Bivacco Alpe Pessina

Il Bivacco Alpe Pessina è situato nei boschi della Valsolda, tra le Cime di Bronzone (m. 1396) a nord e il Monte Bronzone (m. 1434) a sud.
Si tratta di una costruzione parte in muratura e parte in legno formata da un solo locale che dispone di: tavolone con panche e rudimentali sgabelli, camino, stufa economica, fornello con bombola, armadietto pensile, alcune pentole e stoviglie. Nel piccolo soppalco, raggiungibile con una scala a pioli, ci sono due posti letto con materasso, cuscini e una sola coperta. Acqua sorgiva, barbecue e legnaia all'esterno.
Nell'anno 2018 è stato dedicato a Mauro Bonardi e Antonio Mazzoleni da poco scomparsi.

Seguiremo inizialmente il "Sentiero delle Quattro Valli" contrassegnato dal segnavia n. 3 barrato e poi il sentiero n. 24. Lungo il cammino il nostro percorso andrà a sovrapporsi parzialmente a due sentieri didattici: la "Via dei Canti", marcata con bolli di colore azzurro, lungo la quale troveremo dei pannelli informativi (A-L) riguardanti gli uccelli e il "Sentiero Faunistico", marcato da bolli rossi, con altri pannelli (1-11) che parlano della fauna di questa valle.
Nel periodo invernale la seconda metà del percorso è in ombra.

Con la statale 340 Regina seguiamo il Lago di Como fino a Menaggio. All'uscita dalla galleria (km. 32.1) continuiamo, sempre con la statale 340, verso Porlezza e la Svizzera.
Superiamo Porlezza, Cima e Cressogno e poi, al km. 48.5 della statale, prendiamo sulla destra la strada della Valsolda.
Transitiamo dalle località che compongono il Comune di Valsolda: Loggio, Drano, Puria dove a un bivio andiamo a destra, e successivamente arriviamo a Dasio.

A Dasio lasciamo la macchina nel parcheggio sottostante la chiesa, di colore giallo, dedicata a San Bernardino (m. 585).
I segnavia indicano: Dasio m. 580; Alpe Mapel a ore 1.30, Sasso di Monte a ore 1.40, Alpe Noresso a ore 2.30, Passo Stretto a ore 1.20, Alpe Riccola a ore 1.45, Seghebbia a ore 2.50, Rancò a ore 0.30, Forcola a ore 1.45, Alpe di Cima a ore 2.30.
Su di un muro ci sono due cartine della zona. Alla loro destra saliamo dieci gradini oppure prendiamo l'ampia mulattiera acciottolata che inizia in leggera salita accanto ai segnavia.
In entrambi i casi, lasciamo a destra la chiesa e la grande casa nella quale Antonio Fogazzaro scrisse il finale del suo ultimo romanzo: "Leila".

Ad una biforcazione andiamo a destra come indicato dagli stessi segnavia visti al parcheggio e inoltre dal segnavia a bandierina n. 3 barrato, dal segnavia n. 5 e da una freccia (m. 595).
Poi, sempre seguendo i bolli, giriamo a destra e passiamo sotto ad un portico.

Continuando tra le case arriviamo ad un altro bivio (m. 605). I segnavia indicano diritto con Via Leopardi: Alpe Mapel a ore 1.30, Sasso di Monte a ore 1.40, Alpe Noresso a ore 2.30; a destra con Via per Buggiolo: Passo Stretto a ore 1.20, Alpe Riccola a ore 1.45, Seghebbia a ore 2.50, Rancò a ore 0.20/0.30, Forcola a ore 1.45, Alpe di Cima a ore 2.30, Alpe Serte a ore 0.40 (Sent. delle Quattro Valli). Andiamo a destra.
Camminiamo su di un sentiero quasi in piano; alla sinistra c'è un muro di pietre a secco mentre alla destra ci sono alcune case, stalle e una rete metallica.
Al termine dell'abitato, vediamo un altro segnavia 3 barrato e proseguiamo tra gli alberi in leggera discesa.

Poi, con il fondo in cemento, scendiamo verso il Torrente Soldo, accompagnati alla destra da una protezione inizialmente di ferro e poi di legno. Vediamo un bollo bianco-rosso.
Al termine della discesa, giriamo a destra e con un ponticello di legno attraversiamo il torrente (m. 585).

Oltre il ponte, lasciamo il sentiero che prosegue diritto per prenderne un altro alla sinistra all'inizio del quale i segnavia indicano: Sentiero delle Quattro Valli, Ranco a ore 0.20, Alpe Serte a ore 0.40.
Saliamo alla destra del torrente agevolati da gradini di legno. Passiamo accanto ad alcuni massi ed entriamo nel bosco.
Su di un masso vediamo un segnavia a bandierina rosso-bianco-rosso ed uno giallo con il n. 1 mentre su di un albero vediamo il n. 3 barrato (m. 600).
Percorriamo uno zig-zag destra-sinistra. Vediamo vari bolli sui massi e sugli alberi.

Ad una biforcazione, andiamo a destra come indicato da un bollo bianco-rosso (m. 620).
Dopo un tornante destrorso saliamo con maggiore pendenza (m. 630).
Percorriamo un tornante sinistrorso poi la pendenza diminuisce.
Al successivo tornante destrorso torniamo a salire volgendo le spalle al torrente (m. 640).
Proseguiamo con un tornante sinistrorso seguendo la direzione indicata da una freccia di legno e ignorando un altro sentiero che continua diritto (m. 650).
Dopo il successivo tornante destrorso la pendenza aumenta. Alla destra ci sono delle protezioni realizzate legando ai tronchi dei rami tagliati.
Continuiamo con un tornante sinistrorso oltre il quale la pendenza diminuisce un poco (m. 660).

Raggiungiamo un cancelletto da aprire e richiudere dopo il passaggio. Ora gli alberi sono più radi e alla sinistra sale un erboso pendio (m. 670).
Passiamo sotto ad un cavo.

Raggiungiamo una vecchia casa di pietra, senza l'uscio, ora utilizzata come stalla e la aggiriamo alla destra con un tornante (m. 685).
In basso a destra vediamo le case di Dasio e davanti il Lago di Lugano. Alla destra ci sono il sostegno per una teleferica e il suo vecchio motore (m. 695).
Poi, in leggera salita, giriamo a destra e attraversiamo un prato. Alla sinistra spicca la cima appuntita del Sasso di Monte.
Continuiamo quasi in piano e in alto a sinistra vediamo una casa.
Torniamo tra gli alberi (m. 705).
Proseguiamo dapprima in leggera salita e poi quasi in piano (m. 715).

Ignoriamo una sterrata che si stacca alla sinistra e proseguiamo diritto seguendo il segnavia 3 barrato. In basso a destra vediamo il Lago di Lugano.
Dopo un tratto in leggera salita, continuiamo quasi in piano. Una freccia di legno indica la nostra direzione di marcia. Alla destra nei prati c'è una casa di colore rosa. Più in basso vediamo altre case sparse.
Torniamo a salire. Alla sinistra c'è una grande vasca in cemento (m. 725).
Proseguiamo con pochissima pendenza attraversando un prato in alto al quale, alla sinistra, vediamo la vecchia Cascina Ranco.
Superiamo un cancello di legno e rientriamo nel bosco (m. 735).

Pochi passi più avanti ci immettiamo su di una sterrata attraversata da un torrente, l'acqua del quale scende anche da un rubinetto. I segnavia indicano a sinistra con il sentiero delle Quattro Valli: Alpe Serte a ore 0.20, Seghebbia a ore 2; a destra: Drano a ore 0.25; dietro: Dasio e ore 0.20. Inoltre ci sono i segnavia 3 barrato verso sinistra e 2 giallo verso destra. Andiamo a sinistra in leggera salita.
Poco dopo aggiriamo la vecchia cascina lasciandola alla sinistra. Da questa posizione si gode una bella vista panoramica sul Lago di Lugano (m. 745).
Camminando su delle pietre ben sistemate, torniamo a salire e percorriamo un ampio tornante destrorso attorniati da pochi alberi.
Poi la strada ritorna sterrata. Dopo una curva a sinistra rientriamo nel bosco (m. 760).

Seguendo il segnavia 3 barrato percorriamo un tornante sinistrorso, ignorando il sentiero 23 che invece prosegue diritto verso Forcola e l'Alpe Cima (m. 770).
Subito dopo il tornante, alla sinistra c'è uno slargo.
Il fondo della stradina ora è formato da pietre fissate con il cemento (m. 785). Percorriamo una ampia curva a destra.

Raggiungiamo il confine della "Riserva Naturale Orientata della Valsolda" (m. 800). Alla sinistra ci sono due cartelloni intitolati "Valsolda una foresta da proteggere" e "Valsolda una foresta da vivere", una scritta su vetro che indica l'ingresso della riserva ed un'altra su di un paletto in legno che segnala il "Percorso nella Roccia". Alla sinistra un sentiero scende nella valle. Alla destra c'è una piccola croce con foto in memoria di una persona scomparsa.
Continuiamo diritto in salita. La stradina ora ha il fondo in cemento. Alla sinistra ci sono della protezioni verso il precipizio verticale, dapprima interamente in legno e poi con paletti di ferro che reggono traversi di legno. Di tanto in tanto troviamo dei cartelli che segnalano il confine della riserva. Passiamo accanto al pannello "A" della Via dei Canti che parla della "Foresta Demaniale Valsolda".

Al termine della salita la strada torna sterrata (m. 810). Dopo un tratto con pochissima pendenza, alterniamo due tratti in salita ad uno quasi in piano. Alla destra ci accompagna una parete rocciosa (m. 820).
Quasi in piano percorriamo una curva a sinistra ignorando un largo sentiero che retrocede verso destra accanto ad un cancelletto di ferro divelto (m. 835).
Continuiamo con poca pendenza. Le protezioni alla sinistra terminano.
Poi torniamo a salire.

Sul lato destro della strada ci sono delle pareti parzialmente sporgenti mentre su quello sinistro troviamo un masso in bilico, che parrebbe dover precipitare nella valle sottostante da un momento all'altro (m. 840).
Subito dopo alla destra troviamo il pannello "B" che parla degli "Acrobati del bosco" vale a dire: la cinciarella, la cincia bigia e la cinciallegra.
Cominciamo a trovare della canaline di legno, per lo scolo dell'acqua, di traverso alla strada.
Saliamo in modo abbastanza ripido camminando su pietre ben sistemate (m. 850).
Alla destra troviamo una paretina di rinforzo con pietre e tronchi collocati in orizzontale (m. 865).
Proseguiamo dapprima in leggera salita e poi quasi in piano.

Entriamo in una pineta e troviamo un sentiero che sale a destra (m. 870). I segnavia indicano diritto con il Sent. della Quattro Valli: Alpe Riccola a ore 1, Seghebbia a ore 2; a destra con il sentiero n. 24: Alpe Pessina a ore 0.30, Alpe di Cima a ore 0.55, Porlezza; dietro: Dasio a ore 0.35, Drano a ore 0.40. Andiamo a destra. (Se invece continuiamo diritto per un centinaio di metri, raggiungiamo una calchera, un cartellone che ne spiega il funzionamento ed il pannello "C" della Via dei Canti intitolato "Troglodita per vocazione" che parla dello scricciolo e del regolo).
Andiamo dunque a destra in salita con il sentiero 24.

Percorriamo poi un tratto abbastanza ripido, incassato nel terreno circostante (m. 895).
La pendenza diminuisce un poco. Camminiamo sopra delle radici affioranti dal terreno. Vediamo molti bolli sia sugli alberi che sulle pietre (m. 900).
In salita giriamo dapprima a destra e poi a sinistra.
Continuiamo con poca pendenza.

Lasciamo a sinistra un rudere accanto al quale su di un cartello leggiamo: "Alpe Serte Nuova 901 m." (m. 925).
Attraversiamo un ruscelletto tramite un ponticello di legno che ha solo la sponda di sinistra.
In salita passiamo accanto al pannello "L" che parla di altri "Acrobati del bosco": la cincia mora, la cincia del ciuffo, il codibugnolo.
Su di una grande pietra vediamo i bolli rosso e azzurro (m. 940).
Subito dopo giriamo a destra e saliamo in modo abbastanza ripido.
Superiamo due serpentine destra-sinistra (m. 955).
Dopo un tornante destrorso continuiamo in modo abbastanza ripido (m. 960).
Percorriamo due serpentine sinistra-destra e un tornante sinistrorso (m. 975).

Con una curva verso sinistra superiamo un tratto incassato tra terra e pietre e vediamo un quadretto, raffigurante il Sacro Cuore, sotto ad un masso (m. 985).
Con minore pendenza percorriamo un ampio tornante destrorso e torniamo a salire in modo abbastanza ripido (m. 995).
Sempre seguendo bolli azzurri e rossi, continuiamo ripidamente con alcune serpentine appena accennate (m. 1030).
Dopo un tratto con minore pendenza percorriamo un tornante destrorso e torniamo a salire ripidamente (m. 1040).
Poi la pendenza diminuisce un poco. Continuiamo a trovare bolli azzurri e bianco-rossi, generalmente i primi sono stati dipinti sulle pietre e i secondi sul tronco degli alberi.
Superiamo una semicurva verso destra. Gli alberi sono diventati radi (m. 1040).

Percorriamo tre tornanti sx-dx-sx (m. 1060-1080).
Poi con uno zig-zag destra-sinistra passiamo accanto ad un faggio sul quale vediamo un bollo giallo-rosso (m. 1095).
Troviamo un faggio aggirabile da entrambi i lati.
Subito dopo percorriamo un tornante destrorso ignorando un altro sentiero che continua diritto (m. 1105).
Con poca pendenza superiamo un tornante sinistrorso (m. 1110).

Rientriamo nella faggeta e vediamo un quadretto, raffigurante il Sacro Cuore, in un incavo ai piedi di un faggio (m. 1115).
Ora saliamo agevolati da 13 gradini di legno collocati a circa un metro di distanza l'uno dall'altro. Alla sinistra ci sono delle rocce affioranti dal terreno.
Percorriamo uno zig-zag destra-sinistra e continuiamo con delle serpentine (m. 1140).
Poi giriamo a destra.
Superiamo un tornante sinistrorso e torniamo a salire con delle serpentine (m. 1150).

Dopo una curva verso sinistra arriviamo ad un bivio. Alla sinistra c'è una corta protezione. Una freccia azzurra indica verso sinistra; un bollo bianco-rosso verso destra.
Facciamo la piccola deviazione a sinistra che, quasi in piano, conduce ad una altana, con panchine al sole e al coperto, situata in un punto panoramico dal quale possiamo vedere la vallata, il Lago di Lugano e, nelle giornate limpide, anche il Monte Rosa che spunta in fondo a destra. Qui troviamo anche il pannello "I" intitolato: "Volteggiare e cantare" che parla dell'aquila reale e del gheppio (m. 1165).

Tornati al bivio, proseguiamo con poca pendenza, seguendo il bollo bianco-rosso.
Dopo una curva a sinistra continuiamo in salita.
Raggiungiamo il pannello "11" del Sentiero Faunistico intitolato "Gli ungulati" sotto al quale in una cassetta con coperchio possiamo vedere delle tracce di camoscio, capriolo e cervo e una mandibola di capriolo/cervo (m. 1180). Proseguiamo verso destra, con poca pendenza.
Subito troviamo una rudimentale panca realizzata con tre pezzi di tronco segati.
Su di un faggio vediamo un bollo bianco-rosso e uno giallo con il n. 24. Continuiamo in salita.

Dopo un tratto con poca pendenza riprendiamo a salire. Davanti tra gli alberi cominciamo a intravedere il Bivacco dell'Alpe Pessina (m. 1210).
Proseguiamo in leggera salita. Alla destra troviamo alcuni massi e il baitello dei servizi igienici.
Quasi in piano percorriamo alcuni metri di sentiero rinforzato.
Con pochi passi in salita raggiungiamo l'Alpe Pessina e la Capanna Bonardi-Mazzoleni (m. 1220).

Tempo impiegato: ore 1.45 - Dislivello: m. 655 -20
Data escursione: dicembre 2014 - giugno 2020

Escursioni partendo dal Rifugio:


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