Rifugio Berni

Il Rifugio Berni è situato a due chilometri dal Passo del Gavia, sul versante Valtellinese.
E' dedicato alla memoria del Capitano degli Alpini Arnaldo Berni caduto sul San Matteo il 3 settembre 1918.
Nei pressi del rifugio ci sono una bella chiesetta, il monumento dedicato ai caduti della Grande Guerra e il vecchio Rifugio Gavia ora in disuso.

Il rifugio è raggiungibile in auto:
- dalla Valtellina percorrendo da Bormio la provinciale 29 per km. 23.5
- dalla Val Camonica passando per Edolo e Ponte di Legno e poi salendo al Passo Gavia (m. 2618) dove è situato il Rifugio Bonetta. Due chilometri più avanti troviamo il Rifugi Berni sulla sinistra.

Itinerario da S. Apollonia loc. Silizzi (sentieri 58 e 2)

Percorrendo la statale 42 della Valle Camonica o scendendo con la statale 39 dall'Aprica, arriviamo a Edolo. Continuiamo poi in direzione del Passo del Tonale.
Oltrepassata Ponte di Legno prendiamo a sinistra (Via Trento) la statale 300 che sale al Passo del Gavia.
Dopo km. 6, lasciato a sinistra l'Albergo Pietra Rossa, prendiamo a sinistra la stradina che, passando tra varie baite, dopo 900 metri arriva all'area di sosta attrezzata Silizzi (m. 1600).
Da questo punto il transito non è consentito. Lasciamo pertanto la macchina nel vasto parcheggio sterrato in fondo al quale ci sono una fontana e ad una bacheca con una grande cartina della zona. Alcuni segnavia indicano: Rifugio Valmalza CAI a ore 1.20, Bivacco Linge, Passo Pietra Rossa, Malga Monticelli, Laghi Monticelli, Case degli Orti, Case Pradazzo, Malga Valmalza.

Seguendo i segnavia bianco-rossi con il n. 58 ci incamminiamo in leggera salita su di una stradina sterrata. Di tanto in tanto troviamo delle canaline per lo scolo dell'acqua. Attorno ci sono dei prati e più lontano dei larici. In basso a sinistra scorre il Torrente Oglio-Frigidolfo.
Lasciata a sinistra una panchina, proseguiamo quasi in piano.
Alla sinistra in alcuni punti ci sono delle protezioni di legno. In alto ai prati alla destra vediamo una baita.

Troviamo poi altre baite sparse su una della quali vediamo il cartello "Bait di Moncc", una fontana, una cappellina contenente la statua di una madonna e altre baite sulla destra. Un cartello informa che siamo alle "Case degli Orti m. 1624".
Alcuni segnavia indicano a destra con il sentiero 56: Baite Caione a ore 1.30; diritto con il 58: Bivacco Linge a ore 2.40, Baite Gaviola a ore 2.45, Passo Gavia a ore 3.40.
Lasciato un crocefisso sulla sinistra, proseguiamo in leggera salita.
Troviamo poi un tavolo con relative panche e un rudere alla destra. Alla sinistra invece vediamo un ponte sul torrente.
Superiamo un affluente del Frigidolfo.
Alla destra si stacca un sentiero che prosegue parallelo, raggiunge una panchina e rientra sulla sterrata.
Pochi passi più avanti alla sinistra vediamo una piccola croce di ferro infissa sopra un masso.

Superato un ruscelletto, che attraversa la sterrata passandole sotto, arriviamo ad un bivio. Alla sinistra c'è una panchina. Superando il Frigidolfo con un ponte alcuni segnavia indicano a sinistra con il sentiero 64A: Malga Monticelli a ore 1.30, Laghetti Monticelli a ore 3.30, Bivacco Linge a ore 4. Diritto altri segnavia indicano: Malga Valmalza a ore 1, Bivacco Linge a ore 2, Passo di Pietra Rossa.
Proseguiamo diritto tra prati e alberi.
Poco dopo il torrente con una curva a sinistra si allontana dalla sterrata.
In questo punto ai lati della stradina ci sono due muretti a secco. Vediamo delle baite sparse tra i prati.

Riprendiamo a camminare quasi in piano e sulla destra troviamo altre baite. Un cartello informa che siamo alle "Case Pradazzo m. 1665". I segnavia indicano diritto: Malga Valmalza, Bivacco Linge, Passo di Pietra Rossa. Un ruscelletto attraversa la sterrata passandole sotto. Alla sinistra vediamo un ponte sul Frigidolfo.
Troviamo poi una panchina alla sinistra.
Camminando su delle grosse pietre lungo il margine di sinistra della sterrata, superiamo un torrente che la attraversa.
Più avanti sulla destra troviamo un'area pic-nic con tre tavoloni di legno (m. 1680).
Guadiamo un rivolo e troviamo un'altra panchina alla destra della sterrata.
Lasciato a destra un segnale stradale, appeso ad un albero, che indica il divieto di transito agli automezzi, cominciamo a salire (m. 1690).

Sulla destra si stacca il sentiero n. 57 che possiamo percorrere al ritorno (m. 1715). I segnavia indicano a destra: Lago Nero a ore 2, Rifugio Bonetta a ore 3; diritto: Bivacco Linge a ore 2, Passo Pietra Rossa a ore 4.30, Vezza d'Oglio a ore 9.
Proseguiamo quasi in piano.
Percorriamo una breve salita seguita da una altrettanto breve discesa.
Continuiamo poi quasi in piano. Alla destra c'è una panchina.
Dopo un tratto con poca pendenza torniamo a camminare quasi in piano. Frattanto il Frigidolfo è tornato a scorrere accanto alla stradina.
Proseguiamo con poca pendenza e troviamo una panchina alla sinistra (m. 1735).
Percorriamo un tratto in salita mentre vediamo il Frigidolfo compiere alcuni salti (m. 1750).
Dopo un tratto con poca pendenza ne percorriamo uno in salita durante il quale ci alziamo rispetto al torrente.

In leggera salita, lasciata a destra una panchina, arriviamo ad un ponte con le sponde di legno con il quale attraversiamo un torrente. Un cartello informa che si tratta del Rio Gaviola (m. 1790). Il Rifugio Valmalza è segnalato a ore 0.35.
Dopo un breve tratto quasi in piano torniamo a salire.
Ora il fondo è ben lastricato con pietre incastonate nel cemento (m. 1820).
Percorriamo un ampio tornante destrorso all'esterno del quale alcuni tronchi fanno da rinforzo e contenimento per prevenire un possibile smottamento del terreno.
Dopo pochi passi in leggera salita su sterrato, riprendiamo a salire con il fondo in pietre e cemento e percorriamo una curva a sinistra.
La stradina ridiventa sterrata (m. 1840).
Poi con il fondo lastricato superiamo una curva a destra e continuiamo in leggera salita su sterrato (m. 1855).

In salita superiamo due tornanti ravvicinati, destra-sinistra, quest'ultimo con dei tronchi alla destra per fare da rinforzo.
La pendenza diminuisce un poco. La stradina prosegue sterrata e con i tronchi alla destra.
In leggera salita superiamo un tornante destrorso rinforzato all'esterno (m. 1875). Su un masso vediamo il segnavia a bandierina con il n. 58.

Proseguiamo tra i prati. Dopo una curva a sinistra torniamo a salire (m. 1900).
Percorriamo una curva a destra passando accanto ad un solitario larice (m. 1930).
Continuiamo quasi in piano e dopo una semicurva verso destra, davanti cominciamo a vedere il Rifugio Valmalza.
Riprendiamo a salire con il fondo in pietre e cemento.
Poi, con minore pendenza, attraversiamo una zona dove ci sono alcuni massi ai lati della stradina. Un torrente scende dalla destra, passa sotto e va a gettarsi nel Frigidolfo (m. 1960).
Nuovamente su sterrato torniamo a salire e percorriamo un tornante destrorso (m. 1980).
All'esterno del successivo tornante sinistrorso troviamo la stalla che precede il rifugio. Vediamo anche una cascata che scende alla destra.
Poco dopo la strada termina. Alla destra c'è il Rifugio Valmalza (m. 1998).

Proseguiamo con un sentiero lungo il fianco destro della valle verso la testata.
Scavalchiamo due rivoli e poi, camminando su una lunga passerella realizzata con listelli di legno, attraversiamo un torrente che scende dalla destra.
Subito dopo superiamo un altro guado. Proseguiamo quasi in piano tra erba e pietre.
Lasciamo a destra un rudere.

Guadiamo verso sinistra il torrente principale mentre ne vediamo un altro che scende ripidamente dalla parete a sinistra (m. 2005). Ci siamo così spostati dalla destra al centro del fondo valle.
Saliamo a zig-zag con il sentiero tra l'erba seguendo i bolli bianco rossi. Vediamo un segnavia con il n. 58 (m. 2015).
Poi proseguiamo in modo più diretto e troviamo vari cespugli di rododendro (m. 2050).
Il sentiero si divide in due tracce parallele e poi si riunisce.
La pendenza diminuisce. Superiamo un rivolo.

Alla destra vediamo un bollo su di una pietra che sembra intagliata in modo da mostrare dei minuscoli scalini (m. 2065).
Saliamo poi alcuni rudimentali gradini e proseguiamo a zig-zag camminando prevalentemente tra l'erba.
Superiamo altri gradini di pietra (m. 2085)
Vediamo un segnavia n. 58 (m. 2100).
Lasciamo poi a destra un masso, dipinta sul quale vediamo una bandierina con il n. 58 (m. 2130).
Percorriamo un tratto con poca pendenza poi riprendiamo a salire dapprima con ampi zig-zag e poi in modo diretto. La pendenza aumenta (m. 2170).

Con alcuni zig-zag raggiungiamo un ometto e giriamo a sinistra (m. 2190).
Proseguiamo tra erba e rododendri. Il sentiero si sdoppia e subito si riunisce (m. 2215).
Superato un tornante destrorso (m. 2220) iniziamo a salire ripidamente zig-zagando tra erba e rocce.
Il sentiero si divide per aggirare un masso e troviamo più agevole passare a sinistra.
Giunti in cima, lasciamo a destra un solitario larice, non troppo vicino al sentiero, e proseguiamo con poca pendenza (m. 2240).
Poi il sentiero continua in salita tra l'erba.

Raggiungiamo un pianoro erboso e camminando quasi in piano, ci manteniamo sul margine destro (m. 2270).
Passiamo accanto ad un rudere. Davanti cominciamo a vedere il Bivacco Linge.
Attraversiamo i pascoli e poco prima di raggiungerlo troviamo alcuni segnavia che indicano a destra con il sentiero 2: Lago Nero; a sinistra con il sentiero 64: Laghetti Monticelli a ore 2.30, S. Apollonia a ore 5.45, Villa Dalegno a ore 6.30; dietro con il sentiero 58: S. Apollonia a ore 2, Ristoro Valmalsa.
Lasciata a destra la baitella con i bagni arriviamo al Bivacco Linge (m. 2289), alla sinistra del quale altri segnavia indicano diritto con il sentiero 2: Passo Pietra Rossa a ore 2.30, Malga Val Grande a ore 5.30, Vezza d'Oglio a ore 7.30.

Proseguiamo con il sentiero n. 2 dietro al bivacco verso destra salendo tra l'erba e iniziando ad attraversare verso destra la testata della valle.
Percorriamo un tratto in leggera salita (m. 2320).
Superato un tornante sinistrorso riprendiamo a salire a zig-zag in modo abbastanza ripido.
Su un masso vediamo il segnavia con il n. 2 e il simbolo dell'aquila (m. 2350).
Proseguiamo alternando tre tratti quasi in piano ad altrettanti in discesa.
Poi, con poca pendenza, arriviamo al guado di un torrente (m. 2335).
Dopo un tratto in salita, ne alterniamo altri quasi in piano o con poca pendenza. Davanti verso destra cominciamo a vedere la statale del Gavia riconoscibile dalla gallerie.

Vediamo un segnavia n. 2 (m. 2365) e con alcuni saliscendi iniziamo ad aggirare verso destra uno spallone roccioso. In sentiero alla destra precipita ripidamente.
Dopo una breve salita proseguiamo con minore pendenza (m. 2375).
Percorriamo un ripido tratto erboso, esposto alla destra. Superiamo alcune pietre oblique.
Scendiamo solo per alcuni passi e proseguiamo in leggera salita.

Aiutati da una catena, fissata alla parete a sinistra, saliamo ripidamente un tratto molto esposto (m. 2385).
Al termine della catena (m. 2400) continuiamo a salire ripidamente tra le pietre a zig-zag agevolati da alcuni rudimentali gradini.
Il sentiero ora prosegue su fondo sterrato tra l'erba e poi diventa assai ripido e continua con alcuni zig-zag (m. 2410).
Poco dopo si divide; i bolli indicano la traccia a sinistra ma quella a destra risulta essere meno faticosa. Al termine della salita i due sentieri si riuniscono (m. 2425).

Percorriamo ora un lungo tratto con parecchi saliscendi. La parte esposta è terminata. In basso a destra vediamo il Rifugio Valmalza.
Dopo pochi passi in discesa su fondo roccioso, con minore pendenza superiamo un rivolo e attraversiamo un pantano camminando su delle pietre ben sistemate (m. 2395).
Poco più avanti, con una passerella realizzata con tre assi di legno, attraversiamo un torrente (m. 2390). Vediamo un altro segnavia con il n. 2 e il simbolo dell'aquila.
Torniamo a salire tra i prati, poi quasi in piano guadiamo un ruscello.
Proseguiamo con altri saliscendi fino al guado di un torrente. Anche qui vediamo un segnavia n. 2.
Alterniamo alcuni tratti quasi in piano ad altri in leggera salita.
Saliamo camminando tra pietre e roccette poi, con minore pendenza, arriviamo in vista del lato sud del Lago Nero (m. 2400).

Qui ci immettiamo su di una stradina sterrata che costeggia il lato destro (est) del lago. Una freccia indica davanti il sentiero n. 57.
Presso una curva a destra guadiamo il torrente emissario del lago. In dentro, alla sinistra, vediamo una piccola diga.
Continuiamo quasi in piano aggirando alla destra un dosso che nasconde la vista del lago. Vediamo i segnavia n. 2 e n. 57.
Proseguiamo con lievi saliscendi. Troviamo delle canaline di legno, per lo scolo dell'acqua, di traverso alla stradina.
In basso a destra vediamo la sterrata percorsa all'inizio della nostra camminata. Davanti invece è ben visibile la strada che sale al Passo Gavia.

Troviamo un grande ometto alla destra, nel punto in cui scende il sentiero n. 57 che potremmo utilizzare al ritorno. Questo sentiero va ad immettersi a quota 1715 sulla sterrata percorsa all'andata. Altri segnavia indicano davanti il sentiero n. 2 e dietro il Rifugio Valmalza.
Proseguiamo diritto e, dopo una curva a sinistra, vediamo l'ultima parte del Lago Nero (m. 2390).
Passiamo tra due roccette. Su quella a sinistra c'è un ometto.
Percorriamo alcune lievi serpentine. Alla sinistra ci sono delle pozze che troviamo asciutte.

Lasciamo a destra una baita sulla quale leggiamo: "zona di ripopolamento".
Dopo una curva a sinistra proseguiamo quasi in piano.
Troviamo una palina con alcuni vecchi segnavia che indicano alla sinistra con un sentiero che aggira il lago: Bivacco Linge a ore 1, Passo Pietra Rossa a ore 3.30, Vezza d'Oglio a ore 3.30; dietro: Sant'Apollonia a ore 2.30.
Attraversiamo il torrente immissario del lago, camminando su delle pietre che lo ricoprono e subito giriamo a destra.
Ora alla destra, il torrente scorre incassato nel terreno, ristretto in uno spazio di circa mezzo metro.
Dopo una semicurva a destra proseguiamo in leggera salita.

Presso una curva a destra attraversiamo nuovamente il torrente che anche qui scorre passando sotto a delle pietre. Continuiamo in salita.
Vediamo il segnavia 2 su di una roccia alla sinistra (m. 2415).
Percorriamo delle serpentine appena accennate.
Vediamo un muro di rinforzo che scende in basso, alla destra della sterrata.

Raggiungiamo la strada del Passo Gavia e la attraversiamo (m. 2425).
Sull'altro lato vediamo il segnavia 2 che invita a salire ripidamente per un breve tratto per immetterci sul percorso con il quale proseguiremo verso sinistra. E' comunque più agevole seguire la strada per una ventina di metri e poi salire con un'altra traccia.
Senza sentiero, seguiamo i bolli bianco rossi, quasi in piano, un poco più in alto rispetto alla strada e con bella vista dall'alto sul Lago Nero.
Troviamo un bollo all'inizio di una lastra di roccia (m. 2340).
Proseguiamo tra erba e pietre seguendo bolli ed ometti.

Troviamo il sentiero e percorriamo un tratto con poca pendenza ed uno in salita (m. 2450).
Continuiamo su tracce di sentiero, quasi in piano, con una roccia alla destra (m. 2465).
Proseguiamo con poca pendenza tra erba e pietre.

Il sentiero ora è ben visibile. Ai lati ci sono varie tane delle marmotte.
Percorriamo un tratto abbastanza ripido seguito da uno con poca pendenza. Riprendiamo a salire.
In modo abbastanza ripido attraversiamo una pietraia oltre la quale riprendiamo il sentiero (m. 2490).
La pendenza diminuisce un poco. In questo punto, poco più in alto alla sinistra, passa la statale (m. 2500).

Con alcuni passi in discesa tra roccette, scendiamo nella gola dove scorre il torrente. Camminiamo alla sua destra. Vediamo il segnavia 2 a bandierina.
Proseguiamo in salita tra varie pietre.
Quasi in piano percorriamo uno zig-zag sinistra-destra (m. 2505).
Continuiamo, dapprima con poca pendenza e poi in salita, con una parete rocciosa alla destra.
Troviamo poi un segnavia, ricurvo a sinistra, che invita a guadare il torrente.

Dopo il guado, lasciamo a sinistra un tornante della strada (m. 2515).
Seguiamo i bolli, che continuiamo diritto alla sinistra del torrente, e saliamo ripidamente su fondo roccioso.
Poi troviamo anche dei ciuffi d'erba.
Passiamo accanto ad un ometto e arriviamo in un prato che attraversiamo dapprima quasi in piano e poi in leggera salita (m. 2530).

Tra i fischi delle marmotte raggiungiamo una zona con pietre franate e, seguendo i bolli, la attraversiamo in diagonale verso destra (m. 2540).
Poi riprendiamo il sentiero e saliamo in modo abbastanza ripido verso un paletto con il segnavia 2.
Il sentiero si divide in due tracce parallele e poco dopo si ricompone. Giriamo a destra.

Dopo alcuni passi in discesa guadiamo il torrente tornando alla sua destra (m. 2560).
Con un tratto abbastanza ripido raggiungiamo il paletto con il n. 2.
Proseguiamo con poca pendenza tra l'erba lasciando a destra una pozza quasi asciutta (m. 2565).
Torniamo a salire camminando a pochi metri dal torrente. Davanti vediamo le quattro cime del Monte Gavia.

Ci avviciniamo al torrente oltre al quale passa la statale (m. 2580).
Poi il torrente e la strada piegano a sinistra mentre noi continuiamo diritto, senza sentiero, seguendo i bolli, dapprima con poca pendenza e poi in salita.
In leggera salita raggiungiamo un altro paletto con il segnavia 2 (m. 2595).
Percorriamo pochi passi quasi in piano.
Arrivati ad un altro ometto, pieghiamo a sinistra e saliamo tra erba e pietre.
Continuiamo in modo abbastanza ripido verso un masso sopra al quale ci sono delle pietre. Lo raggiungiamo e, in leggera salita, giriamo a sinistra (m. 2615).
Percorriamo un'altra curva sinistra.
Dopo alcuni passi in discesa giriamo a destra.
Alla destra ci sono delle rocce. Davanti vediamo il Rifugio Bonetta.
Quasi in piano arriviamo al passo. Attraversiamo la strada verso sinistra e lo raggiungiamo.

Alla destra, su di un dosso proprio di fronte al Rifugio Bonetta, è stata collocata la statua della Madonna delle Vette protettrice dei ciclisti. Accanto ci sono i busti di Vincenzo Torriani e Fausto Coppi. Il Passo del Gavia infatti è una delle salite mitiche del ciclismo ed stato reso famoso dal Giro d'Italia che vi è transitato dieci volte: nel 1960, 1988, 1996, 1999, 2000, 2004, 2006, 2008, 2010 e 2014.
Nei pressi su di un rosone metallico sono indicati i contorni delle montagne circostanti con il loro nome e la loro altezza. Bella anche la vista dall'alto sul Lago Bianco.

Alla sinistra della strada, troviamo invece una palina con vari segnavia che indicano diritto con il percorso 556: Ponte delle Vacche a ore 2.15, Plaghera a ore 2.50, Santa Caterina a ore 3.15; con il percorso 525: Rifugio Berni a ore 0.30, Bivacco Btg. Monte Ortles a ore 2.50, Rifugio Forni a ore 4.20.

Seguiamo la strada e, poco dopo, alla destra troviamo il Lago Bianco.
Costeggiamo la sua sponda settentrionale. Verso il termine del lago c'è una grande croce con una targa che recita: "In una gita in automobile da Bormio a Tonale, si smarrirono il 2 ottobre 1929: Andrea Rupprechter, albergatore di Landl-Kufstein Tyrolo, con sua madre 72 anni, e la consorte Mizzi Rupprechter, condotti dal chauffeur Karl Mühlfelner. Avvolti in impenetrabili nuvole di nebbia, condannati a continuare la strada tra la morte e la rovina raggiunsero con il volere di Dio dopo ore di supplizio per il passo del Gavia il Luogo Ponte di Legno. In onore di Dio e inestinguibile riconoscenza per la salvezza da pericolo e morte eressero questa croce dal legno della patria. Viandante, che passi per questa strada, pensa alla Grazia di Dio, e prega un pater noster". Viene certamente da pensare a quali dovevano essere le condizioni del valico in quegli anni, e quanto avventuroso era il viaggio soprattutto fuori dalla bella stagione.

Ora non ci resta che seguire la strada, in leggera discesa, per circa un chilometro e mezzo fino a trovare sulla sinistra il Rifugio Berni.

Tempo impiegato: ore 4.30 - Dislivello m. +1128 -183
Data escursione: settembre 2012 - luglio 2015

Escursioni partendo dal Rifugio:


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