Bivacco Primalpia

Il Bivacco Primalpia è situato sul versante orografico sinistro dell'alta Valle dei Ratti.
E' una struttura in muratura, inaugurata nel 1995, che dispone di 18 posti letto completi di materassi e coperte, camino con legna da ardere, fornello con bombola, stufa economica, lavandino, tavolone con panche, cassapanca, armadietti con stoviglie e cassetta per le offerte. Illuminazione con pannello fotovoltaico.
Una porta sulla destra conduce nel bagno. All'esterno ci sono un tavolo, sedili, barbecue e una vasca nella quale scorre l'acqua del torrente.

Gli fanno da corona le cime che separano questa valle dalla Val Codera e dalla Val Masino. Partendo da sinistra (ovest) vediamo: il Sasso Manduino (m. 2888), la Punta Magnaghi (m. 2871), le Cime di Gaiazzo (m. 2597 e m. 2920), la Bocchetta di Spassato (m. 2820), il Pizzo Ligoncio (m. 3032), il Pizzo della Vedretta (m. 2907), la Cima del Calvo (m. 2967), il Passo di Primalpia (m. 2476), il M. Spluga o Cima di Dosenigo (m. 2845).

C'è una strada in costruzione che attualmente (aprile 2022) sale asfaltata fino a quota m. 640 e poi prosegue sterrata fino a quota m. 900 (praticamente fin quasi al Tracciolino).
Dalla Loc. Vico (praticamente dall'inizio) c'è il divieto di transito ai veicoli non autorizzati. Occorre munirsi del permesso, al costo di € 5, presso gli Uffici Comunali o presso uno dei seguenti bar di Verceia: Bar Val di Ratt, Bar Pinki, Bar Miky, Bar Circolo Al Sert.
In alternativa è possibile salire a piedi utilizzando la vecchia mulattiera fino a Frasnedo.

Con la S.S. 36 arriviamo a Verceia. Al km 103, dopo il ponte sul Torrente Ratti e prima di arrivare alla stazione ferroviaria, giriamo a destra in Via Serto.
Incrociamo poi Via San Francesco e proseguiamo diritto in Via Vico (qui alcuni cartelli indicano la Val dei Ratti). Poco dopo troviamo sulla destra l'inizio della mulattiera (m. 260).
Se ci siamo dotati dell'apposito permesso, possiamo continuare con la strada che sale, un po' stretta, con vari tornanti, incrociando varie volte due diverse mulattiere.

La strada termina presso un tornante sinistrorso dove c'è spazio per fare manovra e parcheggiare (m. 900).
Proseguiamo diritto e poco dopo raggiungiamo il Tracciolino. I segnavia indicano: m. 912 slm; a sinistra: S. Giorgio a ore 1.30, Cola a ore 2.20, Codera a ore 3; diritto: Frasnedo a ore 1, Biv. Primalpia a ore 3.30, Rif. Volta a ore 5; dietro: Verceia centro a ore 1.30, Verceia stazione F.S. a ore 1.45. A destra si va verso la Diga di Moledana e anche da lì si può proseguire verso Frasnedo.
Attraversato il Tracciolino, proseguiamo dapprima in leggera salita e poi con maggiore pendenza.
Troviamo delle canaline di legno per lo scolo dell'acqua poste di traverso al percorso.
Percorriamo due tornanti ravvicinati, il primo dei quali verso sinistra (m. 935).
Alla sinistra c'è una zona recintata con una rete. Subito dopo troviamo una nicchia con una foto a ricordo di una persona deceduta e ignoriamo un ripido sentiero che sale a sinistra.
Proseguiamo quasi in piano tra alberi radi. In alto a sinistra vediamo le case di Castano e in basso a destra una cascata.
Continuiamo in leggera salita e troviamo dapprima un masso sopra il quale ci sono due piccole croci e più avanti un altro con una croce.

Dopo un tratto con delle protezioni alla destra arriviamo ad un bivio (m. 960). Un cartello recita: "Benvenuti a Casctan fraz. d'Europa".
Lasciamo a sinistra la mulattiera che conduce verso le case del piccolo abitato e proseguiamo diritto con ripide serpentine.
Arriviamo ad un punto pianeggiante (m. 975) dove troviamo un sentiero che si stacca verso sinistra e ritorna a Castano e un altro che scende a destra verso un lavatoio. Ci sono anche un rudimentale tavolo con alcuni sgabelli e una vasca in pietra con dell'acqua per abbeverare gli animali. Un cartello la definisce come "Bait, trogolo del XVI secolo?". Pochi metri più avanti c'è il "Baitel di Copas", vecchia sorgente che attualmente si sta cercando di recuperare.
Pochi passi più avanti troviamo un grande castagno.
Proseguiamo in salita nel bosco. Ora i castagni hanno lasciato il posto ai noccioli e alle betulle.

Percorriamo pochi passi in piano poi, in leggera salita, raggiungiamo una cappella posta sul lato destro della mulattiera (m. 1000). La cappella contiene un affresco raffigurante una madonna con bambino. All'esterno della parete di destra è stata dipinta una poesia dialettale dal titolo: "Vegia capela de la Val d'Infern".
Subito dopo la mulattiera gira a sinistra. Camminiamo in piano con un muro di contenimento alla sinistra, poi torniamo a salire. Ora il rinforzo è alla destra, in basso.
Troviamo un'altra piccola croce su di un masso (m. 1020).

Quasi in piano arriviamo ad un bivio. Delle scritte su un masso indicano a destra: Diga e Moledana. Altre scritte su dei cartelli indicano diritto Frasnedo e il suo rifugio, a destra Moledana e Corveggia. In basso a destra vediamo la Diga di Moledana. Alla destra ci sono delle protezioni realizzate con paletti metallici che reggono due funi.
Proseguiamo in salita con alcuni zig-zag.
Saliamo vari gradini di pietra e passiamo sotto due fili.
La pendenza aumenta. Circondati dai noccioli risaliamo altri gradini in pietra.
Sotto un masso vediamo un quadretto raffigurante una madonnina.
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1055) e risaliamo alcuni rudimentali gradini di pietra in modo abbastanza ripido.
Dopo un tornante destrorso la pendenza diminuisce un poco (m. 1075).

Lasciamo a sinistra una fontana con vasca in cemento (m. 1090).
Troviamo poi un'altra crocetta sulla sinistra e delle robuste protezioni alla destra.
Saliamo dei rudimentali gradini di pietra.
Alterniamo due tratti quasi in piano ad una lieve salita e poi torniamo a salire con altri gradini, inizialmente anche con una corta protezione di legno alla destra.
Alla sinistra c'è una liscia parete. Proseguiamo quasi in piano e poi riprendiamo a salire. Troviamo un'altra corta protezione alla destra. Camminiamo tra noccioli e betulle. Alla sinistra vediamo una piccola croce di legno.
Su fondo roccioso percorriamo pochi passi dapprima in piano e poi in salita (m. 1140).
Dopo un tratto con poca pendenza percorriamo un tornante sinistrorso con gradini e poi uno destrorso tra i noccioli.
Superiamo altri due corti tornanti ravvicinati e proseguiamo in leggera salita tra noccioli e betulle.
Poi riprendiamo a salire con altri rudimentali gradini di pietra.

Attraversiamo una zona dove ci sono pochi alberi, passando sotto i cavi dell'alta tensione. Un rivolo attraversa la mulattiera. Alla sinistra c'è una fontana la cui acqua cade in una vasca di legno. In alto a sinistra vediamo una casa (m. 1180).
Rientriamo nel bosco. Un altro rivolo attraversa la mulattiera passando sotto le pietre.
Superiamo in salita un tratto fangoso. Attorno ci sono dei paletti di legno.
Percorriamo poi alcuni passi in piano. In basso a destra c'è una recinzione.
Saliamo dei gradini e poi giriamo a destra mente un piccolo torrente attraversa passando sotto al percorso (m. 1190).
Superiamo altri gradini; alla sinistra c'è un prato e alla destra il bosco.

Percorriamo una curva verso sinistra e usciamo dal bosco.
Ai lati della mulattiera ora ci sono due file di grosse pietre. In alto vediamo le case di Frasnedo.
Per un tratto alla destra ci accompagna un rivolo. Poi la mulattiera gira a sinistra.
Troviamo altre due croci su un masso e raggiungiamo una cappelletta che contiene un quadro raffigurante una madonna con bambino (m. 1230).
Proseguendo tra le due file di pietre, ora più grandi, raggiungiamo Frasnedo. Sulla prima casa leggiamo la scritta: "Frasnedo, comune di Verceia" (m. 1235).

Troviamo altri cartelli che indicano alle nostre spalle la discesa a Verceia: "Castano - Trecciolino - Val Codera - Verceia - Roma".
Saliamo tra le case poi pieghiamo a destra seguendo un cartello che indica il rifugio.
Passiamo sopra una roggia, coperta da una grata, che esce in basso ad una casa alla sinistra. In una nicchia, su un'altra abitazione alla destra, c'è una statuetta dorata raffigurante Santa Barbara.
Proseguiamo con dei gradini. Seguendo un altro cartello che indica il rifugio, andiamo a destra in piano.
Passiamo accanto ad una fontana con vasca poi giriamo a destra. In alto a sinistra vediamo la chiesa della Madonna delle Nevi edificata nel 1686, mentre dall'altro lato la vista spazia sulla vallata.
Con una ampia stradina inerbita raggiungiamo la teleferica di servizio al paese.

Ancora pochi passi e arriviamo al Rifugio Frasnedo (m. 1287).
Seguendo le indicazioni del Sentiero Italia, proseguiamo diritto, superando un cancello, su di una pianeggiante stradina inerbita. Alla sinistra c'è un muretto di pietre. Alla destra c'è una corta protezione in ferro.
Un sentiero scende a destra e un cartello informa che si dirige verso Moledana e la diga.
Continuiamo in lievissima discesa tra alberi che in prevalenza sono betulle.
Poi in leggera discesa, arrivati al fine del muretto, troviamo sulla sinistra un tempietto, con la statuetta di una madonnina con bambino, collocato sotto una roccia sporgente (m. 1265).
Più avanti la stradina diventa un sentiero. Superiamo il letto in secca di un torrente.
Passiamo accanto ad uno scavatore ormai arrugginito, usato e poi abbandonato in quanto probabilmente era troppo costoso riportarlo a valle. Qui ricomincia la stradina inerbita con il muretto di pietre alla sinistra (m. 1255).
Dopo una curva a sinistra torniamo a scendere su sentiero tra alberi, alberelli e molte ginestre.
Guadiamo un torrente che scende dalla sinistra (m. 1230).
Dopo pochi passi in piano e una breve salita ignoriamo un sentierino che si stacca verso destra e vediamo su un masso una freccia bianco rossa che indica la nostra direzione di marcia.

In leggera salita arriviamo ad un bivio. Su un masso tre frecce indicano le possibili direzioni. I segnavia indicano in discesa verso destra la Diga e Verceia, dietro Frasnedo. In basso a destra nei prati vediamo un baitello e un rudere (m. 1235).
Dopo un tratto quasi in piano e una breve salita, torniamo a camminare in piano lasciando a sinistra tre vecchi baitelli e una baita. Anche in basso a destra ci sono baitelli e ruderi. Siamo a Corveggia.
Giriamo a sinistra e passiamo accanto ad una fontana la cui acqua cade in un tronco di legno scavato. Alla destra c'è un torrente che poco più avanti guadiamo.

In salita arriviamo ad un bivio (m. 1260) dove i segnavia indicano a sinistra: Rifugio Volta a ore 3; a destra con il sentiero A1: Nave a ore 0.45, Lavazzo a ore 1.30, Passo Culmine a ore 2.15, M. Bassetta a ore 2.25, Foppaccia a ore 3.25, S. Fedele a ore 4.30; dietro con il sentiero A2: Frasnedo a ore 0.20, Verceia a ore 1.20. A sinistra viene indicato anche il Sentiero Life delle Alpi Retiche. Su di una pietra tre frecce indicano le possibili direzioni. Il Bivacco Primalpia non è segnalato. Potremmo andare a destra, passando per gli alpeggi di Nave e Piempo. Scegliamo invece di seguire il Sentiero Life.
Andiamo pertanto a sinistra tra erba e mucchietti di pietre. Alla sinistra scorre il torrente e davanti vediamo una cascata.
Percorriamo un paio di zig-zag destra-sinistra.
Ad un bivio andiamo a destra e subito riprendiamo a salire con altri tornantini il primo dei quali tagliabile con un sentierino (m. 1285).

Dopo una curva a sinistra, risalendo un prato raggiungiamo una fontana con vasca dietro la quale ci sono due cappellette; quella a sinistra è vuota mentre l'altra reca due affreschi raffiguranti S. Antonio e S. Rocco. Dietro riusciamo a vedere la parte terminale del Lago di Como (m. 1310).
Poi in leggera salita rientriamo nel bosco.
Proseguiamo in salita con il sentiero che per un breve tratto è incassato nel terreno circostante. Gli alberi sono un poco più distanti dal percorso.

Arriviamo ad un cancelletto, da aprire e richiudere, oltre il quale proseguiamo in leggera salita. Sulla sinistra ci sono alcune vecchie baite e dei ruderi. Un gruppo di socievoli asinelli ci corre incontro. Siamo a Tabiate (m. 1345).
Proseguiamo tra erba e pietre. In alto a sinistra vediamo altri due baitelli ed un rudere.
Superiamo un rivolo e poi in piano rientriamo nel bosco (m. 1380).
Subito guadiamo un torrente che scende dalla sinistra.
Poi in salita raggiungiamo un praticello che attraversiamo con poca pendenza (m. 1395).
Frattanto sentiamo il fragore del torrente principale della Val dei Ratti che scorre in basso a destra ma per il momento non riusciamo a vederlo.
Scavalchiamo un ruscelletto. Alla destra ci sono a protezione dei paletti metallici che reggono tre cavi.
Per un po' il sentiero è bagnato. In basso a destra, tra gli alberi cominciamo a scorgere il torrente.
Proseguiamo in salita. Gli alberi in prevalenza sono delle betulle. Ci sono anche parecchi mughi e ginestre.
Quasi in piano arriviamo ad un altro cancelletto, da aprire e richiudere, con il quale usciamo dall'alpeggio.
Superiamo una zona con grosse pietre (m. 1445).
Percorriamo un breve tratto in salita. Ora tra gli alberi ci sono anche dei pini.

In discesa arriviamo ad un bivio (m. 1440). Tre frecce su di una pietra indicano le possibili direzioni. Su di un'altra pietra viene indicato il Rifugio Volta proseguendo diritto. A destra invece è segnalato il sentiero Life delle Alpi Retiche. Scendiamo a destra.

Attraversiamo il Torrente Ratti con un ponticello che ha il fondo in legno, ai lati dei paletti di ferro che reggono 4 cavi e che termina con un cancelletto di legno (m. 1430).
Passiamo tra dei massi e poi saliamo verso alcune vecchie baite e stalle seguendo tracce tra l'erba e qualche bollo (m. 1440).

Arriviamo ad un bivio. Su di una pietra vediamo l'indicazione del Sentiero Life. Una freccia senza scritte su di una palina segnala erroneamente di proseguire diritto (probabilmente è stata girata da qualcuno). Dobbiamo invece salire a destra, spalle al torrente.
Poco dopo troviamo un'altra palina identica alla precedente che conferma la giusta direzione (m. 1465).
Percorriamo un tratto con poca pendenza in un rado bosco. In alcuni punti, guardando tra gli alberi verso l'opposto lato della valle, possiamo vedere l'imponente piramide del Cavrè.
Dopo una curva a sinistra (m. 1470), saliamo ripidamente fino ad una semicurva anch'essa verso sinistra (m. 1490).
Proseguiamo in leggera salita e superiamo un tornante sinistrorso (m. 1500).
Poi saliamo ripidamente con alcuni zig-zag tra prati e cespugli mentre gli alberi ai lati sono distanti qualche metro.
Dopo un breve tratto con minore pendenza, torniamo a salire ripidamente (m. 1535).
La pendenza poi diminuisce un poco mentre alcune pietre formano dei rudimentali gradini (m. 1555).
Riprendiamo a salire in modo abbastanza ripido con delle serpentine.
Superiamo un tornante destrorso (m. 1575), subito seguito da uno sinistrorso.
Dopo pochi passi quasi in piano e un tornante destrorso, torniamo a salire. Alcune pietre ben sistemate fanno da gradino.
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1585).
Saliamo altri gradini bagnati da un rivolo. Poi la pendenza diminuisce un poco.
Tra i successivi due tornanti, destra-sinistra, camminiamo passando sopra delle radici.
Poi, quasi in piano, arriviamo al guado di un piccolo torrente che scende dalla destra. Su di un masso vediamo la piccola placchetta quadrata che indica il Sentiero Life (m. 1600).
Proseguiamo in salita con il sentiero bagnato; praticamente un ruscello vi scorre sopra.

Arriviamo al guado di un torrente (m. 1615). Non possiamo fare altro che toglierci scarponi e calze ed entrare nell'acqua gelida, fortunatamente profonda non più di venti centimetri.
Poco dopo raggiungiamo le sponde di un altro torrente. Qui l'attraversamento è più agevole in quanto possiamo appoggiare gli scarponi sopra delle pietre affioranti dall'acqua.
Poi giriamo a destra e saliamo ripidamente alla sinistra del torrente.
Percorriamo vari zig-zag su sentiero bagnato (m. 1645).
La pendenza diminuisce un poco (m. 1655). Saliamo un gradino di legno.

Dopo un secondo gradino entriamo nella grande radura dell'Alpe Primalpia Bassa che attraversiamo salendo in modo abbastanza ripido, lasciando a destra un solitario larice e alla sinistra i ruderi delle vecchie baite (m. 1678).
Dopo il larice, sul quale vediamo un segnavia a bandierina, la pendenza aumenta ancora. Raggiungiamo un ometto ed entriamo in un bosco di larici (m. 1710).
Giriamo a sinistra e poi superiamo un tornante destrorso. Camminiamo su delle pietre ben sistemate che formano dei gradini. Vediamo un bollo rosso su di un masso.
Percorriamo un tornante sinistrorso subito seguito da uno destrorso presso il quale vediamo un segnavia a bandierina su di un masso (m. 1725).
Superiamo un rivolo che attraversa il sentiero passando, in parte, all'interno di un tubo bianco.
Poi giriamo a sinistra. La pendenza aumenta. Il fondo è roccioso. Vediamo una freccia.

Arriviamo sulle sponde di un altro torrente ma, senza attraversarlo, giriamo a sinistra.
Troviamo una palina con una freccia sulla quale, questa volta, viene indicato il Bivacco Primalpia.
Proseguiamo alla sinistra del torrente, con minore pendenza, tra erba, cespugli e pietre, mentre gli alberi sono a qualche metro di distanza dal sentiero (m. 1740).
Torniamo poi a camminare tra radi larici.
Con poca pendenza attraversiamo un prato passando accanto ad un ometto (m. 1760). Poi riprendiamo a salire tra i larici.
La pendenza aumenta; saliamo in modo abbastanza ripido tra pietre, erba e pochi alberi (m. 1800). In alto, verso sinistra, vediamo la testata della valle e riusciamo a distinguere il Rifugio Volta.

Lasciamo a sinistra un rudere in un prato. Troviamo un'altra palina con la freccia che indica di proseguire.
Saliamo ripidamente camminando tra i vari rivoli di un ruscello che invade il sentiero. Poi ci spostiamo alla sinistra.
Passiamo accanto ad un masso sul quale vediamo un bollo bianco rosso e la piccola placchetta quadrata del Sentiero Life (m. 1815).
Con un piccolo sentiero tra l'erba passiamo tra due ruderi (m. 1835).
Poi in leggera salita, pieghiamo a sinistra e scavalchiamo un ruscelletto.
Subito dopo riprendiamo a salire in modo abbastanza ripido tra erba e piccoli cespugli.

Dalla destra si innesta il sentiero che avevamo lasciato al bivio dopo Corveggia a quota m. 1260 (m. 1860). Sui massi leggiamo le indicazioni: diritto verso Primalpia e a destra verso Piempo.
Proseguiamo diritto. La pendenza diminuisce un poco. Passiamo tra i ruderi di un alpeggio.
Al termine del prato, su di un masso vediamo un bollo bianco rosso e la placchetta Life (m. 1880).
Ci affianchiamo ad un torrente che scorre alla nostra sinistra e poi lo guadiamo (m. 1895).
Passati sull'altra sponda, lo seguiamo tra erba, rododendri e pietre.
Poi ci spostiamo un po' a sinistra passando accanto ad un ometto (m. 1905).
Continuiamo seguendo altre pietre conficcate nel terreno, a volte con bolli bianco rossi, che indicano il cammino.
Guadiamo un altro torrente e poi scavalchiamo un rivolo (m. 1920).
Torniamo a salire in modo abbastanza ripido.

Passiamo accanto ad un rudere (m. 1940) e poco dopo cominciamo a vedere il bivacco davanti a noi.
Proseguiamo in leggera salita tra erba, rododendri e alcune pietre sempre seguendo i bolli e gli ometti.
Un rivolo attraversa il sentiero passando sotto una pietra piatta (m. 1960).
Poi riprendiamo a salire e attraversiamo una pietraia.
Scavalchiamo un ruscello.
Guadiamo il torrente che scorre alla destra del bivacco e arriviamo alla meta.

Tempo impiegato: ore 4 - Dislivello: m. 1152 -72
Data escursione: giugno 2013

Escursioni partendo dal Rifugio:


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