Rifugio Branchino

Il Rifugio del Lago Branchino è situato non lontano dalla punta NW dell'omonimo laghetto.
Dal rifugio il lago non è visibile in quanto nascosto da un dosso. Il panorama spazia invece sulla verdeggiante Valcanale e, in lontananza, sulla Presolana.
E' stato costruito sui ruderi dalla Baita Neel Alta a cura della A.R.D.E.S. (Associazione per le Ricerche e le Divulgazioni Etnografiche e Storiche).

Primo itinerario: dalle Baite di Mezzeno (sentiero 219)

Con la statale 470 percorriamo il fondo della Valle Brembana fino al bivio di Lenna dove lasciamo a sinistra la provinciale 1 che sale al Passo San Marco e continuiamo sulla destra con la provinciale 2 in direzione di Foppolo.
Dopo quattro chilometri e mezzo prendiamo sulla destra la provinciale 3 per Roncobello.
Superiamo Borgogna, Bàresi, Roncobello e Capovalle poi la strada diventa più stretta ed entra nel bosco.
Presso uno slargo alla sinistra, troviamo la colonnina per il ritiro del ticket, valevole per un giorno, al costo di 2 euro.
Saliamo con 14 tornanti. Solo gli ultimi 700 metri sono sterrati.
La strada termina poco prima delle Baite di Mezzeno, visibili in basso a destra. Parcheggiamo accanto ad una fontana e ad una bacheca con una cartina della zona. Un segnale stradale indica il divieto di transito ai veicoli.
Vari segnavia indicano: Località Mezzeno (m. 1600);
- diritto con il sentiero 215: Passo di Mezzeno (m. 2142) a ore 1.30, Rifugio Laghi Gemelli a ore 2;
- diritto con il sentiero 217: I Tre Pizzi (m. 2153) a ore 2, Monte Pietra Quadra (m. 2287) a ore 2.45;
- a destra con il sentiero 219: Passo Branchino (m. 1821) a ore 1, Rifugio Branchino a ore 1.05, Sentiero dei Fiori a ore 1, Rifugio Capanna 2000 a ore 2.30;
- a destra con il sentiero 270 A: Passo Marogella a ore 0.30.

Passata una sbarra, con una stradina sterrata scendiamo a destra verso il torrente e lo superiamo con due ponti (m. 1585).
Poco dopo, sulla sinistra, sale un sentiero. I segnavia indicano a sinistra (sentiero 270): Passo Marogella a ore 0.30, Rifugio Alpe Corte a ore 1.30; diritto (sentiero 219): Passo Branchino a ore 1.
Continuiamo con la sterrata che, in leggera salita, termina poco più avanti alle Baite di Mezzeno (m. 1592).

Oltre le baite, con alcuni brevi saliscendi, superiamo dei piccoli dossi e scendiamo nei prati (m. 1565).
Poi quasi in piano arriviamo all'inizio del bosco.
Camminando in leggera salita tra radi alberi vediamo a destra, sull'altro lato della vallata, la strada che abbiamo percorso fino al parcheggio.
Percorriamo pochi passi in piano e poi superiamo una ripida e breve salita. Ora il bosco è più fitto.
Ancora pochi passi in piano e torniamo a salire (m. 1590). Ben presto la pendenza aumenta e dopo una curva a sinistra saliamo ripidamente a zig-zag.
Troviamo poi un tratto allo scoperto, in piano, dove superiamo il letto di un torrentello che troviamo in secca (m. 1640).
Passiamo tra un gruppo di alberi. Alla destra troviamo una grande pietra con il segnavia n. 219.
Poi in leggera discesa attraversiamo un prato. A sinistra è ben visibile l'imponente parete verticale del Corno Branchino. A destra invece, in lontananza, distinguiamo la sagoma inconfondibile dei Tre Pizzi.
Al termine della discesa (m. 1625) percorriamo un tratto in leggera salita ed un altro in piano tra radi alberi.
Poco dopo, dalla destra si innesta il sentiero descritto nel secondo itinerario (m. 1630).

In leggera salita superiamo due gruppi di alberi. La pendenza aumenta.
Raggiungiamo una sorgente; l'acqua sgorga dalla roccia in più punti e forma un ruscello che dobbiamo guadare (m. 1650). In questo punto c'è anche una targa che ricorda uno sfortunato escursionista.
In leggera salita superiamo un rivolo ed un'altra sorgente.
La pendenza aumenta. Poi in piano raggiungiamo una vasta conca prativa nella quale scorre un torrente (m. 1675).
Guadato il torrente, saliamo abbastanza ripidamente lasciando a destra una baita in pietra con il tetto in lamiera (m. 1.680).
Poi la pendenza diminuisce. Davanti cominciamo a vedere la Corna Piana.
Troviamo una pietra sulla quale sono indicate le due direzioni: P. Branchino e B. Mezzeno (m. 1720).
Ci affianchiamo ad un piccolo torrente e poi lo guadiamo.
Riprendiamo a salire. Da destra si innesta un sentiero che proviene da Capovalle.
Raggiungiamo una insellatura (m. 1765) oltre la quale, quasi in piano, ci addentriamo in una conca con bella vista sulla Corna Piana.

Pieghiamo a sinistra, ci abbassiamo in una vallecola e poi saliamo verso il Passo del Branchino.
Raggiuntolo (m. 1821), vi troviamo una colonnina SOS e una palina che reca un cartello con i seguenti segnavia: dietro: Baite di Mezzeno (sentiero 219) a ore 0.45; a sinistra: Rifugio Alpe Corte (sentiero 218) a ore 1; a destra: Rifugio Saba (sentiero 222) a ore 1.30; Zorzone (sentiero 231) a ore 2.

Scendiamo a sinistra verso il Lago del Branchino. Ne costeggiamo la sponda sinistra dapprima tenendoci un po' alti e poi scendendo fino al livello dell'acqua (m. 1784).
Il lago è di forma allungata (circa m. 150x60), poco profondo (circa due metri), ed è alimentato esclusivamente dallo scioglimento delle nevi invernali.
Continuiamo diritto verso una insellatura oltre la quale giriamo a sinistra e raggiungiamo il rifugio.

Tempo impiegato: ore 1.10 - Dislivello m. 291 -95
Data escursione: luglio 2009

Secondo itinerario: dal tornante n. 9

Al tornante n. 9 si stacca sulla destra un sentiero segnalato.
Il posto per parcheggiare è limitato a quattro o cinque vetture. Un cartello indica l'altezza in m. 1413, ma il mio altimetro segna 1440.

Ci incamminiamo in lieve salita nel bosco, a mezza costa. In basso a destra rumoreggia il torrente Mezzeno.
Percorriamo pochi passi in discesa seguiti da altrettanti in leggera salita.
Ci avviciniamo al torrente e poi lo raggiungiamo (m. 1450).
Lo attraversiamo utilizzando un rudimentale ponticello fatto inizialmente da due assi e poi da due tronchi con a lato due funi come corrimano.

Oltrepassato uno slargo erboso, iniziamo a salire verso destra nel Bosco della Cagna, umido e fresco anche in estate a causa dell'esposizione a nord.
Dopo un primo tratto abbastanza ripido a zig-zag, continuiamo in leggera salita.
Poi torniamo a salire e percorriamo un traverso a mezza costa alternando tratti con maggiore e minore pendenza.
Il sentiero si divide ma solo per aggirare alcuni alberi e subito torna a riunirsi (m. 1540).
Percorriamo un ripido tratto, allo scoperto, su fondo roccioso e cominciamo a vedere il Corno Branchino davanti a noi.

Poco dopo ci immettiamo sul Sentiero Gilberti n. 270 (m. 1560). Un segnavia riporta il nome del sentiero e una scritta sbiadita sulla pietra di un ometto indica a sinistra la prosecuzione verso il Branchino e l'Arera.
In leggera salita attraversiamo una piccola radura poi continuiamo verso destra tra radi alberi in direzione del Corno Branchino.
Dopo una curva a sinistra la pendenza aumenta (m. 1600). Saliamo abbastanza ripidamente con alcuni zig-zag.
Percorriamo poi un traverso a mezza costa. Se ci giriamo, possiamo vedere in lontananza le inconfondibili sagome dei Tre Pizzi.
Ci immettiamo poi sul sentiero descritto nel primo itinerario che arriva da sinistra (m. 1630), con il quale continuiamo fino alla meta.

Tempo impiegato: ore 1.00 - Dislivello m. 396 -40
Data escursione: luglio 2009

Terzo itinerario: da Valcanale (Sentiero 218)

Lasciamo la provinciale (ex statale 671) della Val Seriana al bivio di Parre (km. 29) per continuare diritto con la provinciale 49 lungo il corso del Serio.
Ad Ardesio, in località Ponte delle Seghe, abbandoniamo la provinciale per imboccare verso sinistra la strada che sale a Valcanale (cartello Alpe Corte, Valcanale, laghetto).
Superato l'abitato di Valcanale, in località Babes, c'è un ampio parcheggio alla sinistra subito prima di un laghetto (m. 1050).
Possiamo anche proseguire per qualche centinaio di metri lasciando poi l'auto ai bordi della carrozzabile asfaltata che termina, chiusa da una sbarra, nei pressi di uno slargo (m. 1120; 15 minuti a piedi).

Lasciamo la macchina al parcheggio e ci incamminiamo quasi in piano seguendo l'asfalto. Alla sinistra poco più in basso c'è il laghetto.
Il laghetto ha forma ovoidale, è attraversato da un ruscello ed è circondato da una stradina. Attorno tra l'erba ci sono alcune panchine.
Proseguiamo con pochissima pendenza tra un guard-rail e un muretto.
Ignoriamo alla destra una stradina asfaltata.
Troviamo un sentiero che sale a destra al cui inizio i segnavia indicano: sentiero 265, Forc. Zulino, Val Sanguigno, incrocio 232, ore 3.30.
Diversi ruscelli scendono dalla destra e, ben incanalati, attraversano la strada passandole sotto.

Presso il tornante sinistrorso dove c'è il ponte sul Torrente Acqualina, la strada è chiusa da una sbarra (m. 1120). Un cartellone mostra una cartina stilizzata della zona ed un altro informa che qui inizia il Sentiero delle Orobie Centrali che con un vasto semicerchio in quota e con una trentina di ore di cammino, collega i rifugi: Alpe Corte (sentiero 220 in ore 1), Laghi Gemelli (sentiero 216 in ore 3), Calvi (sentiero 213 in ore 4), Brunone (sentiero 225 in ore 5.30), Coca (sentiero alto 302 in ore 4 o basso 330 in ore 5), Curò (sentiero 303 in ore 3) ed Albani (sentieri 304+401 in ore 7.30).
Una stradina segnalata con il n. 220 parte sulla destra e sale nel bosco. Alcuni tratti hanno il fondo in cemento in modo da renderla percorribile con un fuoristrada. Delle canaline per lo scolo dell'acqua la attraversano.

Una scritta su di un masso alla destra segnala l'inizio del Sentiero delle Orobie. Saliamo tra pini e noccioli.
Alla sinistra scorre il torrente che, poco più avanti, attraversa la stradina passando sotto due assi cementate (m. 1150).
Proseguiamo tra i larici. La stradina continua ad alternare tratti su sterrato ad altri su cemento e pietre.
Ignoriamo un sentiero sulla destra chiuso da una sbarra verde (m. 1185).
Poco dopo con un ponte, alla cui sinistra c'è una sponda in ferro, in leggera salita attraversiamo un torrente che troviamo in secca.
Riprendiamo a salire. Un ruscelletto che scorre alla sinistra, ci accompagna fino ad un tornante sinistrorso (m. 1225).
Sulla sinistra, alcuni tronchi stesi a margine della stradina fanno da rinforzo.
Percorriamo un tornante destrorso ignorando un sentiero che prosegue diritto (m. 1235).
Alterniamo alcuni tratti con poca pendenza ad altri in salita. Su di un masso vediamo il segnavia 220 (m. 1255).
Percorriamo una curva a sinistra dove un piccolo sentiero esce alla sinistra e rientra dopo aver aggirato un pino.

Alla destra, un po' in dentro e seminascosta dagli alberi, vediamo la Baita Pianscuri (m. 1292).
La pendenza aumenta ma solo per un tratto.
Percorriamo poi una curva a sinistra dove un ruscello attraversa su una base in cemento (m. 1305).
Ora la stradina sembra scavata nel terreno circostante (m. 1315).
Poi diventa abbastanza ripida. Alla sinistra ci sono delle gabbie contenenti delle pietre con funzione di rinforzo e contenimento.
Alla sinistra vediamo il primo di una serie di cartelli dedicati alle farfalle. Questo è intitolato "Le farfalle dei boschi e delle radure" (m. 1330).
La pendenza diminuisce un poco.
Alla sinistra si stacca un sentiero che rientra poco più avanti mentre la stradina, dopo un tratto quasi in piano, riprende a salire bagnata da un rivolo. L'acqua proviene da una sorgente che vediamo sgorgare alla destra accompagnata da una corta canalina di colore arancione (m. 1340).

Superato un breve tratto abbastanza ripido, con poca pendenza arriviamo ad un ampio tornante destrorso dove troviamo un bivio (m. 1360). Alla sinistra un cartello indica il sentiero diretto per il Lago Branchino; proseguendo diritto su una pietra vediamo la scritta "rifugio" che si riferisce al Rifugio Alpe Corte. Possiamo utilizzare entrambi i percorsi ma preferiamo continuare verso l'Alpe Corte in modo da passare anche da questo rifugio.
Proseguiamo in salita. Alla destra c'è una radura con qualche albero (m. 1380).
Dopo un tratto quasi in piano torniamo a salire. Davanti cominciamo a vedere la radura dove è situato il rifugio.
Lasciamo a destra una vecchia baita al limitar del bosco.

Raggiungiamo un rosone sul quale sono indicate le cime e i passi che posiamo vedere verso sinistra (sud): Passo Zulino, Monte Secco (m. 2267), Monte Fop (m. 2322), Passo del Re (m. 1997), Cima Valmora (m. 2198), Passo Valmora (m. 1996), Pizzo Arera (m. 2512), Monte Corna Piana (m. 2302), Corno Branchino (m. 2033), Passo Marogella (m. 1873), Monte delle Galline (m. 2123), Passo Laghi Gemelli (m. 2130).
Troviamo dei segnavia che indicano a destra: Baita di Zulino Bassa a ore 0.50, Baita Campagano b. a ore 2, Rif. Alpe Corte (giro) ore 3, Valcanale (Bades) a ore 1.20, Forcella Zulino a ore 1.40, Val Sanguigno (n. 232) a ore 2.20.

Lasciamo a sinistra una fontana e la stradina che si dirige verso un rudere e con pochi passi in salita raggiungiamo il Rifugio Alpe Corte (m. 1410).
Oltre il rifugio proseguiamo su di un sentiero pianeggiante con una staccionata di legno alla sinistra.
Lasciamo a sinistra, un poco più in basso, un'area pic-nic con cinque tavoloni di legno e relative panche dove c'è anche un cartellone che parla della "conservazione e ripopolamento di orchidee autoctone prealpine".

Poco dopo arriviamo ad un bivio (m. 1415). I segnavia indicano a destra con il sentiero 216: Passo della Marogella a ore 1.20, Rifugio Laghi Gemelli a ore 3; davanti con il sentiero 218: Baite Alpe Neel, Rif. del Lago Branchino a ore 1.10, Passo Branchino a ore 1.20; dietro con il sentiero 216: Rif. Alpe Corte a ore 0.05, Valcanale a ore 0.50. C'è anche un cartello di legno con una cartina stilizzata della zona che indica davanti il Rifugio Capanna 2000.
Poco più avanti sulla sinistra troviamo una presa d'acqua sul Torrente Valle Corte.
Poi giriamo a sinistra e con un guado, seguito da una passerella in cemento ed un altro guado, attraversiamo il torrente.
Giunti sull'altra sponda con un sentiero in leggera salita retrocediamo lungo l'altra riva poi giriamo a destra ed entriamo in un prato.

Alla destra c'è la Baita Corte Bassa con un grande portico (m. 1425). Poco più avanti c'è un cassottello tra i prati alla sinistra.
Proseguiamo in salita con un sentiero tra l'erba e troviamo un cartello che parla delle "Farfalle nei pascoli".
Raggiungiamo degli alberi tra i quali scorre un torrente ed un bivio dove, ignorato il sentiero a destra in salita, andiamo a sinistra quasi in piano e guadiamo il corso d'acqua (m. 1445).
Seguendo dei bolli saliamo poi verso destra e andiamo ad immetterci su di una stradina con il fondo in pietre e cemento. Qui alcuni segnavia indicano a destra con il sentiero 218: Baite Alpe Neel, Rif. del Lago Branchino a ore 1, Passo Branchino a ore 1.10; a sinistra con il sentiero 218A: Valcanale a ore 0.50; dietro con il sentiero 218: Rifugio Alpe Corte a ore 0.10.
Andiamo a destra tra radi alberi e percorriamo quattro tornanti sx-dx-sx-dx.
Poi saliamo in modo abbastanza ripido e rientriamo nel bosco (m. 1470).
All'esterno di un ampio tornante sinistrorso vediamo il torrente formare una cascata (m. 1490).
Ignoriamo un sentiero che retrocede verso destra.
Proseguiamo con poca pendenza e troviamo un altro sentiero che si stacca verso destra.
Percorriamo un ampio tornante destrorso (m. 1510).

Raggiungiamo una bacheca con una cartellone che mostra una cartina della zona e parla dell'Alpe Neel e un bivio dove i segnavia indicano davanti con il sentiero 218: Baite Alpe Neel, Rif. del Lago Branchino a ore 0.50, Passo Branchino; a sinistra con il sentiero 266: Baita G.A.N. a ore 0.25, Baita Piazza bassa a ore 0.40, Baita Piazza alta a ore 0.45; dietro con il sentiero 218: Rif. Alpe Corte a ore 0.15, Valcanale a ore 1. Subito dopo su di una pietra, frecce e segnavia sintetizzano gli stessi percorsi. In cartello parla delle "Farfalle degli arbusteti".
Proseguiamo in salita su sfasciumi, tra radi alberi.
Percorriamo una curva a sinistra, tagliabile con un sentierino tra l'erba.
Su di una pietra leggiamo: "Sentiero delle farfalle" (m. 1545).
Passiamo accanto ad un area recintata; un cartello informa che si tratta si un "Punto di osservazione delle farfalle".

Pochi passi più avanti c'è l'Alpe Nevel Bassa (m. 1563). La baita ben ristrutturata è circondata da una staccionata all'interno della quale ci sono un tavolone in legno con relative panche e un barbecue. All'esterno della recinzione due pannelli recano dei cartelli che parlano dell'Alpe Nevel e della transumanza. Chi fosse interessato ad affittare la baita può contattarne il responsabile al n. 0346 33714.
Davanti in alto vediamo il Rifugio Branchino.

Continuiamo con pochissima pendenza tra prati a qualche pietra.
Poi riprendiamo a salire lasciando a sinistra una stalla con due ingressi senza uscio e arriviamo ad un bivio (m. 1590). I segnavia indicano a sinistra con il sentiero 218A: Baita G.A.N. a ore 0.20, Baita di Piazza bassa a ore 0.40, Baita di Piazza Alta a ore 0.45; davanti con il sentiero 218: Baita Neel di Mezzo a ore 0.05, Rif. del L. Branchino a ore 0.25, Passo Branchino a ore 0.40; dietro con il sentiero 218: Baita di Neel bassa a ore 0.05, Rif. Alpe Corte a ore 0.25, Valcanale a ore 1.10.
Lasciando a destra una pozza proseguiamo con poca pendenza.

Poi in salita raggiungiamo la Baita Neel di Mezzo (m. 1613). Anche questa baita è circondata da una staccionata di legno e al suo interno ci sono tre tavoloni di legno con relative panche mentre all'esterno c'è una fontana. Un cartello parla dei formaggi dell'alpe ed un altro informa che si possono acquistare salumi, uova e formaggio. Li attorno in effetti vediamo capre, galline e un recinto con dei maiali.
Proseguiamo tra i pascoli dapprima con poca pendenza e poi in salita con un fondo di pietre ben sistemate.
Dopo una curva a destra continuiamo con un sentiero in leggera salita (m. 1640).
Torniamo poi a camminare su di una stradina e riprendiamo a salire tra prati e radi alberi.
Nuovamente in leggera salita passiamo tra due massi solitari (m. 1665).
Proseguiamo su sfasciumi, lasciando a sinistra un casello dell'acquedotto (m. 1680).

Raggiungiamo la base in cemento di un vecchio traliccio (m. 1700). Poco dopo ne troviamo un altro (m. 1715). Qui la stradina gira a destra e la lasciamo per prendere un sentiero che prosegue diritto. In basso a sinistra scorre il torrente.
Percorriamo un tratto abbastanza ripido. Vediamo il segnavia 218 su di un masso.
Dopo pochi passi quasi in piano torniamo a salire.

Guadiamo il torrente e arriviamo ad un bivio (m. 1740). I segnavia indicano davanti con il sentiero 218: Rifugio del Branchino a ore 0.05, Passo Branchino a ore 0.15; a sinistra con il sentiero 218B: Baita di Piazza Alta a ore 0.40.
Ora saliamo ripidamente alla destra del torrente. Il sentiero si divide in due tracce che si intersecano (m. 1770).
Lasciamo a destra le basi di altri due tralicci.
Poi ritroviamo la stradina che arriva dalla destra.
Raggiungiamo una bacheca con una cartina della zona. Un cartello informa se il rifugio è chiuso o aperto (m. 1790).
Davanti c'è il Lago Branchino. Giriamo a destra e poco dopo arriviamo al rifugio.

Tempo impiegato: ore 1.50 - Dislivello: m. 746
Data escursione: settembre 2012

Quarto itinerario: da Pian Bracca (sentiero 231)

La nostra escursione inizia da Pian Bracca a monte di Zorzone (frazione di Oltre il Colle) raggiungibile dalla Val Brembana con la provinciale 27 che sale da Serina o dalla Val Seriana con la provinciale 46 che da Ponte Nossa sale al Passo Zambla per poi scendere con la provinciale 27 fino a Oltre il Colle.
A Oltre il Colle, al km 37 della SP 27, prendiamo la strada accanto al distributore IP dove un cartello indica Zorzone.
Scendiamo fino al ponte sul Torrente Parina (m. 850). Poi risaliamo l'altro versante della valle. Percorriamo Via Scolari, Via Santi, Via Gasparelli e Via Giorgi.
Superato un ampio parcheggio (m. 1020) proseguiamo con un paio di tornanti. Accanto al monumento ai caduti, prendiamo Via Piani Bracca che più avanti diventa Via Monte Menna. La strada inizialmente è ancora asfaltata.
Dopo un chilometro e mezzo circa dal punto in cui diventa sterrata, presso una curva a destra molto ampia, troviamo un piccolo slargo alla sinistra accanto ad un ruscello dove c'è posto per tre macchine (m. 1100).

Ci incamminiamo in leggera discesa seguendo la sterrata.
Dopo circa 250 metri, ad una biforcazione teniamo la sinistra evitando di entrare in una proprietà privata (m. 1090).
In leggera salita percorriamo altri 150 metri con un prato inizialmente solo alla destra e poi da entrambi i lati e raggiungiamo l'inizio del sentiero 231 che scende a destra. I segnavia indicano: Passo Branchino a ore 3, Rifugio Alpe Corte a ore 3.45 (m. 1105).
Dopo un tratto in discesa raggiungiamo e guadiamo un torrente (m. 1095).
Proseguiamo in leggera salita tra gli alberi lasciando alla destra un grosso tubo nero. In alto a sinistra vediamo il gruppo di case al termine della strada.
Ignoriamo una sterrata che gira a sinistra verso queste case e continuiamo diritto quasi in piano. Il torrente scorre alla nostra destra.
Proseguiamo tra i prati. Alla sinistra, dell'acqua che esce da un tubo si riversa in una vecchia vasca da bagno riciclata e poi attraversa il sentiero verso il torrente.
Ad un incrocio proseguiamo diritto trascurando sia la stradina inerbita alla destra che il sentiero alla sinistra.

Poco dopo rientriamo nel bosco (m. 1105).
Continuiamo con poca pendenza.
Alla sinistra vediamo un bollo smunto e troviamo un muretto che divide il sentiero da un prato.
Una stradina retrocede a sinistra verso le case mentre alla destra c'è una tettoia (m. 1120).
Ignoriamo un sentiero che si stacca alla destra e attraversa il torrente (m. 1130). Torniamo nel bosco e, in alto a sinistra, vediamo un vecchio edificio (forse la Baita Pessel).

Guadiamo il torrente passando alla sua destra.
Poco dopo lo guadiamo di nuovo ritornando sull'altra sponda (m. 1145). Continuiamo costeggiandolo e vediamo un bollo bianco rosso su di una pietra.
Proseguiamo in salita e vediamo un bollo rosso bianco rosso su di un'altra pietra. Ci troviamo sul fondo del valloncello boscoso e umido nel quale scorre il torrente.
Continuiamo in leggera salita (m. 1170).
Su di un masso alla sinistra vediamo il segnavia 231 a bandierina (m. 1180).
Tra gli alberi del bosco vediamo anche varie pietre.

Raggiungiamo una radura all'inizio della quale incrociamo una stradina. Proseguiamo diritto in salita (m. 1200).
Alla destra vediamo delle verticali pareti di roccia.
Troviamo un bollo rosso bianco rosso (m. 1210).
Al termine della radura pieghiamo a sinistra mentre il sentiero si sdoppia e poco dopo si ricompone.

Entriamo nel bosco e subito percorriamo una curva a sinistra iniziando a salire lungo il lato destro orografico della valle.
Alla destra troviamo un muro di pietre a protezione di una frana (m. 1230).
Dopo un breve tratto quasi in piano continuiamo dapprima con poca pendenza e poi in salita.
Percorriamo un tornante destrorso attorniati da colate di pietre e alcuni alberi (m. 1260).
Torniamo nel bosco (m. 1270).
Un tratto senza alberi alla destra consente la vista di una piccola cascata che scende da una roccia (m. 1290).
Il sentiero si divide in due tracce parallele e si ricompone.

Continuiamo con poca pendenza. Alla sinistra c'è una parete di roccia verticale sulla quale vediamo un bollo rosso bianco rosso mentre alla destra ci sono delle vecchie protezioni realizzate con paletti di ferro che reggono due cavi (m. 1305).
Percorriamo un tratto quasi in piano durante il quale guadiamo un ruscello che esce da una grotta.
Subito dopo troviamo altra acqua che scende scorrendo su di una roccia.
Torniamo a salire. Il sentiero è bagnato. Con alcuni gradini di legno e di pietra percorriamo una curva a sinistra molto ampia. Un ruscello attraversa il sentiero scorrendo in una scanalatura tra le pietre. Vediamo il segnavia 231 a bandierina.
Dopo uno zig-zag destra-sinistra le protezioni a valle terminano (m. 1320).

Attraversiamo un breve tratto allo scoperto nel quale passiamo accanto ad una piccola croce infissa in una pietra con una vecchia targa a ricordo di un'escursionista deceduto (m. 1325).
Rientriamo subito nel bosco. Camminiamo quasi in piano e sentiamo il rumore del torrente ma per il momento non riusciamo a vederlo.
Troviamo il segnavia 231 a bandierina dipinto su di una pietra.
Dopo una curva a sinistra vediamo il torrente.
Continuiamo dapprima con poca pendenza e poi in salita sul fondo della valletta.
Alcune pietre formano dei rudimentali gradini.

Guadiamo il torrente passando alla sua destra (m. 1350).
Dopo uno zig-zag destra-sinistra percorriamo un tratto con poca pendenza.
Riprendiamo a salire. Il sentiero si divide e si ricompone. Percorriamo una curva a destra (m. 1360).
Continuiamo con un tornante sinistrorso subito seguito da uno ampio destrorso.
Dopo un altro tornante sinistrorso, su di un masso alla sinistra vediamo il segnavia 231 a bandierina (m. 1375).
Superiamo un tratto incassato tra terra e pietre.

Quasi in piano entriamo in una radura sul fondo della valle (m. 1390) e la attraversiamo in leggera salita. Dietro è ben visibile l'Alben.
Riprendiamo a salire e rientriamo nel bosco (m. 1410).
Superiamo uno zig-zag sinistra-destra.
Continuiamo con poca pendenza, Alla destra c'è una piccola radura (m. 1420).
In salita rientriamo nel bosco.

Con il sentiero diviso in due percorriamo un ampio tornante sinistrorso (m. 1435) subito seguito da uno destrorso.
Proseguiamo attorniati da pietre, alcune della quali cadute sul sentiero.
Percorriamo un tratto tra radi alberi che termina presso una curva a sinistra (m. 1450).

Ignoriamo un sentiero che si stacca alla sinistra e, seguendo una freccia bianca e rossa, proseguiamo diritto in una radura con qualche albero che attraversiamo in leggera salita verso destra (m. 1475).
Giriamo a sinistra e proseguiamo lungo il margine destro della radura. Vediamo il segnavia 231 a bandierina su di una pietra.
Poco dopo pieghiamo a sinistra lasciando a destra un masso e proseguiamo tra erba e mucchietti di pietre sul fondo della valletta.
Tra radi alberi percorriamo uno zig-zag sinistra-destra (m. 1495).
Continuiamo in salita sul lato destro della valletta e tra gli alberi troviamo delle pietre franate.
Superiamo uno zig-zag sinistra-destra (m. 1510).
Proseguiamo attorniati da colate di pietre e radi alberi.
Continuiamo con due curve sinistra-destra vicine tra loro (m. 1525).
Superiamo uno zig-zag sinistra-destra (m. 1535).
Percorriamo tre curve sx-dx-sx ed un tornante destrorso.
Proseguiamo con un tratto su fondo roccioso, incassato nel terreno circostante (m. 1560).
Continuiamo con poca pendenza e poco dopo giriamo a sinistra verso una insellatura, camminando sul lato destra della valletta.
Per un tratto il sentiero è incassato nel terreno circostante.
Vediamo il segnavia 231 a bandierina su di una pietra e ci portiamo al centro della valle passando accanto ad un masso con i bolli.

Oltre l'insellatura proseguiamo in salita. Gli alberi sono terminati e camminiamo tra erba e pietre (m. 1590).
Raggiungiamo una seconda insellatura (m. 1620).
Proseguiamo quasi in piano attraversando un vasto pascolo.
Poi risaliamo un dosso erboso. Giunti in cima (m. 1665) continuiamo dapprima quasi in piano e poi in leggera salita. Davanti cominciamo a vedere la Casera di Vedro. Alla destra in alto, a mezza costa, scorre il Sentiero dei Fiori 222 che collega il Passo del Branchino alla Capanna 2000. Alla sinistra vediamo il Monte Vetro ed il Passo di Vindolo.
Cominciamo ad aggirare verso destra il dosso sul quale è situata la casera.
In salita percorriamo una curva a sinistra seguita da un'altra a destra e la raggiungiamo (m. 1672). Le baite/stalle che formano la Casera di Vedro sono tre più un baitello. Sul muro della prima leggiamo la scritta "Palazzi".

Continuiamo diritto quasi in piano con un sentierino tra l'erba.
Vediamo il segnavia 231 a bandierina su di una pietra.
Percorriamo un lungo tratto con poca pendenza e poi torniamo a salire (m. 1710).
Risaliamo un tratto sopraelevato e poi scendiamo sul versante opposto, ma possiamo anche aggirarlo.
Continuiamo quasi in piano, al centro e sul fondo della Valle Vedra, seguendo tracce di sentiero.

Passiamo accanto ad una grande pozza (m. 1725).
Giunti in fondo, accanto ad un picchetto con i bolli bianco-rossi torniamo a salire (m. 1740).
In modo abbastanza ripido risaliamo un piccolo dosso poi la pendenza diminuisce un poco (m. 1765).
Percorriamo una curva a sinistra molto ampia allontanandoci dal ruscello (m. 1780).
Con poca pendenza superiamo un tornante destrorso (m. 1805).
Dopo un tratto in salita proseguiamo quasi in piano con il sentiero bagnato da un rivolo. Percorriamo una curva a destra (m. 1820).

Torniamo a salire dapprima in un valloncello tenendo la destra e poi sul crinale che lo divide dal fondovalle alla destra.
Percorriamo un tratto quasi in piano (m. 1840).
Proseguiamo in leggera salita. Vediamo il segnavia 231 a bandierina dipinto su entrambi i lati di una pietra.
Pieghiamo a sinistra seguendo i bolli.

Aggiriamo alla destra una grande pozza (m. 1850).
Quasi in piano arriviamo al Passo di Val Vedra e seguendo i bolli giriamo a destra.
Dopo pochi passi raggiungiamo un baitello, che troviamo aperto, sul quale vediamo il segnavia 231 a bandierina.

Poi in leggera discesa e raggiungiamo una baita (m. 1840). Qui il sentiero si divide. I segnavia a bandierina dipinti sulla baita indicano davanti e dietro il sentiero 231; alla destra il sentiero 222.
Continuiamo diritto dapprima quasi in piano, e poi in leggera discesa camminiamo tra due piccoli dossi.
Proseguiamo in discesa, con il fondo di pietre. Passiamo accanto un palo (m. 1815) e poi nuovamente tra altri due piccoli dossi.
Al termine della discesa giriamo a sinistra, quasi in piano (m. 1805).
Il sentiero prosegue in leggera salita e si scompone in due tracce parallele. Poco dopo quella a destra inizia a scorrere alcuni metri più in alto rispetto all'altra.

Poi in salita, entrambe girano a destra e si riuniscono. Siamo al Passo del Branchino (m. 1821).
Passiamo accanto ad un pannello di legno con un cartellone che parla di "natura, cultura e tradizione" e di "progetto Arera, valorizzare la biodiversità". Davanti, in basso, in una conca vediamo il Lago Branchino.
Quasi in piano raggiungiamo una palina con vari segnavia che indicano:
- a destra con il sentiero 218: Rifugio del L. Branchino a ore 0.15, Rifugio Alpe Corte a ore 1, Valcanale a ore 1.40;
- dietro con il sentiero 222: Rifugio Capanna 2000 a ore 1.30, Sentiero dei Fiori; con il sentiero 231: Zorzone a ore 2;
- dietro-destra con il sentiero 218: Passo Corna Piana a ore 1.10;
- davanti con il sentiero 219: Baite di Mezzeno a ore 0.45.
Giriamo a destra e scendiamo verso il lago con un sentiero che lo aggira alla sinistra.
La pendenza diminuisce. Arrivati sulla sponda del lago, la seguiamo quasi in piano (m. 1784).
Continuiamo diritto verso una insellatura oltre la quale giriamo a sinistra e, in leggera salita, raggiungiamo il rifugio.

Tempo impiegato: ore 3 - Dislivello: m. 800 -104
Data escursione: maggio 2016

Escursioni partendo dal Rifugio:


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