Rifugio Capanna 2000

Il Rifugio Capanna 2000 è situato in località Pian Cansaccio sul versante sud del Pizzo Arera.

Primo itinerario: da Zambla (loc. Plassa) con il percorso più diretto

Con la statale 470 della Valle Brembana superiamo Zogno e poi in località Ambria prendiamo alla destra la provinciale 27 che sale al Passo Zambla. (In alternative il passo è raggiungibile anche da Ponte Nossa in Val Seriana con la provinciale 46).
A Zambla, al km. 42 della provinciale 27, giriamo a sinistra in Via Plassa.
Dopo 4 km. raggiungiamo il grande residence in Località Plassa prima del quale la strada si biforca.
Continuiamo sulla destra in salita per altri seicento metri e poi parcheggiamo in uno slargo a lato della strada (m. 1200).

Nel periodo estivo è possibile proseguire in auto con la strada asfaltata fino a quota m. 1590 ma il transito delle vetture è soggetto al pagamento di un pedaggio di € 4. La macchina erogatrice del ticket è situata alla destra alla fine del parcheggio.
I segnavia 221 indicano: Rifugio Capanna 2000 h 2:10 (Periplo Pizzo Arera h 3:30 - Difficoltà EE); Passo Branchino (con sentiero 222 "Dei Fiori") h 3:00, Pizzo Arera (Via Normale Alpinistica) h 3:40, Baita Camplano (con sentiero 237) h 2:10, Cima di Grem (con sentiero 237) h 3:10, Baita Santamaria in Leten (con sentiero 237 - 240) h 3:15.
Quattro segnali stradali di pericolo indicano: strada non collaudata, caduta massi, pendenza 12%, animali domestici vaganti. Tre segnali di divieto indicano: divieto di transito ai mezzi con ganci di traino, divieto di transito ai mezzi con peso superiore a t. 3.50, divieto di sosta su tutta la tratta. Un cartello di legno indica con il percorso 221/222 il Rifugio Capanna 2000 raggiungibile in ore 1.45 e segnala se è aperto o chiuso. Un cartello appeso ad una bacheca parla del "Sentiero dei Fiori".

Ci incamminiamo in salita seguendo la strada asfaltata accompagnati da un guard-rail sul lato a valle e attorniati dagli alberi.
All'esterno del primo tornante destrorso c'è uno slargo (m. 1220).
Un cartello ed una freccia indicano più avanti la "Cattedrale Vegetale".
Superiamo un tornante sinistrorso (m. 1255).
Proseguiamo in leggera salita. Percorriamo un'ampia curva verso sinistra (m. 1270).
Alla destra c'è una parete di roccia ingabbiata con una rete per evitare la caduta di pietre sulla strada.
Continuiamo in salita.
Dopo un tornante destrorso la pendenza diminuisce (m. 1295).

Presso un tornante sinistrorso, un torrente attraversa la strada passandole sotto in un tubo. Alla destra c'è una staccionata di legno (m. 1305).
Troviamo una corta staccionata alla destra mentre percorriamo una semicurva a sinistra (m. 1315).
Pochi passi più avanti superiamo un'ampia curva a destra (m. 1325).
Presso la successiva curva a sinistra un tubo passa sotto alla strada. Anche qui, alla destra, c'è una corta staccionata (m. 1335).
Proseguiamo in salita.

Arriviamo ad un tornante destrorso (m. 1350) con uno slargo dove troviamo tre cartelloni a cura del Parco delle Orobie Bergamasche che parlano del "Sentiero delle Farfalle", del "Sentiero dei Fiori" e della "Cattedrale Vegetale". Su quest'ultimo leggiamo, tra l'altro: "Grande architettura naturale, ideata e progettata negli anni 2008-09 dall'artista Giuliano Mauri, si configura come una maestosa struttura lignea che trae ispirazione dall'antico disegno delle cattedrali gotiche. Composta da cinque navate che raggiungono l'altezza di oltre 15 metri, i suoi elementi strutturali sono le 42 colonne costruite secondo i tradizionali sistemi di tessitura lignea, al cui interno è piantumato un giovane faggio. La crescita della pianta e il contemporaneo disgregarsi della tessitura circostante determineranno negli anni, accanto al nostro sguardo e ai nostri passi, una nuova cattedrale a cielo aperto, simbolo laico di un percorso che si sviluppa nella convivenza armonica tra l'uomo e la natura, tra pensiero e pratiche umane". Purtroppo a causa del disastroso nubifragio del 28 ottobre 2018 è andato quasi tutto distrutto.
All'esterno del tornante una sterrata in leggera discesa conduce alla "Cattedrale Vegetale" davanti alla quale c'è una pozza recintata con una staccionata. I segnavia indicano con il sentiero H33: Piani Bracca h 0:30, Zorzone h 1:10.

Dopo una visita, riprendiamo il cammino seguendo l'asfalto.
Percorriamo due semicurve destra-sinistra (m. 1360).
Usciamo dal bosco e continuiamo tra prati e pochi alberi (m. 1375).
Percorriamo due semicurve sinistra-destra lasciando a sinistra una piccola pozza recintata da una staccionata (m. 1390). Davanti vediamo l'Arera, alla destra il Grem, dietro verso destra l'Alben.

Quasi in piano arriviamo ad un tornante sinistrorso dove lasciamo la strada asfaltata per prendere un sentiero che prosegue diritto in salita (m. 1405).
Raggiungiamo una baita ed una stalla. Sulla baita, davanti alla quale giriamo a sinistra, vediamo un bollo bianco rosso (m. 1420).
Saliamo alcuni gradini. Il sentiero prosegue in modo abbastanza ripido tra l'erba.

Raggiungiamo la strada e la attraversiamo (m. 1435). Proseguiamo in salita con il sentiero.
Percorriamo una curva a destra.

Attraversiamo nuovamente la strada e riprendiamo il sentiero (m. 1460).
Vediamo il segnavia 221 a bandierina su di una pietra (m. 1470).
Lasciamo a sinistra delle pietre franate e rientriamo nel bosco.
Saliamo in modo abbastanza ripido. Vediamo due bolli rotondi: uno rosso e l'altro rosso all'interno e bianco all'esterno.
Percorriamo una curva a sinistra seguita da uno zig-zag destra-sinistra (m. 1485).
Camminiamo su di un fondo misto di terra e pietre.

Usciamo dal bosco e saliamo ripidamente. Vediamo un segnavia a bandierina (m. 1495).
Superiamo uno zig-zag destra-sinistra.
Alla sinistra c'è un avvallamento protetto da una recinzione, dapprima con paletti di ferro che reggono due cavi e poi con una rete metallica verde. La costeggiamo seguendo pallide tracce (m. 1505).

Terminata la recinzione proseguiamo diritto, ripidamente, tra gli alberi. C'è anche una traccia che si stacca alla destra.
Pieghiamo a sinistra e poi giriamo a destra.
Guardando in alto, davanti vediamo il muro di contenimento del Rifugio Saba Cà d'Arera mentre in alto verso sinistra vediamo il guard-rail che fiancheggia la strada asfaltata.
Proseguiamo diritto, in modo abbastanza ripido, verso il Rifugio Saba.
Vediamo un bollo, rosso all'interno e bianco all'esterno (m. 1535).
Continuiamo seguendo delle pallide tracce, praticamente a vista.

Raggiungiamo dapprima il muro di contenimento sul quale vediamo il segnavia 221 a bandierina e subito dopo Rifugio Saba Cà d'Arera dall'inconfondibile colore rosso fragola. Il rifugio è privato ed è riservato ai soli soci della Società Alpinistica Bergamo Alta (m. 1560).
Lasciamo a destra l'edificio e continuiamo diritto in salita. Alla sinistra, su di una roccetta, vediamo i segnavia 222 e 237 a bandierina.
Alla destra troviamo un baitello. Davanti vediamo la cappella con il tetto a forma di "V" rovesciata e poco dopo la raggiungiamo.

Lasciamo a sinistra il guard-rail della strada che, in questo punto, effettua un tornante sinistrorso. Continuiamo diritto su tracce di sentiero tra l'erba (m. 1570).
Alla destra c'è una pozza (m. 1580).
Pochi passi più avanti troviamo alla sinistra un'altra pozza; questa è recintata con una staccionata di legno.

Pieghiamo a destra e raggiungiamo la strada che alla destra entra nel parcheggio dove l'asfalto termina (m. 1590).
Attraversiamo la strada e prendiamo una sterrata che inizia alla destra di una lunga baita. Un cartello di legno, simile a quello che avevamo visto al parcheggio dopo Plassa, indica diritto il Rifugio Capanna 2000 e informa se è aperto o chiuso. Anche un cartello giallo e rosso segnala la Capanna 2000. Altri segnavia indicano con il sentiero 237: Cima di Grem a ore 2, Cima Foppazzi a ore 2.05, Rifugio Santamaria in Leten.
Dopo pochi passi, troviamo altri segnavia che indicano, a destra (segnavia 237): Baita Camplano h 1:20, Cima di Grem h 2:20, Baita Santamaria in Leten (con sentiero 240) h 2:30; diritto (segnavia 221): Rifugio Capanna 2000 h 1:10 (Periplo Pizzo Arera h 3:30 - Difficoltà EE); Passo Branchino (con sentiero 222 "Dei Fiori") h 2:10, Pizzo Arera (Via Normale Alpinistica) h 2:40. Lasciamo la sterrata che gira a destra e continuiamo diritto, in modo abbastanza ripido, seguendo tracce di sentiero e camminando tra prati e qualche albero.
Percorriamo una semicurva a sinistra (m. 1605).
Vediamo un segnavia a bandierina su di una roccia e ci immettiamo su di una stradina inerbita con la quale proseguiamo verso sinistra (m. 1615).
Dopo un tratto con poca pendenza riprendiamo a salire.
Percorriamo una curva a destra.

Poco dopo aggiriamo alla destra un baitello di legno (m. 1625). Accanto al baitello ci sono le basi di due piloni della vecchia seggiovia e una piccola area recintata con una rete metallica.
Giriamo a destra e proseguiamo in salita.

Il sentiero ora segue il margine del crinale che precipita a sinistra verso la Val Vedra. Il panorama ci regala la vista delle principali cime della zona: davanti abbiamo l'Arera (m. 2512), alla sinistra il Menna (m. 2300), dietro l'Alben (m. 2019) e alla destra il Grem (m. 2049).
Su di una roccetta vediamo il segnavia 222 a bandierina.
Proseguiamo dapprima tra cespugli e poi tra radi alberi (m. 1645).
Percorriamo alcuni passi quasi in piano passando accanto ad una pietra con due bolli rossi.
Riprendiamo a salire. Vediamo il segnavia 222 a bandierina.

Un altro sentiero si accosta alla destra e prosegue quasi parallelo. La pendenza diventa abbastanza ripida (m. 1650).
Poi i due sentieri si uniscono (m. 1665).
Dopo un tratto con minore pendenza torniamo a salire in modo abbastanza ripido (m. 1695).

Proseguiamo in salita. Alla destra, in lontananza, vediamo una sterrata (m. 1715).
Lasciamo a destra dei piccoli dossi coperti da pietre (m. 1725).
Vediamo un cerchietto bianco contenente all'interno un bollo rosso.
Troviamo un altro segnavia 222 a bandierina. Saliamo in modo abbastanza ripido (m. 1750).

Percorriamo un lungo ripido tratto tra erba e qualche cespuglio.
Poi il sentiero si divide in due tracce parallele (m. 1795).
Dopo un tratto in leggera salita (m. 1830), continuiamo quasi in piano mentre il sentiero si ricompone. In questo punto torniamo a vedere alla sinistra il fondo della Val Vedra (m. 1840).
Passiamo accanto ad un segnavia 222 a bandierina. Il sentiero nuovamente si scompone. Proseguiamo diritto in modo ripido.
Poi la pendenza diminuisce. Vediamo il segnavia 222 su di una pietra parzialmente interrata (m. 1870).

Ci immettiamo su di una sterrata che arriva dalla destra (m. 1895).
Percorriamo un tratto abbastanza ripido (m. 1910).
Giunti ai margini meridionali di Pian Cansaccio, cominciamo a vedere la Capanna 2000 e la vecchia stazione a monte della seggiovia situata alla sua sinistra.
Dopo un tratto con poca pendenza continuiamo quasi in piano.

Ora potremmo continuare con la sterrata che effettua un giro un po' più lungo ma preferiamo tagliare nei prati a vista verso il rifugio seguendo delle pallide tracce (m. 1930).
Passiamo accanto ad una pozza.
Proseguiamo dapprima in salita e poi con minore pendenza. Passiamo a valle dell'edificio dove la funivia terminava la sua corsa (m. 1945).
Davanti abbiamo il rifugio e con un ultimo tratto in salita lo raggiungiamo.

Dal parcheggio sopra Plassa: Tempo impiegato ore 1.45 - Dislivello m. 760
Dal parcheggio sopra al Rifugio Saba Cà d'Arera: Tempo impiegato ore 0.40 - Dislivello m. 370
Data escursione: dicembre 2016

Secondo itinerario: dalle Baite di Mezzeno (sent. 219+222)

Con la statale 470 percorriamo il fondo della Valle Brembana fino al bivio di Lenna dove lasciamo a sinistra la provinciale 1 che sale al Passo San Marco e continuiamo sulla destra con la provinciale 2 in direzione di Foppolo.
Dopo quattro chilometri e mezzo prendiamo sulla destra la provinciale 3 per Roncobello.
Superiamo Borgogna, Bàresi, Roncobello e Capovalle poi la strada diventa più stretta ed entra nel bosco.
Presso uno slargo alla sinistra, troviamo la colonnina per il ritiro del ticket, valevole per un giorno, al costo di 2 euro.
Saliamo con 14 tornanti. Solo gli ultimi 700 metri sono sterrati.
La strada termina poco prima delle Baite di Mezzeno, visibili in basso a destra. Parcheggiamo accanto ad una fontana e ad una bacheca con una cartina della zona. Un segnale stradale indica il divieto di transito ai veicoli.
Vari segnavia indicano: Località Mezzeno (m. 1600);
- diritto con il sentiero 215: Passo di Mezzeno (m. 2142) a ore 1.30, Rifugio Laghi Gemelli a ore 2;
- diritto con il sentiero 217: I Tre Pizzi (m. 2153) a ore 2, Monte Pietra Quadra (m. 2287) a ore 2.45;
- a destra con il sentiero 219: Passo Branchino (m. 1821) a ore 1, Rifugio Branchino a ore 1.05, Sentiero dei Fiori a ore 1, Rifugio Capanna 2000 a ore 2.30;
- a destra con il sentiero 270 A: Passo Marogella a ore 0.30.

Con una sterrata scendiamo a destra verso il torrente. Troviamo delle canaline in cemento, per lo scolo dell'acqua, di traverso alla strada.
Quasi in piano, percorriamo una ampia curva a destra e superiamo, uno dopo l'altro, due ponti. Entrambi hanno il fondo in cemento e pietre mentre le sponde sono state realizzate con paletti di ferro verde che reggono dei traversi di legno (m. 1580).
Poco dopo, sulla sinistra, sale un sentiero. I segnavia indicano a sinistra con il sentiero 270A: Passo Marogella a ore 0.30, Rifugio Alpe Corte a ore 1.30; diritto con il sentiero 219: Passo Branchino a ore 1.
Continuiamo con la sterrata dapprima con poca pendenza e poi in salita.
Alla sinistra troviamo un'area recintata da una staccionata. Un cartello informa che si tratta di un "punto di osservazione delle farfalle".

Arriviamo alle Baite di Mezzeno (m. 1592). Alla destra c'è una malga preceduta da una fontana con vasca; alla sinistra una pensana sulla quale vediamo dipinti il segnavia 219 a bandierina e una freccia bianca che invitano a proseguire.
Scendiamo in una conca erbosa caratterizzata da alcune gobbette.
Percorriamo un tratto quasi in piano seppur con lievi saliscendi.
Riprendiamo a scendere e passiamo accanto ad un cartello che parla delle "farfalle montane" (m. 1570).
Percorriamo un tratto in salita seguito da un altro in discesa.
Proseguiamo dapprima quasi in piano e poi in leggera salita tra alcuni larici.

Arriviamo all'inizio del bosco. Camminiamo su delle radici affioranti dal terreno. Dopo alcuni passi quasi in piano, riprendiamo a salire (m. 1570).
Alla destra, in alcuni punti, troviamo due corde legate tra gli alberi.
Dopo un tratto quasi in piano torniamo a salire camminando su delle radici affioranti (m. 1580).
Percorriamo due curve sinistra-destra poi la pendenza aumenta (m. 1600).
Continuiamo con una curva a sinistra, seguita da un'altra a destra su fondo roccioso (m. 1635).

Poco dopo, quasi in piano, presso un tornante destrorso, attraversiamo il letto di un torrente in secca. Vediamo un ometto (m. 1635).
Continuiamo in leggera salita. Il sentiero si divide solo per aggirare una pietra e poi si ricompone (m. 1640).
Lasciamo a destra un masso.
Dopo pochi passi in leggera discesa, proseguiamo quasi in piano.
Alla destra troviamo una grande pietra con il segnavia n. 219.
Continuiamo in discesa e poi quasi in piano tra mughi e alcuni larici.
Torniamo a scendere, inizialmente con poca pendenza (m. 1625).
Continuiamo con due tratti in salita intervallati da un altro quasi in piano.

A sinistra è ben visibile l'imponente parete verticale del Corno Branchino. A destra invece, in lontananza, distinguiamo la sagoma inconfondibile dei Tre Pizzi.
Dalla destra si innesta un altro sentiero (m. 1630).
Continuiamo dapprima con poca pendenza e poi in salita (m. 1635).

Quasi in piano raggiungiamo una sorgente; l'acqua che sgorga dalla roccia e anche da un tubicino nero, forma un ruscello che dobbiamo guadare (m. 1650).
Torniamo a salire, giriamo a sinistra e troviamo una targa in memoria di uno sfortunato escursionista.
Subito dopo, con una curva a destra, attraversiamo il letto di un torrente che troviamo in secca.
Dopo un tratto quasi in piano riprendiamo a salire e percorriamo una curva a sinistra (m. 1660).
Proseguiamo con delle serpentine.
Passiamo in una piccola insellatura tra due dossi.
Continuiamo quasi in piano. Davanti vediamo un baitello in pietra con il tetto in lamiera.

In discesa raggiungiamo un torrente e lo guadiamo (m. 1675).
Il sentiero si divide in due tracce parallele; quella a sinistra ha il fondo roccioso. Saliamo abbastanza ripidamente lasciando a destra il baitello (m. 1.685).
Continuiamo in leggera salita tra i prati, con il torrente che scorre in basso a sinistra.
Poi la pendenza aumenta (m. 1710). Davanti cominciamo a vedere la Corna Piana.

Passiamo accanto ad una bassa roccetta sulla quale sono state dipinti il segnavia 219 a bandierina e due frecce bianche che indicano davanti il Passo Branchino e dietro le Baite di Mezzeno (m. 1725).
Continuiamo a mezza costa, aggirando un dosso alla sinistra.
Percorriamo uno zig-zag destra-sinistra (m. 1750).
Superiamo una curva a destra (m. 1765).

Passiamo tra due paletti e attraversiamo una piccola insellatura.
Proseguiamo dapprima quasi in piano e poi con poca pendenza (m. 1770).
Torniamo a salire. Su di una pietra vediamo il numero 4 in un cerchio giallo (m. 1790).

Pieghiamo a sinistra e ci abbassiamo in una vallecola.
Passiamo accanto ad un bollo bianco rosso e riprendiamo a salire (m. 1785). Dietro, in alto, vediamo una baita.
Dopo una curva a destra, il sentiero si divide in due tracce e poi si ricompone (m. 1810).

Arriviamo al Passo del Branchino (m. 1821). In basso alla sinistra vediamo il lago. I segnavia indicano:
- a sinistra con il sentiero 218: Rifugio del L. Branchino a ore 0.15, Rifugio Alpe Corte a ore 1, Valcanale a ore 1.40;
- diritto con il sentiero 222: Rifugio Capanna 2000 a ore 1.30, Sentiero dei Fiori, Zorzone a ore 2 (sentiero 231);
- davanti-sinistra con il sentiero 218: Passo Corna Piana a ore 1.10;
- dietro con il sentiero 219: Baite di Mezzeno a ore 0.45.

Proseguiamo con il sentiero 222, dapprima diritto quasi in piano, poi giriamo a destra. Passiamo accanto ad un pannello di legno con un cartellone che parla di "natura, cultura e tradizione" e di "progetto Arera, valorizzare la biodiversità".
Subito dopo giriamo a sinistra e proseguiamo dapprima in discesa e poi in leggera discesa. Il sentiero si divide in due tracce parallele.
Il sentiero poi si ricompone e proseguiamo quasi in piano con un'ampia curva a destra (m. 1805).
Alla destra vediamo una vecchia vasca da bagno riciclata come abbeveratoio.

Aggiriamo alla sinistra un piccolo dosso e poi riprendiamo a salire.
Passiamo accanto ad un palo (m. 1815).
Sulle pietre vediamo frecce e segnavia a bandierina che indicano i sentieri 222 e 231.
Proseguiamo su pietrisco e attraversiamo un piccolo valico (m. 1830).
Continuiamo dapprima in leggera salita tra l'erba e poi quasi in piano con una pozza alla sinistra.

Raggiungiamo una baita. Qui il sentiero si divide. I segnavia a bandierina indicano davanti e dietro il sentiero 231; alla sinistra il sentiero 222. Andiamo a sinistra, quasi in piano.
Subito troviamo un baitello alla destra sul quale vediamo il segnavia 222.
Percorriamo una curva a sinistra e proseguiamo con poca pendenza.

Poi, in salita, raggiungiamo una palina con un segnavia che indica diritto: Sentiero dei Fiori ore 2 (m. 1850).
Continuiamo in leggera discesa. Vediamo un segnavia 222 a bandierina.
Quasi in piano giriamo a sinistra (m. 1840).
In basso alla destra vediamo una pozza.
Dopo alcuni leggeri saliscendi, pieghiamo a sinistra.
Continuiamo in leggera discesa. Il sentiero si divide e si ricompone (m. 1825).
Dopo altri saliscendi, lasciamo a destra un masso. Continuiamo quasi in piano (m. 1810).

Con pochi passi in discesa raggiungiamo il letto di un ruscello asciutto. Lo attraversiamo e proseguiamo in leggera salita.
Torniamo a scendere alternando tratti con maggiore o minore pendenza, poi continuiamo quasi in piano.
Presso una curva a sinistra troviamo un altro segnavia che indica il Sentiero dei Fiori (m. 1785).
Percorriamo una semicurva a destra e poi torniamo a salire. In basso a destra vediamo delle baite.
La pendenza aumenta (m. 1790).
Percorriamo una curva a sinistra, scendiamo e risaliamo.

Dopo un'altra curva a sinistra, continuiamo in leggera discesa attorniati da piccole pietre e con pareti di roccia alla sinistra.
Proseguiamo con due tratti in salita divisi da uno quasi in piano e vediamo il segnavia 222 su di un masso (m. 1780).
Percorriamo pochi passi quasi in piano su fondo roccioso.
Alterniamo due tratti in discesa ad altrettanti quasi in piano.
Continuiamo in leggera salita con due tracce parallele che poi si riuniscono (m. 1780).
Dopo un tratto quasi in piano proseguiamo con poca pendenza.
Nuovamente quasi in piano, lasciamo a destra un masso con il segnavia 222.

Riprendiamo a salire. Alcune pietre formano dei rudimentali gradini.
Dopo un tratto quasi in piano (m. 1805) saliamo con altri rudimentali gradini.
Troviamo un segnavia che indica il Sentiero dei Fiori (m. 1820).
Alterniamo due tratti quasi in piano ad uno in leggera discesa. Il sentiero è largo ma alla destra il pendio scende ripidamente.
Riprendiamo a salire con una parete di roccia alla sinistra.
Percorriamo un tratto quasi in piano e continuiamo con poca pendenza e con rudimentali gradini (m. 1820).

Dopo una curva a sinistra, davanti cominciamo a vedere la vecchia stazione a monte della seggiovia.
Ora troviamo anche dei bolli rossi. Torniamo a salire (m. 1840).
Continuiamo quasi in piano tra erba, cespugli e pochissimi alberi. Su di una roccetta vediamo un bollo rosso e un segnavia 222 a bandierina (m. 1855).
Percorriamo un tratto con poca pendenza seguito da un altro quasi in piano (m. 1865).
Dopo una curva a sinistra e proseguiamo con poca pendenza.

Inizialmente in salita e poi con minore pendenza attraversiamo un ghiaione franato (m. 1880).
Poi saliamo tra erba e cespugli.
Dopo una curva a destra percorriamo un tratto su fondo roccioso (m. 1895).
Aggiriamo verso destra una roccetta. Qui il sentiero è largo ma alla destra precipita ripidamente.
Troviamo un'altra indicazione del Sentiero dei Fiori (m. 1900).
Dopo alcuni passi quasi in piano, proseguiamo dapprima con poca pendenza e poi in salita tra piccole pietre franate (m. 1910).
Giriamo a sinistra.

Raggiungiamo quanto resta di una bacheca in legno con tettuccio (m. 1935). Dalla destra arriva la sterrata da Plassa. I segnavia indicano
- dietro (segnavia 222): Passo Branchino (Sentiero dei Fiori) h 1:10, Rifugio Lago Branchino h 1:20, Rifugio Alpe Corte (con sentiero 218) h 2:10;
- a destra (segnavia 221): Zambla (Località Plassa) h 1:30;
- a sinistra (segnavia 221): Rifugio Capanna 2000 h 0:10 (Periplo Pizzo Arera h 3:30 - Difficoltà EE); Pizzo Arera (Via Normale Alpinistica) h 1:40.
Continuiamo verso sinistra in leggera salita.
Nei prati alla destra vediamo la vecchia stazione della seggiovia. Davanti abbiamo l'Arera.
Percorriamo una ampia curva a destra. La pendenza aumenta (m. 1950).
Quasi in piano passiamo tra due manufatti della seggiovia. Davanti vediamo il rifugio (m. 1970).
Poco dopo, in leggera discesa, lo raggiungiamo.

Tempo impiegato: ore 2.30 - Dislivello m. +550 -190
Data escursione: novembre 2014

Terzo itinerario: da Zambla (loc. Plassa) seguendo la sterrata dopo il parcheggio alto

Come descritto nel primo itinerario arriviamo al parcheggio alto dove la strada asfaltata termina (m. 1590).
Questa volta, anziché prendere la via più diretta che sale a NE verso il rifugio, continuiamo con la strada, ora sterrata, che prosegue al termine del parcheggio in direzione ENE. Ne risulterà un giro un poco più lungo.

Attraversiamo il parcheggio inizialmente quasi in piano, poi in leggera salita passando a valle di un edificio in disuso della ex-seggiovia.
Al termine del parcheggio continuiamo su di una sterrata.
Quasi in piano passiamo tra due paletti di ferro arrugginito (m. 1600).
Riprendiamo a salire, con il fondo in cemento e percorriamo un ampio tornante sinistrorso lasciando a destra una cabina Enel.
Davanti vediamo altre costruzioni della vecchia seggiovia. Effettuiamo un tornante destrorso. Un cartello segnala che la strada è agro-silvo-pastorale e il transito è consentito solo ai veicoli autorizzati (m. 1605).
Ora il fondo stradale è in pietre e cemento.
Alla sinistra troviamo una cabina, con i segnavia 237-240 a bandierina, e transitiamo sotto a tre cavi dell'energia elettrica (m. 1615).
Davanti vediamo l'Arera.
Continuiamo attorniati da prati e da qualche albero.

Percorriamo un tornante sinistrorso molto ampio (m. 1640).
Per alcuni metri camminiamo quasi in piano. Una sterrata inerbita sale dalla sinistra (m. 1650).
Proseguiamo con il fondo in cemento.
Il fondo torna ad essere in pietre e cemento. Alla sinistra c'è una staccionata in legno. Superiamo una curva verso destra (m. 1660).

Con una curva verso destra aggiriamo una baita e quattro piloni uniti in alto, due a due, da un traverso di ferro (m. 1680).
Quasi in piano percorriamo un breve tratto sterrato.
Presso una curva verso sinistra riprendiamo a salire con il fondo in cemento e pietre.
Superiamo una semicurva verso destra e continuiamo con poca pendenza, dapprima su sterrato e poi con il fondo in cemento e pietre (m. 1690).

Riprendiamo a salire. Il fondo ora è in cemento. Passiamo tra due pareti (m. 1720).
Con il fondo in cemento e pietre percorriamo una semicurva verso sinistra (m. 1730).
Superiamo una semicurva verso destra lasciando a sinistra una pozza (m. 1745).
Dopo pochi passi in leggera salita percorriamo un lungo tratto in salita (m. 1755).
Continuiamo con poca pendenza (m. 1790).

Presso un tornante sinistrorso ignoriamo una sterrata che esce alla destra, all'inizio della quale un segnale stradale vieta il transito ai veicoli (m. 1810).
Poco dopo, anche la nostra strada diventa sterrata.
Alcuni metri più avanti, camminando quasi in piano, superiamo uno slargo. Alla destra c'è l'apertura di una caverna (m. 1820).

Continuiamo in salita. Ora la sterrata è più larga. Alla sinistra vediamo l'Alben, davanti il Menna, alla destra l'Arera e dietro il Grem.
Con poca pendenza e con il fondo in cemento e pietre percorriamo una curva verso destra (m. 1845).
Proseguiamo quasi in piano con una curva verso sinistra su sterrato (m. 1850).
Continuiamo in leggera salita.

Alla destra troviamo un blocco di cemento squadrato, forse la base di un vecchio traliccio (m. 1860).
Proseguiamo in leggera salita con un lungo tratto rettilineo.

Con il fondo in cemento e pietre percorriamo un tornante destrorso molto ampio (m. 1885).
Dalla sinistra arriva il sentiero descritto nel primo itinerario (m. 1895).
Continuiamo in salita accompagnati alla destra dal sentiero tra l'erba. Davanti abbiamo l'Arera.
Al termine della salita davanti vediamo la Capanna 2000 e la vecchia stazione a monte della seggiovia situata alla sua sinistra.
Il sentiero si allontana verso destra nei prati puntando direttamente al rifugio. Scegliamo di proseguire diritto con la stradina che è tornata ad essere sterrata.

Raggiungiamo quanto resta di una bacheca in legno con tettuccio (m. 1935). Dalla sinistra si innesta il sentiero descritto nel secondo itinerario che proviene dalle Baite di Mezzeno. I segnavia indicano
- a sinistra (segnavia 222): Passo Branchino (Sentiero dei Fiori) h 1:10, Rifugio Lago Branchino h 1:20, Rifugio Alpe Corte (con sentiero 218) h 2:10;
- dietro (segnavia 221): Zambla (Località Plassa) h 1:30;
- diritto (segnavia 221): Rifugio Capanna 2000 h 0:10 (Periplo Pizzo Arera h 3:30 - Difficoltà EE); Pizzo Arera (Via Normale Alpinistica) h 1:40.
Continuiamo diritto in leggera salita.

Ignoriamo un sentiero che si stacca alla sinistra quasi in piano (m. 1950). Nei prati alla destra vediamo la vecchia stazione della seggiovia. Davanti abbiamo l'Arera.
Poco dopo percorriamo un ampio tornante destrorso e proseguiamo in salita (m. 1965).
Quasi in piano passiamo tra due costruzioni della seggiovia. Davanti vediamo il rifugio (m. 1970).
Poco dopo, in leggera discesa, lo raggiungiamo (m. 1960).

Dal parcheggio sopra Plassa: Tempo impiegato ore 1.55 - Dislivello m. 770-10
Dal parcheggio sopra al Rifugio Saba Cà d'Arera: Tempo impiegato ore 0.50 - Dislivello m. 380-10
Data escursione: novembre 2018

Escursioni partendo dal Rifugio:


Copyright © Diska (www.diska.it) 2001,2022 - All Rights Reserved