Bivacco Sforza

Lo Zucco di Sileggio è la montagna che si erge sopra Mandello del Lario.
Sul versante nord, quasi in cima, è stato edificato nel 2007 a cura della Comunità del Lario Orientale, un bivacco dedicato al Prof. Mario Sforza.
Sul versante opposto, quello che guarda su Mandello, praticamente alla stessa altezza del bivacco, nel punto più panoramico, è stata eretta una croce.
Molto bella la vista, da un lato sulle Grigne e dall'altro sul lago, da Lecco a Bellagio e oltre, e sui monti che lo circondano.
Il bivacco è una piccola costruzione in muratura e dispone di un tavolo, due panche, quattro sedie, un mobile, tre mensole, camino e legna. Non ci sono brande. Una porta chiusa a chiave conduce in un altro piccolo locale.
Il percorso qui descritto è uno dei più facili non presentando, a differenza di altri, ferrate, tratti attrezzati o esposti senza protezioni.

Tra Mandello e Olcio, al km. 63.2 della SP72 che costeggia il Lago di Lecco, imbocchiamo sulla destra (est) la Strada per Somana. Superato il semaforo e passati sotto un ponte, risaliamo il paese.
Giriamo poi a sinistra in Via Rogola e continuiamo fino allo stop dove ci immettiamo su Via dei Partigiani continuando a sinistra in salita.
Raggiunta Piazza Clemente Gaddi e la chiesa di S. Abbondio, vediamo i primi segnavia che indicano verso destra diverse possibili mete.
Dobbiamo parcheggiare nei pressi della chiesa (m. 350) oppure proseguire diritto in Via di Era dove, dopo duecento metri, troviamo un parcheggio sulla sinistra (8 posti) e poi un altro a destra (24 posti).

In ogni caso, lasciata la macchina, ci incamminiamo, passando accanto alla chiesa, verso Sonvico e, in leggera salita, arriviamo ad uno slargo presso un bivio dove c'è anche una cappellina (m. 375). Qui vari segnavia indicano:
- a sinistra: il sentiero 15 per Era, Rifugio Bietti, Rifugio Brioschi; il sentiero 17 per Calivazzo, Bocchetta di Prada, Rifugio Bogani; Itinerario della Memoria.
- a destra: il sentiero 15 B per Era, Sentiero del Fiume; il sentiero 18 B per La Sirta, Gardata, Sentee del Tacc; il sentiero 18 C per Era, Gardata, Sentee del Venespol; Itinerario Didattico Naturalistico contrassegnato da un bollo azzurro.
Ci sono anche dei parcheggi riservati però alle persone che dispongono della necessaria autorizzazione (al sabato e festivi).

Andiamo a sinistra in leggera salita verso le case della Contrada di Sonvico.
Lasciamo a destra una fontana e poi giriamo a destra tra le case del borgo (nessuna indicazione). Continuando diritto invece c'è un piccolo cartellino che indica il Sentiero del Viandante.
Seguendo i segnavia a bandierina di colore verde bianco verde con i numeri 15 e 17, attraversiamo la Contrada di Mezzo e poi giriamo a destra e ci troviamo di fronte l'inizio della bella mulattiera che inizialmente dovremo percorrere.
Sulla destra ci sono un'edicola con un affresco raffigurante la Madonna, e un cartello che parla dell'Itinerario della Memoria. A sinistra invece ci sono i soliti segnavia con i numeri 15 e 17.
Iniziamo a salire e, superati alcuni orti, possiamo vedere sulla destra il sottostante Lago di Lecco.
Dopo un tratto senza gradini, ignoriamo un sentiero a destra e raggiungiamo la prima croce di ferro nera (m. 435) che segna la prima delle stazioni di una Via Crucis che ci accompagnerà fino al Santuario dedicato a Santa Maria sopra Olcio.

Tornati a salire con la mulattiera troviamo subito un bivio e ignoriamo il sentiero 17B rosso per lo Zucco Tura e lo Zucco Sileggio che si stacca a sinistra. Continuiamo verso destra invece seguendo la mulattiera che sale incassata nel terreno circostante tra prati e qualche albero.
Dopo la seconda stazione sulla destra vediamo una cascina.
Alla terza stazione ignoriamo un sentiero per Olcio che si stacca a sinistra; un altro, chiuso da una recinzione, scende a destra (m. 480).
Poco dopo due segnali stradali indicano il pericolo di caduta massi e il divieto di transito ai veicoli.
Più avanti percorriamo un tratto in piano in un rado bosco fino ad un'edicola con un immagine della Madonna di Lourdes.
Tra la quinta e la settima stazione della Via Crucis la pendenza aumenta un poco poi verso l'ottava percorriamo un tratto abbastanza ripido (m. 570).

Dopo una curva a sinistra raggiungiamo la cappella di S. Prada e la nona stazione (m. 590).
Continuiamo quasi in piano con bella vista a destra sulla vallata e sul lago. Poco dopo iniziamo a vedere la chiesa, di fronte a noi, più in alto.
Prima della undicesima stazione riprendiamo a salire.
Quasi in piano percorriamo una curva senza alberi e quindi con bella vista panoramica (m. 610).
In vista della dodicesima stazione torniamo a salire poi, superato un tratto quasi in piano, saliamo ripidamente fino all'ultima croce situata sotto la chiesa dove la mulattiera si divide.
Il percorso principale continua verso destra con una staccionata di legno a valle. A sinistra invece saliamo verso il Santuario (posto di ristoro aperto nei festivi). Passando poi sotto un portico, aggiriamo l'edificio e torniamo ad immetterci sulla mulattiera.
Un cartello posto all'incrocio informa: "Santa Maria sopra Olcio. A 661 metri s.l.m., su antica via di comunicazione che collegava Mandello alla Valsassina. Sicuramente già esitente nel 1145, quando il santuario è citato in un privilegio papale. Nel 1335 fu ospizio benedettino, con annessi locali edificati in epoca medievale. Dal 1440 dipende dalla Parrocchia di Olcio. Della primitiva costruzione romanica il campanile e la planimetria, ad aula unica con portico esterno. L'altare maggiore conserva un quadro con Maria e Bambino tra i SS. Giuliano e Lorenzo. Seriamente danneggiata da un disastroso incendio nel 1997, in seguito restaurata nelle forme attuali."

Continuiamo quasi in piano avendo a destra un bel precipizio con vari arbusti e alberelli lungo il ripido pendio che scende fino in fondo alla vallata.
Poco dopo incrociamo un sentiero; i segnavia indicano a sinistra il sentiero 17 B per lo Zucco di Tura e lo Zucco Sileggio cresta sudest mentre a destra il sentiero 15 C scende a Rongio e Mandello. Continuiamo diritto, in leggera salita, come indica il segnavia 15, verso Era, il Rifugio Bietti e il Rifugio Brioschi.
In basso vediamo i primi tornanti della mulattiera che dal Ponte di Ferro risalgono la Val Meria verso il Rifugio Elisa.
Continuiamo salendo alcuni ripidi gradini di roccia. A destra c'è sempre un notevole precipizio ma in questo punto ci sono dei picchetti di ferro di colore verde che reggono tre funi metalliche (m. 715).

Terminato il tratto protetto continuiamo con dei ripidi zig-zag su gradini di roccia.
Oltrepassato un poggio dove parte una teleferica (m. 740), percorriamo pochi passi in piano con la fune sopra le nostre teste e riprendiamo a salire altri gradini di roccia.
Alternando piano e salita raggiungiamo un altro tratto con protezioni a valle sull' impressionante precipizio.
Dopo il tratto protetto, il burrone alla nostra destra è meno ripido ed è ricoperto da vegetazione. Il sentiero inoltre è più largo.
Raggiungiamo un bivio (m. 763) dove i segnavia indicano a sinistra: sentiero 17 per Calivazzo, Bocchetta di Prada, Rifugio Bogani; diritto: sentiero 15 Per Era, Rifugio Bietti, Rifugio Brioschi.

Andiamo a sinistra. Da questo punto ci accompagneranno dei segnavia di colore rosso bianco rosso a strisce orizzontali.
Dopo un tratto con poca pendenza, in salita ne superiamo un altro su pietrisco e sfasciumi.
Proseguiamo in piano e poi in leggera salita.
Dopo una curva a sinistra continuiamo quasi in piano (m. 805) e dopo una curva a destra torniamo a salire.
Nuovamente in piano e poi, con pochi passi in salita, raggiungiamo uno spuntone sulla destra seguito da altri mentre il sentiero ritorna pianeggiante.
Riprendiamo a salire. Superato un tornante destrorso la pendenza diminuisce.
Saliamo poi alcuni gradini di pietra. Dopo due passi in piano (m. 835) e un tratto con poca pendenza saliamo a zig-zag in modo abbastanza ripido attorniati da alberelli. Poi la pendenza diminuisce (m. 850).
Dopo un tornante verso sinistra torniamo a salire ma, dopo il successivo verso destra, proseguiamo con pochissima pendenza,
Risaliamo alcuni rudimentali gradini di roccia passando accanto ad un segnavia a bandierina verde-bianco-verde con il n. 17.
Proseguiamo in leggera salita fino ad un tornante sinistrorso dopo il quale saliamo alcuni gradini di roccia.
Continuiamo con alcune serpentine. Qui il sentiero è incassato. In seguito la pendenza aumenta e diventa abbastanza ripida.
Ignoriamo una esile e ripida traccia che sale a destra (m. 915).

Sulla sinistra troviamo un poggio erboso dove è situato il Bivacco del Richetto, ovvero una semplice tettoia con una rudimentale panca (m. 925).
Proseguiamo verso destra in salita; davanti vediamo il Sasso Cavallo e dietro verso destra uno spicchio di lago.
Raggiungiamo un bivio (m. 950). I segnavia indicano con il sentiero 17 verde, diritto: Calivaggio, Bocchetta di Prada, Rifugio Bogani; dietro: Somana, Mandello; a sinistra con il sentiero 17B rosso: Zucco di Tura, Zucco Sileggio, Somana. Proseguiamo diritto quasi in piano.

Percorriamo un tratto dapprima incassato e poi protetto alla destra con dei paletti di ferro che reggono tre funi. In questo punto alla destra possiamo vedere il Sasso Cavallo e il fondo valle (m. 955).
In leggera discesa e poi quasi in piano assecondiamo alcune anse della montagna.
Troviamo un ripido sentierino che si alza a sinistra fino ad una sorgente posta una diecina di metri più in alto. L'acqua esce da un tubo e nei pressi, appeso ad un albero, c'è un bicchiere di vetro. E' questo l'unico punto in cui è possibile rifornirsi d'acqua.
Proseguiamo quasi in piano e poi in leggerissima discesa fino ad un bivio dove un segnavia a bandierina su un albero indica di proseguire verso sinistra (m. 945).
Ora il bosco è più fitto. Quasi in piano passiamo sotto un cavo di teleferica che attraversa il sentiero.
Poco più avanti troviamo un'altra teleferica che termina alla destra.
In basso a destra tra gli alberi riusciamo a scorgere una casa e un cassottello. Altre case le vediamo poi, un poco più in alto.
Dopo una curva verso destra in leggera salita, superato un grande faggio, troviamo sulla destra una casa davanti alla quale ci sono un tavolo e una panca.
Subito dopo c'è un bivio (m. 980). I segnavia indicano diritto con il sentiero 17: Calivazzo, Bocchetta di Prada, Rifugio Bogani; a sinistra con il sentiero 17A verde: Bocchetta di Verdascia, Zucco Sileggio, Mandello.

Con alcuni gradini saliamo a sinistra nei prati e continuiamo tra l'erba passando accanto ad un piccolo orto recintato. Sulla destra c'è una vecchia cascina. Siamo in località Prà Vescovin (m. 994).
Per tracce di sentiero saliamo nei prati a zig-zag. Sul versante opposto, guardando la Grigna, riusciamo a vedere il Rifugio Bietti su un dosso nell'anfiteatro del Releccio.
Ci spostiamo verso sinistra riavvicinandoci al bosco ma proseguiamo nei prati (m. 1020).
Rientriamo poi nel bosco, sempre in salita in modo abbastanza ripido.
Poi, quasi in piano, aggiriamo un dosso verso sinistra (m. 1060) e torniamo a salire ripidamente.
Percorriamo un breve tratto con poca pendenza (m. 1085) dopo di che il sentiero ridiventa ripido. Gli alberi sono più radi.
Ancora un tratto con poca pendenza poi torniamo a salire e vediamo il primo bollo giallo. Ora saranno questi segnavia ad accompagnarci.

Proseguiamo in leggera salita e raggiungiamo dapprima uno slargo sulla destra e poi un rudere a sinistra (m. 1115).
Subito dopo riprendiamo a salire, ben presto in modo ripido.
Dopo un tratto con poca pendenza saliamo ancora ripidamente con delle serpentine.
Lasciamo a destra un grosso masso e pieghiamo a sinistra (m. 1175).
Continuiamo con poca pendenza e poi con una salita che ben presto diventa assai ripida. Saliamo a zig-zag.
Poi la pendenza diminuisce un poco e percorriamo un traverso verso destra tra faggi e betulle (m. 1225).
Superiamo due piccoli tornanti ravvicinati e proseguiamo con un traverso a sinistra che termina alla Bocchetta di Verdascia (m. 1251). Davanti cominciamo a vedere il lago e il promontorio di Bellagio.
I segnavia indicano con il sentiero 17A, a sinistra: Zucco Sileggio, Somana, Mandello; a destra: Bocchetta Calivazzo, Alpe di Lierna; dietro: Somana, Mandello; davanti con il sentiero 17C: Acqua del Gesso, Saioli, Olcio.

Andiamo a sinistra in modo abbastanza ripido cominciando a risalire l'ampio crinale che ci porterà in cima allo Zucco Sileggio. Alla destra ci accompagna la vista sul lago e sui monti che lo circondano.
Passiamo alla destra di una grossa pietra.
Ci spostiamo poi sul lato sinistro dove possiamo ammirare le Grigne. Il Rifugio Bietti spicca sempre in lontananza.
Dopo questo tratto con minore pendenza, il sentiero torna a salire spostandosi al centro della cresta che si restringe un poco ma rimane pur sempre larga alcuni metri.
Dopo un tratto con poca pendenza, torniamo a salire in modo abbastanza ripido (m. 1290).
Passiamo accanto ad alcuni faggi. Poi questi aumentano di numero e formano un boschetto.
La pendenza aumenta ancora. Ora è decisamente ripida (m. 1330).
Faticosamente, su tracce di sentiero, saliamo fino a raggiungere la radura dove e situato il bivacco.
Pochi metri più avanti la salita termina in cima allo Zucco Sileggio (m. 1373).

Tempo impiegato: ore 3 - Dislivello: m. 1010
Data escursione: aprile 2011

Escursioni partendo dal Rifugio:


Copyright © Diska (www.diska.it) 2001,2016 - All Rights Reserved