Rifugio Campiglio

Il Rifugio Campiglio è situato in località Pradecolo, sulle pendici occidentali del Monte Lema (m. 1624).
Dalla sua terrazza si gode una bella vista panoramica sul sottostante Lago Maggiore e su una cerchia di monti tra i quali spicca l'imponente mole del Monte Rosa.
Dal rifugio passa l'ottava tappa (Dumenza-Curiglia) del sentiero 3V Via Verde Varesina.

Primo itinerario: in auto

a) da Lugano
Lasciamo l'autostrada A2 al km. 22, all'uscita 50 di Lugano Sud, e più avanti in località Paradiso prendiamo la strada a sinistra seguendo le indicazioni per Bellinzona e Ponte Tresa.
Se invece non utilizziamo l'autostrada, a Paradiso lasciamo il lungolago girando a sinistra, e arriviamo in questo punto dalla direzione opposta, per cui dobbiamo proseguire verso destra.
Più avanti giriamo a sinistra (cartelli: Ponte Tresa e Sorengo).
A Sorengo ci immettiamo su di un'altra strada mantenendo la stessa direzione (cartelli: Ponte Tresa e Agno).
Seguiamo questa strada, continuando diritto alle rotonde, e passiamo per Agno, Magliaso e Caslano.
Pochi metri prima della dogana di Ponte Tresa giriamo a destra e costeggiamo il Fiume Tresa per alcuni chilometri.
Rientriamo in Italia al valico di Fornasette. La strada diventa la provinciale 6 bis.
Più avanti giriamo a destra (cartello: Dumenza). Superiamo Longhirolo e Torbera. La strada termina presso una rotonda dove giriamo a sinistra.
Ad uno stop proseguiamo diritto immettendoci sulla provinciale 6 (cartelli: Curiglia e Agra).
Superiamo Dumenza, Runo, Stivigliano e Due Cossani.
Al km. 6 della provinciale, al bivio Cinquevie, giriamo a destra verso Pradecolo. La strada ora è più stretta e sale con parecchi tornanti che, in qualche caso, possono richiedere una doppia manovra.
Dopo sette chilometri e 30 tornanti raggiungiamo il rifugio.

b) Dal lungolago di Luino, in direzione nord, poco prima della fine del paese, lasciamo la statale 394 per prendere sulla destra la provinciale 6 con la quale saliamo a Dumenza.
Proseguiamo poi come precedentemente descritto.

Secondo itinerario: da Curiglia

In questo caso, al bivio di Cinquevie (m. 551) continuiamo diritto con la provinciale 6 fino a Curiglia (m. 670).
Parcheggiata la macchina nel centro del paese, alzando gli occhi a destra notiamo una vecchia insegna caratteristica: "Vini, Alimentari, Macelleria".
Saliamo in quella direzione e, arrivati al negozio, prendiamo una stradina sulla destra, Via Filzi, con la quale passiamo sotto un portico e raggiungiamo una piazzetta dove, di fronte a una fontana, inizia Via Roma.

In alternativa possiamo prendere, sempre a destra ma un poco più avanti, una strada asfaltata che sale tra le case, all'inizio della quale vari segnavia indicano: Viasco, Monteviasco, Piero, e il sentiero 3V (Via Verde Varesina). Ci sono anche due bolli sovrapposti di colore rosso e bianco. Giunti alla prima curva a sinistra, davanti a una fontana, prendiamo sulla destra Via Battisti, una stradina stretta e acciottolata con la quale arriviamo all'imbocco di Via Roma.

Risaliamo Via Roma, attraversiamo la Piazzetta Carlo Viola e continuiamo su una mulattiera gradinata di sanpietrini. Superiamo una fontana.
Verso la fine del paese troviamo sulla sinistra una piccola cappella con una Madonna e una fontana (m. 710).
Subito dopo c'è un bivio e i segnavia indicano a sinistra: Cà del Sasso; diritto: Monte Lema, Sarona, Alpone.
Continuiamo diritto in leggera salita, tra le ultime case e una staccionata di legno.
Superiamo la cappelletta di Sant'Antonio e raggiungiamo un bivio (m. 730). I segnavia indicano a sinistra: Viasco e Monteviasco; a destra: Curiglia, Sarona, Alpone, Monte Lema.
Un cartello indica il divieto di transito agli automezzi. La stradina verso destra, che percorreremo nel bosco, dovrebbe essere asfaltata fino a Sarona, ma il condizionale è d'obbligo in quanto l'abbiamo trovata abbondantemente innevata.

Dopo un tratto in piano, con un ponte superiamo un torrente che scende da sinistra. Nei pressi c'è una panchina.
Saliamo con protezioni a destra fino ad un'altra cappelletta contenente l'immagine di un santo il cui nome è stato ormai cancellato dal tempo (m. 750).
Percorriamo un tratto con minore pendenza e poi torniamo a salire. Di tanto in tanto troviamo dei bolli di colore bianco e rosso.
Superiamo un tornante al cui interno c'è una cappella con una raffigurazione di Gesù. C'è anche una piccola croce di ferro (m. 840).
Il successivo tornante è abbastanza ripido poi la stradina continua in leggera salita.
Più avanti troviamo un sentiero sulla sinistra con il quale è possibile tagliare un tornante.
Sulla destra c'è una madonnina. Continuiamo, abbastanza ripidamente, con una staccionata a sinistra.
Percorriamo poi un breve tratto in piano (m. 895) e torniamo a salire tra betulle, castagni e faggi.

Arriviamo a Sarona. All'inizio dell'abitato c'è un bivio; un cartello indica l'altezza: m. 944 e la prosecuzione a sinistra per: Alpone, Madonna della Guardia, Monte Lema. Un altro segnavia indica la tappa n. 8 della 3V (Dumenza-Curiglia).
Passiamo tra le belle case interamente di pietra; in inverno completamente disabitate.
Ad un bivio andiamo a sinistra seguendo un bollo bianco-rosso e vediamo, dipinta su una casa, una bella madonna con bambino.
Raggiungiamo poi una cappelletta con un Crocefisso davanti alla quale c'è una grande vasca-abbeveratoio. Sulla sinistra ci sono anche dei tavoli e panche.
In ripida salita, passiamo dietro la cappella e superiamo una fontana tra le ultime case del borgo.

Continuiamo con un sentiero tra gli alberi.
Attraversato un gruppo di grandi faggi, ci spostiamo verso sinistra sul bordo di un ripido costone. Poi ci addentriamo in un bosco di betulle.
Un cartello di legno su un faggio indica di andare a destra (m. 1090). Forse in questo punto c'è un bivio, comunque le tracce nella neve, di chi ci aveva preceduto, andavano tutte a destra.
Ora il bordo del costone è alla nostra destra. Sempre tra le betulle, saliamo ripidamente.
Un altro cartello invita a proseguire diritto e segnala il percorso: "Gite ed escursioni locali n. 1".
Al termine della salita (m. 1160) troviamo dei segnavia che indicano: davanti l'Alpone e dietro Sarona e Curiglia.
Percorriamo un tratto quasi in piano e poi torniamo a salire avendo faggi a sinistra e betulle a destra.
In vista dell'Alpone la pendenza diminuisce e troviamo un bivio. A destra viene indicato il Monte Lema mentre a sinistra l'Alpone e il Rifugio Madonna della Guardia.
In salita tra le belle baite di pietra, quasi tutte ben conservate, raggiungiamo il rifugio Madonna della Guardia e l'agriturismo Le Gemelle, posti l'uno accanto all'altro verso la fine dell'abitato (m. 1230).
Continuando in leggera salita su un ampio sentiero tra i faggi, poco dopo arriviamo alla bianca chiesetta (m. 1245).

Una palina segnavia indica a sinistra il Monte Lema. Andiamo invece a destra passando davanti alla facciata della chiesa dove ci fermiamo un attimo ad ammirare lo splendido panorama.
Continuiamo poi sul lato destro dell'edificio dove ci sono due tavoli con relative panche e una fontana.
Con pochi passi in salita raggiungiamo altri segnavia che indicano: diritto il Monte Lema; a destra Predecolo e il Rifugio Campiglio. Un cartello segnala che ci troviamo sulla tappa 8 (Dumenza-Curiglia) della 3V.
Continuiamo quasi in piano tra rade betulle con bella vista sul lago Maggiore.
Un segnavia su una staccionata indica Predecolo nella nostra direzione di marcia.
Torniamo a salire e poi percorriamo pochi passi in discesa. Sulla destra una staccionata fa da protezione verso un precipizio.
Superiamo un grande faggio e un gruppo di betulle, poi usciamo allo scoperto.
Passiamo accanto ad una pietra con inciso il nome di uno sfortunato escursionista.
Poi rientriamo nel bosco formato dapprima da betulle e più avanti da faggi.
Passiamo accanto ad un casello dell'acquedotto e poi, con un tratto in leggera salita, ci immettiamo su di una sterrata (m. 1300). I segnavia indicano a sinistra il Monte Lema. Andiamo invece a destra e dopo una breve salita proseguiamo in discesa.

Continuiamo nella faggeta con percorso che alterna vari tratti in piano e lievi saliscendi, effettuando un largo semicerchio alla testata della Valle Arasio. Il percorso segue fedelmente la sinuosità della montagna. Alcuni torrenti o semplici rivoli scendono dal Poncione di Breno (m. 1654) e dal Monte Lema (m. 1624) e attraversano la sterrata. Questa parte del percorso, durante il periodo invernale è completamente in ombra.
Troviamo poi un ampio sentiero che sale da destra e si unisce al nostro.
Più avanti, ad un bivio, lasciamo a sinistra una stradina che sale al Monte Lema.
Poco dopo passiamo accanto ad una fontana, superiamo una stanga che chiude il passaggio agli automezzi e raggiungiamo il rifugio.

Tempo impiegato: ore 2.30 - Dislivello: m. + 654 - 164
Data escursione: novembre 2008

Terzo itinerario: da Miglieglia per il Monte Lema

Entriamo in Svizzera al valico di Chiasso e proseguiamo superando Mendrisio e Melide.
A Paradiso, periferia sud di Lugano, andiamo a sinistra e successivamente a destra seguendo le indicazioni per Bellinzona e Ponte Tresa.
Giriamo poi a sinistra (cartelli: Ponte Tresa e Sorengo).
A Sorengo ci immettiamo su un'altra strada andando a sinistra (direzione: Ponte Tresa e Agno).
Superiamo Agno e Magliaso. Subito dopo Magliaso prendiamo sulla destra la strada per Pura, Curlo e Monte Lema.
Giunti a Noveggio, ad un incrocio giriamo a destra (cartelli: Miglieglia M. Lema).
All'inizio di Miglieglia giriamo a sinistra e poco dopo troviamo sulla destra la stazione a valle della funivia.

Per salire al Monte Lema (m. 1624) è possibile utilizzare la funivia che in soli dieci minuti sale da quota m. 709 a m. 1558 terminando accanto al Ristorante Ostello Vetta. Il costo del biglietto di sola andata è di 18 franchi o 12 euro; quello A/R di 24 franchi o 16 euro. Nel 2009 la funivia è in funzione dal 1/4 al 8/11.
Telefono funivia: +41 (0)91 6091168. Telefono Ristorante Ostello Vetta: +41 (0)91 9671353.

Qui di seguito ecco la dettagliata descrizione dell'intero itinerario a piedi. Nel primo tratto è possibile utilizzare una strada asfaltata o un sentiero che ne taglia i tornanti. Cercheremo di utilizzare quest'ultimo ove possibile.

Lasciamo la macchina nel parcheggio della funivia. Un segnavia indica il Monte Lema a ore 2.30 continuando lungo la strada asfaltata.
Ci incamminiamo tra le case di Miglieglia in leggera salita.
Alla prima curva troviamo sulla sinistra una fontana e alcune panche. Un segnavia indica il Monte Lema.
Nei pressi di una panchina, passiamo per la prima volta sotto i cavi della funivia. Il segnavia "<sentiero>" indica le due direzioni.
Raggiunta una casa di colore rosa, lasciamo la strada per prendere sulla destra un viottolo con il quale arriviamo ad un incrocio dove troviamo una fontana e l'indicazione di proseguire diritto per il M. Lema.
In salita, tra le ultime case del paese, arriviamo ad una curva verso destra (m. 745). Qui ci sono una panchina e alcuni segnavia che indicano diritto con un sentiero: il Parco Giochi e il M. Lema; mentre a destra, continuando con la strada: Bleno e Arosio. Prendiamo il sentiero.

Più avanti troviamo il Parco Giochi sulla sinistra e un segnavia che indica le due direzioni.
In piano seguiamo una recinzione sulla destra, poi con alcuni gradini di legno ci riportiamo sulla strada asfaltata (m. 770). I segnavia indicano a sinistra Miglieglia con la strada a 10 minuti; dietro Miglieglia con il sentiero a 2 minuti; a destra il Monte Lema, Astano e Novaggio.
Andiamo a destra passando accanto ad una fontana con vasca.
Camminando tra i prati, per la seconda volta transitiamo sotto i cavi della funivia. Sulla destra, un po' lontano, è visibile la costruzione dell'acquedotto.
Superiamo un piccolo corso d'acqua con un ponticello e, in leggera salita, arriviamo ad un bivio (m. 785). Verso sinistra la strada è chiusa da una sbarra. Alcuni segnavia indicano la continuazione verso il Monte Lema con la strada (oltre la sbarra) oppure con un sentiero che parte dietro una bacheca.

Prendiamo il sentiero e saliamo ripidamente nel bosco; dopo una curva a sinistra la pendenza diminuisce.
Superati due tornantini, continuiamo con dei gradini di legno mentre un rivolo accompagna il sentiero sulla destra.
In leggera salita superiamo poi un altro rivolo che attraversa il cammino, poi la pendenza aumenta. Alla sinistra c'è un basso muretto a secco.
Raggiungiamo nuovamente la strada asfaltata (m. 875). Accanto ad una panchina, i segnavia indicano Miglieglia a sinistra e il M. Lema a destra.
Seguiamo la strada per un centinaio di metri fino a ritrovare il sentiero sulla sinistra e i soliti segnavia.
Prendiamo il sentiero, superiamo due tornantini e continuiamo in salita fino ad un altro tornante, oltre il quale incontriamo nuovamente la strada (m. 920). Anche qui ci sono una panchina e dei segnavia che indicano di proseguire lungo l'asfalto.
Passiamo per la terza volta sotto i cavi della funivia. In questo punto un'apertura tra gli alberi consente di vedere in basso a destra la stazione a valle e il parcheggio dove abbiamo lasciato la macchina.
Il bosco diventa più fitto.
A sinistra troviamo dell'acqua che esce da un tubicino. Più in alto ci sono un rudere e una vecchia casa.
Poco dopo la strada asfaltata termina (m. 950). Davanti abbiamo due sentieri: quello a destra conduce verso alcune case, a sinistra invece viene segnalato il M. Lema.

Presso una curva a sinistra passiamo accanto alla Cabina di Trasformazione Alpetti Miglieglia.
Raggiungiamo il baitello di Alpetti; piccola costruzione in legno, recintata con una staccionata. Sulla destra c'è una panchina (m. 970).
Tra prati e alberi, saliamo alcuni gradini di legno. A lato c'è un corrimano.
Ci immettiamo poi su di un altro sentiero che arriva da destra (m. 985). Un cartello su un palo indica la prosecuzione per il M. Lema.
A sinistra c'è una recinzione con dei paletti che reggono dei fili elettrici.
In salita raggiungiamo un bivio; sulla destra viene indicato il M. Lema a ore 1.30 e dietro Miglieglia a ore 0.40.
Dopo un tratto tra gli alberi, ne percorriamo un altro allo scoperto passando per la quarta volta sotto i cavi della funivia (m. 1035).
Ora saliamo ripidamente addentrandoci in una fitta faggeta. Più avanti la pendenza diminuisce.
Camminiamo lungo una crestina tra gli alberi, in leggera salita.
Sulla destra vediamo un piccolo slargo. Poi superiamo altri due tornantini e usciamo dal bosco.
Riprendiamo a salire su fondo roccioso poi percorriamo un tratto incassato nella roccia mentre ci troviamo sotto i cavi della funivia (m. 1130).

Dopo un tornante a sinistra, ci spostiamo alla destra dei cavi della funivia e passiamo sotto i fili corrente.
Rientriamo nel bosco e vediamo un grosso faggio. Al successivo tornante verso destra ne troviamo un altro.
Più avanti invece il bosco è formato da alberi non molto alti.
Superiamo due coppie di tornanti ravvicinati poi, con maggiore pendenza, raggiungiamo il successivo tornante verso destra dove ci troviamo poco lontano dai cavi della funivia (m. 1215).
Superato un altro tornante, la pendenza diminuisce e raggiungiamo un boschetto composto da faggi e betulle.
Dopo il successivo tornante verso destra riprendiamo a salire in modo più deciso.
Superiamo una crestina, tra faggi e betulle, e poi altri tornanti, un paio dei quali sono tagliabili con un sentiero che continua diritto.
In leggera salita superiamo altri tornanti; poi passiamo accanto ad un grande faggio (m. 1280).
Transitiamo nuovamente sotto i fili della corrente e i cavi della funivia (sesta volta).
La vegetazione ormai è ridotta a pochi alberelli e cespugli che man mano diventano più radi.

La pendenza aumenta. Saliamo tre gradini. In questo punto ci troviamo poco lontani dai cavi della funivia. Il fondo è roccioso.
Lasciamo a destra una roccia isolata (m. 1330).
Dopo un tratto in leggera salita superiamo due ripidi tornantini con alcuni gradini.
Troviamo una palina dipinta di bianco e rosso posizionata accanto ad un masso che restringe il passaggio.
Poi, dopo un tratto in piano, torniamo a salire con altre serie di gradini di pietra.
Al successivo tornante, per l'ultima volta, passiamo sotto i cavi della funivia (m. 1450).
In leggera salita, superato un altro tornante, camminiamo su una lastra di roccia.
Proseguiamo con altri due tornanti. La pendenza aumenta. Transitiamo sotto i fili della corrente (m. 1535).
Infine con un ultimo tratto in leggera salita raggiungiamo l'Albergo Ostello del Monte Lema (m. 1558). I segnavia indicano a destra l'Osservatorio Sparavera e dietro Miglieglia a ore 1.40.

Fatti pochi passi troviamo altri segnavia che indicano a sinistra: i sentieri 1 e 2; a destra: i sentieri 3 e 4, Breno a ore 1.55, A. Arasio a ore 0.20, Curiglia a ore 2.20, A. Agario a ore 1.30, Gradiccioli a ore 2.40, Tamaro a ore 3.40, Alpe Foppa a ore 4.40.
Ci incamminiamo a sinistra, verso la funivia. Qui troviamo altri segnavia che indicano a sinistra: la salita alla cima del monte in 5 minuti; diritto il sentiero n. 2 (giro insubrico: 1 ora) e Pradecolo a ore 1.

Senza neppure rendercene conto entriamo in territorio italiano.
Saliamo cinque gradini e ci immettiamo sul pianeggiante sentiero n. 2 iniziando ad attraversare un boschetto con alberi non molto alti.
Ignoriamo un sentiero, che inizia con alcuni gradini in legno, e sale a sinistra.
Poco dopo, sull'altro lato, vediamo un palo piantato tra alcune rocce.
Al termine del bosco troviamo altri segnavia: a sinistra un ripido sentiero sale alla vetta del monte; a destra un altro, altrettanto ripido scende a Predecolo in ore 0.45 Ci sono anche una panca e un pannello raffigurante monti e località visibili con il loro nome, altezza e direzione; da sinistra a destra:
Alpi Marittime, Monviso, Alpi Cozie, Dumenza, Luino-Germignaga, Mottarone, Corno Bianco, Monte Rosa, Dutourspitze, Cima di Iazzi, Matterhorn (Cervino), Strahlhorn, Rimpfischhorn, Allalinhorn, Monte Zeda, Alphubel, Täschhorn, Dom, Lenzspitze, Weissinies, Lagginhorm, Fletschhorn, Passo del Sempione, Cadero, Monte Leone, Bietschhorn, Ghiridone, Schinhorn, Aletschhorn, Graglio, Jungfrau, Finsteraarhorn, Lauteraarhorn, Armio, Basodino, Pizzo Rotondo, Galenstock, Dammastock, Sustenhorn, Passo San Gottardo, Biegno, Pizzo Campo Tencia, Piz Blas, Indemini, Oberalpstock, Monte Gambarogno, Todi, Pizzo Vogorno, Cima dell'Uomo, Adula Rheinwaldhorn, Vogelberg, Monte Tamaro, Monte Gradiccioli.

Fatta una doverosa sosta per individuare le varie cime, lasciamo il sentiero 2 e iniziamo a scendere verso destra, tra erba e pietre seguendo i bolli bianco-rossi.
Lasciato a destra un gruppo di abeti e betulle, raggiungiamo un ampio crinale e ne percorriamo un tratto in piano passando accanto ad un palo con i bolli bianco rossi. Alla sinistra vediamo il Lago Maggiore; a destra invece c'è un bosco (m. 1475).
Riprendiamo a scendere con poca pendenza. A sinistra ci sono alcuni alberi.
Percorriamo poi un altro tratto pianeggiante, fuori dal bosco, ammirando sulla destra varie cime (m. 1440).
Torniamo a scendere, inizialmente con poca pendenza e poi ripidamente tra radi alberi in prevalenza betulle, faggi e noccioli.
Su un albero vediamo un cartello che indica: Monte Lema T8 3V, nella direzione dalla quale proveniamo (m. 1390). Subito dopo giriamo a sinistra e vediamo un altro cartello che segnala Pradecolo e il Rifugio Campiglio, nella nostra direzione di marcia.
Il bosco diventa più fitto.
Alterniamo ora alcuni tratti in piano e in lieve discesa poi, con maggior pendenza, raggiungiamo un bivio nei pressi di alcuni ruderi (m. 1330).
Il percorso continua verso destra. A sinistra invece, superati due ruderi ed una casa in buone condizioni, dopo un centinaio di metri c'è un baitello di pietra con la porta di legno, davanti al quale esce da un tubo dell'acqua fresca. Il tutto all'ombra di faggi secolari. Siamo al Pian di Runo come segnalato da alcuni cartelli su un albero (destinati ad essere visti principalmente da chi sale), che vediamo dopo aver ripreso la nostra discesa al bivio verso destra.

Ora il sentiero è diventato una stradina sterrata che scende con poca pendenza in un rado bosco di faggi e betulle.
Superiamo un rivolo che attraversa il cammino.
Più avanti il bosco è formato da sole betulle.
Raggiunto un tornate sinistrorso, lasciamo la stradina e continuiamo diritto con un sentiero. Un cartello su un albero indica infatti Pradecolo davanti a noi e il Monte Lema alle nostra spalle (m. 1230).
Il sentiero inizia con alcune pietre sistemate a gradino e si addentra in un fitto bosco.
Poco dopo cominciamo ad intravedere tra gli alberi il rifugio Campiglio.
Seguiamo una staccionata alla nostra sinistra e ci immettiamo su un sentiero più ampio che arriva da destra. Alcuni cartelli indicano il M. Lema alle nostre spalle e Pradecolo, Rifugio Campiglio a sinistra.
Passiamo accanto ad una bianca chiesetta. Un segnavia indica il rifugio verso sinistra ma possiamo anche continuare a destra immettendoci poco dopo sulla sterrata che arriva dall'Alpone, girando poi a sinistra verso il rifugio.
Con il sentiero scendiamo tra i prati verso il rifugio che già vediamo davanti a noi.
Raggiungiamo una fontana con vasca dove troviamo la sterrata di cui sopra. Pieghiamo a sinistra, superiamo una sbarra abbassata per impedire il transito agli automezzi, e arriviamo al rifugio.

Tempo impiegato: ore 3.30 - Dislivello: m. +849 - 398
Data escursione: maggio 2009

Quarto itinerario: da Dumenza (località Trezzino)

Come descritto all'inizio del primo itinerario arriviamo a Dumenza.
Attraversando l'abitato con la provinciale 6 raggiungiamo la piazzetta con il monumento ai caduti e proseguiamo con Via XX Settembre addentrandoci nella frazione Trezzino.

Lasciamo la macchina in un vasto parcheggio sulla sinistra e ci incamminiamo nella stessa direzione, in leggera salita tra le case, seguendo i bolli bianco rossi (m. 460).
Alla sinistra, al civico 29, vediamo una targa con una foto e una scritta: "Qui nacque il giorno 8 ottobre 1881 Vincenzo Peruggia, che trafugò la Gioconda di Leonardo da Vinci il 21 agosto 1911".
La strada diventa più stretta. Lasciamo a destra Via Rossini.
Su di un cartello leggiamo: "Località Pezzace inf." e con un ponte superiamo un torrente che scorre molto più in basso.

Troviamo poi una santella e una fontana alla sinistra. Alla destra invece ci sono un lavatoio e una mulattiera a gradini che conduce al Santuario di Trezzo e al Valico di Astana (m. 470).
Proseguiamo nel bosco passando accanto alle ultime case della frazione.
Percorriamo tre curve: sx-dx-sx.

Arriviamo ad un bivio (m. 490). Su di un cartello ci sono delle indicazioni; a sinistra: Vigona, Pezzacce, Ponte delle Stalle; a destra: Bois, Cortesello, Primo Fiume, Sirano. Andiamo a destra passando accanto a due segnavia che indicano la tappa n. 8 della Via Verde Varesina da Dumenza a Curiglia. Un cartello in legno segnala invece il Sentiero Antonio Zaccheo per l'Alpe Fontana e il Monte Lema.
Proseguiamo in salita tra case e muretti di recinzione. Su di una casa leggiamo: "Ronchetto m. 500".
Ignoriamo un sentiero che si stacca alla sinistra.
Continuiamo con il bosco alla sinistra e un muro alla destra.

In leggera salita arriviamo ad un bivio (m. 520). Un cartello della 3V indica Curiglia a sinistra e Dumenza dietro.
Andiamo a sinistra con una stradina sterrata. Alla sinistra c'è il bosco e alla destra il muro di una vecchia casa sul quale un cartello rosso segnala: 1° itinerario - Primo Fiume. Un altro cartello avverte di prestare attenzione per possibili battute al cinghiale.
Lasciamo a sinistra due baitelli senza l'uscio e proseguiamo con pochissima pendenza. In basso a sinistra scorre un torrente.
Dopo una curva a destra percorriamo un tratto in leggera discesa (m. 525).

Alla destra troviamo un casello dell'acquedotto ed una fontana.
Dopo una curva a sinistra proseguiamo quasi in piano. Alla sinistra oltre una recinzione vediamo due silos dipinti di verde ed un cassottello di legno color marrone.
Seguendo i bolli bianco rossi dipinti sugli alberi continuiamo in leggera salita nel bosco. Scavalchiamo un rivolo.
Ignoriamo un sentiero che scende alla sinistra verso il torrente (m. 530).
Proseguiamo in salita. Più avanti alla sinistra, vediamo il punto di partenza di una teleferica (m. 545).
Un cartello rosso, ormai inglobato nel tronco di un albero, segnala l'itinerario n. 1 al Monte Lema.

Raggiungiamo un ponte, con la base in cemento e le sponde di ferro, tramite il quale passiamo alla sinistra del torrente (m. 555).
Proseguiamo con un sentiero in salita nel bosco.
Camminiamo sotto a dei cavi. La pendenza diminuisce.
Troviamo alla sinistra un masso con i bolli e alla destra l'inizio di un muro di contenimento che scende da raso terra fino al livello del torrente.
Più avanti il muro termina presso una curva a destra dove alcuni rivoli bagnano e attraversano il torrente (m. 570).

Guadiamo alcuni ruscelli e rivoli che si innestano dalla sinistra (m. 590).
Il sentiero si biforca e andiamo a sinistra in quanto a destra è sbarrato con due stanghe realizzate con dei tronchi.
Un vecchio cartello rosso, quasi illeggibile, avverte di prestare attenzione ad un filo.

Il torrente piega a sinistra mentre il sentiero prosegue diritto. Una passerella di legno consente di evitare il guado (m. 600).
Dopo un tratto in salita torniamo a camminare con poca pendenza.
Dalla destra scende un rivolo che per un tratto bagna il sentiero.
Ora alla destra c'è una parete di roccia e di terra mentre in basso a sinistra ci sono dei rinforzi.
Poco dopo alla destra troviamo un cassottello in cemento dell'acquedotto (m. 630). Riprendiamo a salire nel bosco.

L'acqua di una cascata che scende dalla sinistra alimenta il torrente (m. 640). Lo vediamo compiere alcuni saltelli.
Subito dopo lo guadiamo verso sinistra.
Ora saliamo in modo abbastanza ripido.
Troviamo poi alla sinistra un casello dell'acquedotto con un bollo bianco rosso e la sigla "M1" (m. 655).
Proseguiamo in leggera salita e, dopo pochi passi, alla sinistra troviamo due costruzione in muratura, una piccola e una più grande; entrambe sono parzialmente interrate ed hanno la porta di ferro.

Alla destra vediamo una cascata formata dal torrente e con un tornante sinistrorso le volgiamo le spalle (m. 665).
In salita arriviamo ad un ampio tornante destrorso all'esterno del quale si stacca un sentiero che trascuriamo (m. 680).
Ci portiamo accanto ad un altro torrente che scorre alla sinistra.
Dopo un tratto con poca pendenza, saliamo in modo abbastanza ripido (m. 690).
Poi la pendenza diminuisce un poco (m. 700). Alla destra ci sono un cancelletto di legno e l'inizio di una recinzione con una rete a quadrotti. Più in alto cominciamo a vedere le vecchie baite dell'Alpe Cortesel.
Continuiamo in modo abbastanza ripido (m. 715). Alla sinistra troviamo un cancelletto in legno, abbandonato.

Con una piccola deviazione verso destra possiamo raggiungere le baite (m. 725). La prima è aperta; contiene una stufa e una branda con materasso e una coperta.
Il sentiero prosegue diritto quasi in piano e alto rispetto al torrente.
Poi si biforca; ignoriamo la traccia che a sinistra scende al torrente e proseguiamo diritto in salita.
Presso un tornante destrorso su di un albero vediamo un cartello che indica le due possibili direzioni: a destra oppure dietro.
La pendenza aumenta.
Dopo un tornante sinistrorso, alla destra, troviamo una recinzione con paletti di legno e una rete a quadrotti.
Percorriamo pochi passi quasi in piano poi, con un tornante destrorso, riprendiamo a salire agevolati da alcune radici affioranti dal terreno che formano dei rudimentali gradini.

Il sentiero si biforca e i bolli sugli alberi ci mandano verso sinistra (m. 750).
Percorriamo uno zig-zag destra-sinistra.
Dapprima con poca pendenza e poi in salita proseguiamo con un alberato pendio che precipita alla sinistra (m. 775).
Poi, in leggera salita arriviamo ad un tornante destrorso dove, seguendo i bolli, ignoriamo un altro sentiero che continua diritto (m. 795).
Camminando sopra delle radici proseguiamo dapprima in salita e poi con minore pendenza.
Percorriamo un breve tratto abbastanza ripido.
Più avanti saliamo con alcuni zig-zag (m. 820).
Torniamo a camminare sopra delle radici.

In salita raggiungiamo uno slargo dove troviamo un masso ed un grande faggio con il numero 1 dipinto in rosso sul tronco. Passiamo poi accanto ad un masso semi interrato e proseguiamo diritto (m. 860).
Dopo una ampia curva verso destra, la pendenza aumenta.
Poi presso un'altra ampia curva, questa volta verso sinistra, diventa abbastanza ripida.
Superiamo una curva a sinistra (m. 905).
Poi con minore pendenza ne percorriamo un'altra a destra e riprendiamo a salire (m. 915).

Lasciamo a sinistra il faggio con il numero 2 (m. 920).
Subito dopo una curva a destra, il sentiero per due volte si divide e riunisce.
Percorriamo una curva a destra e poi saliamo ripidamente (m. 940).
Per alcuni metri la pendenza diminuisce ma ben presto torniamo a salire in modo abbastanza ripido (m. 965).
Superiamo un tornante destrorso e poco dopo uno sinistrorso (m. 985).

Il sentiero si biforca e andiamo a sinistra (m. 1000).
Presso un tornante destrorso, passiamo tra un faggio con il n. 9 alla sinistra e un ometto alla destra, mentre davanti vediamo un ruscello.
Subito dopo le due tracce si riuniscono.
Percorriamo uno zig-zag sinistra-destra.

Poi pieghiamo a sinistra e saliamo ripidamente seguendo i bolli che vediamo in alto a sinistra e ignorando una traccia che prosegue diritto ed un'altra che si stacca un poco più a sinistra (m. 1010).
Percorriamo dapprima alcuni passi quasi in piano e poi, con poca pendenza, arriviamo ad una curva a sinistra oltre la quale proseguiamo in salita (m. 1020).
Dopo la successiva curva a destra, saliamo con alcuni zig-zag (m. 1035).
Continuiamo poi in modo più diretto camminando su di alcune radici affioranti dal terreno (m. 1045).
Il sentiero si divide, solo per aggirare alcuni alberi, e poi si riunisce (m. 1055).

Camminiamo quasi in piano. Ora il sentiero è poco marcato.
Seguendo i bolli sugli alberi giriamo a sinistra e saliamo in modo abbastanza ripido.
Poi in sentiero scompare completamente. Seguiamo sempre i bolli e pieghiamo a destra (m. 1075).
La pendenza diminuisce un poco e il sentiero torna ad essere evidente (m. 1085).
Quasi in piano, lasciamo a sinistra un basso muretto di pietre (m. 1090).
Guadiamo un ruscello (m. 1100).

Percorriamo un'ampia curva a sinistra. In basso a destra scorre un ruscello.
Lo raggiungiamo e lo guadiamo. Subito dopo guadiamo anche un suo affluente. Poi giriamo a destra.
Più avanti lasciamo a sinistra un faggio con parecchi tronchi che escono dallo stesso ceppo. Giriamo a sinistra.

Arriviamo ad un bivio. I segnavia indicano a sinistra: Monte Lema, Pra Fontana; diritto: Forcola CH; dietro: Dumenza. Andiamo a sinistra in salita.
Il sentiero è un po' incassato nel terreno circostante.
Dopo un tratto con poca pendenza riprendiamo a salire (m. 1120).

In leggera salita arriviamo ad un altro bivio (m. 1135). I segnavia indicano a sinistra: Pra Fontana, Pradecolo; a destra: Astano CH. Andiamo a sinistra con un ampio sentiero.
Quasi in piano percorriamo una curva a sinistra.
Poi in leggera salita superiamo altre due curve destra-sinistra.

Arriviamo all'Alpe Fontana (m. 1156). Alla destra ci sono alcune case, stalle e una fontana; alla sinistra vediamo il Lago Maggiore. Sopra la porta di una casa, inciso nel legno leggiamo: "Cà Duboraina - Alpe Prà Fontana". Alcuni segnavia indicano a destra: Tamaro, Gradiccioli, M.te Lema vetta; dietro: Dumenza, Forcola CH, Astano.
Continuiamo diritto quasi in piano. Poi, in leggera discesa, presso una curva a sinistra, guadiamo un ruscello.

Il percorso si biforca e i segnavia indicano a sinistra: Prà Bernardo a 20 minuti, Rifugio Dumenza all'Alpe Bovis a 40 minuti; a destra: Rifugio Campiglio.
Prendiamo il sentiero a destra che parte in salita e prosegue quasi in piano. Vediamo delle radici affioranti.
Aggiriamo un alberello cresciuto nel mezzo del sentiero.

Più avanti scavalchiamo un ruscelletto (m. 1170).
Dopo alcuni passi dapprima in discesa e poi quasi in piano, ne superiamo un altro che prosegue la sua corsa scendendo in un valloncello alla sinistra.
Torniamo a salire camminando su radici affioranti.
In sentiero si sdoppia e dopo pochi passi si ricompone.
Subito dopo, quasi in piano, percorriamo una curva verso destra.
Proseguiamo dapprima con alcune semicurve e poi con un tratto più rettilineo; in alcuni punti camminiamo sopra delle radici affioranti dal terreno.
Scavalchiamo un rivolo.
Dopo pochi passi in salita ne scavalchiamo un secondo (m. 1190).
In leggera discesa arriviamo al terzo e poi quasi in piano al quarto.

Subito dopo il percorso passa sopra ad un grande masso oltre il quale, con una curva a sinistra, guadiamo un torrente.
Dopo una curva a destra, scendiamo fino alla successiva curva a sinistra dove guadiamo un altro torrente.
Proseguiamo quasi in piano. Assecondiamo un ansa della montagna e guadiamo un altro torrente.
Ora il bosco è formato solo da betulle ma, dopo una ampia curva verso destra, torniamo a camminare in prevalenza tra i faggi.
Dopo alcune semicurve percorriamo un tratto in discesa poi quasi in piano giriamo a destra.
Presso la successiva curva verso sinistra guadiamo un ruscello e riprendiamo a salire. Alla sinistra gli alberi sono più radi e consentono una bella veduta del lago.
Frattanto poco alla volta il sentiero è diventato più largo e si è trasformato in una stradina sterrata.
Procediamo quasi in piano camminando tra le betulle.

Dopo una curva a destra troviamo un sentiero che scende a sinistra (m. 1160). I segnavia indicano a sinistra: Prà Bernardo a 10 minuti, Rifugio Dumenza a 35 minuti; diritto: Pradecolo; dietro: Prà Fontana, Forcola CH.
Subito dopo percorriamo una curva a sinistra sotto la quale scorre un ruscello.
Dopo un'ampia curva a destra continuiamo in leggera discesa. Superiamo due semicurve entrambe verso destra.

Alla destra troviamo il rudere di un baitello e una sorgente, l'acqua della quale cade in una vecchia vasca di pietra (m. 1145).
Continuiamo in leggera salita lasciando a destra un altro rudere.
Infine ci immettiamo sulla strada asfaltata (descritta nel primo itinerario) nel punto in cui compie l'ultimo tornante sinistrorso. Davanti vediamo il Rifugio Campiglio e dopo un centinaio di metri lo raggiungiamo.

Tempo impiegato: ore 2.45 - Dislivello: m. +750 -50
Data escursione: aprile 2014

Quinto itinerario: da Due Cossani (località Regordallo)

Come descritto nel primo itinerario arriviamo a Due Cossani.
Oltre l'abitato e prima di arrivare al bivio Cinquevie, troviamo sulla destra un grande spazio sterrato adibito a parcheggio (m. 555).
Lasciata la macchina torniamo indietro per un centinaio di metri e poi prendiamo la strada per il campo sportivo e Regordallo, all'inizio della quale ci sono dei bolli bianco-rossi e un altro spazio per parcheggiare alcune autovetture. Alla destra più in basso c'è il campo di calcio.
Passiamo sotto alcuni cavi poi, in leggera salita, raggiungiamo le case del piccolo abitato.
Seguendo alcuni segnavia che indicano Astano e Miglieglia proseguiamo verso destra con una sterrata (m. 565).
Dopo una curva a sinistra percorriamo un tratto in discesa. Alla destra ci sono delle protezioni, realizzate con pilastrini di cemento e sbarre di ferro, oltre le quali scorre il Rio Colmegnino.

Poco dopo giriamo a destra e con un ponticello lo attraversiamo, ammirando nel contempo la cascatella formata dal torrente (m. 560).
Lasciamo a destra una casa e, quasi in piano, ne costeggiamo la rete di recinzione.
Ignoriamo un sentiero che sale a sinistra e proseguiamo diritto in leggera discesa addentrandoci in un bosco nel quale ci sono anche delle felci e parecchi cespugli di ginestra.
Poi, quasi in piano, scavalchiamo un ruscelletto (m. 545).
Alla destra tra gli alberi vediamo un vecchio baitello.
Proseguiamo in leggera salita. Superiamo il letto di un torrente in secca.

Più avanti, lasciamo a destra i ruderi di una vecchia baita e due grandi alberi con vari tronchi che escono dallo stesso ceppo (m. 555).
Continuiamo in piano, fino ad una curva a sinistra, e poi in leggera discesa. Scavalchiamo un rivolo.
Troviamo delle serre e degli orti recintati.
Torniamo a camminare quasi in piano. Alla destra c'è una casa e alla sinistra un pollaio.

A questo punto lasciamo il sentiero, che poco più avanti si immette su di una stradina asfaltata, e con un tornante sinistrorso prendiamo una mulattiera che sale tra un muretto alla sinistra e un muro alla destra. Da questo punto non troveremo più i segnavia (m. 550).
Più avanti ignoriamo un sentiero che sale a destra e va a raggiungere una baita ristrutturata davanti alla quale c'è un pozzo; il tutto all'ombra di faggi secolari. Proseguiamo invece diritto con poca pendenza (m. 590).
Poco dopo lasciamo alla destra una casa. Alla sinistra c'è un muretto che termina dopo una curva a destra.
Ora saliamo con un sentiero incassato nel terreno circostante.
Più avanti continuiamo con minore pendenza e troviamo un muretto alla destra (m. 615).
Seguendolo, giriamo a destra e percorriamo un tratto con maggiore pendenza.

Poi la pendenza diminuisce e arriviamo ad un bivio (m. 630). Il sentiero alla destra, chiuso da una sbarra di legno, ritorna verso la baita con il pozzo. Prendiamo quello a sinistra.
Questo sentiero è poco praticato, come si può ben capire dai rametti secchi che si spezzano sotto gli scarponi al nostro passaggio, e si divide in due o tre tracce parallele.
Più avanti passiamo accanto ad un ceppo dal quale escono una ventina di tronchi (m. 660).
Successivamente troviamo un masso (m. 695).

Poi giriamo a destra e ci immettiamo su di una stradina sterrata, pianeggiante verso destra e in salita verso sinistra (m. 705). Qui al ritorno, bisognerà prestare attenzione. Non essendoci segnavia possiamo fare riferimento alla presenza di un ometto ed al cambio di pendenza della stradina. Andiamo a sinistra.
Poco dopo, in modo abbastanza ripido, percorriamo un'ampia curva verso destra.
Poi la pendenza diminuisce un poco. Percorriamo una semicurva a destra all'interno della quale ci sono delle roccette (m. 760).

Alterniamo tre tratti incassati ad altrettanti al livello del terreno circostante.
Superata un'ampia semicurva verso destra, girando a sinistra guadiamo un torrente che prosegue la sua corsa scendendo a sinistra in una ripida gola (m. 805).
Dopo pochi passi in piano riprendiamo a salire con una parete di roccia alla destra.
Continuiamo quasi in piano (m 815).
Percorriamo due semicurve, la prima verso destra e l'altra verso sinistra.
Poi con minore pendenza passiamo sotto ad un albero sradicato (m. 825).
Superiamo altri due tratti con la stradina incassata nel terreno circostante (m. 845).

Quasi in piano, superiamo un rivolo che sgorga dalla parete di roccia alla destra (m. 860).
Dopo due semicurve sinistra-destra riprendiamo a salire.
Percorriamo una curva a sinistra, ben arginata, presso la quale attraversiamo il letto di un torrente che prosegue la sua corsa scendendo nella valletta alla sinistra (m. 880).
Dopo un ampio tornante destrorso riprendiamo a salire.

Alla sinistra troviamo un piccolo monumento, con una croce e una foto, a memoria di una persona deceduta (m. 900).
Dopo un tratto con maggiore pendenza, continuiamo in leggera salita.
Riprendiamo a salire camminando con una parete rocciosa alla destra.
Poco dopo, quasi in piano, superiamo due curve sinistra-destra vicine tra loro.
Con pochissima pendenza percorriamo una curva a destra molto ampia.
La stradina si biforca. Ignoriamo il percorso che prosegue a sinistra in leggera discesa e continuiamo verso destra quasi in piano (m. 930).

Poco dopo, passando accanto ad un ometto, ci immettiamo su di un'altra stradina (m. 935). Da questo punto ricominciamo a torvare bolli e segnavia. Un cartello indica davanti: Monte Lema; un altro a sinistra: Alpone C. Proserpio. Andiamo a destra e poco dopo troviamo un altro cartello che indica l'Alpe Bovis e il Rifugio Dumenza.
Dopo un tratto in leggera discesa, riprendiamo a salire (m. 930).
Lasciamo a sinistra una grande roccia.
Percorriamo un breve tratto quasi in piano e torniamo a salire.
Al termine della salita troviamo sulla destra due sentieri. Ignorando il primo, un cartello obliquo indica con il secondo in salita: Deviazione Belvedere del Bovis; diritto: Rifugio Dumenza a 10 minuti (in su de chi o giò de là!)

Poi, quasi in piano, arriviamo ad un bivio (m. 950). I segnavia indicano diritto: Alpe Bovis, Rifugio Dumenza a 5 minuti; a sinistra: Prà Bernardo a 20 minuti, Prà Fontana a 40 minuti, Cima M. Lema a ore 2.
Andiamo a sinistra dapprima con poca pendenza e poi in salita.
Percorriamo un tornante destrorso (m. 965).
Dopo un tratto con poca pendenza riprendiamo a salire. Poi la pendenza aumenta (m. 995).
Percorriamo una ampia curva a sinistra all'interno della quale ci sono alcuni massi (m. 1020).
Poi la pendenza diminuisce un poco.
Superiamo un'altra ampia curva a sinistra (m. 1060). La pendenza aumenta.

Arriviamo ad un bivio davanti ad un grande faggio (m. 1065). Un cartello appeso all'albero indica davanti verso destra (su de chi): Prà Bernardo a 5 minuti, Prà Fontana a 25 minuti; dietro (in giò de chi): Rifugio Dumenza Alpe Bovis a 10 minuti. Andiamo a destra in salita tra le betulle.
Percorriamo un tratto con il sentiero incassato nel terreno circostante.
Al termine del bosco (m. 1080) sbuchiamo in un prato che attraversiamo dapprima in leggera salita e poi quasi in piano.

In fondo al prato, sulla destra, ci sono le due vecchie case dell'Alpe Prà Bernardo, ormai ridotte in rovina (m. 1096). Su di una parete della seconda, alcuni segnavia indicano verso destra: Prà Fontana a 20 minuti, Alpe Dumenza a 50 minuti, Cima Piancone, Cima Monte Lema. Accanto ad un bel gruppo di faggi c'è una palina con altri segnavia che indicano davanti: Rifugio Campiglio, Pradeccolo a 40 minuti; dietro: Alpe Bovis, Rifugio Dumenza a 15 minuti.
Lasciando alla sinistra un corto muretto, proseguiamo diritto tra i faggi, seppur piegando leggermente a sinistra.
Poi, seguendo i bolli tra le betulle, dopo alcuni passi in leggera discesa, riprendiamo a salire.
Proseguiamo dapprima quasi in piano e poi in salita, a volte camminando su delle radici affioranti. Ora nel bosco ci sono anche faggi e castagni (m. 1110).
Continuiamo alternando alcuni tratti quasi in piano ad altri con poca pendenza. In alcuni punti il sentiero è poco marcato ma la direzione è evidente e ci sono sempre i bolli dipinti sugli alberi a guidarci.

Il sentiero si divide in due tracce parallele. Quella alla destra scorre un poco più in alto. Dopo alcuni metri le due tracce si riuniscono (m. 1120).
In leggera discesa percorriamo una curva a sinistra e poi quasi in piano un tornante destrorso.
Poi giriamo a sinistra e, camminando su delle pietre affioranti, attraversiamo un ruscello.
Dopo un tratto abbastanza ripido, quasi in piano superiamo un tornante destrorso (m. 1135).
Subito dopo ne percorriamo un altro sinistrorso e in leggera discesa attraversiamo un tratto infangato da un rivolo. Guadiamo un ruscello.
Quasi in piano, poco dopo, ne superiamo un altro.
Proseguiamo quasi in piano ma con lievi saliscendi.

Dopo una curva a destra, saliamo con pochi ripidi passi, poi giriamo a sinistra e continuiamo quasi in piano.
Torniamo a salire. Il sentiero si divide solo per aggirare alcune betulle (m. 1140).
Dopo un tratto quasi in piano, giriamo a destra e saliamo in modo abbastanza ripido (m. 1145).
Una pietra forma un gradino in discesa (m. 1155).
Alterniamo due tratti quasi in piano ad uno in leggera salita.

Con una breve salita piegando a destra ci immettiamo sulla sterrata già descritta nell'ultima parte del precedente itinerario (m. 1160). I segnavia indicano dietro: Prà Bernardo a 10 minuti, Rifugio Dumenza a 35 minuti. Sulla sterrata, pochi metri più a destra, altri segnavia indicano verso sinistra: Pradecolo; verso destra: Prà Fontana, Forcola CH; dietro: Prà Bernardo a 15 minuti, Rifugio Dumenza a 30 minuti.
Subito dopo percorriamo una curva a sinistra sotto la quale scorre un ruscello.
Dopo un'ampia curva a destra continuiamo in leggera discesa. Superiamo due semicurve, entrambe verso destra.
Alla destra troviamo il rudere di un baitello e una sorgente, l'acqua della quale cade in una vecchia vasca di pietra (m. 1145).
Continuiamo in leggera salita, lasciando a destra un altro rudere.
Infine ci immettiamo sulla strada asfaltata (descritta nel primo itinerario) nel punto in cui compie l'ultimo tornante sinistrorso. Davanti vediamo il Rifugio Campiglio e dopo un centinaio di metri lo raggiungiamo.

Tempo impiegato: ore 2.30 - Dislivello: m. 660 -55
Data escursione: maggio 2014

Escursioni partendo dal Rifugio:


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