 780). In questo punto camminiamo su di una bella mulattiera di pietre.

Attraversiamo il letto di un torrente che troviamo in secca e giriamo a sinistra (m. 800).
Alla destra c'è un muretto a secco.
Percorriamo alcune semicurve.
Alla sinistra troviamo una vecchia vasca da bagno (m. 815).
Raggiungiamo una cascina e la lasciamo a destra.

Il percorso si biforca (m. 840). Ignoriamo il sentiero che sale a destra e, seguendo una freccia che indica l'Alpe Loasa e il segnavia giallo con l'escursionista, andiamo a sinistra con lievissima pendenza.
Dopo una semicurva verso destra camminiamo quasi in piano tra radi faggi e dopo una semicurva a sinistra riprendiamo a salire (m. 850).
Quasi in piano percorriamo una curva a destra e vediamo un segnavia a bandierina dipinto su di una pietra in mezzo al sentiero.
Presso una curva a sinistra attraversiamo il letto di un torrente che troviamo in secca (m. 860).
Dopo una curva a destra, su di un faggio vediamo il segnavia a bandierina.
Pieghiamo a sinistra assecondando l'ansa di una montagna e attraversiamo il letto di un torrente.
Un albero estende le sue grandi radici sul sentiero. Una di queste è stata intagliata in modo da agevolare il passaggio.
Percorriamo un breve tratto in leggera discesa, seguito da un altro quasi in piano e da un altro ancora in leggera salita.

In salita raggiungiamo una curva a destra presso la quale su di un albero vediamo il cartello: "Piazza di carbone PC30 Grafogno 860 m".
Continuiamo quasi in piano con il pendio che precipita alla sinistra del sentiero.
In leggera salita, presso un'ansa della montagna, pieghiamo a sinistra e superiamo il letto di un torrente (m. 870).
Alterniamo due tratti quasi in piano ad uno con poca pendenza poi torniamo a salire fino ad una curva a sinistra dove attraversiamo il letto di un torrente (m. 880).
Dopo un tratto quasi in piano, riprendiamo a salire.

Raggiungiamo una palina collocata presso una curva a destra. Il segnavia con l'escursionista indica di proseguire. Un altro cartello segnala la tappa n. 5 del Sentiero Smeraldo.
Proseguiamo quasi in piano e vediamo due segmenti gialli dipinti sui faggi.
In leggera salita passiamo accanto a delle roccette coperte da muschio (m. 895).
Superiamo una curva a destra. Percorriamo due tratti in salita intervallati da uno con poca pendenza.
Vediamo il segnavia a bandierina su di una pietra (m. 910).
Dopo un tratto quasi in piano continuiamo con poca pendenza.

Quasi in piano, percorriamo una curva a sinistra presso la quale su di un albero vediamo il cartello: "Piazza di carbone PC32 Tagliate 920 m".
Torniamo a salire, raggiungiamo una recinzione, passiamo tra due paletti e proseguiamo dapprima quasi in piano e poi in leggera salita.
In alto a destra, in cima ad un prato, vediamo pascolare dei cavalli.
Più avanti riprendiamo a salire.

Dapprima quasi in piano e poi in leggera salita passiamo a valle di una cascina che vediamo in alto a destra (m. 945).
Alla sinistra ci sono un orto semi recintato e una serra; a destra un pozzo.
Arrivati davanti ad una recinzione realizzata con paletti che reggono una rete e quadrotti, giriamo a destra e torniamo a salire.
Alziamo un paletto di legno e lo abbassiamo dopo il passaggio e raggiungiamo la cascina dell'Alpe Loasa (m. 968).
Seguendo i bolli passiamo davanti all'edificio. Vediamo degli animali da cortile. Apriamo e richiudiamo un cancello di metallo e proseguiamo con una stradina in salita tra alcuni alberi e i prati dell'alpeggio.
Continuiamo con poca pendenza. Alla destra ci sono dei paletti di legno che reggono un filo arancio. Camminiamo tra cavalli, mucche, pecore e capre al pascolo.

Attraversato il lunghissimo prato, percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1010).
Proseguiamo camminando con il prato alla sinistra e una faggeta alla destra. Cominciamo a trovare delle canaline per lo scolo, di traverso alla stradina; a volte di legno e altre di metallo. Davanti vediamo le antenne in cima al Bisbino, alla destra il M. Generoso, dietro il Sasso Gordona.
Attraversiamo un gruppo di faggi (m. 1025).
Proseguiamo camminando al limitare tra i prati alla sinistra e la faggeta alla destra.
Ignoriamo poi un sentierino che prosegue diritto e, seguendo i bolli, in salita ci addentriamo nella faggeta (m. 1035).
Passiamo a monte della cascina dell' Alpe Loasa (m. 1070).

Troviamo una serie di pali che reggono un cavo. Salgono dalla cascina e raggiunta la stradina la seguono sul lato di sinistra (m. 1085).
Più avanti, uno di questi pali è stato collocato alla destra (m. 1110).
Per un po' i pali rimangono alla sinistra della stradina poi girano a destra e se ne allontanano (m. 1125).

Percorriamo un tornante destrorso, seguito subito dopo da uno sinistrorso e ritroviamo i pali. Vediamo anche una serie di picchetti con un cavo che scendono verso destra (m. 1135).
Continuiamo con poca pendenza percorrendo un tratto che nel periodo invernale rimane in ombra e facilmente troveremo innevato.
Percorriamo due curve a sinistra; dopo la prima camminiamo quasi in piano e dopo la seconda in leggera salita.
Passiamo sotto ad un cavo.

Raggiungiamo la Sella Cavazza (m. 1162) dove ci innestiamo sul percorso descritto nel terzo itinerario. Vi troviamo un pluviometro e una panchina. I segnavia indicano verso sinistra: Monte Bisbino a 25 minuti; dietro: Alpe Loasa a 35 minuti, Bruzella a ore 2.15; davanti verso destra: Bruzella a ore 1 (da qui arriva l'ottavo itinerario); davanti verso sinistra: Sagno a ore 1.10, Morbio Superiore a 1.45 (da qui arriva il terzo itinerario). Bella la vista panoramica da entrambi i lati. In particolare dietro spiccano le due cime del M. Generoso e il più vicino Sasso Gordona mentre davanti vediamo il Monte Bisbino.
Proseguiamo verso il Bisbino come precedentemente descritto nel terzo itinerario.

Tempo impiegato: ore 3 - Dislivello: m. 660 -25
Data escursione: aprile 2014

Note

A questo punto vale la pena di fare un altro piccolo sforzo e continuare fino ad arrivare al parcheggio al termine della carrozzabile. Da qui, con una scalinata, raggiungiamo il santuario mariano in cima al Monte Bisbino (m. 1325).
Nei locali del santuario è stato ricavato un ristorante, aperto nel fine settimana.

Escursioni partendo dal Rifugio:


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