Baita Cancervo

La Baita Cancervo è situata sul versante sudovest dell'omonimo monte.
Tempo fa era gestita dai volontari del Soccorso Montano di San Giovanni Bianco che ne curavano l'apertura e che ogni anno, l’ultima domenica di giugno, organizzavano la Festa della Baita. Vi era anche un locale bivacco sempre aperto e dotato tra l'altro di una colonnina di chiamata del soccorso alpino.
Dal 2010 è stata ceduta ad un privato e pertanto è chiusa. Ora a disposizione dell'escursionista di passaggio, in caso di un improvviso acquazzone, rimane una tettoia, sotto la quale ci sono una panca e un rubinetto con acqua non potabile.
Pur non trattandosi più di un rifugio o bivacco, ho comunque deciso di dedicargli una pagina in quanto il luogo è piacevole e l'escursione merita di essere effettuata.

Con la statale 470 della Val Brembana arriviamo fino a S. Giovanni Bianco dove imbocchiamo sulla sinistra la provinciale 25 della Val Taleggio.
Dopo 500 metri la lasciamo per prendere sulla destra la strada che sale alla frazione di Pianca, che raggiungiamo dopo km. 3.6 e dove parcheggiamo accanto alla chiesa (m. 810).

Alla destra ci sono un pannello in legno con una cartina stilizzata e una fontana con lavatoio.
Lasciamo a sinistra il sentiero 131 per Cantiglio a ore 1.50 e ci incamminiamo, in leggera salita, lungo la strada asfaltata, verso il piccolo abitato e le imponenti bastionate del Monte Cancervo che si ergono davanti a noi.
Ben presto troviamo su di un muretto una freccia e l'indicazione verso destra: sentiero 102 Baciamorti-Cancervo.
Prendiamo questo sentiero che inizia tra un muro di pietre sormontato da una rete metallica e una casa. Vediamo un bollo giallo.
Ad un trivio, seguendo una bandierina bianco rossa, teniamo la sinistra, tra le case, e saliamo alcuni gradini.
Passiamo sotto un portico e, usciti dal borgo, continuiamo tra recinzioni e prati.

Ritroviamo poi la strada asfaltata. Seguendo i bolli la attraversiamo e riprendiamo il sentiero che sale alla sinistra di una casa (m. 835).
Camminiamo tra paletti di ferro che reggono due cavi e una rete metallica. Alla sinistra c'è un prato.
Troviamo poi sulla sinistra una piccola costruzione di cemento semi interrata (m. 850).
Proseguiamo con un sentierino tra l'erba, tra due file di paletti di legno che reggono un cavo, collocati allo scopo di impedire agli escursionisti di calpestare i prati seminati.
Vediamo alcune vecchie baite sparse e qualche albero. Passiamo sotto un cavo (m. 860).
La recinzione ai lati del sentiero termina davanti ad una stalla che aggiriamo verso sinistra.

Passiamo accanto ad un baitello di legno e, piegando a sinistra, saliamo alcuni gradini tra l'erba.
Alla sinistra ancora ci accompagnano i paletti di legno che reggono un cavo mentre alla destra c'è un boschetto (m. 880).
Entriamo poi in un rado bosco. Alla sinistra vediamo scorrere il cavo di una teleferica a pochi metri da terra.
Con il terreno incassato nel terreno circostante percorriamo pochi passi in salita e passiamo accanto ad un vecchio cartello arrugginito (m. 905).

Raggiungiamo uno spiazzo erboso dove troviamo un casotto in cemento utilizzato dai cacciatori (m. 920).
Percorriamo un breve tratto quasi in piano. Vediamo il segnavia a bandierina n. 102 e dei bolli gialli. Sulla destra c'è una piccola pozza.
Subito dopo entriamo in un bosco di alberelli e riprendiamo a salire.
Dopo due passi in leggera discesa e una breve tratto con poca pendenza, torniamo a salire. Una radice fa da gradino.
Subito dopo, mentre passiamo sotto un cavo dell'Enel, troviamo un sentiero che arriva da destra dopo essersi staccato da una stradina asfaltata che termina poco prima accanto ad un cancello nero. Una freccia bianco-rossa invita a proseguire diritto (m. 955).
Ignoriamo poi un piccolo sentiero che si stacca sulla sinistra.
Alla sinistra vediamo il punto di partenza o arrivo di una teleferica.
Per un tratto la pendenza aumenta ma poi diminuisce un poco (m. 990).
In modo abbastanza ripido percorriamo una curva verso destra, con il sentiero incassato nel terreno circostante (m. 1000).
Alla sinistra, oltre un valloncello, vediamo una guglia, la cui sommità è stata curiosamente scelta per collocarvi un cartello sul quale, da lontano, ci sembra di poter leggere: "zona addestramento cani".
Saliamo a zig-zag seguendo delle frecce bianche tra erba e radi alberelli. Troviamo un cancello.
Dopo una salita poco accentuata, proseguiamo quasi in piano e con lievissimi saliscendi (m. 1020).
Continuiamo poi con poca pendenza, accompagnati sulla sinistra da una serie di pietre a lato del sentiero (m. 1030).

Dopo una breve salita, in piano raggiungiamo una grande roccia sporgente che, in caso di pioggia, può dare riparo a diverse persone. Su un masso leggiamo in blu la scritta "Ralli" (m. 1040).
Proseguiamo in un bosco di noccioli, dapprima in leggera salita e poi con maggiore pendenza.
Troviamo un bidone blu con un rubinetto in basso e una piccola pozza.
Due metri più sopra da un tubicino verde sgorga dell'acqua sorgiva. Anche qui c'è una pozza, ancor più piccola della precedente (m. 1090).
Ora saliamo in modo abbastanza ripido. Il sentiero procede a zig-zag, a volte incassato nel terreno circostante. In basso a sinistra vediamo Pianca e tutta la vallata.

Giunti in cima a questa salita (m. 1120) troviamo sulla destra una zona recintata da una rete metallica con un appostamento per la caccia. Alla sinistra invece, dopo un centinaio di metri in piano c'è una croce di legno collocata in un bel punto panoramico sulla vallata. Un segnavia alquanto pasticciato invita a proseguire diritto, quasi in piano seppur con lievissimi saliscendi.
Alla destra ci accompagna la rete. Un cartello indica una "zona a maggior tutela".
Troviamo alcuni rudimentali gradini di pietra e torniamo a salire.
Passiamo accanto ad un cartello che indica una "zona addestramento cani tipo B".
Percorriamo un breve tratto con poca pendenza. Siamo sempre più vicini alle rocce e stiamo per iniziare il tratto più ripido.

Saliamo a zig-zag in modo abbastanza ripido e vediamo un segnavia a bandierina con il n. 102.
Alla destra c'è una parete di roccia sulla quale leggiamo le scritte: "Cancervo" e "Palestra di roccia" (m. 1160).
Il sentiero ora si divide ma solo per aggirare due alberi (m. 1170) poi sale ripido con alcuni zig-zag.
Sulla sinistra, per alcuni metri, a fare da protezione ci sono dei paletti di ferro uniti da un cavo (m. 1200).

In alto davanti vediamo la Corna Torella, un grande torrione che si slancia verticale; il più elegante in questo mondo di pinnacoli e spuntoni di roccia che ci circondano.
Saliamo con una serpentina assai ripida.
Presso un'ansa della montagna attraversiamo il letto in secca di un torrente (m. 1230). La pendenza diminuisce un poco.
Con un altro breve e ripido tratto raggiungiamo una spalletta dove pieghiamo a destra lasciando a sinistra un torrione che scende ripido (m. 1240).
Torniamo a salire in modo abbastanza ripido tra pinnacoli e spuntoni.
Troviamo una prima sbarra di ferro disposta a terra a formare un gradino (m. 1300).
Arriviamo davanti ad una roccia e giriamo a destra in leggera salita poi percorriamo un tornante a sinistra e riprendiamo a salire.
Troviamo altre due sbarre di ferro che formano dei gradini (m. 1330). Frattanto siamo arrivati ad un'altezza che consente di vedere la croce collocata sulla sommità della Corna Torella.
Altre barrette di ferro formano dei gradini ma anche le pietre spesso sono ben sistemate e agevolano la risalita.
Presso un tornante sinistrorso, su un masso vediamo il segnavia 102 e la scritta "Ralli" (m. 1345).
La pendenza aumenta decisamente. In alto vediamo l'intaglio tra due rocce che dobbiamo raggiungere. Saliamo a zig-zag, faticosamente, tra rocce e ciuffi d'erba.
In due punti troviamo dei tubi neri che formano dei gradini.

Raggiungiamo l'apertura tra due rocce chiamata "Pass Catif" (m. 1380).
Subito dopo il passo, sulla sinistra c'è la prima catena, aiutati dalla quale risaliamo un paio di metri quasi in verticale.
Poi pieghiamo a destra e con poca pendenza, sempre assicurati dalla catena, superiamo un tratto esposto lungo il fianco di una roccia. Più in basso a destra ci sono anche delle protezioni realizzate con dei paletti che reggono tre cavi. Il passaggio non è difficile, basta usare un po' di prudenza.
Presso una curva a sinistra le sottostanti protezioni terminano (m. 1395).
Poi pieghiamo ancora a sinistra e anche la catena giunge al termine.
Dopo due passi in piano, sulla sinistra troviamo la seconda catena che è lunga solo un metro.
Subito dopo, superato un tornante, sulla destra inizia la terza.
Più avanti, sulla sinistra, ci sono dei paletti che reggono due cavi (m. 1405).
Proseguiamo con un ripido zig-zag su fondo roccioso.
Poi, in leggera salita, dopo un tornante sinistrorso, passiamo sotto una roccia sporgente (m. 1420).

Ora dobbiamo risalire un canalino assai ripido, accompagnati da un'altra catena alla sinistra.
Giunti in cima, attraversiamo un prato, tra torrioni e pinnacoli (m. 1435).
Proseguiamo in modo abbastanza ripido con delle serpentine. Poi percorriamo un tratto più diretto e molto ripido.
Passiamo accanto ad una piccola grotta contenente la statua di una madonnina (m. 1475).
Risaliamo un altro canalino incassato nelle rocce, sempre in modo molto ripido.
Al termine della salita, sbuchiamo in un largo canale erboso che attraversiamo con minore pendenza (m. 1485).
Poi torniamo a salire con alcuni zig-zag e arriviamo in cima (m. 1510). La parte più faticosa è terminata.

Davanti abbiamo dei prati e li attraversiamo quasi in piano, attorniati da radi alberi.
Poi in salita raggiungiamo un masso dove una freccia rossa invita a proseguire quasi in piano tra erba e spuntoni di roccia (m. 1525).
Poco dopo passiamo accanto ad una pozza che troviamo quasi asciutta.

In salita arriviamo ad un bivio; davanti a noi si apre una valletta (m. 1560). Su un masso vediamo varie indicazioni. Alla sinistra prosegue il sentiero 102 verso la Baita Cancervo e il Passo Baciamorti mentre a destra si sale alla cima del Monte Cancervo. Davanti in alto, oltre la valletta, vediamo una baita. Un'altra, in metallo di colore verde, è invece visibile verso destra.
Andiamo a sinistra, quasi in piano, in un rado bosco.
Poi, in leggera discesa, giriamo a sinistra tra l'erba dei prati e qualche masso su uno dei quali vediamo una freccia che indica la nostra direzione di marcia (m. 1550). Alla destra, nel centro della valletta, c'è una pozza.
Continuiamo con poca pendenza poi entriamo in una faggeta (m. 1570) e torniamo a salire alternando due tratti con minore o maggiore pendenza.

Terminato il bosco proseguiamo in modo abbastanza ripido tra radi alberi (m. 1620).
Poi, in leggera salita, arriviamo ad un bivio (m. 1630) dove su di una pietra vediamo una freccia rossa che indica diritto il sentiero 102, e una gialla che indica la direzione dalla quale proveniamo. Dalla destra si innesta un altro sentiero.
Continuiamo in salita tra erba e cespugli. Troviamo un'altra freccia gialla. Lontano, verso sinistra, vediamo una croce.
Raggiungiamo un palo di legno con un cartello che indica dietro Pianca a ore 1.15 con il canalone (m. 1650). Seguendo un segmento rosso pieghiamo a sinistra.
Quasi in piano passiamo tra due massi e infine tra l'erba arriviamo alla Baita Cancervo.

Tempo impiegato: ore 2.15 - Dislivello: m. 845
Data escursione: aprile 2012

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