Rifugio Ca' d'Arera

Il Rifugio Ca' d'Arera è situato sul versante meridionale del Pizzo Arera, a metà del percorso che da Plassa sale al Rifugio Capanna 2000.
Un cartello sopra la porta recita: "Società Alpinistica Bergamo Alta - Rifugio Ca' d'Arera - Il rifugio è privato e riservato ai soli soci. Non esiste pertanto nessun obbligo da parte della SABA per quanto riguarda l'apertura dello stesso e la ricezione di eventuali gitanti."

Primo itinerario: da Zambla (loc. Plassa)

Con la statale 470 della Valle Brembana superiamo Zogno e poi in località Ambria prendiamo alla destra la provinciale 27 che sale al Passo Zambla. (In alternative il passo è raggiungibile anche da Ponte Nossa in Val Seriana con la provinciale 46).
A Zambla, al km. 42 della provinciale 27, giriamo a sinistra in Via Plassa.
Dopo 4 km. raggiungiamo il grande residence in Località Plassa prima del quale la strada si biforca.
Continuiamo sulla destra in salita per altri seicento metri e poi parcheggiamo in uno slargo a lato della strada (m. 1200).

Nel periodo estivo è possibile proseguire in auto con la strada asfaltata fino a quota m. 1590 ma il transito delle vetture è soggetto al pagamento di un pedaggio di € 4. La macchina erogatrice del ticket è situata alla destra alla fine del parcheggio.
I segnavia 221 indicano: Rifugio Capanna 2000 h 2:10 (Periplo Pizzo Arera h 3:30 - Difficoltà EE); Passo Branchino (con sentiero 222 "Dei Fiori") h 3:00, Pizzo Arera (Via Normale Alpinistica) h 3:40, Baita Camplano (con sentiero 237) h 2:10, Cima di Grem (con sentiero 237) h 3:10, Baita Santamaria in Leten (con sentiero 237 - 240) h 3:15.
Quattro segnali stradali di pericolo indicano: strada non collaudata, caduta massi, pendenza 12%, animali domestici vaganti. Tre segnali di divieto indicano: divieto di transito ai mezzi con ganci di traino, divieto di transito ai mezzi con peso superiore a t. 3.50, divieto di sosta su tutta la tratta. Un cartello di legno indica con il percorso 221/222 il Rifugio Capanna 2000 raggiungibile in ore 1.45 e segnala se è aperto o chiuso. Un cartello appeso ad una bacheca parla del "Sentiero dei Fiori".

Ci incamminiamo in salita seguendo la strada asfaltata accompagnati da un guard-rail sul lato a valle e attorniati dagli alberi.
All'esterno del primo tornante destrorso c'è uno slargo (m. 1220).
Un cartello ed una freccia indicano più avanti la "Cattedrale Vegetale".
Superiamo un tornante sinistrorso (m. 1255).
Proseguiamo in leggera salita. Percorriamo un'ampia curva verso sinistra (m. 1270).
Alla destra c'è una parete di roccia ingabbiata con una rete per evitare la caduta di pietre sulla strada.
Continuiamo in salita.
Dopo un tornante destrorso la pendenza diminuisce (m. 1295).

Presso un tornante sinistrorso, un torrente attraversa la strada passandole sotto in un tubo. Alla destra c'è una staccionata di legno (m. 1305).
Troviamo una corta staccionata alla destra mentre percorriamo una semicurva a sinistra (m. 1315).
Pochi passi più avanti superiamo un'ampia curva a destra (m. 1325).
Presso la successiva curva a sinistra un tubo passa sotto alla strada. Anche qui, alla destra, c'è una corta staccionata (m. 1335).
Proseguiamo in salita.

Arriviamo ad un tornante destrorso (m. 1350) con uno slargo dove troviamo tre cartelloni a cura del Parco delle Orobie Bergamasche che parlano del "Sentiero delle Farfalle", del "Sentiero dei Fiori" e della "Cattedrale Vegetale". Su quest'ultimo leggiamo, tra l'altro: "Grande architettura naturale, ideata e progettata negli anni 2008-09 dall'artista Giuliano Mauri, si configura come una maestosa struttura lignea che trae ispirazione dall'antico disegno delle cattedrali gotiche. Composta da cinque navate che raggiungono l'altezza di oltre 15 metri, i suoi elementi strutturali sono le 42 colonne costruite secondo i tradizionali sistemi di tessitura lignea, al cui interno è piantumato un giovane faggio. La crescita della pianta e il contemporaneo disgregarsi della tessitura circostante determineranno negli anni, accanto al nostro sguardo e ai nostri passi, una nuova cattedrale a cielo aperto, simbolo laico di un percorso che si sviluppa nella convivenza armonica tra l'uomo e la natura, tra pensiero e pratiche umane". Purtroppo a causa del disastroso nubifragio del 28 ottobre 2018 è andato quasi tutto distrutto.
All'esterno del tornante una sterrata in leggera discesa conduce alla "Cattedrale Vegetale" davanti alla quale c'è una pozza recintata con una staccionata. I segnavia indicano con il sentiero H33: Piani Bracca h 0:30, Zorzone h 1:10.

Dopo una visita, riprendiamo il cammino seguendo l'asfalto.
Percorriamo due semicurve destra-sinistra (m. 1360).
Usciamo dal bosco e continuiamo tra prati e pochi alberi (m. 1375).
Percorriamo due semicurve sinistra-destra lasciando a sinistra una piccola pozza recintata da una staccionata (m. 1390). Davanti vediamo l'Arera, alla destra il Grem, dietro verso destra l'Alben.

Quasi in piano arriviamo ad un tornante sinistrorso dove lasciamo la strada asfaltata per prendere un sentiero che prosegue diritto in salita (m. 1405).
Raggiungiamo una baita ed una stalla. Sulla baita, davanti alla quale giriamo a sinistra, vediamo un bollo bianco rosso (m. 1420).
Saliamo alcuni gradini. Il sentiero prosegue in modo abbastanza ripido tra l'erba.

Raggiungiamo la strada e la attraversiamo (m. 1435). Proseguiamo in salita con il sentiero.
Percorriamo una curva a destra.

Attraversiamo nuovamente la strada e riprendiamo il sentiero (m. 1460).
Vediamo il segnavia 221 a bandierina su di una pietra (m. 1470).
Lasciamo a sinistra delle pietre franate e, poco dopo, rientriamo nel bosco.
Saliamo in modo abbastanza ripido. Vediamo due bolli rotondi: uno rosso e l'altro rosso all'interno e bianco all'esterno.
Percorriamo una curva a sinistra seguita da uno zig-zag destra-sinistra (m. 1485).
Camminiamo su di un fondo misto di terra e pietre.

Usciamo dal bosco e saliamo ripidamente. Vediamo un segnavia a bandierina (m. 1495).
Superiamo uno zig-zag destra-sinistra.
Alla sinistra ci accompagna una recinzione, dapprima con paletti di ferro che reggono due cavi e poi con una rete metallica verde. La costeggiamo seguendo pallide tracce (m. 1505).

Terminata la recinzione proseguiamo diritto, ripidamente, tra gli alberi. C'è anche una traccia che si stacca alla destra. Guardando in alto, davanti vediamo il muro di contenimento del Rifugio Saba Cà d'Arera mentre in alto verso sinistra vediamo il guard-rail che fiancheggia la strada asfaltata.
Attraversiamo un altro sentiero e proseguiamo diritto, ripidamente, verso il rifugio.
Vediamo un bollo rotondo, rosso all'interno e bianco all'esterno (m. 1535).
Continuiamo seguendo delle pallide tracce, praticamente a vista, fino al rifugio.

Tempo impiegato ore 1 - Dislivello m. 360
Data escursione: dicembre 2016

Secondo itinerario: in auto fino al parcheggio sopra al rifugio

Come descritto nel primo itinerario arriviamo a Zambla e successivamente al parcheggio a monte di Plassa.
Paghiamo il pedaggio di € 4 ritirando il ticket presso la macchina erogatrice situata alla destra alla fine del parcheggio e, tra i vari segnali stradali presenti, notiamo in particolare quello che indica il divieto di sosta su tutta la tratta. Dobbiamo pertanto salire fino al parcheggio dove l'asfalto termina, e poi scendere al rifugio con un sentiero.

Prendiamo questo sentiero che inizia alla destra all'ingresso del parcheggio (m. 1590).
Scendiamo verso una pozza recintata con una staccionata ma prima di raggiungerla giriamo a sinistra.
Dopo alcuni passi, passiamo alla destra di un'altra pozza, senza recinzione (m. 1580).
Continuiamo diritto su tracce di sentiero tra l'erba (m. 1570).
Troviamo un tombino di cemento coperto da una pietra.
Lasciamo a destra il guard-rail della strada asfaltata che in questo punto effettua un tornante.
Raggiungiamo una cappella con il tetto a forma di "V" rovesciata.
Lasciamo a sinistra un baitello
Alla destra, su di una roccetta, vediamo i segnavia 222 e 237 a bandierina.
Subito dopo alla sinistra troviamo il rifugio.

Tempo impiegato ore 0.05 - Dislivello m. -40
Data escursione: dicembre 2016

Escursioni partendo dal Rifugio:


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