Rifugio Albani

Il Rifugio Albani si trova alla Conca del Polzone, in alta Val di Scalve, con bella vista della parete nord della Presolana e del sottostante abitato di Colere.

Nei pressi del rifugio, accanto alla croce, c'è un rosone sul quale sono indicate tutte le cime che si possono vedere, con la loro altezza e la direzione in cui si deve guardare. Se arriviamo qui in una giornata serena potremo così ammirare: Presolana Occidentale (m. 2521), Presolana del Prato (m. 2450), Presolana Centrale (m. 2517), Presolana Orientale (m. 2490), Cornone Blumone (m. 2830), Corna di S. Fermo (m. 2329), Pizzo Camino (m. 2491), Monte Sossino (m. 2398), Cimon della Bagozza (m. 2409), Carè Alto (m. 3462), Adamello (m. 3539), Corno Baitone (m. 3330), Monte Venerocolo (m. 2589), Pizzo Tornello (m. 2687), Monte Gleno (m. 2883), Pizzo Tre Confini (m. 2823), Pizzo Re Castello (m. 2888), Pizzo Diavolo della Malgina (m. 2926), Cime di Cagamei (m. 2913), Pizzo Coca (m. 3052), Dente di Coca (m. 2926), Pizzo Porola (m. 2981), Pizzo Scais (m. 3039), Pizzo Redorta (m. 3037), Cima di Fontana Mora (m. 2354), Monte Ferrante (m. 2427), Cima Verde (m. 2120).

Primo itinerario: da Carbonera di Colere (sentiero 403)

Scendendo dal passo della Presolana (m. 1297) in Val di Scalve con la SP 56, dopo km. 4.7 in località Castello, giriamo a sinistra per prendere la SP 58 per Colere.
A Colere attraversiamo l'abitato tenendo sempre la via principale (Via Valle, Via Tortola, Via Zanoli).
Prendiamo poi a sinistra Via Carbonera la strada che conduce verso gli impianti di risalita (cartello indicatore: seggiovie e Rifugio Albani)
Dopo 400 metri, alla destra troviamo il primo dei due parcheggi della seggiovia che sale a Cima Bianca e vi lasciamo la macchina (m. 1039). Alzando lo sguardo possiamo vedere lassù in alto il rifugio.

Dall'altra parte della strada, all'inizio di Via Polzone, un segnavia indica la partenza della nostra escursione (sentiero 403 - Rifugio Albani ore 2.15).
Ci incamminiamo dunque sulla stradina asfaltata alla destra del torrente Rino; la pendenza per ora è lieve.
Troviamo quasi subito un bivio. I segnavia indicano a sinistra il sentiero delle Tre Fontane e il Pian di Vione a 30 minuti; diritto il Rifugio Albani.
Ignoriamo un sentiero sulla destra che conduce verso le case della frazione e iniziamo a salire nel bosco in modo abbastanza ripido alternando tratti con il fondo in cemento e sterrato.
Al primo tornante altri segnavia confermano il rifugio nella nostra direzione di marcia.
Superiamo una costruzione dell'acquedotto (m. 1110), poi saliamo con alcuni tornanti che tagliano una pista di fondo come indica anche un cartello su un albero. Ai lati della pista ci sono due cannoni spara neve. Un altro cartello segnala un percorso di sci alpinismo.
Ora la pendenza è minore. Ignoriamo un sentierino sulla destra poi, dopo aver percorso un tratto con una protezione a valle, raggiungiamo una baita (m. 1220).
Sulla destra vediamo il primo troncone della seggiovia. Guadiamo due volte un ruscello, passando dapprima verso sinistra e poi tornando dall'altra parte.
Poco dopo arriviamo alla baita Frassinetto (m. 1265).

Un segnavia indica il Rifugio Albani sulla sinistra. Lasciamo pertanto la strada e prendiamo il sentiero che, in leggera salita, si addentra nella pineta.
Superato un ruscello che troviamo in secca e un cartello indicante il rifugio, vediamo una baita in alto a destra e attraversiamo il torrente con un bel ponte di legno, coperto da una pensilina. Dopo il ponte c'è una panca di legno (m. 1280).
Riprendiamo a salire ripidamente e raggiungiamo un bivio (m. 1305) dove un segnavia indica sulla destra il sentiero 403 per il Rifugio Albani a ore 1.45; mentre a sinistra si stacca un altro sentiero definito come "variante". Andiamo a destra.
Il sentiero diviene ancora più ripido poi spiana e, uscendo dal bosco, incrociamo una pista da sci. A monte vediamo due cannoni spara neve e a valle un tornante della strada.
Attraversata la pista rientriamo nel bosco (m. 1360).
Saliamo tra faggi e pini, in modo parallelo alla pista, seguendo le bandierine bianco rosse dipinte sugli alberi.
Riattraversiamo poi la pista in direzione opposta, vale a dire verso sinistra, seguendo un segnavia che indica il Rifugio Albani (m. 1410).
Ovviamente avremmo anche potuto abbandonare il sentiero e risalire semplicemente la pista da sci anziché attraversarla due volte.

Tra faggi e pini saliamo con un ripido zig-zag poi percorriamo un tratto in piano dove ci sono parecchi ciclamini.
In leggera salita superiamo due piccoli slarghi nel bosco e arriviamo ad un bivio dove dalla sinistra si innesta la "variante" che avevamo precedentemente trascurato (m. 1505).
Riprendiamo a salire con ripidi tornantini passando per qualche piccola radura nel bosco.
In alto cominciamo a vedere la Presolana. Ad un bivio andiamo a sinistra (m. 1640) poi, dopo un tratto in piano, giriamo a destra e riprendiamo a salire ripidamente. Il bosco ormai è terminato.
Ci avviciniamo a una parete (sulla quale è scritto in grande Albani - Teveno) tenendoci sulla sinistra e incontriamo il sentiero 406 descritto nel secondo itinerario, che arriva dalla destra. I segnavia indicano a sinistra il Rifugio Albani a ore 0.30 e a destra la Malga Polzone a ore 0.45.

Continuiamo in salita su pietre e ghiaia e poi, superato un canalone detritico, lo risaliamo faticosamente alla sua sinistra. Siamo in località La Rata e in alto cominciamo a vedere il rifugio.
Superiamo un traliccio arrugginito dell'ex teleferica (m. 1790) e continuiamo con un traverso a sinistra tra i prati con minore pendenza.
Riprendiamo a zigzagare ripidamente e arriviamo al colletto, nei pressi della Baita Alta di Polzone, ove incrociamo il sentiero 401.
Qui, di fronte al ripido versante nord della Presolana, i segnavia indicano a sinistra: il Colle Guaita a ore 0.20, il Passo Porta a ore 0.45 e Colere a ore 1.45.
Continuando diritto, arriviamo ad un altro bivio dove andiamo a sinistra solo perché il cammino sembra più agevole.

Raggiungiamo le baracche, alcune delle quali visitabili, che venivano utilizzate dai minatori (m. 1915). Infatti, nella zona attorno al rifugio, potremo notare diverse gallerie scavate nella roccia dai minatori che estraevano la fluorite. Ci sono anche un piccolo pezzo di binario con una motrice e tre vagoncini carichi di materiale, lasciati li a testimonianza del passato.
Accanto c'è la vecchia Capanna Trieste, una baracca in legno che fungeva da rifugio fino a quando nel 1967 venne sostituita dall'attuale costruzione in muratura.
Ci dissetiamo al Fontanone, un pozzo intermittente che porta incisa la frase: "Tu stanca, io fresca e pura".
Superiamo un bel ponticello. In alto a sinistra vediamo una cappellina dedicata alla madonna.
Ancora pochi passi in salita e arriviamo al rifugio.

Tempo impiegato: ore 2.15 - Dislivello m. 900
Data escursione: luglio 2006

Secondo itinerario: Per la Malga Polzone (sentieri 403, 404, 406, 403)

Questo secondo itinerario costituisce una variante del precedente con il quale ha in comune la prima e l'ultima parte. E' un poco più lungo ma può essere una valida alternativa per tornare al parcheggio per una diversa via.

In questo caso, arrivati alla baita Frassinetto (m. 1265), ignoriamo il sentiero sulla sinistra e continuiamo diritto.
La strada gira anch'essa a sinistra poco più avanti e poi sale ripidamente.
Al successivo tornante un segnavia indica che, continuando diritto lungo la pista da sci, potremmo riportarci sul sentiero descritto nel precedente itinerario. Proseguiamo invece lungo la strada sempre assai ripida.
Superati due brevi tornanti arriviamo ad una costruzione dell'acquedotto sulla quale è dipinta una bandierina bianco-rossa con il segnavia 404.
Poco dopo un ruscello passa intubato sotto la strada.
Più avanti torniamo a vedere, alla nostra sinistra, la pista da sci e alcuni cannoni spara neve.
Passiamo per due volte sotto la seggiovia. Ora il fondo è sterrato e la pendenza meno ripida.
Presso un tornante troviamo il punto di partenza di uno ski lift.
Troviamo poi sulla destra uno slargo; qui c'è il punto di arrivo del primo troncone della seggiovia e quello di partenza del secondo (m. 1571).

Più avanti lasciamo la sterrata e attraversando un prato alla sinistra raggiungiamo la Malga Polzone. Alla destra c'è un laghetto recintato.
Prendiamo un sentiero alla sinistra della malga all'inizio del quale i segnavia indicano: Malga Polzone m. 1571; diritto con il sentiero 406: Rifugio Albani a ore 1.30.
In piano superiamo uno ski lift poi percorriamo un breve tratto in discesa e arriviamo ad un bivio. Un segnavia indica di continuare sulla destra e segnala il Rifugio Albani ancora a ore 1.30 di cammino.
Superiamo un tratto su terreno detritico e continuiamo in piano.
Ora iniziamo a salire passando tra radi larici e cespugli di rododendro.
Percorriamo poi un breve tratto in discesa abbassandoci di una quindicina di metri.
Camminiamo in piano ai piedi di una ripida parete sulla quale vediamo una grossa scritta in rosso che indica Teveno nella direzione dalla quale proveniamo e Albani di fronte a noi.
Poco dopo incontriamo il sentiero 403 che sale da sinistra (m. 1700) con il quale, come descritto nel primo itinerario, continuiamo fino al rifugio.

Tempo impiegato: ore 2.40 - Dislivello m. 900
Data escursione: luglio 2006

Terzo itinerario: con la seggiovia fino a Cima Bianca

C'è anche la possibilità di utilizzare uno dei due tronconi della seggiovia o entrambi (Carbonera-Malga Polzone-Cima Bianca).
Nell'estate 2010 la seggiovia è in funzione nei giorni: 24-25-31 luglio e dall'1 al 22 agosto. Il costo del biglietto A/R fino alla Malga Polzone è di Euro 7 e fino a Cima Bianca di Euro 10. Non è in vendita il biglietto di sola andata. Orario: 9-17.30 continuato per la prima tratta; 15 minuti ogni ora per la seconda.

Dalla Malga Polzone (m. 1571) possiamo continuare a piedi come indicato nella seconda parte del secondo itinerario.

Utilizzando invece entrambe le seggiovie arriviamo a Cima Bianca (m. 2080).
All'uscita della seggiovia prendiamo una sterrata sulla sinistra che si avvia verso la Presolana passando davanti al Rifugio Cima Bianca. Un segnavia indica il Rifugio Albani.
In leggera discesa ci abbassiamo in un avvallamento dove sulla sinistra c'è un baitello in legno.
Pochi passi in salita portano ad un bivio dove andiamo a sinistra. Un cartello informa se il Rifugio Albani è aperto o chiuso.
Proseguiamo alternando tratti in piano ad altri in discesa.
Ignoriamo un sentiero che si stacca verso destra (m. 2030).
Troviamo poi sulla sinistra, uno dopo l'altro, due avvallamenti contenenti delle pozze d'acqua (m. 2000).
Più avanti, sulla destra oltre un valloncello, vediamo due ruderi.
Passiamo tra due rocce (m. 1980). Lasciamo a destra un piccolo dosso e cominciamo a vedere il rifugio davanti a noi.
Continuiamo in discesa con alcuni tornanti. Alla sinistra vediamo una croce. Alla destra ci sono le gallerie scavate dai minatori, un cassottello di legno, e il sentiero per il Rifugio Curò.
Ancora pochi passi e arriviamo al rifugio.

Tempo impiegato: ore 0.20 - Dislivello m. -141
Data escursione: agosto 2010

Quarto itinerario: da Teveno (sentiero 406)

Scendendo dal passo della Presolana (m. 1297) in Val di Scalve con la SP 56, dopo km. 4.7 in località Castello, giriamo a sinistra per prendere la SP 58 per Colere.
A Colere attraversiamo l'abitato. Lasciata a sinistra la strada che conduce verso gli impianti di risalita, proseguiamo con la provinciale 58 verso Vilminore.
Poco prima di arrivare a Teveno troviamo sulla sinistra l'inizio del sentiero 406.
Parcheggiamo la macchina un centinaio di metri più avanti, sul bordo sinistro della strada, dove ci sono nove garages con la porta in legno color marrone (m. 1130).

A piedi torniamo indietro e imbocchiamo il sentiero 406 all'inizio del quale i segnavia indicano: Malga Polzone a ore 1.15, Rifugio Albani a ore 2.30.
Il sentiero inizia con due gradini di pietra seguiti da altri di legno e sale tra gli alberi.
Poco dopo sbuchiamo in un prato e lo attraversiamo quasi in piano seguendo pallide tracce tra l'erba.
Oltre il prato, in salita entriamo in un bosco all'inizio del quale su di un albero vediamo un segnavia a bandierina rosso bianco rosso (m. 1140).
Quasi in piano superiamo una piccola radura (m. 1170) poi torniamo nel bosco e proseguiamo in leggera salita.
Troviamo un picchetto dipinto di rosso e giriamo a destra.
Camminiamo quasi in piano. Alla sinistra c'è un prato che scende verso la provinciale e alla destra c'è il bosco (m. 1185).
Lasciamo a sinistra un masso con i bolli.

Rientriamo nel bosco e subito ne usciamo poi, in leggera salita, attraversiamo un prato.
Vediamo un baitello in basso a sinistra. Un piccolo sentiero scende a raggiungerlo.
Dopo pochi passi in salita continuiamo con poca pendenza verso una casa che lasciamo a sinistra (m. 1210).

Al termine del prato, con pochi passi in discesa, passiamo sotto il cavo di una teleferica e rientriamo nel bosco.
Scendiamo verso il letto di un torrente che troviamo in secca, poi risaliamo la sponda opposta agevolati da radici affioranti e da alcuni gradini di legno.
Dopo un tratto con poca pendenza torniamo a salire. Alla destra c'è un prato e poi il bosco. Alla sinistra ci sono due massi. Camminiamo sopra delle radici (m. 1245).
Troviamo altri massi coperti di muschio.
Attraversiamo una piccola radura, poi giriamo a destra e proseguiamo in leggera salita. Il sentiero ora è più largo (m. 1270).

Poco dopo arriviamo ad un bivio e prendiamo il sentiero più stretto, quello a sinistra. I segnavia indicano: sentiero 406, Malga Polzone a ore 1.
Riprendiamo a salire. Il sentiero si divide solo per aggirare un albero.
Poi alla sinistra troviamo una corta transenna tra due alberi.
La pendenza aumenta e saliamo con delle serpentine.
Il sentiero si divide e poco dopo torna ad unirsi (m. 1300).
Poi la pendenza diminuisce un poco.
Superiamo un ruscelletto e subito dopo percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1320).
Ora la pendenza aumenta. Percorriamo una curva verso destra (m. 1330).
Poi saliamo in modo abbastanza ripido (m. 1345). Il sentiero si divide e dopo un paio di metri si riunisce.
Superiamo un ampio tornante sinistrorso.
Dopo un ampio tornante destrorso aggiriamo un grande albero (m. 1365).
Percorriamo una curva a sinistra e poi un tornante destrorso tagliabile con un piccolo sentiero (m. 1385).

Subito dopo arriviamo ad un bivio. I bolli indicano di andare a sinistra ma possiamo prendere entrambe le direzioni, infatti poco più avanti i due sentieri si riuniscono.
Proseguiamo con delle serpentine.
Poi il sentiero si scompone in tre tracce; seguiamo quella più a sinistra che è più agevole. Più avanti il sentiero si ricompone (m. 1400).
In alcuni punti camminiamo su delle radici affioranti.
Su di una pietra vediamo una freccia rossa (m. 1415).
Il sentiero nuovamente si divide. I bolli segnalano la traccia alla destra. La pendenza diminuisce e poco più avanti i due rami si ricompongono (m. 1440).

Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1460) subito seguito da una curva alla destra oltre la quale troviamo un albero, con il tronco tagliato, nel mezzo del sentiero.
Il sentiero ora si divide in due tracce parallele. In quella a destra ci sono delle radici affioranti che fanno da gradino. Dopo pochi metri il sentiero si ricompone.
Dopo pochi passi quasi in piano (m. 1470) attraversiamo un valloncello nel quale scorre un rivolo e, con una curva a destra, proseguiamo in leggera salita.

Dopo una curva a sinistra torniamo a salire, ben presto in modo abbastanza ripido.
Un cartello su di un albero indica il Rifugio Albani. Vediamo anche un segnavia 406 a bandierina. Qui giriamo a destra e, dopo un breve tratto quasi in piano, riprendiamo a salire.
Superiamo una curva a sinistra e proseguiamo dapprima in leggera salita e poi con un breve tratto quasi in piano (m. 1510).
Poi giriamo ancora a sinistra a saliamo con delle serpentine.

Il bosco diventa più rado. Un segnavia 406 su di una pietra sembrerebbe indicare verso destra ma proseguiamo diritto (m. 1535).
Troviamo altri bolli. Dopo una curva a destra la pendenza diminuisce.
Superata una curva a sinistra torniamo a salire e vediamo un altro segnavia 406.
Ora il fondo del sentiero è prevalentemente pietroso.

Quasi in piano raggiungiamo una palina con due segnavia che indicano con il sentiero 406, davanti: Rifugio Albani a ore 1.15; dietro: Teveno a ore 1. Le stesse indicazioni sono dipinte su di un masso.
Passiamo sotto una rete rossa che delimita una pista da sci e, andando a sinistra in leggera discesa, poco dopo raggiungiamo la stazione della seggiovia di Malga Polzone (m. 1555).
Giriamo a destra. Passiamo tra un cartellone che segnala le piste alla sinistra, il baitello "noleggio e scuola sci" e un tapis roulant alla destra.
Dalla sinistra sale la sterrata, descritta nel secondo itinerario, sulla quale ci immettiamo e raggiungiamo la Malga Polzone (m. 1571).

Continuiamo come descritto nella seconda parte del secondo itinerario che successivamente si immette nel primo, seguendo i quali arriviamo al rifugio.

Tempo impiegato: ore 2.30 - Dislivello m. 809
Data escursione: ottobre 2013

Quinto itinerario: da Colere con il sentiero 402

Percorrendo la via centrale di Colere, lasciamo a destra la chiesa parrocchiale e proseguiamo per altri duecento metri fino a trovare sulla sinistra Via Larga all'inizio della quale vari segnavia indicano con il sentiero CAI n. 402: Pian di Vione a ore 0.30, Rifugio Albani a ore 3, Monte Visolo a ore 4.30 e inoltre: Calchera, Pineta, Falesia Roby Piantoni.
La macchina va lasciata in qualche parcheggio o slargo lungo la via principale. In ultima analisi, proseguendo per altri 500 metri, ci sono i parcheggi della seggiovia.

Partiamo dunque da Via Larga (che larga non è) e ci incamminiamo quasi in piano tra le case (m. 1025).
Percorriamo una curva a destra e proseguiamo in leggera salita passando sopra una grata per lo scolo dell'acqua.
Giunti al termine dell'abitato, continuiamo tra alberi e prati.
Alla sinistra, una stanga chiude l'accesso ad un prato.
Subito dopo, alla destra, troviamo uno slargo ed ignoriamo una stradina anch'essa chiusa da una stanga. Proseguiamo diritto con il fondo in cemento (m. 1045).
Percorriamo una curva a sinistra. Ora c'è qualche albero in più (m. 1060).
Su di un palo in cemento alla destra vediamo un segnavia 402 a bandierina.
La pendenza diventa abbastanza ripida.

Incrociamo un'altra stradina (m. 1090). Un cartello segnala una "zona protezione sorgenti". Proseguiamo diritto con minore pendenza e con un prato alla sinistra e il bosco dall'altro lato.
Ignoriamo una sterrata che retrocede a destra nel bosco (m. 1105).
Continuiamo in leggera. Dalla sinistra arriva un'altra stradina.

Subito dopo raggiungiamo uno slargo sterrato. Alla destra c'è una costruzione ad un solo piano con un terrazzo al posto del tetto. I segnavia indicano diritto: Calchere, Falesia Roby Piantoni. Probabilmente è possibile arrivare fin qui in auto tenendo presente che in alcuni punti la strada è abbastanza ripida e consente il passaggio di una sola vettura per volta (m. 1110).
Proseguiamo su sterrato in vista delle verticali pareti della Presolana.

Troviamo una bacheca e dei segnavia che indicano il sentiero 402 e la falesia. Alla destra c'è l'area pic-nic di Pian di Vione. Continuiamo diritto. Vediamo alcuni alberi intagliati. (m. 1135)
Passiamo accanto a dei cartelli che indicano: zona di protezione sorgenti, sentiero delle fontane, calchera, falesia Roby Piantoni. Altri segnavia indicano: Rifugio Albani, Passo della Porta, Belvedere Alpino. Ignoriamo una sterrata che, alla sinistra, si addentra in un fitto bosco.
Notiamo che alcuni massi, sotto agli alberi, sono coperti di muschio.
Percorriamo un tratto più aperto con vista sulle pareti della Presolana davanti a noi. Ignoriamo un sentiero che quasi in piano si stacca alla destra (m. 1155).
Proseguiamo in salita tra radi alberi (m. 1170).

Entriamo nel bosco e troviamo un cartello che indica la falesia Roby Piantoni con un sentiero che si stacca alla destra (m. 1190).
Proseguiamo diritto in modo abbastanza ripido. Alla destra c'è una calchera.
Percorriamo uno zig-zag sinistra-destra.
Vediamo un segnavia a bandierina su di una pietra (m. 1210).
Usciamo dal bosco e confluiamo in un sentiero che ci ha accompagnato in parallelo alla destra (m. 1225).
Camminiamo su pietrisco. Dopo una curva a sinistra la pendenza diminuisce un poco (m. 1235).

Entriamo in una faggeta. Di tanto in tanto troviamo dei bolli bianco-rossi, altri azzurri oppure rossi.
Dopo pochi passi quasi in piano proseguiamo in leggera salita (m. 1245).
Percorriamo due curve destra-sinistra. Continuiamo in salita (m. 1255).
Camminiamo sopra delle radici affioranti dal terreno.

Presso una curva a destra, su di un albero vediamo un cartello che indica il Rifugio Albani (m. 1270).
Poco dopo un altro cartello segnala Colere nella direzione dalla quale proveniamo.
Il sentiero si divide e si ricompone dopo aver aggirato un albero. Saliamo in modo abbastanza ripido e cominciamo a trovare come segnavia, dei paletti, in genere dei piccoli tronchi tagliati, dipinti di azzurro nella parte in alto. Camminiamo sopra delle radici.
Proseguiamo con serpentine appena accennate.
Aggiriamo un albero al quale è stato appeso il cartello "zona di caccia A" (m. 1280).
Il bosco è molto umido come del resto si può ben capire dalla presenza di muschio e felci. Per un tratto la pendenza diminuisce un poco poi torniamo a salire in modo abbastanza ripido (m. 1300).

Attraversiamo un piccolo canale che potrebbe essere il letto di un torrente in secca (m. 1310).
Saliamo ripidamente. Troviamo un tronchetto tagliato e dipinto in alto di azzurro.
Alcune radici fanno da gradino. Il sentiero si divide in due tracce parallele e poi si ricompone (m. 1325).
La pendenza diminuisce. Troviamo una fila di pietre, di traverso al sentiero, allo scopo di deviare l'acqua piovana verso destra.

Usciamo dal bosco passando accanto ad un altro paletto dipinto d'azzurro (m. 1335).
Il sentiero prosegue attraversando una pietraia. Davanti vediamo le pareti della Presolana.
Continuiamo tra alberelli, cespugli, mughi e radi larici.
Percorriamo una curva a destra.

Ignoriamo un sentiero che retrocede a sinistra, accanto ad un paletto dipinto in alto da un lato di azzurro e dall'altro di verde (m. 1365).
Dopo una curva a sinistra, continuiamo in leggera salita.
Quasi in piano attraversiamo una zona con massi, roccette e larici (m. 1375).
Riprendiamo a salire tra larici e mughi,
Quasi in piano percorriamo una curva a destra e poi in leggera salita un tornante sinistrorso.
Per un tratto il sentiero è incassato nel terreno circostante (m. 1395).
Dopo una curva a destra e pochi passi quasi in piano, alterniamo due tratti in salita ad uno con poca pendenza.

Troviamo un altro paletto dipinto di azzurro nella parte alta (m. 1410).
Percorriamo uno zig-zag sinistra-destra.
Continuiamo tra i larici dapprima quasi in piano e poi in salita.
Saliamo due gradini di roccia e continuiamo quasi in piano tra delle roccette. Vediamo il segnavia 402 a bandierina. Alla sinistra c'è una verticale parete della Presolana (m. 1430).
Percorriamo un tratto quasi in piano, a mezza costa, tra pochissimi alberi.
Dopo una curva a destra ne percorriamo un'altra a sinistra, in leggera salita, passando accanto ad un paletto con il segnavia azzurro.

Riprendiamo a salire con alberelli alla sinistra ed un vasto ghiaione alla destra.
Poi quasi in piano, giriamo a destra e iniziamo ad attraversare il ghiaione. Nel mezzo troviamo un canale asciutto. Dopo una breve discesa lo attraversiamo e risaliamo.

Torniamo nel bosco.
In salita passiamo accanto ad un paletto con il segnavia azzurro (m. 1450).
Poi ne troviamo un altro (m. 1470). Alla destra ci sono alcuni spuntoni di roccia. In questa zona vediamo molti bolli.
Proseguiamo dapprima quasi in piano e poi in leggera salita tra radi alberi.
Troviamo un masso squadrato con una freccia che indica la nostra direzione di marcia.
Continuiamo in salita. Il sentiero è parzialmente coperto da roccette.

Proseguiamo con minore pendenza. Ora alla destra ci sono solo bassi alberelli e possiamo così vedere la vallata (m. 1500).
Dopo una curva a sinistra riprendiamo a salire.
Nel mezzo del sentiero troviamo un tronco tagliato e parzialmente scolpito nella parte alta.
Subito percorriamo uno zig-zag sinistra-destra (m. 1515).
Il fondo del sentiero in questo punto è roccioso.
Alla destra vediamo ancora il fondovalle.
Giriamo a sinistra passando accanto ad un paletto con il segnavia azzurro (m. 1530).

Usciamo dal bosco e percorriamo alcuni zig-zag in modo abbastanza ripido, l'ultimo dei quali verso destra tra alberi radi.
Dopo un tratto su fondo roccioso proseguiamo su di un misto di roccette e sterrato. La pendenza diminuisce un poco (m. 1550).
Troviamo un altro paletto dipinto di azzurro.
Dopo un tratto abbastanza ripido la pendenza diminuisce.
Percorriamo pochi metri quasi in piano con vista sulla vallata.
Con un lungo passo saliamo una pietra.
Riprendiamo a salire e ben presto in modo ripido tra pochi alberi, erba, cespugli e pietre (m. 1575).
Percorriamo uno zig-zag sinistra-destra (m. 1585).
La pendenza diminuisce un poco. Ora camminiamo in prevalenza tra erba e alberelli. Passiamo tra due roccette.

Arriviamo ad un bivio (m. 1600). Il nostro sentiero prosegue alla sinistra. Un cartello indica diritto: "Belvedere Alpino". Facciamo questa piccola deviazione e in quattro minuti, su sentiero sconnesso, raggiungiamo uno slargo protetto a valle dal quale si può vedere tutta la vallata. In particolare, proprio di fronte, è visibile quanto resta della diga del Gleno.
Alle nostre spalle tra le cime della Presolana notiamo le Quattro Matte. Secondo la leggenda, erano quattro sorelle belle e vanitose: Erica, Gardenia, Genzianella e Rosina che osarono prendersi gioco dei folletti del bosco e per questo furono severamente punite e trasformate in pinnacoli di roccia.
Dopo una breve pausa contemplativa torniamo al bivio e riprendiamo il cammino.

Saliamo in modo abbastanza ripido dapprima tra l'erba e poi tra alberi ed erba.
La pendenza diminuisce un poco (m. 1635) poi torna ad essere abbastanza ripida (m. 1645).
Dopo un tratto tra fitti alberelli, proseguiamo tra erba e cespugli (m. 1660).
Con minore pendenza percorriamo due curve sinistra-destra vicine tra loro.
Riprendiamo a salire in modo abbastanza ripido, poi la pendenza diminuisce.
Proseguiamo quasi in piano (m. 1685).
Torniamo a salire con uno zig-zag sinistra-destra.
Continuiamo con lievi serpentine tra cespugli e mughi.
Dopo alcuni passi con poca pendenza riprendiamo a salire tra erba, rododendri e mughi (m. 1715).

Passiamo tra due basse pietre (m. 1735).
Torniamo a salire in modo abbastanza ripido su fondo in prevalenza roccioso.
Il sentiero si divide e dopo alcuni metri si ricompone (m. 1745).
Con poca pendenza, passiamo accanto ad alcuni massi e roccette.
Percorriamo una curva a destra (m. 1760).
Ora camminiamo tra erba e piccoli mughi su di un sentiero coperto da pietrisco.
Proseguiamo in salita.

Quasi in piano cominciamo ad aggirare alla destra una grande conca ghiaiosa (m. 1800). ll sentiero si biforca e ignoriamo la traccia alla sinistra che scende verso il ghiaione. Oltre la conca vediamo il sentiero 401 che zigzagando si dirige verso la parete verticale dove sale il percorso attrezzato del Passo della Porta.
Alterniamo due tratti in leggera salita ad uno quasi in piano camminando tra erba, mughi e rododendri.
Proseguiamo quasi in piano su un rialzo tra due conche (m. 1815).
Continuiamo con poca pendenza tra erba e cespugli.
Troviamo il segnavia 402 a bandierina.

Poco dopo arriviamo ad un bivio. Due frecce indicano a sinistra il sentiero 401 e dietro il 402. Andiamo a destra con un tornante, in leggera salita (m. 1850).
In salita raggiungiamo una dolina aggirabile da entrambi i lati (m. 1865).
Troviamo un masso sul quale sono stati tracciati dei segnavia che indicano Colere con il sentiero 402 e P. Porta con il 401 (m. 1875). Proseguiamo diritto.
Percorriamo un tratto su fondo roccioso (m. 1885).
Continuiamo quasi in piano tra la montagna alla sinistra e un dosso alla destra (m. 1900).
Percorriamo un tratto in leggera discesa seguito da un altro in leggera salita.

Giriamo a sinistra. Su di un masso vediamo il segnavia 401 (m. 1895). Davanti, oltre una conca di sfasciumi, cominciamo a vedere gli edifici delle miniere e il Rifugio Albani.
In leggera discesa iniziamo ad aggirare la conca in senso orario.
Continuiamo tra il pietrisco, a mezza costa, quasi in piano (m. 1890).
Dopo un tratto in leggera discesa ne percorriamo un altro in leggera salita (m. 1885). Vediamo il segnavia 401 su di una pietra.
Continuiamo in leggera discesa.

Alla sinistra, in fondo ad un'altra conca, c'è il Laghetto di Polzone. Lo troviamo con poca acqua (m. 1880).
Proseguiamo quasi in piano. Più sotto un altro sentiero ci segue in parallelo.
Superato il laghetto, giriamo a sinistra e continuiamo in leggera salita.
Percorriamo un tratto su fondo roccioso. Davanti torniamo a vedere gli edifici delle miniere e il Rifugio Albani (m. 1890).
Proseguiamo quasi in piano. Vediamo il segnavia 401 su di un masso.

Poco più in basso a sinistra c'è la Malga Polzone Alta.
Raggiungiamo due paline. Sulla prima i segnavia indicano dietro con il sentiero 401: Colle Guaita a ore 0.20, Passo Porta a ore 0.45, Colere a ore 1.45; a destra con il sentiero 406: Malga Polzone a ore 1, e con il sentiero 403: Colere a ore 1.30; sulla seconda palina altri segnavia indicano dietro con il sentiero 401: Monte Visolo a ore 2.30, Rifugio Cassinelli a ore 4, Periplo della Presolana; a sinistra con il sentiero 401: Passo Scagnello a ore 0.45, Monte Ferrante a ore 2, Valzurio a ore 4; a destra con il sentiero 403: Colere.
Andiamo a sinistra in leggera salita immettendoci sul sentiero già descritto nell'ultima parte del primo itinerario con il quale proseguiamo fino al rifugio.

Tempo impiegato: ore 3 - Dislivello m. 944 -30
Data escursione: agosto 2015

Escursioni partendo dal Rifugio:


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