Rifugio Benigni

Il Rifugio Benigni è situato tra la Val Brembana e la Val Gerola, nella splendida conca naturale del Lago Piazzotti.

Primo itinerario: da Pescegallo (Val Gerola)

Lasciamo la statale 38 a Morbegno per prendere sulla destra (sud) la statale 405 della Val Gerola che, all'uscita dell'abitato, diventa la provinciale 7.
Percorriamo questa strada per km. 19.2, vale a dire fin dove termina nell'ampio parcheggio asfaltato accanto alla stazione a valle della seggiovia che da Pescegallo (m. 1454) sale al Rifugio Salmurano (m. 1848).

Qui possiamo scegliere se compiere l'intero percorso a piedi, come di seguito descritto, o se utilizzare la seggiovia biposto fino al Rifugio Salmurano e poi proseguire a piedi.
La seggiovia durante l'estate è in funzione dalle 8 alle 12.20 e dalle 13.30 alle 16.50. Il prezzo del biglietto per la sola salita (o per la sola discesa) è di 5 euro mentre quello A/R è di 7 euro.

All'inizio del parcheggio, una fontana con vasca di legno divide due strade che salgono a sinistra (sud). I segnavia indicano con la prima il percorso 146: Sentiero della Natura, Lago di Pescegallo a ore 1.00/1.20, Cà San Marco a ore 3.30; con la seconda il percorso 145: Foppe di Pescegallo a ore 1.10, Passo di Salmurano a ore 2. Prendiamo quest'ultima, inizialmente ancora asfaltata.
In leggera salita transitiamo sotto alla seggiovia.
Subito dopo percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1470).
Cominciamo a trovare delle cunette per lo scolo dell'acqua di traverso alla strada (m. 1475).
Passiamo sotto a tre cavi della corrente (m. 1485).
Effettuiamo un tornante destrorso all'esterno del quale ci sono degli alberi (m. 1490).

Dopo la terza cunetta la strada diventa sterrata (m. 1495).
Presso un tornante sinistrorso, per la seconda volta transitiamo sotto alla seggiovia.
Poco dopo, in salita, percorriamo una curva verso destra (m. 1510).
Un rivolo scorre accanto al lato sinistro della sterrata.

Attorniati da prati e radi larici percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1520).
Incrociamo nuovamente la seggiovia (m. 1550).
Percorriamo un ampio tornante destrorso (m. 1560).

Pochi passi più avanti, per la quarta volta passiamo sotto alla seggiovia. Trascuriamo un sentiero marcato da bolli bianco-rossi che si stacca alla sinistra e proseguiamo diritto con la sterrata.
Subito dopo alla sinistra ci sono due massi.
Continuiamo tra i larici.
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1580).
In leggera salita superiamo una curva molto ampia verso destra (m. 1595).

Ora il fondo è in cemento.
Arriviamo ad una biforcazione (m. 1605). Due scritte in rosso sul cemento indicano, con la sterrata che scende verso sinistra: Lago Pescegallo; con la strada in cemento che prosegue diritto: Rifugio Salmurano. Continuiamo diritto.
Trascuriamo un sentiero con bolli bianco-rossi che sale a destra (m. 1610).
Poco dopo, presso un tornante destrorso, un ruscello passa sotto alla strada (m. 1630).
Proseguiamo con un muro di grosse pietre alla sinistra.

La strada diventa sterrata (m. 1635).
Con poca pendenza percorriamo un tornante sinistrorso all'esterno del quale c'è una grande vasca abbeveratoio in cemento (m. 1640).
Presso una curva verso destra vediamo un rudere in basso a destra.
Superiamo un tornante sinistrorso, terminato il quale alla destra troviamo una baita.

Riprendiamo a salire con il fondo in cemento.
Un ruscelletto attraversa la strada passandole sotto.

La strada ridiventa sterrata e prosegue con poca pendenza (m. 1665).
Per alcuni metri, alla destra, c'è un muro formato da grosse pietre.
Cominciamo a trovare dei rivoli che attraversano la strada scorrendo su di un letto di pietre cementate (m. 1680).
Troviamo anche un ruscello che attraversa la sterrata.

Riprendiamo a salire. Attorno ci sono delle pietre di risulta ammucchiate, risalenti alla costruzione della strada.
Percorriamo un tornante destrorso (m. 1705).
Per un tratto alla sinistra ci accompagna un muro di rinforzo costruito con grosse pietre.
In alto a destra vediamo la diga del Lago Salmurano e gli altri edifici di servizio.
Per due volte un ruscello attraversa la strada, prima e dopo un tornante sinistrorso (m. 1725).

Trascuriamo un sentiero che si stacca retrocedendo verso destra in salita (m. 1740).
Un rivolo d'acqua scola da una roccia alla destra (m. 1755).
Alla sinistra scorre un torrente. Presso un tornante destrorso, volgendogli le spalle ce ne allontaniamo (m. 1780).
Con poca pendenza percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1785).
Un ruscello passa sotto alla strada (m. 1790).
Continuiamo in salita.

Alla nostra sinistra, sull'altro versante della valle, è ben visibile il Rifugio Salmurano.
Percorriamo un tornante destrorso (m. 1800).
Presso un tornante sinistrorso transitiamo sotto ai cavi dell'alta tensione (m. 1805).
Subito dopo, superiamo una curva verso destra mentre un torrente passa sotto alla strada.
Continuiamo dapprima con poca pendenza e poi in salita.
Arriviamo ad un tornante sinistrorso che percorriamo in leggera salita. Alla destra c'è un traliccio.

Troviamo due picchetti in cemento dell'Enel e dei segnavia rotti caduti a terra.
Un sentiero parte sulla destra; all'inizio non ci sono segnavia ma percorrendolo per qualche decina di metri si incontrano alcune indicazioni: Denti della Vecchia (scritto in blu su di un masso), Val Tronella (scritto in nero su di un masso), Trona (scritto in bianco su di una pietra).
Presso una semicurva verso sinistra guadiamo un ruscello (m. 1830).
Continuiamo con una semicurva verso destra transitando sotto ai cavi dell'alta tensione.
Percorriamo una curva verso sinistra e guadiamo un torrente (m. 1835).

Continuiamo con poca pendenza in direzione del Rifugio Salmurano che vediamo davanti.
Quasi in piano superiamo una curva verso destra (m. 1845).
Proseguiamo in leggera salita.

Lasciamo la sterrata che dopo un tornante sinistrorso con un tratto in salita raggiunge la stazione a monte della seggiovia e il Rifugio Salmurano (m. 1848). Giriamo a destra e, su tracce di sentiero tra i prati, seguiamo i piloni verdi di uno skilift. Questi piloni sono numerati; il primo che incontriamo reca il numero tre (i primi due sono nella direzione opposta).

Alla destra, a circa 50 metri di distanza, vediamo un baitello.
Continuiamo in salita, su tracce di sentiero, camminando alla sinistra dei piloni (m. 1865).
Passiamo sotto ai cavi, superiamo un rivolo e ci portiamo alla destra. Davanti cominciamo a vedere la madonnina al Passo di Salmurano, ancora lontana.
Prima del pilone n. 6 la traccia si riporta alla sinistra.
Continuiamo con poca pendenza (m. 1900)
Proseguiamo senza traccia ma camminando sotto ai cavi dello skilift e riprendiamo a salire.

Sulla base in cemento del pilone n. 7 una scritta in rosso segnala il Lago Piazzotti (m. 1930).
Passiamo accanto al pilone n. 8 (m. 1955).
Con poca pendenza superiamo il pilone n. 9 (m. 1965).
Continuiamo in salita seguendo una traccia di sentiero che si mantiene alla sinistra dello skilift.

Passiamo accanto al pilone n. 10 e, prima della stazione di arrivo dello skilift (m. 1975), giriamo a destra e proseguiamo con un sentiero in salita marcato da bolli di colore rosso-bianco-rosso.
Continuiamo con poca pendenza (m. 1990).
Per un tratto il sentiero è incassato tra pietre e terreno.
Proseguiamo quasi in piano attorniati da pietre, erba e cespugli di rododendro (m. 1995).
Superiamo un breve tratto in leggera discesa e un breve tratto quasi in piano.
Con poca pendenza transitiamo sotto ai cavi dell'alta tensione e vediamo il segnavia 161 a bandierina.
Proseguiamo con alcune semicurve dapprima quasi in piano e poi in leggera salita. Troviamo altri segnavia 161.
Continuiamo in salita.

Giriamo a sinistra e arriviamo al valico, incassato tra le rocce, che segna il confine tra le province di Sondrio e Bergamo. Vi troviamo la statua di una madonnina. Il sentiero si divide. I segnavia indicano: Passo Salmurano 2017 m; davanti verso destra: Rifugio Benigni a ore 0.45 (sent. 101); a sinistra: Ca S. Marco a ore 3 (sent. 101); dietro: Rifugio Salmurano a ore 0.20, Lago Pescegallo a ore 1 (sent. 101); davanti verso sinistra: Ornica a ore 2.15 (sent. 107) e Cusio a ore 2.15 (sent. 108).
Già vediamo il ripido canalino che dovremo risalire; da qui fa impressione ma poi una volta che lo avremo raggiunto ci renderemo conto che non è poi così terribile; non ci sono tratti esposti, solo ci si dovrà arrampicare, spesso aiutandosi con le mani e usando quella prudenza che in montagna è sempre necessaria.

Andiamo a destra in discesa, a mezza costa tra i prati. Vediamo il segnavia 101 a bandierina.
Dopo un tratto quasi in piano, percorriamo un breve tratto in discesa su fondo roccioso.
Riprendiamo il sentiero e procediamo dapprima in leggera discesa e poi quasi in piano (m. 2005).
Superiamo un tratto su fondo roccioso, salendo e scendendo con rudimentali gradini.
Proseguiamo dapprima in lievissima salita su fondo roccioso e poi quasi in piano su sentiero.
Alterniamo tre tratti in leggera discesa a due quasi in piano e ad uno in leggera salita camminando su pietrisco. In alcuni punti il sentiero è un po' esposto alla sinistra.

In discesa raggiungiamo il bivio presso il quale dalla sinistra si innesta il sentiero descritto più sotto (n. 107 da Ornica e n. 108 da Cusio) che proviene dalla Val Brembana. I segnavia indicano: Sentiero delle Orobie Occidentali 1990 m; davanti: Rifugio Benigni a ore 0.30; dietro: Cà San Marco a ore 2.30, Monte Avaro a ore 1. Alla destra c'è un'imponente parete di roccia liscia. Continuiamo diritto in leggera salita.
Vediamo i segnavia 101 e 108. Troviamo una nicchia con la statua di una Madonnina.
Un rivolo attraversa il sentiero.
Saliamo un breve ripido tratto oppure lo aggiriamo alla destra più agevolmente.
Dopo un breve tratto quasi in piano torniamo a salire su fondo roccioso.
Continuiamo dapprima quasi in piano e poi in leggera salita.

Arriviamo ai piedi del canalino, incassato tra due pareti di roccia e largo tre o quattro metri circa, mediamente assai ripido, nel quale ci sono dei massi da aggirare, prestando attenzione a non far cadere qualche pietra su chi ci segue (m. 2010).
Saliamo seguendo i segnavia che indicano la via più agevole, aiutandoci con le mani. Un ruscelletto scende tra le pietre tenendosi generalmente nel mezzo e, in caso di recenti piogge, rappresenta un ostacolo in più.
Partiamo sul lato destro.
Ci spostiamo al centro e ritorniamo alla destra.
Ci portiamo verso la parete di sinistra.
Salendo troviamo un masso e lo aggiriamo alla destra.
Quasi in piano ritorniamo verso la parete di sinistra.
Riprendiamo a salire ripidamente.
Quasi in piano ci spostiamo verso la parete di destra e torniamo a salire (m. 2035).
Pieghiamo a sinistra.
Saliamo seguendo un passaggio incassato tra la parete di sinistra e le pietre nel mezzo. In alcuni punti, dei rudimentali gradini di pietra agevolano la risalita.
Poi torniamo nella parte destra del canalino e saliamo tra la parete di destra e le rocce al centro (m. 2050).
Ci spostiamo nel mezzo dove alcuni pietre disposte in modo da formare dei rudimentali gradini ci agevolano un poco (m. 2060).
Subito dopo torniamo verso la parete alla destra del canalino e riprendiamo a salire.
Attraversiamo il canalino da destra a sinistra, da una parete all'altra (m. 2070).

Poco dopo ne usciamo (m. 2080) e ci troviamo all'interno di una valletta, circondati da tutti i lati dalle montagne. Un segnavia indica il Rifugio Benigni a ore 0.20.
Percorriamo una curva verso destra, guadiamo un ruscello e giriamo a sinistra.
Proseguiamo in leggera salita e vediamo il segnavia 101 a bandierina su di un masso.
Dopo due ripidi passi su fondo roccioso continuiamo con poca pendenza.

Superiamo un tornante destrorso tagliabile con una scorciatoia (m. 2090).
Riprendiamo a salire.
Presso una curva verso sinistra il sentiero si divide e si ricompone (m. 2095).
Percorriamo una curva verso destra.
Subito dopo superiamo un breve ripido tratto su fondo roccioso che possiamo anche aggirare alla destra con un paio di ripidi gradini.
Continuiamo su di un largo sentiero attorniato da pietre e da poca d'erba (m. 2105).
Il sentiero si divide e si ricompone. Pieghiamo a destra (m. 2110).

Superiamo un tornante sinistrorso (m. 2115).
Il sentiero subito si biforca e procede verso sinistra con poca pendenza oppure diritto in modo più diretto. Se andiamo a sinistra, poco dopo riprendiamo a salire e percorriamo un tornante destrorso (m. 2125). Continuiamo in leggera salita e ritroviamo l'altro sentiero che, dopo alcuni zig-zag, rientra dalla destra (m. 2135).
Proseguiamo in salita. Vediamo il segnavia 108.
Percorriamo una curva verso sinistra (m. 2140).

Saliamo ripidamente su fondo roccioso scegliendo la traccia più agevole.
Superiamo un breve tratto con minore pendenza (m. 2165).
Torniamo a salire ripidamente su fondo roccioso. Alcuni rudimentali gradini intagliati nella roccia agevolano il cammino.
Dopo alcuni passi in leggera salita riprendiamo a salire ripidamente (m. 2175).

Il sentiero è bagnato da un rivolo che scende da destra. Pieghiamo a sinistra. La pendenza diminuisce.
In leggera salita superiamo una curva verso destra.
Dopo alcuni ripidi passi, con minore pendenza percorriamo con due tornanti destra-sinistra vicini tra loro (m. 2190).
Saliamo in modo abbastanza ripido su fondo roccioso e superiamo una curva verso destra.
Per un tratto la pendenza diminuisce un poco.
In modo abbastanza ripido saliamo dei rudimentali gradini (m. 2200).
Il sentiero si divide (alla sinistra c'è un bollo ma è più agevole proseguire diritto) e poco dopo si ricompone. Continuiamo con minore pendenza.

Poco dopo arriviamo ad un bivio (m. 2215). I segnavia indicano a sinistra con il sentiero 101: Bocchetta di Trona a ore 0.45, Valle Inferno a ore 1.30, Rifugio Grassi a ore 3; dietro: Passo Salmurano a ore 0.20, Monte Avaro - Incrocio 109 a ore 1.40, Cà San Marco a ore 3, Fonte San Carlo a ore 0.45, Ornica (Sent. 107) a ore 2.35, Cusio Loc. Scioc (Sent. 108) a ore 1.20. Andiamo a destra in salita.
Quasi in piano passiamo accanto alla bandiera del rifugio. Un cartello ci da il benvenuto (m. 2222).
Davanti abbiamo il Rifugio Benigni mentre con un sentiero che si stacca alla sinistra basta un minuto per arrivare al Lago Piazzotti.

Dalla seggiovia a valle (parcheggio Pescegallo) tempo impiegato ore 2.15 - dislivello m. 798 -30.
Dalla seggiovia a monte (Rifugio Salmurano) tempo impiegato ore 1.15 - dislivello m. 404 -30.
Data escursione: settembre 2018

Secondo itinerario: dalla strada che sale ai Piani dell'Avaro, Loc. Scioc (Val Brembana) sentiero 108

Con la statale 470 della Val Brembana superiamo S. Pellegrino e S. Giovanni Bianco e arriviamo al bivio ove la strada si divide: a destra prosegue per Foppolo e a sinistra per il Passo S. Marco.
Prendiamo quest'ultima direzione e continuiamo fino a Cusio dove imbocchiamo sulla sinistra la strada che sale ai Piani dell'Avaro.
Occorre prestare attenzione per non mancare la colonnina erogatrice del ticket. L'importo di due euro va pagato in contanti tenendo presente che la macchina non dà resto.
Percorriamo questa strada fino a quando troviamo sulla sinistra una scalinata con un corrimano verde e i cartelli indicatori che segnalano: la Fonte S. Carlo a ore 0.50, il Passo Salmurano a ore 1.30, il Rifugio Benigni a ore 2.00 e il Pizzo del Tre Signori a ore 4.00.

Parcheggiata la macchina ai bordi della strada (m. 1535) iniziamo la nostra escursione risalendo la scalinata.
Proseguiamo poi con un sentiero, inizialmente protetto a valle, ed entriamo nella pineta.
Superiamo una piccola croce.
Ora il percorso alterna alcuni tratti quasi in piano ad altri un poco più ripidi.
Superato un rivolo d'acqua, arriviamo ad una ansa della montagna da cui scende un torrentello che attraversa il sentiero.
Troviamo poi due frecce su un masso che indicano Cusio e Benigni nelle due direzioni di marcia.
Terminato il bosco, alla nostra sinistra possiamo ammirare il panorama sulla sottostante vallata.

Arriviamo ai prati che circondano la Casera Valletto (m. 1650); qui troviamo una baita, una stalla e una fontana abbeveratoio per gli animali che pascolano nei dintorni.
Oltre l'alpeggio troviamo un bivio; a sinistra si va in Val Pianella mentre a destra continuiamo con il sentiero n. 108.
Dobbiamo ora compiere un ampio giro a mezza costa lungo il fianco della montagna alla nostra destra.
Il percorso non è faticoso. Un torrente scende formando una piccola cascata e poi attraversa il sentiero.
Al termine del giro (m. 1680) iniziamo a salire decisamente.
Superiamo un rivolo d'acqua e passiamo sotto i tralicci dell'alta tensione.

A quota 1760 incontriamo il sentiero n. 107 che sale da Ornica e si unisce al nostro (vedi il terzo itinerario).
Da questo punto la segnaletica riporterà alternativamente i numeri 107 e 108.
Un segnavia indica il passo Salmurano a mezzora di cammino. Ora il percorso è meno ripido.
Poco dopo raggiungiamo la Fonte di S. Carlo (m. 1775) e ne approfittiamo per dissetarci.
Un altro rivolo attraversa il cammino e va a gettarsi nel torrente che percorre il fondo della Val di Salmurano alla nostra sinistra.
Il percorso diviene un po' più ripido.
A sinistra si stacca un altro sentiero per il rifugio segnalato come Variante dei Vitelli.

Continuiamo lungo il fianco destro della vallata verso il Passo di Salmurano e l'imponente bastionata che chiude la testata della valle. Lassù in cima già vediamo sventolare la bandiera del rifugio.
Di tanto in tanto sentiamo il fischio delle marmotte e alzando gli occhi verso i monti che ci circondano riusciamo a distinguere la sagoma di qualche stambecco.
Raggiungiamo un altro bivio (m. 1970); sulla sinistra ci viene segnalato il Rifugio Benigni e sulla destra il Passo di Salmurano.
Continuiamo verso la parete rocciosa di fronte a noi, procedendo dapprima quasi in piano e poi salendo fino a incrociare il sentiero (descritto nel primo itinerario) che arriva dal Passo Salmurano e dalla Val Gerola (m. 1990).
Piegando a sinistra, continuiamo verso il ripido canalino e il rifugio come sopra descritto.

Tempo impiegato: ore 2.00 - Dislivello: m. 687
Data escursione: agosto 2006

Terzo itinerario: da Ornica (Val Brembana) sentiero 107

Con la statale 470 della Val Brembana superiamo S. Pellegrino e S. Giovanni Bianco e arriviamo al bivio dove la strada si divide: a destra prosegue per Foppolo e a sinistra per il Passo S. Marco.
Andiamo a sinistra.
Arrivati a Olmo, imbocchiamo a sinistra la provinciale 6 (cartello: Ornica km. 9). Poi superiamo Cassiglio e arriviamo a un altro bivio: ignorata la diramazione di sinistra per Valtorta, andiamo a destra e con la provinciale 7, dopo aver superato vari tornanti, arriviamo ad Ornica.
Prendiamo la prima via a destra a fianco del torrente (Via Calvi) e la risaliamo per un centinaio di metri fin dove termina in un piccolo slargo di fronte ad una bacheca (m. 980).

Vari segnavia indicano a sinistra con il sentiero 107: Baite Cesur a ore 0.30, Valle Salmurano a ore 2.30, rifugio Benigni a ore 4; a destra: Baite Taine a ore 0.10, Colle Santa Maria Maddalena a ore 1, Cusio a ore 1.30; alle nostre spalle invece con il sentiero 106: Madonna del Frassino a ore 0.10, sentiero della Valle Inferno a ore 0.10, Pizzo dei Tre Signori a ore 4.30.

Prendiamo la bella mulattiera contrassegnata con il numero 107 che sale alla sinistra del torrente.
Superiamo un orto, una recinzione metallica ed una casa di colore grigio presso un tornante; poi continuiamo in leggera salita tra prati ed alberi.
Troviamo un crocefisso e una vecchia cascina. Dopo due tornanti una stanga in legno chiude l'accesso a un prato. Raggiungiamo un rado bosco.

Un sentierino sale a destra verso una cascina, tagliando un tornante.
Continuando con la mulattiera tra prati, alberi e cespugli superiamo una santella con un crocefisso dipinto e l'iscrizione: 1824 Antonio Gualteroni.
Raggiungiamo la cascina di cui sopra, a sinistra della quale c'è un'altra santella contenente le statuine della Madonna di Lourdes e di Bernadette.
Anche al successivo tornante c'è una scorciatoia che sale a destra verso una baita, superata la quale raggiungiamo un bosco e un quadrivio.

I segnavia indicano solamente sulla destra le Baite Tane a ore 0.20, la Baita Pusnel a ore 0.40 e Rasega a ore 0.30. Continuiamo diritto.
Oltre il bosco proseguiamo con altri tornanti tra prati e alberi e raggiungiamo le Baite di Cesur (m. 1165) tra le quali troviamo un bivio e vari segnavia che indicano a sinistra: Baita Cantel a ore 0.30, Valle Inferno (sent. 106) a ore 1.40, Pizzo Tre Signori a ore 4; diritto con il sentiero 107: Baita Bregagnol a ore 0.10, Alpeggio Valletto a ore 1, Colle S.M. Maddalena a ore 1.

Continuiamo diritto quasi in piano. Un rivolo passa sotto la mulattiera.
Superate altre baite, raggiungiamo una sterrata con la quale proseguiamo verso destra.
Con un ponte oltrepassiamo il torrente e poi, in leggera salita, arriviamo ad un bivio.
Una palina segnavia ci indica che siamo alla Baita Bregagnol (m. 1180).
A sinistra continua il sentiero 107: alpeggio Valletto a ore 1, Passo Salmurano a ore 2, rifugio Benigni a ore 3.20; mentre diritto la sterrata conduce a: Baite Ciar a ore 0.10, Colle S.M. Maddalena a ore 0.50, Cusio a ore 1.20.

Andiamo a sinistra in salita ed entriamo in un bosco. Un cartello su di un albero indica il Passo Salmurano e il rifugio Benigni nella nostra direzione di marcia.
Poco dopo attraversiamo uno spiazzo allo scoperto tra una baita e una costruzione in legno.
Rientrati nel bosco troviamo subito un bivio e andiamo a destra in leggera salita.
Superiamo il letto di un torrente in secca e, al successivo bivio, andiamo a sinistra.

Il percorso diventa più ripido. Alcune frecce indicano di andare a destra lasciando il sentiero che continua diritto.
Al successivo tornante giriamo a sinistra ignorando un sentiero che continua diritto.
In questo tratto è possibile accorciare il percorso utilizzando delle brevi scorciatoie che tagliano i tornanti.
Dopo pochi passi quasi in piano, riprendiamo a salire.
Con un tratto pianeggiante raggiungiamo il torrente e lo attraversiamo con un ponticello protetto ai lati da alcune funi metalliche (m. 1300).

Riprendiamo poi a salire andando verso destra.
Superiamo alcune piccole radure che lasciamo passare i raggi del sole nel bosco.
Ignoriamo un sentiero che scende verso destra al torrente e continuiamo con ripidi tornanti tra faggi e conifere.
Dopo due stretti tornanti (m. 1450) saliamo verso destra sempre al fresco del bosco.
Poi troviamo due tornanti consecutivi presso i quali riusciamo a vedere, per un attimo, i monti circostanti.

Il sentiero diventa assai ripido (m. 1520). Una freccia rossa però indica che possiamo proseguire con una variante sulla sinistra che sale più dolcemente. I due percorsi poi si riuniscono.
Dopo un tratto con poca pendenza, il sentiero si biforca e continuiamo con il ramo di sinistra abbastanza ripidamente.
Più avanti il bosco comincia a diradarsi e a destra, sull'altro lato della valle, scorgiamo una baita. Più in alto c'è una malga.

Terminato il bosco (m. 1585), continuiamo attraversando un prato.
In alto a destra, oltre i cavi tesi tra due tralicci dell'alta tensione, distinguiamo il sentiero 108 che più avanti raggiungeremo.
Presso un bivio una freccia indica di andare a sinistra (a destra invece c'è subito un ruscello).

Continuiamo con poca pendenza e arriviamo all'Alpeggio Valletto (m. 1600). Qui c'è una palina segnavia che indica a destra con il sentiero 107: Passo Salmurano a ore 1, sentiero Orobie 101 a ore 1, rifugio Benigni a ore 2.20; a sinistra: Valle Pianella a ore 0.10, Cinque Vie a ore 1, Valle Inferno a ore 1.40.
Proseguiamo verso destra con maggiore pendenza tra radi larici.
Guadiamo un piccolo torrente che scende impetuoso da sinistra. Poco dopo superiamo un altro ruscelletto. Poi un rivolo d'acqua si riversa sul sentiero allagandolo.

A destra c'è una gola nella quale il torrente si getta con una piccola cascata.
Superiamo facilmente una roccetta posta sul sentiero e poi, in leggera salita, raggiungiamo il torrente.
Guadatolo, con un breve tratto in salita raggiungiamo il bivio con il sentiero 108 descritto nel precedente itinerario.
I segnavia indicano: Ornica a ore 2, Cusio (curva degli Sciocc) a ore 0.45, Salmurano a ore 0.30.
Continuiamo verso sinistra, come descritto nel secondo itinerario, fino al rifugio.

Tempo impiegato: ore 4.00 - Dislivello: m. 1242
Data escursione: ottobre 2007

Escursioni partendo dal Rifugio:


Copyright © Diska (www.diska.it) 2001,2018 - All Rights Reserved