Rifugio Castellaccio

L'ex Rifugio Castellaccio (diventato una casa privata) è situato sul promontorio della Colmanetta tra le due dighe che chiudono a valle il Lago di Montespluga.
Dal rifugio la vista oltre il lago abbraccia una catena di montagne che comprende, partendo dalla destra: Pizzo d'Emet (m. 3209), Spadolazzo (m. 2720), Ursaregls (m. 2835) e Pizzo Suretta (m. 3027) davanti al quale in piccolo si distingue il Bivacco Suretta (m. 2748) su di un dosso che sembra dividerne il ghiacciaio.

Primo itinerario: dalla diga a SE del Lago di Montespluga

Il rifugio è facilmente raggiungibile dalla statale 36.
Lasciata a destra la galleria che porta a Madesimo, continuiamo verso il passo. Al km. 143, poco prima del Rifugio Stuetta ed ormai in vista delle dighe, prendiamo a sinistra la sterrata che sale fino alla casa del guardiano.
Lasciata l'auto, continuiamo sulla sinistra e in pochi minuti arriviamo al rifugio.
Sarebbe anche possibile arrivarci direttamente dalla statale utilizzando il camminamento sopra la diga, qualora fosse aperto il cancello verso la strada.

Tempo impiegato: ore 0.15 - Dislivello m. 30
Data escursione: giugno 2001

Secondo itinerario: da Isola (Sentiero del Cardinello)

Con la statale 36 arriviamo a Campodolcino. Superato il paese proseguiamo sulla sinistra con la provinciale 1 verso Madesimo.
Giunti a Isola prendiamo la prima strada a sinistra che entra nell'abitato. Ad un bivio proseguiamo diritto, passando davanti alla storica Locanda del Cardinello risalente al 1722.
Al termine del paese lasciamo la macchina in un prato sulla sinistra accanto ad un torrente (m. 1260).
La segnaletica indica a sinistra la strada asfaltata che sale a Mottaletta (vedi il terzo itinerario) e a destra, oltre il ponte sul Liro, la Strada Romana del Cardinello.

Ci incamminiamo verso destra, superiamo il ponte e giriamo a sinistra (a destra invece si ritorna sulla provinciale).
La strada è ancora asfaltata e procede in piano. Alla sinistra ci sono delle protezioni verso il torrente.
Sulla destra troviamo dapprima la centrale elettrica e poi le costruzioni del metanodotto.
La strada diventa sterrata e un ruscello le passa sotto.
Continuiamo con un muretto a sinistra; prati e qualche albero sulla destra. Un cartello avverte del pericolo di piene improvvise.
Lasciata a destra una vecchia baita, iniziamo a salire, seppur con poca pendenza.
Troviamo un cartello indicante che il transito è consentito solo alle persone autorizzate. Due rivoli passano sotto alla strada che in alcuni punti è attraversata da canaline di scolo.
La pendenza aumenta un poco. Arrivati sotto alla prima casa di Torni, la sterrata con due tornanti si avvicina al lato destro della valle e poi entra nel borgo.
Attraversiamo Torni, camminando su delle mattonelle. Alla destra troviamo una fontana con vasca in cemento e, più avanti sulla sinistra un lavatoio (m. 1351). Un cartello indica: Cardinello, Stuetta a ore 2.

Continuiamo sulla strada, ora più stretta e coperta da erba, tra prati, cespugli e qualche albero.
Più avanti la pendenza aumenta.
Superiamo il letto, fatto di pietre ben sistemate artificialmente, di un torrente che troviamo in secca.
Subito dopo apriamo e richiudiamo un cancelletto in legno (m. 1380).
Alla destra troviamo una vasca di pietra con dell'acqua. Poco più avanti a sinistra vediamo una fontana e un riparo recintato per gli animali.
Superiamo un ripido strappo con il fondo in cemento.
Al termine della salita (m. 1425) vediamo una cascata davanti a noi. In fondo il Monte Cardine (m. 2467) chiude la vallata.

La stradina continua in leggera discesa, ancora ricoperta da erba.
Apriamo e richiudiamo un altro cancelletto di legno.
Più avanti ne troviamo uno in ferro. Alla destra c'è una zona con dei massi caduti. Alcune gabbie con delle pietre fanno da protezione in caso di eventuali altre frane.
Continuiamo in leggera salita. Dopo uno slargo sulla sinistra, percorriamo un tratto abbastanza ripido.
Nuovamente in lieve salita, arriviamo ad un bivio (m. 1495) dove continuiamo diritto ignorando il sentiero che scende a sinistra verso il torrente.
Percorso un tratto quasi in piano, torniamo a salire. Sulla sinistra troviamo un ponte, realizzato con alcuni tronchi e con il corrimano solo a sinistra, con il quale è possibile attraversare il Liro (m. 1520).

Proseguiamo diritto in leggera salita tra vari cespugli. Alla sinistra ci accompagna la vista sul Pizzo Ferrè (m. 3103).
Un rivolo attraversa il cammino. Poi la pendenza aumenta. Troviamo altre gabbie contenenti delle pietre.
Un sentiero arriva da sinistra (m. 1640). Un segnavia indica che si tratta della Via dello Spluga che, dopo aver percorso l'altra riva ed aver attraversato il torrente con un ponte, in questo punto confluisce nel nostro percorso.

Saliamo, su fondo roccioso, tra prati e alcuni larici. Poi il sentiero torna sterrato. Alla destra ci sono vari cespugli.
Saliamo ripidamente aiutati da alcuni gradini e poi con delle serpentine. Poi il sentiero diventa meno ripido e si sposta verso sinistra.
Stiamo per iniziare la parte più pittoresca del nostro itinerario ora formato da una ampia mulattiera che in alcuni punti è scavata in una parete a strapiombo.

Risaliamo alcuni gradini scavati nella roccia (m. 1700).
Poi, sulla destra, troviamo una fune fissata alla parete che in realtà nella bella stagione non serve in quanto la mulattiera è larga almeno due metri.
Superiamo un'altra serie di gradini come i precedenti.
Terminata la fune, percorriamo un tratto quasi in piano e poi torniamo a salire. Qui la mulattiera è scavata nella roccia.
Continuiamo in leggera salita. In alto a sinistra, ecco apparire il muraglione della diga che chiude a SW il Lago di Montespluga.
In piano passiamo sotto alcune rocce e troviamo una seconda corta catena (m. 1755).
Troviamo una piccola grotta. In un anfratto c'è un quadretto raffigurante una madonnina.
Risaliamo altri gradini di roccia. Da sinistra sale in modo assai ripido il sentiero descritto nel terzo itinerario (m. 1765). Giù in basso vediamo un ponticello sul Liro. I segnavia indicano in quella direzione: sentiero C18; Alpe Crotto, Soste, Isola a ore 1.30.

Troviamo altri gradini di roccia e una terza corta catena.
Percorriamo un breve tratto in piano e poi riprendiamo a salire verso destra dove non c'è più la parete rocciosa. Il tratto più caratteristico è terminato.
Il sentiero ora è stretto e dopo un breve tratto quasi in piano, torna a salire.
Raggiungiamo una zona di massi franati. Il sentiero è stato ben sistemato con dei gradini fatti con le pietre. Saliamo ripidamente a zig-zag.
Arriviamo ad un bivio (m. 1845). I segnavia ignorano il sentiero sulla destra e indicano il Percorso Storico di Valle Strada dello Spluga; avanti a sinistra: Montespluga a ore 0.50; dietro: Rasdeglia, Torni, Isola a ore 1.50.

Il percorso torna ad essere più largo. Sulla sinistra c'è una corta protezione in legno.
Passiamo quasi in piano sotto una roccia sporgente e poi troviamo l'ultima e breve catena (m. 1850).
Continuiamo in salita, dapprima tra l'erba e poi tra le pietre.
Davanti torniamo a vedere la diga, ormai vicina.
Percorriamo pochi passi in leggera discesa. A sinistra c'è il canale artificiale dove scorre l'acqua quando viene fatta uscire dalla diga. Un cartello avverte del pericolo di piene improvvise.
Continuiamo in leggera salita e saliamo alcuni gradini.
Ignoriamo sulla sinistra un ponticello che passa sopra al canale.
La mulattiera ora compie un tornante sulla destra che possiamo evitare andando diritto con un sentiero.

Poco dopo raggiungiamo la diga, costruita nel 1931, che chiude la sponda SW del lago. Vari segnavia indicano davanti: Montespluga (sent. C18) a ore 0.45, Rifugio Stuetta a ore 0.10; dietro: Cardinello, Isola (sent. C18) a ore 1.30; Sentiero Storico di Valle Strada dello Spluga, Rasdeglia, Torni, Isola a ore 1.50. Altri segnavia indicano la Via Spluga e il sentiero 50 in entrambe le direzioni. Una vecchia targa marmorea recita: "Vecchia strada per il Passo dello Spluga detta del Cardenello". Un cartellone in italiano e tedesco parla della Gola del Cardinello (vedi sotto nelle note).
A sinistra parte il sentiero C17 che passando sopra Le Mede raggiunge la Valle Schisarolo e sale al Bivacco Cecchini (m. 2750) e alla Cima di Val Loga (m. 3004)

Lasciata a sinistra la diga, prendiamo una sterrata sulla destra perfettamente in piano. Un cartello segnala il Rifugio Stuetta a 500 metri.
Superiamo una sbarra di ferro grigia che chiude l'accesso ai veicoli.
Camminando con il lago sulla sinistra, superiamo uno slargo e alcune costruzioni di servizio e raggiungiamo l'altra diga, quella a SE verso la statale 36.
Superata la casa del guardiano giriamo a destra e percorriamo l'ultimo tratto in salita che ci separa dal rifugio.

Tempo impiegato: ore 2 - Dislivello: m. 672
Data escursione: ottobre 2009

Terzo itinerario: da Mottaletta (Sentiero Spluga + C18)

Arrivati a Isola (vedi il precedente itinerario), prendiamo la strada asfaltata sulla sinistra che sale a Mottaletta.
Superiamo la località Ca' di Goss e, lasciata a sinistra la stradina che s'inoltra nella Val Febbraro, raggiungiamo il grande parcheggio sterrato sulla destra che precede l'abitato di Mottaletta (m. 1346).

Superata una fontana con vasca, quasi in piano ci inoltriamo tra le case, baite e baitelli e attraversiamo il paesino.
Continuiamo poi con un sentiero.
Poco più avanti troviamo l'impetuoso torrente Vamlera che scende dalla sinistra. Lo superiamo con un ponticello di legno al termine del quale dobbiamo aprire e richiudere un cancelletto.
Continuiamo tra i cespugli alternando tratti in salita ad altri con poca pendenza.
Troviamo un rivolo che attraversa il sentiero passando sotto delle pietre (m. 1425).
Attorno ci sono alberi radi e di vario genere. Troviamo poi dei larici. Alla destra il pendio scende ripidamente verso valle.

Raggiungiamo le prime due case di Rasdeglia, alla sinistra del sentiero, e ci immettiamo su di una stradina in cemento con la quale attraversiamo la borgata (m. 1500).
Passiamo dapprima tra una fontana e una chiesetta e successivamente tra le altre case.
Ritroviamo poi sulla destra i segnavia della Via Spluga e riprendiamo il sentiero.
Dopo un tratto in discesa superiamo un piccolo torrente che scende da sinistra mentre il sentiero gira a destra.
Poco dopo raggiungiamo una fontana con una vasca in cemento. Un cartello avverte che l'acqua non è potabile.
Un rivolo attraversa il sentiero passando sotto le pietre. Continuiamo in piano tra ai prati.
Troviamo una staccionata in legno sulla destra e ignoriamo un sentiero che scende al torrente.
Alternando tratti in piano ad altri in leggera salita raggiungiamo la prima delle baite di Soste che troviamo sulla sinistra.
Con un ponticello in cemento senza sponde superiamo il piccolo e impetuoso torrente della Val d'Oro e raggiungiamo le altre baite, una delle quali subito alla sinistra del sentiero e le altre più in alto sempre a sinistra. Un cartello ci da il benvenuto (m. 1544).

Una sentiero scende a destra verso il Liro.
Continuiamo diritto e raggiungiamo un ponticello in cemento senza le sponde con il quale superiamo il torrente della Val Schisarolo che si apre sulla sinistra.
In fondo al ponte una transenna con tre pali chiude il transito. La aggiriamo e proseguiamo tra i prati quasi in piano scavalcando alcuni rivoli che attraversano il cammino.
Torniamo a salire e raggiungiamo un bivio. Il Sentiero Spluga prosegue sulla destra e poi tramite il Ponte degli Svizzeri (m. 1580) attraversa il Liro e va a confluire nel Sentiero del Cardinello descritto nel precedente itinerario.

Noi invece continuiamo diritto lungo la sponda sinistra del torrente.
Ora il sentiero è più piccolo e meno evidente tra l'erba. I bolli bianchi e rossi comunque sono parecchi e segnalano bene il cammino.
Continuiamo in salita. Il sentiero volge un poco a sinistra allontanandosi dal torrente.
Più avanti cominciamo a vedere, in cima a una rupe, la prima delle baite dell'Alpe Crotto.
Seguendo i bolli, tra erba e pietre, saliamo verso questa baita mentre alla destra, su di un piccolo dosso, vediamo un'altra costruzione isolata.
Raggiunta la prima baita continuiamo in leggera salita e troviamo una croce in legno e le altre due baite dell'Alpe Crotto (m. 1720).
Il luogo sembra abbandonato ma una diecina di mansueti asinelli ci accolgono con curiosità.

In piano passiamo tra alcuni grandi massi. Continuiamo poi tra erba e pietre alternando tratti in piano ad altri in lieve salita. A volte attraversiamo un gruppi di larici. Il sentiero scorre a mezza costa e alla destra c'è uno scosceso pendio.
Percorriamo un tratto in leggera discesa (m. 1750) ed uno lungo quasi in piano.
Continuiamo poi alternando altri tratti in lieve discesa e in piano. Troviamo alcuni gradini di pietra.
Sotto un masso vediamo una madonnina.
Quasi in piano superiamo alcune grosse pietre franate e raggiungiamo un ponte in legno con parapetti (m. 1725). Un cartello avverte di prestare attenzione a piene improvvise.
Ci troviamo sul fondo della gola. Il sentiero non prosegue sul lato sinistro del torrente. Dobbiamo pertanto attraversare il Liro e iniziare la ripida salita che ci porterà sulla mulattiera che scorre sul lato destro.

Con uno stretto sentiero iniziamo a salire ripidamente con alcune serpentine, tra erba e rododendri.
La pendenza poi si attenua, ma solo per un breve tratto. Poi torniamo a salire in modo ancora più ripido.
Infine con alcune pietre messe a gradino raggiungiamo la mulattiera del Cardinello descritta nel precedente itinerario (m. 1765). Un segnavia indica nella direzione dalla quale proveniamo il sentiero C18; Alpe Crotto, Soste, Isola a ore 1.30.
Continuiamo verso sinistra come descritto nell'ultima parte del precedente itinerario.

Tempo impiegato: ore 1.45 - Dislivello: m. 626 -40
Data escursione: ottobre 2009

Note

Cartellone nei pressi della diga al termine della salita del Cardinello.
"La Via del Cardinello era percorsa già in epoca romana ed ebbe fasi alterne nel Medioevo. Solo nel Seicento, dopo che il passaggio era stato migliorato intagliando l'ampia mulattiera nella cornice della roccia, recuperò interesse commerciale. Nel Settecento, per concorrere con altri percorsi alpini, il Cardinello fu ancora migliorato, rendendone più agevole e sicuro il percorso, attrezzandolo con parapetti e tettoie paravalanghe. Varie stampe e disegni raffigurano l'ardito passaggio, in particolare fissano il rovinoso transito delle truppe napoleoniche condotte dal generale Mac Donald: diretto verso la pianura italiana per combattere contro austriaci e germanici, perdette un centinaio di uomini e altrettanti tra cavalli e muli, travolti da slavine. Tra i passeggeri che transitarono dal Cardinello, Ludwig Emil Grimm così scrisse nel 1816: ‹‹La strada tante volte non è neanche abbastanza larga da lasciar passare un cavallo, e accanto alla strada stretta c'era un baratro profondo. Qui c'è tutto ciò che si può vedere di grandioso, orrendo e spaventoso. Durante il viaggio mi venivano spesso in mente le favole dei miei fratelli e, se avessi avuto un paio di settimane da dedicare a questo viaggio di montagna, forse avrei raccolto cose più interessanti per loro ››."

Escursioni partendo dal Rifugio:


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